EDITORIALE orizzonti e orientamenti
Un sincero entusiasmo come antidoto di Vincenzo Torti*
Socie e Soci carissimi, da molti mesi, ormai, c’è un momento della giornata scandito dai dati sulla pandemia nel nostro e negli altri Paesi e se, mentre scrivo, le cose sembrano, per ora, andare significativamente meglio in Italia rispetto a nazioni confinanti, questo deve costituire una più che valida ragione per mantenere elevati i livelli di prudenza e attenzione adottati dalla maggior parte di noi. E se questo ha inciso su molte precedenti abitudini, imponendo mascherine e distanziamento, non significa che si debba rinunciare a tutte le altre che, come il nostro andare in montagna con rispetto delle regole e l’incontrarsi nei modi che ormai abbiamo compreso, fanno parte essenziale della nostra vita. Anzi, come altre volte ho sottolineato, è proprio adesso che siamo in grado di apprezzare quel che conta veramente e, quale risvolto del dramma della pandemia, abbiamo un’occasione preziosa di sfrondare il nostro quotidiano dal superfluo, sia riguardo alle cose che ai comportamenti, singolarmente e con gli altri. Anche per questo la montagna ha rappresentato, in questa estate diversa, una meta scelta da molti nuovi frequentatori e, se prescindiamo da alcune situazioni limite di invasione di massa, ciò ha offerto spazi di vitalità e, nel contempo, permesso di mantenere attività e occupazione, come nel caso dei rifugi. Il che ha avvicinato molte persone ad una dimensione ambientale e sociale che non conoscevano e che le ha coinvolte, rendendo ancor più necessaria quella attività propedeutica di informazione e formazione svolta dalle nostre Sezioni, dalle nostre Scuole e corsi e, in fondo, da ciascuno di noi con l’esempio nei comportamenti e le corrette indicazioni a chi le chiede. Attività che, con la dovuta attenzione e adottando precise regole, è ripresa a tutti i livelli, come ho avuto modo di constatare dalle comunicazioni su stampa e social o nel corso di manifestazioni, riunioni o incontrandovi, qualche volta quando riesco a staccare, lungo i sentieri dove è molto bello cogliere il piacere di una conoscenza diretta, fare qualche foto ricordo e, soprattutto, avvertire un sincero entusiasmo di appartenenza comune al nostro Cai. Ed è proprio di questo entusiasmo che vorrei parlare oggi, come di qualcosa che non finisce mai di stupirmi: certo, non mancano le situazioni critiche da affrontare, talvolta anche perché i personalismi distolgono dal molto che accomuna, ma si tratta di
marginalità rispetto alla diffusissima volontà di progettare ed attuare che contraddistingue il nostro Sodalizio a tutti i livelli. E questa volontà è accompagnata da un entusiasmo contagioso, capace di coinvolgere anche gli scettici ed i rinunciatari, e che non conosce differenza di età perché lo si riscontra tanto tra i Seniores quanto tra le ragazze e i ragazzi dell’alpinismo giovanile, come pure nei direttivi sezionali, negli organi tecnici e nelle Scuole: un entusiasmo che non ha bisogno di indulgere in manifestazioni esteriori, ma che è percepibile nell’impegno, spesso silenzioso, nello svolgere il compito assunto e nel farlo come si fa ciò che conta veramente. Un entusiasmo che ritrovo spesso in quello che mi scrivete e che mi è prezioso per rinnovare l’energia necessaria per svolgere il compito che mi avete affidato, proprio come è accaduto in questi giorni, tra la firma a Roma del nuovo Protocollo d’intesa con il Mibact (Ministero dei beni, attività culturali e turismo) con il ministro Franceschini, “per un turismo montano sostenibile e responsabile” e l’incontro ad Amatrice nell’ambito del Festival di ASviS – agenda 2030, con questa mail del Socio Massimiliano Costantin. “Caro presidente, poco fa ho risposto ad un’amica che mi chiedeva se fossi iscritto al Cai e se valesse la pena farlo. Certo che sì, per tante ragioni. Premetto che questa amica si è appassionata alla montagna guardando le foto che pubblico dopo ogni escursione. In realtà il merito è soprattutto delle nostre tante Sezioni e dei nostri rifugi: sentieri, informazioni, sicurezza, eventi culturali e ospitalità fanno sempre più delle nostre cime una grande Montagna”. Credo che non sia necessario aggiungere nulla e che più di qualcuno potrà trarre spunto per rispondere (o rispondersi) alla stessa domanda. Di certo vi si coglie quell’entusiasmo che, in tempi come questi, rappresenta il miglior antidoto allo scoramento e alla tentazione di lasciarsi sopraffare e proprio per questo ho voluto condividerlo con voi: poche righe al giorno per non perdersi d’animo. E vale la pena ricordare anche il monito di Lucinda Matlock nell’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters: ”Cos’è questo continuo lamentarsi di dolori e di stanchezza / di ira, di scontento e di speranze fallite? / Figli e figlie degeneri, / la vita è troppo forte per voi: / ci vuole vita per amare la Vita!”. Ÿ *Presidente generale Cai novembre 2020 / Montagne360 / 1