TORRENTISMO
Sua maestà la cascata La Cascata del Serio è la più alta d’Italia e ha ospitato un allenamento per il Progetto Ewa, per studiare e sviluppare nuove tecniche di progressione sulle grandi verticali di Andrea Forni* foto di Stefano Farolfi
A
lla fine della Val Seriana, nel comune di Valbondione, si può ammirare la cascata del Serio che, con i suoi 315 m di caduta, risulta essere la più alta d’Italia. Maestosa, si presenta divisa in tre grandi balzi, con il primo di oltre 150 m. Il flusso dell’acqua è controllato a monte da una diga, il cui rilascio vitale è di circa 150 litri/secondo ma che, come attrazione turistica, viene aperta alcune volte l’anno, per rilasciare vari metri cubi al secondo, generando un flusso potente e devastante, che evidenzia la grandezza della forza dell’acqua. Ed è proprio qui che abbiamo deciso di allenarci per il progetto Ewa (di cui abbiamo parlato nel numero di settembre 2020 di questa rivista). Faremo quindi la prima discesa della cascata in stile torrentistico, ovvero scendendo il più vicino possibile alla linea dell’acqua, immersi nel suo fragore. Decidiamo di non fare prospezione prima della discesa, al fine di verificare la nostra capacità di reazione alle difficoltà e agli imprevisti che potremmo trovare sulle altre 12 grandi verticali sparse per il mondo. IL GRANDE SALTO L’appuntamento è in settembre, presso il campeggio di Valbondione, dove pianifichiamo la tecnica di progressione e prepariamo i materiali che ci serviranno ad armare la cascata. La squadra è composta da otto uomini e una donna: sei tecnici e tre operatori video e foto. La mattina partiamo presto: l’avvicinamento alla sommità della cascata è lungo, circa 3 ore. Si sale fino al rifugio Curò usando il lungo e ripido sentiero (6,5 km per 950 40 / Montagne360 / novembre 2020
A destra, il punto di non ritorno della discesa. Sotto, l’orizzonte attraverso la cascata