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legnoarchitettura progetti BLADIDEA Gabriele Grosso Luigi Guardiani Trentino Sviluppo Spa Studioscaramucci Roland Baldi architects settanta7 Francesco Coccato Laboratorio di Architettura & Design
EdicomEdizioni
ISSN 2039-0858
Trimestrale anno XII n° 43 novembre 2021 Euro 15,00 Registrazione Trib. Gorizia n. 4 del 23.07.2010 Poste italiane S.p.A. Spedizione in a.p. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/UD
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legnoarchitettura legnoarchitettura rivista trimestrale anno XII – n. 43, novembre 2021 ISSN 2039-0858 Numero di iscrizione al ROC: 8147
progetti
direttore responsabile Ferdinando Gottard redazione Lara Bassi editore EdicomEdizioni, Monfalcone (GO) redazione e amministrazione via 1° Maggio 117 34074 Monfalcone – Gorizia tel. 0481.484488, fax 0481.485721 www.legnoarchitettura.com progetto grafico Lara Bassi stampa Grafiche Manzanesi, Manzano (UD) Stampato interamente su carta con alto contenuto di fibre riciclate selezionate
Au Charmant Petit Lac BLADIDEA 4 d’ARTEmisia Gabriele Grosso 14 Casa Apollonia Luigi Guardiani 24
prezzo di copertina 15,00 euro abbonamento 4 numeri Italia: 50,00 euro – Estero: 100,00 euro
Polo Meccatronica Trentino Sviluppo Spa 34
Gli abbonamenti possono iniziare, salvo diversa indicazione, dal primo numero raggiungibile in qualsiasi periodo dell’anno
Casa Acadia Studioscaramucci 44
copertina Polo Meccatronica Foto: Carlo Baroni È vietata la riproduzione, anche parziale, di articoli, disegni e foto se non espressamente autorizzata dall’editore
Foto: Carlo Baroni
Foto: Oliver Jaist
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Foto: Daniele Zeri
Foto: Alberto Franceschi Photography
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Scuola Materna Roland Baldi architects 54 Scuola Elementare settanta7 64 Casa Realdon Francesco Coccato 74 Laboratorio di Architettura & Design
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Foto: Antonio e Giuliana Corradetti
Villa Missaglia
14 Foto: Oscar Da Riz
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Foto: Silvia Stroppa e David Mannarino fotografo
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Foto: Daniele Zeri
BLADIDEA
Au Charmant Petit Lac Champoluc – Ayas
Foto: Daniele Zeri
Foto: Daniele Zeri
Una vista dell’hotel dal laghetto antistante la struttura. Il rivestimento in legno degli esterni permette di inserire armoniosamente la struttura nel paesaggio naturale che la circonda.
Dettaglio di una balconata dal lato del torrente. Il particolare pattern della facciata in legno incornicia viste, sempre diverse, sul massiccio del Monte Rosa.
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progetti
Foto: Daniele Zeri
Inserito nel contesto di Champoluc così da non occludere le visuali dagli edifici limitrofi, l’albergo sviluppa un particolare legame con l’acqua del laghetto e del torrente che scorre a fianco.
Ubicazione: Champoluc – Ayas (AO) Progetto: arch.tti Marco Maresca, Diego Brustia, Massimo Desalvo, Hermann Kollöffel, Alessandro Rigazio – BLADIDEA, Saint-Vincent (AO) – Torino Responsabile progetto: arch. Marco Maresca Strutture: ing. Corrado Trasino, Aosta Appaltatore: VICO S.r.l., Hône (AO) Costruttore struttura legno: Wood Beton SpA, Iseo (BS) Serramenti: Danese SpA, Belfiore (VR) Impianti tecnologici: Aimar Matteo Impianti, Saint-Christophe (AO) Fine lavori: dicembre 2019 Superficie del lotto: 5.550 m2 Superficie utile: 1.806,70 m2
Ispirato dal lago con vista sul monte Situato al centro di Champoluc, a pochi minuti dalla partenza degli impianti di risalita, e concepito per esaltare le peculiarità della location, Au Charmant Petit Lac Ecohotel Spa & Park si colloca nel cuore di un’ampia zona verde, con impareggiabili visuali verso il massiccio del Monte Rosa, oltre a un’ottima esposizione al sole e un rapporto privilegiato con l’acqua. Il legame con l’acqua trova origine dalla presenza sul lotto di un laghetto artificiale con una piccola palafitta al centro, che verrà trasformata in centro massaggi e sarà collegata alla spa dell’albergo grazie a un pontile, ripristinato e sorretto da un sistema di travi inclinate; queste ultime, vagamente assimilabili a un canneto, proseguono al di là delle sponde, diventando l’elemento costitutivo del sistema di facciata dell’edificio principale. L’acqua non ha solo ispirato e condizionato la progettazione architettonica – gli accessi ai locali ipogei, ad esempio, sono orientati in funzione delle potenziali esondazioni del vicino torrente – ma ha avuto anche importanti implicazioni nelle scelte impiantistiche. L’hotel, articolato in due blocchi che ospitano complessivamente 15 camere da 4/6 posti letto, nasce dal lago e si sviluppa con discrezione andando a occupare i varchi liberi tra i fabbricati del paese di Champoluc senza interferire con le visuali verso il Monte Rosa. Nonostante i quattro livelli fuori terra, la struttura ricettiva non risulta mai fuori scala sia rispetto alle volumetrie e alla posizione degli immobili retrostanti, posti generalmente a quota superiore, sia in relazione alla morfologia del sito; la sovrastruttura di facciata che sostiene i balconi e gli aggetti della copertura per ridurre i ponti termici dissolve, infatti, i margini dell’importante corpo emergente. L’impiego sistematico del legno, utilizzato sia per le strutture che per i rivestimenti esterni e i serramenti, è una precisa scelta, finalizzata a sottolineare il rapporto elettivo tra l’edificio e la natura con particolare riferimento alla vegetazione che circonda l’albergo e ricopre i versanti vallivi.
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Foto: Daniele Zeri Foto: Daniele Zeri
Vista complessiva dell’hotel; la lieve illuminazione artificiale evidenzia la leggerezza dei montanti a V che percorrono la facciata per quattro livelli.
L’ingresso all’albergo dal percorso pedonale è scandito dalla presenza dei montanti a V dei prospetti e dalle luci che rischiarano il percorso.
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Pianta del piano terreno
Prospetto ovest
Prospetto sud
Sezione longitudinale
_la struttura________ Le strutture portanti del livello ipogeo e del piano terreno, compreso il solaio che separa i locali comuni dalle camere, i collegamenti verticali e parte della copertura della spa, sono realizzate in c.c.a. gettato in opera al fine di migliorare la resistenza alle sollecitazioni sismiche e al fuoco. Rispetto alla quota della falda che si trova mediamente due metri più in alto dell’intradosso della platea di fondazione, tutti i locali collocati al di sotto del livello del terreno sono contenuti all’interno di una “vasca bianca” impermeabilizzata. I livelli sovrastanti e la copertura sono stati prevalentemente realizzati in legno – le strutture verticali in X-lam, i solai collaboranti in legno lamellare e c.c.a., le travi e puntoni in legno lamellare –, dimensionati e/o protetti per raggiungere la resistenza al fuoco prescritta dalle vigenti normative di prevenzione incendi. L’impiego del legno per le componenti strutturali e i rivestimenti esterni e l’utilizzo di partizioni interne e contropareti assemblate a secco (lastre di gesso cartonato) ha consentito di semplificare le operazioni di cantiere e di lavorare anche durante la stagione fredda. Tutto l’involucro è stato opportunamente coibentato, raggiungendo la classe energetica A4.
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Foto: Daniele Zeri
Anche nella hall con il grande termocamino bifacciale in pietra, il legno è il materiale che contraddistingue la struttura, i rivestimenti e gli arredi.
_due parole con il costruttore________ Wood Beton, azienda leader nella progettazione e produzione di sistemi costruttivi innovativi, nasce nel 1989 e si afferma sul mercato sia nell’ambito residenziale che in quello delle grandi strutture. La sua volontà di superarsi continuamente si è tradotta nella realizzazione di sistemi industrializzati che hanno cambiato il modo di fare edilizia. Per la realizzazione di questo progetto, che materiali e tecnologie costruttive avete impiegato? Il legno è stato il protagonista assoluto. È stato impiegato per la realizzazione dei tamponamenti in X-lam, per i balconi, i parapetti, i brise soleil e per la copertura prefabbricata Preconnect®. Per i solai, invece, è stato scelto un sistema prefabbricato misto legno-calcestruzzo, il Prepanel®, composto da travetti in legno, assito di collegamento e getto di calcestruzzo armato con rete elettrosaldata, la cui particolarità sta nella realizzazione di una struttura monolitica senza la necessità di usare connettori metallici, poiché è il calcestruzzo stesso che, durante il getto, si innesta in fori cilindrici scavati all’estradosso del travetto impedendo lo scorrimento tra il getto di calcestruzzo superiore e il travetto inferiore. Dunque, anche in questo caso, avete fate pieno ricorso alla prefabbricazione. Sì, oltre all’impiego dei nostri sistemi costruttivi industrializzati, una particolarità che ha contraddistinto questa struttura è stato il preassemblaggio del rivestimento sulle pareti, costituito da elementi in legno massiccio di larice, già in fase di produzione. Dunque ogni pannello è giunto in cantiere completo e pronto per essere posato. Queste tecniche di prefabbricazione consentono di diminuire i costi dell’intervento, i tempi di realizzazione e i rischi di montaggio, a favore di una maggiore sicurezza per tutti gli operatori.
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_due parole con i progettisti________ Bladidea, gruppo di lavoro nato per condividere esperienze professionali e sviluppare progetti di architettura, restauro, sistemazioni paesaggistiche, arredamento d’interni e design, trasforma le idee più semplici e intuitive in spazi, forme e oggetti concreti, esprimendo chiaramente le istanze ambientali, tecniche, economiche ed estetiche che uniscono le esigenze dei committenti e il prodotto finale. Risponde alle nostre domande l’arch. Marco Maresca, responsabile di questo progetto. Nei vostri progetti, in particolare in strutture a uso ricettivo, utilizzate spesso il legno; cosa offre questo materiale che lo fa prediligere ad altre tecniche costruttive? Potremmo sintetizzare le opportunità offerte da legno come materiale costruttivo in questo modo: innanzi tutto, se fin dalla fase progettuale si attua un confronto con l’esecutore dei lavori, l’uso del legno porta a una maggiore qualità del progetto e a una maggiore aderenza tra progetto e realizzazione – mi riferisco in particolare a geometrie, costi e tempi – pur conservando un minimo di flessibilità. È possibile inoltre lavorare durante la stagione invernale, anche impiegando elementi collaboranti in legno e calcestruzzo preassemblati in stabilimento. Infine, il legno dà la possibilità di lasciare a vista i componenti strutturali di tetti e solai, ove consentito dalle normative, evitando così di rivestire a posteriori strutture di minor “pregio”.
Legno anche per le camere nella zona con la copertura maggiormente inclinata, così da realizzare ambienti caldi e confortevoli.
Foto: Daniele Zeri
Quali scelte impiantistiche sono state adottate nell’Hotel? È stato realizzato un impianto di VMC con recuperatore di calore per ridurre le dispersioni termiche imputabili ai ricambi d’aria e sono stati installati sistemi di supervisione e controllo degli impianti atti alla riduzione degli sprechi di gestione. Per la produzione dell’ACS e la climatizzazione invernale si utilizzano tre pompe di calore, che sfruttano un impianto geotermico a circuito aperto che usa acqua di falda, e si recupera il calore delle acque grigie provenienti dalle camere, il tutto coadiuvato da termocamini e collettori solari. L’impiego di un sistema radiante a pavimento aumenta il comfort e uniforma le temperature negli ambienti con grande altezza (la hall e la spa). Sulle falde di copertura che hanno esposizioni idonee è installato un fotovoltaico con possibilità di immettere in rete l’energia non utilizzata con modalità “scambio sul posto”.
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A
2 3 5
4
+9.49
260
B
+6.53
6 B 260
puntone esterno pilastro in legno lamellare di larice (200x320 mm) 3 travetto in legno lamellare di larice (120x120 mm) 4 assito in larice (60 mm) 5 travetto in legno lamellare di larice (80x120 mm) 6 correnti in lamellare di larice sezione (120x240 mm) 7 poliuretano espanso rigido (90 mm) 8 telo per facciate aperto alla diffusione 9 radici in abete (35x90 mm) 10 tavolato in larice (20 mm) 11 pannello rigido in lana di roccia non rivestito a doppia densità (160 mm)
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1 2
+3.57
HSA-M12x115 511x21M-ASH
C 260
7 8 9 10 11
+0.00
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D
Copertura dall’esterno (A) - lamiera alluminio preverniciato doppia aggraffatura - strato di scorrimento sotto lamiera - pannelli in OSB (30 mm) - membrana sottotegola resistente al gelo - pannelli in lana di roccia (2x120 mm) con doppia listellatura incrociata (60x120 mm) - barriera al vapore autoadesiva - pannelli in OSB (20 mm) - tavolato in legno (40 mm) - puntone in legno lamellare di abete (160x320 mm)
Solaio interpiano dall’estradosso (B) - pavimento in legno (20 mm) - massetto radiante fibrorinforzato (min. 45 mm) - pannello isolante preformato per impianti radianti (30 mm) - strato resiliente in polietilene reticolato espanso (7 mm) - massetto alleggerito (130 mm) - massetto collaborante (60 mm) - pannelli in lana di roccia (50 mm) - tavolato in legno di larice (20 mm) - trave in legno lamellare (160x200 mm)
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Solaio primo piano dall’estradosso (C) - pavimento in legno (20 mm) - massetto radiante fibrorinforzato (min. 45 mm) - pannello isolante preformato per impianti radianti (50 mm) - massetto alleggerito (140 mm) - getto di completamento sopra le lastre - solaio in lastre alveolari precompresse estruse (250+50 mm) - intonaco - telaio metallico - lastra cartongesso
Solaio verso vano non riscaldato dall’estradosso (D) - pavimento in legno (20 mm) - massetto radiante fibrorinforzato (min. 45 mm) - pannello isolante preformato per impianti radianti (50 mm) - massetto alleggerito (150 mm) - polistirene espanso estruso (120 mm) - solaio in lastre alveolari precompresse estruse (250+50 mm)
A sinistra, il canale di scolo temporaneo per il cantiere sul perimetro della “vasca bianca”. A destra, la struttura lignea della copertura della hall.
A sinistra, i pannelli in X-lam che formano i corridoi centrali. A destra in alto, l’orditura in legno e metallo della copertura con forte inclinazione e, in basso, il completamento delle strutture in elevazione.
A sinistra, con le prime nevi le coperture sono ultimate. Qui accanto, la sovrastruttura di facciata e delle coperture è portata a termine.
Le soluzioni impiantistiche adottate – VMC, pompe di calore geotermiche, termocamini, fotovoltaico, solare termico e recupero del calore dalle acque delle docce e dal periodico ricambio della piscina – consentono all’hotel di evitare ogni anno l’emissione di 68 t/CO2. Questo risparmio annuale di CO2 è indicativamente pari all’assorbimento di anidride carbonica da parte di circa 1870 alberi e alle emissioni di CO2 prodotte da 45 automobili.
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Foto: Silvia Stroppa e David Mannarino fotografo
Gabriele Grosso
d’ARTEmisia Pont-Saint-Martin
Foto: Silvia Stroppa e David Mannarino fotografo
L’edificio ristrutturato e riqualificato. Dal volume originario sono stati eliminati i balconi e regolarizzate le aperture. Un nuovo cornicione sagomato e l’angolo rivestito in tavole di cedro conferiscono un rinnovato aspetto alla casa.
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Foto: Silvia Stroppa e David Mannarino fotografo
All’interno del cortile un lungo corpo a un piano, con struttura in legno e rivestimento a doghe, accoglie due camere per gli ospiti affacciate su un piccolo giardino di essenze autoctone, piante aromatiche, erbe spontanee, piccoli ortaggi e fiori.
Ubicazione: Pont-Saint-Martin (AO) Progetto: arch. Gabriele Grosso – Studio Grosso, Pont-Saint-Martin (AO) Strutture: B.Alp di Bonetti Emanuele, Hône (AO) Consulenti: arch. Silvia Stroppa Studio Grosso, Pont-Saint-Martin (AO); ing. Stefano Grosso Costruttore struttura legno: Proklima.house, Cigliano (VC) Fine lavori: 2021 Superficie verde: 130 m2 Superficie utile: 320 m2
Bois pour les Chambre d’hôtes Un edificio costruito nel 1948 interamente in muratura di pietra e trovanti di fiume, di proprietà della famiglia del progettista, è stato ristrutturato e sopraelevato con un intero piano e dotato di una copertura in legno lamellare e pareti in X-lam. L’abitazione presentava caratteristiche costruttive e tipologiche degli anni ‘50 e ‘60 ed è stato necessario un grande lavoro ingegneristico e di restyling per poterla adattare al suo nuovo uso turistico-pubblico. Un punto delicato è stato rendere l’intero volume particolare nella sua immagine visiva, dato che si trova direttamente affacciato sulla principale arteria di ingresso alla Valle d’Aosta e costeggia l’antica Via Francigena o Cammino Balteo. Il corpo di fabbrica originario è stato alleggerito dei balconi e riordinato nella forometria di facciata; l’aggiunta di un cornicione sagomato, parapetti a filo muro realizzati a mano in ferro battuto e uno spigolo in tavole di cedro naturale contribuiscono alla nuova immagine del “cubo” originale. Il volume verticale aggiunto all’interno del cortile, costruito in legno strutturale e rivestito in lamiera metallica a doppia aggraffatura, contiene due spazi relax/dormeuse che ampliano la superficie interna delle camere, configurandosi come un bay-window con vista sulla antica Via Francigena valdostana che corre alle spalle del fabbricato tra gli storici vigneti del luogo. Le caratteristiche dei serramenti, studiati e realizzati con grandissima cura assieme ad artigiani del luogo, hanno permesso di ottenere una performance acustica notevole, unita alla leggerezza dei telai in alluminio. Il rumore causato dal traffico intenso della via regionale è infatti completamente azzerato all’interno, con grandissima sorpresa di quanti visitano la struttura. Il progetto di illuminazione è stato curato dagli stessi progettisti con l’utilizzo di corpi illuminanti nuovi e alcuni pezzi storici di primo Novecento. La consulenza tecnica ha permesso di trovare soluzioni mirate e personalizzate nell’ambito dell’illuminotecnica, con l’impiego di pezzi appositamente cablati e studiati per gli ambienti.
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Foto: Silvia Stroppa e David Mannarino fotografo
Vista dal giardino. Il volume verticale rivestito di lamiera metallica scura e aggraffata accoglie le aree relax, seguendo con il suo allineamento l’antica Via Francigena.
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progetti
Pianta piano terra
(PF) (PST)
+3.00 +2.66
BASSO FABBRICATO ALTRA DITTA
+0.03
Prospetto nord-est
+0.00
+0.08
+0.15
Prospetto sud-est
+0.03
+0.02
+0.04
+0.05
+0.05
+0.00
Prospetto sud-ovest
_nove tipi di legno________ Il legno è il materiale che più di tutti ha permesso di risolvere la vestizione degli ambienti. L’utilizzo di ben nove essenze lignee diverse all’interno degli spazi può rendere l’idea della passione dei progettisti e della sua versatilità. Nei bagni si è impiegato il legno di castagno, sia in versione di tavole di rivestimento (riutilizzando parte di travi originali della copertura del fabbricato), sia in plancia di legno massello per l’appoggio dei lavabi. Inoltre, alcune plance e mensole sono state realizzate in ciliegio massello piemontese di ben otto centimetri di spessore e altre ancora in rovere massello. Il tavolato di rivestimento di alcuni bagni è in tavole maschiate in cedro naturale. I pavimenti delle camere sono in massello di rovere listati a spina ungherese, i soffitti in legno di abete lamellare, il solaio tra il primo e secondo piano di abete lamellare sdraiato; gli armadi fabbricati su disegno della committenza sono in massello di castagno naturale piemontese. Mensole in noce e in mandorlo valdostano massello caratterizzano le stanze con un disegno moderno e luminoso. L’intero pavimento del piano terra è stato realizzato con sistema detto “industriale” in listelli di cabreuva incenso, lamati sul posto. Infine, i guardaroba di piano, che contengono la biancheria dei letti, sono in massello di cirmolo, per le sue note caratteristiche antisettiche e di profumazione dei tessili, così come si realizzavano gli antichi cassoni di corredo nuziale valdostani.
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Foto: Silvia Stroppa e David Mannarino fotografo
Un interno del bay-window con i pavimenti in massello di rovere listati a spina ungherese. La passione per il legno dei progettisti si nota anche dalle differenti e numerose essenze scelte per i rivestimenti e gli arredi.
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progetti
_due parole con i progettisti________ Lo Studio Grosso progetta nuovi edifici privati e pubblici, restaura e ristruttura immobili esistenti avvalendosi di artigiani e ditte presenti sul territorio e mettendo a disposizione del cliente professionalità diverse presenti all’interno dello staff. Il vostro studio è attivo sul territorio dal 1958, con il cambio di generazione. Tra tutte le variabili di cantiere che avete incontrato in questi 63 anni di lavoro complessivi quale potrebbe essere un nodo fondamentale per la costruzione o il restauro di un edificio? Uno dei principali vanti di cui può fregiarsi una costruzione è sicuramente l’apporto delle maestranze locali, l’eccellenza artigianale che permette di risolvere ogni richiesta della committenza e di noi progettisti con soluzioni mirate e ad alto tasso tecnologico, ma personalizzate e uniche. Per quanto riguarda la buona riuscita dell’esecuzione, la presenza costante e attenta della direzione lavori fa la differenza, soprattutto nei dettagli e nella ricerca costante della soluzione più idonea, che non necessariamente rappresenta la più onerosa.
I serramenti hanno richiesto una grandissima cura sia in fase progettuale sia di installazione raggiungendo ottime performance acustiche. Anche l’illuminazione è stata studiata con attenzione.
Foto: Silvia Stroppa e David Mannarino fotografo
Al vostro attivo avete un grande numero tra restauri e progettazioni di edifici in legno: come è entrato, e come entra, questo materiale nei vostri studi? Da sempre il nostro studio ha lavorato con edifici in legno; nella tradizione delle nostre vallate alpine ci siamo confrontati con infiniti usi strutturali, architettonici e decorativi di varie essenze. Abbiamo imparato a riconoscerle, amarle e rispettarle nel loro migliore uso e caratteristiche peculiari. Abbiamo lavorato con membrature lignee vecchie di 600 anni nei castelli e nelle caseforti, le abbiamo restaurate e fatte conoscere al pubblico durante conferenze pubbliche, articoli e stampe monografiche, ma soprattutto le abbiamo salvate e recuperate nella loro funzione portante.
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p=7%
1000
1
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11
350
2
3
4 6 5
+ 0.05
puntone in legno lamellare (h 180 mm) pannello in polistirene estruso (80 mm) lastra in fibrocemento (12,5 mm) pannello in lana di legno mineralizzata (40 mm) guaina impermeabile zoccolino in grès porcellanato (20 mm) pavimentazione in grès porcellanato (20 mm) piatto in acciaio cor-ten (10 mm) massetto in conglomerato cementizio armato (50 mm) lastra in fibrocemento (12,5 mm) vespaio aerato con casseforme in plastica (300 mm)
+ 0.03
900
p 1,5 % 7
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- 0.36
8
9
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Copertura dall’esterno - copertura metallica con doppia aggraffatura - membrana antirombo fonoassorbente - pannello in OSB (20 mm) - listello di legno per ventilazione (40 mm) - strato impermeabile traspirante - fibra di legno bassa/alta densità (80+80 mm) - freno al vapore igrovariabile - tavolato (20 mm)
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Parete dall’interno - finitura interna - lastra di fibrogesso su struttura acciaio (12,5 mm) - fibra di legno (75 mm) in intercapedine passaggio impianti - parete in X-lam (100 mm) - fibra di legno bassa/alta densità (60+60 mm) - telo antivento - listello (25 mm) - tavola in cedro (20 mm)
Solaio contro terra nuovo corpo di fabbrica dall’estradosso - pavimentazione (20 mm) - impianto radiante (40 mm) - massetto in cls alleggerito per passaggio impianti (70 mm) - telo in polipropilene - polistirene alta densità (100 mm) - massetto in conglomerato cementizio armato (50 mm) - vespaio aerato con casseforme in plastica (130 mm) - pavimentazione esistente
A sinistra, posa dei pannelli in X-lam per la costruzione della sopraelevazione. A destra, vista complessiva del cantiere e in particolare della struttura in pannelli massicci; si inizia a montare il tetto.
Due immagini della posa della copertura, realizzata con orditura primaria e secondaria in legno.
A sinistra, la foto consente di vedere il cantiere dall’interno dove edilizia “tradizionale” e legno concorrono a creare il nuovo edificio. Qui accanto, si provvede all’applicazione del freno vapore.
A sinistra, la posa del manto di copertura in lamiera a doppia aggraffatura e, a lato, il lavoro completato.
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Foto: Oliver Jaist
Luigi Guardiani
Casa Apollonia Provincia di Fermo
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Foto: Oliver Jaist
Foto: Oliver Jaist
Ubicazione: Provincia di Fermo (FM) Progetto: arch. Luigi Guardiani – NENASTUDIO, Montegranaro (FM) Costruttore struttura legno: Wolf Haus, Campo di Trens (BZ) Impianti: Wolf Haus, Campo di Trens (BZ) Fine lavori: 2019 Superficie lorda: 360 m2 Superficie utile: 300 m2 Superficie verde/lotto: 1.800 m2
Foto: Oliver Jaist
L’attica del tetto, più alta della quota di copertura, permette di mascherare sia i coppi che i pannelli fotovoltaici installati.
Armonia in legno e pietra La demolizione di un vecchio fabbricato colonico, non più congeniale alle esigenze della proprietà, è stata l’occasione per realizzare una residenza ecologica e performante tra le meravigliose colline fermane. La nuova casa presenta volumi di semplice lettura, incastrati tra loro, la cui successione è guidata dai materiali di rivestimento e dai colori: pietra, intonaco a linee grafiche orizzontali o liscio a tinte in palette riprese dalla texture della pavimentazione esterna. Due scalinate asimmetriche in lastre di pietra bianca conducono alla porta d’ingresso incassata tra pareti lapidee che rendono l’accesso quasi monumentale. Il dialogo con l’ambiente circostante, l’orientamento dell’edificio, le viste panoramiche e, non ultime, le limitazioni tipologiche-paesaggistiche previste dai regolamenti edilizi per la zona di intervento inseriscono Casa Apollonia in un contesto armonico e dominante. La scarsa consistenza del terreno ha reso necessaria la realizzazione di una platea di fondazione su pali e la tecnologia a telaio in legno è stata scelta per le sue caratteristiche di adattabilità al progetto. All’interno l’abitazione si sviluppa su due livelli connessi tra loro da una scala a rampa unica in continuità con il pavimento del vestibolo. Al piano terra vi è la zona giorno con living e cucina-dispensa separata mediante porte a tutta altezza, scorrevoli a scomparsa che, se aperte, creano un vasto e accogliente open space con vista; completano l’area living lo studio e la zona servizi con accesso al garage. Il piano superiore ospita la zona notte ed è collegato da un corridoio vetrato, da cui si possono osservare la scala e il volume dell’ingresso, che funge da elemento di distribuzione per le tre camere da letto con relativi bagni. La distribuzione delle superfici trasparenti è stata studiata per garantire una generosa quantità di luce e viste panoramiche sui Monti Sibillini; la dislocazione dei vani abitativi permette di fruire appieno degli spazi esterni destinati a giardino, grazie anche agli infissi scorrevoli maggiormente presenti sul lato sud rispetto al fronte nord, che rimane invece molto più compatto; la soluzione vetrata ad angolo della zona giorno dialoga con l’infisso scorrevole doppio, entrambi aperti verso mezzogiorno. La casa, completamente elettrica, presenta un ottimo comfort abitativo, garantito da un sistema Total Air per il riscaldamento e il raffrescamento; la ventilazione meccanica controllata e i moduli fotovoltaici assicurano una risposta celere del sistema impiantistico.
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Foto: Oliver Jaist
Foto: Oliver Jaist
Il prospetto dell’ingresso è quasi monumentale; due pareti in pietra lo incorniciano, mentre il piano superiore, sfalsato rispetto l’asse visivo, enfatizza la profondità.
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progetti
Vista sud-ovest
Piano primo
Sezione A-A
Sezione B-B
Piano terra
Prospetto ovest
_comfort e finiture________ Oltre all’involucro ben coibentato, anche la componente impiantistica, totalmente elettrica e con tecnologia “Total Air” assicura il comfort abitativo. Il riscaldamento e il raffrescamento, infatti, vengono gestiti attraverso canalizzazioni insonorizzate e griglie di mandata e di ripresa dal design minimale. Tale sistema, unitamente alla ventilazione meccanica controllata e all’impianto fotovoltaico installato in copertura, è stato adottato in seguito alla comparazione tra le elevate prestazioni termiche dell’involucro e la necessità di avere una risposta veloce dell’impianto, dovuta al generoso utilizzo degli ambienti esterni unitamente a quelli interni. Le finiture sono state progettate con l’obiettivo di contestualizzare l’intervento sul territorio, utilizzando al contempo un approccio contemporaneo. La scelta è ricaduta quindi su parquet di rovere naturale in listoni di grandi dimensioni per la zona giorno e listoncini posati a spina per la zona notte, introdotti da porzioni di pavimentazione in resina chiara per l’ingresso, lo studio e la scala. Le porte interne filomuro sono tinteggiate a smalto come le pareti ed esaltano la purezza degli ambienti, la cui illuminazione è stata studiata nel dettaglio per ogni singola stanza.
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Foto: Oliver Jaist
Le superfici interne sono materiche: pittura a smalto su pareti e soffitti per riflettere la luce naturale, listoni in rovere naturale di grandi dimensioni per rendere caldo e accogliente lo spazio living.
_due parole con il costruttore________ Per Wolf Haus il comfort è una questione tecnica: si ottiene ingegnerizzando il progetto architettonico con competenza ed esperienza, disegnando ogni dettaglio costruttivo e lasciando al cantiere solo la fase di montaggio, durante la quale la casa cresce in fretta e in men che non si dica ci si trova a osservare i Monti Sibillini dalla finestra. Il progettista di Casa Apollonia, l’arch. Guardiani, ha una spiccata sensibilità per l’inserimento dell’architettura nel territorio e per i materiali di finitura; questo progetto ha richiesto massima personalizzazione, stimolando una ricerca interna protesa a risolvere le richieste, lavorando al massimo delle nostre possibilità con flessibilità ed entusiasmo. Casa Apollonia è ricca di stacchi materici che definiscono i volumi. Come è stato risolto il particolare dei canali di gronda non visibili al fine di rispettare la continuità della facciata? La copertura è prefabbricata con capriate reticolari realizzate in stabilimento. L’esigenza di non avere sporti di gronda visibili è stata risolta rialzando con delle attiche le pareti perimetrali della casa e incassando al loro interno i canali di gronda. I pluviali di scarico sono stati integrati nel cappotto in modo da ottenere la pulizia formale richiesta per i prospetti. L’infisso ad angolo è una scelta architettonica raffinata e fortemente caratterizzante, che regala scorci nuovi sul panorama. Com’è stata risolta la statica di questo particolare? L’infisso ad angolo è un dettaglio compositivo di pregio, che aumenta l’angolo panoramico dall’interno e alleggerisce i prospetti. Per risolvere la statica di questo angolo è stata predisposta una trave a sbalzo coibentata, inserita nella parete su cui è stato appoggiato il solaio, così da liberare l’angolo dagli appoggi.
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_due parole con il progettista________ Fondato nel 2005 a Montegranaro dall’arch. Luigi Guardiani, NENASTUDIO si occupa di architettura e interior design, con una particolare sensibilità per le nuove metodologie costruttive in bioedilizia, specializzandosi nella realizzazione di strutture in legno e acciaio, a bassissimo impatto ambientale. Fondamentale è l’attività di campionatura di superfici materiche, rivestimenti, tessuti, per integrare progetto architettonico, studio dei colori, delle luci e dei materiali di rivestimento. Villa Apollonia è stata costruita utilizzando la tecnologia del legno: come è nata l’idea di usare il legno in questo edificio e quali sono stati i vantaggi che tale materiale ha apportato al progetto? Il mio desiderio, già da parecchi anni, era realizzare un’architettura in legno e l’incontro con i committenti, aperti alle innovazioni e disponibili a sperimentare nuove tecnologie, mi ha dato la possibilità di soddisfare la necessità/ curiosità di conoscere metodi costruttivi diversi e di confrontarmi con tecniche innovative, ecologiche, capaci di accontentare le più alte esigenze di qualità e comfort abitativo. Per quanto riguarda i vantaggi ho riscontrato tre fattori di fondamentale importanza: la certezza del costo dell’intervento, senza nessuna variazione tra il preventivo e il consuntivo, la velocità di esecuzione dell’opera rispetto alle metodologie tradizionali, molto più lente, e le numerose garanzie/certificazioni sui materiali e finiture, rilasciate da istituti di analisi e ricerca qualificati. L’arredo su misura di cucina e dispensa è realizzato per dare continuità ai materiali. La progettazione illuminotecnica è stata studiata per valorizzare l’architettura.
Foto: Oliver Jaist
Come e perché avete scelto il costruttore a cui affidare il progetto? La scelta di collaborare con Wolf Haus è scaturita dopo un’attenta analisi e confronto con altre ditte concorrenti. Sicuramente la storia e il know how dell’azienda hanno influito tanto quanto lo spirito di cooperazione, il dialogo, il confronto che si è instaurato con lo staff tecnico. Ho trovato, infatti, un’azienda all’avanguardia, pronta a suggerire soluzioni efficaci e risolutive in collaborazione con il progettista e in linea con la sua idea di progetto. Questo connubio tra efficienza e disponibilità è stato sicuramente apprezzato dal sottoscritto e dalla committenza.
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Foto: Oliver Jaist
Il vestibolo è rialzato di due gradini rispetto alla quota del living e, come la scala effetto monoblocco che sale verso la zona notte, è rifinito in resina chiara. Le porte e il battiscopa a scomparsa concorrono alla matericità di questo ambiente.
A lato, la vetrata d’angolo fissa a tutta altezza. 1 2 3
elemento portafinestra fissa profilo in alluminio a taglio termico (7,6 cm x 3,9 cm) rivestimento in biopietra (3,5 cm)
Parete rivestita in pietra ricostruita dall’interno - cartongesso - fibra di legno (5 cm) con passaggio impianti - pannello OSB - barriera al vapore - struttura portante a telaio in legno con lana minerale - pannello OSB - cappotto (14 cm) - rasatura armata e colla - rivestimento in biopietra (3,5 cm)
interno
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Foto: Oliver Jaist
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Alcune fasi del cantiere: posa delle prime pareti e delle finiture sulle facciate intonacate.
Preparazione della parete per l’incollaggio del rivestimento in pietra ricomposta e completamento del manto di copertura.
Le tubazioni a pavimento della VMC e la posa dell’infisso ad angolo.
Completamento delle finiture interne e installazione dell’impianto fotovoltaico.
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Foto: Carlo Baroni
Trentino Sviluppo Spa
Polo Meccatronica Rovereto
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Foto: Carlo Baroni
Foto: Carlo Baroni
Foto: Carlo Baroni
Ubicazione: Rovereto (TN) Progetto generale: ing. Michele Ferrari, ing. Michele Pellegrini – Trentino Sviluppo Spa, Rovereto (TN) Consulente architettura: arch. Massimo Scartezzini – studio BBS, Trento Consulente strutture: ing. Luca Oss Emer – New Engineering, Trento Consulente impianti ed energia: ing. Vanni Pedergnana, Trento Direttore dei lavori: ing. Michele Ferrari – Trentino Sviluppo Spa General Contractor: ATI: Collini Lavori spa; CCC Società Cooperativa; Ediltione spa; CLA Soc Coop; Martinelli & Benoni srl Costruttore struttura legno: Essepi srl, Cavedine (TN) Lavori: settembre 2012 – aprile 2014 Superficie verde pensile: 2.500 m2 Superficie utile: 17.200 m2
Sopraelevazione per l’innovazione Un’area produttiva di innovazione e incubazione d’impresa, dove realtà imprenditoriali, studenti e ricercatori fanno rete e lavorano a stretto contatto, accomunati dal tema della meccatronica, per uno sviluppo dell’ingegneria che combina informatica, elettronica, meccanica, idraulica, pneumatica e sensoristica. Questo è il Polo Meccatronica di Rovereto, una realtà unica in Italia, al cui interno trova collocazione il cosiddetto Corpo L, un edificio strutturato in due grandi corpi di fabbrica di forma parallelepipeda, tra loro giustapposti e collegati da passerelle pedonali sospese. I due volumi sono organizzati su tre livelli sovrapposti, parzialmente seminterrati rispetto al piano naturale di campagna così da mitigarne la massa rispetto allo skyline della città e della valle circostante. I primi due piani, che ospitano le attività produttive più pesanti, sono stati realizzati in prefabbricato di calcestruzzo a doppia lastra, definendo una zoccolatura edificata che sembra imitare un suolo artificiale. L’ultimo livello, il terzo, interamente costruito in pannelli di legno X-lam, costituisce una sorta di “città alta” ed è formato da una sequenza di cinque fabbricati distinti, destinati alle attività terziarie e collegati tra loro da spazi aperti qualificati a verde, con giardini e terrazzi protesi sulla corte centrale e sui vigneti della piana agricola adiacente. I volumi destinati al terziario e il tetto-giardino sono raggiungibili da tre vani scala che assumono una connotazione di percorsi pubblici verticali, in grado di mettere in connessione i tre livelli altimetrici del progetto. Il complesso ha ottenuto le certificazioni Leed NC Italia V2009 Gold e Arca SA livello Gold, quest’ultima circoscritta alla porzione dell’edificato in sopraelevazione realizzata in legno. In termini energetici gli spazi produttivi sono certificati in classe A, mentre i corpi in legno destinati al terziario, più performanti, sono certificati in classe A+ secondo la normativa vigente in Provincia Autonoma di Trento.
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Foto: Carlo Baroni
Foto: Carlo Baroni
Planimetricamente i due volumi che culminano con il Corpo L assumono il ruolo di confine occidentale del Polo. Recuperando la morfologia d’impianto dal limite dell’areale produttivo, essi definiscono, verso l’interno, una corte centrale ribassata su cui si affacciano i varchi di accesso ai capannoni.
_la struttura________ La porzione destinata agli spazi produttivi veri e propri è in calcestruzzo con un sistema prefabbricato sandwich a doppia lastra che racchiude uno strato coibente di 12 cm, sviluppato con un reticolo strutturale di 6x12 m e solai post-tesi in grado di sorreggere al primo solaio fino a 3000 kg/m2. La maglia strutturale delle strutture in legno del terzo livello, che ospitano le funzioni terziarie, è indipendente rispetto all’impianto dei capannoni, caratteristica che ha consentito ampia libertà nella definizione morfologica dei volumi degli uffici, garantendo al tempo stesso una vasta flessibilità di utilizzo. Questo piano è costruito interamente in legno proveniente dalle foreste trentine della Magnifica Comunità di Fiemme, certificate FSC. Sono stati impiegati 7.400 m2 di X-lam in pannelli, prefabbricati in stabilimento a Cavedine, costituendo uno straordinario esempio di filiera corta visto che l’intero ciclo è avvenuto in Trentino. I mezzi pesanti, infatti, hanno percorso complessivamente meno di 200 km per trasportare i tronchi dal bosco alla segheria, da questa allo stabilimento di produzione e infine al cantiere. Per la realizzazione di pannelli X-lam, strutture, serramenti, tavolati e listoni sono stati usati circa 2100 m3 di legname “in piedi” che, secondo un’elaborazione dei ricercatori del CNR-Ivalsa (oggi Istituto per la BioEconomia – IBE) corrispondono alla quantità di legno che cresce in Trentino in meno di un giorno, esattamente in 18 ore e 36 minuti.
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Foto: Jacopo Salvi
Foto: Jacopo Salvi
_due parole con i progettisti________ Il progetto e la direzione dei lavori del corpo L sono stati curati da un team multidisciplinare, così composto: - ing. Michele Ferrari, Direttore dell’area immobili, impianti e aree industriali di Trentino Sviluppo, ha coordinato l’attività del gruppo di lavoro, firmando il progetto e assumendo il ruolo di Direttore dei Lavori; - ing. Michele Pellegrini, dipendente di Trentino Sviluppo, ha co-firmato il progetto e svolto l’assistenza alla Direzione dei Lavori; - arch. Massimo Scartezzini, Socio fondatore e Direttore Tecnico di studio BBS con numerose esperienze di progettazione architettonica di edifici in legno, ha curato la progettazione architettonica e la direzione artistica; - ing. Luca Oss Emer, Direttore tecnico e Amministratore di New Engineering, ha curato la progettazione strutturale e l’assistenza ai lavori di competenza, oltre alla consulenza per la certificazione ARCA; - ing. Vanni Pedergnana, ha curato la progettazione e l’assistenza alla Direzione dei Lavori per quanto riguarda gli aspetti energetici e impiantistici (fluidi, elettrici, elettronici e impianti speciali).
Foto: Jacopo Salvi
Quali sono state le prestazioni in termini energetici, di permeabilità all’aria e acustici del Corpo L del Polo Meccatronica? I test condotti sia dal CNR–Ivalsa che dall’organismo terzo di certificazione, hanno evidenziato per la componente edificata in legno valori di permeabilità all’aria molto al di sotto dei minimi richiesti sia dallo standard Passivhaus sia dalla normativa provinciale relativa alla classe energetica di riferimento A+. Anche i test acustici hanno confermato valori di comfort di assoluto rilievo. Da un punto di vista energetico, le pareti esterne, coibentate per 14 cm a cui si somma la buona proprietà isolante della struttura in legno, hanno garantito una trasmittanza termica molto migliore del minimo richiesto. A questo risultato hanno contribuito i serramenti, realizzati con profili montanti-traversi in alluminio e inserti apribili in legno; i serramenti dei corpi uffici presentano schermi oscuranti e frangisole a lamelle orizzontali al fine di contenere l’irraggiamento solare durante l’estate.
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Foto: Alessandro Gadotti
Dal punto di vista impiantistico, tutto il sistema dei locali tecnici e tecnologici principali è organizzato al piano seminterrato in una zona dedicata. Le arterie principali dell’impiantistica si diramano attraverso un tunnel sotterraneo longitudinale al complesso. La porzione di fabbricato destinata al terziario e il produttivo del piano terra sono dotati di climatizzazione estiva e invernale, mentre il piano seminterrato presenta esclusivamente quella invernale. L’edificio è collegato alla rete di teleriscaldamento alimentata anche dalla centrale di cogenerazione interna al Polo della Meccatronica. Sulle coperture dei corpi uffici è collocato un impianto fotovoltaico da 115 kWp, con una superficie captante di 740 m2 in grado di coprire buona parte del fabbisogno dei servizi generali dell’immobile.
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Alcune fasi di cantiere. Dalle fondazioni ai solai su cui verranno fissati i pannelli prefabbricati in legno X-lam, dall’installazione degli elementi lignei prefabbricati al completamento del corpo L con l’isolamento e la posa delle finestre.
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Foto: Antonio e Giuliana Corradetti
Studioscaramucci
Casa Acadia Offida
Foto: Antonio e Giuliana Corradetti
Foto: Antonio e Giuliana Corradetti
Il fronte di ingresso sul lato est.
Le due finiture esterne, doghe in larice e pietra, identificano i volumi abitativi e quelli di servizio.
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Foto: Antonio e Giuliana Corradetti
L’affaccio a nord è punteggiato da piccole finestre per contenere le dispersioni energetiche sul lato più freddo.
Ubicazione: Offida (AP) Progetto: arch. Emanuele Scaramucci – Studioscaramucci, Castel di Lama (AP) Appaltatore: Flli. Calcagni, Colli del Tronto (AP) Costruttore struttura legno: Centrolegno, Fano (PU) Fine lavori: 2018 Superficie del lotto: 2.500 m2 Superficie utile: 185 m2
“Nullus locus sine Genio” Nella campagna picena, in un paesaggio contraddistinto da splendide colline e calanchi, sorge in armonia con il contesto naturale Casa Acadia, una residenza privata il cui nome porta alla memoria la storia del popolo acadiano – grande passione dei proprietari – che nel XVIII secolo gli inglesi cacciarono dalla propria terra, affacciata sull’Atlantico nel Canada orientale. Costretti a emigrare, gli Acadiani si rifugiarono sulla costa orientale del continente nord americano, in Francia nella roccaforte ugonotta di Nantes e nella colonia francese della Louisiana dove diedero vita alla cultura cajun. L’abitazione rispecchia con la sua immagine e le sue forme le necessità dei committenti che al progettista hanno chiesto una casa diversa dalle altre ma capace di integrarsi nel territorio, che rispecchiasse il loro animo di viaggiatori, che esprimesse il loro spirito di fotografi itineranti e che in un’immagine richiudesse l’essenza del luogo, come ad esempio un vecchio fienile americano o come una delle case dei dipinti di Edward Hopper. Da questi presupposti nasce il progetto della residenza che si ispira alle forme dei locali edifici rurali e che ricorda nella sua struttura i tipici complessi architettonici che nel passato si originavano dalla fusione di diversi volumi abitativi e annessi agricoli all’ingrandirsi delle famiglie. Il richiamo alle architetture spontanee tradizionali è arricchito dall’interazione con l’ambiente naturale visibile attraverso le ampie vetrate aperte sugli affacci a est e a ovest. Il design moderno dalle linee pulite e sobrie dialoga con lo stile rurale che, rivisitato, genera continue emozioni, sottolineate da ricordi suggestivi, citazioni artistiche, memorie di viaggi e sogni dei committenti che permeano l’abitazione. Interamente realizzata in pannelli di legno X-lam e curata dettagliatamente nell’isolamento termico (è un edificio in standard Passivhaus) e negli impianti, grazie all’attenta e meticolosa supervisione del proprietario, Casa Acadia è diventata un fiore all’occhiello per l’edilizia locale e un esempio da emulare per ecosostenibilità, antisisimicità e risparmio energetico.
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Foto: Antonio e Giuliana Corradetti Foto: Antonio e Giuliana Corradetti
La loggia in due momenti della giornata e da due diversi punti di vista. Su quest’area, protetta da un lungo pergolato di legno, si affaccia l’ampio open space della zona living.
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1 soggiorno-pranzo 2 cucina 3 camera 4 bagno 5 dispensa 6 ripostiglio 7 studio 8 loggia 9 parcheggio
Piano primo
Piano terra
Prospetti
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Foto: Antonio e Giuliana Corradetti
L’abitazione a nord si affaccia sul territorio circostante, diventando parte di esso, grazie alla scelta delle finiture esterne in legno e pietra, elementi che si ritrovano in natura.
_due parole con il costruttore________ Centrolegno si occupa da oltre 20 anni di sistemi costruttivi in legno garantendo ai propri clienti soluzioni di qualità, tramite l’esperienza maturata da un gruppo affiatato e dinamico di giovani professionisti altamente specializzati. Quali sono le peculiarità dell’abitazione dal punto di visto costruttivo? I dettagli e i particolari costruttivi hanno rivestito un ruolo fondamentale in questo progetto. Il progetto è iniziato con l’obiettivo di un involucro ad altissima efficienza energetica e con 28 cm di isolamento in copertura e 20 cm a parete abbiamo raggiunto ciò che ci eravamo prefissati. Altra peculiarità sono i tre diversi tipi di rivestimento nell’involucro: una facciata ventilata con rivestimento in tavole di larice, una parte con cappotto termico intonacato e una parte con rivestimento in ceramica applicata sempre su facciata ventilata. L’aver trattato queste tre diverse tipologie di rivestimento all’interno dello stesso fabbricato ha richiesto necessariamente una progettazione integrata fin dalle fasi preliminari così da risolvere al meglio tutti i dettagli. Come sono stati trattati i rivestimenti esterni scuri su un involucro che presenta grandi spessori di isolamento a cappotto? Il fatto di aver usato un colore così scuro per le parti intonacate poteva portare con sé delle problematiche dovute a un irraggiamento solare intenso e a sbalzi di temperatura molto importanti con conseguenze ben note, ovvero: tensioni, deformazioni, fessurazioni e alterazioni di colore. Proprio per questi motivi abbiamo privilegiato e ci siamo affidati a un sistema per facciate con colori intensi che, oltre ai vantaggi di avere un’ottima resistenza alle alghe, funghi e alle muffe nonché di estrema resistenza agli urti, consente di ottenere la massima protezione quando si utilizzano colori scuri con fattori di riflessione inferiori al 25%.
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_due parole con il progettista________ Studioscaramucci è uno studio integrato di ingegneria e architettura. La necessità di interconnessioni e la capacità di integrare i vari aspetti del processo insediativo sono alla base della concezione dello studio. Il costante controllo degli aspetti architettonici, strutturali, impiantistici ed economici ne caratterizza l’attività; l’attenzione a tutti i fattori del processo produttivo rende lo studio attento a ogni aspetto delle nuove e complesse realtà economiche, sociali, tecniche e giuridiche. Risponde alle nostre domande l’arch. Emanuele Scaramucci.
Perché, a suo parere, si dovrebbe utilizzare il legno come materiale strutturale per costruire un’abitazione o un fabbricato con altra destinazione d’uso? Quali sono i vantaggi che il legno apporta all’interno di un edificio? Il nostro lavoro è concentrato in zone fortemente sismiche e ci sono due modi per fronteggiare il terremoto – struttura forte, carichi leggeri – e il legno li rappresenta entrambi. Oltre a ciò c’è un aspetto nell’utilizzo del legno che è legato alla sostenibilità di un materiale naturale; anche in questo caso il legno presenta due caratteristiche fondamentali: è facilmente rimovibile e, al tempo stesso, se progettato bene, è solido e durevole.
Dall’angolo sud est, in prossimità dell’ingresso, la casa mostra il suo legame con il contesto e con l’architettura locale riprendendo nella linea del tetto a falde la forma dei tipici complessi abitativi rurali.
Foto: Antonio e Giuliana Corradetti
Villa Acadia è un progetto che riflette la personalità dei due committenti, fotografi e viaggiatori, e al contempo richiama l’architettura vernacolare delle colline picene; in che modo la struttura in legno ha riprodotto quest’ultima caratteristica? In ogni nostro progetto l’architettura è intimamente legata alla tecnologia costruttiva e ai materiali. L’impiego dei tetti a capanna, omaggio all’architettura vernacolare, nasce dall’idea di avere il legno a vista negli ambienti interni. La stessa cosa vale per il rivestimento della parete nord: volevamo utilizzare un materiale che esprimesse al massimo l’idea del tempo che passa, così abbiamo utilizzato un rivestimento in larice che cambia colore nel tempo e assume sempre sfumature diverse.
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Lo spazio a doppia altezza della zona giorno.
Pianta copertura: posizionamento travi e arcarecci.
Parete dall’esterno - doghe in larice (24 mm) - listelli in legno per parete ventilata (100x100 mm) - membrana traspirante - cappotto termoacustico in lana di roccia (80+60 mm; 135 kg/m3) - pannelli in X-lam (100 mm) - controparete interna isolata (62 mm)
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gronda dormiente con tavola (50x100 mm) fissato con viti sfalsate tra loro viti d8x300
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perlinato (24 mm) viti d8x240 trave GL24 (100x160 mm) trave GL24 (100x120 mm)
Nelle immagini, fasi di posa della struttura dell’abitazione in pannelli X-lam.
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Foto: Oscar Da Riz
Roland Baldi architects
Scuola Materna Sluderno
Foto: Oscar Da Riz
L’accesso alla scuola è sottolineato dal rivestimento in doghe di legno ed è stato ricavato da un taglio nel volume compatto così da creare una zona protetta. La diversa dimensione delle finestre, la loro posizione sfalsata e la facciata intonacata vogliono richiamare il disegno di un bambino a scala reale.
Foto: Oscar Da Riz
All’angolo opposto dell’ingresso principale è stata collocata l’entrata della zona dei servizi, anche in questo caso evidenziata da un leggero taglio obliquo nel corpo edilizio e da doghe in legno.
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Foto: Oscar Da Riz
A sud, ampie finestre che seguono la forma della facciata si aprono sul giardino e sulla zona giochi.
Ubicazione: Sluderno (BZ) Progetto: Roland Baldi architects, Bolzano Collaboratori: arch.tti Harald Kofler, Sila Giriftinoglu, Elena Casati, Carlo Scolari Strutture: ing. Andreas Erlacher, Bolzano Direttore dei lavori: Roland Baldi architects Impianti meccanici: Energytech, Bolzano Impianti elettrici: ing. Reinhard Thaler, Bolzano Progetto illuminotecnico e arredi: Roland Baldi architects Acustica: Euroakustik Costruttore struttura legno: Alpenos di STP srl, Predaia (TN) Lavori: ottobre 2017 – novembre 2018 Superficie: 2.063 m2 Superficie utile: 997,38 m2
Legno a misura di bambino Situato in una valle in Alto Adige che collega Italia, Austria e Svizzera, il comune di Sluderno si contraddistingue per la cura del paesaggio e per lo sviluppo sostenibile che si intrecciano con un’alta qualità della vita e una particolare attenzione verso l’architettura. In questo contesto nel 2011 è stato bandito un concorso di architettura per la realizzazione di una scuola materna con tre sezioni e relativi spazi funzionali, concorso vinto dallo studio Roland Baldi architects di Bolzano. Fin dalle prime fasi del progetto, gli architetti hanno dato grande valore alla creazione di un edificio caratterizzato da linee chiare e da elementi riconoscibili che si armonizzassero con l’ambiente costruito. L’idea alla base del concept era, infatti, quella di dare all’architettura la forma iconografica di una casa al fine di dar vita a spazi amichevoli e familiari per i piccoli utenti. La nuova scuola ha trovato posto fra fabbricati esistenti, completando così il tessuto urbano del piccolo centro cittadino, con accesso da una piazzetta pubblica che si inserisce all’interno di una più ampia area pedonale. L’immagine dell’asilo con il tetto a falde, la facciata intonacata e le grandi finestre, sfalsate fra di loro, ricorda il disegno di un bimbo riportato alle dimensioni reali e realizzato dai progettisti con una struttura in legno e a misura di bambino. Dando uno sguardo agli interni, si nota che tutti gli ambienti sono accessibili tramite il grande e luminoso foyer, il quale assume il ruolo di cuore funzionale dell’edificio e, altresì, di area di benvenuto, relax e gioco. Le aule, con i loro spazi per le attività di gruppo e di sostegno, sono orientate verso sud, affacciate verso la zona gioco e il giardino e in favore della luce naturale che permea così gli ambienti educativi. I mobili in legno, come sgabelli, tavoli e armadietti, progettati su misura, insieme ai colori utilizzati, trasmettono una sensazione di sicurezza; al piano superiore il tetto a falde genera uno spazio articolato in diverse altezze.
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Foto: Oscar Da Riz
Dettaglio del grande sbalzo in prossimità dell’entrata dell’asilo. La vetrata d’angolo fa scorgere gli interni ampi e polifuzionali.
Foto: Oscar Da Riz
All’imbrunire, l’illuminazione artificiale amplifica e sottolinea le dimensioni delle grandi aperture dalle imbotti sporgenti lasciando scorgere l’interno della scuola.
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1 bussola 2 ingresso 3 ufficio 4 magazzino 5 wc 6 spogliatoio 7 locale polifunzionale 8 aula di sostegno 9 attività di gruppo 10 dispensa 11 cucina 12 corridoio 13 deposito attrezzi
Piano terra
Prospetto sud-ovest
1 bussola 2 ingresso 3 cucina 4 corridoio 5 wc 6 zona personale 7 vano elettrico 8 vano tecnico Sezione longitudinale
_la struttura________ Dal punto di vista tecnico l’intera scuola è stata costruita con pannelli strutturali di legno X-lam. L’uso del legno ritorna nei tagli che individuano gli ingressi e nelle generosi imbotti delle finestre che caratterizzano in modo espressivo le facciate intonacate di bianco. All’interno l’alternanza tra superfici intonacate e legno vede predominare quest’ultimo, usato anche per le finiture, le porte, i soffitti e gli arredi che si completano con l’uso di colori diversi per differenziare le sezioni della scuola. Al fine di aumentare ulteriormente la sostenibilità ambientale, l’edificio è stato dotato di un tetto verde, opportunamente coibentato, e di specifici impianti, rispettando gli standard energetici di CasaClima e raggiungendo la classe A della certificazione.
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Foto: Oscar Da Riz
L’ampio foyer di ingresso con la lunga scala che porta al piano superiore diventa, a seconda delle necessità, area di benvenuto, di relax e di gioco.
_due parole con il costruttore________ Dall’esperienza acquisita nella realizzazione di molti altri edifici in legno, STP ha messo a punto uno standard di progettazione e costruzione ben definito, dove convergono elementi di innovazione brevettati, approccio alla progettazione specifico e una forte motivazione orientata alla sostenibilità del lavoro. Da questi presupposti è nata ALPENOS, il marchio che da ora in avanti identificherà gli edifici realizzati da STP, sintetizzando in un nome semplice la complessità di fattori che definiscono l’alta qualità delle costruzioni in legno dell’azienda. Ogni realizzazione porta con sé delle sfide. Su quali aspetti avete focalizzato il vostro impegno, a Sluderno? La richiesta architettonica per questa struttura era chiaramente legata a doppio filo con la pulizia delle linee e la cura dei dettagli, in un’apparente semplicità; pensiamo, ad esempio, alle imbotti marcate e ai tagli in facciata con angoli netti di incontro al vivo tra materiali diversi. Assicurare prestazioni eccellenti in termini energetici e strutturali, centrando gli obiettivi architettonici richiesti, è stata sicuramente la sfida più avvincente, che abbiamo affrontato come sempre con entusiasmo. Crediamo molto nel confronto costruttivo (in tutti i sensi) tra professionalità diverse, dialogo tecnicamente stimolante, e sicuramente non ci siamo fatti sfuggire la proficua collaborazione creatasi con gli architetti e il team di progettazione in generale, con i quali abbiamo studiato di volta in volta le soluzioni più idonee. Parliamo di gestione del cantiere? Sluderno ha un clima piuttosto freddo; nonostante questo, operando noi con una struttura in legno e lavorazioni “a secco”, abbiamo potuto iniziare il montaggio degli elementi in X-lam già nei mesi invernali, per poi proseguire rispettando in maniera puntale i tempi di consegna previsti. Il rispetto del cronoprogramma impostato, ovviamente, è sensibile alle variabili climatiche, ma i molti accorgimenti che siamo abituati ad adottare a protezione della struttura in corso d’opera ci permettono di fornire tempistiche precise. Ciò detto, l’attenta progettazione costruttiva e il grande lavoro fatto in stabilimento hanno reso possibile svolgere rapidamente la fase di montaggio, arrivando ad avere la struttura “fuori acqua” in tempi estremamente rapidi.
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_due parole con il progettista________ Il lavoro dello studio Roland Baldi Architects, fondato nel 1994 a Bolzano, copre un ampio spettro di progetti che, diversi per scala, contesto e funzione, sono caratterizzati da una grande sensibilità per il contesto, la funzionalità e il linguaggio progettuale. Linee pure, pochi materiali e colori utilizzati consapevolmente, riferimenti locali, funzionalità ed economia sono la base dell’architettura dello studio, di qualità e senza tempo. In tutte le fasi del progetto, l’attenzione è rivolta all’utente, alle sue esigenze e alle sue aspettative.
Quali sono state le soluzioni impiantistiche adottate nell’edificio? La scuola rispetta gli standard energetici di una CasaClima A. Per garantire il raggiungimento di questa classe energetica oltre alle coibentazioni, al tetto verde e alle finestre altamente prestazionali sono stati installati un impianto di ventilazione meccanica controllata e centralizzata con recupero di calore e un impianto di riscaldamento a pavimento in tutti i vani di soggiorno. L’edificio è stato inoltre allacciato alla centrale di teleriscaldamento a biomassa presente nel Comune e l’acqua piovana raccolta è utilizzata per l’irrigazione del verde.
In tutta la scuola il legno è il materiale dominante, dalla struttura nascosta in X-lam sino alle finiture, alle porte e agli arredi progettati su misura dagli architetti. I colori differenziano le sezioni della scuola.
Foto: Oscar Da Riz
Perché avete scelto il legno come materiale strutturale e come materiale molto presente sia all’esterno sia all’interno della scuola d’infanzia? Per noi, come studio d’architettura, l’uso di materiali sostenibili e rinnovabili è molto importante. Il legno ovviamente, sotto questi aspetti, è il materiale costruttivo più adatto. Attualmente stiamo progettando 3 diversi edifici in legno. L’uso del legno significa costruire in modo attento all’ambiente, pensando alla sostenibilità e alla salute. Nel caso della scuola materna a Sluderno questa scelta non è solo il nostro contributo come architetti all’ambiente ma ha anche uno scopo didattico per i bambini. Per questo la nostra proposta di realizzare la scuola in legno è stata da subito condivisa dagli insegnanti.
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Copertura dall’esterno - terriccio per inverdimento estensivo (80 mm) - strato di drenaggio (55 mm) - feltro di protezione e accumulo (2 mm) - membrana resistente alle radici - guaina in PVC (2 mm) - pannello in fibra di legno idrorepellente (35 mm) - isolamento un fibra di legno (2x120 mm) - barriera al vapore a diffusione variabile e tenuta all’aria - tavolato (25 mm) - travi in legno (360 mm) - controsoffitto fonoisolante su ganci a scatto (90 mm) - travi a vista Parete piano primo dall’esterno - doppia pittura emulsionata a base di resine siliconiche - strato di finitura a base di resine siliconiche (3-4 mm) - malta minerale di fissaggio con rete di armatura (7 mm) - isolamento in fibra di legno (160 mm) - parete in X-lam di legno lamellare a vista (140 mm)
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grondaia riscaldata tenuta all’aria illuminazione guaina isolamento – zoccolo in EPS a filo con coibentazione perimetrale trave lamellare in larice telo in TNT bordo antigelo
Solaio interpiano dall’estradosso - linoleum (2,5 mm) - massetto con riscaldamento a pavimento (80 mm) - strato separatore in PE - isolamento in fibra di legno (20 mm) - isolamento anticalpestio (8 mm) - cemento cellulare (140 mm) - solaio in legno lamellare (280 mm) - controsoffitto fonoisolante con passaggio impianti (170 mm)
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Parete piano terra dall’esterno - doppia pittura emulsionata a base di resine siliconiche - strato di finitura a base di resine siliconiche (3-4 mm) - malta minerale di fissaggio con rete di armatura (7 mm) - isolamento in fibra di legno (160 mm) - parete in X-lam di legno lamellare a vista (140 mm) - controparete interna (55 mm) Solaio contro terra dall’estradosso - linoleum (2,5 mm) - massetto con riscaldamento a pavimento (80 mm) - strato separatore in PE - isolamento in fibra di legno (20 mm) - isolamento anticalpestio (8 mm) - cemento cellulare (140 mm) - platea in cls (400 mm) - strato separatore in PE - guaina antiradon - primer bituminoso - magrone (10 mm) - strato separatore in PE - granulato in vetro cellulare (300 mm) - telo in TNT
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Foto: Oscar Da Riz
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Foto: Oscar Da Riz
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Alcune immagini della costruzione della scuola d’infanzia. La struttura in X-lam costituisce l’ossatura portante dell’edificio. Tenuta all’aria, coibentazione, impianti adeguati all’involucro e alle necessità funzionali e cura del dettaglio sono solo alcuni degli elementi distintivi del progetto.
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Foto: Fabio Bascetta
settanta7
Scuola Elementare San Carlo Canavese
Foto: Fabio Bascetta
Il fronte di ingresso a sud ovest. L’apparente rigidezza della struttura è interrotta dalla grande finestra curvilinea e dal corpo giallo che emerge dichiarando la sua unicità e il suo ruolo centrale nella scuola.
Foto: Fabio Bascetta
Anche a mezzogiorno la scuola si apre con la fitta serie di finestre verso il giardino esterno, con il quale instaura un rapporto di continuità spaziale.
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Foto: Fabio Bascetta
Una delle vetrate curvilinee che mettono in contatto diretto gli alunni con il verde del giardino.
Ubicazione: San Carlo Canavese (TO) Progetto generale: settanta7 Studio Associato, Torino Strutture: Essebi Ingegneria Studio Associato, Pinerolo (TO) Direttore dei lavori: arch. Daniele Rangone – settanta7 Studio Associato, Torino Impianti: settanta7 Studio Associato, Torino Costruttore struttura legno: Mozzone Building System, Savigliano (CN) Lavori: maggio 2020 – gennaio 2021 Superficie verde: 6.000 m2 Superficie utile: 2.000 m2
La didattica dei sogni Ispirati al Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry e al suo mondo poetico e immaginifico, i progettisti della nuova scuola elementare di San Carlo Canavese nell’ideare l’edificio hanno adottato lo sguardo curioso dei bambini e abbandonato la prospettiva rigida degli adulti. In una scuola elementare, infatti, un alunno deve potersi ritrovare in uno spazio domestico, protettivo, intimo e, al contempo, essere facilitato a relazionarsi con gli altri bambini, così come con gli insegnanti, mediante il gioco, l’esercizio, l’esperienza, il “fare”. Si è pensato pertanto a una distribuzione degli spazi dinamica, flessibile e funzionale, all’interno di un involucro apparentemente severo e realizzato in pannelli X-lam che ospita 10 aule, 3 spazi polifunzionali, una mensa con i relativi servizi, la segreteria, la direzione didattica e la palestra, fruibile anche in orario extra-scolastico per rafforzare il rapporto e il dialogo con il territorio circostante. Grazie alle vetrate che percorrono tutta la struttura, le aule luminose e confortevoli e gli spazi di collegamento e polifunzionali si aprono all’esterno, correlandosi strettamente in una continuità spaziale e organica con il giardino, concepito come laboratorio all’aperto e luogo didattico di fondamentale importanza per i giovani utenti i quali possono apprendere a contatto con la natura. Un connettivo ampio, pieno di luce e giocoso, con zone di sosta e di confronto tra i bambini, garantisce la dinamicità degli ambienti scolastici e forma l’agorà, un ambiente posto tutt’intorno al volume trasparente centrale, in posizione focale, direttamente collegato a tutti gli spazi didattici e destinato alle attività interciclo, dove si svolgono gli esercizi di apprendimento laboratoriale. L’atrio, accogliente e dotato di zone di attesa per i genitori, assume il ruolo simbolico di luogo d’incontro tra la scuola e la società, un punto di scambio che, oltre alla sua funzione di accesso e di filtro, comunica all’esterno la sua identità, i suoi programmi e la sua relazione con la realtà sociale.
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Foto: Fabio Bascetta
Vista dal basso dello spazio aperto nel volume centrale.
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Piano terra
Sezione
Sezione prospettica
_struttura compositiva e sostenibilità________ L’edificio richiama la vocazione agricola e residenziale del contesto limitrofo alla scuola, realizzando un volume unico, che racchiude al suo interno un ampio corpo trasparente che ospita le attività di laboratorio oltreché un giardino d’inverno. A livello planimetrico le aule sono disposte verso sud est e ovest, in modo da avere un orientamento ottimale ai fini dell’esposizione solare, mentre i locali di servizio e la palestrina sono esposti a nord. Tutti gli ambienti didattici seguono come principio l’apertura verso il giardino esterno e verso lo spazio connettivo interno, garantendo permeabilità comunicativa alla struttura. Questa architettura ha il vantaggio di raggruppare tutte le funzioni in un unico volume, accorpando gli spazi didattici intorno al fulcro dello spazio centrale costituito dal volume vetrato e dallo spazio connettivo interposto tra quest’ultimo e le aule. All’interno gli spazi si articolano aprendosi sia su se stessi che verso l’esterno, in un continuo rimando di spunti percettivi. Tra le peculiarità progettuali una particolare attenzione è rivolta all’involucro edilizio, costituito da materiali sostenibili e altamente isolanti, in grado di garantire alte prestazioni termiche che implicano un ridotto consumo energetico insieme a un maggior comfort per i fruitori della nuova scuola. Si precisa che i materiali utilizzati nel progetto sono naturali ed eco-compatibili per una scelta inequivocabile che unisce la salvaguardia ambientale alla tutela della salute di questi spazi. La tecnologia costruttiva adottata è in legno con pannelli X-lam a strati incrociati e incollati, fondazioni in c.a. e copertura con travi in legno lamellare. Per quanto riguarda le pareti opache è stata valutata la migliore composizione del pacchetto dal punto di vista della rispondenza termica. Le parti vetrate sono state realizzate con serramenti in alluminio a taglio termico e con vetrocamere basso-emissive, ponendo particolare attenzione al controllo della temperatura superficiale, oscurate da sistemi frangisole esterni richiudibili.
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Foto: Fabio Bascetta Foto: Fabio Bascetta
Le porte vetrate che portano alla piccola terrazza del corpo centrale e il reticolo di travi del solaio di copertura.
Spazi curvilinei accompagnano gli alunni alle aule condivise e polifunzionali, identificate da uno specifico colore.
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_due parole con i progettisti________ Settanta7 studio associato, nato nel 2009 in una piccola stanza in affitto, oggi conta un totale di 4 sedi, Torino, Milano, Lione e Siderno, in cui sono impiegati più di settanta professionisti tra architetti e ingegneri. Con una visione fresca e contemporanea e guidato da ideali di bellezza, funzionalità e sostenibilità, lo studio progetta in Italia e in Francia scuole, palestre e spazi pubblici, funzionali e preziosi per le comunità che li utilizzano. Dal 2014 gli strumenti BIM di progettazione permettono a Settanta7 di pensare e produrre progetti integrati e ambiziosi, con l’obiettivo di ridurre al minimo l’impatto ambientale; per questo lo studio ha scelto il legno, materiale sostenibile, rinnovabile, antisimico. Progettare con il legno per voi è una quotidianità: perché avete scelto questo materiale e cosa offre rispetto a materiali più “tradizionali”? Settanta7 è riconosciuto in Italia e Francia per aver progettato decine di edifici in legno. Tra gli altri nel 2022 partiranno i lavori del più grande edificio pubblico Italiano, la nostra Università di ingegneria di Padova (17 milioni di euro di importo lavori) e della prima struttura a 4 piani della Regione Calabria (Liceo scientifico Fermi). Rispetto ai materiali tradizionali le strutture lignee, in X-lam o a telaio, ci consentono l’abbattimento del carbon footprint e una duttilità costruttiva abbinata alla risposta al sisma. Del legno amiamo anche la velocità e la pulizia che garantisce in fase di cantiere.
Colori e disegni permettono una immediata riconoscibilità degli spazi che possono essere ampliati o chiusi a seconda delle necessità educative.
Foto: Fabio Bascetta
Che tipo di impiantistica è stata installata nella scuola visto l’involucro performante? Il sistema impiantistico è stato progettato per massimizzare la performance energetica dell’edificio attraverso l’installazione di una centrale di climatizzazione invernale che sfrutta l’energia rinnovabile di due pompe di calore geotermiche abbinate a un impianto fotovoltaico di potenza pari a 46 kWp. Oltre alle caratteristiche di risparmio energetico, il sistema impiantistico garantisce il massimo comfort e flessibilità di utilizzo mediante un sistema di emissione a pavimento radiante con regolazione basata su curva climatica e sensori di temperatura distribuiti in ogni singolo ambiente.
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Copertura dall’esterno - rivestimento in doghe di lamiera di alluminio a doppia aggraffatura - membrana impermeabilizzante antigoccia - tavolato maschiato (25 mm) - isolamento in lana di roccia (120+140 mm) - freno vapore - doppio pannello in OSB (18+18 mm) - tavolato maschiato (25 mm) - puntoni in legno lamellare (280x200 mm) Parete dall’interno - doppia lastra cartongesso (12,5+12,5 mm) - struttura metallica isolata con lana di roccia (50 mm) - pannello portante in X-lam a 5 strati (100 mm) - barriera al vapore - isolamento in lana di roccia (180 mm) - telo di tenuta all’aria - sottostruttura per rivestimento e intercapedine ventilata (50 mm) - rivestimento in pannelli HPL
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gronda incassata scossalina di chiusura in alluminio preverniciato imbotte metallica serramento in alluminio a taglio termico con triplo vetro sistema di ombreggiamento integrato nella camera del vetro, automatizzato con motore pannello fisso con rivestimento di HPL pannello isolante sottovuoto (40 mm)
A sinistra, l’immagine zenitale consente di individuare la pianta della scuola già dall’impianto delle fondazioni. A destra, posa dei pannelli X-lam e dei pilastri dei corpo centrale su due livelli.
La struttura in X-lam è rialzata rispetto al piano di campagna con l’attacco a terra protetto dall’acqua mediante guaina.
A sinistra, la struttura in X-lam, con già alcune finestre installate, è opportunamente nastrata nelle giunzioni tra gli elementi per garantire la tenuta all’aria. A lato, il telo di tenuta all’aria e la sottostruttura per il rivestimento e l’intercapedine ventilata.
Il completamento delle soluzioni per la tenuta all’aria dell’involucro e dettaglio della struttura della copertura del corpo centrale con travi di lamellare.
A sinistra, realizzazione della struttura portante del corpo cilindrico centrale che fuoriesce dal volume della scuola e, qui a fianco, la scuola quasi completata con il manto di copertura posato e, in secondo piano, il tetto della palestra con l’impianto fotovoltaico.
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Foto: Alberto Franceschi Photography
Francesco Coccato
Casa Realdon Noventa Padovana
Foto: Alberto Franceschi Photography Foto: Alberto Franceschi Photography
Da sud sono ben evidenti i due volumi, quello principale e quello ribassato con il portico. L’utilizzo di differenti materiali di finitura esalta la composizione volumetrica dell’abitazione.
Il pergolato a ovest protegge gli ingressi di servizio della casa e si prolunga, a destra, verso la loggia.
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Foto: Alberto Franceschi Photography
L’affaccio a sud con le aperture vetrate, che seguono un preciso ritmo geometrico, i portici e l’arco a tutto sesto, elemento tipico dell’edilizia rurale.
Ubicazione: Noventa Padovana (PD) Progetto: arch. Francesco Coccato – studio OIKOS, Campolongo Maggiore (VE) Strutture: ing. Davide Puiatti Direttore dei lavori: arch. Francesco Coccato Appaltatore: F.lli Riolfo Olindo & Orlando s.n.c., Villanova Di Camposampiero (PD) Costruttore struttura legno: Rubner Haus srl, Chienes (BZ) Impianti elettrici: Tecno System snc, Rubano (PD) Impianti termosanitari: Marconati Impianti srl, Cadoneghe (PD) Lavori: settembre 2015 – giugno 2016 Superficie verde: 2.575 m2 Superficie utile: 251 m2 (77 m2 spazi accessori)
Tra i burchielli del Brenta Lungo la riviera del Brenta, rinomata per la presenza di splendide ville costruite tra il Cinquecento e il Settecento, un’abitazione realizzata con struttura in legno è diventata il trait d’union tra la tradizione secolare dell’abitare lungo le sponde del fiume e la funzionalità del vivere contemporaneo. Il nuovo edificio è il risultato della sostituzione di un vecchio fabbricato esistente sul lotto e, con la sua immagine articolata ma armonica, rilegge la tradizionale architettura degli edifici agricoli del luogo declinandola secondo modelli e stili di vita odierni. Un volume regolare e compatto costituisce dunque il nucleo principale della residenza, a cui si aggiunge a est un corpo ribassato con relativo portico che, come un tempo era aggiunto alla casa con la funzione di annesso rustico, ora vuole diventare uno spazio vivibile e integrato con l’abitazione, anche a protezione del fabbricato stesso, e che esalta la struttura dell’edificio grazie anche alla diversa composizione materica dei pilastri in mattoni facciavista. Dalla parte opposta, a ovest, un pergolato fuoriesce dal volume principale con il quale stabilisce un rapporto simbiotico, compenetrandosi con gli ambienti abitativi. Esso, inoltre, marca e definisce l’area di ingresso e si prolunga formalmente con la loggia, posta all’interno del portico, fino a spingersi dentro gli ambienti, dove si conclude il dialogo continuo tra interno ed esterno. La compattezza della residenza è interrotta da aperture vetrate che si aprono sui due lati lunghi in modo seriale e geometrico, arricchite sul lato sud dalla presenza del portico caratterizzato da un arco a tutto sesto, a riprendere, negli stilemi architettonici, gli elementi tipici dell’edilizia rurale mediante la pilastratura semplice, la distribuzione seriale delle finestre, l’utilizzo del caminetto esterno rivisitato nelle forme, delle cornici di gronda sagomate, delle grondaie semicircolari e della copertura in coppi di laterizio.
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Foto: Alberto Franceschi Photography Foto: Alberto Franceschi Photography
È un susseguirsi di tratti architettonici tipici dell’edilizia rurale rivisitati con un linguaggio contemporaneo quello che caratterizza il fronte sud. La loggia, il portico, l’arco a tutto sesto, le aperture vetrate e l’integrazione di diversi materiali danno vita a un’articolazione della casa che interpreta con coerenza le necessità del vivere contemporaneo.
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PERGOLATO
10
L
7,19 m2
8,23 m2
VANO TECNICO
8,60 m2
4,39 m2
7,77 m2
5,22 m2
12,37 m2
3,79 m2
4,87 m2 9,15 m2
29,53 m2 12,95 m2
5,59 m2
6,83 m2
1,97 m2 18,47 m2
h 270 cm
17,37 m2 8,69 m2
20,99 m2
Piano terra
10,00 m2
6,45 m2
Primo piano
_la struttura________ La scelta costruttiva dell’edificio si è indirizzata verso la soluzione di una casa in legno che prevedesse l’utilizzo di materiali completamente ecocompatibili, così da portare l’edificio a un elevato standard di efficienza energetica, sostenibilità ambientale e a una salubrità generale degli ambienti abitativi. Dal punto di vista realizzativo, su una platea in cemento armato con sottostante vespaio ventilato di 50 cm, che ne garantisce la protezione dall’umidità e la salvaguardia dal punto di vista idraulico nel caso di allagamenti, le strutture in elevazione verticali sono costituite da pareti in legno portanti massicce, che vanno a sostenere la struttura orizzontale in travi di legno del solaio interpiano e della copertura. La combinazione tra contemporaneità e tradizione si esprime nel sistema costruttivo adottato che, a partire da un antico metodo di costruzione in legno stratificato impiegato già nel XII secolo nell’architettura di certe chiese nei paesi scandinavi, prevede l’utilizzo di legno massiccio senza colle né parti metalliche, in grado di garantire un ottimo livello di salubrità e di qualità abitativa. La struttura lignea è indeformabile in caso di sollecitazioni sismiche ed è caratterizzata da resistenza meccanica, stabilità, ritenzione del calore e, per le sue proprietà termo equilibranti, è particolarmente indicata in zone umide come quella di progetto. Esternamente l’edificio è stato completamente rivestito da un cappotto in pannelli in fibra di legno da 14 cm; la struttura del tetto, sempre in legno, presenta un manto di copertura in tegole rosse in cemento con sottostante isolamento termico e ventilazione, grondaie, scossaline e pluviali in alluminio. Anche le strutture interne quali tramezzature, scale e pilastri sono realizzate in legno e tutte le parti perimetrali interne sono rivestite da una pannellatura in fibra di gesso con un’intercapedine dove sono stati installati tutti gli impianti.
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Foto: Alberto Franceschi Photography
La zona giorno è un ampio open space caratterizzato da colori chiari che enfatizzano la luce naturale.
_due parole con il costruttore________ Risponde alle domande Rubner Haus che, con oltre 25.000 case in legno costruite e più di 55 anni d’esperienza, è sinonimo di soluzioni su misura per realizzare abitazioni in legno nel pieno rispetto della sostenibilità e salubrità e con i più alti standard produttivi e tecnologici. Quali sono state le sfide che avete affrontato nella realizzazione di questa abitazione? Se si possono definire sfide, la prima è stata soddisfare le esigenze dei committenti. I clienti, infatti, essendo medici che hanno un’attenzione particolare al benessere psico-fisico della persona e all’alimentazione sana, hanno voluto una casa che fosse sostenibile e salubre, che fosse particolarmente curata nel dettaglio architettonico e che fosse fabbricata in maniera precisa. Ed è per questo che si sono rivolti alla nostra azienda che, avendo una notevole esperienza, storia e capacità di esecuzione, ha costruito in modo preciso e con competenza il loro progetto. Questa casa si caratterizza per la presenza di due tipi di sistemi costruttivi, uno massivo e uno leggero. Ci sono state delle difficoltà nel far dialogare i due sistemi? La casa è il risultato dell’integrazione di due sistemi costruttivi, holzius – la parete massiccia – e un sistema a telaio e per noi non è stato un problema gestire i due sistemi né nella progettazione né nella produzione. Avendo infatti linee di produzione proprie dove si fabbricano i sistemi sopra citati e utilizzati nella casa, Rubner Haus / Gruppo Rubner ha già al suo interno tutto il sapere tecnico/produttivo, che va dalla progettazione alla produzione, fino al montaggio.
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_due parole con il progettista________ Composto dall’arch. Francesco Coccato e dal geom. Gionni Coccato, lo Studio Oikos si occupa di progetti di architettura, pubblica e privata, affrontando il tema della trasformazione, del rapporto tra innovazione e preesistenze, tra funzione e forma, tra “prodotto”, nel senso più ampio, e comunicazione. Ogni progetto, anche di interni, è principalmente tessuto di superfici, di luce, di materie sensibili, di spazi, di dettagli e di decorazioni. Professionalità, qualità dei progetti, innovazione tecnologica sono i punti di forza dell’attività. Come è stato possibile costruire un’abitazione con un sistema in legno massiccio, combinando una struttura lignea con le parti in mattoni? Solo una grande armonia tra noi progettisti, l’appaltatore della struttura in legno e l’impresa edile ha reso possibile questo risultato che mette assieme elementi in legno e mattoni facciavista. Grazie alla flessibilità e all’impegno di tutti gli attori in scena, i singoli elementi dell’edificio hanno assunto una potenza particolare che l’architettura tradizionale, a cui sono ispirati, conferisce loro; vorremmo però ribadire che questo è un progetto in cui è l’insieme che ha vinto, è l’amalgamarsi degli elementi che ha portato a ottenere ottimi risultati.
Il colore caldo del pavimento e del grande tavolo in legno spiccano nell’ambiente quasi etereo dell’area living.
Foto: Alberto Franceschi Photography
Perché avete deciso di spostare il sedime dell’edificio esistente? Quali sono le problematiche riscontrate che hanno portato a questa scelta? La normativa ci ha permesso di ristrutturare l’esistente, spostando nell’area adiacente il volume edilizio, pur variandone la sagoma. La nuova collocazione ci ha permesso di raggiungere alcuni obiettivi indispensabili per l’ottimale insediamento dell’abitazione; abbiamo potuto migliorare la visibilità viabilistica dell’incrocio esistente e l’acustica degli spazi interni grazie all’arretramento rispetto alla strada e il terreno sottostante alla nuova casa ha una capacità portante più idonea per la costruzione; tuttavia la motivazione principale è da ricercarsi nella alta pericolosità idraulica della zona. Pertanto l’edificio è stato arretrato rispetto alla zona a rischio e si è alzata la quota di imposta, così da mitigare il rischio di allagamento dell’abitazione in concomitanza di forti precipitazioni o in caso di esondazione dell’adiacente fiume.
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Sezione trasversale – lavanderia/garage
Sezione trasversale – corridoio
Sezione trasversale – cucina
Sezione longitudinale – soggiorno/pranzo
Prospetto sud
Prospetto est
Prospetto ovest
Prospetto nord
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Le fasi di costruzione della struttura in legno dell’abitazione. Dall’arrivo delle pareti in cantiere alla posa degli elementi prefabbricati in legno, sino al completamento delle finiture negli ambienti interni.
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Laboratorio di Architettura & Design
Villa Missaglia Missaglia
Foto: ©Casiraghi
Foto: ©Casiraghi
Scorcio della casa dall’ingresso: l’elemento che connota l’abitazione è la falda della copertura che scende fino a terra.
Il garage in primo piano e, sullo sfondo, la grande vetrata della zona giorno affacciata sul giardino.
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Foto: ©Casiraghi
Il tetto, piegandosi, si allunga oltre l’involucro proteggendo gli ambienti del vivere da viste indiscrete.
Ubicazione: Località di Contra – Missaglia (LC) Progetto: arch. Valentino Scaccabarozzi – Laboratorio di Architettura & Design, Missaglia (LC) Bioarchitettura, Direttore Lavori, Progettazione del verde, Impianto elettrico: arch. Valentino Scaccabarozzi Termoidraulica, solare termico e Fotovoltaico: ing. Giuseppe Pietro Tebaldi, Ranica (BG) Costruttore struttura legno: PozziCase, Colico (LC) Fornitore struttura legno: XLAM Dolomiti, Castel Ivano (TN) Lavori: settembre 2018 – ottobre 2019 Superficie verde: 842 m2 Superficie utile: 189,91 m2
Il tetto diventa casa In una zona collinare, verde e poco ventilata della Brianza sorge questa nuova abitazione che si inserisce nel lotto distribuendosi attorno allo spazio centrale del giardino, oggi parte integrante della casa. La scelta della posizione del volume scaturisce dalla volontà di allontanarsi il più possibile dalla strada e di scostarsi in maniera visiva dall’adiacente grande azienda vinicola a nord, lato su cui l’edificio si chiude con solo delle piccole finestre a servizio dell’area notte. L’abitazione si apre invece a sud ovest, verso il “centro” della corte, così da sfruttare al meglio gli apporti solari nelle diverse stagioni; l’area giorno della villa, la quale è organizzata su un unico piano, è collocata proprio su questo affaccio, con un’ampia vetrata sul giardino che garantisce grande luminosità all’ambiente. L’edificio ha una pianta a L dall’impianto semplice con una copertura che è portatrice di una duplice innovazione e reinterpretazione dell’architettura locale, da un lato a livello formale, dall’altro a livello materico. La forma proposta è quella di una falda inclinata, che richiama la tradizione lombarda ma mediata dal linguaggio architettonico contemporaneo, con gli estremi più alti e il punto centrale di raccordo più basso. Il tetto “crosta” si propaga sulle pareti per proteggere la dimora da viste indiscrete rivestendo interamente i prospetti a nord e sud. Il trattamento della copertura fa riferimento a un altro elemento della memoria locale, quello del tetto in tegole di cotto, ancora una volta ripensato. Si tratta, infatti, di un particolare tipo di tegola artigianale dalla colorazione variegata, che va dai toni del rosso a quelli del testa di moro e che dialoga coerentemente con i materiali scelti per le finiture della facciata, ovvero intonaco a grana fine e legno di larice. L’abitazione è a energia quasi zero ed è caratterizzata da una particolare cura in termini di sostenibilità ambientale; realizzata con pareti in legno e isolamento in fibra naturale, è dotata di una pompa di calore alimentata da un impianto fotovoltaico con prestazioni che garantiscono una classificazione energetica in classe A4.
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Foto: ©Casiraghi Foto: ©Casiraghi
La corte verde sulla quale si affacciano la zona living e il portico.
Verso est l’edificio inizia a chiudersi, riducendo le dimensione delle finestrature così da evitare le dispersioni energetiche.
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1 ingresso 2 soggiorno 3 sala da pranzo 4 cucina 5 studio 6 bagno 7 camera 8 cabina armadio 9 lavanderia 10 locale tecnico 11 cantina 12 deposito 13 autorimessa 14 portico
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9
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5
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4
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Piano terra
Sezione AA
Sezione BB
Prospetto est
Prospetto ovest
Prospetto sud
Prospetto nord
_la struttura________ La tecnologia adottata per la realizzazione delle strutture è quella della costruzione a secco con struttura in legno su fondazioni in calcestruzzo armato. Il sistema scelto (X-lam) prevede il ricorso al legno lamellare a strati incrociati, formato da lamelle di abete incrociate una sull’altra e incollate ad alta pressione. La stratigrafia delle pareti perimetrali, a est e a ovest è composta da una contro parete in cartongesso, isolante in fibra di legno, barriera al vapore, pannello strutturale X-lam, pannello in lana di roccia e intonachino. Le pareti a nord e a sud sono ricoperte dal tetto “crosta” con un particolare tipo di tegole piane artigianali; il prospetto nord ha una facciata ventilata con cappotto in fibra minerale mentre il prospetto del portico è una parete fredda non isolata rivestita con doghe orizzontali in legno di larice. I serramenti sono in legno laccato bianco con doppia camera a triplo vetro. L’involucro è stato verificato con un test di tenuta all’aria (Blower Door Test).
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Foto: ©Casiraghi
Una struttura fissa forma un cono visivo che invita l’ospite a entrare nella zona giorno definendo, al contempo, le varie zone del living.
Foto: ©Casiraghi
La cucina si affaccia sul soggiorno dal quale può essere separata da una porta vetrata a tutta altezza.
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_due parole con il progettista________ L’arch. Valentino Scaccabarozzi intraprende l’attività come libero professionista certo dell’importanza rilevante in ambito sociale di questa professione. Da quel momento gli interessi, gli incarichi e l’aggiornamento costante nel campo dell’architettura nei suoi settori contribuiscono a garantire una presenza sul territorio. Nel corso degli anni realizza progetti in diversi ambiti: produttivo, retail, residenziale, pubblico, architettura di Interior Design, con particolare attenzione allo sviluppo tecnologico per l’architettura sostenibile. Perché avete scelto una struttura in legno per questa abitazione? Cosa ha offerto questo materiale rispetto ad altre tecniche costruttive? Il legno è una scelta di fondo. La tecnologia costruttiva intrinseca a questo materiale porta ad assumere un atteggiamento consapevole e chiaro verso il progetto, significa pensare e redigere un progetto fino all’ultimo dettaglio prima di iniziare la sua cantierizzazione. La precisione, la velocità di esecuzione e la qualità esecutiva dell’opera offrono al committente un’esperienza unica perché in breve tempo vede realizzare il proprio sogno. La struttura in X-lam offre robustezza, leggerezza, salubrità e necessita di fondazione in c.a. più ridotte.
Il soggiorno con le ampie vetrate apribili e la vista sul giardino.
Foto: Alberto Franceschi Photography
Visto che ha già realizzato alcuni edifici in legno, se dovesse consigliare un suo collega che approccia per la prima volta un edificio con struttura in legno, quali consigli darebbe? Avendo progettato diversi edifici con struttura in legno, sia a telaio che in X-lam, e soprattutto vivendoci in una di queste case, posso consigliare di affrontare questa tecnica con entusiasmo scansando fin da subito dubbi e incertezze. Solo approfondendo e cimentandosi in questa esperienza se ne potrà raccogliere i frutti. Un primo approccio, dopo essersi formati e documentati, potrebbe essere un affiancamento a un’azienda che produce e realizza case in legno: sarà sicuramente un’esperienza indimenticabile!
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Dettagli della copertura che avvolge l’edificio, una rivisitazione del tetto a falda inclinata tipico della tradizione lombarda.
Parete dall’esterno - tegola - listello porta tegole - lama d’aria - listello - barriera impermeabile - doppio strato di coibentazione - struttura in X-lam - barriera al vapore - isolante termico acustico - doppio pannello cartongesso
Copertura dall’esterno - tegola - listello porta tegole - lama d’aria - listello - barriera impermeabile - doppio strato di coibentazione - barriera al vapore - assito - trave
Sezione AA
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Posa delle pareti in X-lam e nastrature delle giunzioni tra i pannelli.
Installazione della struttura primaria e secondaria della copertura.
Barriera al vapore e isolamento in copertura e fissaggio su cordolo metallico delle falde del tetto.
Dettaglio della struttura in X-lam e posa delle tegole su listello.
Dettaglio della sottostruttura della facciata ventilata e completamento dei rivestimenti esterni.
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next Casa V Antonio Pandini Alpine Mood Andrea Zanchetta Museo delle Palafitte Ledro Luca Oss Emer, Massimo Scartezzini Villa in paglia Nicola Preti
Foto: Miriam Tinto
Yellow House Alejandro Soffia