AMBIENTE
I vantaggi della rete Lo spunto è una conversazione con il custode di un rifugio, per “ripassare” i benefici e le peculiarità delle direttive europee di conservazione degli habitat e delle specie all’interno della Rete Natura 2000 di Federico Nogara
E
ra un pomeriggio di una tarda estate di alcuni anni fa. Il custode del rifugio Cai, durante un momento di tregua del suo lavoro, quando i clienti se ne erano già ripartiti dopo pranzo per le loro alte mete e lui poteva finalmente prendersi un attimo di riposo per fare due chiacchiere, cominciò a raccontare. Era preoccupato e quasi rassegnato. Il nuovo progetto di impianti sciistici – seggiovie, funivia, piste – avrebbe deturpato un’area finora preservata all’interno del Parco che da decenni proteggeva quelle vallate e aveva contribuito alla grande evoluzione di un turismo “lento” in tutta la zona. Al fine di giustificare e rendere possibile la costruzione di quegli impianti e delle infrastrutture collegate, i promotori del progetto stavano addirittura pensando di modificare i regolamenti regionali, utilizzando al contempo le minori protezioni offerte dalla zona di rispetto del Parco. Verificando il progetto e la cartografia ufficiale non fu difficile determinare che il Parco e la sua area di rispetto ricadevano totalmente all’interno di un Sito Natura 2000, ovvero una zona che risponde alla legislazione europea. E le norme di protezione europee prevalgono sulla legislazione nazionale e non possono essere modificate dalle autorità locali. In più, le direttive europee stabiliscono una lista di habitat e specie che tutti gli Stati dell’Unione europea si devono impegnare a proteggere. L’UNIONE EUROPEA PROTEGGE LA NATURA È una storia che ormai possiamo quasi considerare come “vecchia”, ma non tutti la conoscono. Tutto comincia nel 1979, più di quarant’anni fa. In quell’anno remoto, Messner scala lo Sperone degli Abruzzi del K2, Cossiga diventa Presidente del Consiglio e Mennea stabilisce il record mondiale dei 200 metri, mentre la centrale atomica statunitense di Three Miles Island dà inquietanti segni di malessere. Molti di voi non erano ancora nati, altri muovevano i primi passi, i più grandicelli già si divertivano (o si annoiavano) sui banchi di scuola, 48 / Montagne360 / novembre 2020
mentre i più adulti, cioè i pensionati di oggi, probabilmente avevano figli piccoli e trottavano, come tutti, tra lavoro e famiglia. Insomma, una vita fa. In quell’anno, dicevo, l’Unione europea approva la direttiva “Uccelli” (Direttiva 79/409/CEE, in seguito sostituita dalla direttiva 2009/147/CE), allo scopo di proteggere in tutta Europa le specie stanziali e migratrici, anche attraverso la creazione di apposite Zone di Protezione Speciale (ZPS), che si sarebbero affiancate ai già esistenti parchi e riserve. Il tempo passa, arriva il 1992, ricordi lontani. È l’anno in cui si svolge a Francoforte il primo campionato europeo di arrampicata sportiva, inizia la guerra dei Balcani, la magistratura italiana avvia l’inchiesta Mani Pulite e l’Unione europea vara la direttiva “Habitat” (Direttiva 92/43/CEE, convertita nella
Sopra, sito Natura 2000 “Haut Guil-Mont Viso-Val Preveyre”, Parco naturale regionale del Queyras-Francia, Ambiente protetto dalla direttiva europea Habitat: 9140 - Foreste alpine di larici (foto Federico Nogara). A destra, specie protetta dalla Direttiva europea uccelli: aquila grigia, Haliaeetus albicilla (foto Daniela Rossi)