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Il retaIl è vIvo e vegeto deve solo cambIare d abIto
Stephen Coticoni Ceo BNP Paribas Real Estate
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Senza dubbio il 2020 è stato di rottura e, in particolare, per il retail un anno da cancellare e da cui ripartire in modo propositivo con nuove progettualità. In Italia - l’andamento è però abbastanza simile in Europa - questo settore ha registrato 1,1 miliardi di euro di transazioni, un valore in decrescita del 40% circa sul 2019, ma anche rispetto alla media annuale degli ultimi 5 e 10 anni: parliamo quindi di un calo strutturale e importante. Tra l’altro, di questa cifra ben 780 milioni sono state transazioni indirette, ovvero frutto del passaggio di quote societarie, come i 435 milioni del deal tra Unicredit ed Esselunga. A livello di segmento di prodotti, circa 650 milio-
ni hanno riguardato i supermercati, circa 300 milioni i centri commerciali e circa 90 i retail park. Nel 2020 viste le chiusure obbligate dei negozi per gran parte dell’anno, l’argomento che ha monopolizzato i rapporti tra landlord e tenant - in tutti gli ambiti high street, centri commerciali, retail park e outlet center - è stato quello della rinegoziazione dei canoni d’affitto. A livello di previsioni, speriamo che già nel Q2 2021, grazie alla campagna vaccinale, ci si possa avvicinare alla normalità. Più complesso fare pronostici per l’intero anno: nel 2021 il valore degli investimenti in commercial real estate potrebbe mantenersi in linea con gli 8,8 miliardi del 2020, ma verosimilmente la logistica, che sta esplodendo sull’onda del successo dell’online, eroderà quote al retail. Ciò detto, già nel pre-pandemia il retail era in una fase di ripensamento, in un’ottica di sostenibilità, rigenerazione urbana e progetti mixed-use. Nei centri commerciali, se prima il leisure e l’entertainment erano trainanti adesso, con il distanziamento che si protrarrà nel tempo, è prevedibile una implementazione del mondo healthcare, con un’evoluzione in polo funzionale, anche grazie all’inserimento di spazi di coworking. Evidentemente l’emergenza ha accelerato l’impatto creato dall’e-commerce su abitudini di consumo, distribuzione, logistica, tecnologia e servizi. Anche se il commercio non può prescindere dai punti vendita fisici che, come valore aggiunto, è però indispensabile garantiscano una vera experience. In altre parole il retail è vivo e vegeto: deve semplicemente cambiare d’abito. E per innovare, bisogna creare nuove e vere sinergie tra investitori/landlord, asset manager, retailer e visitatori/consumatori. Con un quinto elemento imprescindibile: la collaborazione della pubblica amministrazione. Nell’ottica di più ampie iniziative come “Reinventing cities”.
«P e er innovare bisogna vere sinergie tra creare nuove investitori/ landlord, asset manager, retailer e visitatori/consumatori»
▲Corso Vittorio Emanuele II, Milano