MENO LA RIFUGI: VOCE FRAGILI, FOTOGRAFIA DELLAPIÙ NATURA FORTI DI UNA STAGIONE ANOMALA
Assalto alla montagna, l’estate dei rifugi Cai Da nord a sud passando per il centro, si può notare una mancanza di cultura e rispetto nei confronti dei territori montani di Marco Tonelli e Laura Polverari
I
numeri di Federalberghi sono chiari: il settore turistico e ricettivo è stato colpito dal terremoto della pandemia di Coronavirus. Le percentuali sono ferme a luglio 2020 ma la tendenza è all’insegna del segno “meno”. Meno 90.1% le presenze totali, rispetto allo stesso periodo del 2019 e -61,9% gli occupati in albergo. A luglio 2020, il saldo tra imprese turistiche iscritte e cessate è di -87, mentre il numero di partite Iva attivate nel primo trimestre 2020 è di 10607, con una flessione percentuale del 22,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Nei territori montani però, le immagini e le fotografie parlano di un consistente afflusso di visitatori. I sentieri e i rifugi sono stati letteralmente assaliti dagli amanti della montagna, ma anche da escursionisti e alpinisti improvvisati. Una stagione estiva caratterizzata dai toni del chiaroscuro. Con i Rifugi Cai, dal Nord al Sud Italia, che hanno ridotto quasi del tutto i pernottamenti ma con i tavoli pieni e le file di avventori al ristorante e davanti 18 / Montagne360 / novembre 2020
ai banconi del bar. Intervistati da Montagne360, molti di essi danno un giudizio positivo alla stagione estiva, con i bilanci in ordine e un aumento della clientela. Quest’ultima rispettosa delle regole anti Covid-19. Allo stesso tempo, il buon andamento dei flussi turistici ha avuto un impatto non sempre positivo sull’ambiente, oltre a mettere a dura prova la gestione delle strutture stesse. Da nord a sud, passando per il centro, si può notare una mancanza di cultura e rispetto nei confronti della montagna. Un fenomeno già sperimentato in passato e fortemente accentuato nei mesi estivi del 2020. VERSO NUOVI MODELLI DI LAVORO «Abbiamo avuto un forte afflusso di turisti che pretendevano di trovare un tavolo, nel mese di agosto. Si tratta solo di un esempio, ma la presenza di persone in montagna porta con sé sia conseguenze negative che positive», spiega Martina Bordignon. La ragazza gestisce il Rifugio altoatesino Oltradige