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Capitolo

12

Fondamentali in Chirurgia

la nostra – di principi condivisibili da parte di tutti o della maggioranza dei cittadini. Principi dai quali ricavare criteri e orientamenti per l’agire, sì che ogni coscienza morale possa agire di conseguenza e, soprattutto, in coerenza con i valori universali.

In questo senso, tra le arti e le scienze avanzate, anche l’etica (che è una scienza di ordine filosofico e teologico) ha il suo giusto ruolo. Difatti, se «l’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento» – come dichiara nel libro Fondata sulla cultura, il giurista Zagrebelsky1 –, l’aggettivo libero rinvia al dinamismo della volontà e della scelta, un dinamismo di cui si occupa appunto l’etica e di cui la cosiddetta bioetica ricava orientamenti per i temi controversi del nascere, del morire, del curare, del salvaguardare la salute delle persone e del pianeta. Zagrebelsky citando l’art. 33, primo comma, della nostra Costituzione, evidenzia che l’arte e la scienza (anche l’arte-scienza della chirurgia) sono libere, e dunque “devono esserlo”, con chiare implicazioni deontologiche, oltre che giuridiche, del concetto di libertà2. In questo senso, essere liberi (cioè scegliere e decidere tra più possibilità) significa anche scegliere liberamente il da farsi, ovvero ciò che viene ritenuto un valore, dunque da rispettare e prendere a modello nella prassi quotidiana.

Il “menu” delle opzioni etiche.

Se in noi nulla è più naturale e umano del sentire il bisogno di conoscere (di qui la rilevanza delle scienze empiriche e della tecnica) e avere il coraggio di conoscere il vero (di qui la rilevanza delle scienze filosofiche e umane); se la nostra natura persegue lo scopo di appagare la sete di sapere che ci caratterizza tutti come esponenti della specie umana, tutto ciò accade proprio perché sentiamo che è nel processo del conoscere (scientifico, tecnologico ed etico) che si esplica la nostra voglia di libertà. Se, poi, la libertà è un’espressione dell’animo umano, che deve dar luogo ad atteggiamenti concreti e a comportamenti-scelte conseguenti, la scelta etica fondamentale consisterà nello scegliere come stile di vita, a livello individuale e collettivo, la “sete natural che mai non sazia” (La Divina Commedia, Purgatorio, XXI, 1). Come ci ricorda Dante, oltre alla sete fisiologica, esiste una sete simile a quell’acqua di cui parla il Vangelo nell’episodio della Samaritana al pozzo di Sichem (Gv 4,1-26). In altri termini, oltre alla sete fisiologica dell’acqua, ce ne è un’altra che non si sazia se non con la verità morale, o anche di una verità etica fondamentale, che sia in grado di orientare ogni singola scelta. Il medico, dal canto suo, si rende conto di dovere scegliere (anzi di essere stato posto dalla collettività nella condizione di scegliere sempre il meglio), ma questa opzione gli comporterà sempre un menu di opzioni: la personale visione del mon-

1 G. Zagrebelsky, Fondata sulla cultura. Arte, scienza e costituzione, Einaudi, Torino 2014. 2 In merito, L. Chieffi, Introduzione. Una bioetica rispettosa dei valori costituzionali, in Id. (a cura di), Bioetica e diritti dell’uomo, Paravia-Mondadori, Milano 2000, XVII-XIX.

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