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Capitolo

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Fondamentali in Chirurgia

e dell’uscita da essa, magari con vere e proprie forme di suicidio assistito. Il tutto accade in nome del pur rilevante principio etico di autonomia, come si vede particolarmente oggi in alcune controversie etiche e bioetiche circa l’identità sessuale, la vita di coppia fondata sul matrimonio eterosessuale, la corretta e responsabile gestione del nascere e del morire, la desistenza dall’accanimento terapeutico, l’aiuto medico e sanitario al suicidio assistito4 . Perdono sempre più terreno le visioni morali di tipo ontologico, nelle quali le verità morali, o valori indisponibili, chiedevano soltanto di essere riconosciute e attuate nelle singole situazioni5. Diventano, invece, più rilevanti le etiche del calcolo dei costi-benefici, oppure quelle che valutano la moralità delle singole scelte sulla base delle conseguenze (consequenzialismo etico) di una determinata scelta o di una determinata azione.

Alcune convinzioni di fondo

Ogni visione etica deve dichiarare i valori di riferimento che dovranno sovrintendere alle scelte libere e autonome dei medici e dei pazienti. Mi piace, al riguardo, farvi partecipi, giovani chirurghi, di alcune convinzioni di fondo, perché ritengo possano aiutarvi nell’esercizio della professione e precisando che esse, pur provenendo da un Vescovo cattolico, vogliono enunciare dei valori etici, per così dire, trasversali in quanto umanistici6 .

In primo luogo, anche se l’attuale pluralismo socioculturale tende al relativismo etico e talvolta aborrisce credere all’esistenza di valori etici universali e condivisi, non bisogna smettere mai di dichiarare la fiducia nei valori morali universali, provenienti dalla natura dell’essere umano, particolarmente quei valori che hanno connessioni con la vita umana alla nascita o al tramonto, la sua salute, la sua curabilità. Ciò viene affermato contro tendenze etiche che ritengono, invece, lecito l’aborto, o le decisioni eutanasiche, o lo stesso suicidio assistito, inteso come libera autodeterminazione del soggetto deciso consapevolmente ad anticipare la fine per cui chiede aiuto al sistema sanitario con i suoi operatori.

In secondo luogo, l’oggettività del principio morale universale deve tener conto contestualmente della “progressività” con la quale ogni soggetto umano educa la propria coscienza morale, anche costellando di cadute ed errori il proprio cammino etico, che non è mai lineare in quanto dipendente

4 In merito, cf. E. Lecaldano-E. Salmann, Etica con Dio, etica senza Dio, Introduzione di N. Gasbarro, Edizioni Forum, Udine 2009. 5 Tra i tanti titoli, si cf. S. D’Ippolito, Fondamenti metafisici dell’etica, Loffredo, Napoli 2006. 6 Cf. G. Calambrogio, Cattolici e laici. Per un dialogo senza complessi, Istina, Siracusa 2010. In antitesi, G. Vattimo, La vita dell’altro. Bioetica senza metafisica, Marco Editore, Lungo di Cosenza 2006. Circa la persistenza dell’umano e dell’etica umanistica, nonostante i diversi fenomeni del transumanesimo e del postumanesimo, cf. M. Farisco, Ancora uomo. Natura umana e postumanesimo, Vita e Pensiero, Milano 2011.

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