4 minute read
Il Martiniello di Antonio Crecchia, di Salvatore D’Ambrosio, pag
by Domenico
ANTONIO CRECCHIA
PASQUALE MARTINIELLO
Advertisement
di Salvatore D’Ambrosio
DEFINISCE, Antonio Crecchia, “atto secondo” il suo recente lavoro sulla figura del poeta e letterato Pasquale Martiniello. Poeta irpino di Mirabella Eclano, antica città neolitica che si afferma ed espande con i Sanniti, per essere poi successivamente romanizzata e prendere il nome di Aeclanum.
Lo definisce il Crecchia “atto secondo”, in quanto esiste un atto primo che pubblicò precedentemente nel 2007, e che riguardava la dimensione poetica, artistica e spirituale del poeta di Mirabella Eclano. La spinta a lavorare per la stesura di questo volume, è stata dettata all’amico Antonio dalla necessità di riannodare qui fili, che la morte di Martiniello aveva interrotto nel 2010.
Il desiderio e la necessità di riflettere sull’amico scomparso, lo riporta a approfondire e ampliare la visione artistica del Poeta.
Il volume corposo è strutturato in XXI capitoli, nei quali in modi diversamente omogenei, si parla del poeta irpino.
Vi si riscontrano confidenzialità amicali come i versi che il Crecchia compone per l’ottantesimo genetliaco dell’amico Pasquale. Nel giorno che segna il bel traguardo/del suo ottantesimo compleanno,/ raggiunto con la fama che hanno/i forti spiriti, dal vivo sguardo …
Subitanea viene la risposta dell’Irpino allorché l’amico Crecchia diventa nonno, dedicando una poesia al nuovo venuto Lorenzo.
Il volume è anche la raccolta di interventi culturali avvenuti in Mirabella. In modo particolare le relazioni che il Crecchia ha letto in occasione delle varie edizioni del premio nazionale di poesia AECLANUM. Del quale egli stesso è membro di giuria.
In queste occasioni, specialmente dopo l’anno 2010, gli viene normale, direi spontaneo parlare del Martiniello e del suo grido di fronte ai problemi che una democrazia zoppa elargisce ai suoi cittadini. Democrazia claudicante non per nascita, ma per le continue batoste che esseri malvagi e senza scrupoli ogni giorno gli regalano. “Tigre e leone/padrone senza croce e Dio”.
Così scrive il Martiniello, e racconta tutta l’amarezza che stringe l’animo dell’uomo, prima che poeta Martiniello, e lo fa soffrire.
Il Crecchia ci narra lucidamente e anche con accoratezza questo grande tormento del Poeta.
Io non sono un coriaceo, scrive egli in un verso: tuttavia si sente sottoposto a sostenere dure prove per la malvagità dell’uomo, che è un autentico lupo pronto a sbranare tutto ciò che gli capita a tiro.
Anche se è sazio oltre misura.
Fa notare in questo volume l’autore, come siano fortemente presenti in Martiniello l’anelito di giustizia, di speranza, di umana solidarietà. Tutte cose che mancano nella società perché essa è corrotta, si affida a cattivi maestri, o a manipolatori di destini senza nessuna pietà.
Nella lettura del volume si profila, con
molta incisività, il senso profondo della cultura che c’è nel Martiniello, il quale vorrebbe che essa fosse appannaggio anche di tutti quelli che se ne fanno una ragione di vita, e non solo privilegio rubato dai carrieristi del potere, o da egoisti corporativi.
Non manca il Crecchia di porre in risalto un altro cruccio del Martiniello, quello di mal digerire gli innovatori, gli autori di versi acrobatici. I quali, secondo il suo modo di vedere, si dedicano a rendere incomprensibile la bella lingua italiana con le loro trovate prive di ogni senso.
A conferma, nella sua ultima raccolta, così scriveva: "Sto con i critici/scomodi e veritieri con scapigliati/e contestatori di questo fare poetico/mellifluo od oscuro e astratto ignoto/ agli stessi autori cervellotici e disonesti/ con se stessi. Non parliamo di quelli/che sono lecchini ed incensieri nei salotti …”
Martiniello fu poeta onesto, amante del bel verso che non è necessariamente obsoleto. Anzi, ci dice il Crecchia, che egli fu anche un innovatore del verso libero.
Il lavoro di Antonio punta soprattutto alla conoscenza dell’uomo Poeta, che fu un fustigatore senza peli sulla lingua di politici corrotti, saccheggiatori, faine, razziatori, imbroglioni e altri epiteti che rileggendo le sue opere potremmo ben sottolineare.
Mi sembra, a un certo punto della lettura di questo “Atto secondo”, di ritrovarvi un Martiniello vicino al Pasolini di “Transumanar e organizzar”.
Versi di questa raccolta di Pasolini, duri: contro il “sistema”. Cosa che fa anche il Martiniello.
Anche nei suoi versi c’è sostanza di impegno civile e di lotta, come viene fuori dalla disamina che ne fa il Crecchia. Il quale riflette che ha scritto versi di qualche soddisfazione, ma che gli hanno pure lasciato tanto amaro.
E a conclusione, ci sembrano fatti proprio per lui questi versi che estrapoliamo da Transumanar e organizzar: “arriverai alla mezza età e poi alla vecchiaia/senza aver goduto ciò che avevi diritto di godere/ e che non si gode senza ansia e umiltà/ e così capirai di aver servito il mondo/ contro cui con zelo “portasti avanti la lotta”…
Salvatore D’Ambrosio
ANTONIO CRECCHIA, PASQUALE MARTINIELLO Atto secondo, Ediemme Cronache italiane, 2021, pp. 216 €18,00
TRASLOCO
Ultimo giorno prima del trasloco; è rimasto soltanto un divano nel grande vuoto del seminterrato.
Sulla spalliera Pongo ha il pelo dritto; l’ho dovuto chiudere nel bagno quand’è venuto il nuovo proprietario. Lì mordeva la porta disperato.
Sette città sette case ho cambiato sette volte le cellule ho mutato sette donne in amore ho abbandonato.
Nelle finestre a livello del prato passano due testine incoronate. Vengono in questo mese tutti gli anni vengono in coppia le upupe regali.
Becchettano l’erba del prato lui le porge ogni tanto un vermetto emettendo un richiamo flautato, risponde un verso corto e sospirato.
Esco in punta di piedi; altre volte stando a distanza non le ho disturbate.
S’alza improvvisa una frotta di passeri volano altrove le upupe allarmate.
Ultima notte nella casa vuota, mi stendo sul divano con un plaid.
Le upupe in coppia se ne sono andate. Chi sette volte una donna ha lasciato non ha un presente ed ha perso il passato.
Corrado Calabrò
Da: La scala di Jacob, Ed. Il Croco/PomeziaNotizie, 2017