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Il Beccofrusone
di PIERCARLOROSSI, foto MARCORIVA
Il Beccofrusone con il suo piu - maggio serico ed attillato risulta es se re, a mio modesto avviso, uno de gli uccelli più belli dell’avifauna europea. La famiglia dei Bombicillidi è composta da tre Specie molto simili tra loro, con caratteristiche comuni, quali zampe corte ed una presa ferrea, un becco relativamente largo, piumaggio setoso e soffice ed un ciuffo erettile che li rendono inconfondibili.
Le specie e la loro distribuzione Analizziamo ora nel dettaglio i tre rappresentanti di questo Genere: Il Beccofrusone dei cedri (Bombycilla cedrorum) più piccolo della Specie europea, circa 17 cm, dalla quale si differenzia per la mancanza delle macchie bianche sulle ali. Questa Specie occupa per la nidificazione un ampio areale che va dall’estremo sud-est dell’Alaska al nord della California, mentre ad est del continente americano si estende fino al sud della peni
sola del Labrador, a Terranova ed al New England. Questi uccelli sono dei migratori instancabili che, con l’approssimarsi della stagione fredda, si spostano verso sud raggiungendo gli Stati Uniti meridionali, le Grandi Antille ed il Messico, spingendosi in America centrale dove, pur fermandosi generalmente al Costa Rica, possono talvolta arrivare a sud, fino al nord della Colombia ed al Venezuela nord-occidentale. Le popolazioni della zona di confine tra il Canada e gli Stati Uniti tendono invece ad essere stanziali. Il Beccofrusone giapponese (Bombycilla japonica) è diffuso in Estremo Oriente. Questi uccelli si riproducono nel nord della Manciuria durante l’estate, mentre d’inverno migrano a sud, in Giappone, lungo la costa della Cina centrale e nella penisola di Corea, con esemplari isolati che si spingono a Taiwan e nel centro e sud della Cina. Ha ali prive delle piastrine cornee rosse ed una fascia rossa è presente sulla punta della coda. Infine, il Beccofrusone europeo (Bombycilla garrulus), il cui maschio adulto raggiunge una lunghezza che può variare dai 18 ai 21 cm ed è di un bel colore camoscio rossastro. La nuca il dorso e le copritrici sono di colore bruno scuro, con groppone e codione bruno grigiastri, le timoniere sono grigie alla base e nere verso gli apici che sono giallo brillante e spesso presentano piccoli apici delle rachidi rossi, le classiche ceralacche. Fronte, redini, stria sopra e dietro gli occhi, mento e centro della gola sono neri.
Nido e uova di Beccofrusone
Pulli di pochi giorni
Alla base della mandibola inferiore si nota una piccola stria bianca. Le remiganti sono nerastre con vessilli interni tendenti al grigio, seconda, terza, e quarta remigante con macchie bianche all’apice, le rimanenti con mac - chie il cui vessillo esterno è giallo vivo, secondarie nero grigiastre con apici dei vessilli esterni bianchi ed apici delle rachidi appiattiti ed allungati di colore rosso brillante (ceralacche). Copritrici primarie nerastre con apici bianchi, restanti copritrici brune. Petto e lati del ventre bruno gri - giastri, sottocoda castano scuro, ascellari e sotto alari bianco gri - giastre. La femmina risulta comunque essere molto simile al maschio, anche se pre
Beccofrusoni a 13 giorni
senta colori più spenti, in particolare il giallo agli apici delle timoniere è meno esteso e si presentano senza ceralacche, così come il bianco e il giallo delle remiganti primarie; inol - tre, le ceralacche delle remiganti se - condarie sono no te volmente ridotte. I giovani assomigliano molto alla femmina, dalla quale si differenziano per il ciuffo più corto, per la mancanza del colore nero sulla gola, per alcune strie presenti nel basso ventre, il colore giallo pallido sulla punta della coda e per l’assenza delle ceralacche rosse sulle ali. II pullus nel nido ha l’interno del becco di un bel color rosso ciliegia con macchie blu violaceo ai lati del palato e sulla mandibola inferiore, la lingua è di color rosso vinaceo.
L’habitat Il Beccofrusone europeo vive nell’emisfero boreale del nord Europa, occupando durante l’estate un’am - pia area circumpolare (generalmente delimitata da fasce isotermiche che in luglio raggiungono i 10 °C) che comprende il nord della penisola scandinava e della Russia europea, la Siberia (a sud fino ai monti Altaje al lago Bajkal) e ad est fino al mare di Ochotske, alla penisola di Kam - chatka, mentre in Nord America la Specie nidifica in Canada centrale e occidentale nella zona delle foreste boreali e della taiga, dove condivide, in parte, I’areale del Tetraone, sulle coste del Pacifico nord-orientale ed in Alaska. Sempre in Canada è presente anche il Beccofrusone dei cedri, ed in questa zona di confine l’areale delle due Specie si sovrappone, pertanto mi chiedevo se in tale area possano avvenire meticcia - menti che darebbero origine ad ibridi naturali fertili (come è stato documentato fra lo Zigolo giallo e lo Zigolo gola rossa). Tenendo presente che le differenze tra le due Specie sono veramente minime, l’unica certa è la presenza o meno del bianco sulle remiganti, l’identificazione degli ibridi risulterebbe essere assai difficoltosa.
Nido, uova e nidiacei Il periodo riproduttivo, visto l’areale di nidificazione, risulta essere molto limitato, e va dalla metà di maggio agli inizi di luglio, solitamente in boschi di conifere con sottobosco cespuglioso ricco di numerose bacche, alla base della sua alimentazione primaria, o ai confini di torbiere o sponde dei fiumi; in questi territori sono presenti pochi alberi, per lo più betulle e pioppi. Su questi ultimi viene costruito il nido a forma di coppa a poca distanza dal tronco, ad un’altezza che può variare fra i 2 ed i 9 metri dal suolo; per la costruzione vengono utilizzati piccoli ramoscelli oltre al muschio e licheni,
Beccofrusoni appena involati
Nidiata di Beccofrusoni
abbondanti in questo periodo dell’anno, e all’interno viene imbottito con erbe, peli, piumino e penne. Solitamente viene effettuata un’unica covata annua con un numero di uova che possono variare da 4 a 7, solitamente 5, di un colore grigiastro con piccole macchie brunastre, più abbondanti sul polo ottuso. Durante il periodo dell’incubazione, che dura circa quattordici giorni, è compito del maschio nutrire la femmina; alla nascita dei piccoli ambedue i genitori si alternano sul bordo del nido per nutrire i nascituri, che abbandoneranno il nido dopo tre settimane circa. Come spesso accade, la natura ci stupisce e ci fa capire quanto possa essere perfetta ed affascinante; questo accade anche nella parata di corteggiamento del Beccofrusone. In questo originale “balletto”, iI maschio arruffa le penne della parte inferiore del dorso, quasi a formare una specie di gobba, e contemporaneamente quelle dell’addome, sembra avere un gonnellino, solleva le penne del ciuffo e tiene la coda in posizione verticale, volge quindi il capo in direzio ne opposta a quella della fem mina. A questo punto spetta al gentil sesso accettare il corteggiamento, assumendo un atteggiamen to molto si mile. L’intesa è pressoché stabilita ed il maschio porge un dono simbolico, piuttosto piccolo, quasi sempre una bacca. Viene offerto alla femmina tenendolo con la punta del becco e questa lo preleva; questo piccolo dono viene passato più volte dall’uno all’altro, senza mai essere inghiottito, cosa che avviene soltanto alla fine della parata amorosa.
Le migrazioni di massa Nell’arco della sua vita iI Bec co - frusone compie spostamenti irregolari, infatti a volte è possibile osservarlo, in numero copioso, in zone dove per anni non era mai stato notato. Nell’interessante articolo di Giorgio Truffi su questa Specie, viene riportato quan to segue: «Nel 1941 lo zoologo finlandese Siivonen descrisse tre prin cipali spostamenti del Beccofrusone: una migrazione invernale an nuale, alla quale non partecipano molti individui e che quindi non colpisce particolarmente l’attenzione, durante la quale raggiunge l’Ungheria e le zone balcaniche, spostamenti intermedi a di stanza di alcuni anni, determinati da penuria di cibo e le grandi in vasioni che si verificano ad intervalli irregolari. In questi casi gli uccelli partono in massa verso sud e raggiungono anche l’Algeria. È interessante os - servare che anche il Beccofrusone giapponese e quello dei cedri compiono occasionalmente analoghi macroscopici spostamenti, durante i quali il primo raggiunge Cina centrale e Giappone, ed il secondo ef - fettua invasioni sino al l’America centrale. La spiegazione certa delle invasioni non è ancora stata data, parrebbe siano da attribuirsi ad una serie di concause fra loro interdipendenti quali eccesso di riproduzione della Specie che raggiunge il massimo dopo un certo numero di anni e contemporanea accidentale carenza di nutrimento, sia per l’accresciuto numero, sia per una insufficiente fruttificazione nell’habitat naturale. Di solito, le invasioni, e non solo quelle dei Beccofrusoni, terminano con la sparizione degli individui che vi hanno partecipato e che non si stabiliscono nel paese raggiunto».
Femmina al nido
Nidiacei pronti per l'imbeccata
La coppia nel momento dell'imbeccata
Quattro splendidi novelli
Nidiacei
L’alimentazione in natura Frutta ben matura e bacche di ogni tipo costituiscono l’alimentazione di base dei Beccofrusoni, tutto questo viene integrato da insetti, soprattutto durante il periodo estivo che coincide poi con quello riproduttivo. Analizzando le tre Specie potremmo così suddividerle: La dieta del Beccofrusone dei cedri presenta una componente frugivora ed una insettivora, le proporzioni delle quali variano durante l’anno, sebbene quella frugivora resti preponderante (84% della dieta annua - le). Se infatti durante l’autunno e l’in - verno questi uccelli si nutrono soprattutto di frutta e bacche mature (in particolare le bacche di agrifoglio e di cedro costituiscono la quasi totalità della loro dieta invernale nella porzione più settentrionale dell’areale di svernamento), in estate e soprattutto durante la primavera essi ripiegano invece sugli insetti, privilegiando le specie alate (zanzare) che vengono catturate in volo o sul pelo dell’acqua non appena completano la fase larvale acquatica ed emergono in superficie. Il Bombycilla japonica ha una dieta essenzialmente frugivora, comprendente, in massima parte, frutti e bacche zuccherine e ben mature, con una certa predilezione per i mirtilli. Il Beccofrusone giapponese si nutre inoltre di insetti alati, catturati in volo soprattutto durante il periodo riproduttivo, quando il fabbisogno energetico di questi uccelli aumenta. Per quanto riguarda il Bombycilla garrulus, in base alle diverse stagioni le bacche possono variare passando dal ginepro, al biancospino, dal sorbo degli uccellatori ai mirtilli, al sam - buco, ai frutti della rosa canina. Bisogna al riguardo tenere presente che digerisce molto rapidamente (un frutto di rosa attraversa tutto il suo sistema digerente in 25-40 minuti) e di conseguenza le deiezioni sono abbondanti e semiliquide, approssimativamente del tipo di quelle degli insettivori. In inverno può mangiare bacche congelate o semi-fermentate che possono intossicarlo e renderlo temporaneamente incapace di vo - lare. Sembra abbia sviluppato un fegato molto efficiente (meglio di quello umano) per affrontare queste situazioni, infatti si riprende velocemente.
L’allevamento in ambiente controllato Tenendo conto di quanto sopra de - scritto, in allevamento, il fondo delle spaziose gabbie o ancor meglio voliere deve essere pulito spesso. Necessitano inoltre di molta acqua da bere ed hanno una vera e propria passione per le abluzioni, quindi il bagno deve essere fornito loro quotidianamente anche nella stagione fredda. Risultano essere ottimi ospiti della voliera, infatti convivono pacificamente con altri uccelli, dei quali però non gradiscono l’eccessiva vivacità, senza però mai molestarli. Sono animali di indole confidente e socievole e per nulla sospettosi, imparano in brevissimo tempo a riconoscere chi si prende cura di loro. In base a quanto appena descritto, si capisce che è un animale facile da mantenere in buone condizioni di salute e di piumaggio; il discorso non è altrettanto semplice se si deve parlare di allevamento e quindi di riproduzione. Io penso che in Italia gli audaci e bravi allevatori che sono riusciti a riprodurre questo splendido animale siano veramente pochi, così pochi da contarli sulle dita di una sola mano. Tra questi vi è Marco Riva, brianzolo DOC che ha deciso di aprirci le porte del suo allevamento e di svelarci alcuni dei suoi segreti che gli hanno permesso di conseguire questo splendido risultato.
Quali uccelli allevi?
Attualmente il mio allevamento è composto da due Specie, il Cardellino Major ed i Beccofrusoni. Ho 12 coppie di Cardellino, in varie mutazioni e 9 coppie di Beccofrusone.
Quali hai allevato in passato?
Diciamo che la Specie che mi affascina da sempre è il Cardellino, pertanto è sempre stato al centro del mio allevamento, inoltre ho sempre cercato di allevare quelle Specie di cui mi inte
ressava il comportamento riproduttivo e le loro abitudini; infatti in passato sono riuscito a riprodurre il Ciuffolotto, il Ciuffolotto delle Pinete, il Frosone, il Crociere ed il Crociere delle Pinete ed ora il Beccofrusone. Come ti sei avvicinato a questa Specie? Ho ammirato il Beccofrusone sui libri, o dal vivo nelle fiere ornitologiche, ma, non avendo la certezza che i soggetti fossero nati in allevamento, ho sempre evitato di acquistarli. Negli ultimi anni ho effettuato un “viaggio ornitologico” in Olanda ed ho trovato due coppie in vendita. Dopo aver parlato con il proprietario delle loro abitudini alimentari e di come poterli allevare, li acquistai, e da lì ha avuto inizio questa nuova avventura.
Dove li alloggi?
Le prime due coppie sono state alloggiate in due voliere distinte, una all’esterno, di 2 metri d’altezza 1,5 di profondità ed 1 mt di larghezza, mentre la coppia che mi sembrava più affiatata la misi all’interno in una porzione abitativa in disuso di ampia metratura. Sul fondo della voliera metto degli aghi di abete di grosse dimensioni (pino strombo), in abbondanza, con uno spessore anche di 10/15 cm. Nel mezzo pongo un sottovaso, con diametro di 20 cm per le abluzioni, molto gradite da questa Specie.
Come li alimenti?
L’alimentazione è un argomento ab - bastanza complesso per l’alle va - mento di questa Specie. Calcolando che il Beccofrusone è un uccello frugivoro, la base è costituita da un buon pastoncino per uccelli insettivori alla frutta, integrato con molta frutta fresca. Io lascio sempre a disposizione la mela, a cui aggiungo bacche di ogni genere, tutto l’anno, fondamentali per l’ottimo stato di salute dei soggetti. Le bacche inoltre risultano indispensabili durante la crescita dei piccoli, in modo particolare durante lo svezzamento. Risultano essere molto appetite quelle di ribes, mirtillo, sorbo degli uccellatori e sambuco. Inoltre non devono mancare le proteine animali sotto forma di tarme della farina, pinkies, buffalo e camole del miele.
La femmina ed i piccoli
Per la riproduzione, come ti organizzi?
Nelle voliere metto a loro di spo sizione due porta nido a casetta, così da permettere alla femmina una se conda deposizione, mentre il maschio continua ad allevare i piccoli della prima covata. Faccio tutto ciò perché in passato mi è capitato che il maschio, eccessivamente in estro, effettuava
Novello molto confidente
una nuova costruzione sul nido an cora occupato dai piccoli, con risultati poco confortanti. Per la costruzione del nido fornisco steli d’erba sottile, tuia e sfilacci di cocco; questo compito è prettamente femminile ed il ma schio collabora passivamente, anche se questo può va ria re da coppia a coppia.
Di quante ore di luce hanno bisogno?
La base della riproduzione di questa affascinate Specie sono le ore di luce che devono essere almeno 17/18. Io inizio ad allungarle a dicembre, fino ad arrivare a marzo con 17 ore di luce. Tutto questo mi permette di poter effettuare due covate, prima del caldo di giugno, pericoloso per gli adulti e per i novelli. Quando arrivo a 15 ore di luce giornaliera, incomincio la somministrazione di camole del miele, che ho notato usano anche per la parata di corteggiamento; infatti, il maschio le dona alla femmina ed il tutto si conclude con la copula.
Dimmi qualcosa sull’allevamento dei piccoli
La schiusa delle uova avviene dopo 13/14 giorni, la femmina può deporre da 5 a 7 uova di colore grigio pun - tinate di nero ed i piccoli vengono anellati (tipo R) al quarto giorno, se ben alimentati. Fondamentale l’apporto del maschio nella fase dello svezzamento, mentre la femmina è impegnata in una nuova deposizione. La crescita è rapida e se ben ali - mentati, i piccoli abbandonano il nido dopo tre settimane di vita. Una curiosità che ho riscontrato nell’allevamento di questa bellissima Specie è stata quella che, durante lo svezzamento, i novelli più grossi a volte imbeccano i più piccoli, dopo aver ricevuto a loro volta l’imbeccata. Quanto appena descritto ho potuto constatarlo an - che con i soggetti allevati allo stec co, quindi certamente non una casualità, bensì un’abitudine innata di questi bellissimi uccelli gregari.
BIBLIOGRAFIA
Guida degli Uccelli d’Europa nord Africa e vicino Oriente - Lars Svensson Handbook Birds of the World Vol.10 Gli uccelli nostrani granivori - Mario Rota Il Beccofrusone - G. Truffi Allevare, alimentare, addestrare gli uccelli nostrani, Udine 1972