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selezIoNe deglI spazI ma Il NegozIo fIsIco resta ImprescINdIbIle

Rodolfo Rustioni Ceo Rustioni & Partners

selezione degli sPazi, ma il negozio fisico resta imPrescindibile

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Dopo il primo lockdown di un anno fa, in Italia l’immobiliare commerciale ha ripreso a muoversi con l’obiettivo di progettare aperture per questa primavera, ma le richiusure da ottobre, con il protrarsi della pandemia, le hanno fatte slittare a settembre. Attualmente il mercato è fatto da società già presenti in Italia, mancano nuovi retailer dall’estero. Ci sono gruppi inglesi, olandesi, americani che guardano in attesa però di tempi migliori: si tratta di insegne di abbigliamento, calzature, ma anche di ristorazione e tecnologia. In ogni caso la progettualità resta la stessa: prima lo sbarco a Milano, dopo le altre città importanti a partire da Roma e Firenze. Se questo vale per gli opening, adesso i retailer sono soprattutto impegnati a fare del mercato un’opportunità attraverso la selezione degli spazi - magari con relocation nelle zone di maggiore passaggio - e soprattutto l’ottimizzazione degli spazi di cui dispongono, chiedendo ai landlord condizioni di affitto più interessanti. Cercano di ottenere anche per i negozi nelle high street, sulla falsariga di quelli nei centri commerciali, canoni di locazione con una parte variabile legata al fatturato. Ma è difficile. Piuttosto i proprietari degli immobili vengono loro incontro con sconti e facilitazioni, mantenendo intatto però il canone a regime. Stanno pagando maggiormente lo scotto della crisi i negozi nelle grandi vie di passaggio che risentono della mancanza sia di turisti, sia di tutti i lavoratori in smart working, mentre quelli nelle vie di quartiere hanno perso meno. A Milano tutte le vie commerciali più importanti rimangono comunque valide: se in corso Vittorio Emanuele esiste qualche disponibilità di spazi, in corso Buenos Aires sono invece diversi i negozi da affittare, noi a fine anno dovremmo aprire i 5 negozi, pari a 8 mila metri quadrati di GLA, del progetto Corso Buenos Aires 59. Corso Garibaldi aumenterà l’appeal grazie all’arrivo del brand Supreme. In Piazza Cordusio e dintorni ci sono alcuni importanti progetti come The Medelan e noi stiamo commercializzando Mercanti 21, via Dante 7 e spazi in via Torino. Per il lusso il riferimento resta il Quadrilatero, anche se in via Spiga troppe iniziative immobiliari sono ferme. Corso Venezia beneficerà del progetto firmato dal gruppo Lungarno Collection della famiglia Fer-

ragamo. Galleria Vittorio Emanuele mantiene inalterato il suo appeal. Dato che tutti stanno razionalizzando, chiudendo negozi o escludendo zone non più di riferimento, sono invece in calo corso XXII Marzo, corso San Gottardo, Porta Ticinese e corso Vercelli perde a causa del Citylife Shopping District. In ogni caso nessuno mette in discussione il ruolo fondamentale giocato dal negozio fisico che sarà sempre indispensabile, per vedere, toccare e provare i prodotti, in forte sinergia con il digitale. Di fatto sono due le incognite sul retail: cosa accadrà con lo sblocco dei licenziamenti e quali ripercussioni avrà il perdurare dello smart working. 

«a milano tutte le vie commerciali Più imPortanti rimangono valide: dai corsi vittorio emanuele e buenos aires alle vie dante e torino»

▲Progetto Buenos Aires 59, Milano ◄Progetto Mercanti 21, Milano

Rustioni & Partners

▲Boutique Via Spiga 2, Milano

Dolce&Gabbana

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