SCENARI NOVEL FOOD
menu stuzzicanti a base di… insetti di Umberto Marchi
32 luglio 2016
Il Regolamento UE 2283/2015, entrato in vigore quest’anno, semplifica l’accesso al mercato europeo degli alimenti del “novel food” appartenenti alla tradizione dei paesi extraeuropei: in gran parte si tratta di insetti, che la Fao considera una soluzione alla scarsità di proteine e ai problemi ecologici legati alla produzione di cibo. Avete presente le avventure “al limite” di Bear Grylls, l’ “iron man” televisivo che va alla scoperta dei posti più inospitali del pianeta improvvisando accampamenti estremi e nutrendosi di insetti vivi? Quante volte abbiamo pensato con ribrezzo a quegli esoscheletri spezzati con i denti, alla viscida bava delle lumache, alla fastidiosa consistenza dei vermi e al disgustoso dibattersi delle zampe dei ragni e dei millepiedi mentre lui, in tutta tranquillità, se ne ciba senza fare una piega? Inutile negarlo: la nostra sensibilità alimentare fa a pugni con l’idea di ingerire insetti, anche se non è un mistero che in diversi posti del mondo essi siano comunemente mangiati e, anzi, in alcuni casi considerati delle prelibatezze.
Il nuovo Regolamento sul “Novel food”
Qualcosa, però, anche alle nostre latitudini sta cambiando, e non si tratta solo di gusto e globalizzazione gastronomica: il fatto è che in un pianeta ormai occupato da sette miliardi e mezzo di anime (si stima che saranno quasi 10 nel 2050) i cibi proteici, di cui abbiamo tanto bisogno, iniziano a scarseggiare. In questo quadro gli insetti possono fornire una soluzione a portata di mano. Secondo la Fao attualmente essi integrano la dieta di almeno due miliardi di persone al mondo, e ben presto il problema della scarsità di cibi proteici potrebbe arrivare molto più vicino a noi di quanto possiamo immaginare. Non è un caso che, lo scorso dicembre, sia stato pubblicato il Regolamento 2015/2283/UE, in vigore da gennaio, che facilita l’accesso ai mercati europei per diversi alimenti delle tradizioni alimentari extraeuropee, insetti in testa. Insomma, il nuovo Regolamento sul “novel food” (nuovi alimenti, appunto) prevede che sulle nostre tavole possano arrivare anche lepidotteri, imenotteri, celiferi, uova, larve e compagnia bella in modo molto più semplice rispetto a ieri. Limitiamoci a un primo esempio, rimandando a più sotto gli approfondimenti del ca-
so: per garantire a un alimento “esotico” un accesso facilitato al mercato europeo, basterà una semplice notifica che dimostri un comprovato consumo, per 25 anni almeno, di un numero significativo di persone in un paese terzo. Il che, nel caso degli insetti, è una circostanza abbastanza frequente, anche perché si tratta di alimenti che, oltre ad essere ricchissimi di proteine, lo sono anche di altri importanti elementi come vitamine, fibre e sali minerali. Un bruco, ad esempio, fornisce più di 30 milligrammi di ferro per 100 grammi di materia secca, a fronte del milligrammo o poco più della carne bovina.
Gli insetti più mangiati
Poco meno di 2mila, secondo i dati Fao, sono le specie di insetti che già oggi sono consumate nel mondo: per il 31% coleotteri, per il 18% bruchi (lepidotteri), per il 14% api – vespe e formiche (imenotteri), per il 13% cavallette – locuste e grilli (ortotteri), per il 10% cicale – cicaline – cocciniglie e cimici (emitteri), per il 3% termiti (isotteri), per il 3% libellule (odonati), per il 2% mosche (ditteri), per il 5% insetti appartenenti ad altri ordini. La Fao, ormai da tempo, li considera il cibo del futuro, un futuro che ormai è già in gran parte arrivato: anche perché gli insetti hanno un contenuto nutrizionale e proteico paragonabile a quello della carne e del pesce, e hanno un impatto ambientale (in termini soprattutto di consumo di acqua, disponibilità di terreni ed emissione di gas serra) notevolmente inferiore rispetto agli allevamenti del bestiame convenzionale.
Un cibo sostenibile
Un altro aspetto da considerare, infat-