dipendenti in cassa integrazione tra lo stabilimento di Bologna e quello di Flumeri, in provincia di Avellino”.
La musica quanto è cambiata? “Dopo 24 mesi, il fatturato è balzato a quota 140 milioni, e tutti coloro che usufruivano degli ammortizzatori sociali sono rientrati. Nell’ultimo biennio ci siamo consolidati come leader italiano del mercato dei bus urbani, con una quota del 52%”.
Quindi, rimessa dritta la barra, non restava che rilanciare. “Rilanciare, in questo caso, vuole dire investire. Sulle oltre 100 assunzioni in Campania, legate ai 30 milioni che serviranno a ristrutturare gli impianti avellinesi, sull’ammodernamento dell’hub di Ricerca e Sviluppo bolognese, sul 4.0 applicato alle linee produttive e, non meno importante, sui nuovi mezzi che presenteremo”.
Mezzi a basso impatto? “Mezzi elettrici, come il 12 metri che presenteremo nei prossimi mesi e come l’ampia gamma che gli affiancheremo, e mezzi a idrogeno, che in tre anni riusciremo a realizzare a partire dallo stesso know-how italiano che fu della Breda, già punto di riferimento nel Paese per quanto riguarda l’elettrico”.
LA SCHEDA
Fatturato 140 milioni con 528 dipendenti Iia nasce nel 2015, ma le radici Bredamenarinibus sono datate 1919. Tra Bologna e Flumeri i dipendenti sono a oggi 528, ma saliranno a 615 entro fine anno. Il fatturato 2020, stabile malgrado la crisi, è stimato in 140 milioni. Nel 2021, la volontà di spostare in Italia il baricentro produttivo del gruppo. Nel 2020 sfornati 300 autobus contro i 57 del 2019.
La pandemia non ha certo aiutato. “Il Coronavirus ha rallentato gli ordini proprio nel momento in cui gli autobus sarebbero serviti di più, ma i volumi di mercato del comparto, nei prossimi cinque anni, sono comunque destinati a raddoppiare o triplicare. Come del resto quelli delle motorizzazioni, grazie alla transizione dal diesel e dal metano ai carburanti del futuro”.
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