Montagne360 | Gennaio 2021

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NUOVE ASCENSIONI a cura di Carlo Caccia

Il guardiano dei sogni L’attesa è finita: Martin Dejori, Titus Prinoth e Alex Walpoth, in quattro giorni, hanno violato i “gialli” della parete sud della Terza Pala di San Lucano, firmando in magnifico stile una diretta di 1400 metri – 34 tiri – con difficoltà di VIII+ e A0 alla fine sono passati anche lassù, nel mezzo di quell’oceano giallo paurosamente incombente sulla strada. Perché lì scendi dall’automobile, guardi in alto e ti senti subito mancare: davanti e sopra di te, la parete sud della Terza Pala di San Lucano (2354 m) è qualcosa che forse non ha eguali, con quell’abside strapiombante che pare la porta del cielo. Ettore De Biasio, nella sua guida capolavoro, parla di «cima regina del gruppo, la più lontana e difficile da raggiungere dal mondo quotidiano che pur scorre ai suoi piedi». Voltiamo poche pagine dello stesso libro e un’immagine presa dalla parte opposta della valle, dalla catena dell’Agnèr, chiarisce tutto: in un angolo in basso, a suggerire le dimensioni, il torrente Tegnàs e la carrozzabile; in mezzo, a riempire buona parte dello spazio, la mole immane della Terza Pala. Che dalla vetta, quasi 1600 metri sopra il corso d’acqua, si allarga a ventaglio celando alle sue spalle lo Spiz di Lagunàz e lasciando intuire, ai lati, il Boràl di Lagunàz e il Boràl di San Lucano: i valloni che la separano da due delle sorelle. Queste, anche loro tra le più poderose architetture dolomitiche, le fanno fondale, con la parete sudest della Quarta Pala a sinistra e la sud della Seconda Pala a destra: l’una coi suoi bei muri grigi e l’altra col suo “occhio giallo”, dove dal 2019 sta la Via dei ritorni (440 m, VIII e A1) dei gardenesi Alex Walpoth e Titus Prinoth, risolutori del “penultimo problema” delle Pale di San Lucano (ne abbiamo parlato nel numero di febbraio 2020). Ma per quale ragione “penultimo problema”? Perché restava quello che abbiamo annunciato all’inizio: la sfida diretta sulla parete sud della Terza Pala, raccolta e vinta dagli stessi Walpoth e Prinoth che, con Martin Dejori, «sono passati anche lassù». La nuova via, che si chiama Guardiano dei sogni, è stata tracciata

E

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dal 1° al 4 novembre 2020, è lunga 1400 metri (34 lunghezze) e presenta il tiro chiave di VIII+ e A0, aperto da Prinoth con soli tre chiodi, che Walpoth, da secondo di cordata, ha subito salito in libera (IX). La linea è completamente indipendente, splendida per logica e dirittura, e non inferiore è lo stile adottato: da corsari, senza esplorazioni preliminari, attaccando per arrivare in cima e usando soltanto chiodi tradizionali – circa 35 piantati e una ventina lasciati – e friend. E come sulla Seconda Pala niente spit, neppure nello zaino. C'ERA UNA VOLTA LA CIMA MARIA JOSÉ Ma facciamo un balzo nel passato: eccoci nel 1930 quando le Pale di San Lucano sono ancora alpinisticamente inesplorate. Il 21 e 22 giugno, però, il debuttante Attilio Tissi e Giovanni Andrich firmano la prima ascensione assoluta della Terza Pala: salgono e

scendono per lo spigolo sudest, battezzando la montagna Cima Maria José in onore della figlia del re Alberto I del Belgio, fresca sposa del principe Umberto di Savoia. Nel 1971, in inverno, Roberto Lagunaz e Giuseppe Costantini ripetono la Tissi-Andrich e nel 1972, dal 29 aprile al 1° maggio, Alessandro Gogna, Aldo Anghileri, Gianluigi Lanfranchi e Piero Ravà vincono la parete sud evitando a sinistra i “gialli” terminali (1350 m, VI e A2). Nel 1977, dopo le vie di Alberto Montanelli e Sergio Panzeri (spigolo sudovest, 1973) e Renato Casarotto e Piero Radin (parete ovest per il “piano inclinato”, 1976), Luigino De Nardin e Daniele Ruggero ripercorrono l'itinerario di Gogna e compagni, realizzando la seconda salita della muraglia meridionale. La terza arriva dal 10 al 12 aprile 1981, quando Lorenzo Massarotto e Roberto Zannini aprono La figlia del Naguàl (1350 m, VII+ e A1) che


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