13 Quaderni del volontariato 2022 sociale Centro Servizi per il Volontariato Perugia Terni CESVOL UMBRIA EDITORE FILASTROCCHE
a cura di Deanna Mannaioli
DELLA NONNA
Edizione 2022
volontariato 13
Quaderni del
Cesvol
Centro Servizi Volontariato Umbria
Sede legale:
Via Campo di Marte n. 9 06124 Perugia
tel 075 5271976
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Edizione dicembre 2022
Coordinamento editoriale di StefaniaIacono
Stampa Digital Editor - Umbertide
Per le riproduzioni fotografiche, grafiche e citazioni giornalistiche appartenenti alla proprietà di terzi, l’editore è a disposizione degli aventi diritto non potuti reperire. È vietata la riproduzione, anche parziale e ad uso interno didattico, con qualsiasi mezzo, non autorizzato.
ISBN 9788831491419
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I QUADERNI DEL VOLONTARIATO
UN VIAGGIO NEL MONDO DEL SOCIALE PER COMUNICARE IL BENE
I valori positivi, le buone notizie, il bene che opera nel mondo ha bisogno di chi abbia il coraggio di aprire gli occhi per vederlo, le orecchie e il cuore per imparare a sentirlo e aiutare gli altri a riconoscerlo. Il bene va diffuso ed è necessario che i comportamenti ispirati a quei valori siano raccontati.
Ci sono tanti modi per raccontare l’impegno e la cittadinanza attiva. Anche chi opera nel volontariato e nell’associazionismo è ormai pienamente consapevole della potenza e della varietà dei mezzi di comunicazione che il nuovo sistema dei media propone. Il Cesvol ha in un certo senso aderito ai nuovi linguaggi del web ma non ha mai dimenticato quelle modalità di trasmissione della conoscenza e dell’informazione che sembrano comunque aver retto all’urto dei nuovi media. Tra queste la scrittura e, per riflesso, la lettura dei libri di carta. Scrivere un libro per un autore è come un atto di generosa donazione di contenuti. Leggerlo è una risposta al proprio bisogno di vivere il mondo attraverso l’anima, le parole, i segni di un altro. Intraprendendo la lettura di un libro, il lettore comincia una nuova avventura con se stesso, dove il libro viene ospitato nel proprio vissuto quotidiano, viene accolto in spazi privati, sul comodino accanto al letto, per diventare un amico prezioso che, lontano dal fracasso del quotidiano, sussurra all’orecchio parole cariche di significati e di valore. Ad un libro ci si affeziona. Con il tempo diventa come un maglione che indossavamo in stagioni passate e del quale cerchiamo di privarcene più tardi possibile. Diventa come altri grandi
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segni che provengono dal passato recente o più antico, per consegnarci insegnamenti e visioni. Quelle visioni che i cari autori di questa collana hanno voluto donare al lettore affinché sapesse di loro, delle vite che hanno incrociato, dei sorrisi cui non hanno saputo rinunciare. Gli autori di questi testi, e di tutti quelli che dal 2006 hanno contribuito ad arricchire la Biblioteca del Cesvol, hanno fatto una scelta coraggiosa perché hanno pensato di testimoniare la propria esperienza, al di là di qualsiasi tipo di conformismo e disillusione
Il Cesvol propone la Collana dei Quaderni del Volontariato per contribuire alla diffusione e valorizzazione della cittadinanza attiva e dei suoi protagonisti attraverso la pubblicazione di storie, racconti e quant’altro consenta a quel mondo di emergere e di rappresentarsi, con consapevolezza, al popolo dei lettori e degli appassionati.
Un modo di trasmettere saperi e conoscenza così antico e consolidato nel passato dall’apparire, oggi, estremamente innovativo.
Salvatore Fabrizio Cesvol Umbria
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FILASTROCCHE DELLA NONNA
a cura di Deanna Mannaioli
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A Flavio perché segua sempre i suoi sogni e ami la vita.
Chi di noi non ha mai recitato una filastrocca, magari per fare la conta o per memorizzare i giorni dei mesi dell’anno?
Questi testi in rima, costituiti da parole semplici, combinate in modo giocoso, caratterizzate da suoni ripetuti a ritmo cadenzato, fanno parte della nostra cultura e della nostra letteratura.
A partire dai canti tramandati oralmente dagli aedi della Grecia classica, fino alla diffusione della scrittura, la tradizione orale era l’unica forma di trasmissione della cultura. La filastrocca si inserisce nel solco di questa tradizione, come forma di cultura popolare, per essere tramandata di generazione in generazione.
La brevità delle composizioni, con un linguaggio ritmato hanno facilitato, nella cultura popolare, soprattutto nel mondo contadino, la trasmissione di usanze, storie vissute ed anche superstizioni.
Oggi è un genere orientato soprattutto all’infanzia.
Gianni Rodari definisce le filastrocche dei “giocattoli sonori” in quanto rappresentano il modo migliore per guidare i bambini a familiarizzare con la lingua italiana attraverso il divertimento, in un processo continuo di crescita e di scoperta.
La filastrocca può rivelarsi uno strumento utile a sviluppare il lin-
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guaggio.
Oltre a contribuire allo sviluppo cognitivo del bambino, risulta importante sul piano emozionale perché consente di stabilire un rapporto di vicinanza, di piena disponibilità dell’adulto e rafforza quella relazione di supporto che rappresenta lo strumento indispensabile per accompagnare il bambino nel suo percorso di crescita.
Ho voluto raccogliere le filastrocche più conosciute anche per documentare tale patrimonio culturale. Mi sono così appassionata alla ricerca che ho voluto cimentarmi nella stesura di nuove filastrocche con il piacere di condividerle con il mio nipotino e con i bambini cui verranno lette con la speranza che potranno costituire un contributo e un ricordo piacevole.
Deanna Mannaioli
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E uscimmo a riveder le stelle in un mondo nuovo illuminato dal tuo vagito
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11 PENSIERI
raggio di sole sceso a illuminare questa primavera di pandemia con la forza della vita riporta il sorriso sui nostri volti !
11.06.2021 Un
Ti ho atteso da sempre nel vento che accarezzava i miei pensieri.
Ti immaginavo nei tramonti infuocati di agosto, nell’alba che miete promesse a primavera, nelle notti gelide di solitudine.
Ti ho visto nello sguardo ingenuo di un bambino
nell’abbraccio di una madre, nel passo di danza della luna che corteggia le stelle.
Ora sei qui e non mi stanco
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di guardarti, sorpresa, indugio, mentre dormi, assorta sul tuo sorriso di sogno.
Mi perdo nel tuo sguardo limpido dove sprofonda un attimo di eterno
lontano dai confini del mondo a noi noto.
Mi tuffo nel limbo dei pensieri che liberi vagano all’infinito
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senza più barriere, In estasi, smarrita nell’eco che risuona fino a noi da stelle ai margini dell’universo.
Potrei fermare il tempo
eclissare passato e futuro
librarmi in volo di farfalle
e percepire pienezza dei sensi senza veli né misteri.
Tu, piccolo, indifeso, sei parte di un disegno
più grande di noi e il miracolo della vita si rinnova, una parte di me continua in te !
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Lasciami ricamare il giorno di vecchi ricordi non per archiviare il passato
nella nostalgia dei giorni ridenti ma per dare senso
al futuro
quando domani nelle ore pigre dei tuoi silenzi
ne farai tesoro.
Declinerò il tempo per ogni nuova alba che ci vedrà insieme
credere nella speranza sulla soglia aperta
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al mondo.
Il nuovo è l’unicità dell’esistenza irripetibile come le primavere. Ogni nuova idea sarà perché è nel ricordo !
FILASTROCCHE DELLA NONNA
E uscimmo a riveder le stelle come lucciole più belle
In un mondo tutto nuovo, finalmente lo ritrovo, che tu hai illuminato anzi, hai incantato con il tuo primo vagito nella vita il “favorito”
nel segno dei gemelli intelligenti e belli con babbo e mamma
sei sempre a galla !!
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Vegliano angeli sul tuo lettino, veglian silenti il tuo sonno piccino, dietro le palpebre appena tremanti nascono sogni che durano istanti.
Sulla boccuccia un lieve sorriso nel sonno si schiude all’improvviso, dura un attimo come un diamante, un regalo grande e sfolgorante.
Sole che illumini i nostri orizzonti e colori di rosa albe e tramonti, nel tuo nasino il respiro del mondo, cresce il futuro, nel tuo capo tondo.
Piccolo “principe sul pisell”, per noi sei un vero gioiello.
Sono pieni di te i nostri pensieri, apri i tuoi occhi e domani è già ieri !
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La sera tutti a nanna
La sera si va a nanna
canta la ninna nanna
a chi è alto una spanna
e la notte non inganna.
Chi cerca una capanna,
chi il dolce con la panna,
chi prima vuole il bacino
chi lotta col cuscino
chi nel lettino gioca
chi da solo fa la ruota.
Ma se Flavio ha paura
c’è qui un’isola sicura
il letto di babbo e mamma
e allora via.. a nanna!!!
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Il Principe sul pisello
Il mio Principe sul pisello indossa un bel mantello per entrare nel castello dove aspetta un somarello che insieme al suo drappello fa la guardia al birbantello.
Solo quando tutto é a posto
è già l’ora della pappa e il principino scappa a seder sotto la cappa e il piatto caldo acchiappa.
.Ma se sente un’etichetta tu non sai cosa ti aspetta:
urla, strepiti a più non posso
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oh cadesse il mondo addosso! La sera, per andare a nanna, pur se è solo alto una spanna, controlla sotto il materasso e fa sempre uno sconquasso
se lì trova un bel pisello
che nasconde nel cestello e ripete il ritornello.
Poi tranquillo dopo il latte si addormenta e non ribatte.
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L’arca di Noè Sai che sull’arca di Noè per tutti i gusti ce n’è?
Asinelli e topolini, pecorelle e maialini, paperelle e farfalle, gallinelle nere e gialle, mucche e vitellini, cagnolini e gattini, tante api operaie e ragni con tenaie.
Lunga fila ad imbarcarsi e in salvo a ripararsi, aspettando la tempesta col riparo sulla testa.
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Vuol salire Fagiolino per vedere l’agnellino e imparare in fretta il verso di ogni animale diverso.
Il Bagnetto
Quando Flavio fa il bagnetto ecco sempre un bel laghetto schizzi, splash, tanti spruzzi
come nuotano i merluzzi
sembran tutti quanti pazzi
tra risate e sghignazzi
mentre lui in immersione pare proprio un bell’adone ammirato nella vasca grande quanto una tasca.
Sai, tra le tante cose c’è che lui è il più bel bebè !!!!
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La pappa
E’ ora di mangiare
c’è la pappa da gustare.
Dai, ti devi affrettare, Flavio non può aspettare...
Ha una “fama” da salvare
e una fame da calmare.
Ecco la pappa con la zucchina carota, patata, minestrina.
A lui piace proprio un sacco
la divora senza smacco
e in modo un po’ bislacco
grande diventa perbacco !!
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Zitti
Flavio
quatto
quatto vuole imitare il gatto, ora lui è più sicuro, non si ferma fino al muro, or di certo lui gattona, è partito in maratona
e farà una figurona se arriverà a Lisbona.
Per la mamma è un’impresa nel controllo pare arresa, servono occhi davanti e dietro e l’aiuto di San Pietro.
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Fagiolino
Questa è la filastrocca di Flavio detto “Fagiolino” molto savio che si innalza come un avio senza porre alcun aggravio pur se è alto come un cacio.
Bimbo allegro, monellaccio se talvolta fa il pagliaccio
lo prendiamo sotto braccio, lo mettiamo dentro il ghiaccio.
Se invece fa il buffone
noi gli diamo un bel bacione
senza alcuna eccezione pure quando è un ciclone.
Lui folleggia e gattona
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fino a sotto la poltrona; lì con forza poi si attacca senza che nessun lo fiacca e in piedi tu lo vedi già a marzo, non ci credi?
Sembra avere centopiedi !
Corre a perlustrare tutto
“impiccino” innanzitutto
ogni ora il nonno dice:
“a un bambino non si addice”.
Come fosse al suo debutto
Flavio scappa dappertutto, tocca ovunque e pigliatutto, sotto controllo tiene tutto.
Non è stanco dopotutto mentre il babbo è distrutto.
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Per fortuna mangia tutto non gli sfugge il prosciutto con le mani oltretutto.
Sguardo fiero anzitutto ficca il naso dappertutto.
Tu lo sgridi…mamma mia!
Lui ti guarda e salta via quando ride e corre via mette tutti in allegria !!
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Il melograno
C’è un albero nuovo nel giardino di Marsciano dai bei vermigli fiori
che il sole bacia fuori
per far crescere i frutti
e regalarli tutti
a questo bel bambino
Flavio il birichino e fare marmellata per ogni sua bravata !!!
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Che seme
Ge e Vale insieme
Ti hanno dato il seme.
Pare sia proprio buono efficace come un tuono. Se lo tengano da conto come doppione pronto !
Baci, carezze, coccole, tutte per te, non frottole lavoro, spesa, corse pulizia, niente è in forse.
Ma non trovano più il tempo e per loro non c’è scampo.
Si, hanno perso la testa e ora è tutta una FESTA !!
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Battesimo
Nella chiesa sei entrato in braccio ti han portato col bianco camicino e un grande cuoricino.
Eri tutto frastornato, dai parenti ammirato
e alla fine applaudito
senza muovere un dito quando il parroco ti ha alzato tutti ti han fotografato….
Flash, lampi, scatti ! Poi a pranzo tutti matti.
Un bel dolce alla panna
per te alto una spanna
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incantato a guardare festa e luci da ammirare.
Fagiolino della Mancia
Fagiolino della Mancia va a cavallo con la lancia contro il mulino a vento anche quando è controvento ma se mette su la pancia
come il prode Sancho Panza
è sicuro che si sgancia
dal fedele suo ronzino che rallenta birichino si fa pure un sonnellino nel fiorito suo giardino.
Se non trova più la lancia un appello quindi lancia:
“Niente guerra, né tenzone
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Voglio solo un bel bacione!”
Flavio Archeologo
Sulla Via Appia sei andato col babbo “illuminato” per respirare civiltà e un po’ di antichità. Con la solita canzone lui impartisce la lezione
“si, la storia tanto cara fin da piccoli si impara”.
“Piccoli archeologhi crescono” par che tutti dicano ma specialmente il babbo sorride da nababbo…
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Fagiolino alla ventura
Un bel giorno venne al mondo
Fagiolino tutto tondo un visetto paffutello
tutto bello cicciottello, crebbe in fretta a dir il vero
e decise a cuor leggere
di andare alla ventura
per la strada sua futura.
Un mattino dal lettino
saltò giù col cappellino
e in giro presto andò, tante case visitò
tanti oggetti lui toccò.
Curiosone, poi, sul fuoco
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un pentolone scoperchiò e per poco pure lui poverino si scottò, quando dentro poi guardò
riconobbe fra il blo.. blo..
i fratelli nel bollore
eh sorpresa, eh torpore..!
Scappò via con furore, in un pollaio capitò
ma un galletto per errore
Fagiolino s’ingoiò.
Poverino, con ardore si sedette ed aspettò.
Finalmente la massaia il galletto acchiappò
e il grullo fu pelato
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e sul fuoco arrostito.
Fagiolino piccolino presto fuori sgambettò.
Per il mondo lui andò
e, più attento, imparò
a non combinare guai.
Alfin certo crederai
che la vita è un’avventura non bisogna aver paura!
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Corri corri
Corri, corri cavallino, supera l’Appennino
porta questo bambino
al mare dal bagnino
e sulle zampe alate nelle giornate d’estate
vedrà acque argentate dove lui si tufferà con tanta agilità e un mondo scoprirà con babà e baccalà.
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In vacanza
Ora Flavio va in vacanza
sceglie il mare in abbondanza
e si spoglia, che creanza, tutto nudo lui avanza.
Sceglie il mare il furbetto
e ci va con il berretto.
Si ripara dal sol leone
ma sotto l’ombrellone
non ci sta l’amicone, corre sempre a fare il bagno anche senza accompagno, nuota come un pesciolino
e diventa un amorino.
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Che sorpresa tanta acqua!
Dentro corre e si sciacqua non vorrebbe mai uscire; lo volete voi capire?
Vede spruzzi, splash, sorrisi
come in tanti paradisi.
Con secchiello e paletta
vuoi vedere che architetta?
E giocando con la sabbia
vuoi che tempo lui non abbia?
Il ritorno può aspettare
vuole solo un po’ giocare !!
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Fagiolino or cammina e nell’arte lui si affina. Se prima era tempesta ora nessuno più l’arresta, sale e scende dal divano con l’orsetto nella mano, stai attento alla sua sorte corre ad aprir le porte, si nasconde sotto il letto e per poco fa un cornetto poi riappare col dolcetto che ha trovato nel cassetto.
Devi chiudere la porta, anche se non lo sopporta, altrimenti scappa via nel suo parco, mamma mia!!
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Al Colosseo
C’ho due metri de torace !
Fa la guardia non me piace!
(Si diceva a Carosello ma che mondo tutto bello!)
So l’ amico de Gregorio, il guardiano del pretorio.
che ha sesterzi a palate
oltre a tante fidanzate.
C’ho due metri de torace !
So’ il romano più verace
un gladiator pugnace
ma la lotta me dispiace !!
Faccio er bagno dentro al latte
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con le paperelle adatte non me piace de combatte!
C’ho due metri de torace !
Fa la guardia non me piace! Sto da re al Colosseo, del mio avo io mi beo!
E mi ammirano le gatte che nessun a Roma batte.
Della pernica son matte!
C’ho due metri de torace !
So’ de Roma il più vivace!
Il mio nome, sai, è Flavio, il bambino molto savio che perlustra tutto il Lazio
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come un novello Orazio. C’ho due metri de torace ! So’ de Roma il più audace! La mia strada è la Via Appia, dove marcio con la lancia, è un mistero che si sappia ma davvero son sicuro:
“Se nella vita in pace vai tanti baci certo avrai !!”
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Scarpantibus
Fagiolino curiosone perlustrando lo stanzone delle scarpe lui trovò
e di corsa le provò.
Eran belle, grandi tanto, da ginnastica, uno schianto!
Fagiolino le indossò
e il piedino vi infilò
a danzare lui provò
e un volteggio accennò
ma nel camminare lesto inciampò tosto nel cesto
e la piroetta sua finì
poi cadendo proprio lì.
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Ma le braccia della mamma lo salvarono dal dramma e alla fine un bel bacione ricevette e un abbraccione!!
Al nido
Un bel giorno Fagiolino
andò al nido, (piccolino!) per lasciare le sottane e le beghe quotidiane
indeciso all’inizio,
come ogni novizio,
se lasciare la sua mamma
per un’altra nuova fiamma.
Poi al nido che sorpresa !!!
Quanti bimbi, quanti giochi
tanti sopraffini cuochi
pappa buona da mangiare la sdraietta per dormire
i divieti da abolire,
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le canzoni da imparare musica in abbondanza per
gettarsi nella danza… Si, di certo è una pacchia vi assicuro senza macchia, io ci vado volentieri e dimentico i pensieri….
Topolino di campagna
Dondola il campo di grano al sole del melograno.
Trovi fiori nelle aiuole
dolci delizie campagnole
colori, ciliegie, mirtilli
insieme a tanti grilli
nei prati marzolini
per grandi e piccini.
Farfalle variopinte
che sembrano dipinte, uccellini e cinguettii
nell’ora degli addii.
Volpi, scoiattoli, donnole, come nelle tue favole,
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colori, frutti di bosco, amico mio, ti conosco Tra l’erba spunta il musino di un simpatico topolino……
Fiocco di neve Un fiocchetto birichino che dal cielo un dì calava si posò sopra il nasino di Flavio che passava.
Ma il calore del nasino
fece sciogliere il fiocchetto e rimase un sol puntino sulla punta del nasetto.
Ritornò fiocco di neve e ai fratelli raccontò quell’ avventura breve che in viaggio gli toccò.
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Piccolo borgo
Era solo una piccolo borgo semplice, quasi in letargo, immerso nel verde della natura
dove si viveva di agricoltura.
Poca gente vi abitava
vita tranquilla solo sognava, poche cose possedeva, ma un cuor grande aveva.
Senza fasti, lusso e ori, tra fatica, sudore e dolori, nonostante tribolazioni e lutti
un gran sorriso avevan per tutti.
Una stretta di mano
uno sguardo più umano
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pronti ad aiutarsi ad ogni ora erano quelli i valori di allora.
Lì non c’era inquinamento né conservanti, né cemento lì regnava sol la natura bella, unica e pura.
Tutti liberi a giocare nella piazza e nei vicoli sapevamo dove andare senza trovar pericoli.
In quel borgo io son nata
li ho giocato, son cresciuta
poi da grande son partita, non l’ho mai dimenticato !
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Che mistero la vita!! Gira gira la vita, e non è mai finita… sulle punta delle dita, sulla bacchetta del mago delle belle fiabe pago.
Una porta si apre
nella stanza proibita. Se girare la chiave rende la vita soave
apre i pensieri segreti e toglie tutti i divieti prenditi pure la libertà e ritrova la tua felicità.
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Prima carta d’identità.
Cosa mai ora accadrà ?!
Prepara la strada sicura per la tua vita futura, segui un cammino leale, non abbatterti mai
e se cadi rialzati, sai, ma non mollare maaaaiii
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…
L’acqua preziosa
Scende a gocce giù dal cielo, sia col caldo che col gelo, grigio bianco o tutto nero, svelta bagna ogni sentiero.
Non si ferma mai a guardare: scorre, poi diventa mare.
Se la terra arsa implora, giunge rapida lei allora.
Qualche volta si nasconde, nella nebbia si confonde e diventa un gran pasticcio
se si forma neve e ghiaccio, se si cela giorno e sera
situazione proprio nera.
Ma ritorna, non c’è verso,
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spinge via l’azzurro terso. Forma fiumi e torrenti da la vita e gli alimenti.
E piccina, grossa o piena, lei s’insinua in ogni vena, sazia ovunque gli animali, li disseta, tutti uguali.
È dell’uomo una compagna
quando beve o il viso bagna.
Contro il fuoco è un aiuto, non scordare il suo tributo.
Appartiene ad ogni gente, non sprecarla adolescente.
L’acqua è un bene divino, trasforma tutto in giardino, non scordarlo mai, bambino…!!
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Dalla Tradizione
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FILASTROCCHE POPOLARI
Nella vecchia fattoria
Nella vecchia fattoria, ia ia oh
Quante bestie ha zio Tobia, ia ia oh
C’é il gatto, MIAO, MIAO MIAO MIAO
Nella vecchia fattoria ia ia oh
Nella vecchia fattoria,ia Ia oh
Quante bestie ha zio Tobia, ia ia oh
C’é la mucca, MUU, MUU, MUU, MUU,
Nella vecchia fattoria, ia ia oh
Nella vecchia fattoria, ia ia oh
Quante bestie ha zio Tobia, Ia Ia oh
C’é il maiale, GRUNF, GRUNF, GRUNF
Nella vecchia fattoria, ia ia oh
Nella vecchia fattoria, Ia Ia oh
Quante bestie ha zio Tobia, ia ia oh
C’é l’agnello, BEE, BEE, BEE, BEE
Nella vecchia fattoria, ia ia oh
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Cavallino arrì arrò
Cavallino arrì arrò, piglia la biada che ti dò, piglia i ferri che ti metto, per andare a San Francesco.
San Francesco è sulla via per andare alla badia.
Alla badia ci sta un frate che prepara le frittate.
Le frittate non son cotte mangeremo le ricotte. Le ricotte son salate… mangeremo le frittate.
La bella lavanderina
La bella lavanderina che lava i fazzoletti per i poveretti della città.
Fai un salto, fanne un altro, fai la giravolta, falla un’altra volta, Guarda in su guarda in giù dai un bacio a chi vuoi tu.
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Occhio bello
Questo è l’occhio bello, questo è suo fratello, questa è la chiesina e questo il campanello: din don din don din don.
La testina bionda, guancia rubiconda, bocca sorridente, fronte innocente. Din don din don din don.
Chiccolino dove stai?
Chiccolino dove stai?
Sotto terra, non lo sai?
E là sotto non fai nulla?
Dormo dentro la mia culla.
Dormi sempre, ma perché?
Voglio crescer come te!
E se tanto crescerai
Chiccolino che farai?
Tanti chicchi ti darò fresco pane diverrò.
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La vispa Teresa
La vispa Teresa
avea tra l’erbetta a volo sorpresa
gentil farfalletta.
E tutta giuliva
stringendola viva
gridava, gridava:
“L’ho presa! L’ho presa!”
A lei supplicando
l’afflitta gridò:
La pigrizia
La pigrizia andò al mercato ed un cavolo comprò. Mezzogiorno era suonato quando a casa ritornò.
Prese l’acqua, accese il fuoco, si sedette e riposò…
Ed intanto a poco a poco, anche il sole tramontò.
Così, persa ormai la lena, sola al buio ella restò ed a letto senza cena
la meschina se ne andò.
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Tu sì mi fai male
Stringendomi l’ale. Deh, lasciami, anch’io
Son figlia di Dio”.
Confusa, pentita, Teresa arrossì.
Dischiuse le dita E quella fuggì.
Trenta dì conta novembre con april, giugno e settembre. Di ventotto ce n’è uno tutti gli altri ne han trentuno.
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“ Vivendo volando, che male ti fo?
Giorni e mesi
Gennaio con febbraio
Gennaio con febbraio fa il paio, febbraietto freddo e maledetto, marzo è pazzo, aprile dolce dormire, maggio è paggio, giugno falce in pugno, luglio canta il cuculo, agosto moglie mia non ti conosco, settembre la notte al dì contende, ottobre chi vuole si copre, novembre all’inverno si arrende, dicembre davanti ti ghiaccia e dietro t’offende
La settimana
Lunedì andò da Martedì per vedere se Mercoledì avesse saputo da Giovedì se fosse vero che Venerdì avesse detto a Sabato che Domenica era festa.
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Tre stelline di tutte le sere
Tre stelline di tutte le sere e un cestino pieno di pere, un coniglio che salta sul prato e un bel fiore appena sbocciato, un bambino che lo raccoglie col suo gambo e le sue foglie e se lo porta pian pianino in un vasetto di vetro turchino.
La gallina sotto il muro
La gallina sotto il muro
becca il grano ch’è maturo, becca qua, becca là quando è stanca se ne va.
Se ne va dalla Carmela in via Mela ventitré, la casetta di cartone
la scaletta di torrone
la padrona di cioccolata
la servetta zuccherata. Coccodè coccodè
Questa casa fa per me!
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Nella sua casetta nera
Nella sua casetta nera quando viene primavera, mastro grillo sapientone agli insetti fa lezione.
La farfalla è svogliatina, disattenta, birichina, fa dispetti al moscon d’oro tutto intento al suo lavoro.
Poi ci sono tre sorelle
Che si chiaman coccinelle, hanno gli occhi birichini e il vestito a puntolini.
Lucciolina a luce spenta
Piano piano si addormenta, ma c’è il bruco pien di voglia che ricama la sua foglia.
C’è una vespa e un moscerino
Tre formiche e un maggiolino
Tutti intenti alla lezione
Di quel grillo sapientone!
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C’era una volta una donnina
C’era una volta una donnina
piccina piccina piccina picciò
che abitava in una casina
piccina piccina piccina picciò
e aveva una gallina
piccina piccina piccina picciò
che fece un ovino
piccino piccino piccino picciò.
E la donnina
Piccina piccina piccina picciò
Fece una frittatina
Piccina piccina piccina picciò.
Venne un omone con un barbone e una gran bocca spalancò e la donnina
tanto piccina in un boccone
tutta mangiò.
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Trotta
Trotta trotta cavallino, porta a spasso il mio bambino: fallo andare come il vento, fallo andare a mille e cento.
Passa i monti e la marina, fallo andare domattina, e poi dopo scappa scappa, che il mio bimbo vuol la pappa!
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FILASTROCCHE DELLA NINNA NANNA
Ninna nanna: Stella stellina
Stella stellina
la notte s’avvicina
la fiamma traballa
la mucca è nella stalla
la mucca e il vitello
la pecora e l’agnello
la chioccia coi pulcini
la gatta coi gattini
la capra ha il suo capretto
la mamma ha il suo bimbetto.
Ognuno ha la sua mamma
e tutti fan la nanna.
Ninna –oh
Ninna nanna, ninna – oh!
Questo bimbo a chi lo do?
Lo darò alla Befana
che lo tiene una settimana.
Lo darò all’Uomo Nero che lo tiene un mese intero.
Ninna nanna, ninna - oh!
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Ninna nanna (ninnananna)
Ninna nanna, sei e venti il bambino mette i denti, e ne mette una dozzina fra stasera e domattina.
Ninna nanna, sette e venti, il bambino si addormenti, s’addormenta e fa un bel sonno e si sveglia domani a giorno.
Ninna nanna, otto e dua, il bambino ha tanta bua, ha la bua e guarirà, la Madonna l’aiuterà.
NINNA OH
Fai la ninna fai la nanna bimbo bello della mamma.
Ninna oh, ninna oh!
Questo bimbo a chi lo do.
Lo darò alla befana
Che lo tiene una settimana
Lo darò all’omo nero
Che lo tiene un anno intero.
Ninna oh, ninna oh!
Questo bimbo a chi lo do.
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Ninna nanna dormi bambino
Dormi, bimbetto, dormi, tuo padre pascola le pecore tua madre muove l’alberello così che cade giù un sognetto, dormi, bimbetto, dormi, Dormi, bimbetto, dormi, così ti regalo una pecora, con un bel campanello dorato, che possa essere la tua compagna di gioco dormi; bimbetto, dormi.
Dormi, bimbetto, dormi, là fuori camminano due pecore una nera e una bianca e se il bambino non vuole dormire arriva la nera e lo morde!
(ninna nanna della Germania per far dormire e addormentare i bambini, filastrocca della buona notte per il tuo bambino).
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FILASTROCCHE PER FARE LA CONTA
Sette… ventotto
Sette quattordici ventuno ventotto questa è la conta del paperotto.
Il paperotto
è andato in cantina a cercare la regina.
La regina
è andata a Roma a cercare la corona.
La corona ce l’ha il re.
A star sotto tocca a te.
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Bum !
Sotto la cappa del camino Sotto la cappa del camino c’era un vecchio contadino che suonava la chitarra
bim bum sbarra
Bum ! Cade la bomba in mezzo al mare, mamma mia, mi sento male mi sento male d’agonia prendo la barca e fuggo via. Fuggo via di là dal mare dove sono i marinai che lavoran notte e dì.
La mia gatta mi morì, mi morì di giovedì, a bi ci di.
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Ambarabà Ciccì Coccò
Ambarabà Ciccì Coccò tre civette sul comò che facevano l’amore con la figlia del dottore.
Il dottore si ammalò
Ambarabà Ciccì Coccò!
Giro giro tondo
Giro giro tondo
Quanto è bello il mondo
Tutto da girare
Casca il mondo
Casca la terra
Tutti giù per terra !
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FILASTROCCHE DI CAPODANNO
L’anno nuovo Indovinami, indovino tu che leggi nel destino: l’anno nuovo come sarà?
Bello, brutto, o metà e metà?
“Trovo stampato nei miei libroni che avrà di certo quattro stagioni, dodici mesi, ciascuno al suo posto, un carnevale e un ferragosto, e il giorno dopo del lunedì avrà sempre un martedì.
Di più per ora scritto non trovo nel destino dell’anno nuovo: per il resto anche quest’anno sarà come gli uomini lo faranno”.
(Filastrocca di Natale e per Capodanno di Gianni Rodari “ Filastrocche in cielo e in terra”)
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Filastrocca
di Capodanno Filastrocca di Capodanno fammi gli auguri per tutto l’anno:
Voglio un gennaio col sole d’aprile, un luglio fresco, un marzo gentile, Voglio un giorno senza sera, voglio un mare senza bufera, voglio un pane sempre fresco, sul cipresso il fiore del pesco,
che siano amici il gatto e il cane, che diano latte le fontane.
Se voglio troppo, non darmi niente, dammi una faccia allegra solamente.
(Filastrocca di Capodanno di Gianni Rodari “ Filastrocche in cielo e in terra”)
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Domani è festa
Din don domani è festa si mangia la minestra la minestra non mi piace si mangia pane e brace la brace è troppo nera si mangia pane e pera la pera è troppo bianca si mangia pane e panca la panca è troppo dura si va a letto addirittura.
(Filastrocca per la Festa di Capodanno di Gianni Rodari “ Filastrocche in cielo e in terra”)
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FILASTROCCHE SCIOGLILINGUA
Apelle figlio di Apollo
Apelle, figlio di Apollo
fece una palla di pelle di pollo.
Tutti i pesci vennero a galla, per vedere la palla di pelle di pollo fatta da Apelle, figlio di Apollo.
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LE FAVOLE A ROVESCIO
C’era una volta un povero lupacchiotto, che portava alla nonna la cena in un fagotto. E in mezzo al bosco
dov’è più fosco
incappò nel terribile
Cappuccetto Rosso, armato di trombone come il brigante Gasparone…
Quel che successe poi, indovinatelo voi.
Qualche volta le favole succedono all’incontrario e allora è un disastro:
Biancaneve bastona sulla testa i nani della foresta, la Bella Addormentata non si addormenta, il Principe sposa
una brutta sorellastra, la matrigna tutta contenta, e la povera Cenerentola
resta zitella e fa
la guardia alla pentola. ( Filastrocca di Gianni Rodari )
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84 INDICE Prefazione p.7 Pensieri p.11 Filastrocche della nonna p.17 Filastrocche popolari p.62 Filastrocche della ninna nanna p.72 Filastrocche per fare la conta p.75 Filastrocche del capodanno p.78 Filastrocche scioglilingua p.81 Favola a rovescio p.82
Chi di noi non ha mai recitato una lastrocca, magari per fare la conta o per memorizzareigiornideimesidell'anno?
Questi testi in rima, costituiti da parole semplici, combinate in modo giocoso, caratterizzate da suoni ripetuti a ritmo cadenzato, fanno parte della nostra culturaedellanostraletteratura.