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61 Ivi, pag
Radicalmente diverso è l‟esercizio del Governo morale (), il quale presuppone, come principio di socialità, non già la relazione pacificatrice relativa a una condizione ontologicamente polemica (), ma la libertà, il cui senso profondo è di emanciparsi dal rapporto servile, e dunque dalla stessa condizione ostativa alla espressione di sé attraverso la parola, il , la cui radice greca è la stessa di (= pacificare), ossia pervenire alla sospensione del conflitto, alla pacificazione o calma. Ma tale condizione, proprio perché relativa alla convivenza sociale come relazione politica, e dunque polemica, è sempre precaria perché attinente in ogni caso al Potere. in tal senso, il è l‟esercizio del spostato sul piano del , cioè sul piano dia-logico razionale, del confronto dia-lettico. Attraverso questo confronto di senso razionale, ossia attraverso un ragionamento, si piò giungere alla verità, ossia alla condizione privativa di dialogo e dunque di conflitto. Anche il termine greco di verità () ha la stessa radice di con l‟alfa privativa che indica appunto, non tanto la dimenticanza, quanto il superamento della relazione dia-lettica e della condizione umana determinata dal polemos, quella appunto politica. Il topos della verità non è lo spazio politico, l‟agone polemico; neppure quello dia-lettico del ragionamento filosofico, ma è il luogo noetico in cui la parola () non ha più ragione di esistenza, in quanto luogo orignario e archetipico precedente ogni divisione polemica, ogni rapporto di determinazione e negazione. Questo luogo originario precedente la parola dotata di senso logico è quello in cui prevale il senso unitario del racconto, comprensivo e inclusivo delle sue determinazioni e negazioni: il luogo, cioè, del Mito (). L‟agire sulla base del senso mitico () è il , che non è solo il raccontare, ma anche il deliberare, il proporre cioè una ordinanza interna alla narrazione, alla riflessione con se stesso. Questa deliberazione è atto normativo diverso dalla de-cisione, ossia dalla scelta operata attraverso la distinzione di ciò che è da ciò che non-è logicamente sostenibile e dunque eticamente accettabile. Ma soprattutto inerisce una sfera mito-poietica che è originaria rispetto a quella del logos, che la presuppone come il tutto presuppone le parti. E dunque la narrazione dotata di senso logico, determinativa e negativa insieme dell‟unitario racconto mitico, costitituisce una sua successiva elaborazione razionale (), ossia è una mito-logia.
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