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Parigino e AGI a confronto: il tronco (2ª parte

Parigino e AGI a confronto: il tronco

di GIUSEPPECORSA ELUIGIMOLLO

Seconda parte

In questa seconda parte (prima parte pubblicata su I.O. n° 3 - Marzo/2019, ndr) esporremo – sempre sulla base dei Criteri di Giudizio di Forma e Posizione, Canarini Arricciati (ed. 2006) - le differenze che esistono fra il tronco o corpo di un canarino Arricciato di Parigi e quello di un Arricciato Gigante Italiano (AGI). Nel Parigino il corpo dovrebbe for - mare una sorta di fuso con gli estremi tronchi che, partendo dal collo, si allarga fino a raggiungere il massimo diametro in corrispondenza del petto per poi restringersi armoniosamente fino all’attacco della coda. Nell’AGI invece “il corpo deve avere la forma di un tronco di cono con la base più ampia verso la parte anteriore, e deve essere il più possibile compatto, molto ampio e profondo sia sul dorso sia sul petto. Il dorso ampio e ben pieno. Il petto sia largo e profondo conferente, un’ampia rotondità costituita dalla pettorina” ( 1 ). Il primo connotato da valutare è quindi la voluminosità del corpo. Senza modificare l’armonico rapporto fra le tre parti (testa, tronco e coda), il parigino deve mostrarsi elegante e slanciato ma non “lungo”, mentre l’AGI deve esibire una forma massiccia e maestosa. I vecchi allevatori sostenevano che l’AGI dovesse avere la forma dell’iconica bottiglia della Coca Cola capovolta (forma ampia e rotonda) e quindi profondamente diversa da quella di un Parigino, che deve essere affusolata. Come vedremo nella terza parte, sulla valutazione della forma del canarino gioca un ruolo importante la taglia e la qualità del piumaggio.

I vecchi allevatori sostenevano che l’AGI dovesse avere la forma dell’iconica bottiglia della Coca Cola capovolta (forma ampia e rotonda)

Il secondo connotato caratterizzante il corpo sono le arricciature. Le arricciature del tronco sono il mantello, i fianchi e lo jabot. Mantello e spalline. Per l’Arricciato di Parigi i criteri di giudizio, a pag. 53, recitano: “spalline ben spartite, simmetriche, voluminose ed estese a tutto il dorso, bouquet vaporoso e paracerco abbondante”. Il mantello che nasce dallo pterilio ( 2 ) dorsale è suddivi -

Fig. 1 - A destra il parigino con la sua forma affusolata, a sinistra l’AGI “in bottiglia”. La differenza di volume e di forma è evidente (disegni degli autori)

Fig. 2 – Pterilii del canarino (Criteri di Giudizio di Forma e Posizione, Canarini Arricciati, ed. 2006)

sibile in tre parti: le spalline, che originano dal primo tratto lineare dello pterilio dorsale; il bouquet e il paracerco, che nascono entrambi dal secondo tratto dello pterilio dorsale detto anche mandorla per la sua forma slargata. Le spalline devono essere estese e simmetriche per quanto è possibile. Viste da sopra la loro forma deve ricordare quella di un libro aperto (spalline a “libro”) con una netta scriminatura centrale. Non sono ammesse altre forme di spalline. C’è da dire che, come osservava giusta men te il compianto prof. Zingoni, “la perfetta simmetria delle spalline è molto difficile da raggiungere dato che le penne nascono dallo stesso punto e poi «decidono» da quale lato piegarsi. Solo in un ceppo lungamente ed attentamente selezionato nascono fioronicon spalline perfettamente simmetriche”. Il giudice, quando le incontra deve considerarle eccellenti; nel contempo, però, non deve penaliz za re in modo eccessivo i soggetti nei quali si evidenzia una buona simme tria delle spalline (anche se una delle due fosse “leggermente” più piena dell’altra). Sono da penalizzare tutte quelle evidentemente asimmetriche fino a giungere, nel caso di mancanza to ta le di una delle spalline (asimme tria perfetta), all’astensione dal giudizio (squalifica). Per i Parigini NON SONO AMMESSEle spalline a rosa. Il soggetto che le presenta va squalificato perché esse sono segno evidente di meticciamento con l’AGI. Il bouqueto bouquet de plumes- in italiano detto mazzetto - è dato da un mazzolino di piume che si origina dalla “mandorla” subito dopo le spalline. Si tratta di piume molto lunghe e vaporose; come tali, una parte si solleva fra le ali formando il bouquet della groppa, mentre la restante parte viene schiacciata dalle ali stesse e, sbu can do dal loro margine inferiore, dà origine al cosiddetto bouquet dei fianchi. Nella voce “mantello e spalline” va valutato solo il bouquet della groppa. Purtrop po, si tratta di un’arricciatura quasi sempre unilaterale; se è pre - sente non dà penalizzazione (anche se asimmetrica), se è assente comporta la perdita di un punto. Nei rari casi in cui il bouquet si presenti simmetrico è da considerare come carattere di altis - simo pregio. Il bouquet dei fianchi non va valutato anche quando interferisce con la coulotte; esso, comunque, è facilmente distinguibile da quest’ultima per l’orientamento delle piume. Dalla parte terminale della “mandorla” nasce un pi ccolo mazzetto di piume che forma il paracerco; posizionato fra la cou lotte e le piume di gallo, il paracerco deve essere evidente ed abbondante e rappresenta l’ultimo conno - tato da valutare per il mantello. Per l’AGI i criteri di giudizio, a pag. 80, per il connotato mantello e spalline, recitano: “spalline con piume larghe, lunghe molto estese, conferenti una arricciatura armonica e molto vaporosa; le spalline a ROSA formano una corolla con piume ricadenti in avanti e sui lati, dipartenti da una zona centrale del dorso. Il mazzetto della groppa e quello dei fianchi completano il mantello e debbono essere vaporosi”. Il mantello a “rosa” è dato da piume molto lunghe e larghe che, come i petali di una rosa, emanano a raggiera da un punto centrale posto poco più in basso dell’attaccatura delle ali. In realtà, non sarebbe corretto parlare di punto centrale ma bisognerebbe dire tratto o zona centrale; infatti, volendo essere pignoli, le piume nascono da un piccolo tratto dello pterilio dorsale, quindi il “centro” da cui si dipartono è un breve segmento e non un punto. Va da sé che, quanto più la “rosa” è grande e regolare tanto più il mantello è pregiato; il massimo pregio si ha quando essa copre circa i 3/4 dell’intero mantello e, nella parte bassa (verso la coda), è interrotta da un vuoto avente all’incirca la forma di “V” capovolta. Nella parte alta la “rosa” si raccorda armonicamente con il collare e quindi con il cappuccio senza soluzione di continuità. È chiaro che le spalline a “rosa” rappresentano un carattere di altissimo pregio per l’AGI ma questo non significa che non siano ammesse le spalline a “libro”. Quindi per gli AGI SONO AMMESSEle spalline a “libro”, ma il canarino riceverà, solo per questo fatto, una penalizzazione di due punti alla voce “mantello e mazzetto” (anche se avesse spalline “a libro” perfette). Chiaramente, per differenziare nettamente l’AGI dal Parigino, è auspicabile che, con il procedere della selezione, le spalline a “libro” nell’AGI scom - paiano definitivamente, almeno in ambito espositivo. Il mazzetto è più vaporoso di quello del Parigino. Vale tutto quanto detto già scritto a proposito del bouquet del Parigino; l’unica differenza è data dal fatto che nell’AGI va valutato anche il mazzetto dei fianchi che, essendo molto vaporoso, si fonde con il paracerco, rendendo quest’ultimo un poco meno evidente che nel Parigino. La coulotte resta distinguibile per l’orientamento delle piume e per la sua posizione.

Fianchi. Nei Criteri di giudizio, per l’Arricciato di Parigi si legge che i fianchi devono essere “molto voluminosi, sostenuti e devono oltrepassare il margine inferiore delle spalline” e per l’AGI che devono apparire “ben sviluppati, ricurvi verso l’alto senza cedimenti, accostatisi vaporosamente alle ali e simmetrici”. È evidente che, salvo differenze lessicali, si tratta di un connotato che le due razze condividono totalmente. I fianchi, detti anche “pinne”, rappresentano l’arricciatura più visto sa e caratterizzante nei canarini di FPA e pertanto essi sono molto pregiati ed apprezzati. Si tratta però di un’arriccia tura molto delicata che nasce dallo pterilio ventrale in prossimità dello sfiocco (fig. 2). Sia nel Parigino sia nell’AGI, i fianchi devono essere rivolti verso l’alto, superare il limite delle spalline e accostarsi in modo lieve alle ali, non devono mai essere aperti e rivolti in avanti o, peggio, verso il basso (fianchi più o meno cascanti). I fianchi cascanti denotano un piumaggio “andato”, ovvero di scadente qualità. Diverso è il caso di fianchi aperti ma rivolti verso l’alto. Quest’ultima tipologia è corretta e appartiene ai canarini di piumaggio molto brinato ma di ottima qualità. Utilizzando la tassonomia utilizzata dal club dell’AGI si possono distinguere i fianchi in due tipi: fianchi distali e fianchi mediali. I fianchi distali sono “molto laterali” (aperti e rivolti in alto) e sono posseduti prevalentemente dagli esemplari con piumaggio mol to soffice e brinato. Tali fianchi sono distanti dal “piano mediano” ossia il piano che “taglia” in due parti sim metriche il corpo del canarino. I fianchi mediali sono fianchi la cui origine è tanto vicina al “piano mediano” che, in certi esemplari, sembra addirittura che lo tocchino. Probabilmente ciò dipende dal fatto che le due branche dello pterilio sono molto vicine alla

linea mediana del corpo. Questa carat - te risti ca, che è più frequente nei soggetti intensi o semintensi, comporta un certo “stac co” tra le piume della pettorina e quelle dell’addome. Essendo erroneamente i soggetti intensi e semintensi, meno allevati ed apprezzati, rende questa caratteristica meno frequente pur essendo esteticamente gradevole. L’ultimo connotato che caratterizza il corpo è quell’arricciatura del petto e dell’addome definita in Italia “pettorina” e oltralpe “jabot”. Per questo considerando, le differenze fra le due razze divengono importanti. Per il Parigino i criteri di giudizio dico no che lo jabot deve essere “pieno, simmetrico, massimamente svilup pato, esteso al petto e all’addome senza interruzione”. Si tratta, in buona sostan za, del classico jabot dell’Arriccia to del Nord massimamente esteso a tutto l’addome; per questo motivo è anche detto jabot lungo. È molto semplice da valutare; poiché le piume provengono dai due lati dello pterilio ventrale, per essere eccellente deve manifestare la massima sim - metria. Come nell’Arricciato del Nord, nei migliori soggetti è evidente, seppure poco marcato, il solco mediano. Si tratta di una caratteri stica di elevatissimo pregio che denota un’ottima qualità di piumaggio. (nello specifico denota la “massima espressione della simmetria delle arricciature”). Per l’AGI i Criteri di Giudi - zio recitano: “nella pettorina le piume, dai lati, convergono verso l’alto in avanti formando «un ventaglio» e richiu den do - si nella zona prossimale al collare, senza dar luogo a cavità. Nell’addome le piume tendono verso l’alto per raccordarsi con la pettorina, senza deter minare vuoti. L’addome si presenta con una superficie molto mossa”. Si tratta di uno jabot profondamente diverso da quello del Parigino. È suddiviso in due tratti, la pettorina vera e propria e l’addome, che però, seppure con volumi diversi, sono simili; en tram bi sono formati da piume che provengono dai due lati dai due tratti dello pterilio ventrale ma, a differen za di quanto avviene nel Parigino, non confluiscono verso il centro ma conver go no verso l’alto fino a raggiungere il collare. Si trat - ta di una conformazione caratteristica dell’AGI che il Parigino non devemanifestare. In e strema sintesi, il Parigino non può avere lo jabot a ventaglio e l’AGI non può avere lo jabot lungo a noce. L’allevatore deve selezionare Parigini o AGI che manifestano lo jabot giusto an che per non in cor rere in forti pe - naliz zazioni da parte del giudice. Nel prossimo articolo tratteremo dell’ultimo tratto del canarino, la coda, e del quarto terzo, formato da taglia, portamento, piumaggio, arti inferiori

NOTE (1) Standard analitico dell’Arricciato Gigante

Italiano redatto a cura del Club dell’AGI, pag. 2 (2) Per la definizione di pterilio e per l’elenco degli pterilii del canarino si consulti Umberto Zingoni, “Canaricoltura”, Edizioni FOI, Piacenza 1990, pagg. 77 e 78

AGI lipocromico pezzato, 94 p.ti a Bari 2014, foto: S. Giannetti

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