6 minute read

Una chiesa, un paese, una storia di M. F. di Villafalletto, di Domenico Defelice, pag

MARCELLO FALLETTI DI VILLAFALLETTO UNA CHIESA, UN PAESE, UNA STORIA

di Domenico Defelice

Advertisement

INTANTO, è un volume ricco di testimonianze. Il Cardinale Paul Poupard – Presidente emerito del Pontificio Consiglio della Cultura -, afferma che Don Franco Turchi, affidando questo lavoro a Marcello Falletti di Villafalletto, “Non poteva trovare miglior cercatore per ripercorrere attraverso accanita ricerca ben più di cinque secoli di vita civile, sociale, politica e religiosa, e descriverne le tante vicende con penna agile e suggestiva, dando così perenne conoscenza degli avvenimenti, ma soprattutto delle persone che hanno, con intelligente tenacia, dato vita e vitalità ad un fecondo patrimonio storico e culturale, che si chiama Ponte Buggianese”; Bernard Ardura – Presidente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche – auspica che possano “queste pagine illuminare e suscitare un rinnovato ardore per lo studio della (…) ricca storia patrimoniale”; il Sindaco della città, Pier Luigi Galligani, dichiara che Marcello Falletti di Villafalletto “ha saputo cogliere gli aspetti importanti di questa Istituzione religiosa raccontando con dovizia di particolari e ricchezza di fonti un pezzo importante della nostra storia e ha saputo dare la giusta evidenza al sentimento spirituale delle persone unite da tradizioni e cultura”; Don Franco Turchi – Arciprete e Proposto -, è sicuro che l’Autore abbia dato un “punto fermo di continuità a ben oltre cinque secoli di storia, che andava riscoperta, rivalutata e metodologicamente riproposta” .

Sua Eccellenza Mons. Giovanni De Vivo –vescovo di Pescia -, in una densa e accattivante “Lettera alla Parrocchia”, chiarisce i motivi storici e devozionali perché la Cappella della Madonna del Buon Consiglio della chiesa parrocchiale di Ponte Buggianese siastata elevata a Santuario e perché tale Madonna sia stata nominata “celeste Patrona dei viaggiatori che percorrono l’Autostrada Firenze-Mare”. Più che giusto e naturale rivolgersi a Maria per avere consigli, giacché è stata Lei a prenderne di “decisivi”, “irreversibili”, “inevitabili”.

Il finissimo, ghiotto e dotto saggio monografico, oltre che dell’Introduzione, della Bibliografia, dell’Indice dei nomi e di quello dei luoghi, si compone di nove corposi capitoli e una conclusione, e non è possibile sintetizzarlo. Il libro va letto; è opera di un vero storico, cioè di colui che inquadra i fatti, onestamente li analizza, cuce documenti e poi sa pure raccontare come farebbe il buon cronista.

Marcello Falletti di Villafalletto ci presenta una storia locale importante non solo in sé e per sé; la Storia con la maiuscola - come altri hanno scritto e noi più volte - non è se non la summa delle tantissime storie dette minori, come la cultura e la civiltà di un popolo non sono che la summa della cultura e della civiltà dei suoi tanti illustri figli. Le popolazioni locali – afferma Marcello Falletti di Villafalletto –“sono poi quelle che ne fanno la vera e reale storia!”.

Narrazione fatta con acribia e imparzialità di giudizio questa di Marcello Falletti di Villafalletto. A un certo punto, per esempio, egli scrive: “In mezzo a tanti documenti consultati ne è stato ritrovato uno abbastanza singolare. Dobbiamo ricordarci che siamo in pieno Ventennio fascista e quindi, per quanto la storia moderna sia revisionista, non possiamo dimenticarci che anche quel periodo fu intensamente vissuto dalle popolazioni, specialmente in quei primi anni quando l’avvento di Benito Mussolini al potere fu ritenuto più o meno salutare per quasi la totalità degli Italiani”. Se ciò sia stato bene o male è altro discorso, egli afferma altrove, e giustamente lo lascia alla libertà di pensiero di ciascuno di noi, anche perché non essenziale allo svolgimento di questo suo meticoloso quanto impegnatissimo lavoro.

Il Palude di Fucecchio fu interessato dalla bonifica nel passato, ma anche in periodo fascista e a opera dello stesso gruppo di ingegneri e maestranze legato al regime che ha effettuato quella delle paludi pontine. Tanti toscani hanno lavorato, allora, nel Lazio, e numerosi gli artisti, basta ricordare il fiorentino pittore e scultore Piombanti Ammannati, che ha dedicato molte opere alla nostra città di adozione (si veda il nostro Giuseppe Piombanti Ammannati e “Pomezia”, quaderno letterario Il Croco di Pomezia-Notizie, settembre 2018).

Siamo in presenza della Storia di una comunità contaminata dall’arte e Marcello Falletti di Villafalletto non si sofferma solo sugli umani che hanno contribuito con le loro azioni, con i loro interventi, a renderla importante, ma allarga la sua indagine alle Istituzioni, al paesaggio, ai monumenti e alle tante opere che Istituzioni e Comunità arricchiscono; così, troviamo particolarmente interessanti il capitolo dedicato al grande pittore Pietro Annigoni e le pagine riservate a Mons. Egisto Cortesi, con in più il ricordo di Aristide Pellegrini, nipote di questo illustre Monsignore. È all’incontro fra Cortesi e Annigoni che si debbono gli affreschi della “chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo a Ponte Buggianese”; alla sintonia fra un sacerdote attivo e lungimirante, cioè, e “il pittore dei mendicanti, come poi mi hanno chiamato il pittore delle regine”, confessa lo stesso Annigoni in una intervista a Pier Francesco Listri. Nella chiesa di San Michele Arcangelo, oltre il lavoro del celebre artista, si trovano “due affreschi collaterali dovuti al pennello dei due bravi allievi Stefanelli e Pistolesi” nei quali “risultano evidenti l’impronta e la tecnica del Maestro. Il primo [Romano Stefanelli] ha eseguito un’Annunciazione, l’altro [Silvestro Pistolesi] la Cena di Emmaus”. Tra i personaggi maggiormente messi in luce, e per spazio narrativo e per riporto di docu-

menti, c’è Lorenzo Perosi, sacerdote e valente musicista, che mons. Cortesi ha conosciuto personalmente; né può venire ignorato Padre Filippo Cecchi (battezzato con i nomi di Giulio Isdegerde), scienziato esperto in meteorologia, “astronomo, fisico, matematico”, come scritto su una pietra di marmo della sua prima sepoltura; “scienziato di fama internazionale e inventore di geniali strumenti”, viene definito in un articolo che Marcello Falletti di Villafalletto diligentemente trascrive.

In apertura del capitolo “Elevazione del Santuario di Maria SS.ma del Buon Consiglio”, Marcello Falletti di Villafalletto precisa come cultura, divinità, monumenti nostri e dell’Europa intera affondino le radici nell’antica Grecia.

Notevoli, assolutamente da non trascurare son le 365 note, attraverso le quali Marcello Falletti di Villafalletto lumeggia o maggiormente puntualizza protagonisti, anche magari non centrali, della sua storica narrazione. In una di esse, la 203, troviamo, seppure in semplice citazione, il molto a noi caro mons. Gaetano Bonicelli, arcivescovo di SienaColle di Val d’Elsa-Montalcino, che fu Vescovo di Albano Laziale dal 1977 (11 giugno) al 1981, al quale dobbiamo anche la nostra collaborazione al quotidiano Avvenire e che incontrammo spesso nel suo palazzo vescovile, più volte insieme all’allora sindaco di Pomezia Pietro Bassanetti.

Un bel libro di storia, insomma, fascinoso, scritto con “passione e interesse”, qualità che si possono trovare solo in “un bambino curioso che corre alla scoperta di cose nuove, poco o per niente conosciute” .

Domenico Defelice

MARCELLO FALLETTI DI VILLAFALLETTO, LA CHIESA DI SAN MICHELE

ARCANGELO DI PONTE BUGGIANESE UN PAESE, LA SUA STORIA -

Presentazioni di Paul Cardinal Paupard, Bernard Ardura, Pier Luigi Galligani; Prefazione di Don Franco Turchi; Edizioni Anscarichae Domus, 2013, pagg. 368 + 32 di foto documentali a colori, € 20,00

L’ALLEGORIA DEL VENTO

Ho bevuto al banchetto dell’amore, ai fastosi inviti dei vent’anni, quando fiamme erano le rose. Ho levato al brindisi i cristalli, incontrando i tuoi occhi misteriosi. Ho trovato nel solco degli incontri le perle del tuo seno, mi sono perso nel mare degli inganni allacciandoti i fianchi. Esaltate furono le ore, così il nostro furore. Poi come cala il vento della sera, come scema la neve a primavera, ho perduto piano piano la mia sete. Astemi sono ora i giorni.

Lucio Zaniboni

Lecco

UN RAMETTO D’ULIVO

Signore d’altra età, alato parlare alato vagare sull’onda di Wagner, dannunziano che traevi eleganze dal profondo, io ti ricordo spirito di zolle quando dai campi turgidi di sole o lividi di brume tornavi al tramonto e portavi un rametto di ulivo infilato all’occhiello.

Ada De Judicibus Lisena

Da: Omaggio a Molfetta, Edizioni La Nuova Mezzina, 2017

This article is from: