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La cenere di legna
Primo antiparassitario naturale
testo e foto di PIERLUIGIMENGACCI
L’orto-ornitofilo
Premessa Quel pomeriggio, mentre nello studio ero intento a leggere un quotidiano, la voce di mia moglie, che si trovava nel soggiorno con il televisore acceso, mi distoglie dalla lettura: – “Gigi, Gigi, accendi la tele… a Geo stanno parlando della cenere, del suo utilizzo nell’orto, e… addirittura per i volatili! Sicuramente ti può interessare”. –Finisco di leggere l’articolo, ripongo il quotidiano ed accendo il televisore che ho nello studio, ma, purtroppo, di cenere nemmeno una parola, l’argomento era tutt’altro! – Accidenti! Mi sarebbe piaciuto vederne l’utilizzo per i volatili. Chissà – penso tra me e me – se era simile a quello che mia nonna Ersilia praticava con le sue galline. Infatti la nonna, per “spulciare”- così diceva - le sue galline, le prendeva ad una ad una e le ricopriva di cenere, massaggiandole, fino a non ri co - noscerne più il colore delle penne. Io, curioso, assistevo all’operazione e tra lo starnazzare delle galline chiedevo alla nonna a cosa servisse quell’operazione di “camuf fa mento” - “Fiol mia, - così mi rispondeva- acsé i bdòich pulén i va via e ni dan pio’ fastidi”- (“così i pidocchi pollini vanno via e non le aggrediscono più”). Questo ricordo ha smosso in me la voglia di conoscere meglio tale residuo solido della combustione della legna, e, perché no, valutarne la possibilità di applicazione sui miei canarini! Ho sempre avuto un camino dove
Il camino produce la cenere che riciclo come fertilizzante e antilumaca nel mio orticello ed in parte nella compostiera
brucio solamente legna vergine di provenienza sicura, assieme alle potature delle mie 20 viti e piante da frutto. A partire da novembre e per tutto l’inverno è sempre acceso. Oltre a farci compagnia, seduti sul divano davanti allo sfavillio della fiamma e crepitio della lega che brucia (sgranocchiando anche caldarroste con vin brulé) nelle fredde serate invernali, mi produce la cenere che riciclo come fertilizzante e anti lu - maca nel mio orticello ed in parte nella compostiera assieme agli sfalci del prato, gli scarti dell’orto e della cucina. Mai mi era passato per la mente di utilizzare la cenere per i miei canarini! Ma c’è sempre una prima volta… Prima di passare all’utilizzo della cenere come antiparassitario sui volatili, faccio un breve ex cur sussulla sua composizione chimica come fertilizzante e sui vari utilizzi conosciuti fin dai tempi antichi e conservati fino al secolo scorso.
Il camino acceso
Cenere
Cenere con passino
Cenere nel vaso
Analisi chimica della cenere di legna La cenere è il residuo solido della combustione: è una polvere molto fine di colore grigio, in quasi tutte le tonalità, dal nerofumo ad un grigio chiarissimo, quasi bianco. Nel nostro caso (legna vegetale) le ceneri sono costituite dalla componente minerale della pianta, composta per la maggior parte da elementi indispensabili per la vita vegetale quali calcio, fosforo, potassio, sodio e magnesio. La composizione delle ceneri e la disponibilità dei nutrienti varia a seconda della specie arborea da cui provengono, dall'età della pianta, dall'ambiente in cui è cresciuta e dalla parte utilizzata. Generalmente vengono attri - buiti i se guen ti componenti minerali: (fon te: “Coltivazione biologica”) - Calcio da 25 al 40% - Potassio da 5 al 30% - Fosforo da 1,3 al 20% - Magnesio da 1,3 al 16%
La cenere nell’orto: ottimo sistema fertilizzante I componenti minerali presenti nella cenere hanno una rilevanza importante per l’utilizzo della stessa nelle colture agricole. La percentuale di utilizzo può variare a seconda del PH del terreno. Un dosaggio medio di 200 g per mq è generalmente sufficiente per coprire i fabbisogni minerali di qualsiasi coltura in qualunque terreno, tranne per i fabbisogni di azoto e di zolfo che, non essendo presenti nelle ceneri, vengono assicurati da un buon letame maturo o compost. La cenere, utilizzata come fer - tilizzante assieme al compost, è alla base di tutte le tecniche agricole sostenibili, quali ad esempio l’agricoltura naturale, l’agricoltura biologica e l’agricoltura biodinamica ed è am - messa anche dalla direttiva comunitaria (Reg. Cee 2092/91), purché la cenere sia prodotta da “legname non trattato chimicamente dopo l’abbattimento”. L’utilizzo dell’insieme (ce - ne re e compost) garantisce una fertilità fisica(alleggerimento della struttura del terreno), una fertilità microbiologica (attivazione di tutti i processi di trasformazione), una fertilità chimica(le colture assorbono
Cenere appena sparsa su parte dell’orto
gradualmente gli elementi chimici che vengono liberati tramite la mineralizzazione). Inoltre, con questo utilizzo, cosa affatto non trascurabile, si chiude anche un ciclo eco-compatibile. Va precisato, infine, che non è opportuno utilizzare la cenere sulle piante acidofile, data l’alta percentuale di calcio contenuta, che non è gradita al loro sviluppo.
Riutilizzo della cenere: ottimo sistema ecologico La cenere di essenze vegetali, fin dai tempi antichi, venne riutilizzata per vari scopi. Ad esempio, i vetrai egizi fondevano polvere di quarzo e cenere per ottenere un impasto simile al nostro vetro. Anche la “malta romana” conteneva ceneri, ma queste erano di origine vulcanica. Più avanti nei secoli, la cenere ha avuto varie applicazioni, tramandate fino ai nostri giorni. Eccone alcune: - Le mie nonne, come pure tutte le nonne e bisnonne, con la cenere di stufe a legna e camini creavano la così det - ta lisciva, che veniva realizzata setacciando la cenere in un pentola e, mescolando, veniva aggiunta dell’acqua fino ad ottenere un impasto denso. Il composto ottenuto, chiamato appuntolisciva, veniva usato soprattutto per il bucato e steso a strati sulle lenzuola o capi di abbigliamento, con acqua bollente, era ottimo per eliminare le macchie più difficili e l’ingiallimento delle lenzuola (faccio il bucato con il “ranno”, così dicevano le mie nonne). – Inoltre, con l’aggiunta dell’olio di oliva, veniva realizzato un ottimo sgrassatore per tutte le superfici della casa, pentole vetri e ac ces - sori vari, anche in acciaio inox. – Cenere, un po’ di acqua tiepida e qualche goccia di limone potevano essere mescolati fino ad ottenere un composto cremoso che, sfregato delicatamente con un panno sull’argenteria di casa, la faceva brillare come nuova. (Questo era un altro metodo di mia madre per lucidare il suo servizio di posate d’argento). - Altra cosa che veniva realizzata dalle mie nonne era il classico sapone, o saponetta alla cui
Vaschetta con cenere e pennellino pronti
Cernita dei semi
Inizio operazioni di spulciatura
Nuca e vessillo alare di maschio isabella mos.rosso con cenere
Spulciatura addominale del maschio isabella mosaico rosso
realizzazione assistevo con grande curiosità ed interesse. Facevano bollire in una pentola un bicchiere di lisciva, due di acqua, un cucchiaio di sego (strutto o lardo) e alcune foglioline di erbe aromatiche, fino ad ottenere un composto denso che, raffreddato, veniva messo in alcune vaschette di vetro a “maturare” (solidificarsi) per alcuni giorni prima di toglierlo pronto per essere usato. Bei ricordi… e che profumi! – Durante il periodo in ver - nale la cenere può essere usata co - me antigelo. Io (l’ho ereditato da mio padre), in previsione di neve e ghiaccio, realizzo una miscela di cenere con un 20% di sale grosso che ripongo in un sacco di plastica di recupero “tipo compost”, pronta per essere adoperata in caso di necessità.
La cenere come antiparassitario: ottimo, naturale, ecologico, economico I parassiti interni ed esterni, nonostante le loro piccole dimensioni, possono colpire non solo i nostri canarini ma tutti gli uccelli domestici e pos - sono provocare numerose ma lattie, fino a compromettere interi allevamenti. I parassiti più comuni, che sicuramente ogni allevatore conosce, si possono così riassumere: Pidocchi: ectoparassiti che vivono sul corpo dell’animale, succhiano sangue, creano piccole ferite e intenso pru - rito, arrossamento della pelle e perdita di piume. Acari: sono degli animaletti notturni considerati ectoparassiti. Vivono succhiando il sangue dell’ospite su cui si posizionano, rifugiandosi nelle ore diurne negli interstizi delle murature o sul fondo dei cestelli durante le cove o altri interstizi delle gabbie, posatoi e accessori vari. Intere nidiate vengono distrutte se non si interviene preventivamente. Vermi:parassiti interni che vivono nell’apparato digerente e tramite il flusso sanguigno possono raggiungere tutti gli altri organi. Succhiano il sangue, creano perdite di peso, diarree, denutrizione e anemie, fino a risultare letali. Per contrastare ed eliminare la proliferazione dei suddetti parassiti esistono in commercio dei buoni antiparassitari per gli uccelli domestici, ma io voglio proporre, prima di descri - vere il mio utilizzo della cenere di legna, alcuni rimedi “fai da te”, ecologici, economici, (sicuramente molti allevatori li conosceranno) e che possono sostituire i prodotti commerciali o essere consociati. Aglio e aceto di melesono gli antiparassitari più usati e consigliati per il loro potente effetto antisettico e insetticida sia interno che esterno. Io utilizzo uno spicchio d’aglio tagliato in quattro parti in un beverino da 50cl d’acqua che lascio a disposizione per 3 o 4 giorni una volta al mese. Per quanto riguarda l’aceto di mele, che faccio in casa con mele biologiche, lo uso mettendone 20 cc in un litro d’acqua, che verso nelle vaschette per il bagnetto settimanale. Bicarbonato di sodio: altro potente antisettico e antiparassitario natu - rale. Un paio di cucchiai diluiti in un litro di acqua tiepida sia per pulire gabbie e accessori che per fare il bagnetto agli uccelli hanno un ottimo effetto antiparassitario.
Semi di zucca: a mio avviso, oltre all’aglio, sono uno dei migliori rimedi naturali contro i parassiti interni e mangiarne regolarmente aiuta a prevenire ed eliminare gli endoparassiti del tratto gastrointestinale. I semi che io utilizzo provengono dalle zucche che mi fornisce un mio amico ortolano a colture biologiche, con le quali mia moglie fa degli squisiti risotti e fette gratinate al forno da leccarsi i baffi, mentre io mi diverto a recuperarne i semi che faccio essiccare al sole, o sul termosifone, sguscio e, triturati, ne aggiungo 20gr per Kg di pastone, che servo ai canarini a periodi alterni durante l’anno. Faccio altresì notare, in tema di riciclo, che nel mio piccolo allevamento di canarini di colore sono molto graditi ed efficaci, al pari dei semi di zucca, anche gli scarti della zucca. A tal proposito, ne ho descritto proprietà ed utilizzo in due miei pre - cedenti articoli pubblicati su I.O. (vedi marzo e ottobre 2016). Inoltre, data l’alta concentrazione di carotene, sono di aiuto alla colorazione (allevo canarini a fattore rosso) e non da meno nella prevenzione dei parassiti interni; vedi il contenuto di fibre e cucurbitina (aminoacido con proprietà vermifughe). Ed eccoci finalmente all’uso della cenere di legna.
Cenere di legna: antiparassitario naturale Da qualche anno, memore della “spulciatura” delle galline che faceva mia nonna (galeotta fu la trasmissione televisiva di cui alla premessa), come prevenzione contro pidocchi ed acari in sostituzione dei prodotti commerciali, uso tranquillamente la cenere di legna prodotta dal mio camino. Logicamente raffreddata, la filtro con un passino molto fine, così da farla sembrare quasi un talco, e la ripongo in un barattolo di vetro. All’occorrenza, e cioè prima di immettere i riproduttori nelle voliere a svernare e quando li riprendo per le cove, faccio come mia nonna: ne metto un po’ in una ciotola, ma al posto delle mani uso un pennellino con setole molto fini e spolvero in particolare tutto il vessillo (come lo chiama l’amico
Canali) dei canarini, dalla nuca alla coda, le ali e in tutto il corpo. La stessa cosa faccio in estate con i novelli. Inoltre, come prevenzione contro il famigerato acaro rosso, metto un pizzico di cenere sul fondo dei portanido e sul nido prima delle cove che, precauzionalmente, rinnovo durante lo svezzamento. A tutt’oggi, non ho riscontrato controindicazioni, anzi, penso di aver risolto, se non debellato, il problema di questi parassiti nel rispetto della natura, ecologicamente e, perché no, anche economicamente. Comunque, in casi molto particolari (morie continue di piccoli nel nido) è sempre bene essere in contatto con il veterinario il quale, eventualmente, prescriverà interventi con prodotti medicinali specifici e testati del commercio. Chiudo dicendo che, fin dai tempi più remoti, gli umani si erano accorti che
Il taglio della zucca
la terra dove avevano bruciato della legna e/o materie organiche, era diventa più fertile; ciò era dovuto al rilascio da parte della cenere di sostanze minerali atte allo sviluppo di qualsiasi coltura. Questa conoscenza, se da un lato ha permesso una miglio re produzione, ha però causato, nel corso degli anni, in molti paesi sudamericani ed in altre nazioni, il disboscamento tramite l’incendio, la distruzione di parte di foreste vergini pur di coltivare maggiori estensioni di terreno. Purtroppo, anche al giorno d’oggi tale scempio è generalizzato in tutte le nazioni, non solo ai fini agricoli, ma soprattutto speculativi, con grave compromissione di tutto il si stema ecologico mondiale. Ma il male non è solo questo: sono gli inquinamenti dell’aria, dell’acqua, del suolo ed infine l’elettrosmog, che hanno intaccato l’integrità della biosfera, l’accelerata estinzione di specie naturali (vegetali e animali), effetto serra, scioglimento dei ghiacciai, disastri idro-geologici ecc. (vedi l’ultimo immane incendio dell’Australia) che compromettono la nostra sa lu te e l’esistenza del genere umano. È questo il problema più pressante da risolvere per il nostro secolo: rispondere alle esigenze del presente senza compromettere le future generazioni. La natura ci viene incontro in ogni occasione: sta a noi saperne cogliere i benefici, ma soprattutto rispettarla, proteggerla e contribuire anche con le piccole azioni quotidiane, quali il riciclo e la raccolta differenziata, per far sì che si chiuda il ciclo eco-compatibile, a cui anche le nostre membra sono destinate (…scusatemi questa digressione). Infine, a proposito di cenere, ogniqualvolta la spargo sul terreno o sul vessillo (di nuovo “uso” Canali) dei canarini, ritorna alla mia mente il Mercoledì delle ceneri, quan do, da piccolo chierichetto, il Parroco del mio paese mi cospargeva il capo di cenere dicendomi: “Memento, homo, quia pulvis es, et in pulverem rever teris(da Genesi 3,19;)”; ed io, che non capivo il latino, spesso pensavo alla nonna Ersilia e alle sue galline (sic!) Niente a che vedere con i nostri volatili; ma… meditiamo gente, meditiamo!