POMEZIA-NOTIZIE
Febbraio 2022
ANTONIO CRECCHIA PASQUALE MARTINIELLO di Salvatore D’Ambrosio EFINISCE, Antonio Crecchia, “atto secondo” il suo recente lavoro sulla figura del poeta e letterato Pasquale Martiniello. Poeta irpino di Mirabella Eclano, antica città neolitica che si afferma ed espande con i Sanniti, per essere poi successivamente romanizzata e prendere il nome di Aeclanum. Lo definisce il Crecchia “atto secondo”, in quanto esiste un atto primo che pubblicò precedentemente nel 2007, e che riguardava la dimensione poetica, artistica e spirituale del poeta di Mirabella Eclano. La spinta a lavorare per la stesura di questo volume, è stata dettata all’amico Antonio dalla necessità di riannodare qui fili, che la morte di Martiniello aveva interrotto nel 2010. Il desiderio e la necessità di riflettere sull’amico scomparso, lo riporta a approfondire e ampliare la visione artistica del Poeta. Il volume corposo è strutturato in XXI ca-
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pitoli, nei quali in modi diversamente omogenei, si parla del poeta irpino. Vi si riscontrano confidenzialità amicali come i versi che il Crecchia compone per l’ottantesimo genetliaco dell’amico Pasquale. Nel giorno che segna il bel traguardo/del suo ottantesimo compleanno,/ raggiunto con la fama che hanno/i forti spiriti, dal vivo sguardo … Subitanea viene la risposta dell’Irpino allorché l’amico Crecchia diventa nonno, dedicando una poesia al nuovo venuto Lorenzo. Il volume è anche la raccolta di interventi culturali avvenuti in Mirabella. In modo particolare le relazioni che il Crecchia ha letto in occasione delle varie edizioni del premio nazionale di poesia AECLANUM. Del quale egli stesso è membro di giuria. In queste occasioni, specialmente dopo l’anno 2010, gli viene normale, direi spontaneo parlare del Martiniello e del suo grido di fronte ai problemi che una democrazia zoppa elargisce ai suoi cittadini. Democrazia claudicante non per nascita, ma per le continue batoste che esseri malvagi e senza scrupoli ogni giorno gli regalano. “Tigre e leone/padrone senza croce e Dio”. Così scrive il Martiniello, e racconta tutta l’amarezza che stringe l’animo dell’uomo, prima che poeta Martiniello, e lo fa soffrire. Il Crecchia ci narra lucidamente e anche con accoratezza questo grande tormento del Poeta. Io non sono un coriaceo, scrive egli in un verso: tuttavia si sente sottoposto a sostenere dure prove per la malvagità dell’uomo, che è un autentico lupo pronto a sbranare tutto ciò che gli capita a tiro. Anche se è sazio oltre misura. Fa notare in questo volume l’autore, come siano fortemente presenti in Martiniello l’anelito di giustizia, di speranza, di umana solidarietà. Tutte cose che mancano nella società perché essa è corrotta, si affida a cattivi maestri, o a manipolatori di destini senza nessuna pietà. Nella lettura del volume si profila, con