L'Industria della Gomma 4/2020

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AMAPLAST MARIO MAGGIANI MASCHERINA BERGAMASK FOCUS SETTORE E COVID-19

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA

MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI • maggio 2020 - numero 4

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SOMMARIO

MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA www.industriagomma.it

ANNO 63 - MAGGIO N. 4

Abbiamo letto 10

RASSEGNA DELLA STAMPA TECNICA ESTERA

Direttore responsabile Andrea Aiello In redazione Riccardo Oldani - riccardo.oldani@edifis.it Collaborano alla rivista Giuseppe Cantalupo, Eugenio Faiella, Gianpaolo Brembati Grafica e impaginazione Barbara Aprigliano - barbara.aprigliano@edifis.it Pubblicità dircom@edifis.it Traffico Pubblicitario Francesca Gerbino - francesca.gerbino@edifis.it Stampa Centro Stampa Digitalprint S.r.l. Rimini (RN) Costo di una copia ai soli fini fiscali € 1,00 Abbonamento Italia € 90, Europa € 130, Estero € 150 abbonamenti@edifis.it Arretrati € 15,00 Amministrazione amministrazione@edifis.it

Registrazione Tribunale di Milano n. 4275 del 1.4.1957 Iscrizione Registro Operatori della Comunicazione n. 06090 Tutti i diritti di riproduzione degli articoli e/o foto sono riservati. Manoscritti, disegni, fotografie, supporti audio e video anche se non pubblicati non saranno restituiti. Per le fotografie e le immagini per cui, nonostante le ricerche eseguite, non sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad adempire ai propri doveri. Ai sensi del Reg.EU 679/2016 l'Editore garantisce la massima riservatezza nell'utilizzo della propria banca dati con finalità redazionali e/o di invio del presente periodico. Ai sensi dell'art. 15 il ricevente ha facoltà di esercitare i suoi diritti fra cui la cancellazione mediante comunicazione scritta a EDIFIS Spa - Viale Coni Zugna 71 - 20144 Milano (o ai riferimenti sotto trascritti), luogo della custodia della banca dati medesima.

Protagonisti - Mario Maggiani

16 MACCHINE: COSÌ IL SETTORE REAGISCE AL CORONAVIRUS Mario Maggiani, il direttore di Amaplast, ci parla di come le industrie manifatturiere produttrici di macchinari per la trasformazione della plastica e della gomma hanno affrontato la crisi connessa a Covid-19. Molte hanno potuto continuare l’attività, ma gli impatti su ordini e fatturato saranno sicuramente consistenti. La voglia di reagire però e alta. L’auspicio è che il 2021 possa essere l’anno del rimbalzo, in cui l’appuntamento con la fiera Plast, in programma dal 4 al 7 maggio, si preannuncia come un’occasione di rilancio.

Focus - Emergenza Covid-19

21 NON CI SERVONO AIUTI, MA CHIAREZZA Come stanno reagendo le imprese della filiera della gomma alla situazione del tutto particolare imposta dall’epidemia di Covid-19? Con determinazione e orgoglio, e anche con una precisa visione della situazione economica a cui stiamo andando incontro e delle cose che il Governo nazionale e gli enti locali dovrebbero fare. Non aiuti specifici, per un settore che grazie all’oculatezza al momento non soffre di problemi particolari, ma provvedimenti chiari per sostenere tutta l’economia italiana, i consumi dei cittadini, il mercato interno e l’immagine dell’Italia sui mercati esteri.

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ASSOCIAZIONE NAZIONALE EDITORIA DI SETTORE

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA MAGGIO 2020

Dalle aziende

40 QUARANT’ANNI DI STAMPI A REGOLA D’ARTE Nel mese di maggio OR.P. Stampi, uno dei principali produttori di stampi per lo stampaggio della gomma, compie 40 anni di attività. Una storia iniziata in un garage di 35 metri quadri, che ha portato oggi l’azienda a essere un punto di riferimento nel settore sia nel distretto del Sebino sia a livello internazionale, grazie al cospicuo export e alla partecipazione a progetti di ricerca europei. Ora, forse, la sfida più difficile, che però i quattro soci sono decisi ad affrontare con la voglia e la determinazione di sempre.


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MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI

SOMMARIO ANNO 63 - MAGGIO N. 4

Dalle aziende

46 IL CLOUD NON È UNA SCATOLA MAGICA Impostare la rete ICT aziendale non può essere fatto in modo improvvisato. Occorre innanzi tutto possedere nozioni di base sulle tecnologie informatiche e sulle loro reali potenzialità, che vanno sempre unite a un utilizzo consapevole e responsabile. Per questo, quando si pensa a impostare o a rinnovare la propria infrastruttura informatica bisogna rivolgersi ad esperti del settore. Per capire come ci si dovrebbe muovere abbiamo interpellato gli esperti di Grid IT, un’azienda di Villongo, in provincia di Bergamo, che tra i suoi clienti annovera numerose aziende del settore gomma.

52 DOTARSI DELLE ULTIME TECNOLOGIE SENZA CAMBIARE LE MACCHINE

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Essere aggiornati dal punto di vista tecnologico è fondamentale per essere competitivi sul mercato e mettere in pratica i dettami della fabbrica digitale proposti dal modello di Industria 4.0. Ma investire in questo momento in nuovi macchinari è una scelta piena di incognite. Esistono strade alternative? Ne abbiamo parlato con Claudio Tosi, uno dei titolari di Multi Data, società specializzata nel revamping e nelle automazioni di impianti di dosaggio e mescolazione.

56 STORIA DI UNA MASCHERINA E DELLA VOGLIA DI RIPARTIRE La rabbia nel vedere la Lombardia colta di sorpresa dall’epidemia. La forte volontà di reagire. Da qui è partito il progetto di StilGomma, produttore di articoli tecnici innovativi, per realizzare una mascherina protettiva riutilizzabile, sicura e a basso costo. Si chiama BergaMask ed è distribuita in farmacia o direttamente alle aziende che la vogliono per i propri dipendenti. Con i quattro partner che l’hanno aiutata nello sviluppo, l’azienda di Castelli Calepio ha anche avviato una donazione di 10.000 pezzi e 300.000 filtri intercambiabili per i volontari e per le forze dell’ordine. Storia di un progetto esemplare.

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News

63 IL TACCUINO

Pil Italia: è calo record nel primo trimestre 2020 Presse Engel per la produzione di mascherine u La ripartenza in sicurezza u Nuovi TPE Kraiburg per alimenti u OPC UA: nuovi standard per le macchine per la gomma u Il nuovo amministratore delegato di BASF Italia u Stampaggio in ambiente sterile u Il nuovo standard ISO per le macchine di stampaggio a iniezione u u

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72 GLI INSERZIONISTI DI QUESTO NUMERO

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA MAGGIO 2020

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Rassegna della stampa tecnica estera www.tiretechnologyinternational.com | APRIL 2012

INTERVIEWS

Jean-Pierre Jeusette general director, Luxembourg Innovation Center, Goodyear Dunlop Roger Sanders technical manager, Continental UK

EXPO REVIE

Letter of I più interessanti articoli usciti di recente sulle riviste tecniche the law internazionali specializzate e riguardanti materiali, applicazioni, processi, prove, misurazioni e destinati al settore della trasformazione della gomma. Letti e riassunti per voi dai nostri esperti Product W de from Tir buts Technologe Expo 2012y

Revolution or rush job? Important questions remain unanswered ahead of tire labeling’s introduction in European markets

PROVE E MISURAZIONI ANALISI DEI METODI PER MISURARE LA DISPERSIONE DELLE CARICHE IN MESCOLE DI GOMMA K. Knipp, Akron Rubber Development Laboratory, Akron, Ohio (USA) RubberWorld, gennaio 2020, pag. 21-31 uesto articolo si sviluppa in undici pagine, di cui sette complessivamente dedicate a grafici, tabelle e fotografie e solo quattro alla trattazione dell’argomento. In tal modo l’attenzione di chi legge rimane viva e non si stanca di seguire tutti i paragrafi. Senza dubbio di interesse l’argomento, dato che la dispersione delle cariche nella mescola assicura buone prestazioni al manufatto, soprattutto nel caso di articoli sottoposti a flessioni ripetute, come il fianco di un pneumatico. Sono tre le tecniche descritte per misurare la dispersione delle cariche, in base al principio che sulla superficie di un campione di gomma appena tagliato si formano picchi o avvallamenti: dispersione Phillips, DisperGrader e nSpec 3D (di tutte e tre ci sono parecchie immagini, relative alle dispersioni di carbon black e silice ottenute nelle prove). Illustrati i tre metodi utilizzati, si passa alla parte pratica e, sulla ba-

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PICTURE-PERFECT

THE NEXT TOP MODEL

UNIVERSITY FOCUS

Bridgestone’s latest take on colored sidewalls is lightweight, and simple enough to be applied by dealers

We explore the role of tire data in vehicle performance simulations. Will engineers ever know enough?

Isoprene from cellulose: how the paper industry could enter the tire supply chain

se di una mescola in SBR 1500, si ottengono cinque mescole con 50 phr ciascuna rispettivamente di carbon black N234, N330, N774 (i tre gradi sono ad alta, media e bassa area superficiale nell’ordine), Hisil 190 G e Zeosil 200 MP (silice convenzionale la prima, ad alta dispersione la seconda). Dopo le parti riguardanti la lavorazione, si arriva a quella relativa alle misurazioni, in cui ci si rende pienamente conto del funzionamento dei tre metodi di prova. Le cinque mescole esaminate vengono caratterizzate, rilevando carico e allungamento a rottura, modulo, durezza e resistenza alla lacerazione e analizzando la dispersione delle cariche con i tre metodi scelti. Scontati i risultati delle prove fisiche: • il carbon black N774 manifesta il carico di rottura più basso, mentre le due silici hanno prestazione pressoché identica con valori bassi analoghi a quello del carbon black N774; • l’allungamento a rottura offre invece risultati simili per i tre carbon black, mentre i valori sono molto alti per le due silici (più del doppio di quello dei carbon black), grazie alla loro polarità più alta di carbon black ed SBR; • per il modulo 100 % i valori dei car-

bon black (N774 è il peggiore) sono molto più alti di quelli delle silici, peraltro molto simili fra loro; • analoga situazione per la resistenza a lacerazione, con i valori dei carbon black inferiori a quelli, simili fra loro, delle silici. Per quanto riguarda invece le tecniche di misurazione della dispersione delle cariche, per tutte ci sono vantaggi e difetti, così che la scelta di una o dell’altra può essere altrettanto valida. PROVE E MISURAZIONI MISURAZIONE DELLA DEFORMAZIONE NELLA CARATTERIZZAZIONE DI UN ELASTOMERO J. Camara, Instron, Norwood, Massachusetts (USA) - RubberWorld, gennaio 2020, pag. 32-34 isurare la deformazione è fondamentale per caratterizzare le proprietà di un materiale, dal momento che si tratta della quantità che il materiale stira, muove o allunga dalla posizione originale sotto sforzo. Questa informazione consente a produttori, progettisti e ricercatori di stabilire come e quando il materiale può essere utilizzato e come si può prevedere che cambi sotto certe condizioni. Per la gomma è importante anche

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ABBIAMO LETTO PER VOI

il modulo di elasticità, spesso chiamato semplicemente modulo, che misura l’iniziale regione lineare di una curva sforzo/deformazione: il suo calcolo serve a capire la quantità di sforzo e deformazione, che un materiale può sopportare prima di rimanere deformato in modo permanente, considerando che i materiali, sollecitati al di là della regione del modulo, cederanno o si romperanno poco dopo. Questo articolo prende in esame la natura non-rigida della maggior parte degli elastomeri per discutere i vari metodi e gli strumenti di misura più appropriati. Espressa la considerazione che le norme di prova per gli elastomeri sono l’ASTM D412 (campione a forma di osso di cane) e l’ASTM D575 (campione a forma di cilindro), l’articolo dedica un breve paragrafo al metodo di misura più semplice e meno accurato, ossia lo spostamento trasversale, per poi dedicarsi agli

estensometri. Vengono descritti vari tipi di apparecchiature, basate sul sistema a tensione a lunghezza calibrata e a corsa lunga, manuali e automatici, a contatto e senza contato, ad alto rendimento e a compressione, che offrono un’accuratezza più elevata e possono essere a loro volta con trasduttore di spostamento lineare variabile LVDT (Linear Variable Displacement Transducer) o senza contatto. PROVE E MISURAZIONI PROVE PER MODULO DINAMICO E SUA RELAZIONE CON MODULO STATICO I. Saltuk, N. Akgerman, Tavdi Company, Barrington, Illinois (USA) - RubberWorld, gennaio 2020, pag. 43-45 urante la loro vita di esercizio, tutti i materiali subiscono sollecitazioni e deformazioni: per quanto riguarda la gomma, un modo per caratterizzarla e

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prevederne il comportamento consiste nello studiare il suo modulo dinamico e la sua relazione con il modulo statico dello stesso campione. Lo strumento più usato per questo scopo, nell’ambito dell’isolamento dalle vibrazioni, è l’oscillografo meccanico Yerzley AYO-IV, che utilizza un moto armonico semplice, con momento d’inerzia variabile mediante l’aggiunta di pesi ad un raggio, che induce forze di compressione su di un campione tra due piatti paralleli. La stessa modalità viene utilizzata su campioni con sforzo di taglio, preparati come campioni doppi di componenti in gomma fra tre piatti d’acciaio secondo l’ASTM D945-16, Parte B. A parte l’impressione che lo svolgimento dello studio non sia di facile comprensione per chi non ha già esperienza in merito, risultano tuttavia interessanti due risultati ottenuti: • la diluizione del polimero con cari-


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che tende ad aumentare il modulo e, in particolare, la rigidità dinamica, il che porta ad un aumento di trasmissibilità della vibrazione; • i valori della durezza indicano che silice e carbonato di calcio non danno lo stesso livello di aumento di modulo fornito dal carbon black. MATERIE PRIME E LAVORAZIONE SVILUPPO DI SILICE PER MESCOLE DI FIANCO PNEUMATICO L. Dos Santos Freire, T. Brenner, N. Silvernail, PPG, Pittsburgh, Pennsylvania (USA) RubberWorld, febbraio 2020, pag. 18-23 utilizzo di silice amorfa precipitata nel pneumatico fornisce un’isteresi più bassa rispetto al carbon black e può aiutare a ridurre la resistenza al rotolamento. Posto che questa proprietà è determinata soprattutto dal battistrada, responsabile di circa il 50 % della perdita di energia totale del pneumatico, fra le parti non battistrada è tuttavia il fianco del pneumatico a contribuire maggiormente all’efficienza del carburante, col 20 % di perdita di energia. È per questo motivo che il fianco è il candidato ideale per valutare nuove silici da usare nel pneumatico. Il fianco viene prodotto con una mescola di gomma naturale e butadiene, di solito caricata con 40-50 phr di carbon black (N330 o N550), costituisce lo strato che protegge la carcassa del pneumatico contro tutti i processi degradativi (agenti atmosferici, lacerazione, fatica etc.) e la sua isteresi non può essere migliorata sacrificando la resistenza a tali processi. L’articolo prende in esame gradi di silice silanizzata Agilon di PPG, partendo dai risultati di studi sul fianco del pneumatico, che mostrano come la silice precipitata, rispetto al carbon black, migliori la perdita di energia, la resistenza a lacerazione, la crescita di tagli e la crescita di screpolature causate dall’ozono nonché, nel caso di silice silanizzata, l’efficienza del carburante. La resistenza del fianco all’invecchiamento, causato da ossigeno e azoto, si ottiene con sistemi di cere e

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diammine, la cui ottimizzazione di concentrazione e velocità di migrazione necessita di ulteriori miglioramenti, mentre nulla è stato fatto finora sulla possibilità di migliorare la durata di manufatti di gomma per mezzo di una razionale progettazione delle cariche e della loro chimica di superficie. Vengono valutate quattro cariche, due silici (Hi-Sil EZ160G e Agilon 400G) e due carbon black (N330 e N550), con una formulazione standard per fianco pneumatico a base gomma naturale e butadiene, per esaminare l’impatto su perdita di energia e processi degradativi, con attenzione rivolta anche a conduttività e a migrazione dell’antiossidante. L’esposizione dell’argomento si articola nei seguenti paragrafi: • proprietà della mescola cruda; • proprietà della mescola vulcanizzata; • migrazione dell’antiossidante; • reisistenza all’invecchiamento; • conduttività. L’articolo è senza dubbio interessante e gli esiti delle prove, sia pure non esaltanti, confermano le migliori prestazioni della silice silanizzata rispetto a quella precipitata, mentre entrambe si rivelano migliori del carbon black N550 e la sostituzione parziale del carbon black con silice risulta possibile, col mantenimento della conduttività elettrica della mescola. MATERIE PRIME E APPLICAZIONI MESCOLAZIONE SOSTENIBILE: CONFRONTO FRA CARBON BLACK DI RECUPERO E CARBON BLACK N650 STANDARD IN MESCOLE DI EPDM A. Gil, Alpha Technologies, Hudson Ohi (USA), I. Quinzacara, Ecotr Chile, Las Condes (Chile) - RubberWorld, febbraio 2020, pag. 29-36 o studio affronta un tema di grande attualità, ossia il recupero di materie prime (carbon black in questo caso) da manufatti giunti a fine vita. In quest’ambito il primo posto spetta al pneumatico, dal momento che in un anno si ven-

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dono globalmente circa 1,4 miliardi di pneumatici nuovi, una quantità più o meno pari a quella dei pneumatici usati e destinati allo smaltimento o al recupero. Partendo da questa situazione, la lunga introduzione dello studio offre una panoramica sui metodi di recupero degli scarti di gomma, pneumatici nella fattispecie, con un’interessante digressione sui vari metodi di devulcanizzazione attuati finora con relative applicazioni pratiche e limiti riscontrati. L’attenzione viene posta sul carbon black ottenuto da pneumatici per termolisi, classificato dalla normativa ASTM come rCB (recovered Carbon Black), che presenta proprietà colloidali simili a quelle di un grado rinforzante della serie N300, mentre la sua prestazione in gomma è simile a un grado semi-rinforzante N672 ed è questa prestazione che si deve tenere in conto. Lo studio descrive le proprietà reologiche e tensili di otto batch di una mescola EPDM per tubi, in cui vengono utilizzati carbon black N650 e un campione di rCB ottenuto da una prova industriale (rispettivamente tre e cinque batch con diversi livelli di phr), al fine d esaminare l’influenza della specifica carica e della sua concentrazione sulle proprietà della mescola. Descritti materiali e metodi utilizzati (due tabelle riportano le proprietà dei carbon black valutati, sia quelle colloidali che quelle in gomma), nonché le cinque norme AST in gioco (molto utili perché si spiega accuratamente la prova relativa alla singola norma, cosa che non tutti conoscono nel dettaglio), lo studio affronta la corposa parte, ben cinque pagine, dedicata a risultati e discussione. Molto chiara l’esposizione, con numerosi grafici che aiutano in tal senso, che tratta i seguenti argomenti, con opportune considerazioni e riscontri: • proprietà reologiche (le mescole con rCB hanno un minore accumulo di calore rispetto al carbon black N650); • proprietà dinamiche (il modo mi-


ABBIAMO LETTO PER VOI

gliore per misurare e quantificare le proprietà dinamiche di un vulcanizzato consiste nell’applicare meccanicamente una deformazione sinusoidale e misurare la risposta alla sollecitazione); • proprietà tensili (i campioni con rCB hanno un effetto negativo su queste proprietà all’aumentare della deformazione e i residui carboniosi danneggiano la dispersione, per cui questo carbon black deve essere sottoposto ad una macinazione ottimizzata, per non ridurre troppo la sua struttura e di conseguenza le proprietà tensili della mescola). Dato per scontato che esiste un livello di caricamento ottimale del carbon black, si può concludere che: • a pressoché pari quantità di utilizzo, rCB ed N650 si comporteranno in modo simile per quanto riguarda le proprietà dinamiche; • i valori riscontrati indicano che le mescole con rCB tenderanno ad es-

sere più omogenee e scorrevoli di quelle con N650; • le mescole con N650 mostrano una tan δ più elevata rispetto a quelle con rCB, il che comporta maggiore smorzamento in applicazione; • il tipo di carbon black non influenza la correlazione fra G’ e modulo @ 300 %; • sulla base della risposta di tan δ alla prova di effetto Payne, le mescole con rCB possono avere una migliore processabilità nella fase di nonvulcanizzazione rispetto a quelle con N650; • le mescole con minori carichi rinforzanti mostrano, in questo caso, un aumento delle proprietà meccaniche, il che può essere imputato alla saturazione del polimero; • ai fini dei costi di produzione, la progettazione di una mescola deve tener conto di variabili, come tempi di vulcanizzazione e lavorabilità; • gli rCB possono sostituire il carbon

black N660 e, in alcune applicazioni, i carbon black N772 ed N550; • questo tipo di Rcb ha un buon potenziale e deve essere ancora sviluppato, di pari passo con la sua standardizzazione, per stabilire una correlazione fra le sue prestazioni colloidali e in gomma e, di conseguenza, permettere ai produttori di mescole di effettuare corrette comparazioni con i carbon black convenzionali. MATERIE PRIME E APPLICAZIONI CONSIDERAZIONI SU MESCOLE DI GOMMA PER CAVI ELETTRICI G. Wray, Hexpol Compounding, Eupen (Belgium) - RubberWorld, marzo 2020, pag. 20-23 on questo articolo Hexpol, una delle più impor tanti aziende mondiali per la produzione di mescole di gomma, offre una panoramica esauriente sugli elastomeri idonei alla produzione di cavi elettrici per vari settori appli-

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA APRILE 2020

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RUBBER CLUB

cativi. Due tabelle riportano i tipi di elastomero presi in esame, classificati come di impiego generale e speciali, menzionando per ciascuno le proprietà meccaniche, la resistenza alla fiamma, a ossigeno e azoto, agli agenti atmosferici, all’olio, agli acidi ed alcali ed evidenziando le sue caratteristiche chiave e l’utilizzo tipico dei relativi cavi ottenuti. Chiunque legga l’articolo, compresi i produttori di cavi elettrici e i tecnici dei produttori di mescole, può rinfrescarsi memoria ed esperienza oppure farsi una cultura di base in merito, considerando che quello dei cavi elettrici è sempre stato uno dei settori più avanzati della gomma dal punto di vista dell’innovazione tecnologica, attento com’è alle esigenze mutevoli delle applicazioni finali. Discorsive e scontate le parti relative alla scelta dell’elastomero e alle normative, mentre più vivaci ed interessanti sono quelle dedicate alle considerazioni di processo, alla comparazione fra produzione di mescole interna e demandata a terzi e alla conclusione, che riassume tutto il senso dell’articolo, ossia la necessità di collaborazione stretta fra cliente finale, fabbricante del cavo e produttore della mescola. Naturalmente Hexpol mette bene in evidenza le ragioni perché un fabbricante di cavi elettrici acquisti le mescole da un produttore di mescole anziché prodursele all’interno, ma è altrettanto vero che, a meno che si tratti di cavi speciali per vari motivi (applicazione particolare, cliente finale, omologazione etc.), la produzione di mescole per cavi “generici” può davvero risultare più competitiva se affidata a un terzista. Gli aspetti da considerare, infatti, come descrive in dettaglio l’articolo, sono non solamente il puro costo della mescola, ma tutti gli stadi della filiera produttiva della mescola, che comprende lo sviluppo della formulazione, la disponibilità delle materie prime, i macchinari di produzione, i controlli di qualità etc. Tutto questo viene ben valutato nell’articolo e, se anche si può non 14

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA MAGGIO 2020

essere d’accordo su tutte le considerazioni espresse, l’articolo si rivela comunque valido e merita di essere letto con attenzione. ELASTOMERI E LAVORAZIONE UN NUOVO PARADIGMA NELLA MESCOLAZIONE DEI POLIMERI H. P. Hurlimann, pensionato, ETH, Zurigo (Svizzera) - RubberWorld, marzo 2020, pag. 24-27 autore dell’articolo si lamenta, nell’introduzione, che oggigiorno ci sia poco dibattito sui problemi di base della mescolazione della gomma, come se l’industria della gomma si tirasse indietro da nuove sfide dopo recenti disillusioni. Questo articolo vuole così ricordare al settore produzione mescole, da parte di un esperto di reologia, sia pure in pensione, che esiste un versatile concetto di mescolazione sulla base di estrusione in continuo. Il macchinario modulare è stato sviluppato privatamente e collaudato con polimeri a livello produttivo: rispetto alla mescolazione con flusso di taglio, questo concetto fornisce un più alto potenziale di flussi elongazionali a sollecitazione attiva. Ci sono brevetti in merito ed un progetto simile per applicazione di laboratorio è stato sviluppato dal professore M.R. Makley dell’università di Cambridge. L’articolo, focalizzato sulle mescole di gomma, si apre con un po’ di storia sull’approccio reologico al nuovo processo di mescolazione, ricordando gli albori della reologia dei polimeri, quando gli estrusori per cibi furono riprogettati per la lavorazione delle plastiche, ed arrivando alla definizione del processo di mescolazione controflusso CCP (Contra-flow Compounding Process). Prima di arrivare al macchinario, messo a punto per il processo CCP, Hurlimann presenta cinque interessanti paragrafi: • caratterizzazione reologica del processo di mescolazione della gomma (quattro sono le fasi evidenziate: masticazione, dispersione, distri-

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buzione e diffusione); • scarsa prestazione degli attuali processi di mescolazione con mescolatori aperti e chiusi; • successivi miglioramenti di progettazione per richieste speciali, con estrusori monovite a più dosatori ed estrusori bivite; • flusso elongazionale di fluidi polimerici, laminare e irregolare; • benefici della mescolazione a flusso elongazionale (solo l’elongazione a forza costante è di interesse industriale). La parte descrittiva del processo CCP spiega che il macchinario è una combinazione di quattro moduli collegati, opportunamente illustrati, e si articola poi in analoghi quattro paragrafi. L’articolo si conclude con due considerazioni: • nessun altro macchinario sul mercato offre l’omogeneità molecolare del CCP, che taglia i ritardi nella fase di diffusione e flessibilizza la produzione; • la temperatura di picco della mescolazione, nel processo CCP, è solo metà di quella del ciclo del mescolatore chiuso e, anche senza altri fatti evidenti, si può essere d’accordo sui progressi ecologici ed economici offerti da questo processo. PROVE E MISURAZIONI PROVE AD ALTA VELOCITÀ DI DEFORMAZIONE PER ELASTOMERI E TERMOPLASTICI S. Teller, Veryst Engineering, Needham, Massachusetts (USA) - Rubber&Tire, dicembre 2019 - gennaio 2020, pag. 16-19 lastomeri e termoplastici, che vengono sempre più spesso utilizzati in applicazioni ad alta deformazione ed impatto, per la loro intrinseca struttura molecolare manifestano in questi casi una risposta che dipende dalla velocità della sollecitazione. Nel caso sia deformato più velocemente, il materiale cambia la risposta e diventa più rigido: questo effetto deve esser tenuto in conto quando si progetta un manufatto, che viene sottoposto ad alte velo-

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ABBIAMO LETTO PER VOI

cità di deformazione, con la conseguenza che, se ignorato, il pezzo in questione risulterà sovradimensionato o sottodimensionato. Comprendere, quindi, come un materiale si comporta è fondamentale per scegliere il materiale migliore e per ottimizzare la progettazione di un componente alle condizioni di carico in esercizio. Questo articolo intende esporre e spiegare i diversi metodi di prova disponibili per caratterizzare elastomeri e termoplastici, illustrandone vantaggi e svantaggi e dando anche spazio ad una breve indicazione su come i dati ottenuti possono essere utilizzati per scegliere e calibrare un modello di materiale da usare in un’analisi a elementi finiti. I metodi presi in esame sono: • correlazione di immagini digitali DIC (Digital Image Correlation); • macchine di prova universali o si-

stemi di prova universali UTS (Universal Test Systems); • barra di Hopkins in compressione SHPB (Split Hopkins Pressure Bar); • torri di caduta (Drop Towers); • metodi inversi (ad esempio il metodo ad impatto o caduta di palla e l’esperimento d’impatto di Taylor). PROVE E MISURAZIONI MANUFATTI MIGLIORI RICHIEDONO PROVE MIGLIORI K. Thackeray, S. Williams, Instron, Norwood, Massachusetts (USA) - Rubber&Tire, dicembre 2019-gennaio 2020, pag. 29-31 ggigiorno i consumatori chiedono manufatti più robusti e affidabili e, al crescere delle aspettative, altrettanto aumenta la necessità di sottoporre a prove e misure tutti gli aspetti della loro progettazione. Più prove si eseguono su di un manufatto e i suoi componenti, più il progettista, il produttore e il con-

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sumatore possono essere fiduciosi che avrà prestazioni affidabili. Sottoporre materiali a prove è una condizione fondamentale per determinare come un elastomero verrà prodotto e in che modo si comporterà come componente di un manufatto finale. Tanto per dare alcuni esempi, O-ring e guarnizioni devono essere sottoposti alla prova di compression set per assicurare la tenuta, mentre per antivibranti e giunti si devono fare prove sul loro ciclo di vita per assicurarsi che abbiano la durata richiesta. Questo articolo offre una panoramica delle apparecchiature per prove statiche (con digressione sui sistemi di fissaggio dei provini), estensometri, strumenti dinamici e di impatto, il tutto messo sempre in relazione alle pratiche situazioni di laboratorio e talvolta con riferimento alla vita reale, come nel caso citato degli sport con la palla.


PROTAGONISTI

di Riccardo Oldani

Macchine: così il settore reagisce al coronavirus Mario Maggiani, il direttore di Amaplast, ci parla di come le industrie manifatturiere produttrici di macchinari per la trasformazione della plastica e della gomma hanno affrontato la crisi connessa a Covid-19. Molte hanno potuto continuare l’attività, ma gli impatti su ordini e fatturato saranno sicuramente consistenti. La voglia di reagire però e alta. L’auspicio è che il 2021 possa essere l’anno del rimbalzo, in cui l’appuntamento con la fiera Plast, in programma dal 4 al 7 maggio, si preannuncia come un’occasione di rilancio

D. Quale impatto ha avuto il lockdown sulle aziende produttrici di macchinari per l’industria della plastica e della gomma? R. A livello di costruttori di macchine per la lavorazione della plastica e della gomma ci troviamo, insieme ai costruttori delle macchine per l’imballaggio, in una situazione un po’ diversa rispetto a quella vissuta dalle aziende della meccanica strumentale, perché il codice Ateco che contrassegna la maggior parte dei nostri associati è rientrato nell’allegato 1 (poi diventato 3 nell’ultima versione) dei vari DPCM relativi all’emergenza Covid-19. Quindi anche prima dell’avvio della Fase 2 le aziende sono state autorizzate a continuare a lavorare. Non tutti i nostri associati hanno però potuto farlo, perché ascritti a codici Ateco diversi. Un esempio sono i produttori di stampi, che però in molti casi, in presenza di lavorazioni destinate ai costruttori di macchine o direttamente ai trasformatori hanno potuto inviare la dichiarazione al prefetto che consentiva la continuità produttiva. Le aziende, quindi, almeno per il 75% del totale, sono rimaste aperte. Questo non vuol dire che abbiano lavorato o stiano lavorano al 100%. Se devo fare una stima ritengo che abbiano utilizzato dal 50% al 60% 16

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA MAGGIO 2020

Mario Maggiani è il direttore di Amaplast, l’associazione confindustriale in cui è entrato nel 1994, quando ancora si chiamava Assocomaplast, raggiungendo la carica attuale nel 2010.


MARIO MAGGIANI

della capacità produttiva. Questo per una serie di fattori. Il primo è che in questa situazione è difficile approvvigionarsi di materie prime, di componenti o di carpenteria, a causa del fatto che i trasporti sono complessi e molte aziende fornitrici sono chiuse. A questo si aggiungono i problemi di consegna, cioè le difficoltà a far arrivare le merci a destinazione, un po’ dovute al fatto che alcuni committenti hanno chiesto di posticipare le consegne, un po’ alla difficoltà di organizzare il trasporto, soprattutto quando richiede l’attraversamento di più frontiere in Europa. L’aspetto logistico è, insomma, un fattore di grande criticità. D. Quali sono i timori per il settore? R. Sono soprattutto in prospettiva futura, in particolare per le ripercussioni sugli ordini. Le aziende, almeno per quanto abbiamo potuto valutare attraverso i nostri contatti, temono un calo degli ordinativi che potrebbe essere anche sensibile. Non parliamo tanto delle commesse acquisite, che vengono evase o al limite posticipate, ma di quelle future che stanno venendo a mancare. L’impatto è diverso a seconda del tipo di produzione. Chi realizza macchinari ausiliari avrà un impatto più immediato, nell’ordine di due o tre mesi, mentre chi realizza impianti più grossi, e di maggio valore, sentirà ripercussioni su tempi un po’ più lunghi. Questa valutazione ci viene confermata anche dai colleghi della nostra omologa associazione tedesca, che hanno fatto previsioni simili. In questo momento l’unico paese che sta riprendendo ad acquistare e a ordinare è la Cina, dove l’emergenza sanitaria è sotto controllo e il manifatturiero sta ricominciando. Noi invece, così come gli Stati Uniti, siamo ancora nel pieno della bufera. Quali saranno i reali impatti è ancora prematuro dirlo. Sicuramente ci sarà un decremento degli ordini a doppia cifra. Ma è ancora presto per valutare se sarà del 20%, come per certi versi ci augureremmo da-

ta la situazione, oppure di più, cosa che ovviamente speriamo non si verifichi. D. Di che cosa hanno bisogno le imprese del settore? R. In questo momento, per essere estremamente pratici, la cassa integrazione si rivelerà uno strumento utile, a cui già molte aziende stanno ricorrendo ora ma a cui, nei prossimi mesi, accederà un numero ancora più ampio di imprese. Su altre misure, bisognerebbe entrare più nel dettaglio. Per esempio i meccanismi per ottenere i finanziamenti garantiti dallo stato, anche solo quello con un tetto massimo di 25 mila euro per cui era stato pensato un iter quanto più agile possibile, in realtà richiedono l’adempimento di ancora troppi passaggi burocratici. Il vero problema, ancora una volta, si rivela quindi la burocrazia italiana. Per fare un solo confronto, in Svizzera è stato predisposto un modulo di una pagina che viene compilato dall’imprenditore, il quale il giorno dopo si vede accreditare l’importo del finanziamento, come è stato riportato da molti quotidiani nazionali. Da noi ci sono ancora molti documenti da compilare e tempistiche molto più lunghe. Se dobbiamo ragionare in termini più generali, comunque, appare chiaro che questa crisi avrà una portata tale da richiedere un sostegno a tutta l’economia del paese, a partire dall’industria per proseguire con il commercio all’ingrosso e al dettaglio, che saranno probabilmente i settori più colpiti. Quando un bar, un ristorante o anche un negozio di scarpe resta chiuso per mesi diventa difficile pensare che possa ripartire senza un supporto economico. A questo posso aggiungere, senza polemica ma con spirito costruttivo, che forse la tanto vituperata plastica ha dimostrato in questo frangente di essere indispensabile per una serie di produzioni di vitale importanza e per il fatto di essere un materiale estremamente igienico. Sarebbe pertanto molto utile pensare a un rinvio dell’applicazione della Plastic

Molte aziende trasformatrici o produttrici di macchine nel giro di poche settimane si sono convertite per mettersi a realizzare prodotti utili a fronteggiare la crisi, come mascherine o parti di respiratori. Una dimostrazione della capacità del manifatturiero italiano di individuare in tempi rapidissimi i bisogni del mercato e reagire di conseguenza.

Tax (prevista dal legislatore a partire da luglio 2020). Tutti i settori industriali sono in difficoltà, e pensare di applicare anche questa tassa al settore della trasformazione non mi pare particolarmente lungimirante. Un rinvio all’anno prossimo sarebbe quantomeno necessario. Mi pare di capire che alcuni politici comincino a essere in sintonia e questo ci fa ben sperare. Questo non esclude, ovviamente, che tutto il ciclo di vita della plastica e della gomma debba essere concepito in un’ottica di ecoL’INDUSTRIA DELLA GOMMA MAGGIO 2020

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MARIO MAGGIANI

PROTAGONISTI

nomia circolare. Chiedere il rinvio della Plastic Tax non vuole quindi essere il pretesto per fare un passo indietro in termini di sostenibilità ambientale. Al contrario, deve essere l’occasione per un passo avanti. Ma una nuova imposta sull’industria adesso credo sia deleteria. D. La plastica ha conosciuto un parziale riscatto in questo periodo. Tutti ne hanno riconosciuto l’utilità durante l’emergenza. R. I vantaggi della plastica li conosciamo, sono noti. Consente di realizzare prodotti monouso. È estremamente igienica. Li abbiamo visti in applicazioni utili per tutti, come per esempio per la produzione del tessuto non tessuto usato per le mascherine. Molte aziende trasformatrici o produttrici di macchine nel giro di poche settimane si sono convertite per mettersi a produrre questo tipo di prodotti. Lo hanno fatto anche sviluppando soluzioni innovative, che hanno ottenuto tutte le certificazioni del caso e che quindi sono effettivamente efficaci e utili. Questo è anche un aspetto tipico dell’imprenditorialità italiana che ci fa ben sperare per la ripresa futura: la capacità di soddisfare in tempi rapidissimi i bisogni del mercato e di reagire di conseguenza. Per quanto riguarda la plastica, è la gestione del fine vita a rappresentare il vero problema. Il nodo non è il materiale di per sé che, come amiamo dire, “non ha gambe” e quindi non finisce in mare da solo, ma perché qualcuno ce la butta dentro. Ma il tema è complesso e non voglio essere semplicistico, perché la gestione del fine vita di questo materiale è un nodo importantissimo da affrontare e da risolvere. Se riusciremo a farlo, la plastica tornerà a essere considerata con un’altra ottica. D. Amaplast come si è attivata per sostenere i suoi associati? R. La cosa più importante adesso è informare le aziende. Quindi quotidianamente alimentiamo il nostro sito o produciamo circolari con le notizie fondamentali sui vari decreti e provvedimenti emanati e sulle circolari interpretative diramate dai vari ministeri, 18

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA MAGGIO 2020

dall’Agenzia delle Entrate o dall’Agenzia delle Dogane. Si tratta di informazioni utili su come gestire oggi l’operatività, su come produrre i documenti necessari, sul rispetto dei requisiti essenziali di sicurezza nelle aziende o su dove reperire le mascherine. Ritengo che oggi questo sia il compito essenziale a cui dobbiamo assolvere per cercare di essere a stretto contatto con le aziende del settore. Per esempio, quando è uscito il primo DPCM era fondamentale spiegare come presentare la domanda di prosecuzione dell’attività alle Prefetture, e noi abbiamo cercato di farlo subito. La rappresentanza del settore è un altro aspetto importante, condotta in collaborazione con altri protagonisti, come Federmacchine e tutta Confindustria, per far pervenire anche al livello politico le istanze delle aziende del settore e le loro necessità. Un’altra attività fondamentale che è riemersa con l’emergenza è l’organizzazione di webinar. In collaborazione con UCIMA (l’Unione costruttori italiani macchine automatiche per il confezionamento e l’imballaggio) e con Acimac (l’Associazione costruttori italiani macchine attrezzature per ceramica) abbiamo predisposto una serie di webinar gratuiti per gli associati che hanno riscosso grande successo, anche perché incentrati su tematiche fondamentali, come ad esempio l’organizzazione di trasferte all’estero in tempi di coronavirus. D. Per la sicurezza interna in azienda quali risorse sono utili per le imprese? R. Il punto di riferimento è il protocollo dello scorso 3 aprile sottoscritto da Confindustria e dai principali sindacati nazionali, e poi condiviso dal governo. Poi ci sono altri accordi, definiti a livello aziendale, per esempio tra il gruppo FCA o da Ferrari con i sindacati, che costituiscono utili precedenti. Vi vengono affrontati temi pratici come il rispetto delle distanze di sicurezza, l’organizzazione delle operazioni di carico e scarico o dei servizi di mensa. In questo momento la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori de-

ve essere posta al primo posto. E devo dire che le aziende che sono rimaste aperte anche durante il punto più alto della crisi si sono comportate molto bene, perché non ho notizie di infezioni o di focolai che abbiano avuto come epicentro imprese associate ad Amaplast. Anche la parte degli uffici, dove forse è più difficile garantire distanze ottimali, è stata gestita bene, facendo ampio ricorso allo smart-working, soprattutto per la parte amministrativa e per quella commerciale. La mia sensazione, dai confronti che ho avuto con gli imprenditori, è che non ci sono stati problemi di rapporti con i lavoratori, per esempio per assenteismo o per comportamenti non a norma. Pur nella preoccupazione che accomuna tutti gli italiani devo dire che c’è stata un’ampia dimostrazione di responsabilità, condivisa a tutti i livelli. Per quanto riguarda le aziende del nostro settore direi che tutti si sono organizzati su più turni di lavoro, per ridurre le presenze contemporanee in azienda e raddoppiare le distanze. D. L’edizione del 2021 di Plast si preannuncia come quella della ripartenza. Quali sono i vostri programmi? R. Siamo tranquilli riguardo allo svolgimento della fiera, che si terrà dal 4 al 7 maggio 2021. Sono certo che la situazione da oggi ad allora sarà cambiata e che se il 2020 deve essere per le aziende un anno di sacrificio, il 2021 possa essere quello del rilancio. Di fatto tutte le grandi manifestazione italiane hanno rinviato le loro edizioni alla primavera del prossimo anno. L’idea, ipotizzando che tutto vada per il meglio, è che il 2021 possa essere l’anno del “rilancio”, e che quindi la prosssima edizione di Plast coincida con un momento di rinnovata fiducia. Un tema che avevamo già previsto di inserire è quello dell’economia circolare, su cui pensavamo di realizzare un convegno di portata internazionale. L’argomento senz’altro sarà di grande attualità anche nel 2021, quindi proseguiamo nel solco del progetto che già avevamo immaginato prima dell’epidemia. u


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FOCUS

Le nostre domande 1.

Quale situazione state affrontando in questo momento a causa dell’epidemia di Covid-19?

2.

Come state cercando di resistere a questa crisi improvvisa? Quali funzioni aziendali siete riusciti a mantenere attivi?

3.

Di quali misure di sostegno avreste bisogno in questo momento oltre a quelle attivate dal governo?

4.

Stiamo vivendo giorni cruciali non soltanto dal punto di vista sanitario ma anche da quello della tenuta del nostro sistema economico. Nel vostro comparto quali segnali state cogliendo?

5.

Nella crisi le aziende manifatturiere hanno risposto in modo straordinario, in molti casi modificando o convertendo la produzione per soddisfare le richieste pressanti del sistema sanitario. Avete riscontrato anche voi situazioni di questo tipo e come vi siete adattati per rispondere alle necessità del momento?

EMERGENZA COVID-19

Non ci servono aiuti, ma chiarezza Come stanno reagendo le imprese della filiera della gomma alla situazione del tutto particolare imposta dall’epidemia di Covid-19? Con determinazione e orgoglio, e anche con una precisa visione della situazione economica a cui stiamo andando incontro e delle cose che il Governo nazionale e gli enti locali dovrebbero fare. Non aiuti specifici, per un settore che grazie all’oculatezza nella gestione per ora non è in emergenza, ma provvedimenti chiari per sostenere tutta l’economia italiana, i consumi dei cittadini, il mercato interno e l’immagine dell’Italia sui mercati esteri

6.

Quali sono le vostre preoccupazioni per il futuro? Che cosa dovrà essere fatto, a vostro parere, al termine del lockdown per sostenere le imprese ed evitare che si perdano posti di lavoro?

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA MAGGIO 2020

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FOCUS

Le risposte degli esperti “Governo e Unione Europea dovranno varare misure per sostenere rapidamente la domanda interna e l’esportazione”

CALDIC

Pierluca Coffanetti Direttore Generale

1.

Le maggiori difficoltà che abbiamo riscontrato sono legate alla necessità di ridurre al minimo il rischio di trasmissione del virus. Ci siamo dovuti attivare in tempi brevissimi per rendere possibile il lavoro da casa a tutti i collaboratori del commerciale, dell’amministrazione e di tutte le funzioni non legate alla produzione e alla logistica. Grazie allo sforzo di tutti, già dai primi di marzo più dell’80% del personale è attrezzato per lavorare da casa.

2.

Grazie alla tempestiva applicazione di tutte le misure di prevenzione previste dai vari decreti, siamo riusciti a mantenere attive tutte le funzioni. Garantiamo ai nostri clienti le consegne nei tempi stabiliti e non riscontriamo particolari difficoltà sia dal punto di vista logistico che da quello commerciale.

3.

Al momento non abbiamo necessità di ulteriori misure di sostegno.

4.

Il lockdown ha comportato un’inevitabile e brusca diminuzione della domanda, particolarmente evidente proprio nel settore della gomma. A livello generale, registriamo un aumento notevole delle insolvenze, che, se ancora non hanno raggiunto livelli allarmanti, preoccupano nel medio termine. Sarà fondamentale che tutte le misure in discussione in questi giorni, riguardanti l’accesso facilitato al credito, vengano effettivamente applicate in modo rapidissimo e massiccio.

5.

Caldic Italia ha attività produttive legate all’industria alimentare e quindi già considerate essenziali, in quanto principalmente rivolte al settore della panificazione. Per quanto riguarda l’attività di distribuzione di materie prime per l’industria, non abbiamo avuto la possibilità di riconvertire. In alcuni casi le nostre case rappresentate hanno convertito loro stesse la produzione, permettendoci di contribuire alle necessità più impellenti legate al Covid-19. 22

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA MAGGIO 2020

6.

Gli ammortizzatori sociali possono supportare le famiglie nel breve e medio termine, ma la ripresa della domanda sarà fondamentale per il futuro. Senza un supporto ulteriore da parte del Governo e dell’Unione Europa le ripercussioni sull’occupazione saranno purtroppo dolorose. Riteniamo indispensabili azioni che contribuiscano a rilanciare velocemente la domanda interna e l’esportazione. Incentivi ulteriori all’edilizia privata, sblocco e realizzazione delle opere pubbliche, incentivi alla rottamazione per rilanciare il settore auto che sappiamo tutti essere cruciale per l’industria della gomma. u

“L’economia riprenderà in tempi non brevi. Non bisognerà quindi porre freni alle aziende, facilitando gli investimenti e riducendo le tasse”

Colmec

Ubaldo Colombo Presidente

1.

Premesso che questa situazione particolare ci ha trovato tutti spiazzati, la prima cosa alla quale abbiamo pensato è stata quella di mettere in sicurezza tutto il personale. Abbiamo chiuso l’attività subito il 12 marzo , lavorando da casa e mantenendo in fabbrica il minimo delle persone per poter garantire le piccole spedizioni necessarie per il mantenimento del service. Attualmente da dopo il 6 aprile, la nostra azienda ha ripreso tutte le attività necessarie per poter proseguire con il programma produttivo, rispettando tutte le normative sulla sicurezza stabilite dagli organi competenti.

2.

Nel periodo più critico, le attività commerciale e di service non hanno avuto problemi a proseguire regolarmente la propria sfruttando lo smart-working.

3.

Certamente le misure di sostegno attivate dal governo verranno anche da noi sfruttate ove possibile, ma naturalmente ci siamo rimboccati le maniche e stiamo procedendo al meglio con le nostre energie, sia fisiche che economiche.

4.

La priorità dei nostri clienti, attualmente, non è quella di comprare nuovi macchinari e impianti. Pertanto quello che ci aspet-


EMERGENZA COVID-19 ta, prima della ripresa, che indubbiamente ci sarà, è un periodo nero nel quale ciascuno di noi deve iniettare denaro fresco per poter scavalcare l’ostacolo. Per le aziende poco liquide, evidentemente le banche dovranno sostituirsi alla proprietà, per scongiurare il rischio di chiusura dovuto semplicemente alla mancanza di liquidità. Liquidità che ritornerà piano nei mesi a seguire.

5.

Ben venga la possibilità di convertire la propria produzione a vantaggio della società e anche per la scoperta di nuovi prodotti. Purtroppo per la tipologia dei nostri macchinari questo non è stato possibile e neppure immaginabile.

6.

L’economia riprenderà in tempi non brevi. Quello che si deve fare è non mettere freni alle aziende, snellendo e facilitando qualsiasi decisione mirata all’occupazione. Tagliare al massimo la burocrazia e quindi permettere alle imprese di riprendersi velocemente facilitando gli investimenti e riducendo le tasse. Nello stesso tempo lo stato deve intervenire per sostenere l’occupazione e le classi sociali più deboli, nella speranza che possa davvero operare con quel senso di autorevolezza, competenza e giustizia che è mancato negli ultimi tempi. u

“È palpabile una profonda incertezza dei mercati. Per i prossimi mesi è quasi impossibile fare previsioni sugli effetti diretti di questa situazione”

Doss Visual Solutions Eleonora Colosio Area Sales Manager

1.

DVS, come la maggior parte delle aziende italiane, sta vivendo un momento di eccezionale incertezza dovuta all’epidemia Covid-19 che costringe ad un ripensamento dei rapporti fornitoriclienti.DVS ha mantenuto in queste settimane uno stretto rapporto con entrambi per poter affrontare insieme questa nuova sfida. La priorità è quella di essere un partner affidabile e stabile anche in situazioni difficili.

2.

DVS, in accordo con le direttive esplicitate nei decreti della Presidenza del consiglio, ha implementato sin dall’inizio e continua ad implementare misure e accorgimenti per tutelare la salute dei propri dipendenti, fornitori e clienti. La DVS ha deciso di chiudere la produzione per 2 settimane, mettendo i propri dipendenti nella condizione di poter lavorare da casa, fornendo tutti gli strumenti necessari. Il reparto commerciale e del service hanno seguito i clienti da remoto, supportandoli nelle eventuali situazioni di bisogno. L’ufficio tecnico e di R&D ha portato avanti da casa progetti in essere così come parte dell’ufficio acquisti e dell’amministrazione.

3.

Ad oggi il Governo italiano ha messo a disposizione delle PMI

Le nostre domande 1. Quale situazione state affrontando in questo momento a causa dell’epidemia di Covid-19? 2. Come state cercando di resistere a questa crisi improvvisa? Quali funzioni aziendali siete riusciti a mantenere attivi? 3. Di quali misure di sostegno avreste bisogno in questo momento oltre a quelle attivate dal governo? 4. Stiamo vivendo giorni cruciali non soltanto dal punto di vista sanitario ma anche da quello della tenuta del nostro sistema economico. Nel vostro comparto quali segnali state cogliendo? 5. Nella crisi le aziende manifatturiere hanno risposto in modo straordinario, in molti casi modificando o convertendo la produzione per soddisfare le richieste pressanti del sistema sanitario. Avete riscontrato anche voi situazioni di questo tipo e come vi siete adattati per rispondere alle necessità del momento? 6. Quali sono le vostre preoccupazioni per il futuro? Che cosa dovrà essere fatto, a vostro parere, al termine del lockdown per sostenere le imprese ed evitare che si perdano posti di lavoro?

un sostegno di natura prettamente finanziaria, in quanto si propone di garantire i nuovi finanziamenti volti a supportare la liquidità delle aziende in un contesto di impossibilità a procedere con la regolare fatturazione. Sarebbe auspicabile che il Governo italiano e la Regione Lombardia allentino quanto prima le misure restrittive imposte nei giorni scorsi pur monitorando che le aziende operino in condizione di sicurezza al fine di poter tornare a svolgere la propria attività produttiva nel rispetto delle normative vigenti. Questo nell’ottica di favorire opportunità per futuri business in quanto al momento non è possibile incontrarsi con la clientela, valutare le loro specifiche richieste e proporre soluzioni customizzate, attività questa che costituisce il core business dell’azienda.

4.

È palpabile una profonda incertezza dei mercati che si traduce in scelte cautelative a scapito di investimenti in nuove tecnologie. Per i prossimi mesi è quasi impossibile fare una valutazione del livello degli effetti diretti o indiretti di questa situazione.

5.

DVS non ha modificato la propria produzione, avendo fatto la scelta responsabile di chiudere per due settimane. Abbiamo ricevuto in questi ultimi giorni numerose richieste da parte dei nostri clienti, soprattutto di quelli del comparto medicale ma non solo, per riaprire il prima possibile e questo ci conforta nell’ottica del post Covid 19.

6.

Sarà necessario un intervento massiccio del Governo, come già preventivato in questi giorni, a sostegno di tutte le imprese, specialmente delle medio-piccole. Contestualmente si dovrà lavorare, aziende e Governo insieme, per il rilancio del made in Italy e sostenere così la fiducia dei mercati esteri che investono in Italia. u L’INDUSTRIA DELLA GOMMA MAGGIO 2020

23


FOCUS

“Oggi non riscontriamo cancellazioni di progetti di acquisto da parte dei clienti, ma una forte incertezza sulle tempistiche”

Gibitre Instruments

Mauro Belloni Vicepresidente e Sales manager

1.

La produzione dell’azienda è stata chiusa in conformità al decreto ma il supporto tecnico ai clienti specialmente a quelli che sono legati alla filiera dei dispositivi di sicurezza, farmaci ed alimentare rimane sempre attivo. Riusciamo, non senza difficoltà, a effettuare la spedizione dei prodotti e dei ricambi disponibili a magazzino.

2.

Pensiamo che per resistere dobbiamo lavorare su due fronti. Per minimizzare i disagi per i clienti riusciamo a mantenere completamente attivi i servizi in smart-working (commerciale, amministrazione, assistenza tecnica remota, assistenza telefonica), i servizi di riparazione on site per le aziende che sono aperte ed accessibili e l’’invio di pezzi di ricambio Per pensare al futuro, continuiamo le attività di progettazione, upgrade della documentazione tecnica, sviluppo informatico, problem solving, sviluppo marketing, upgrade del sito internet. Insomma, stiamo cercando di utilizzare il tempo disponibile per arrivare pronti al momento della riapertura.

3.

Dal nostro punto di vista, l’aspetto più critico è stata l’incertezza relativa ai tempi di riattivazione dell’attività che non ci ha permesso di definire una programmazione delle attività da effettuare all’esterno (consegne di nuovi prodotti, attività di manutenzione programmata) e di conseguenza di fornire risposte certe sulle tempistiche. Per noi sarebbe stato decisamente utile avere un’idea più chiara dei tempi, perlomeno in ambito nazionale, anche per poter ottimizzare le modalità di riapertura in base al carico di lavoro atteso.

4.

L’impatto sul sistema economico sarà sicuramente molto diverso a seconda dei settori. Il discorso è sicuramente differente per la produzione di beni deperibili e di servizi saltuari (ristorazione, hotel, ecc.) rispetto a prodotti non deperibili. Per i primi, una fornitura persa oggi non sarà recuperata in futuro, mentre per i nostri prodotti è più plausibile immaginare uno spostamento temporale dell’acquisto. Di fatto, non riscontriamo oggi una cancellazione di progetti di acquisto, ma una forte incertezza sulle tempistiche. Una dinamica probabilmente legata al fatto che i processi decisionali aziendali sono rallentati dallo stato di chiusura, dall’incertezza dello scenario economico e dalla probabile ridefinizione dei budget di investimento disponibili. 24

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA MAGGIO 2020

5.

Stiamo continuando a fornire servizi di assistenza presso i clienti che appartengono alla filiera produttiva dei prodotti sanitari per evitare che intoppi nelle attività di controllo si sommino alle difficoltà che stanno già incontrando. La possibilità di riconvertire una parte della produzione per produrre qualche strumento che possa essere utile dal punti di vista sanitario è allettante non solo in termini economici ma anche di partecipazione morale alla crisi in atto. Stiamo analizzando qualche possibile progetto ma riteniamo che l’attenzione vada rivolta a qualcosa che possa avere un senso nel medio periodo nel quale, speriamo, si manterrà una maggiore attenzione alle misure di sicurezza.

6.

Penso che sia probabile che si verifichi un impoverimento globale della popolazione, che potrebbe tradursi in una frenata generale dei consumi ed in un rallentamento dell’economia. In uno scenario con economia rallentata, le aziende che avranno a disposizione più risorse per spingere velocemente l’acceleratore sui mercati esteri potranno probabilmente accaparrarsi fette di mercato di aziende meno veloci. Se dovessi scegliere come impiegare una quantità limitata di risorse per fare ripartire l’economia italiana, metterei tutti gli sforzi nel potenziare l’internazionalizzazione e il supporto all’export. u “Le misure prese dal governo sono state importanti, ma non immediate, e non hanno previsto uno snellimento burocratico”

IMG

Barbara Ulcelli Presidente del CDA

1.

Il momento è veramente molto difficile, sia dal punto di vista umano che aziendale, e mai come ora il profilo imprenditoriale e quello personale sono stati allineati. Per la prima volta tutti quanti noi ci troviamo davanti ad una situazione inaspettata, di fronte alla quale siamo inermi e senza la possibilità di fare previsioni. Il mio spirito rimane comunque ottimista, credo nella scienza e nelle soluzioni che questa troverà per combattere questa malattia.

2.

IMG è fra le attività ritenute essenziali. Stiamo pertanto gestendo l’azienda al fine di dare supporto ai nostri clienti. Già dalla data di inizio emergenza del 24 febbraio abbiamo posto la massima attenzione nei confronti della tutela della salute del nostro staff. Gli impiegati lavorano quasi per la totalità in smart-working, mentre la produzione è stata notevolmente ridotta nei volumi per aumentare il distanziamento. Il personale è stato inoltre dotato dei DPI necessari alla loro protezione, nonché sensibilizzato verso norme comportamentali idonee dal punto di vista igienico. Questo ci ha permesso di dare un segnale di continuità aziendale, ma, contemporaneamente di tutelare il nostro bene più importante, le persone che lavorano nella nostra azienda.


EMERGENZA COVID-19

3.

Le misure del governo sono importanti, ma non sono state immediate e non hanno previsto uno snellimento della burocrazia necessaria per poterne usufruire. Serve un paese che si muova in maniera più veloce: il supporto economico deve essere immediato, diversamente sarà troppo tardi per molte realtà. Noi abbiamo voluto comunque tenere fede a tutti gli impegni economici presi nei confronti della nostra filiera, anche questo è un segnale a nostro parere molto importante di coerenza e di correttezza che ogni azienda deve dare.

4.

Eravamo già, prima dello scoppio della pandemia, in una situazione di rallentamento dell’economia. I deboli segnali di ripresa avvertiti fra la fine 2019 e l’inizio 2020 si sono nuovamente affievoliti. Difficile dire cosa accadrà dopo il lockdown. Tutti quanti ci auspichiamo cuna ripresa dei consumi e di conseguenza un recupero della riduzione del PIL.

5.

Abbiamo cercato di supportare i nostri clienti che stampano per il settore medicale e per la filiera agro-alimentare, aziende con un parco macchine che lavora in condizioni di stress elevato in questo momento, garantendo loro assistenza e la fornitura dei ricambi.

6.

Il supporto dello Stato dato tramite gli ammortizzatori sociali e le garanzie finanziarie alle aziende deve perdurare quanto meno per tutto il 2020: la ripresa non sarà immediata e non sarà indolo-

e

Le nostre domande 1. Quale situazione state affrontando in questo momento a causa dell’epidemia di Covid-19? 2. Come state cercando di resistere a questa crisi improvvisa? Quali funzioni aziendali siete riusciti a mantenere attivi? 3. Di quali misure di sostegno avreste bisogno in questo momento oltre a quelle attivate dal governo? 4. Stiamo vivendo giorni cruciali non soltanto dal punto di vista sanitario ma anche da quello della tenuta del nostro sistema economico. Nel vostro comparto quali segnali state cogliendo? 5. Nella crisi le aziende manifatturiere hanno risposto in modo straordinario, in molti casi modificando o convertendo la produzione per soddisfare le richieste pressanti del sistema sanitario. Avete riscontrato anche voi situazioni di questo tipo e come vi siete adattati per rispondere alle necessità del momento? 6. Quali sono le vostre preoccupazioni per il futuro? Che cosa dovrà essere fatto, a vostro parere, al termine del lockdown per sostenere le imprese ed evitare che si perdano posti di lavoro?

re. È necessario inoltre far ripartire un settore chiave come l’automotive, facendo leva su forti incentivi alla rottamazione, che comporteranno anche notevoli benefici ambientali. Mi aggiungo inoltre al coro di chi da anni grida alla necessità di una ripresa negli investimenti nelle infrastrutture. u


EMERGENZA COVID-19

FOCUS

“Nel settore della gomma vediamo sbocchi importanti per il medicale, la prototipazione rapida e l’additive manufacturing”

In4Tek

Fabio Zinesi Direttore Commerciale

1.

La nostra attività concerne prevalentemente lo sviluppo di software e la fornitura di servizi informatici a supporto dell’industria della gomma. Questo ci permette di affrontare la situazione sfruttando al massimo i vantaggi del telelavoro. L’azienda è da sempre strutturata in modo da poter lavorare a distanza e abbiamo fatto fronte al problema in modo rapido ed efficace. Tutto il personale è operativo in modalità smart-working e in caso di necessità possiamo garantire i servizi di assistenza on site in quanto rientriamo nella lista dei codici Ateco autorizzati.

2.

Tutte le funzioni aziendali sono attive ma una buona parte dei nostri clienti sono chiusi. L’area di sviluppo software procede secondo i programmi pre-Covid, mentre l’area assistenza è stata temporaneamente convertita alla realizzazione di due nuovi moduli applicativi per il prodotto POLIMERIC. Il primo è legato all’utilizzo dell’intelligenza artificiale alla programmazione della produzione e il secondo è un modulo di business intelligence per il controllo di gestione delle aziende dell’industria della gomma.

3.

La prima grande risorsa che il governo dovrà mettere in atto è lo studio di una misura forte a sostegno della ripresa dei consumi, al fine di permettere una veloce risalita della curva di spesa delle famiglie. Le aziende avranno però la necessità di accedere a fondi speciali per sostenersi durante questo periodo di ricrescita. Gli scenari sono molti e in gran parte dipendenti dalla data in cui verrà individuato un vaccino. È però evidente l’esigenza di misure di sostegno che siano in parte finanziamenti garantiti dallo stato ed in parte a fondo perduto.

4.

Oltre a un forte impatto sugli investimenti previsti dalle aziende abbiamo individuato le problematiche maggiori nelle piccole realtà e nelle realtà dove erano già presenti delle sofferenze finanziare pregresse. Le prime per via di un ridotto accesso a risorse economiche aggiuntive mentre le seconde per l’aggravarsi di una situazione finanziaria già incrinata.

5.

Ad eccezione di qualche significativo caso è evidente che non è sensato avviare un meccanismo di conversione così importante con un arco di visibilità così breve. Il periodo Covid-19 si tradurrà in una modifica di alcune abitudini della popolazione mondiale. Alcune di queste modifiche si limiteranno però a un periodo che va da oggi alla scoperta del vaccino mentre altre saranno definitive. 26

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA MAGGIO 2020

Le nostre domande 1. Quale situazione state affrontando in questo momento a causa dell’epidemia di Covid-19? 2. Come state cercando di resistere a questa crisi improvvisa? Quali funzioni aziendali siete riusciti a mantenere attivi? 3. Di quali misure di sostegno avreste bisogno in questo momento oltre a quelle attivate dal governo? 4. Stiamo vivendo giorni cruciali non soltanto dal punto di vista sanitario ma anche da quello della tenuta del nostro sistema economico. Nel vostro comparto quali segnali state cogliendo? 5. Nella crisi le aziende manifatturiere hanno risposto in modo straordinario, in molti casi modificando o convertendo la produzione per soddisfare le richieste pressanti del sistema sanitario. Avete riscontrato anche voi situazioni di questo tipo e come vi siete adattati per rispondere alle necessità del momento? 6. Quali sono le vostre preoccupazioni per il futuro? Che cosa dovrà essere fatto, a vostro parere, al termine del lockdown per sostenere le imprese ed evitare che si perdano posti di lavoro?

La riconversione di lungo periodo ha senso solo per quelle attività che vedono questo come un’apertura di nuovi mercati. Nel settore della gomma è il medicale che vede uno sbocco enorme, così come il tema della prototipazione rapida e dell’additive manufacturing.

6.

“Del doman non v’è certezza” e oggi siamo concentrati sullo sviluppo di soluzioni informatiche da proporre ai nostri clienti per permetterci di essere pronti alla ripartenza. La preoccupazione di una recessione è ovviamente presente, ma siamo certi che saranno pochi i segmenti che veramente accuseranno gravi problemi e fortunatamente solo alcuni di questi hanno un legame con l’industria della gomma. La strategia che il governo dovrà mettere in campo è quella di garantire liquidità a tutte le aziende e sostegno a fondo perduto per i segmenti che subiranno una profonda recessione, come ad esempio il turismo e la ristorazione. Questi due settori infatti non avranno modo di riprendersi in modo rapido neppure dopo il termine del lockdown. u “Il settore della gomma è molto frammentato e poco capitalizzato. Tante PMI soffriranno di problemi di liquidità”

Mesgo

Tiziana Morotti Direttore Generale

1.

Di fatto Mesgo non si è mai fermata. Fino al 25 marzo ha lavorato a pieno regime grazie ad un bassissimo assenteismo ed alla grande disponibilità di tutto il personale. Abbiamo avuto più problemi con il servizio logistico, sia nel ricevimento di alcune materie prime che nella spedizione di materiale all’estero. Dal 26 marzo stiamo



FOCUS lavorando a ranghi ridotti, sempre nel rispetto di tutti i protocolli di sicurezza, in seguito alla chiusura della maggior parte dei nostri clienti. Dal 4 maggio l’attività è ripartita.

2.

Stiamo facendo il nostro lavoro cercando di mantenere l’elevato livello di assistenza ai clienti che ci contraddistingue. Fin dai primi giorni di diffusione del virus in Italia abbiamo anche lavorato a piani di back-up produttivo, coinvolgendo le nostre sedi europee per garantire la continuità di forniture ai clienti esteri. Tutte le nostre funzioni aziendali sono rimaste attive, portando in smart-working quelle possibili. Ci siamo organizzati per tempo sia con la distribuzione di pc portatili sia con la necessaria formazione al personale. Grazie a investimenti in software effettuati poco prima l’emergenza, riusciamo a mantenere in continuo contatto tutte le funzioni aziendali anche se operano a distanza. Abbiamo anche creato un team di emergenza Covid che giornalmente si confronta per organizzare il lavoro da svolgere.

3.

Il gruppo Mesgo/Hexpol è molto solido finanziariamente, pertanto pensiamo di poter affrontare con una certa serenità un calo significativo di fatturato. Per poter però mantenere in equilibrio il nostro cash flow abbiamo bisogno che i nostri clienti onorino i pagamenti, senza approfittare della situazione, e devo dire che la maggior parte di loro sta rispettando gli impegni con orgoglio, senso civico e un grande senso di responsabilità collettiva.

4.

Il comparto gomma è molto frammentato e poco capitalizzato. Sicuramente tante piccole e medie aziende soffriranno di crisi di liquidità. Inoltre le aziende che non hanno investito nella digitalizzazione e nella formazione del personale si sono trovate impreparate ad affrontare questa emergenza, e continueranno ad avere più difficoltà di altre.

5.

Per quanto riguarda Mesgo, dal giorno stesso in cui il codice Ateco 22.19 (fabbricazione di altri prodotti in gomma) è stato tolto dalla lista delle attività produttive che potevano continuare, abbiamo iniziato a ricevere richieste, via via sempre più numerose, da parte di quelle aziende che operano nelle filiere essenziali di garantire la continuità di fornitura. Fin da subito abbiamo valutato e deciso di accoglierle nonostante le difficoltà organizzative e burocratiche che ne sono derivate.

6.

Le preoccupazioni sono tante. Anche se il settore gomma ha i numeri e le potenzialità per riprendersi rapidamente (come ha già fatto dopo la crisi del 2008/2009) purtroppo non sarà così per molti altri settori produttivi. E gli effetti negativi di questa pandemia su consumi, economia e finanza si trascineranno per lungo tempo. Gli investimenti e gli acquisti di beni di consumo non primari subiranno una forte contrazione. Eventuali incentivi agli acquisti dovranno tener conto della nuova capacità di spesa dei lavoratori, indebolita dalla cassa integrazione e dal precariato, in alcuni casi dalla disoccupazione. Difficile prevedere sostenibili politiche governative per il dopo 28

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA MAGGIO 2020

lockdown. Innanzitutto è fondamentale che i flussi di liquidità stanziati arrivino rapidamente e senza intoppi burocratici alle aziende e alle famiglie. Ma la perdita di numerosi posti di lavoro sarà purtroppo inevitabile in alcuni settori. Per quanto riguarda quello della gomma, con forti investimenti in ospedali, hospice per anziani, attrezzature medicali, parte della nostra filiera potrebbe beneficiarne, ovviamente col presupposto che i prodotti siano “made in Italy”. Andrebbe poi rivista criticamente tutta la filiera per evitare che l’eccessiva globalizzazione nella produzione di alcune materie prime o prodotti strategici possa in futuro causare di nuovo situazioni di estremo disagio. Basti pensare all’importanza di assicurarsi forniture di polimeri, chemicals, perossidi e componentistica fondamentale per i presidi medico-chirurgici, food, energia. Le imprese dovranno poi seriamente investire nella digitalizzazione, con incentivi al lavoro a distanza, all’acquisto di un adeguato hardware, al potenziamento della rete e relativa velocità di trasmissione dati. Anche la formazione e il superamento di preconcetti sul lavoro a distanza saranno estremamente importanti: nel dramma di queste settimane di quarantena, penso che tutti noi abbiamo beneficiato di un’aria più pulita e in molti di una maggior efficienza con il risparmio del tempo di trasferimento da casa al lavoro. u

“Se sapremo avere aspettative realistiche per la ripartenza e se non avremo fretta i risultati arriveranno, senza perdere posti di lavoro”

OCS

Stefano Savoldi CEO

1.

Ci siamo attenuti alle indicazioni dei vari decreti, anticipando di una settimana la chiusura imposta con decreto del 22 Marzo 2020, in quanto abbiamo voluto tutelare i nostri collaboratori interni, in un certo senso anche premiarli per la loro fedeltà all’ azienda e per la loro lealtà dimostrata fino all’ultimo giorno.

2.

Stiamo cercando di mantenere attiva la comunicazione con il cliente, mediante gestione delle mail a livello direzionale e commerciale. Ci siamo anche messi a disposizione di clienti nel caso in cui avessero bisogno di lavorazioni per i settori strategici, tali da permettere un’ apertura in deroga, ma nessuno dei nostri clienti ha avanzato questa necessità, pertanto i nostri tre reparti sono di fatto rimasti fermi dal 16 marzo 2020 e ripartiti con l’inizio della fase due.

3.

Le misure di sostegno attivate ad oggi paiono bastare: la CIG, la sospensione del pagamento delle rate dei mutui, l’erogazione di liquidità a tasso zero. Bisognerà comunque vedere se questo “rallentamento” degli impegni economici aziendali sarà accompagnato da una ripresa del lavoro e da un comportamento etico da parte di tutti, in quanto senza ordini e senza fatture emesse, ma soprattutto saldate, anche queste misure potrebbero risultare inefficaci sul lungo periodo.


EMERGENZA COVID-19

4.

Sicuramente in questo momento è difficile restare fermi, in tutti i sensi, ma è necessario farlo. Se però da un lato il fermarsi aiuta quello che è l’ aspetto sanitario, dall’altro va a mettere in difficoltà l’ aspetto economico. Quindi trovare il giusto equilibrio non è facile. Penso a chi non ha mai smesso di lavorare rischiando ogni giorno la propria salute per dare continuità a settori strategici e anche a chi al contrario vorrebbe poter lavorare per paura delle conseguenze che questo fermo potrà avere sulla propria attività.

5.

Purtroppo noi siamo stati solo spettatori in questo scenario, nel senso che come officina meccanica non abbiamo potuto produrre alcun tipo di articolo che potesse venire in aiuto al comparto sanitario. Eravamo comunque pronti a rientrare in pista se ci fosse stato richiesto di costruire uno stampo per un pezzo utile nella lotta contro Covid-19. Abbiamo saputo con molto piacere di alcuni nostri clienti italiani che hanno dato il loro contributo, mediante lo stampaggio di pezzi in gomma e/o plastica per supporti medicali.

6.

Ci sono contingenze da affrontare subito, come ad esempio stilare un protocollo comportamentale per affrontare la riapertura in sicurezza e motivare il personale mediante una comunicazione trasparente. Poi ci si dovrà riorganizzare, si dovrà rafforzare

Le nostre domande 1. Quale situazione state affrontando in questo momento a causa dell’epidemia di Covid-19? 2. Come state cercando di resistere a questa crisi improvvisa? Quali funzioni aziendali siete riusciti a mantenere attivi? 3. Di quali misure di sostegno avreste bisogno in questo momento oltre a quelle attivate dal governo? 4. Stiamo vivendo giorni cruciali non soltanto dal punto di vista sanitario ma anche da quello della tenuta del nostro sistema economico. Nel vostro comparto quali segnali state cogliendo? 5. Nella crisi le aziende manifatturiere hanno risposto in modo straordinario, in molti casi modificando o convertendo la produzione per soddisfare le richieste pressanti del sistema sanitario. Avete riscontrato anche voi situazioni di questo tipo e come vi siete adattati per rispondere alle necessità del momento? 6. Quali sono le vostre preoccupazioni per il futuro? Che cosa dovrà essere fatto, a vostro parere, al termine del lockdown per sostenere le imprese ed evitare che si perdano posti di lavoro?

la propria immagine aziendale, per riprendere o mantenere la propria fetta di mercato. Insomma, tanta fatica in più, per ricevere probabilmente meno, ma se sapremo avere aspettative realistiche e se non avremo fretta, i risultati arriveranno, senza che si perdano posti di lavoro. u

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EMERGENZA COVID-19

FOCUS

“A seguito dello stop generalizzato dell’industria temo che i nostri clienti saranno poco inclini a investimenti a medio o lungo termine”

REP Italiana

Roberto Sandrone Direttore Operativo

1.

Questa difficile ed inedita situazione, ci sta creando non pochi problemi a livello lavorativo e gestionale. Essendo REP Italiana una filiale di REP International (società casa madre che costruisce direttamente le presse in Francia), noi dobbiamo comunque proseguire la nostra attvità lavorativa quotidiana, con la parte amministrativa, la parte commerciale e di servizio assistenza. Dopo il decreto che ha istituito il lockdown (dell’11 marzo) abbiamo dovuto ottemperare al meglio le richieste dei clienti sul servizio di assistenza dobbiamo istituire tutto l’iter burocratico, con la richiesta del cliente per il servizio e con la presentazione alla Prefettura di tale richiesta per poter intervenire.

2.

Abbiamo adottato un preciso modo operativo: alcuni colleghi sono in cassa integrazione generale a rotazione; altri, specialmente i tecnici di assistenza esterna, sono o in CIG o in ferie, ma pronti per uscire in assistenza in ogni momento. Altri colleghi ancora, collegati alla gestione amministrativa, lavorano da casa. Io stesso e il mio collega responsabile di assistenza e ricambi lavoriamo da casa, e in alcuni giorni direttamente in sede, a seconda delle necessità. In ogni caso siamo operativi per chiamate clienti sia commerciali che di assistenza al 100% via telefono e se necessario sul posto.

3.

Per poter lavorare meglio senza sempre dover temere di incorrere in sanzioni sarebbe opportuno che il governo emanasse i decreti in modo più mirato e chiaro per le attività produttive ed industriali, senza costringere le imprese a “tradurre”, con grossa difficoltà, il linguaggio burocratico con vari riferimenti a comma ed articoli visti in precedenza, che creano moltissima confusione e rendono complicata un’interpretazione sicura e pratica.

4.

Il nostro comparto, quello delle presse per la produzione di articoli un gomma e siliconi, sta risentendo dello stop del settore industriale in modo generalizzato. Temo che lo stop perdurerà ancora per almeno 1 o 2 mesi e che a seguito di tale “arresto” i nostri clienti saranno poco inclini a futuri investimenti a medio termine e anche a lungo termine.

5.

Noi di REP Italiana e di REP International non possiamo riconvertire assolutamente la nostra struttura produttiva, pertanto 30

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA MAGGIO 2020

Le nostre domande 1. Quale situazione state affrontando in questo momento a causa dell’epidemia di Covid-19? 2. Come state cercando di resistere a questa crisi improvvisa? Quali funzioni aziendali siete riusciti a mantenere attivi? 3. Di quali misure di sostegno avreste bisogno in questo momento oltre a quelle attivate dal governo? 4. Stiamo vivendo giorni cruciali non soltanto dal punto di vista sanitario ma anche da quello della tenuta del nostro sistema economico. Nel vostro comparto quali segnali state cogliendo? 5. Nella crisi le aziende manifatturiere hanno risposto in modo straordinario, in molti casi modificando o convertendo la produzione per soddisfare le richieste pressanti del sistema sanitario. Avete riscontrato anche voi situazioni di questo tipo e come vi siete adattati per rispondere alle necessità del momento? 6. Quali sono le vostre preoccupazioni per il futuro? Che cosa dovrà essere fatto, a vostro parere, al termine del lockdown per sostenere le imprese ed evitare che si perdano posti di lavoro?

non possiamo fare altro che essere presenti e vicini ai nostri clienti per qualsiasi necessità, in particolare a quelle aziende che tuttora stanno operando per produrre articoli nel settore medicale e in altri ambiti strategici.

6.

Io credo che una politica seria, rivolta al sostegno delle imprese, debba partire innanzitutto con aiuti economici mirati, in prima fase a cercare di finanziare le perdite economiche e i costi che le aziende hanno dovuto sopportare nei mesi di stop di attività, non gratuitamente ma con prestiti a tassi irrisori e con restituzioni a lunghissimo termine, cosa che la BCE a quanto pare non sta facendo affatto, almeno al momento. Poi, quando la “macchina economica produttiva” ricomincerà, i paesi che ripartiranno per primi prenderanno anche fette di mercato dei paesi che dovranno ancora rimanere fermi causa del perdurare del fermo produttivo. In questo frangente sarebbe opportuno un accordo fra stati membri, per esempio in Europa, la quale dovrebbe fare da arbitro per evitare scorrette procedure commerciali e permettere che ogni paese riprenda a produrre i sui prodotti come faceva prima dell’interruzione. Inoltre occorre avere “coraggio” e mettere in circolazione le risorse economiche necessarie per evitare che le aziende, anche quelle artigianali e commerciali, non riescano più a ripartire. Le leggi euopee a livello economico e politico fino ad oggi sono state formulate senza mai dover pensare di affrontare un tale “disastro” quindi, di fronte ad un problema così grande, non solo si rivelano inadeguate, ma sono completamente fuori da una logica di “grave emergenza”. In passato solamente le guerre e la grande crisi finanziario del 1929 avevano messo a dura prova il mondo intero come sta facendo questa epidemia. Pertanto, in “guerra” occorre adottare misure di “guerra” e lasciare da parte i regolamenti europei in materia economica che già non funzionavano al meglio in una situazione economica produttiva normale, o di “pace”. u


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FOCUS

“Continuiamo a ricevere richieste di offerte da tutto il mondo. L’impressione è che la voglia di ripartire sia più grande della paura”

Rodolfo Comerio

Nicola Fedele International Sales and Marketing Manager

1.

Fin dall’inizio, ancora prima che il Governo attuasse il lockdown, in Rodolfo Comerio abbiamo attivato un primo protocollo a protezione di tutti i nostri collaboratori. Infatti, dal momento di attuazione del protocollo 1, l’accesso all’azienda è stato riservato esclusivamente al personale dipendente. Inoltre, è stato allestito un magazzino esterno, dietro alla nostra sede principale, nel quale veniva e viene tutt’ora ricevuta tutta la merce. Nel protocollo 1 abbiamo anche attivato l’informativa sanitaria, chiedendo alle autorità sanitarie locali di informare presso la nostra azienda tutto il personale sulle regole da seguire sia in azienda che nella vita privata per evitare ogni rischio di contagio. Nel frattempo, abbiamo lavorato sull’attuazione del protocollo 2, lo smart-working per tutti i collaboratori con mansioni che possono essere espletate anche dalla propria abitazione. Il protocollo 2 è stato attivato a circa una settimana di distanza dal protocollo 1. I nostri IT specialist hanno lavorato duramente per far sì che il maggior numero di collaboratori potesse lavorare da casa e ridurre così l’affluenza in azienda, consentendo inoltre alle famiglie di occuparsi dei bambini che, a causa del virus, si sono ritrovati con le scuole e gli asili chiusi. Su circa 100 collaboratori totali nella nostra sede principale, siamo riusciti ad attivare lo smart-working per circa il 50%. Il 50% dell’ufficio tecnico lavora da casa e l’altro 50% in sede. L’assistenza continua ad essere garantita senza nessun ostacolo e la produzione è attiva al 100%. Il resto delle mansioni aziendali è in smart-working.

2.

Fortunatamente la nostra mole di lavoro resta invariata: abbiamo molti ordini in essere e stiamo lavorando su nuovi progetti per il 2021/2022. Molti dei nostri clienti sono grosse aziende che con saggia lungimiranza si stanno preparando alla ripartenza. La storicità delle crisi economiche ci insegna che dopo un grande evento di tale portata, basti ricordare la crisi del ’29, c’è sempre una forte ripartenza dell’economia e dei consumi. Le aziende sentono il dovere e la necessità di farsi trovare pronte. Nel 2008, abbiamo vissuto una crisi globale e da quell’anno la nostra azienda è enormemente cresciuta nel fatturato, segno che le crisi economiche vanno viste anche come delle opportunità. Ovviamente, il tessuto industriale italiano non sarà più lo stesso. Molti piccoli imprenditori come anche le partite IVA, senza un impegno concreto del Governo, si ritroveranno a non riuscire più a sostenere la loro attività. È qui che bisogna intervenire e sia il Governo che le aziende più solide devono fare del loro meglio per supportare le aziende e i piccoli imprenditori che si trovano in difficoltà. Le aziende solide hanno il dovere di supportare la propria 32

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA MAGGIO 2020

supply chain fatta per lo più da piccoli imprenditori e artigiani. In Rodolfo Comerio, grazie una pianificazione preventiva e all’attuazione programmata dei protocolli interni di contenimento del virus, siamo riusciti a mantenere attive tutte le funzioni aziendali a l’attività prosegue a pieno regime.

3.

Al momento non abbiamo bisogno di alcun sostegno né dalle banche né dal Governo. Negli oltre 140 anni di storia della nostra azienda, la classe imprenditoriale che si è susseguita alla guida della società ha sempre saputo gestire l’azienda mantenendo stabile l’equilibrio finanziario, l’equilibrio economico e patrimoniale, dimostrando un’eccellente affidabilità e una reputazione che fa oggi della Rodolfo Comerio un partner più che sicuro.

4.

Al momento nel nostro comparto non stiamo notando grandi flessioni. Continuiamo a ricevere richieste di offerte da tutto il mondo e si ha la sensazione che la voglia di ripartire sia più grande della paura. All’inizio della pandemia abbiamo chiuso un importantissimo contratto per la fornitura di una linea di calandratura e una linea di accoppiamento in larghezza 3.200 mm (3,2 metri) per il settore gomma, con relativa alimentazione tramite mescolatori aperti a 2 cilindri. È un importante progetto perché raramente si richiedono tali misure nel settore della gomma. Un ennesimo record da annoverare nelle nostre referenze. L’esperienza maturata con le 2 calandre da 5.000 mm (5 metri) che abbiamo costruito nel 2017 e che sono in perfetto funzionamento, anche se per il settore del PVC, ci hanno permesso di affrontare questo impegno con assoluta serenità. Proprio a fine 2019 abbiamo ricevuto una lettera di ringraziamento e soddisfazione dal cliente delle calandre da 5.000 mm che ci ha gratificato e motivato per questo nuovo progetto.

5.

Da sempre la capacità di adattamento nei momenti più critici ha fatto del tessuto manufatturiero italiano uno dei maggiori punti di forza. Gli imprenditori italiani sanno adattarsi e trasformare le proprie attività, hanno flessibilità, astuzia e inventiva. Le guerre non si vincono solo con i carri armati, ci vuole strategia. Noi non abbiamo avuto bisogno di adattare la nostra produzione perché già forniamo macchinari al comparto packaging dell’industria sanitaria. Stiamo invece adattando il modus operandi in azienda con lo smart-working, il mantenimento delle distanze, l’uso di dispositivi di protezione, la sanificazione degli ambienti e limitando l’accesso in azienda.

6.

Non vorrei affrontare l’argomento dal punto di vista individuale. Per quanto riguarda la nostra azienda non vedo grosse preoccupazioni: non ci siamo mai fermati anche se ci aspettiamo una leggera battuta d’arresto che vedremo più che altro verso il trimestre settembre/dicembre. Le preoccupazioni sono legate soprattutto a tutto il tessuto manufatturiero italiano e non solo perché anche il turismo e i sevizi sono messi a durissima prova. Per esempio, il settore del mobile, settore che indirettamente ci vede coinvolti perché tra le molte applicazioni a cui sono destinati i nostri impianti ci sono anche quelli destinati alla fabbricazio-


EMERGENZA COVID-19 ne di pavimenti finto legno e rivestimenti per mobili, sta vivendo un arresto totale della produzione e delle vendite ed è un settore fondamentale nell’economia del nostro paese perché rappresenta una significante quota di PIL. E non mi pare venga supportato concretamente: molte aziende chiuderanno e l’aumento della disoccupazione sarà inevitabile. Ci vogliono azioni concrete e tempestive da parte del Governo. Inoltre, le associazioni di categoria e di imprenditori devono essere più determinanti in questa fase di incertezza e smarrimento. Ho grosse perplessità sulla task-force messa in campo dal Governo guidata da un manager (Vittorio Colao, ndr) che, seppur con un curriculum di tutto rispetto, personalmente non vedo adatto. Avrei preferito una task force composta da imprenditori ,perché il tessuto industriale italiano è formato perlopiù da artigiani, e piccole e medie imprese. Gli altri componenti sono per la maggior parte professori, quindi dei teorici, ma noi abbiamo bisogno di praticità, abbiamo bisogno di decision maker d’esperienza che guidino la task force e la ripartenza come guiderebbero la propria azienda. Ho idea che si stia perdendo tempo prezioso. Per quanto riguarda gli strumenti da attivare sono più a favore dell’Eurobond. Abbiamo bisogno di uno strumento di debito comune per raccogliere fondi sul mercato sulla stessa base e a beneficio di tutti gli Stati Membri dell’Unione, assicurando così un finanziamento stabile e di lungo temine per le politiche richieste per il contrasto dei danni causati da questa pandemia. Il male è un male comune e non solo dell’Italia. I paesi del nord Europa devono capire che a risentirne sarà l’economia europea e non solo quella italiana. Il MES che sta suscitando molte critiche da parte di alcuni, mi pare

Le nostre domande 1. Quale situazione state affrontando in questo momento a causa dell’epidemia di Covid-19? 2. Come state cercando di resistere a questa crisi improvvisa? Quali funzioni aziendali siete riusciti a mantenere attivi? 3. Di quali misure di sostegno avreste bisogno in questo momento oltre a quelle attivate dal governo? 4. Stiamo vivendo giorni cruciali non soltanto dal punto di vista sanitario ma anche da quello della tenuta del nostro sistema economico. Nel vostro comparto quali segnali state cogliendo? 5. Nella crisi le aziende manifatturiere hanno risposto in modo straordinario, in molti casi modificando o convertendo la produzione per soddisfare le richieste pressanti del sistema sanitario. Avete riscontrato anche voi situazioni di questo tipo e come vi siete adattati per rispondere alle necessità del momento? 6. Quali sono le vostre preoccupazioni per il futuro? Che cosa dovrà essere fatto, a vostro parere, al termine del lockdown per sostenere le imprese ed evitare che si perdano posti di lavoro?

attuabile solo se non sottoposto ai vincoli e alle strette condizioni della Troika, ma resta a mio parere l’ultima spiaggia a cui ci si deve affidare. Ci sarebbero inoltre le emissioni di debito, obbligazioni o bond europei della BEI che sarebbero di notevole vantaggio per paesi come il nostro, come la Spagna o il Belgio. u


EMERGENZA COVID-19

FOCUS

“La preoccupazione è che il ruolo dell’Italia possa essere ridimensionato nel panorama mondiale dei processi produttivi”

Le nostre domande

State Technnologies

2. Come state cercando di resistere a questa crisi improvvisa? Quali funzioni aziendali siete riusciti a mantenere attivi?

Andrea Bugini Amministratore Responsabile vendite

1.

Trovandoci in una delle province più colpite, cioè quella di Bergamo, abbiamo ritenuto fin da subito indispensabile attenerci alle prescrizioni. Ciò ha comportato una drastica riduzione del lavoro, che fino a quel momento aveva avuto un andamento più che discreto. Contiamo di poter ripartire al più presto e completare i lavori rimasti in sospeso.

2.

La parte amministrativa è stata quasi interamente spostata in smart-working, ovviamente la parte di produzione e manutenzione sono proseguite normalmente finché è stato possibile.

3.

Più che a noi, sarebbe importante che sia dato sostegno alle imprese dei nostri clienti, così che possano riprendere il regolare flusso di investimenti, che altrimenti rischia di restare bloccato per molto tempo. Ma soprattutto è importante che ci sia chiarezza sui programmi da parte delle autorità, per sentirci più tutelati nel prosieguo della nostra attività; prevediamo infatti che gli effetti del virus influenzeranno i mercati ancora per i prossimi anni.

4.

Al momento regna ancora l’insicurezza, frutto della paura di chi sta vivendo direttamente o indirettamente gli effetti del virus, e della mancanza di chiarezza delle amministrazioni e del governo.

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA MAGGIO 2020

1. Quale situazione state affrontando in questo momento a causa dell’epidemia di Covid-19?

3. Di quali misure di sostegno avreste bisogno in questo momento oltre a quelle attivate dal governo? 4. Stiamo vivendo giorni cruciali non soltanto dal punto di vista sanitario ma anche da quello della tenuta del nostro sistema economico. Nel vostro comparto quali segnali state cogliendo? 5. Nella crisi le aziende manifatturiere hanno risposto in modo straordinario, in molti casi modificando o convertendo la produzione per soddisfare le richieste pressanti del sistema sanitario. Avete riscontrato anche voi situazioni di questo tipo e come vi siete adattati per rispondere alle necessità del momento? 6. Quali sono le vostre preoccupazioni per il futuro? Che cosa dovrà essere fatto, a vostro parere, al termine del lockdown per sostenere le imprese ed evitare che si perdano posti di lavoro?

5.

Stiamo attualmente lavorando ad alcuni progetti di questo tipo. Ovviamente cerchiamo di contribuire nei limiti delle nostre possibilità, cercando di garantire tempi di consegna rapidissimi e consulenza a 360 gradi.

6.

La preoccupazione è che il ruolo dell’Italia, ad oggi una delle nazioni più colpite, possa essere ridimensionato nell’ottica delle logiche mondiali dei processi produttivi. Sicuramente sarà necessario un comune sforzo per mantenere livelli di retribuzione dignitosi con il minimo possibile sacrificio di tutti. Se sfruttato bene, lo smart-working potrebbe anche rivelarsi un sistema strategico per ridurre alcuni costi ed incentivare il mercato del lavoro. u



FOCUS

Nei momenti di crisi acuta è fondamentale la chiarezza. Sarebbe auspicabile un maggior coordinamento tra norme nazionali e locali”

Tovo Gomma

Stefano Tornaghi General Manager

1.

La situazione attuale è di una profonda contrazione e slittamento degli ordini nella parte finale di marzo e per tutto il mese di aprile, in particolar modo sul mercato interno, ma anche sui clienti Europei. In aggiunta alla contrazione dell’ordinato l’azienda oggi si trova ad affrontare il tema dei trasporti internazionali con ritardi creati dai controlli di frontiera e nazioni che hanno chiuso le frontiere anche a traffico di merci. Abbiamo identificato in questa fase i partner logistici che ci stanno offrendo maggiori garanzie di servizio per i nostri clienti.

2.

In pieno rispetto dei DPCM del Governo e della salute dei lavoratori, la Tovo Gomma ha inizialmente chiuso il proprio stabilimento produttivo e successivamente ha riaperto solo per i clienti che lavorano all’interno dei codici Ateco previsti dalle normative. In considerazione della produzione parziale la Tovo Gomma ha previsto l’utilizzo dei DPI raccomandati dal governo, il controllo della temperatura in produzione, maggiori procedure di pulizia e sanificazione del luogo di lavoro e l’adozione del lavoro agile per i dipartimenti non produttivi. Ad oggi, grazie al lavoro agile siamo in grado di mantenere sui nostri clienti la continuità ed il livello di servizio richiesti dalla filiera produttiva strategica.

3.

Nei momenti di crisi acuta è molto importante avere dagli organi competenti la massima chiarezza possibile sulla durata dei provvedimenti, sulle modalità operative che garantiscano la sicurezza dei lavoratori, sugli strumenti finanziari o di supporto alle filiere produttive. Un migliore coordinamento dei provvedimenti nazionali con quelli locali andrebbe nella direzione di questa maggiore chiarezza e stabilità del contesto.

4.

Il comparto della Gomma è un settore che, anche se non direttamente, è strettamente collegato alla filiera strategica identificata dal Governo italiano. Alla contrazione naturale, che ci aspettavamo visto il momento di crisi, abbiamo ricevuto diverse richieste di posticipo dei pagamenti, motivate dal timore di una mancanza di liquidità derivante dal blocco delle attività produttive a seguito dei provvedimenti governativi. Per la continuità e la sicurezza del sistema produttivo 36

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA MAGGIO 2020

abbiamo deciso, prendendoci dei rischi come azienda, di non accettare tali richieste perché riteniamo molto importante che tutti gli anelli della filiera mantengano i propri impegni di pagamento, attingendo se necessario al sistema del credito come previsto dal Decreto “Cura Italia”.

5.

I nostri mercati di riferimento principali non includono il settore sanitario e pertanto non abbiamo convertito la produzione in tal senso. Stiamo altresì dando spazio a tutte e solo alle produzioni della filiera strategica contenuta nel DPCM, e in particolar modo per il mercato alimentare, dei trasporti, della sanificazione e dell’energia. A tal fine abbiamo aumentato la flessibilità interna per reagire più velocemente a una pianificazione incostante e poco prevedibile.

6.

La preoccupazione principale riguarda avere, con serio anticipo, un preavviso certo per il termine del lockdown (ora parzialmente comunicato dal Governo, ndr). Molti nostri clienti infatti, sia all’interno che all’esterno della filiera produttiva strategica, avranno al rientro bisogno di materie prime e semilavorati il più rapidamente possibile per ricominciare, e questo provocherà un intasamento ed una successiva contrazione della domanda. Quando la domanda ripartirà, inoltre, sarà debole e sarà pertanto necessario avere incentivi di sostegno da parte del Governo ed un’azione unica a livello europeo, che non permetta a singole nazioni restrizioni di transito merci. u

“Sarà importante stabilizzare la supply chain: il rischio che ci troveremo a condividere è di avere scorte insufficienti”

UTP Vision

Mario Regazzoni Direttore generale

1.

Il panorama nazionale e internazionale soffre dell’incertezza che l’epidemia di Covid-19 sta generando. Per questo motivo molte aziende come UTPVision si stanno assumendo le proprie responsabilità sia a livello produttivo che sociale. In questo frangente abbiamo l’occasione di contribuire alla stabilità economica e di essere il motore della prossima ripartenza. La nostra responsabilità sociale ci impone da una parte di mantenere la continuità produttiva con le filiere essenziali, consapevoli che potremmo dover gestire ritardi nella consegna delle forniture, oppure far fronte ai cambiamenti nella domanda dei nostri clienti. D’altra parte, la nostra priorità è la protezione della salute dei dipendenti, per questo abbiamo organizzato il lavoro in modo


EMERGENZA COVID-19

da mantenere alta l’efficienza senza scendere mai a compromessi con la sicurezza.

2.

Da subito, ci siamo impegnati a rinforzare sotto ogni aspetto la sicurezza dell’ambiente di lavoro: abbiamo stabilito delle linee guida finalizzate alla protezione dei nostri dipendenti, rafforzando in loro la consapevolezza di quanto siano determinanti anche i singoli comportamenti e, parallelamente, garantendo a ciascuno i dispositivi di protezione individuali adeguati oltre che pulendo e disinfettando rigorosamente i luoghi di lavoro, in conformità con i requisiti di gestione dell'igiene indicati dalle autorità sanitarie. È stata questa l’occasione per consolidare l'educazione alla sicurezza e alla prevenzione dei rischi. Inoltre, ancor prima del lockdown, abbiamo stabilito degli accordi di lavoro flessibile per la gestione delle attività da remoto, usando la nostra efficienza tecnologica per garantire la salute del personale e al contempo mantenere attiva la capacità produttiva.

3.

Tutte le industrie del comparto dovranno prepararsi in anticipo a un rimbalzo dei consumi e a un’improvvisa, ma altalenante, ripresa della produzione una volta che l’emergenza sarà rientrata. Il rischio che ci troveremo a condividere è quello di scorte insufficienti. Per questo sarà importante stabiliz-

Le nostre domande 1. Quale situazione state affrontando in questo momento a causa dell’epidemia di Covid-19? 2. Come state cercando di resistere a questa crisi improvvisa? Quali funzioni aziendali siete riusciti a mantenere attivi? 3. Di quali misure di sostegno avreste bisogno in questo momento oltre a quelle attivate dal governo? 4. Stiamo vivendo giorni cruciali non soltanto dal punto di vista sanitario ma anche da quello della tenuta del nostro sistema economico. Nel vostro comparto quali segnali state cogliendo? 5. Nella crisi le aziende manifatturiere hanno risposto in modo straordinario, in molti casi modificando o convertendo la produzione per soddisfare le richieste pressanti del sistema sanitario. Avete riscontrato anche voi situazioni di questo tipo e come vi siete adattati per rispondere alle necessità del momento? 6. Quali sono le vostre preoccupazioni per il futuro? Che cosa dovrà essere fatto, a vostro parere, al termine del lockdown per sostenere le imprese ed evitare che si perdano posti di lavoro?

zare la supply chain e le relazioni con fornitori e partner, rafforzando in parallelo la comunicazione esterna e i servizi di customer care per evitare un rebound negativo causato dalle condizioni ambientali sfavorevoli. Nell’ottica di collaborazione tra industrie, tra fornitori e clienti, oltre che tra

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EMERGENZA COVID-19

FOCUS partner tecnologici, tutti dovremo essere abili ad attivare per tempo i canali di approvvigionamento, in modo che il lavoro possa rapidamente riprendere, affrontando con determinazione e capacità di pianificazione la riduzione della domanda e il corrispondente aumento dei costi finanziari.

4.

Molte aziende del comparto stanno manifestando apprensione in relazione alla flessione del mercato. La preoccupazione principale è chiaramente quella di subire cali importanti nei ricavi, data la difficoltà riscontrata nel raccogliere nuovi ordini. Qualche imprenditore potrebbe ritenere opportuno congelare gli investimenti al fine di ridurre costi, oppure bloccare gli ordini o rivedere le condizioni di pagamento con i propri fornitori. Per scongiurare queste ipotesi, che produrrebbero una paralisi economica, il Governo dovrebbe attuare politiche mirate a proteggere le aziende durante e dopo l’epidemia. Nel breve termine sarà essenziale fornire un'adeguata liquidità al sistema finanziario, permettendo alle banche di aiutare le aziende con problemi di cash flow, in particolare le Pmi, per evitare che imprese altrimenti sane vadano in fallimento mentre sono in vigore le misure di contenimento.

5.

Abbiamo avuto l’onere e l’onore di mantenere attiva la nostra forza produttiva, anche in virtù del fatto di supportare i nostri clienti nel settore farmaceutico. La tenuta ermetica e la non contaminazione sono fattori determinanti per tutte quelle componenti che entrano a contatto con i liquidi farmaceutici. In questo senso, la tecnologia d’ispezione dei difetti di UTPVision è la più efficiente che il mercato possa offrire ed è per questa ragione che i sistemi di visione artificiale sono entrati a far parte oramai da diversi anni di quello specifico contesto industriale, con la finalità di migliorarne i processi riducendo drasticamente i rischi di errore. In que-

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA MAGGIO 2020

Le nostre domande 1. Quale situazione state affrontando in questo momento a causa dell’epidemia di Covid-19? 2. Come state cercando di resistere a questa crisi improvvisa? Quali funzioni aziendali siete riusciti a mantenere attivi? 3. Di quali misure di sostegno avreste bisogno in questo momento oltre a quelle attivate dal governo? 4. Stiamo vivendo giorni cruciali non soltanto dal punto di vista sanitario ma anche da quello della tenuta del nostro sistema economico. Nel vostro comparto quali segnali state cogliendo? 5. Nella crisi le aziende manifatturiere hanno risposto in modo straordinario, in molti casi modificando o convertendo la produzione per soddisfare le richieste pressanti del sistema sanitario. Avete riscontrato anche voi situazioni di questo tipo e come vi siete adattati per rispondere alle necessità del momento? 6. Quali sono le vostre preoccupazioni per il futuro? Che cosa dovrà essere fatto, a vostro parere, al termine del lockdown per sostenere le imprese ed evitare che si perdano posti di lavoro?

sto momento storico, il nostro valore aggiunto può giocare un ruolo determinante.

6.

Questa emergenza ci ha portato a comprendere che ogni azienda potrà affrontare eventi di rischio imprevisti in qualsiasi momento: non è una questione di “se”, ma di “quando”. Conseguentemente, ci rendiamo conto di quanto sia cruciale il rafforzamento del nostro sistema di gestione dei rischi: almeno tanto quanto la gestione di eventi negativi nel momento in cui si verificano. Allo stesso tempo, ci aspettiamo che il Governo italiano sostenga il tessuto industriale in sofferenza. u


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DALLE AZIENDE

di Riccardo Oldani

Quarant’anni di stampi a regola d’arte Nel mese di maggio OR.P. Stampi, uno dei principali produttori di stampi per lo stampaggio della gomma a 360°, compie 40 anni di attività. Una storia partita da un garage di 35 metri quadri, che ha portato oggi l’azienda a essere un punto di riferimento nel settore sia nel distretto del Sebino sia a livello internazionale, grazie al cospicuo export e alla partecipazione a progetti di ricerca europei. Ora, forse, la sfida più difficile, che però i quattro soci sono decisi ad affrontare con la voglia e la determinazione di sempre

A

nche in un anno difficile come quello che stiamo vivendo si possono trovare buoni motivi per festeggiare. E OR.P. Stampi, l’azienda di Viadanica, in provincia di Bergamo, na ha sicuramente uno ottimo. Il 20 maggio del 2020 segna infatti i quarant’anni dall’inizio dell’attività. Abbiamo intervistato, rigorosamente a distanza a causa del lockdown, Aurelio Brevi, uno dei soci fondatori dell’azienda, di cui è anche Ceo, per farci raccontare le vicende che hanno portato OR.P. a diventare un punto di riferimento nello sviluppo e nella produzione di stampi per il settore della trasformazione della gomma, non solo in Italia ma anche a livello internazionale. «Eravamo tre amici, io Franco Dossi e Angelo Volpi, quando decidemmo di avviare un’attività nostra», ricorda Brevi. «Tre amici, ma anche tre colleghi giovanissimi. Il più vecchio di noi aveva 27 anni e faceva il capofficina. Abbiamo iniziato in un garage di 35 metri quadri, di proprietà di uno dei soci e, a pensarci ora, mi viene da sorridere, perché tutta l’azienda all'epoca era grande quanto la sala riunioni della nostra sede attuale. Tutto veniva progettato a mano, con il tecnigrafo, che era stato sistemato nel soggiorno. Il telefono era appeso al muro, perché non avevamo spazio per un tavolino su cui appoggiarlo». Poi dopo qualche tempo si è aggiunto anche Francesco Dossi e si è composta la squadra di soci che ancora adesso guida l’azienda. «Tutti con il nostro ruolo e tutti

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA MAGGIO 2020

I quattro soci titolari di OR.P. Stampi. Da Sinistra, Aurelio Brevi, Angelo Volpi e Franco Dossi, Francesco Dossi.

ancora pienamente operativi a fianco dei nostri collaboratori». LAVORO SENZA SOSTA Erano tempi d’oro, quegli anni Ottanta, per il distretto della gomma del Sebino, quella che oggi molti chiamano Rubber Valley. Un periodo di grande fermento, in cui ogni giorno prendevano avvio nuove attività e nascevano nuove aziende. «Si lavorava moltissimo», dice Brevi, «tutti i santi giorni, compreso il sabato, e spesso anche la domenica. Iniziavamo la mattina presto e

andavamo avanti anche fino alle 11 di sera e senza ferie, anche perché nessuno pensava al tempo libero». Per un certo periodo OR.P. Stampi ha avuto un unico cliente, poi un episodio, che Brevi ricorda ancora molto nitidamente, convinse i soci di allargare l’orizzonte delle collaborazioni, dando il via a un vero sviluppo d’impresa. «Un pomeriggio mi chiamò il nostro cliente», dice Brevi, «con il quale avevamo già diverse commesse aperte, e mi disse che aveva assolutamente bisogno di uno stampo per la mattina successiva. Si trattava di un la-


STAMPI

voro da almeno 15 o 20 ore, per cui gli risposi che avremmo avuto bisogno di più tempo. Ma lui fu categorico e disse che se non l’avessimo fatto avrebbe assegnato l’ordine altrove. Quella situazione ci aprì gli occhi. Ci rendemmo conto che non potevamo dipendere da un solo committente. E così iniziò anche l’attività commerciale della nostra azienda». L’AZIENDA CRESCE Nuovi clienti hanno reso necessari nuovi macchinari e maggiori spazi, nell’ottica di una crescita graduale, che ha caratterizzato tutta l’evoluzione di OR.P. Stampi. «Nel 1985», dice ancora Aurelio Brevi, «acquistammo il nostro primo centro di lavoro e all’inizio degli anni Novanta, dopo esserci allargati affittando un piccolo capannone vicino alla sede originaria, decidemmo di spostarci in una nuova sede, che è ancora quella attuale. A partire dal 1982 avevamo anche cominciato a ingrandirci numericamente, introducendo i primi dipendenti, che sono ancora qui con noi, con incarichi

L’ingresso della sede dell’azienda a Viadanica.

di responsabilità nella produzione. Sono ancora oggi le colonne portanti della nostra azienda che hanno dimostrato, e poi trasmesso anche alle nuove leve, uno spirito di attaccamento di cui andiamo orgogliosi. Il fattore umano è importantissimo per noi ed è per questo che cerchiamo di fare in modo che tutti i nostri dipendenti “abbiano l’azienda dentro”, la sentano loro,

perché solo in questo modo diventa facile trasferire nel lavoro passione e impegno. Crediamo che questo spirito costituisca la nostra forza di azienda ed è per questo che ci impegniamo anche molto nella formazione delle nuove leve, che cerchiamo di far crescere al nostro interno. Devo dire che è uno sforzo ripagato, perché chi viene a lavorare da noi non se ne va via».


DALLE AZIENDE

INVESTIMENTI IMPORTANTI Gli anni Novanta hanno visto anche un notevole impegno economico profuso dall’azienda per dotarsi di nuove tecnologie e di nuovi macchinari. «Il costo di realizzazione del capannone realizzato nel 1990», sottolinea Brevi, «è stato pari a tutto il fatturato di quell’anno, giusto per dare un’idea dell’impatto che, anche a livello finanziario, ha avuto la nostra crescita. All’inizio, poi, il capannone sembrava vuoto, attrezzato solo con i macchinari che avevamo trasferito dalla vecchia sede. Ma presto gli spazi sono diventati stretti in seguito alle acquisizioni di nuove tecnologie. In questo sforzo le banche ci hanno sempre concesso i finanziamenti richiesti, dimostrando di credere nella nostra capacità di crescita, e questo ha fatto anche in modo che non abbiamo mai dovuto ricorrere a canali di finanziamento diversi, consentendoci di mantenere sempre il pieno controllo dell’azienda, nella quale abbiamo sempre reinvestito tutto». COMUNITÀ E TERRITORIO Dopo questa fase di crescita sono arrivati anche importanti investimenti per il personale. «Tra il 1990 e il 2000», ricorda Brevi, «ci siamo impegnati molto sotto l’aspetto

della formazione, non solo del personale interno, ma anche delle nuove generazioni, avviando in particolare una collaborazione con l’Istituto Statale di Istruzione Secondaria Superiore Serafino Riva di Sarnico. Il nostro impegno consiste nel promuovere, attraverso lezioni e incontri con gli allievi, la divulgazione delle conoscenze tecniche legate al nostro lavoro. Anche grazie a questa iniziativa abbiamo sviluppato una notevole capacità di attirare giovani nella nostra azienda, che conosciamo, insieme con le loro famiglie, e che invitiamo a condurre stage in azienda per crescere insieme a noi». L’INIZIO DELL’EXPORT Nel percorso di crescita di OR.P. Stampi, dopo aver consolidato l’attività commerciale, la dotazione tecnologica e il personale, un posto fondamentale ha ricoperto lo sviluppo dell’export, avviato nel periodo tra il 1990 e il 1995. «Anche in questo caso», dice Brevi, «abbiamo attuato una politica di crescita basata su piccoli passi. Abbiamo cominciato a partecipare a fiere internazionali, appoggiandoci ad aziende amiche, che già esportavano, e presentando nostre soluzioni nei loro stand, in modo da iniziare la costruzione di una rete di

rapporti internazionali. Ricordo bene il nostro primo cliente estero, un’azienda del Ticino, che ancora oggi lavora con noi. Ricordo anche il primo viaggio organizzato in Germania, insieme con il nostro agente nel paese. Era il 1995 e la destinazione era un piccolo centro in quella che un tempo era stata la DDR. Trovammo una realtà che ancora doveva conoscere un pieno sviluppo, e che sembrava indietro di 20 anni rispetto a noi. Già allora la nostra strategia si basava sull’idea di creare un rapporto di conoscenza diretta con i nostri clienti esteri, quasi di amicizia. In quei viaggi mi accompagnava anche l’amico Sergio Pierno, che mi ha insegnato molto di quello che so dal punto di vista commerciale». In breve OR.P. Stampi ha così costruito una rete di agenti internazionale, in Gran Bretagna, Francia, Germania, Russia, Brasile e in altri paesi. Una spinta verso l’estero che non è soltanto motivata dal business, ma anche dalla curiosità culturale. «Mi piace viaggiare», confida Brevi, «per il desiderio di conoscere il mondo e di capire che cosa succede intorno a noi. Le nostre trasferte non sono finalizzate soltanto a vendere stampi, ma anche a promuovere l’azienda, fare sapere agli altri chi siamo e nel frattempo incontrare persone e capire come la pensano».

Particolare di una lavorazione.

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA MAGGIO 2020


STAMPI PRODOTTI CUSTOMIZZATI Un approccio che l’azienda considera uno dei suoi principali punti di forza, riassunto da Aurelio Brevi in due parole: «Saper ascoltare». Che vuole anche dire garantire la massima customizzazione dello stampo, resa possibile da un’insieme di competenze e conoscenze profonde di tutto il processo di trasformazione della gomma e delle varie lavorazioni necessarie, a partire dalla ricerca sulle varie tipologie di acciaio, sui trattamenti e sui rivestimenti. «Nel 2001», dice ancora Brevi, «abbiamo dato vita a una nuova società, la CroMoulds, con sede a Corte Franca (Brescia), che si occupa proprio di tutti i processi di rivestimento e di cromatura dei nostri stampi. Inoltre, da sempre adottiamo un metodo di produzione che ci consente di codificare tutti i nostri prodotti, a partire dal primo realizzato nel 1980, e quindi di rintracciarli tutti, in modo da conservare tutte le conoscenze e rendere possibile il miglioramento continuo». Nel 1997 l’azienda ha conseguito la certifi-

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STAMPI

DALLE AZIENDE

Controllo delle tolleranze.

cazione ISO 9001 sulla qualità, a suggellare un metodo di lavoro acquisito fin dall’inizio e orientato a rendere sempre più stringenti le tolleranze e spingere verso l’innovazione, sulla spinta di clienti che, osserva Brevi, ci chiedono sempre qualcosa in più. Questa spinta ha portato OR.P. stampi ad adottare nel tempo soluzioni innovative, come i canali freddi o termoregolati che, sottolinea Brevi, «sono diventati i nostri punti di forza. Ne produciamo tanti e siamo ormai giunti alla quarta generazione di questi sistemi che sono in continua evoluzione, dato che ogni due o tre anni introduciamo qualche novità tecnica». IL SILICONE LIQUIDO Un altro ambito a cui l’azienda ha deciso di dedicarsi è quello degli stampi per silicone liquido LSR. «Abbiamo iniziato a ragionarci», dice Brevi, «a partire dal 2010, con un accordo con un ingegnere esperto che ci ha coadiuvati nella raccolta di informazioni e di nozioni tecniche. Un percorso formativo che è durato fino al 2013, quando abbiamo realizzato il primo stampo. Le difficoltà legate alla trasformazione del silicone liquido stanno nell’esigenza di portare a zero le tolleranze per garantire il perfetto accoppiamento delle superfici. Un risultato che abbiamo potuto ottenere non soltanto attraverso la progettazione, ma anche perfezionando i nostri studi su materiali speciali». 44

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TEST E PROGETTI Le nuove soluzioni messe a punto in azienda vengono anche testate su presse che l’azienda ha “in casa”, nel suo sito produttivo di Viadanica. Si tratta di tre macchine, una orizzontale, una verticale e una per il silicone liquido, in funzione, quest’ultima, da circa un anno e mezzo. L’acquisizione di competenze sempre più approfondite ha reso possibile a OR.P. Stampi anche la partecipazione a un progetto europeo, denominato MouldTeX, condotto insieme con altri 10 partner, iniziato nel 2017 e destinato a concludersi nel 2021. Ha l’obiettivo di mettere a punto nuove soluzioni e finiture per conferire alle guarnizioni caratteristiche particolari, soprattutto in termini di una minore resistenza all’attrito. «Questo si traduce», spiega Brevi, «anche in una riduzione del rumore, particolarmente richiesta per le guarnizioni di tenuta ad altissime prestazioni, destinate all’impiego nei motori elettrici di nuova generazione che equipaggeranno le auto del futuro». VERSO IL FUTURO Oggi OR.P. Stampi, al culmine del suo percorso quarantennale di crescita, conta 60 dipendenti diretti, suddivisi tra i due plant di Viadanica e di Corte Franca per un totale di 5.000mtq coperti , inaugurato di recente a fianco della sede di CroMoulds. Nonostante il periodo difficile che tutta l’economia italiana sta attraversando i programmi per il futuro sono ottimistici, «fondati»,

conclude Brevi, «sulle basi solide che abbiamo creato finora e orientati all’innovazione, all’alta precisione delle lavorazioni e all’idea di fare sistema sul territorio, collaborando anche con altre aziende della filiera». Una parte di questa evoluzione futura si basa sul rapporto stretto stabilito con il personale, con le nuove leve e con le loro famiglie, e una parte sull’evoluzione tecnologica, che prevede, oltre alla realizzazione degli stampi, anche lo sviluppo di nuovi automatismi, l’asservimento di robot, gli studi sul risparmio di materiale e di energia. In quarant’anni non sono mancati i momenti difficili anche per l’azienda di Viadanica e per i suoi quattro soci. Il ricordo più fresco è quello della crisi del 2008, che determinò una perdita del 25% delle commesse e la decisione comunque di conservare il lavoro per tutti i dipendenti, riducendo temporaneamente orari e compensi. Un sacrificio che ha consentito di ritornare già tra il 2011 e il 2012 ai livelli pre-crisi. Ora le incognite legate all’emergenza Covid-19 minacciano di essere ancora maggiori e più insidiose rispetto al passato. Ma Brevi e i suoi amici-soci non si spaventano. «Dovremo rimettere in campo tutto quello che abbiamo imparato dal passato e gettare in campo tutta la nostra forza di volontà e la voglia di esserci e di continuare. Lo faremo senz’altro e siamo sicuri che questo ci permetterà, nei tempi e nei modi dovuti, di continuare a essere protagonisti anche in futuro». u

Sistema automatizzato con tastatore per verificare le misure di un particolare.


Rivediamo con commozione le immagini dei nostri stampi e dei loro accessori per produrre articoli tecnici in gomma, tratte dagli archivi de ‘Industria della Gomma’. Esse sono motivo di stimolo e riconoscenza nella felice ricorrenza del quarantesimo anno della nostra attività. Riconoscenza verso i nostri clienti, verso le aziende con cui collaboriamo e nei riguardi di tutte le persone che, con impegno e professionalità, costituiscono la spina dorsale delle nostre attività. Siamo orgogliosi: di agire in questo territorio diventato il polo industriale italiano degli articoli tecnici in gomma; di avere capito, già dal lontano 1980, che ascolto del cliente e ricerca applicata sono fondamentali e di essere oggi in un mondo globalizzato. Trovandoci ormai tra le aziende ‘leader’ all’avanguardia nella progettazione e produzione di stampi, canali freddi, e automatismi di stampaggio.

As retrieved from L’Industria della Gomma archives, it is with emotion that we see again the images of our moulds and of their ancillary equipment to produce rubber technical parts. They bring us stimulating and grateful thoughs, especially in connection with our fourty year activity anniversary. Gratitude to our customers, to the companies with which we are collaborating and, last but not least, to the people who, with professionality and dedication are our activity backbone. We are proud: to operate in the territory which is now recognised as the key Italian industrial area for the rubber tecnical parts production; for having understood, already since 1980, that customer listening and applied research are fundamental and for being today, in a global world. We realize to be among the advanced leaders in the design and production of moulds, Cold Runner Block and peripheral device as automation.

www.orpstampi.it


DALLE AZIENDE

di Riccardo Oldani

Il cloud non è una scatola magica Impostare la rete ICT aziendale non può essere fatto in modo improvvisato. Occorre innanzi tutto possedere nozioni di base sulle tecnologie informatiche e sulle loro reali potenzialità, che vanno sempre unite a un utilizzo consapevole e responsabile. Per questo, quando si pensa a strutturare o a rinnovare la propria infrastruttura informatica bisogna rivolgersi ad esperti del settore. Per capire come ci si dovrebbe muovere abbiamo interpellato gli esperti di Grid IT, un’azienda di Villongo, in provincia di Bergamo, che tra i suoi clienti annovera numerose aziende del settore gomma

L’

ufficio è ordinatissimo e colorato. Una doppia linea di postazioni di lavoro contrapposte mette in bella mostra una serie di computer nuovissimi, con monitor neri tutti uguali. Sul retro un piccolo, ordinato laboratorio, ospita in un angolo un rack affollato di strumenti, switch e router, in cui spicca un intrico di cablaggi colorati. È chiaro come il sole che ci troviamo in un’azienda di servizi informatici. Ma non una qualsiasi. La Grid IT (che sta per Information Technology) di Villongo, sul lato bergamasco della Rubber Valley, si è infatti specializzata negli anni a lavorare con le imprese del distretto della gomma. La collocazione geografica, in un’area densa di imprese di questo comparto, ha contribuito a far sì che il business si orientasse verso questo tipo di aziende, che hanno caratteristiche ed esigenze molto precise. Bisogna essere in grado di riconoscerle e interpretarle per fornire le soluzioni più adeguate.

UNA STRUTTURA AGILE Ne parliamo con Davide Garau, fondatore e anima dell’azienda che, ci spiega, «nasce da un’attività preesistente che avevo rilevato, nel 2003, e che operava prevalentemente come punto di assistenza informato per privati e piccole aziende». «Riusciamo a dare il meglio di noi stessi lavorando con aziende piccole e me46

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Davide Garau, fondatore di Grid IT, azienda di Villongo (Bergamo) che si è specializzata nel supportare le imprese del settore gomma nello sviluppo della loro struttura informatica. die, dotate di reti informatiche composte da 35 computer in su, fino a 200250», dice Garau. «Operiamo come esterni, conoscendo bene le esigenze di sicurezza e di stabilità della rete dei nostri clienti. I computer e i server devono funzionare sempre, l’automazione è spinta, governata anch’essa da un server, e non si può fermare mai. Con aziende di questo tipo noi riusciamo a lavorare molto bene, collaborando con il personale interno addetto alla parte IT e svolgendo una funzione di appoggio, che si concretizza anche in un ap-

porto di esperienza, che abbiamo maturato in tanti anni di attività in questo settore. Siamo anche riusciti nel tempo a costruire rapporti molto agili, per cui il cliente sa che siamo sempre pronti a intervenire e a dargli quelle attenzioni che a volte un grande gruppo informatico non riesce a fornire». PARTIRE DALLE BASI Lo staff di Grid IT è snello, ma si avvale anche di collaborazioni esterne che vengono coinvolte nel caso di grandi progetti. Uno dei problemi principali


INFORMATION TECHNOLOGY

che contraddistinguono il nostro paese è il cosiddetto analfabetismo digitale o informatico, che riguarda molti strati della popolazione, anche a livello manageriale. Nel maggio 2019 l’Ocse, l’Organizzazione mondiale per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, ha evidenziato, nel suo rapporto annuale, come le conoscenze degli italiani in fatto di informatica siano troppo limitate: soltanto il 21% della popolazione tra 16 e 65 possiede le informazioni adeguate e solo il 36% sa usare internet in maniera complessa e diversificata. Un problema che riguarda anche le aziende e con cui si deve confrontare chi opera professionalmente nel settore dell’ICT (Information and Communication Technologies). «In effetti», conferma Garau, «succede spesso che, quando veniamo interpellati per malfunzionamenti della rete o dei pc, scopriamo che il problema è banale, come una presa che non funziona o un cavo di alimentazione connesso male. Ma altre volte i problemi sono più profondi. Per questo motivo dobbiamo operare seguendo una procedura per livelli, che ci porti a prendere in considerazione anche le eventualità più banali per poi passare a una maggiore complessità. In molti casi poi, se interveniamo su impianti preesistenti, ci troviamo di fronte a situazioni che sono cresciute in modo disordinato nel tempo. Sono quelle che chiamiamo “reti di liane”, intrichi di cavi senza alcuna progettualità su cui poi anche il tecnico ha più difficoltà a lavorare». INDIVIDUARE I RISCHI Quando gli esperti di Grid IT si trovano di fronte a situazioni del genere propongono anche, soprattutto quando con il cliente si è instaurato un rapporto duraturo e fiduciario, di intervenire per migliorare la parte ICT in termini di velocità, stabilità e sicurezza della rete. «Questa è una delle parti più complicate della nostra attività», dice Garau, «perché spesso è molto difficile spiegare ai clienti il motivo per cui la loro rete non sta performando bene e quali sono i rischi in cui incorrerebbero in caso di failure o di cyberattacco. Per esempio, negli ultimi tempi

Lo staff di Grid IT nella sede dell’azienda.

La sede dell’azienda a Villongo. abbiamo registrato un forte aumento degli attacchi da “cryptolocker”, un tipo di malware che arriva a criptare i dati dell’azienda colpita allo scopo di richiedere una somma, una sorta di riscatto, per decrittarli. Però non è facile convincere i nostri interlocutori della serietà di questo tipo di minacce. Così come del fatto che è fondamentale

proteggere la sala server da possibili incendi e, di conseguenza, attivare anche un salvataggio di backup in un altro luogo. Se, malauguratamente, il server va a fuoco si perdono tutti i dati per la gestione e la programmazione della produzione e dell’automazione. I macchinari possono anche non essere interessati dall’incendio ma, di fatto, la L’INDUSTRIA DELLA GOMMA MAGGIO 2020

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DALLE AZIENDE

Un esempio di cablaggio a regola d’arte, con cavi colorati in modo diverso a seconda delle loro funzioni. Organizzare la rete informatica in modo razionale è uno dei primi passi per gestirla correttamente, proteggerla da attacchi e facilitare l’individuazione di anomalie.

produzione diviene impossibile». Il blocco del server è un evento che, dopo l’affermarsi delle tecnologie Industry 4.0 che hanno reso sempre più importante – se non preponderante – la parte informatica, rischia davvero di paralizzare un’intera azienda. E questo può succedere anche soltanto per un guasto di uno switch da 200 euro. «Se mancano un progetto e solide linee guida alla base dell’informatizzazione di un’azienda, oggi diventa praticamente impossibile operare», osserva Garau, «non soltanto per noi, che troviamo un muro di incomunicabilità con i nostri interlocutori, manager o responsabili ICT, ma anche per l’azienda stessa, che prima o poi finirà per confrontarsi con problemi che la costringeranno a fermare la produzione». Questo è un rischio che Grid IT riscontra soprattutto tra i clienti di nuova acquisizione. «Con i clienti storici però», aggiunge Garau, «le cose sono diverse, perché con loro cerchiamo, nel tempo, di attivare un programma di interventi migliorativi. Agire in questo modo consente non soltanto di programmarsi, ma anche di risparmiare». 48

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RETE, BACKUP E SICUREZZA In linea di massima la struttura della rete informatica aziendale deve fondarsi su una ridondanza hardware, con almeno due server e due gruppi di continuità. «Tutto deve essere ridondato», spiega Garau, «per consentire all’azienda, anche in caso di un guasto o di un problema, di proseguire l’attività. Poi è fondamentale attivare procedure di backup, su cui insistiamo molto con i nostri clienti, ma che non sempre è facile implementare. Sul backup una semplice regola pratica da seguire è quella che definiamo del “32-1”, che si basa, cioè, sul fare almeno tre backup diversi, di cui due su due supporti basati su tecnologie diverse e uno su un dispositivo di memoria collocato fuori dalla sede dell’azienda». I supporti possono essere i tipici archiviatori di dischi (i cosiddetti NAS), le cassette o hard disk removibili , che possono essere portati facilmente fuori dall’azienda, nonché il classico sistema di backup in Cloud presso provider certificati e conformi alle disposizioni europee. Dopo aver strutturato la rete e il si-

stema di backup, il passo ulteriore e aeguarsi alle disposizioni del regolamento GDPR, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza dei dati «Bisogna innanzi tutto predisporre una sicurezza perimetrale», spiega Garau, «per proteggersi da attacchi esterni, in modo da impedire a chicchessia di accedere al sistema aziendale, sottraendo informazioni o perfino modificando i parametri di produzione, con il rischio di creare non conformità o danni ancora più gravi. La sicurezza di base è un firewall, che però da solo non basta. Occorre anche assicurarsi che la sua efficienza sia costante nel tempo e aggiornata alle nuove minacce informatiche, e questo avviene di solito definendo un accordo di assistenza con una società esterna specializzata. Un’altra buona norma per ridurre i rischi di attacchi esterni è tenere quanto più possibile separata la rete informatica degli uffici con quella della produzione. Questo avviene anche facendo ricorso alle VLAN (virtual local area network), che permettono di separare e distinguere il traffico: è possibile quindi assegnare una VLAN


INFORMATION TECHNOLOGY

La scelta di componenti hardware affidabili e ridondate è essenziale per l’efficienza della rete informatica aziendale, ma deve essere accompagnata da soluzioni software aggiornate, un’architettura di rete intelligente e l’adozione di comportamenti responsabili da parte di tutti gli addetti.

ai pc, una ai portatili, una alle attrezzature produttive connesse alla rete, facilitando quindi il monitoraggio e la manutenzione». Oltre alla sicurezza perimetrale è importante poi assicurarsi quella interna, o “sicurezza degli end point”, mediante software che consentono di bloccare il più possibile le macchine per evitare di generare dati alla rete. «Si tratta di soluzioni», spiega Garau, «che impediscono per esempio di utilizzare chiavette usb private sui pc aziendali, in modo da impedire la sempre possibile trasmissione di un virus informatico». UN PACCHETTO PER LE AZIENDE Tutte queste cose fanno parte di un pacchetto che Grid IT propone all’aziende per costruire e gestire la loro struttura ICT. «A ciò si aggiunge anche», continua Garau, «un pacchetto di regole, dettate dal server, che diventa un po’ il “comandante” della rete per autorizzare pc e persone a compiere determinate operazioni oppure per impedirne altre. La ripartizione per VLAN, tra l’altro, rende anche possibile assegnare permessi di ope-

rare sulla rete differenziati in base a gruppi di lavoro diversi, per esempio i dipendenti dell’ufficio tecnico o quelli dell’ufficio vendite». In ogni caso, anche prendendo ogni tipo di precauzione tecnologica, l’immunità totale ad aggressioni esterne non può essere mai garantita. «L’unico computer sicuro», osserva Garau, «è un computer spento. E questo fa capire benissimo come, in realtà, il miglior antivirus disponibile sul mercato sono le persone, coloro che operano direttamente sui computer». In un’azienda le conseguenze di un atteggiamento superficiale possono anche tradursi in un blocco della produzione e dell’attività o anche in una perdita di informazioni preziose e di know-how, proprio o anche di un cliente. ATTENTI AL CLOUD In particolare nell’utilizzo del cloud, che molti considerano come una specie di scatola magica, si concentra un altissimo numero di rischi, spesso non percepiti dagli utilizzatori, che sfociano quindi in comportamenti e pratiche assai poco avveduti. «Per esempio»,

avverte Garau, «può essere assai pericoloso l’utilizzo di app per la condivisione o la trasmissione di documenti (come Dropbox, Box, Google Drive o WeTranser, solo per citarne alcuni, ndr). L’invio di contratti, progetti o simili, soprattutto se non si utilizzano le versioni business di questi servizi, non è sufficientemente protetto e indirizza i dati su server di cui non si conoscono né il livello di protezione né l’ubicazione, che potrebbe essere in Europa, e quindi soggetta alle normative europee che tutelano gli utilizzatori, oppure altrove, per esempio negli Stati Uniti. È quindi sempre meglio riflettere bene sull’impiego di queste soluzioni per l’invio di documenti». Per esempio, ci fa notare l’esperto, fino a una dimensione di 30 megabyte la posta elettronica funziona benissimo. Il consiglio, pertanto, è di imparare a minimizzare i rischi e questo avviene soltanto dotandosi di procedure ben precise. «Anche i sistemi di messaggistica come Whatsapp o Messenger per trasferire messaggi o fotografie inerenti la produzione porta con sé una serie di rischi», aggiunge Garau. L’INDUSTRIA DELLA GOMMA MAGGIO 2020

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DALLE AZIENDE

Perché? «perché, innanzi tutto, utilizzandoli si decentralizzano le comunicazioni, aprendo un canale parallelo alla rete aziendale che non ha ragione di esistere. E poi perché si perde la tracciabilità degli eventi. Per esempio se si comunica un guasto o una non conformità con un messaggio di Whatsapp diventa più complicato risalire al momento in cui il problema si è verificato. A mio avviso, in definitiva, c’è un utilizzo spropositato di questi osistemi che finiscono per bypassare le protezioni che abbiamo progettato e messo in pratica sulla rete aziendale, rendendo di fatto più vulnerabile tutto il sistema informatico». LA NUVOLA IBRIDA Una nuova esigenza che si concretizza sempre di più nelle aziende di produzione riguarda la raccolta e l’elaborazione dei dati prodotti dalle macchine per la gestione del processo. Al riguardo esistono diverse scuole di pensiero: c’è chi enfatizza l’efficacia delle soluzioni di storage e computing su cloud e chi invece ritiene migliori i sistemi di edge computing, realizzati con pc industriali e memorie collocate “on premises”, cioè all’interno del sito produttivo, a fianco dei macchinari. «In base alla nostra esperienza e alle nostre valutazioni», suggerisce Garau, «riteniamo che per questo tipo di esigenza siano molto interessanti le potenzialità di quello che oggi viene chiamato “hybrid cloud”, cloud ibrido, costituito da un mix tra servizi esterni e servizi interni. Per esempio la posta elettronica aziendale funziona benissimo con la piattaforma Microsoft Office 365, i cui server sono collaudati e sicuri e consentono l’accesso da remoto da qualsiasi device. Per cui, se si dovesse rompere un computer, la configurazione e il ripristino sono immediati . Anche per condividere parti dell’ERP aziendale, per esempio a beneficio degli agenti in visita ai clienti, può essere utile ricorrere a soluzioni cloud. In generale, comunque, nel cloud non è prevista una reale funzione di backup, per cui esiste sempre il rischio che alcune informazioni o alcuni dati si possano perdere, anche per quelle 50

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INFORMATION TECHNOLOGY

soluzioni web-based di data analysis o di gestione oggi tanto reclamizzate. Occorre, in particolare, verificare sempre in anticipo i contratti dei servizi che si decide di utilizzare, per non correre il rischio di non riuscire più a recuperare i dati in un formato utilizzabile se, per esempio, si decide di recedere e passare a un altro provider». Di solito, infatti, in queste situazioni i dati vengono restituiti all’utilizzatore che rinuncia a un servizio cloud in formato raw, che non è immediatamente riutilizzabile ma richiede un complesso lavoro di trascodifica. «Nel cloud è molto facile entrare», osserva Garau, «ma non è mai facile uscirci o anche solo cambiare il provider». NON UNA SPESA, MA UN INVESTIMENTO E per quanto riguarda i costi? «Il ragionamento che andrebbe fatto su questo tema», conclude Garau, «riguarda piuttosto i costi che un’azienda potrebbe avere se fosse costretta a fermarsi in caso di un blocco della rete o della struttura informatica. Spesso però questo è un terreno su cui facciamo fatica a portare i nostri interlocutori, che sono sempre molto restii a destinare risorse per la sicurezza informatica, perfino per l’acquisto di software antivirus. Questo atteggiamento poteva avere un senso qualche anno

Un attestato che certifica gli skill professionali di Davide Garau, rilasciato da VMware, uno dei più importanti gruppi globali nello sviluppo di soluzioni software per le imprese digitali.

fa, quando a un blocco informatico si poteva comunque ovviare con soluzioni manuali, ma adesso, che tutta la gestione e il funzionamento di un’impresa si fondano necessariamente su soluzioni ICT, non è più possibile. A fronte di questo ragionamento, l’investimento per la parte informatica dell’azienda non è mai troppo elevato. E, comunque, ha sempre un ordine di grandezza decisamente inferiore a quello dei macchinari. Anche soltanto mettendo a budget l’1% del fatturato annuo su investimenti hardware e software si possono ottenere ottimi risultati». u

Un momento di confronto dello staff di Grid IT.


Our People Your Moulds

O.C.S. S.r.l. Via Soldini, 10, 24060, Adrara San Martino (BG), Italia Tel. +39 035 933487 | Fax +39 035 933242 | info@ocs-stampi.it | www.ocs-stampi.it


DALLE AZIENDE

di Giovanni Invernizzi

Dotarsi delle ultime tecnologie senza cambiare le macchine Essere aggiornati dal punto di vista tecnologico è fondamentale per essere competitivi sul mercato e mettere in pratica i dettami della fabbrica digitale proposti dal modello di Industria 4.0. Ma investire in questo momento in nuovi macchinari è una scelta piena di incognite. Esistono strade alternative? Ne abbiamo parlato con Claudio Tosi, uno dei titolari di Multi Data, società specializzata nel revamping e nelle automazioni di impianti di dosaggio e mescolazione

E

ssere aggiornati dal punto di vista tecnologico è la chiave per essere competitivi e assicurare un futuro alla propria attività, anche nel settore della trasformazione della gomma. La capacità delle aziende italiane, in particolare quelle del distretto del Sebino, di essere leader in un mercato internazionale estremamente agguerrito, che spesso usa l’arma del prezzo e dei bassi costi di manodopera per attirare commesse, si gioca soprattutto sulla supremazia tecnologica acquisita grazie a un’esperienza solida e a una cultura diffusa nel territorio a tutti i livelli della filiera. L’emergenza legata all’epidemia di Covid-19, però, pone le nostre aziende di fronte a un serio dilemma: di fronte alla prospettiva della ripartenza investire in tecnologia diventa strategico, ma il calo drammatico del mercato e le incertezze per il futuro inducono molti imprenditori a frenare. Un problema ancora più sentito per le sale mescole, siti produttivi che hanno visto una profonda trasformazione in seguito all’introduzione dei concetti dell’Industria 4.0 e della fabbrica digitale, basati sulla raccolta dei dati dai macchinari e sulla loro analisi. DIGITALE NUOVO, MECCANICA VECCHIA Sul tema abbiamo intervistato Claudio Tosi, uno dei titolari e soci di Multi Data, per esplorare le possibili strategie per aggiornare la sala mescole senza impegnarsi in gravosi investimenti e fermare la produzione. 52

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Multi Data è un’azienda che da 25 anni si è specializzata nel revamping e nelle automazioni di impianti di dosaggio e mescolazione per gomma e per plastica, con una lunga esperienza riguardo alle azioni da intraprendere quando i vecchi macchinari necessitano di essere “ammodernati”, ma non si hanno né il tempo né il budget per farlo. «Le vecchie macchine», dice Tosi, «anche se sono ancora in buono stato, sono spesso legate all’operatore. Sono ancora molte le operazioni manuali, non controllate in modo centralizzato, presenti nell’industria della gomma attuale; questo crea problemi di omogeneità della produzione e di costi non sempre prevedibili e costanti, senza parlare della totale mancanza di tracciabilità e di controllo preventivo della qualità della mescola». Da un lato i dettami dell’Industria 4.0 richiedono maggior controllo e automatizzazione per ottimizzare la produzione e raccogliere dati precisi. «Dall’altro lato, però», osserva Tosi, «a livello meccanico i macchinari sono sostanzialmente gli stessi che si vendevano degli anni Novanta: mescolatori tangenziali o compenetranti, bilance polveri caricate da coclee, sistemi pneumatici di trasporto silice e carbon black e pompe per caricare olio». VALUTARE LE OPZIONI Davanti a un impianto che non sta dando i risultati sperati e non traccia i dati necessari quali ragionamenti è opportuno fare allora? «Prima di imbarcarsi in

Claudio Tosi, uno dei titolari e soci di Multi Data, l’azienda del Modenese che ha messo a punto il sistema MyFlexPlant per l’aggiornamento tecnologico e software delle sale mescole. un investimento molto importante, come cambiare le macchine e gli impianti», suggerisce Tosi, «occorre analizzare se i miglioramenti portati dalle nuove meccaniche giustificano l’investimento. Non sempre questo avviene e quindi non sempre conviene sostituire i macchinari della sala mescole se sono in buone condizioni meccaniche». Che cosa si può fare in alternativa? «Si può modernizzare la propria sala mescole con un intervento tecnico di pochi giorni», dice ancora il titolare di Multi Data. Con il giusto metodo si può modernizzare, ma come? «Molto spesso per scongiurare fermi di produzione dovuti a rot-


MACCHINARI

ture dell’elettronica e ammodernare il programma di controllo bastano pochi interventi eseguiti da specialisti, come sostituire il PLC e installare un moderno software modulare di supervisione. Noi in Multi Data, per esempio, ne abbiamo sviluppato uno capace di gestire l’intera sala mescole, controllabile da un unico PC. In questo modo si possono equipaggiare le vecchie macchine con funzioni di vera gestione automatica e controllo dei consumi e della tracciabilità». UN CASO REALE Non si tratta di una potenzialità teorica, esistono già casi applicativi di questa soluzione. Un esempio è una ditta del padovano, specializzata nella produzione di rulli ricoperti in gomma che, ricorda Tosi, «aveva due mescolatori: uno molto vecchio privo di PLC, quindi controllato in manuale, e uno un po’ più recente con un software per la gestione automatica realizzato da un elettricista locale senza molta esperienza. Anche la macchina dotata di automazione alla fine doveva lavorare in manuale, perché il programma era troppo limitato e in azienda non si riusciva ad adattare il ciclo al prodotto». L’intervento di Multi Data si è concretizzato nella proposta di una nuova soluzione, che in pochi giorni ha consentito di

Per saperne di più Multi Data è un’azienda con sede a Castelnuovo Rangone, in provincia di Modena. Per fornire informazioni e fornire risposte alle domande più comuni ha creato una pagina web specifica sul sistema MyFlexPlant, www.myflexplant.com, dove è anche possibile trovare informazioni su una serie di case history che illustrano interventi realizzati per varie aziende, in Italia e all’estero.

dotare la vecchia macchina di un nuovo PLC di sostituire il PLC nell’altra macchina perché non idoneo e di installare il nostro software MyFlexPlant». La soluzione consente ai tecnici dell’azienda di programmare la produzione dall’ufficio e di vedere come hanno lavorato le macchine. Ma anche gli operatori sono più rilassati, perché il sistema gestisce il funzionamento delle macchine e fornisce loro indicazioni sulle azioni da intraprendere, rispettando i tempi di produzione con una qualità più uniforme. UN SOFTWARE FUNZIONALE Ma come è possibile che un mescolatore aggiornato abbia prestazioni simili a uno nuovo? «Perché», ribadisce Tosi, «le macchine moderne, a livello meccanico, non sono molto diverse da quelle di trenta o quarant’anni fa. Certo, quelle più recenti

possono adottare soluzioni più aggiornate, ma la sostanza è la stessa. Quello che che cambia veramente tra i sistemi di nuova e vecchia generazione è il modo di gestire la sala mescole e la possibilità di ottenere informazioni fondamentali per la gestione. Insomma, la differenza proviene dai sistemi e dal software di supervisione e controllo». Ne è un esempio il caso di un’altra azienda in cui Multi Data è intervenuta. Si tratta di una ditta nell’area di Lecco che aveva acquistato un impianto di dosaggio automatico per alimentare due mescolatori. «C’erano però», racconta Tosi, «continui problemi con il software che hanno indotto il titolare a rivolgersi a uno sviluppatore della zona, che ha migliorato la situazione ma in realtà non era specializzato in soluzioni di questo tipo. La nuova soluzione

Un mescolatore rimesso a nuovo affiancato da quadro di controllo Multi Data.

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DALLE AZIENDE

Una nuova realizzazione con controllo dei nastri, del dosaggio e del mescolatore. non consentiva la gestione dei report di produzione e non disponeva di un sistema di tracciabilità affidabile, quindi si è rivelata un rimedio soltanto parziale al problema iniziale. Finché l’azienda che l’aveva sviluppata ha deciso di indirizzare in altre direzioni la propria attività, lasciando il cliente di Lecco senza supporto tecnico». Qui è subentrata Multi Data, che in poche settimane ha configurato e personalizzato il software MyFlexPlant alle esigenze dell’azienda. «Lo abbiamo installato durante la fermata di Natale in pochi giorni», ricorda Tosi, «e adesso il nostro nuovo cliente può contare su un sistema moderno, che gestisce tracciabilità e scambio dati con il gestionale, sviluppato da professionisti con tutte le funzioni che realmente servono. Il prossimo passo sarà installare il software dei mescolatori per avere tutto sotto controllo». RIDUZIONE DEI TEMPI D’INTERVENTO Il caso dell’azienda lecchese evidenzia anche un altro problema con cui si devono confrontare le imprese del settore, cioè la necessità di ridurre al minimo i tempi di intervento sulle macchine o sugli impianti di dosaggio per non avere perdite di produzione. Il sistema modulare MyFlexPlant ideato da Multi Data per le sale mescole tiene conto anche di questa esigen54

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za. «Si tratta», dice Tosi, «di un sistema di automazione composto da software Pc e PLC, con diversi moduli in grado di gestire ogni macchina e ogni processo della sala mescole. In base all’elemento da aggiornare, configuriamo il software nei nostri uffici e lo testiamo alla presenza del cliente». Questo metodo consente di fornire al cliente una stima precisa dei giorni necessari all’intervento e per fare il collaudo, riducendo al massimo il tempo di effettivo fermo produzione. In linea di massima, secondo Multi Data, per rifare l’automazione di un mescolatore bastano 5 giorni di fermo impianto.

CONFRONTO TRA PRESTAZIONI L’azienda è anche convinta che le prestazioni di un mescolatore meccanicamente ben ricostruito e dotato del sistema MyFlexPlant siano sostanzialmente equivalenti a quelle di un macchinario nuovo. «Anzi», sottolinea Tosi, «in alcuni casi le performance sono anche superiori rispetto a un mescolatore nuovo di pari litraggio con automazione più semplice, perché vengono ridotte al minimo tutte le operazioni manuali e perché il programma di mescolazione si adatta a qualsiasi produzione». A quanto ammontano i costi dell’investimento? ««Nel corso di questi 25 anni», continua Claudio Tosi,

Il metodo sviluppato da Multi Data consente di estrarre dati di produzione anche da macchinari di vecchia generazione per creare strumenti efficaci di gestione e tracciamento della produzione.


MACCHINARI

«abbiamo realizzato quasi 700 interventi nel settore della gomma e della plastica, per cui posso dire che non c’è una risposta univoca, ma tutto dipende dal tipo di intervento e soprattutto dallo stato delle macchine e degli impianti. Se, per esempio, mancano gli schemi elettrici del macchinario e lo si vuole dotare di un inverter o apportare modifiche meccaniche all’impianto di dosaggio, sarà necessaria qualche attività in più. Per questo motivo punto sempre a una consulenza personalizzata, che valuti le vere esigenze e problematiche del cliente che ho davanti». In linea di massima, comunque, rifare l’automazione di un mescolatore, ovvero sostituire il PLC con un nuovo modello Siemens, montare un nuovo PC Industriale di controllo e installare il software MyFlexMixer ha un costo a partire da 30.000 euro, collaudo incluso. u

Un tecnico controlla dal proprio ufficio i dati di produzione della sala mescole per gestire la produzione attraverso l’applicazione MyFlexPlant.


DALLE AZIENDE

di Riccardo Oldani

Storia di una mascherina e della voglia di ripartire La rabbia nel vedere la Lombardia colta di sorpresa dall’epidemia. La forte volontà di reagire. Da qui è partito il progetto di StilGomma, produttore di articoli tecnici innovativi, per realizzare una mascherina protettiva riutilizzabile, sicura e a basso costo. Si chiama BergaMask ed è distribuita in farmacia o direttamente alle aziende che la vogliono per i propri dipendenti. Con i quattro partner che l’hanno aiutata nello sviluppo, l’azienda di Castelli Calepio ha anche avviato una donazione di 10.000 pezzi e 300.000 filtri intercambiabili per i volontari e per le forze dell’ordine. Storia di un progetto esemplare

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uindici giorni per inventare un concetto completamente nuovo di mascherina protettiva, progettarla, certificarla, portarla in produzione e dar vita a un complesso piano di distribuzione, articolato su una consistente donazione a volontari e forze dell’ordine e sulla vendita diretta, a prezzo controllato, in farmacia e nelle aziende. Ci si aspetterebbe che un risultato del genere sia possibile soltanto per un grande gruppo industriale. E invece è l’ennesima dimostrazione dell’enorme capacità delle nostre piccole e medie imprese manifatturiere. Nello specifico di StilGomma, un’azienda di Castelli Calepio, in provincia di Bergamo, che dal 1977 produce articoli tecnici in gomma. UN PROGETTO COMPLESSO StilGomma ha creato dal nulla, sfruttando la grande base di conoscenze sui materiali di cui dispone e la capacità progettuale interna, una mascherina in silicone medicale autosterilizzante, che nella mescola contiene ioni di argento e che può essere sterilizzata non soltanto in acqua bollente ma anche in forno a microonde, per 5 minuti alla potenza di 600 W. La mascherina, chiamata BergaMask, ha un alloggiamento in cui va inserito un filtro monouso di tessuto non tessuto, tenuto in posizione da una gabbietta in polimero plastico. L’azienda non

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solo l’ha progettata e messa in produzione le mascherine, dedicando a tempo pieno due delle sue 14 presse a iniezione, ma ha anche coinvolto una serie di imprese partner, fornitrici e amiche, nel dare vita a una donazione di 10.000 pezzi e 300.000 filtri, andati a beneficio di forze dell’ordine e volontari, tra cui quelli dell’Associazione Nazionale Alpini. Ci siamo fatti raccontare tutto il progetto dal General Manager Marco Pecis, figlio di Silver Pecis, il fondatore di StilGomma, e dall’ingegner Giulia Sala, che si occupa dello sviluppo di nuovi progetti e del sistema di gestione di qualità. GENESI DI UN’IDEA Qual è stata la molla che ha fatto partire tutto? «Inizialmente», dice Marco Pecis «mi ha spinto la rabbia di vedere la Lombardia, e la nostra zona in particolare, colta di sorpresa e non attrezzata a far fronte all’emergenza. Noi siamo molto legati al nostro modo e alla nostra voglia di lavorare e abbiamo la consapevolezza che la Lombardia ha la capacità di portare i propri prodotti ovunque nel mondo. Vedere quanto è accaduto è stato un duro colpo. Quando le ambulanze hanno cominciato a passare ininterrottamente davanti al nostro cancello e abbiamo avuto le prime notizie di amici e conoscenti che morivano, l’impatto con la realtà

Marco Pecis, general manager di StilGomma, e figlio del fondatore Silver Pecis.

Giulia Sala, l’ingegnere che si occupa dello sviluppo di nuovi progetti in azienda.


INIZIATIVE

è stato brutale. Quello di cui sentivamo parlare nei notiziari e che leggavamo sui giornali di tutto il mondo era lì, a casa nostra. Siamo partiti da questo, ma poi ci è voluto molto altro, tra cui l’impegno delle nostre persone e dei nostri ingegneri e l’aiuto dei nostri quattro fornitori, che voglio ringraziare di cuore per averci sostenuti: di Manzoni SMP, Pelletterie2F, DIGI stampi e Italian Form». UN’AZIENDA PARTICOLARE Che cosa fa StilGomma? «Da sempre», dice Pecis, «siamo un’azienda tecnica, caratterizzata dall’impiego di materiali speciali e da processi unici, come la lavorazione dell’ebanite o costampaggi di tre o quattro componenti o materiali diversi in prodotto unico. La nostra base tecnica ci ha consentito di sviluppare due importanti attività: studio, ricerca e progettazione da una parte e produzione dall’altra. In un’impresa con una trentina di dipendenti quasi la metà sono ingegneri, perché viviamo i prodotti dalla nascita, insieme con i nostri clienti. Siamo piccoli ma serviamo grandi aziende, gruppi importanti in settori molto particolari come il medicale o l’aerospace». Da queste competenze è scaturita l’idea della BergaMask. Come è successo? «Avevamo una serie di soluzioni nei nostri cassetti», ricorda Pecis, «sviluppate in passato per altri progetti. Un esempio è il silicone autosterilizzante in microonde che abbiamo utilizzato. Abbiamo messo insieme una serie di spunti e da lì siamo partiti per costruire il progetto di un prodotto semplice, da realizzare nel più breve tempo possibile. Abbiamo lavorato giorno e notte per trovare soluzioni a tutti i problemi, passo dopo passo. Quando poi mi sono rivolto ai nostri principali fornitori per gli stampi, le materie prime, le componenti in altri materiali abbiamo riscontrato una risposta entusiastica. Anziché farsi pagare per il lavoro fatto mi hanno chiesto qualche migliaio di kit per mettere insieme una donazione importante. Così l’entusiasmo si è gonfiato sempre di più. Non solo noi, ma anche i

BergaMask, la mascherina in silicone autosterilizzate, con filtro intercambiabile, progettata e realizzata dalla StilGomma di Castelli Calepio.

nostri fornitori hanno lavorato giorno e notte, di sabato e di domenica, hanno riaperto le aziende per portare avanti questa iniziativa. In quindici giorni abbiamo realizzato un prodotto davvero interessante». CARATTERISTICHE UNICHE BergaMask è il risultato di questo lavoro, caratterizzato da performance tecniche elevate, ma anche dal fat-

to di arrivare in farmacia al pubblico e nelle aziende a un prezzo davvero contenuto e imposto, di 10 euro per una mascherina, riutilizzabile all’infinito, e di 5 euro la confezione di 30 filtri. I filtri sono davvero economici (circa 15 centesimi l’uno) e consentono un ricambio frequente. «Vedevamo», dice Pecis, «le mascherine monouso vendute a prezzi esorbitanti, per le speculazioni ma anche per l’effettiva

Come acquistarla Per le aziende che fossero interessate ad acquistare la BergaMask per i propri dipendenti basta connettersi al sito di StilGomma, www.stilgomma.it. All’interno di una sezione dedicata si trovano tutti i contatti per chiedere informazioni, oltre alla descrizione del prodotto e a un video-tutorial che spiega come deve avvenire l’inserimento del filtro nella mascherina.

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carenza di pezzi, e di conseguenza utilizzi impropri, troppo prolungati nel tempo. Non è accettabile vedere oggetti di questo tipo, destinati a essere gettati nel giro di poche ore, venduti a un euro, perché chi deve usarli tutti i giorni semplicemente non se li può permettere». È stata così pensata una doppia distribuzione: in farmacia, gestita da un’azienda specializzata, e alle aziende che devono equipaggiare i loro dipendenti. «Abbiamo fatto qualche rapido conto», aggiunge Pecis. «Una realtà con 500 addetti, a cui va garantito almeno un cambio al giorno, può arrivare a spendere anche 60.000/70.000 euro a trimestre solo per le mascherine. Con la nostra soluzione i costi scendono a 10.000 euro. Per incentivare l’acquisto da parte delle imprese abbiamo deciso che per ogni 1.000 dispositivi venduti ne regaleremo 100 a volontari, forze dell’ordine e alle persone impegnate in prima linea. Questo per alimentare una seconda donazione che andrà ad aggiungersi a quella iniziale di 10.000 dispositivi e 300.000 filtri, andata a beneficio dell’Associazione Nazionale Alpini, dei carabinieri, e dei volontari attivi sul nostro territorio». UNA GRANDE SODDISFAZIONE StilGomma è un’azienda molto particolare. È attrezzata con 14 presse a iniezione ma affida molte lavorazioni all’esterno, a un indotto di almeno un centinaio di terzisti. «Questo», spiega Pecis, «perché alcuni nostri prodotti sono molto complessi e richiedono diverse fasi di lavorazione, fino a 20 in alcuni casi, prima di essere inviati al cliente. Il nostro capannone storico è di circa 2.000 metri quadri, vicinissimo al casello dell’autostrada A4 di Ponte Oglio, e a fianco stiamo costruendo un nuovo sito di circa 4.000 metri quadri dove porteremo la nuova logistica, le scorte e una parte dei nuovi uffici». È qui che il progetto della BergaMask è stato condotto con ritmi folli in pochissimi giorni. «Ma ne è valsa la pena», commenta ancora Pecis, «perché, adesso che il lavoro di sviluppo di questo progetto è finito e che co58

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Gli elementi che compongono la BergaMask: mascherina, filtro monouso, e gabbietta in polimero plastico che serve al fissaggio del filtro.

minciamo a distribuire i nostri kit, la soddisfazione è enorme. Soprattutto quando vedo la contentezza delle persone che li ritirano. Perché comunque, nonostante il fatto che abbiamo grandi competenze e le mettiamo al servizio di clienti importanti non possiamo dimenticarci che siamo un’azienda piccola e che tutto questo ha significato un grande impegno per tutto noi». CONCETTO ORIGINALE BergaMask è un concetto totalmente innovativo di mascherina. Non si ispira a prodotti già esistenti o a qualcosa di simile già realizzato da altri. «È un’idea totalmente nostra», dice Giulia Sala, l’ingegnere che ha coordinato lo sviluppo, «tanto che abbiamo deciso di tutelarla con un Modello di Utilità». Come può nascere, in un’azienda di 30 dipendenti, qualcosa del genere? «Il nostro lavoro», spiega Marco Pecis, «spesso consiste nel trovare soluzioni a problemi tecnici posti dai nostri clienti. Abbiamo sviluppato questa forte capacità, che ci distingue dalle aziende in competizione sulla quan-

tità e sul prezzo. Da sempre ci dedichiamo ad articoli complessi, progetti, soluzioni, che spesso si traducono in produzioni di piccoli lotti o anche soltanto nel trovare la risposta a un quesito tecnico». È questo know-how che ha permesso di sviluppare l’idea in tempi record. «Non avremmo potuto partire», osserva Pecis, «senza avere a disposizione formule e test già avviati, magari per prodotti che poi non sono mai stati sviluppati fino in fondo e non sono mai arrivati in produzione, ma che poi abbiamo archiviato in attesa di poterli riprendere al momento giusto». CERTIFICAZIONE E OMOLOGAZIONE Competenze utili anche in fase di certificazione del prodotto, anch’essa compiuta a tempo di record. StilGomma è partita infatti, soprattutto per quanto riguarda le prestazioni del materiale scelto per la BergaMask, da molti test e analisi che aveva già in casa. Poi si è appoggiata a una rete di laboratori di sua conoscenza. Spiega Giulia Sala: «Il decreto legge n. 18 del


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17 marzo, agli articoli 15 e 16, ha facilitato e stimolato la produzione e la rivendita delle mascherine, chirurgiche o generiche, stabilendo che potevano essere messe in commercio senza la certificazione CE. Studiando bene i due articoli ci siamo però resi conto che avremmo dovuto condurre un numero così elevato di test da rendere a quel punto preferibile il conseguimento della certificazione CE 2001/95, che riguarda i dispositivi non pericolosi. Quindi la BergaMask ora è commercializzabile per uso privato, pubblico e lavorativo. Il progetto però è nato per rispondere anche alle esigenze sanitarie, quindi abbiamo sottoposto campioni del prodotto al Politecnico di Milano, che è stato incaricato da Regione Lombardia a condurre test di traspirabilità, capacità filtrante e abbattimento della carica batterica, necessari per un’omologazione anche per impieghi più sfidanti, come quelli delle mascherine

FFP2 e FFP3. BergaMask è stata concepita per montare diversi tipi di filtro a seconda dell’utilizzo. Quindi il nostro lavoro non è finito. Siamo all’opera anche per l’omologazione come dispositivo medico». C’è di più. StilGomma sta ora conducendo, su sollecitazione di una grande azienda e di un team di medici, un lavoro di progettazione per mettere a punto un secondo prodotto, che Pecis definisce «ancora più innovativo e ingegnoso per la Sanità italiana. Non posso però dire di più perché siamo ancora in piena fase di sviluppo». ACCESSORI E COLLABORAZIONE Non c’è però soltanto la parte in silicone. I filtri, per esempio, sono prodotti, come spiega Pecis, «dall’azienda che ha il capannone di fronte alla mia, con la quale abbiamo un ottimo rapporto e che lavora nell’ambito dell’accessoristica per la moda. È la Pelletterie 2F, della famiglia Maren-

zi, che si è subito resa disponibile per donare insieme a noi i prima 10.000 kit. In collaborazione con Giulia Sala l’azienda ha seguito poi tutto l’iter di studio e test sui materiali, con l’idea di sviluppare non soltanto il filtro CE ma anche altri per impieghi più sfidanti e sempre concepiti per arrivare al pubblico a un prezzo irrisorio e per la facilità di utilizzo». Il montaggio del filtro è un’operazione molto semplice, ma va fatto in maniera corretta per fare in modo che la protezione sia effettiva. «Abbiamo studiato molto attentamente la soluzione di alloggiamento del filtro», dice Pecis, «per soddisfare una serie di esigenze, come la massima sicurezza per l’utilizzatore ma anche la semplicità di produzione. Possiamo dire che in questo particolare risiede il cuore dell’innovazione di BergaMask, che consente anche di facilitare la produzione dei filtri e di tenerne il costo veramente basso. Il fatto che l’uten-

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te monti il filtro in prima persona, secondo un concetto mutuato dal modello Ikea, ha reso possibile ridurre ulteriormente il costo complessivo del kit». DIFFICOLTÀ TECNICHE Qual è stata la principale difficoltà tecnica da superare? «Chi fosse partito da zero su un progetto di questo tipo», sottolinea Pecis, «avrebbe trovato il principale scoglio nello sviluppo del materiale, cioè il silicone autosterilizzante, che non è di formulazione semplice e che sarebbe stato difficile a stampare se non avessimo avuto alle spalle tutta una serie di prove già realizzate in passato. Al momento nessun elastomero, in microonde, si autoriscalda senza l’ausilio di un liquido. Il nostro invece consente quest’operazione per rendere ancora più facile la disinfezione, ovviamente separando la gabbietta di plastica che fissa il filtro, che invece va sterilizzata in acqua bollente.

INIZIATIVE

Ma la vera sfida, per noi, è stata invece decidere come produrre un oggetto realizzato con materiali costosi e performanti mantenendo il costo basso. È stato forse questo l’aspetto che ci ha richiesto più tempo e più riflessione. Un’altra questione importante era poi indurre a un utilizzo corretto. Se si osserva chi usa una mascherina usa e getta si nota subito come in molti la indossino per più giorni, oppure al contrario, o ancora la appoggino su un tavolo per poi rimetterla. L’opzione scelta da noi, invece, è stata un filtrino economico semplice da sostituire». COLLABORAZIONI PREZIOSE Il filtro si fissa nel suo alloggiamento grazie all’utilizzo di una gabbietta, prodotta da Manzoni SMP. «È un’azienda», dice Pecis, «con cui spesso collaboriamo e che con il suo stampista intende a sua volta dar vita a una donazione nella zona di Treviglio. Un altro ringraziamento va poi al nostro

stampista, Italian Form, che fin dall’inizio ci ha appoggiato soprattutto nel design, realizzando diverse prove per trovare la geometria giusta del prodotto in funzione non soltanto dello stampaggio a iniezione ma anche di tutti gli altri componenti della mascherina che, nel frattempo, stavamo progettando e sviluppando in parallelo. Mettere insieme tutte queste attività e coordinarle è stato un altro aspetto estremamente difficile del nostro progetto. Anche il titolare di Italian Form, Omar Agazzi, ha deciso di partecipare all’iniziativa. Se non ci fosse stata la partecipazione entusiastica di tutti i nostri partner la donazione che avremmo potuto fare noi da soli sarebbe stata molto più limitata». Uno sforzo non da poco per aziende di piccole per dimensioni ma di grandi capacità, che tutte insieme sono riuscite a organizzare una donazione per un valore di 100.000 euro in un momento assai difficile, anche per la loro attività. u

Il gruppo di lavoro di StilGomma che ha seguito da vicino l’evoluzione del progetto.

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NEWS

Pil Italia: è calo record nel primo trimestre 2020

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el primo trimestre del 2020, secondo la stima preliminare, il Pil ha subito una contrazione di entità eccezionale indotta dagli effetti economici dell’attuale emergenza sanitaria e dalle misure di contenimento adottate. Lo segnala l’Istat con una sua comunicazione del 30 aprile in cui segnala la natura provvisoria della stima, che si basa sulla valutazione dell’andamento delle componenti dell’offerta e su un insieme ridotto di indicatori congiunturali; il valore aggiunto segna un calo marcato e diffuso a tutte le attività economiche, particolarmente rilevante per l’industria e il terziario. «La flessione del Pil», si legge nel documento, «è di un entità mai registrata dall’inizio del periodo di osservazione dell’attuale serie storica che ha inizio nel primo trimestre del 1995». Nel dettaglio, si stima che nel primo trimestre del 2020 il prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia diminuito del 4,7% rispetto al trimestre precedente e del 4,8% in termini tendenziali. Il primo trimestre del 2020 ha avuto lo stesso numero di giornate lavorative rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto

FIGURA 1. PRODOTTO INTERNO LORDO, INDICI CONCATENATI I trimestre 2008 - I trimestre 2020, indici destagionalizzati e corretti per gli effetti di calendario (anno di riferimento 2015)

al primo trimestre del 2019. La variazione congiunturale è la sintesi di un a diminuzione del valore aggiunto in tutte le principali componenti produttive. Dal lato della domanda, vi sono ampi contributi negativi sia della componente nazionale (al lordo delle scorte), sia della componente estera netta. La variazione acquisita per il 2020 è pari a -4,9%. La stima preliminare del Pil risente degli ostacoli posti dall’emergenza sanitaria in corso alla raccolta dei dati di

base, che costituiscono l’input per l’elaborazione dei conti nazionali. Sono state sviluppate azioni correttive che ne hanno contrastato gli effetti statistici e hanno permesso di elaborare e diffondere i dati relativi al primo trimestre 2020. «Come di consueto», avverte Istat, «la stima rilasciata oggi sarà oggetto di revisione nelle prossime diffusioni, man mano che si renderanno disponibili ulteriori fonti informative. Tali revisioni potrebbero essere di entità superiore alla norma». u

FIGURA 2. PRODOTTO INTERNO LORDO, VARIAZIONI PERCENTUALI CONGIUNTURALI E TENDENZIALI I trimestre 2013 - I trimestre 2020, dati concatenati, destagionalizzati e corretti per gli effetti di calendario (anno di riferimento 2015)

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NEWS

La ripartenza in sicurezza

Presse Engel per la produzione di mascherine

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l Gruppo Filippetti di Ancona, uno dei principali produttori italiani di soluzioni e tecnologie IoT per l’industria negli ambiti Digital Transformation, Industry, Building, Mobility e Technology tutti in ottica 4.0, ha annunciato il lancio di due soluzioni smart per la gestione della sicurezza dei lavoratori e dei siti produttivi: la DistanceCHECK e la ORTM (Operators Remote Temperature Monitoring). Sono due tecnologie all’avanguardia realizzate per fornire alle industrie strumenti ‘intelligenti’ per l’accertamento del rispetto delle prescrizioni di legge previste per evitare il propagarsi del contagio da coronavirus, e ben esprimono gli oltre 45 anni di esperienza che il gruppo marchigiano vanta nello sviluppo di progetti innovativi. La DistanceCHECK è la soluzione che consente di monitorare la distanza tra i lavoratori e di evitare, in questo modo, rischiosi assembramenti. La tecnologia che ne è alla base localizza l’eventuale situazione anomala e invia a una piattaforma centralizzata i relativi dati, la cui analisi permetterà all’azienda di adottare le misure che la situazione epidemiologica del particolare momento critico suggerirà come le più opportune per eliminare o perlomeno ridurre i rischi. In caso di mancato rispetto della prescritta condizione di sicurezza, il dispositivo di protezione individuale (DPI) 64

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multifunzione SaveMENOW, che ogni lavoratore indossa, emette un segnale d’allarme attraverso l’infrastruttura SmartNetwork e l’IoT Smart Platform, che è in grado di verificare la distanza tra i soggetti con una precisione inferiore ai 50 cm. Al ristabilirsi della normalità, l’allarme cessa automaticamente. In situazioni di sintomatologia, la registrazione dei dati relativi agli episodi verificatisi consente di ricostruire con precisione i singoli casi in tutti i loro dettagli. La ORTM è la soluzione innovativa che, mediante la tecnologia Smart Safety, permette di rilevare in tempo reale la temperatura corporea delle persone (fino a 30) mentre entrano nel luogo di lavoro passando, alla distanza di 4 metri l’una dall’altra, attraverso un gate dotato di telecamera e opportunamente attrezzato per la sua funzione. In caso di superamento della temperatura consentita, il sistema identifica il soggetto coinvolto e lancia un allarme sonoro al personale addetto alla sicurezza e alla piattaforma Smart Factory e genera strumenti di comunicazione diretta (e-mail, sms o chiamate telefoniche) perché scattino immediatamente gli interventi di emergenza previsti. u

a Engel e il partner Haidlmair mettono insieme le loro tecnologie per la produzione di mascherine protettive contro la diffusione del covid-19. La Haidlmair è un’azienda austriaca specializzata nella costruzione di stampi che ha progettato e realizzato a tempo di record uno stampo speciale per lo stampaggio a iniezione di mascherine anticoronavirus in elastomeri termoplastici (TPE). In tempi altrettanto rapidi Engel ha studiato tre presse appositamente per l’utilizzo del nuovo stampo del suo partner disponibile in tre tipi a diverso numero di cavità per lo stampaggio dell’articolo: la Engel victory 330/80 per lo stampo a cavità singola, la Engel e-victory 740/160 per lo stampo a due cavità e la Engel duo 1560/350 per lo stampo a quattro cavità. Il costruttore di Schwertberg assicura che la produzione di queste macchine avrà la priorità rispetto alle altre e la loro consegna avverrà in tempi rapidi in tutto il mondo, essendo la produzione stessa decentralizzata. Le mascherine frutto della collaborazione Engel-Haidlmair sono costituite da due elementi – supporto e filtro , possono essere lavate e disinfettate e riutilizzate dopo l’inserimento di un nuovo filtro, che può essere anche di materiali filtranti diversi. u


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Nuovi TPE Kraiburg per alimenti

rizzati da una eccellente adesione ai materiali plastici si è arricchita adesso di polimeri capaci della stessa adesione alle plastiche polari. a Kraiburg TPE ha messo a punto Questi nuovi elastomeri tere lanciato sui mercati diverse nuo- moplastici appartengono alle ve serie di elastomeri termoplastici seguenti serie di Thermolast K: con i quali ha ulteriormente ampliato la - le serie FC/AD/PA, con eccesua gamma prodotti e diversificato le già zionali valori di carico di rotnumerose applicazioni della sua mix di tura, allungamento a rottura e compound. Sono polimeri delle serie Ther- resistenza all’usura, particolarmolast K idonei al contatto con alimenti e mente indicate per applicaziocon la pelle e ammessi per le applicazioni ni multicomponente in combidi igiene orale. Sono conformi ai requisiti nazioni con le poliammidi PA6, FDA (Food and Drug Administration) spe- PA6.6 e PA12 cificati dal regolamento EU 10/2011 e so- - le serie FC/AD1, per compositi con polieno conformi anche alla normativa cinese steri come il PET o il PETG e i policarbonati GB 4806. Soddisfano, inoltre, i requisiti di e con resine ABS, e anche con miscele di sicurezza previsti dagli standard UL contro questi materiali. il rischio di incendio e shock elettrico. Tro- Oltre a questi TPE caratterizzati dalla eccevano impiego, infatti, in formulazioni per zionale adesione alle plastiche polari, norcomponenti previsti a contatto con bat- malmente impiegati nel settore dell’igiene terie agli ioni litio, come richiesto per gli orale nella produzione di un’ampia varietà di articoli come, per esempio, spazzolini spazzolini elettrici per i denti. La gamma di questi TPE idonei al contatto per denti sia manuali che elettrici, bastoncon alimenti (Food Contact, FC) e caratte- cini interdentali, succhiotti e capezzoli per biberon, come anche nella produzione di rasoi manuali ed elettrici, la gamma dei Thermolast K annovera altre quattro serie di elastomeri termoplastici per compositi con plastiche poliolefiniche come il PP. Eccole qui elencate: - le serie FC, con rapporto costo/prestazioni ottimizzato ed elevata scorrevolezza - le serie FC/ht, dotate di alta trasparenza ed eccezionale efficienza dei pigmenti nella realizzazione dei colori brillanti Dal 1967 Der-Gom Produce - le serie FC/CS, con mescole di gomma con la stessa cura di sempre. La ottimo compression Der-Gom è partner sicuro in set, resistenza chimigrado di creare la ricetta ca ottimizzata (per giusta per ogni cliente. esempio, contro colG a rba g n a te M o n a s te ro ( LC ) via dei Castagni, 3/5 - 23846 lutori, dentifrici speTel. +39 031 853446 ciali, eccetera) e anFax +39 031 853515 che migliorata re-

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sistenza meccanica che rende i compound adatti alla produzione di anelli da dentizione infantile resistenti ai morsi - le serie FC/HE/tl, per applicazioni in colori traslucidi che richiedono una elasticità particolarmente elevata. Tutte queste serie di TPE sono integrate da formulazioni di compound progettate anche ‘su misura’ per soddisfare esigenze anche speciali della clientela e possono essere colorate, su richiesta, in varie tinte e tonalità. La qualità dei prodotti è costantemente controllata da Kraiburg TPE e, al pari dell’idoneità al contatto con alimenti, può essere verificata attraverso la tracciabilità delle materie prime utilizzate. Inoltre, come materiali riciclabili, i compound soddisfano i criteri di sostenibilità dell’economia circolare per il riutilizzo dei materiali nel rispetto dell’ambiente. È un impegno, tutto questo, che il produttore tedesco considera preso nei confronti dei clienti per offrire loro, con la fornitura di elastomeri termoplastici su misura e convenienti, la possibilità di nuove opportunità di vendita. Il produttore tedesco aveva programmato la presentazione della sua nuova serie di TPE per l’igiene dentale e orale alla fiera Interbush che si sarebbe dovuta svolgere a maggio, ma che, a causa della pandemia provocata dal coronavirus, è stata annullata e rinviata di due anni. Kraiburg TPE, però, fa sapere che, come previsto e pianificato, questi prodotti saranno disponibili su tutti i mercati del mondo a partire dall’estate del 2020. u


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NEWS

OPC UA: nuovi standard per le macchine per la gomma

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el 2019 l’associazione europea EuroMap e la OPC Foundation avevano costituito un gruppo di lavoro congiunto, denominato “OPC UA Plastica and Rubber Machinery”, con l’obiettivo di sviluppare interfacce standardizzate a livello mondiale per macchine per la trasformazione della plastica e dalla gomma basate sul protocollo di comunicazione OPC UA. Ora le raccomandazioni dell’associazione EuroMap 77, sullo scambio di dati tra macchine a iniezione e il MES; EuroMap 82.1 (sui dispositivi di controllo della temperatura) ed EuroMap 83 (definizioni generali), che preesistevano all’accordo, sono state ripubblicate sotto l’ombrello della OPC Foundation come OPC 40077, OPC 40082-1 e OPC 40083. Il cambiamento principale riguarda il cosiddetto “namespace”, che definisce l’identificazione unica a livello globale di uno standard per interfacce, che и stato trasformato da euromap.org a opcfoundation.org. Questa trasformazione apre la strada all’adozione degli standard anche a regioni extraeuropee, come l’Asia e l’America. Anche se lo standard viene tradotto per le adozioni

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nazionali e se gli viene assegnato, come puт rendersi necessario, un numero locale diverso, il “namespace” comunque assicura l’uniformitа dei dati che devono essere scambiati e il loro riconoscimento da parte dei dispositivi connessi. И stata anche pubblicata una nuova serie di norme per l’estrusione, sotto la sigla OPC 40084. Prende in considerazione le linee di estrusione come parti integranti di un sistema che comprende anche lo stato di produzione e la gestione dell’ordine, cosм come le componenti singole in relazione a valori di processo e di stato. Al momento le parti contemplate dallo standard sono estensori, sistemi di raffreddamento, pompe per l’iniezione, filtri, sistemi di colorazione e pallettizzazione, taglierine, calibratori e corrugatori. Ma presto dovrebbe estendersi anche a calandre, sistemi di separazione o di piegatura dei pezzi. L’impiego di dati digitali standardizzati rende piщ semplice il commissioning e l’operativitа delle linee di estrusione. Le specifiche OPC Ua per le macchine per l gomma e per la plastica possono essere scaricate dai siti di OPC Foundation, EuroMap e VDMA. u


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Il nuovo amministratore delegato di BASF Italia

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l consiglio di amministrazione di BASF Italia ha nominato Lorenzo Bottinelli come nuovo Amministratore Delegato e Vicepresidente di BASF Italia. Succede ad Andreas Riehemann, che ha guidato l’organizzazione italiana dal 2016 fino ad oggi. Bottinelli, classe 1976, chimico con un master in Business Administration, ha maturato una lunga esperienza in BASF ricoprendo ruoli di crescente responsabilità. Prima nella divisione Coatings e, quindi, nelle Vendite, per approdare, nel 2017, a capo della direzione commerciale di BASF Italia. «Sono davvero molto onorato di questa nomina – ha commentato il nuovo ad. – Sento chiaramente la responsabilità di rappresentare un grande gruppo come BASF in un paese strategico come l’Italia, soprattutto in un momento storico delicato e drammatico come quello che stiamo vivendo. Le sfide che ci attendono, anche e soprattutto quando l’emergenza sarà superata, sono molteplici e complesse e richiederanno un impegno straordinario, è evidente. Rimango, tuttavia, totalmente fiducioso nel contributo che BASF continuerà a offrire a settori chiave del made in italy come l’agricoltura, il biomedicale, il design, le costruzioni e il personal care. La nostra è una presenza autenticamente radicata sul territorio

Lorenzo Bottinelli, amministratore delegato e vicepresidente di BASF Italia. che conta oltre 1.500 occupati diretti, professionisti di altissimo livello che ogni giorno contribuiscono allo sviluppo sostenibile studiando nuovi materiali, ottimizzando processi e applicazioni e integrando, sempre più, l’approccio digital». u

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA MAGGIO 2020

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NEWS

Stampaggio in ambiente sterile

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lcune particolari produzioni di parti in gomma o in silicone, destinate al medicale o al settore farmaceutico, devono essere realizzate in ambienti sterili, in cui sia ridotta al minimo la presenza di particelle di materiale ma, soprattutto, in cui microrganismi come virus o batteri non possano trovare terreno fertile. Gli ambienti caldo-umidi delle sale di stampaggio possono, in alcuni casi, fornire ai microrganismi condizioni favorevoli, per cui può essere utile pensare a un sistema di sterilizzazione dell’aria. Esistono diverse soluzioni a questo scopo, come per esempio i generatori di ozono. Un’azienda austriaca, Blue Air System, ha creato una nuova versione dei suoi deumidificatori DMS (Dry Mould System) in grado di eliminare virus e altri germi. Si chiama DMSterile ed è in grado di generare un’atmosfera sterile durante la fase di deumidificazione dello stampo. I prodotti finali, in materiale plastico, termoplastico, elastomerico o siliconico, vengono quindi tenuti a contatto con aria sterile durante la produzione e la separazione dei pezzi dalle materozze. La soluzione è pensata per tutti quei prodotti destinati alle industrie del food, farmaceutiche o medicali. Secon-

do l’azienda austriaca, gli ambienti di stampaggio non solo sono caratterizzati da alte temperature e umidità, favorevoli alla proliferazione di microrganismi, ma sono anche viziati da sistemi di climatizzazione datati o in cui la manutenzione non è effettuata in maniera corretta. Il sistema di produzione asettica DMSterile può ovviare quindi, secondo il produttore, anche a questo problema. Inoltre il sistema, mediante la deumidificazione, contribuisce a migliorare la qualità del prodotto e a ridurre i costi energetici del processo di produzione. u

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Il nuovo standard ISO per le macchine di stampaggio a iniezione

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o scorso aprile è stato pubblicato lo standard ISO 20430 per le macchine per lo stampaggio a iniezione, il promo standard internazionale di sicurezza per i macchinari del settore gomma-plastica. I produttori di macchine possono quindi contare su uno standard uniforme a livello globale, dal momento che ISO conta 121 paesi membri. Al progetto per la definizione dello standard hanno partecipato una quarantina di esperti, provenienti da aziende produttrici, associazioni e organizzazioni per la salute e la sicurezza di 13 paesi che hanno partecipato al progetto. Direzione e segreteria dell’iniziativa hanno avuto sede in Germania e sono stati curati dallo staff della divisione Plastics and Rubber Machinery di VDMA. Il lavoro si è basato sullo standard europeo EN 201, già esistente. Il project manager Harald Weber ha sottolineato che «per quanto il progetto abbia richiesto più di sette anni, e quindi più di quanto ci aspettassimo, è valsa la pena condurlo, con tutti gli sforzi che ha richiesto, perché ha riunito tutti gli standard esistenti a livello nazionale e regionale e, allo stesso tempo, ha consentito di trasferire nella norma tutto lo stato dell’arte attuale». La versione EN ISO del nuovo standard, che definisce il collegamento alla Direttiva Macchine europea con l’allegato aggiuntivo ZA, sarà pubblicato nei prossimi mesi. u

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Gli inserzionisti di questo numero BIESSE BROKER 39 COLOR SERVICE II COP. COMET 19 COMI SPA 3 29 DE GRANDI DER-GOM SPA 66 DOSS VISUAL SOLUTION 11 ELASTOMERS UNION 31 EPICHEM 13 EURORUBBER/ CERTECH GROUP 33 GAMMA STAMPI 25 IMCD ITALIA SPA 37

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