Anno IV - n. 12 - marzo/aprile 2020
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Industrial Technologies | Plant & Asset Management | Digital Transformation
#PRIMOPIANO L’INDUSTRIA AI TEMPI DEL CORONAVIRUS #PROGETTAZIONE AGILE E SCRUM #OIL&GAS 4.0 IL NUOVO PETROLIO DI ABU DHABI #SAFETY IL MERCATO GLOBALE DELLA SICUREZZA
La pratica versione sfogliabile
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AUTOMATION TECHNOLOGY Organo Ufficiale AIS (Associazione Italiana Strumentisti) – ISA (The International Society of Automation) Italy Official AIS Body (Italian Association of Instrument Manufacturers) - ISA (The International Society of Automation) Italy Rivista internazionale di tecnologie industriali, automazione di processo, gestione di impresa, trasformazione digitale International magazine of industrial technologies, process automation, enterprise management, digital transformation Anno IV N.12 – Pubblicazione Marzo/Aprile 2020 Year IV N.12 - Publication March/April 2020 Periodico trimestrale pubblicato da Editoriale Delfino Quarterly magazine published by Editoriale Delfino Editoriale Delfino pubblica anche volumi e le seguenti riviste: Elettrificazione, Power Technology, CL Il Cartolibraio Editoriale Delfino also publishes volumes and the following magazines: Elettrificazione, Power Technology, CL Il Cartolibraio Direzione, Redazione, Segreteria di Redazione, Ufficio Pubblicità Management, Editorial office, Editorial office, Advertising office Via Aurelio Saffi 9 – 20123 Milano Tel. +39 02-9578.4238 www.editorialedelfino.it email generale: info@editorialedelfino.it PEC email: editorialedelfino@pecpost.it REDAZIONE E CONTATTI/EDITORIAL STAFF AND CONTACTS Direttore Responsabile/Responsible Director Andrea Ferriani Direttore Editoriale/Editorial Director Armando Martin Direttore Tecnico/Technical Director Ugo Baggi Comitato di Redazione/Editorial Committee Elisa Bellavita, Maurizio Castellano, Carlo Marchisio, Anna Perego, Jane Elisabeth Cassoli, Luca Signorin Comitato Scientifico/Scientific Committee Solomon Almadi, Francisco Diaz Andreu, Ugo Bassi, Brian Curtis, Wim De Bruyn, Neli Fazel, Abdullah Khalifah, Armando Martin, Anna Perego, Carlo Perottoni, Marco Zorzella Collaboratori redazionali/Editorial staff Giovanni Marino, Jane Elisabeth Cassoli, Luca Signorin, Andrea Guerrini, Paolo De Giuli, Neli Fazel (corrispondente da Abu Dhabi), Massimo Nannini, Simone Facchinetti, Filippo Tagliabue, Alessandro Cappellozza, Laura Lunardi, Davide Enrico Arnoldi, Alessandro Brunelli, Simone Facchinetti Responsabile comunicazione e pubblicità/Head of Communication and Advertising Matteo Jovine | matteo@jovinecomunicazione.com Email redazione/Editorial Email elered@editorialedelfino.it Ufficio Traffico/Traffic Office Viviana Sandrini |info@editorialedelfino.it ABBONAMENTI E ABBONAMENTI/SUBSCRIPTIONS AND SUBSCRIPTIONS Ufficio abbonamenti/Subscription Office abbonamenti@editorialedelfino.it Condizioni di abbonamento 2020/Subscription conditions 2020 Cartaceo annuale: € 30,00 Italia / € 69,00 Estero Pdf online annuale € 16.00 Sfogliabile annuale € 12.00 L’abbonamento si attiva mediante: – Versamento sul conto corrente postale 61080917 – Bonifico bancario su IBAN: IT 76 W 07601 01600 000 061 080 917 – Carta di credito esclusivamente tramite sito internet www.editorialedelfino.it
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SOMMARIO/SUMMARY MARCH/APRIL 2020
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EDITORIALE/EDITORIAL LE CONSEGUENZE DEL CORONAVIRUS/THE CONSEQUENCES OF THE CORONAVIRUS di Armando Martin
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PRIMO PIANO/FOREGROUND L’INDUSTRIA AI TEMPI DEL CORONAVIRUS/ INDUSTRY AT THE TIME OF THE CORONAVIRUS di Armando Martin
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SCENARI/SCENARIOS GLI 8 MEGATREND DELL’AUTOMAZIONE/THE 8 MEGATRENDS OF AUTOMATION di Paolo De Giuli
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EVENTI/EVENTS SI APRE IL SIPARIO SU AUTOMATION INSTRUMENTATION SUMMIT 2020/ THE CURTAIN OPENS ON AUTOMATION INSTRUMENTATION SUMMIT 2020 a cura della Redazione
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OIL & GAS L’AFRICA PUNTA SU GAS E PETROLIO/ AFRICA FOCUSES ON OIL AND GAS di NJ Ayuk
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INDUSTRIA DEI METALLI/METAL INDUSTRY APPIATTIMENTO DI ACCIAIO AD ALTA RESISTENZA/ FLATTENING OF HIGH STRENGTH STEEL di Filippo Tagliabue
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PROGETTAZIONE/PROJECT MANAGEMENT AGILE E SCRUM. LE PROSPETTIVE DELLA PROGETTAZIONE MODERNA/ AGILE AND SCRUM, THE PERSPECTIVES OF MODERN DESIGN di Alessandro Cappellozza
EDITORIALE DELFINO
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SICUREZZA/SAFETY LA PROGETTAZIONE DEI SISTEMI DI SICUREZZA STRUMENTATI/ THE DESIGN OF INSTRUMENTED SAFETY SYSTEMS di Davide Enrico Arnoldi
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SICUREZZA/SAFETY SICUREZZA INDUSTRIALE, UN MERCATO DA OLTRE 3 MILIARDI DI DOLLARI/ INDUSTRIAL SAFETY: A MARKET WORTH OVER 3 BILLION DOLLARS A cura di G.M. International
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SICUREZZA/SAFETY LA NORMATIVA TECNICA SUI TRASMETTITORI DI PROCESSO/ THE TECHNICAL REGULATIONS FOR PROCESS METER TRANSMITTERS di Alessandro Brunelli
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LA PAROLA AI PROTAGONISTI IL NUOVO PETROLIO DI ABU DHABI? LA TRASFORMAZIONE DIGITALE/ TRENDS. ABU DHABI’S NEW OIL? THE DIGI- TAL TRANSFORMATION Dalla nostra corrispondente da Abu Dhabi, Neli Fazel
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JOB CONSULT EMERGENZA COVID-19, IL NODO DEGLI INDENNIZZI di Jane Elisabeth Cassoli
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INNOVATION ON THE ROAD #CORONAVIRUS TUTTO CAMBIERÀ? di Luca Signorin
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INFORMANDO SMART WORKING. LO CONOSCIAMO VERAMENTE? di Massimo Nannini
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GIURISTA D’IMPRESA CONTRATTI E CLAUSOLA COVID-19: SCENARI, INADEMPIMENTI, SOLUZIONI di Simone Facchinetti
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INDUSTRY & INNOVATION NEWS
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AIS ISA NEWS
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EVENTS&EXHIBITIONS Save the date 2020
EDITORIALE/EDITORIAL
LE CONSEGUENZE DEL CORONAVIRUS THE CONSEQUENCES OF THE CORONAVIRUS Un organismo microscopico, il coronavirus, in pochi mesi ha sconvolto la vita di circa 3 miliardi di persone, in tutti i continenti (tranne l’Antartide) e in 159 Paesi del mondo, rivelando la fragilità strutturale del nostro modello di globalizzazione e sviluppo. Ha fatto ammalare e morire decine di miglia di persone, privando milioni cittadini di alcune basilari libertà individuali. Per molti la speranza è di un rapido ritorno alla routine, ma diversi analisti tratteggiano un quadro più inquietante e di lungo periodo. Lo scenario economico-politico, le relazioni sociali, l’organizzazione e le forme di lavoro paiono destinati a cambiare profondamente. Essenzialmente in peggio. Gordon Lichfield, direttore di Technology Review, magazine del Massachusetts Institute of Technology, evoca l’emergere della cosiddetta “economia del confinamento”, legata a tutto ciò che è on demand, ordinabile da casa, fruibile online, privo di interazioni umane. Già in ascesa prima del coronavirus, questa shut-in economy sarà avvantaggiata dall’inevitabile cambiamento dei nostri modi di vivere le città, di lavorare, di relazionarci agli altri, dentro un’onda lunghissima di panico post-corona. Allo stato attuale la risposta degli Stati all’emergenza non è stata un esempio di lungimiranza e coordinamento. Eravamo, chi più chi meno, impreparati. Ma cosa accadrà quando sarà finita l’emergenza sanitaria tra alcuni mesi? In molti Paesi Occidentali, Italia in testa, è facile prevedere l’esplosione di 5 problemi strutturali: 1) crescita incontrollata del debito pubblico, 2) boom della disoccupazione, 3) fallimento di un numero enorme di imprese, 4) crollo delle esportazioni, 5) caos sociale (aumento del malcontento popolare, dei disturbi psicologici e della criminalità). La risposta politica a questi problemi farà la differenza. Aspettiamoci l’applicazione di alcune misure, anche amare e divisive, che dovrebbero tenere però vivo il nostro senso di comunità: 1) controllo diretto o indiretto da parte dello Stato di banche e imprese strategiche, 2) fusione e accorpamento delle microimprese, 3) piano straordinario di opere e investimenti pubblici, 4) immissione sul mercato di grande liquidità da deficit o patrimoniali, 5) reddito di emergenza universale, 6) ripensamento delle alleanze internazionali. Ci sono anche ricette diverse, naturalmente, dalla militarizzazione dello Stato, alla cessione degli asset nazionali ad organismi finanziari, dalle teorie monetarie più “creative” all’applicazione di forme radicali di regionalismo, isolamento e contrapposizione tra blocchi sociali. Potrebbero prevalere queste opzioni, vedremo. Una possibile via d’uscita per non arrivare a stravolgimenti così drastici e ignoti c’è, per fortuna. E si chiama “vaccino”, al cui rapido sviluppo stanno contribuendo le più avanzate tecnologie digitali come i Big Data e l’Intelligenza Artificiale. Se una cura fosse annunciata, disponibile e utilizzabile entro la fine dell’anno, avremmo la forza per lasciarci alle spalle questo periodo con rinnovato entusiasmo. Dopodiché sarà il caso di riflettere sull’accaduto e tradurre in pratica quello che abbiamo imparato da questa crisi: piani massicci per l’ambiente e l’innovazione tecnologica, investimenti pubblici nella sanità pubblica, grandi piani per le emergenze, maggiore consapevolezza di sé, degli altri e della solidarietà, capacità di distinguere le paure reali da quelle indotte dalla politica e dai media, tutela dell’informazione scientifica, presa di distanza dalle fake news, dai complottisimi e dal pensiero antiscientifico. Vaste programme...
@armando_martin
A microscopic organism, the coronavirus, in a few months disrupted the lives of about 3 billion people in all continents (except Antarctica) and 159 countries around the world, revealing the structural fragility of our model of globalization and development. It has made tens of miles of people sick and die, depriving millions of citizens of some basic individual freedoms. For many, the hope is for a rapid return to routine, but several analysts paint a more disturbing and long-term picture. The economic-political scenario, social relations, organisation and forms of work seem set to change profoundly. Essentially for the worse. Gordon Lichfield, director of Technology Review, magazine of the Massachusetts Institute of Technology, evokes the emergence of the so-called shut-in economy, linked to everything that is on demand, orderable from home, usable online, without human interaction. Already on the rise before the coronavirus, this shut-in economy will benefit from the inevitable change in our ways of living the cities, of working, of relating to others, within a very long wave of post-crown panic. At present, the response of states to the emergency has not been an example of foresight and coordination. We were, more or less, unprepared. But what will happen when the health emergency is over in a few months? In many Western countries, Italy in the lead, it is easy to foresee the explosion of 5 structural problems: 1) uncontrolled growth of public debt, 2) unemployment boom, 3) failure of a huge number of companies, 4) collapse of exports, 5) social chaos (increase in popular discontent, psychological disorders and crime). The political response to these problems will make a difference. Let’s expect to apply some measures, even bitter and divisive ones, which would, however, keep alive our sense of community: 1) direct or indirect control by the State of strategic banks and enterprises, 2) merger and unification of micro-enterprises, 3) extraordinary plan of public works and investments, 4) huge liquidity to be taken from deficit or assets, 5) universal emergency income, 6) rethinking international alliances. There are also different recipes, of course, from the militarization of the State to the transfer of national assets to financial bodies, from the most “creative” monetary theories to the application of radical forms of regionalism, isolation and opposition between social blocs. These options could prevail, we will see. Fortunately, there is a possible way out of such drastic and unknown upheavals. And it is called “vaccine”, to whose rapid development the most advanced digital technologies such as Big Data and Artificial Intelligence are contributing. If a cure were announced, available and usable by the end of the year, we would have the strength to leave this period behind us with renewed enthusiasm. Then we will have to reflect on what happened and put into practice what we have learned from this crisis: massive plans for the environment and technological innovation, public investment in public health, major plans for emergencies, greater awareness of ourselves, others and solidarity, ability to distinguish real fears from those induced by politics and the media, protection of scientific information, distance from fake news, conspiracies and anti-scientific thinking. Vast programme...
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IN QUESTO NUMERO PARLIAMO DI/IN THIS ISSUE WE TALK ABOUT ABB 53 ADIPEC 96 ADNOC 66 AIS 92, 93, 94 ALIBABA 8 ANT FINANCIAL 9 ASEM 81 AUTOMATION INS. SUMMIT 5, 18, 96 BAGGI II^ BAIDU 8 BENEVOLENT AI 9 BLUE OCEAN ROBOTICS 9 BLUEDOT 9 BR AUTOMATION 86 CC-LINK 86 CENTURION LAW GROUP 22 CERVED 7 CHECKPOINT SYSTEMS 83 EMERSON 80 EU AUTOMATION 83 EUROPEAN UTILITY WEEK 96 GARTNER 82 G.M. INTERNATIONAL 54 GAS ASIA SUMMIT 96
GE DIGITAL 84 GENERAL ELECTRIC 80 GLOBAL ENERGY SHOW 96 GOOGLE 9 HIMA 47 HUAWEI 8 KEY ENERGY 96 IFAT 96 IMI PRECISION ENGINEERING 87 INDUSTRIAL AUTOM. SHOW 96 INFERVISION 9 ISA 92, 93, 94 ISA SAUDI ARABIA 95 LATTICE SEMICONDUCTOR CO. 88 MAIRE TECNIMONT 79 MCT PETROLCHIMICO 96 MITSUBISHI ELECTRIC 86 MYND SERVICES 48 NIDEC ASI 85 OIL & GAS INT. TRADE EXHI. 96 ONS 96 OPC FOUNDATION 86 POLLUTEC 96 POWER INTEGRATIONS 88
ROCKWELL AUTOMATION 81 ROHDE & SCHWARZ 89 RTI 57, 59 SACE 82 SAIE 96 SAMSON IV^ SAVE 96 SCHINDLER 81 SENSETIME 9 SERVITECNO 84 SFC ENERGY 85 SICK 87 SIMARK CONTROLS 85 SMART BUILDING LEVANTE 96 SOLINTEC 80 SONOVIA 9 SPS 96 TECNALOGIC 80 TERRA DRONE 9 VEGA 69 WORLD PETROLEUM CONGR. 96 YOKOGAWA 89
PRIMO CLASSIFICATO Area Ingegneria e Architettura
Industria 4.0, sfide e opportunità per il Made in Italy di Armando Martin vincitore nel 2018 del premio Nazionale di Divulgazione Scientifica patrocinato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche.
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EDITORIALE DELFINO
Automation week September 14 - 20, 2020 Milan, Italy
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MILANO 16-17 SETTEMBRE "Improve your business with Automation Instrumentation Summit�
PRIMO PIANO/FOREGROUND
L’INDUSTRIA AI TEMPI DEL CORONAVIRUS
Tempi difficili per l’economia e per l’industria. Occorrono impegno e misure straordinarie in questo momento eccezionale. La priorità va data alle regole di sicurezza durante la fase acuta del contagio e alla garanzia di continuità sulle filiere strategiche. Tra le riflessioni di scenario è utile analizzare il ruolo delle tecnologie digitali nel fronteggiare la pandemia. Armando Martin
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EDITORIALE DELFINO
Secondo l’Ocse, su dati ancora di metà febbraio, si prevede che il coronavirus avrà un effetto recessivo sull’economia mondiale dallo -0,5% al -1,5%. L’attuale andamento del virus fa prevedere uno scenario molto peggiore. È questo il momento in cui tutti i Paesi coinvolti devono stimolare e coordinare politiche e strategia per evitare il crollo della produzione e dei consumi, tenendo sempre al centro la tutela delle persone. La sfida per governo, aziende e cittadini è dunque enorme. Le imprese industriali si stanno adeguando alle disposizioni delle autorità in un clima complesso, mettendo in pratica politiche di emergenza e risk management per continuare a produrre in sicurezza e arrivando in molti casi a bloccare la produzione per ragioni sanitarie, legislative o per difficoltà di approvvigionamento. Le filiera dell’alimentare, quella sanitaria, l’energia, le utilities e i trasporti sono state giustamente potenziate ed escluse da ogni forma di blocco. È pur vero che intorno a molti altri settori produttivi si è generata un po’ di confusione. Ferma restando
la priorità di garantire ai lavoratori la possibilità di lavorare in sicurezza, ci sono molte altre filiere produttive e strategiche, inclusa l’automazione industriale, che dovrebbero essere salvaguardate. Il tema è complesso, in ogni caso terminata l’emergenza sarà necessario il rilancio delle economie nazionali a partire dalle infrastrutture e dagli investimenti pubblici. L’industria sarà necessariamente protagonista in Paesi come l’Italia, anzitutto per valorizzare le capacità dell’intera nazione.
tante. Il danno per il settore fieristico è evidente. Ci sarà anche da capire con quale spirito aziende e visitatori condivideranno nuovamente i momenti di aggregazinoe una volta finita l’emergenza. Sarà probabilmente necessario il maggiore ricorso a webinar, esposizioni dei prodotti in forma virtuale e immersiva, disponibilità di spazi grandi e all’aperto. Un nuovo modo di “fare fiera” ci attende.
Smart Working
Una recente ricerca di Cerved calcola che rischia di fallire il 10,4 per cento delle imprese italiane. Un’ulteriore analisi condotta su 233 diversi settori produttivi rivela che, se l’emergenza finisse a maggio, le imprese italiane riuscirebbero a recuperare nel 2021 un livello di fatturato superiore dell’1,5% rispetto a quello ottenuto nel 2019. Il costo reale del Covid-19 sarebbe comunque altissimo. Per stimare il giro d’affari bruciato dal virus bisogna infatti tenere conto dei progressi che molte aziende avrebbero compiuto se non fosse scoppiata l’epidemia. È così che Cerved mette nero su bianco la cifra di 275 miliardi che fotografa i ricavi che saranno persi dalle aziende nel biennio 2020-2021 nello scenario più benevolo. Una voragine che raggiungerebbe la cifra di 641 miliardi se l’emergenza si protraesse fino a dicembre. Nello scenario pessimistico, infatti, il fatturato del turismo, della ristorazione e dei viaggi subirebbe un tracollo che finirebbe con il riverberarsi anche sulla manifattura. Le stime parlano, ad esempio, di un abbattimento del 45,8 per cento per la produzione di auto e in particolare dei componenti per l’automotive (con un crollo da 23,3 a 12,6 miliardi), settore in cui i produttori italiani eccellono a livello mondiale. Anche il settore Oil&Gas soffrirà di coronavirus. Le analisi dell’ufficio ricerca e studi di Sace (gruppo Cdp) prevedono che il Covid-19 sarà un vero e proprio shock per comparto, già da tempo soggetto a criticità e sbilanciamenti strutturali. Parziale consolazione una decina di settori, dal commercio online al medicale, dalla cantieristica alla farmaceutica, dovrebbero giovarsi sensibilmente di questa crisi.
In un quadro generale di emergenza si è fatto strada lo smart working (ne parliamo in questo numero anche nella rubrica “Informando”). Ampiamente diffusa in molti paesi europei e del Nord America, questa forma di lavoro a distanza ha preso piede in un numero crescente di aziende e uffici che gioco forza l’hanno adottata, pur con qualche riserva. Non tutte le attività delle imprese, specie quelle industriali, possono essere trasformate in smart working, ma l’emergenza coronavirus ne ha dimostrato la validità. Smart working non significa lavorare solo da remoto. È definita una rivoluzione in quattro stadi che coinvolge persone, spazi, cultura manageriale e strumenti. È un percorso di trasformazione profonda dell’organizzazione aziendale, che richiede investimenti in tecnologia e che ridefinisce le modalità di gestire il lavoro. Ma soprattutto cambia il sistema di valutazione del lavoro, non più sulla presenza fisica ma sui risultati. Sulla spinta di questa situazione emergenziale, molti Paesi, Italia in testa, si trovano alle prese con una modalità di lavoro poco familiare alla maggior parte dei dipendenti e dei collaboratori, ma che in moltissimi casi si sta rivelando un’ottima scelta “obbligata”. Fiere ed eventi L’industria mondiale è stata toccata anche nella sua principale leva di comunicazione e promozione. Con l’epidemia di coronavirus che continua a espandersi, ci sono due possibili opzioni per i grandi eventi: il rinvio o la cancellazione. Ed è quanto accaduto e sta accadendo alle principali fiere dell’automazione, dell’energia, dell’Oil&Gas e dell’industria. L’elenco degli eventi annullati a causa del Covid-19 si fa sempre più lungo e impor-
Fino a 641 miliardi persi dall’industria italiana
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Settore Commercio online Distribuzione alimentare Ingrosso prodotti farmaceutici e medicali Apparecchi medicali Specialità farmaceutiche
Fatturato Crescita stimata 6,7 55,0% 132,9 22,9% 38,1 13,8% 7,6 10,2% 27,8 8,2%
Materie prime farmaceutiche
4,7 7.5%
Lavanderie industriali
1,7 4,6%
Cantieristica
10,1 4,0%
Gas industriali e medicali
2,2 4,0%
Produzione ortofrutta
5,5 2,5%
Scenario Covid-19: settori con performance migliori (fatturato mld €) (stime 2020-2021) Ripartire dalla crisi È importante però perdere la speranza. Le imprese devono cercare di mantenere l’ottimismo, tenendo fede alla propria visione ma considerando anche lo scenario peggiore, per essere preparate alle situazioni più complesse e impreviste. Difficile fare delle stime oggi sulla reazione dei mercati a medio-lungo termine: la recessione è un’ipotesi piuttosto concreta, ma molto dipenderà da quanto tempo occorrerà per ritornare alla normalità e soprattutto dalle conseguenze globali. Dovremmo anche considerare i blocchi delle frontiere e il costo degli investimenti della sanità che graveranno in termini generali. La crisi non fermerà però il mercato delle tecnologie industriali e dell’automa-
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zione. La crisi non è una fine, ma un nuovo inizio. Albert Einstein ne esprimeva così le potenzialità: “È nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla”. Le tecnologie digitali alla prova del virus Gli investimenti in tecnologie, soprattutto quelle digitali, pagano e stanno pagando nella lotta al coronavirus. Gli esempi più interessanti vengono dalla Cina che ha iniziato a combattere al virus, appoggiandosi al suo forte settore tecnologico e in particolare all’intelligenza artificiale (AI) e ai Big Data con il sostegno dei suoi leader tecnologici, tra cui Alibaba, Baidu, Huawei e altri. In tutto il mondo molte startup tecnologiche sono coinvolte in modo integrato con medici, accademici ed enti governativi per attivare tecno-
logie utili a combattere la pandemia. Analizzando i notiziari, le piattaforme dei social media e i documenti governativi, la piattaforma AI della startup canadese BlueDot può individuare un focolaio tracciando i rischi di malattie infettive. L’azienda di intelligenza artificiale Infervision ha lanciato una soluzione di Imaging e diagnostica che aiuta gli operatori sanitari in prima linea a individuare e monitorare la malattia in modo efficiente. Il gigante cinese dell’e-commerce Alibaba ha costruito un sistema di diagnosi basato sull’AI che individua il virus in pochi secondi con una affidabilità del 96%. Una piattaforma blokchain offerta da Ant Financial aiuta ad accelerare l’anamnesi dei pazienti e riduce la quantità di interazione frontale tra pazienti e personale ospedaliero. Terra Drone sta utilizzando i suoi veicoli aerei senza equipaggio per trasportare campioni medici e materiali per la quarantena negli ospedali. I droni vengono utilizzati anche per pattugliare gli spazi pubblici, per monitorare la non conformità ai mandati di quarantena e per l’imaging termico. I robot UVD della Blue Ocean Robotics, non suscettibili al virus, vengono impiegati per completare molti compiti come la pulizia, la sterilizzazione e la consegna di cibo e medicine riducendo la quantità di contatti tra le persone. La divisione DeepMind di Google ha utilizzato i suoi più recenti algoritmi di AI e la sua potenza di calcolo per individuare le proteine che potrebbero costituire il virus e supportare lo sviluppo dei trattamenti. Anche BenevolentAI utilizza sistemi AI ad elevate capacità predittive per proporre i farmaci esistenti più utili contro il virus. La startup israeliana Sonovia è impegnata a realizzare maschere facciali costituite da un tessuto anti patogeno e antibatterico che si basa su nanoparticelle di ossido di metallo. SenseTime ha utilizzato la tecnologia di riconoscimento facciale e il software di rilevazione della temperatura per identificare le persone febbricitanti. Keywords: coronavirus, crisi, smart working, cerved, automotive, oil&gas fiere, intelligenza artificiale, big data
INDUSTRY AT THE TIME OF THE CORONAVIRUS Difficult times for the economy and industry. Extraordinary efforts and measures are needed at this exceptional time. Priority must be given to safety rules during the acute phase of contagion and to ensuring continuity in strategic supply chains. Among the scenario considerations, it is interesting to analyse the role of digital technologies in tackling the pandemic. Armando Martin According to the OECD, on data still in mid-February, the coronavirus is expected to have a recessive effect on the world economy from -0.5% to -1.5%. The current trend of the virus makes predicts a probably worse scenario. This is the moment when all the countries involved must stimulate and coordinate policies and strategy to avoid the collapse of production and consumption, always keeping the protection of people at the centre. The challenge for government, businesses and citizens is therefore enormous. Industrial companies are adapting to the provisions of the authorities in a complex climate by putting into practice emergency and risk management policies to continue to produce safely and in many cases even blocking production for health, legislative or supply difficulties. The food, health, energy, utilities and transport supply chains have rightly been strengthened and excluded from any form of blockade. It is true that there has been some confusion around many other production sectors. Without prejudice to the priority of ensuring that workers can work safely, there are many other production and strategic sectors, including industrial automation, which should be safeguarded. The issue is a complex one; in any case, once the emergency is over, it will be necessary to relaunch national economies starting with infrastructure and public investment. Industry will necessarily play a leading role in countries like Italy, first and foremost to enhance the production capacity of the entire nation.
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Smart Working In a general emergency context, smart working has made its way into the mainstream (we will also discuss it in this issue in the “Informando” section). Widely spread in many European and North American countries, this form of remote working has taken hold in a growing number of companies and offices that have adopted it, albeit with some reservations. Not all the activities of companies, especially industrial ones, can be transformed into smart working, but the coronavirus emergency has demonstrated its validity. Smart working does not mean working only remotely. It is defined as a revolution in four stages involving people, spaces, managerial culture and tools. It is a path of profound transformation of the company’s organization, which requires investments in technology and redefines how to manage work. But above all, it changes the system for evaluating work, no longer on physical presence but on results. In the wake of this emergency situation, many countries, Italy in the lead, are grappling with a working method that is unfamiliar to most employees and collaborators, but which in many cases is proving to be an excellent “mandatory” choice. Fairs and events The global industry has also been touched in its main communication and promotion leverage. With the coronavirus epidemic continuing to expand, there are two possible options the major events: postponement or cancellation. And this is what has happened and is happening at the major trade fairs of automation, energy, Oil&Gas and industry. The list of events cancelled due to Covid-19 is getting longer and longer and more important. The damage to the exhibition industry is evident. There will also be a need to understand in what spirit companies and visitors will once again share the moments of aggregazinoe once the emergency is over. It will probably be necessary to make greater use of webinars, virtual and immersive product displays, large and open-air spaces. A new way of “doing fair” awaits us. Up to 641 billion lost by Italian industry A recent research by Cerved calculates that 10.4% of Italian companies are at risk of bankruptcy. A further analysis conducted on 233 different
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production sectors reveals that, if the emergency ended in May, Italian companies would be able to recover a 1.5% higher turnover level in 2021 than in 2019. The real cost of Covid-19 would still be very high. To estimate the turnover burned by the virus, it is necessary to take into account the progress that many companies would have made if the epidemic had not broken out. That’s how Cerved puts on paper the figure of 275 billion that photographs the revenues that will be lost by companies in the two-year period 2020-2021 in the most benevolent scenario. A chasm that would reach the figure of 641 billion if the emergency lasted until December. In the pessimistic scenario, in fact, the turnover of tourism, catering and travel would suffer a collapse that would also reverberate on manufacturing. Estimates speak, for example, of a 45.8% drop in car production and in particular in automotive components (with a drop from 23.3 to 12.6 billion), a sector in which Italian manufacturers excel worldwide. The Oil&Gas sector will also suffer from coronavirus. The analysis of the research and studies department of Sace (Cdp group) predicts that the covid-19 will be a real shock per sector, already subject to criticality and structural imbalances. Less consolation a dozen sectors, from online trade to medical, from shipbuilding to pharmaceuticals, should benefit significantly from this crisis. Starting over from the crisis But we must not lose hope. Businesses must try to remain optimistic, keeping faith with their vision but also considering the worst-case scenario, in order to be prepared for the most complex and unforeseen situations. It is difficult to estimate today how the markets will react in the medium to long term: the recession is a rather concrete hypothesis, but much will depend on how long it will take to return to normal and above all on the global consequences. We should also consider the border blocs and the cost of health investment that will weigh down in general terms. However, the crisis will not stop the market for industrial technologies and automation. The crisis is therefore not an end, but a new beginning. Albert Einstein expressed its potential in this way: “It is in the crisis that the best of each one emerges, because
Sector Online trade Food distribution Pharmaceutical and medical products wholesale Medical devices Pharmaceutical specialities
Turnover Estimated growth 6,7 55,0% 132,9 22,9% 38,1 13,8% 7,6 10,2% 27,8 8,2%
Pharmaceutical raw materials
4,7 7.5%
Industrial Laundries
1,7 4,6%
Shipbuilding
10,1 4,0%
Industrial and medical gases
2,2 4,0%
Fruit and vegetable production
5,5 2,5%
Covid-19 Scenario: sectors with better performance (bn € turnover) (2020-2021 forecast) without crisis all winds are only slight breezes. To speak of crisis means to increase it, and to remain silent in the crisis is to exalt conformism. Instead, we work hard. Let’s end it once and for all with the only dangerous crisis, which is the tragedy of not wanting to fight to overcome it. Digital technologies to test the virus Investment in technology, especially digital technology, is paying off and is paying off in the fight against the coronavirus. The most interesting examples come from China, which has started fighting the virus, relying on its strong technology sector and in particular artificial intelligence (AI) and Big Data with the support of its technology leaders, including Alibaba, Baidu, Huawei and others. Throughout the world, many technology startups are involved in an integrated way with doctors, academics and government agencies to activate technologies to fight the pandemic. By analyzing newsletters, social media platforms and government documents, Canada’s BlueDot AI platform can identify an outbreak by tracking the risks of infectious diseases. Artificial Intelligence company Infervision has launched an Imaging and Diagnostic solution that helps frontline healthcare professionals efficiently detect and monitor disease. Chinese e-commerce giant Alibaba has built an AI-based diagnostic system that detects the virus in seconds with 96% reliability.
A blokchain platform offered by Ant Financial helps accelerate patient history and reduces the amount of frontal interaction between patients and hospital staff. Terra Drone is using its unmanned aerial vehicles to transport medical samples and quarantine materials to hospitals. Drones are also being used to patrol public spaces, to monitor non-compliance with quarantine warrants, and for thermal imaging. Blue Ocean Robotics’ UVD robots, which are not susceptible to the virus, are used to complete many tasks such as cleaning, sterilization and delivery of food and medicine by reducing the amount of contact between people. Google’s DeepMind division has used its latest AI algorithms and computational power to identify proteins that could make up the virus and support treatment development. BenevolentAI also uses high predictive AI systems to propose the most useful existing drugs against the virus. The Israeli startup Sonovia is committed to making face masks made of an anti-pathogenic and antibacterial tissue based on metal oxide nanoparticles. SenseTime has used facial recognition technology and temperature detection software to identify people with fever.
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SCENARI/SCENARIOS
GLI 8 MEGATREND DELL’AUTOMAZIONE Il rallentamento della crescita cinese ed europea, i dazi USA, l’instabilità geopolitica mediorientale, per non parlare dell’emergenza coronavirus, gettano ombre e incertezze non solo sul quadro economico ma anche sugli sviluppi delle nuove tecnologie. Alcune di queste però ormai in fase di maturità sono decisamente in grado di migliorare produttività e sostenibilità quando non addirittura di rivoluzionare modelli di impresa e sociali. Paolo De Giuli
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A livelli crescenti, intelligenza artificiale e robotica occuperanno un ruolo sempre maggiore nello svolgimento di attività oggi condotte dall’uomo. Al centro dell’innovazione globale ci sono inoltre tecniche e approcci legati al mondo dell’IIoT (Industrial Internet of Thing) e della Data Economy fondamentale nell’era di Industria 4.0. Analizziamo le 8 tecnologie che racchiudono le prospettive più interessanti con un occhio di riguardo all’industria di processo. Machine learning & Manutenzione Predittiva Nella fabbrica intelligente si parla di Machine Learning ovvero di un metodo di analisi dei dati che consente di automatizzare la creazione di un modello analitico. La gestione delle attività di manutenzione in funzione dei dati di esercizio provenienti dalle macchine stesse e non di scadenze predefinite o, peggio ancora, come reazione a un guasto e conseguente fermo macchina, ha un impatto negativo sulla continuità operativa e sul business. Portare in fabbrica un modello incentrato su una manutenzione predittiva, invece, è una scelta sia tattica che strategica. A livello manuten-
tivo, l’approccio data-driven tradizionale prevedeva l’impiego di sistemi Scada con una serie di regole e configurazioni impostate in modo rigido: al superamento di determinate soglie sui singoli parametri, veniva segnalata un’anomalia e programmata un’azione. Una manutenzione predittiva si basa su un uso evoluto della sensoristica integrato a un sistema basato sul Machine Learning. I robot collaborativi Considerata una delle motrici dell’Industria 4.0, la robotica collaborativa rappresenta uno dei maggiori cambiamenti nella robotica industriale. Vicinanza agli umani, assistenza a compiti gravosi e ripetitivi, facilità di programmazione, costi ridotti, sono alcune delle armi vincenti dei cobot. I cobot (collaborative robot) sono pensati per lavorare insieme all’uomo, fianco a fianco, in sicurezza e senza barriere. I robot collaborativi sono leggeri, privi di spigoli, opportunamente rivestiti in modo da ridurre gli effetti di eventuali impatti. Possono essere più o meno autonomi e stanno rivoluzionando i settori della logistica (Intralogistica 4.0), dell’automazione di fabbrica (Industria 4.0) e dei servizi. I robot collaborativi nascono come aiutanti, alleviando l’essere umano da compiti faticosi e riducendo così il rischio di infortuni e disturbi muscoloscheletrici. Nuove piattaforme Business Intelligence Ogni giorno vengono prodotti 2,5 miliardi di miliardi di bytes di dati, un’immensa mole di informazioni che racchiudono le tracce dei gusti, della personalità e delle abitudini dei consumatori. Le aziende si trovano a disporre di un flusso di informazioni continuo e in tempo reale che, se organizzato e gestito attraverso tecnologie e competenze avanzate, può fornire un quadro dettagliato di clienti, prospect e comportamenti di acquisto di fondamentale utilità per costruire strategie di gestione aziendale e di marketing data-driven, fondate su meccanismi di deep learning. Questo flusso di informazioni, se correttamente interpretato può garantire la previsione di comportamenti e di andamenti futuri, influenzando le strategie aziendali. Le piattaforme di business intelligence consentono ai responsabili del processo decisionale di basarsi sulle informazioni per migliorare la propria organizzazione. Permettono inoltre agli utenti di persona-
lizzare le dashboard, creare straordinarie visualizzazioni dei dati, creare classifiche e confrontarle con gli indicatori chiave di prestazione (KPI). La convergenza IT/OT Il concetto di Smart Manufacturing è una visione per cui le imprese industriali, con il supporto delle tecnologie digitali, aumentano la propria competitività ed efficienza grazie alla maggiore interconnessione e cooperazione delle risorse. Ma come si attua? Sfruttando in primo luogo un aspetto del processo di digitalizzazione che è in corso da alcuni anni: la convergenza fra IT (Information Technology) e OT (Operational Technology), cioè fra sistemi informativi e processi di fabbrica. In termini industriali ciò si concretizza nell’ampliamento della connettività delle macchine e della disponibilità dei dati, in modo da migliorare le prestazioni degli impianti e diminuire il consumo di energia. Una delle principali criticità che integratori, progettisti e conduttori di impianto si trovano ad affrontare è quella di armonizzare i sistemi gestionali ERP, Cloud e CRM con i sistemi MES, SCADA e di automazione (PLC, contatori, valvole, sensori, attuatori ecc.). Dal punto di vista IT-business un dato è definito sicuro quando ne sono garantite la riservatezza e l’integrità e solo secondariamente quando è nella disponibilità dell’utente. Sul lato OT-fabbrica è invece la disponibilità del dato a essere prioritaria anche a discapito della riservatezza. Machine Learning nell’Oil&Gas Il Machine Learning (ML) può fornire un impatto immediato per le compagnie petrolifere e del gas - riduzione delle spese, aumento della produttività, miglioramento dei metodi di lavoro - ma le compagnie energetiche sono state lente ad adotAUTOMATION TECHNOLOGY
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tare le tecnologie disponibili. Questo potrebbe avere a che fare con problemi di sicurezza, costi, o anche solo una mancanza di comprensione dei benefici da ottenere. Sebbene alcune aziende si concentrino sull’aiutare le compagnie petrolifere a capire dove trivellare, in realtà il ML permette di utilizzare i dati per analizzare altre informazioni quali la durata dei pozzi e come guidare la perforazione. Un certo numero di aziende analizzano dove trivellare la roccia e poi analizzano la profondità di cui hanno bisogno. Ma la piattaforma che serve questi modelli potrebbe essere molto più veloce utilizzando tecniche di apprendimento automatico. Il change management è una parte importante dell’introduzione delle tecnologie AI nelle operazioni di trivellazione petrolifera. Per sfruttare in pieno la potenza di calcolo che può derivare dall’apprendimento automatico, gli esseri umani dovranno essere in grado di fidarsi dei dati che ricevono, facendo anche mosse che potrebbero non essere intuitive. IIoT/Industry 4.0 per il Food L’industria alimentare sta prendendo sempre più confidenza con l’Industrial Internet of Things. A cambiare lo scenario ha contribuito, in primo luogo, la possibilità di rendere gli impianti più efficienti e competitivi sotto il profilo economico. Da questo punto di vista, la diffusione del Cloud Computing e la disponibilità dei dati attraverso dispositivi mobili sono un importante volano per attuali progetti IIoT. Le connessioni wireless dei dispositivi in campo verso i database di reporting in tempo reale rappresentano un’ulteriore spinta. Gli aspetti ancora critici, che in qualche modo stanno rallentando lo sviluppo delle infrastrutture IIoT, riguardano la sicurezza e il calcolo dell’effettivo ritorno dell’investimento. In ambito alimentare ha un ruolo importante anche la tecnologia blockchain. Congiuntamente alle nuove potenzialità offerte dall’IoT essa offre ai consumatori la possibilità di conoscere in tempo reale l’origine, gli spostamenti e le attività dei prodotti, evitando di incappare in merce di provenienza incerta. L’approdo futuro sarà la creazione della cosiddetta Internet of Value: un sistema che permetterà lo scambio di beni di valore senza intermediari in modo programmabile, attraverso i cosiddetti “smart contract”.
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Edge Computing La tecnologia Edge permette di trattare grandi volumi di dati laddove vengono generati (direttamente sul device o nei server vicini), riducendo i tempi di elaborazione dei dati, la larghezza di banda necessaria a trasferirli, rendendo inutile – in alcuni casi - il trasferimento delle informazioni sul cloud, aumentando così la sicurezza e il rispetto della privacy. Secondo la definizione di IDC un’architettura di Edge Computing è un’architettura distribuita di micro data center, ciascuno in grado di immagazzinare ed elaborare i dati a livello locale e trasmettere questi dati a un data center centralizzato o a un repository di storage Cloud. Se spostare i carichi di lavoro nella nuvola ha permesso di ridurre sensibilmente i costi e i limiti del data center, esistono particolari situazioni che accentuano i limiti tipici delle infrastrutture Cloud. Uno dei più rilevanti è legato all’impossibilità di stabilire connessioni sempre affidabili, in grado di sostenere i flussi continui di dati provenienti da sensori e oggetti connessi. Un altro è quello legato alla latenza, ovvero al tempo necessario per trasmettere un pacchetto dati attraverso la rete utilizzata dal Cloud. Per ovviare a questi problemi, negli ultimi anni si sta affermando l’approccio Edge Computing che, a detta di diversi analisti, guadagna consensi crescenti, in molteplici segmenti e in diversi ambiti applicativi.
THE 8 MEGATRENDS OF AUTOMATION The slowdown in Chinese and European growth, US tariffs, the Middle East geopolitical instability, not to mention the coronavirus emergency, cast shadows and uncertainties not only on the economic framework but also on the development of new technologies. Some of these, however, are now in their maturity phase and are definitely capable of improving productivity and sustainability and even revolutionising business and social models. Paolo De Giuli
OPC UA su TSN Con la crescita dell’IoT, molti operatori hanno iniziato a produrre sensori e sistemi interconnessi sfruttando i protocolli ritenuti più idonei al mercato e all’ambiente di destinazione. Il risultato è stato il proliferare per anni di soluzioni chiuse e non interoperabili. La situazione sembra avere trovato per le applicazioni di Industrial Internet of Things (IIoT) un epilogo interessante nel protocollo OPC Unified Architecture (UA) su Time Sensitive Networking (TSN). Di base OPC UA consente una comunicazione trasparente e senza soluzione di continuità dal sensore al Cloud, fondendo i mondi IT e OT in una rete unificata. In aggiunta OPC UA su TSN è una risposta lungamente attesa alla richiesta del mercato di una comunicazione industriale indipendente e universale, senza interfacce, sebbene ancora non del tutto conclusa. OPC UA over TSN supporta reti che comprendono decine di migliaia di nodi e beneficia della larghezza di banda dello standard Ethernet. Anche grandi volumi di dati, come quelli generati dalle applicazioni di visione industriale integrata, potranno essere gestiti con facilità. Keywords: Trend, Automazione, AI, Machine Learning, IoT, IIoT, Blockchain, IT/OT, Big Data, Cloud, Edge Computing, Cobot, Business Intelligence, Food&Beverage, Oil&Gas, Industria 4.0, OPC UA over TSN
At increasing levels, artificial intelligence and robotics will play an increasing role in the performance of human activities today. At the core of global innovation are also techniques and approaches related to the world of IIoT (Industrial Internet of Thing) and the fundamental Data Economy in the era of Industry 4.0. We analyze the 8 technologies that contain the most interesting perspectives with an eye on the process industry. Machine learning & Predictive Maintenance In the intelligent factory we talk about Machine Learning, a method of data analysis that allows you to automate the creation of an analytical model. The management of maintenance activities based on the operating data coming from the machines themselves and not on predefined deadlines or, even worse, as a reaction to a failure and consequent machine downtime, has a negative impact on business continuity and business. Bringing a model focused on predictive maintenance to the factory, on the other hand, is both a tactical and strategic choice. At the maintenance level, the traditional data-driven approach involved the use of Scada systems with a series of rigidly set rules and configurations: when certain thresholds on individual parameters were exceeded, an anomaly was reported and an action programmed. Predictive maintenance is based on an advanced use of sensors integrated with a Machine Learning based system.
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Collaborative robots Considered one of the drivers of Industry 4.0, collaborative robotics represents one of the major changes in industrial robotics. Proximity to humans, assistance to heavy and repetitive tasks, ease of programming, reduced costs, are some of the winning weapons of the cobots. Cobots (collaborative robots) are designed to work together with humans, side by side, safely and without barriers. Collaborative robots are lightweight, without edges, suitably coated to reduce the effects of possible impacts. They can be more or less autonomous and are revolutionizing the logistics (Intralogistics 4.0), factory automation (Industry 4.0) and service sectors. Collaborative robots are born as helpers, relieving the human being from tiring tasks and reducing the risk of injury and musculoskeletal disorders. New Business Intelligence platforms Every day 2.5 billion bytes of data are produced, an immense amount of information that contains traces of consumers’ tastes, personalities and habits. Companies have at their disposal a continuous and real-time flow of information which, if organized and managed through advanced technologies and skills, can provide a detailed picture of customers, prospects and purchasing behaviour of fundamental utility to build business management and data-driven marketing strategies, based on deep learning mechanisms. This flow of information, if correctly interpreted, can guarantee the forecasting of future behaviour and trends, influencing company strategies. Business intelligence platforms allow decision makers to rely on information to improve their organization. They also allow users to customize dashboards, create stunning data views, create rankings and compare them with key performance indicators (KPIs). IT/OT convergence The concept of Smart Manufacturing is a vision for which industrial enterprises, with the support of digital technologies, increase their competitiveness and efficiency thanks to the greater interconnection and cooperation of resources. But how is it implemented? First of all by exploiting an aspect of the digitization process
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that has been going on for some years: the convergence between IT (Information Technology) and OT (Operational Technology), i.e. between information systems and factory processes. In industrial terms, this takes the form of extending machine connectivity and data availability, so as to improve plant performance and reduce energy consumption. One of the main critical issues that integrators, designers and plant conductors face is that of harmonizing ERP, Cloud and CRM management systems with MES, SCADA and automation systems (PLC, meters, valves, sensors, actuators, etc.). From the IT-business point of view a data is defined as secure when its confidentiality and integrity are guaranteed and only secondarily when it is in the user’s availability. On the OT-factory side, instead, the availability of the data is the priority, even at the expense of confidentiality. Machine Learning in Oil&Gas Machine Learning (ML) can provide an immediate impact for oil and gas companies - reducing expenses, increasing productivity, improving working methods - but energy companies have been slow to adopt available technologies. This may have to do with safety issues, costs, or even a lack of understanding of the benefits to be achieved. Although some companies focus on helping oil companies understand where to drill, the ML actually allows data to be used to analyze other information such as well well life and how to guide drilling. A number of companies analyze where to drill the rock and then analyze the depth they need. But the platform that serves these models could be much faster using machine learning techniques. Change management is an important part of introducing AI technology into oil drilling operations. To take full advantage of the computing power that can be derived from machine learning, humans will need to be able to trust the data they receive, even making moves that may not be intuitive.
IIoT/Industry 4.0 for Food The food industry is becoming increasingly familiar with the Industrial Internet of Things. The first thing that has contributed to changing the scenario is the possibility of making the plants more efficient and economically competitive. From this point of view, the spread of Cloud Computing and the availability of data through mobile devices are an important driver for current IIoT projects. Wireless connections of field devices to real-time reporting databases are a further boost. The still critical aspects, which are slowing down the development of IIoT infrastructure in some way, concern security and calculating the actual return on investment. Blockchain technology also plays an important role in the food sector. Together with the new potential offered by IoT, it offers consumers the possibility of knowing the origin, movements and activities of products in real time, avoiding the possibility of running into goods of uncertain origin. The future arrival will be the creation of the so-called Internet of Value: a system that will allow the exchange of valuable goods without intermediaries in a programmable way, through so-called “smart contracts�. Edge Computing Edge technology allows you to process large volumes of data where it is generated (directly on the device or on nearby servers), reducing data processing time, the bandwidth needed to transfer it, making it unnecessary - in some cases - to transfer information to the cloud, thus increasing security and privacy. According to IDC’s definition, an Edge Computing architecture is a distributed architecture of micro data centers, each capable of storing and processing data locally and transmitting this data to a centralized data center or Cloud storage repository. While moving workloads into the cloud has significantly reduced the cost and limitations of the data center, there are particular situations that accentuate the typical limitations of Cloud infrastructures. One of the most relevant is related to the impossibility of establishing always reliable connections, able to support continuous data flows from sensors and connected objects. Another is linked to latency, i.e. the time needed to transmit
a data packet through the network used by the Cloud. To overcome these problems, in recent years, the Edge Computing approach has been emerging and, according to several analysts, it is gaining increasing consensus in multiple segments and in different application areas. OPC UA on TSN With the growth of IoT, many operators have begun to produce sensors and interconnected systems using the protocols deemed most suitable for the market and the target environment. The result has been the proliferation of closed, non-interoperable solutions for years. The situation seems to have found for Industrial Internet of Things (IIoT) applications an interesting epilogue in the OPC Unified Architecture (UA) protocol on Time Sensitive Networking (TSN). Basic OPC UA allows seamless and transparent communication from the sensor to the Cloud, merging the IT and OT worlds into a unified network. In addition, OPC UA on TSN is a long-awaited response to market demand for independent, universal industrial communication without interfaces, although not yet fully completed. OPC UA over TSN supports networks that include tens of thousands of nodes and benefits from the bandwidth of the Ethernet standard. Even large volumes of data, such as those generated by integrated machine vision applications, can be easily managed.
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EVENTI/EVENTS
SI APRE IL SIPARIO SU AUTOMATION INSTRUMENTATION SUMMIT 2020 Presentata a Milano la terza edizione di Automation Instrumentation Summit, evento di riferimento internazionale per l’Automazione di Processo patrocinato da AIS e ISA. Molte le novità a partire dalle location, dalla maxi durata del palinsesto (Automation Instrumentation Week) e dalla nascita di una nuova rivista, Automation Technology, a supporto dell’iniziativa. A cura della Redazione Nell’insolita e suggestiva cornice di WOW Spazio Fumetto di Milano, area creativa parte della ex fabbrica dei prodotti dolciari Motta, è stata presentata al pubblico l’edizione 2020 di Automation Instrumentation Summit. Giunto alla terza edizione l’evento sponsorizzato da AIS, ISA Italy, ISA Emea si svolgerà dal 16 al 17 settembre 2020(*) in concomitanza con ISA Emea 2020 Conference & Exhibition. L’appuntamento ha per obiettivo quello di promuovere know-how e innovazione nei settori strategici dell’automazione, della strumentazione e di Industria 4.0 grazie a un’originale sinergia che comprende crescita culturale, formazione certificata e occasioni di business. Forte del successo delle edizioni precedenti, la 18
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terza edizione si muove in continuità in termini di format, valore scientifico dei contenuti, propensione all’internazionalizzazione, focus sull’automazione di processo, massima attenzione alle esigenze degli espositori e dei convegnisti. Confermato come media partner Editoriale Delfino e il supporto di DMG Events, l’organizzazione dell’evento è stata affidata a una realtà a forte vocazione internazionale, Delta International Events. Una delle novità più interessanti riguarda le location, selezionate fra alcuni dei più importanti palazzi storici del centro di Milano, che saranno svelate nelle prossime settimane. Ma la vera sorpresa, in controtendenza rispetto agli attuali orientamenti, è la durata complessiva della manifestazione. La due giorni infatti fa parte dell’Automation Instrumentation Week, un’ampia serie di eventi espositivi, scientifici, divulgativi e formativi a tutto tondo, inclusa la visita ad alcuni stabilimenti produttivi. Questo il calendario(*): 14-15 settembre – Training days 16-17 settembre – Automation Instrumentation Summit (Conference and Exhibition) 18-19 settembre – District Leaders Council 20 settembre – Tour on automation application sites
PubblicitàA4DEF.pdf 1 10/03/2020 16:28:15
Automation week September 14 - 20, 2020 Milan, Italy
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Temi e protagonisti di alto profilo
Una nuova rivista
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Nel corso del Summit, aziende leader e massiPer supportare la sfida culturale, scientifica e mi esperti di settore illustreranno trend, innoorganizzativa di Automation Instrumentation vazioni e best practice focalizzati su cyberseSummit è stato rimodellato l’organo ufficiale di curity, safety, IoT, Machine Learning, Industria AIS, ISA Italy Section, ISA EMEA Distretto 12. 4.0, strumentazione di monitoraggio, analisi e Automation Technology, questo il nome della riFor anytecnologie information contact misura, dius:controllo, comunicazione vista presentata in anteprima contestualmente industriale e reti wireless. Power, Rinnovabili, al Summit, è un magazine in versione bilingue welcome@delta-ie.it Oil&Gas, Chimico-Farmaceutico, Alimentare, italiano-inglese, nato con l’interno di offrire al EMEA D12 Infrastrutture Critiche, Metrologia e Industria lettore una panoramica ampia e aggiornata sul MILANO di Processo in generale saranno i settori applimondo dell’automazione, della strumentazione cativi maggiormente interessati. e della sicurezza, con un occhio di riguardo all’in16-17 Novità assoluta, in linea con i modelli organizdustria di processo e all’impatto di Industria 4.0 zativi e relazionali delineati dalla rivoluzione die della Digital Transformation. SETTEMBRE gitale in corso, saranno alcuni eventi legati alla "Improve business Link produttività, alla leadership, al welfareyour aziendaAutomation Instrumentation AIS: Summit” www.aisisa.it le e al benesserewith organizzativo. ISA: www.isa.org Oltre che dal network ASI – ISA, l’alto profilo Automation Instrumentation Summit: scientifico e tecnologico dell’evento è assicuwww.automationinstrumentationsummit.com rato da un Comitato Scientifico di prim’ordine Automation Technology: www.autechmag.com oltre che player e partner e del calibro di Saudi Editoriale Delfino: www.editorialedelfino.it Aramco, Saipem, Politecnico di Milano, Università Complutense di Madrid, solo per citarne Per contatti e informazioni: alcuni. Il comitato scientifico di esperti interwelcome@delta-ie.it nazionali emetterà la call for paper entro fine anno. Presentazione su Youtube https://bit.ly/3aLhhWQ
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Date A causa dell’emergenza Coronavirus, le date dell’evento potranno subire variazioni. Vi invitiamo a visitare periodicamente il sito automationstrumentationsummit.com per restare aggiornati. AUTOMATION TECHNOLOGY
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THE CURTAIN OPENS ON AUTOMATION INSTRUMENTATION SUMMIT 2020 Presented in Milan the third edition of Automation Instrumentation Summit, international reference event for Process Automation sponsored by AIS and ISA. Many news starting from the locations, the maxi duration of the program schedule (Automation Instrumentation Week) and the birth of a new magazine, Automation Technology, to support the initiative. By the editorial staff In the unusual and evocative setting of WOW Spazio Fumetto in Milan, a creative area part of the former Motta confectionery factory, the 2020 edition of Automation Instrumentation Summit was presented to the public. Now in its third edition, the event sponsored by AIS, ISA Italy, ISA Emea will take place from 16 to 17 september 2020 in conjunction with the ISA Emea 2020 Conference & Exhibition. The aim of the event is to promote know-how and innovation in the strategic sectors of automation, instrumentation and Industry 4.0 thanks to an original synergy that includes cultural growth, certified training and business opportunities. Building on the success of the previous editions, the third edition moves in continuity in terms of format, scientific value of the contents, propensity for internationalization, focus on process automation, maximum attention to the needs of exhibitors and conference participants. Confirmed as media partner Editoriale Delfino and the support of DMG Events, the organization of the event was entrusted to a company with a strong international vocation, Delta International Events. One of the most interesting news regards the locations, selected among some of the most important historical buildings in the centre of Milan, which will be unveiled in the coming weeks. But the real surprise, in contrast to the current trend, is the overall duration
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of the event. In fact, the two days are part of Automation Instrumentation Week, a wide range of exhibition, scientific, educational and educational events in the round, including a visit to some of the production plants. This is the calendar: 14-15 september - Training days 16-17 september - Automation Instrumentation Summit (Conference and Exhibition) 18-19 september - District Leaders Council 20 september - Tour on automation application sites High-profile themes and protagonists During the Summit, leading companies and industry experts will present trends, innovations and best practices focused on cybersecurity, safety, IoT, Machine Learning, Industry 4.0, monitoring, analysis and measurement instrumentation, control technologies, industrial communication and wireless networks. Power, Renewables, Oil&Gas, Chemical-Pharmaceutical, Food, Critical Infrastructure, Metrology and Process Industry in general will be the application sectors most concerned. Absolute novelty, in line with the organizational and relational models outlined by the current digital revolution, will be some events related to productivity, leadership, corporate welfare and organizational well-being. In addition to the ASI - ISA network, the high scientific and technological profile of the event is ensured by a first-rate Scientific Committee as well as players and partners of the calibre of Saudi Aramco, Saipem, Politecnico di Milano, UniversitĂ Complutense di Madrid, just to name a few. The Scientific Committee of international experts will issue the call for papers by the end of the year.
A new magazine To support the cultural, scientific and organizational challenge of Automation Instrumentation Summit, the official organ of AIS, ISA Italy Section, ISA EMEA District 12 has been remodeled. Automation Technology, this is the name of the magazine previewed at the Summit, is a bilingual Italian-English magazine, created to offer readers a wide and updated overview of the world of automation, instrumentation and security, with an eye on the process industry and the impact of Industry 4.0 and Digital Transformation.
Link AIS: www.aisisa.it ISA: www.isa.org Automation Instrumentation Summit: www.automationinstrumentationsummit.com Automation Technology: www.autechmag.com Editorial Delfino: www.editorialedelfino.it For contacts and information: welcome@delta-ie.it Presentation on Youtube https://bit.ly/3aLhhWQ Dates Due to the coronavirus emergency the dates of the event may change. Please visit automationstrumentationsummit.com periodically to keep up to date.
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OIL & GAS
L’AFRICA PUNTA SU GAS E PETROLIO
Demonizzare le compagnie petrolifere e del gas non è un modo costruttivo di procedere sulla transizione energetica. Le nazioni africane devono sfruttare le loro risorse di idrocarburi per lo sviluppo economico. La sostenibilità ambientale ne fa parte, non è un ostacolo. NJ Ayuk*
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In un recente articolo pubblicato sul quotidiano Guardian, l’arcivescovo sudafricano Desmond Tutu, vincitore del premio Nobel per la pace, ha sostenuto che il boicottaggio in stile Apartheid delle compagnie del carbone, del petrolio e del gas è una soluzione per combattere il cambiamento climatico e contribuire a garantire gli obiettivi di sostenibilità ambientale globale. “Dobbiamo fermare il cambiamento climatico. E possiamo farlo, se usiamo le tattiche che hanno funzionato in Sudafrica contro i peggiori emettitori di carbonio”, si legge nel sottotitolo del pezzo. Il sentimento espresso da Tutu è lodevole e parla a molti in tutto il mondo che si sono giustamente preoccupati degli effetti del cambiamento climatico sul nostro ambiente. Tuttavia, è anche un sentimento fuorviante. Le compagnie petrolifere e del gas non sono regimi autocratici che si concentrano sull’oppressione del popolo e sul furto delle sue risorse.
Sono imprese, che sì, sono focalizzate sul profitto, ma sono anche focalizzate sulla sostenibilità dell’impresa stessa. In termini pratici, significa che queste aziende si adattano alle esigenze delle economie in cui sono integrate. Il boicottaggio delle compagnie petrolifere e del gas non avrà un impatto sulle emissioni di carbonio, ma potrebbe far aumentare il prezzo del carburante nel lungo periodo. Non è questo l’obiettivo previsto. Se c’è la domanda di idrocarburi, ci sarà la produzione. Il cambiamento nella dinamica della domanda e dell’offerta degli ultimi anni può già essere individuato nel modo in cui le compagnie petrolifere e del gas si sono ristrutturate. Sempre di più, queste aziende stanno diversificando il loro portafoglio per includere gli asset di energia rinnovabile e molte di esse sono all’avanguardia nella ricerca e nello sviluppo di nuove tecnologie per aiutare a sfruttare le risorse rinnovabili. Questo aspetto è ampiamente trattato nel mio recente libro, Billions at Play. Le compagnie petrolifere e del gas si stanno trasformando in “compagnie energetiche”, stanno addirittura cambiando marchio, con Equinor (ex Statoil) che ne è l’esempio più evidente, per mostrare quel cambiamento di paradigma aziendale. E, in tutta onestà, chi altri sarebbe più preparato, meglio finanziato e meglio posizionato per guidare la transizione energetica che tutti noi cerchiamo. Demonizzare le aziende energetiche non è un modo costruttivo di procedere, e ignorare il ruolo strutturale che i combustibili a base di carbonio hanno nella società odierna distorce il dibattito pubblico. Riunire le aziende energetiche, i governi e i gruppi della società civile per trovare soluzioni funzionali permetterà di ottenere molto di più. Questo è soprattutto il caso dell’Africa. Mentre lo sforzo concertato tra tutte le nazioni del mondo è fondamentale per frenare gli effetti del cambiamento climatico, è fondamentale avere una chiara comprensione di quali sforzi saranno più decisivi, e quali regioni del mondo sono in una posizione migliore e hanno la maggiore responsabilità nell’affrontare questi problemi. Per essere sicuri, l’Europa, il Nord America e la Cina, in generale responsabili di gran parte delle
emissioni di CO2 che sono alla base dei cambiamenti climatici, devono essere all’altezza di questa responsabilità e muoversi verso pratiche più sostenibili. Non possiamo aspettarci che le nazioni africane, che dall’inizio della rivoluzione industriale hanno inquinato 7 volte meno della Cina, 13 volte meno degli Stati Uniti e 18 volte meno dell’Europa, secondo Carbon brief, compromettano le loro migliori opportunità di sviluppo economico semplicemente allineandosi alla visione occidentale su come affrontare le emissioni di CO2. Gabriel Obiang Lima, ministro delle Miniere e degli Idrocarburi della Guinea Equatoriale, ha riassunto il tutto in modo piuttosto deciso alla stampa la settimana scorsa, durante la Settimana africana del petrolio a Città del Capo. “In nessun caso ci scuseremo”, ha detto, “nessuno al di fuori del continente ci dica che non dobbiamo sviluppare quei giacimenti” Le parole del ministro Lima sono una risposta a una serie di opinioni sbagliate sul continente africano e sull’industria del petrolio e del gas che sta cercando di sviluppare. Mentre alcune nazioni in tutto il continente producono idro-
Oggi il gas naturale è di gran lunga il modo economicamente più sostenibile per produrre energia in quantità sufficiente ad alimentare lo sviluppo economico. Gli impianti petrolchimici rappresentano un’enorme opportunità economica per produrre sottoprodotti da petrolio e gas con un valore più alto all’interno della catena di approvvigionamento, un’opportunità per creare posti di lavoro, sviluppare infrastrutture e produrre ricchezza. Anche le raffinerie hanno un impatto drammaticamente positivo nel limitare la necessità di importazioni di carburante. Tutti questi sono pezzi fondamentali del puzzle che favoriranno la crescita economica dell’Africa e promuoveranno il miglioramento della vita della sua popolazione.
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carburi da decenni, queste risorse sono state per lo più esportate per alimentare lo sviluppo industriale in Europa, negli Stati Uniti e in Asia. Le ragioni di ciò sono varie e hanno tanto a che fare con l’eredità coloniale europea quanto con la mancanza di risorse finanziarie esistenti e di competenze per sviluppare le economie locali nel corso dell’ultimo secolo. Questo, tuttavia, sta cambiando. Come ho sostenuto e sostenuto per anni, le nazioni africane stanno finalmente iniziando a utilizzare queste risorse per sviluppare le proprie economie nazionali. Dobbiamo ricordare che quasi la metà degli africani non ha ancora accesso all’elettricità e che quasi tutte le aziende del continente lottano contro la mancanza di affidabilità energetica, che fa aumentare i costi operativi, riduce la produttività e nuoce alla loro capacità di competere sui mercati internazionali. I leader africani sono ora dolorosamente consapevoli dei danni che una rete energetica inaffidabile provoca alle economie nazionali e si stanno muovendo per cambiare questa situazione. Oggi il gas naturale è di gran lunga il modo economicamente più sostenibile per produrre energia in quantità sufficiente ad alimentare lo sviluppo economico. Gli impianti petrolchimici rappresentano un’enorme opportunità economica per produrre sottoprodotti da petrolio e gas con un valore più alto all’interno della catena di approvvigionamento, un’opportunità per creare posti di lavoro, sviluppare infrastrutture 24
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e produrre ricchezza. Anche le raffinerie hanno un impatto drammaticamente positivo nel limitare la necessità di importazioni di carburante. Tutti questi sono pezzi fondamentali del puzzle che favoriranno la crescita economica dell’Africa e promuoveranno il miglioramento della vita della sua popolazione. Lo dico da molto tempo e ho contribuito a questo sviluppo attraverso la Camera dell’energia africana, sostenendo la cooperazione tra le nazioni africane per promuovere il commercio intra-africano di risorse energetiche e costruire sinergie, che è la via da seguire. La Banca africana per lo sviluppo ha stimato che, nel periodo che va fino al 2025, sarebbero necessari tra i 130 e i 170 miliardi di dollari all’anno per colmare il divario infrastrutturale in tutto il continente. Come possono le nazioni africane finanziare questi sviluppi fondamentali se rinunciano ad esplorare le loro risorse naturali? Come può il mondo occidentale, o chiunque altro, suggerire, o chiedere, che le nazioni africane lascino queste risorse nel sottosuolo, quando sono queste stesse risorse che hanno alimentato lo sviluppo economico in ogni altro luogo? Dopo decenni di occupazione coloniale e successive lotte politiche e militari, molte regioni africane hanno ora raggiunto il livello di stabilità che permetterà loro di costruire economie funzionanti e funzionanti. Il carburante per questo saranno le risorse naturali di questi Paesi, che si
tratti di petrolio, gas, carbone o diamanti. Boicottare le aziende che possono aiutare questi Paesi a sviluppare queste risorse sarebbe fondamentale per il suicidio economico. Questo non significa che la sostenibilità ambientale e il cambiamento climatico non dovrebbero essere in cima alla lista delle preoccupazioni quando si discute del settore energetico africano, ma dovrebbero informare le politiche di valutazione dell’impatto ambientale e promuovere le migliori pratiche nel settore, non mettervi fine. Sì, le fonti di energia rinnovabile possono avere un ruolo nel contribuire all’espansione dell’elettrificazione in Africa, e l’energia solare ed eolica sono diventate competitive rispetto alla generazione basata sul carbonio, ma ciò dipenderà sempre dalle risorse disponibili in ogni regione e dovrà sempre essere supportata da altre forme di capacità di generazione che possano superare il problema dell’intermittenza che segue la generazione di energia rinnovabile. Questo sta già accadendo. Il Kenya, ad esempio, è una delle nazioni leader al mondo per la quota di energia di matrice energetica proveniente da fonti rinnovabili, sulla strada per raggiungere il 100% nei prossimi anni, ma detiene anche alcune delle più grandi riserve di energia geotermica del mondo, e continuerà a sviluppare le sue riserve di petrolio perché ha bisogno di soldi per finanziare lo sviluppo economico. Il tempo dell’Africa per crescere e svilupparsi è finalmente arrivato, e sarà finanziato dalle sue risorse naturali. Le lezioni morali sbagliate dell’Occidente faranno poco per cambiare la situazione, perché le risorse finanziarie provenienti da queste attività sono cruciali e insostituibili. In modo un po’ ironico, anche se l’Africa volesse smettere di usare combustibili fossili e spostare ogni centrale elettrica verso fonti rinnovabili, sarebbe comunque costretta a sviluppare i suoi giacimenti di petrolio e gas per finanziare questa transizione. Non ha senso promuovere approcci radicali alla transizione energetica, in particolare per l’Africa. Un approccio equilibrato, gestibile e ben guidato da una transizione progressiva che combini lo sviluppo degli idrocarburi e delle energie rinnovabili con forti politiche di tutela ambientale nel settore è l’opzione che non solo è reali-
stica, ma che permetterà di coniugare crescita economica e sostenibilità ambientale. Il New York Times ha citato Gwede Mantashe, Ministro dell’Energia del Sudafrica, in un articolo sull’Africa Oil Week. “L’energia è il catalizzatore della crescita”, ha detto, “vogliono addirittura dirci di spegnere tutte le centrali elettriche a carbone, finché non glielo dici, sai che possiamo farlo, ma respirerai aria fresca nell’oscurità”. Basta così.
*NJ Ayuk è l’amministratore delegato del Centurion Law Group e il presidente esecutivo della Camera dell’energia africana. La sua esperienza nella negoziazione di accordi per il petrolio e il gas gli ha dato una conoscenza approfondita del panorama energetico dell’Africa. È l’autore di “Billions at Play: The Future of African Energy and doing deals”.
Keywords: Oil&Gas, Automazione, Manutenzione Predittiva, IoT, Cloud, Big Data, AI. Machine Learning, Blockchain, Additive Manufacturing, Cybersecurity
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AFRICA FOCUSES ON OIL AND GAS Demonising oil and gas companies is not a constructive way to proceed with the energy transition. African nations must and will exploit their hydrocarbon resources for economic development. Environmental sustainability is part of this, not an obstacle. NJ Ayuk* In an article written for the Guardian newspaper this week, Nobel Peace Prize Winner Archbishop Desmond Tutu of South Africa argued for an Apartheid-style boycott on coal, oil and gas companies as a solution to fight climate change and help ensure global environmental sustainability goals. “We must stop climate change. And we can, if we use the tactics that worked in South Africa against the worst carbon emitters,” the subtitle of the piece reads. The sentiment expressed by Mr. Tutu is laudable and speaks to many across the world that have become rightfully concerned by the effects of climate change on our environment. However, it is also a misguided sentiment. Oil and gas companies are not autocratic regimes focused on oppressing the people and steal their resources. They are businesses, which yes, are focused on profit, but they are also focused on the sustainability of the business itself. In practical terms, it means that these companies adapt to the needs of the economies they are integrated in. Boycotting oil and gas companies will not have an impact on carbon emissions, but it might raise the price of fuel in the long run. That is not the goal intended. While there is demand for hydrocarbons, there will be production. The shift in the dynamic of supply and demand in recent years can already be spotted in the way oil and gas companies have restructured. More and more, these companies are diversifying their portfolios to include renewable energy assets
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and many of them are at the forefront of research and development of new technologies to help exploit renewable resources. I cover this extensively in my recent book, Billions at Play. Oil and gas companies are shifting into becoming “energy companies”, they are even rebranding, with Equinor (former Statoil) being the most evident example, to showcase that change in corporate paradigm. And in all honesty, who else would be better prepared, better funded and better placed to drive the energy transition that we all seek. Demonizing energy companies is not a constructive way forward, and ignoring the structural role that carbon-based fuels have in today’s society distorts the public debate. Bringing energy companies, governments and civil society groups together to find functional solutions will achieve much more. This is especially the case in Africa. While the concerted effort amongst all of the world’s nations is fundamental to curb the effects of climate change, it is paramount to have a clear understanding of what efforts will be most decisive, and which regions of the world are in a better position and have the biggest responsibility to tackle these issues. To be sure, Europe, North America and China, by and large responsible for much of the CO2 emissions that are behind the changes in our climate, have to live up to that responsibility and move towards more sustainable practices. We can not expect African nations, which put together have polluted 7 times less than China, 13 times less than the United States, and 18 times less than Europe since the beginning of the industrial revolution, according to Carbon brief, to undermine their best opportunities for economic development by simply aligning with the Western view of how to tackle CO2 emissions. Gabriel Obiang Lima, Minister of Mines and Hydrocarbons of Equatorial Guinea, summed it up quite decisively to the press last week during the Africa Oil Week in Cape Town. “Under no circumstances are we going to be apologising,” he said, “anybody out of the continent saying we should not develop those
[oil and gas] fields, that is criminal. It is very unfair.” Minister Lima’s blunt words are an answer to a number of misconstrued views about the African continent, and about the oil and gas industry it is striving to develop. While a few nations across the continent have been producing hydrocarbons for decades, these resources have mostly been exported to fuel industrial development in Europe, the US and Asia. The reasons for this are varied and have as much to do with the European colonial legacy as with the lack of existing financial resources and expertise to develop local economies over the last century. That, however, is coming to a change. As I have argued and championed for years, African nations are finally starting to make use of these resources to develop their own national economies. We must remember that nearly half of all Africans still don’t have access to electricity and that nearly every company in the continent struggles with the lack of power reliability, which raises operational costs, reduces productivity and hurts their ability to compete in international markets. African leaders are now painfully aware of the damage an unreliable energy network causes on national economies and are moving to change that. Today, natural gas is by far the most economically sustainable way of producing power in enough quantities to fuel economic development. Petrochemical plants represent a massive economic opportunity to produce byproducts from oil and gas with a higher value within the supply chain, an opportunity to create jobs, develop infrastructure and produce wealth. Refineries too have a dramatically positive impact in curbing the need for fuel imports. All of these are fundamental pieces of the puzzle that will foster Africa’s economic growth and promote the betterment of the lives of its people. I have been saying this for a long time and have helped with that development through the African Energy Chamber, supporting cooperation amongst African nations to promote intra-African trade on energy resources and build synergies,
which is the way forward. The African Development Bank has estimated that between USD$130 and USD$170 billion a year in the run up to 2025 would be needed to close the infrastructure gap across the continent. How are African nations to fund these fundamental developments if they give up on exploring their natural resources? How can the Western world, or anyone for that matter, suggest, or demand, that African nations leave these resources underground when it was these same resources that powered economic development everywhere else? After decades of colonial occupation and subsequent political and military in-fighting, many African regions have now reached the level of stability that will allow them to build working functioning economies. The fuel for that will be these countries’ natural resources, be it oil, gas, coal or diamonds. Boycotting the companies that can help these countries develop these resources would be paramount to economic suicide. This is not to say that environmental sustainability and climate change should not be at the top of the list of concerns when debating the African energy sector, but it should inform environmental impact assessment policies and foster best practices in the industry, not put a stop to it. Yes, renewable energy sources can have a role in contributing to expand electrification in Africa, and solar and wind power have become competitive when compared to carbon-based generation, but that will always depend on the resources available in each region and will always have to be supported by other forms of generation capacity that can overcome the issue of intermittency that follows renewable power generation. This is already happening. Kenya, for instance, is one of the world’s leading nations in terms of the share of its energy matrix coming from renewables, on its way to reach 100% in the coming years, but it also holds some of the world’s largest geothermal energy reserves, and it will continue to develop its oil reserves because it needs the money to fund economic development.
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Africa’s time to grow and develop is finally here, and it will be funded by its natural resources. Misguided moral lessons from the West will do little to change that because the financial resources coming from these activities are crucial and irreplaceable. In a somewhat ironic way, even if Africa wanted to stop using fossil fuels and shifted every power station to renewable sources, it would still be forced to develop its oil and gas fields in order to fund that transition. There is no point in promoting radical approaches to the energy transition, particularly for Africa. A balanced manageable and well-lead approach of progressive transitioning combining hydrocarbons and renewable energy development alongside strong environmental protection policies in the sector is the option that is not only realistic, but that will allow to combine economic growth and environmental sustainability. The New York Times quoted Mr. Gwede Mantashe, South Africa’s Energy Minister, in an article covering the Africa Oil Week. “Energy is the catalyst for growth,” he said, “they even want to tell us to switch off all the coal-generated power stations,” “until you tell them, “you know we can do that, but you’ll breathe fresh air in the darkness”. Enough said. (*) NJ Ayuk is the CEO of Centurion Law Group and the Executive Chairman of the African Energy Chamber. His experience negotiating oil and gas deals has given him an expert’s grasp of Africa’s energy landscape. He is the author of “Billions at Play: The Future of African Energy and doing deals.” Keywords: Oil&Gas, Automation, Predictive Maintenance, IoT, Cloud, Big Data, AI, Machine Learning, Blockchain, Additive Manufacturing, Cybersecurity
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INDUSTRIA DEI METALLI/METAL INDUSTRY
APPIATTIMENTO DI ACCIAIO AD ALTA RESISTENZA
L’acciaio è uno dei materiali più importanti nell’industria pesante. Nell’automotive gli acciai ad alta resistenza, il cui utilizzo assicura nuovi design, massima sicurezza contro gli urti e diminuzione del peso del veicolo, costituiscono circa il 60% del peso di un’auto moderna. L’ottimizzazione delle tecniche di taglio e finitura migliora enormemente il rapporto tra investimenti e prestazioni. Filippo Tagliabue*
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Come per qualsiasi processo tecnologico, le linee di finitura e in particolare le linee di taglio a misura non sfuggono ad una continua ed impegnativa tendenza alla crescita delle prestazioni in termini di qualità, produttività e affidabilità. Infatti, l’acciaio ad alta resistenza laminato in rotoli è diventato significativo nella produzione del mercato automobilistico fin dal 1994, quando venne commercializzata la prima auto completamente in alluminio, ovvero il modello Audi A8. Oggi la domanda del mercato dell’HSS (High speed steel, Acciaio Super Rapido) è in crescita e le applicazioni si stanno ampliando in quasi tutti i settori, come l’energia, l’edilizia navale, le infrastrutture, l’agricoltura e i veicoli pesanti per autotrazione. Fin dall’inizio i problemi di svolgitura, appiattimento, distensione e taglio di materiale con un carico di snervamento di almeno 700 N/mm2 (oggi il limite inferiore della gamma HSS) hanno evidenziato ai progettisti nuovi problemi peculiari e limiti fisici della meccanica, che dovrebbero essere risolti con un approccio di processo completamente
nuovo e nuove tecnologie rispetto a quelle applicate al normale acciaio al carbonio. Inoltre, i semilavorati in acciaio utilizzati per i processi produttivi a valle sono prodotti principalmente con linee di taglio laser e di formatura a pressa, che richiedono severi requisiti di planarità delle lamiere e di alleggerimento delle tensioni interne, di conseguenza le norme EN utilizzate per i normali acciai al carbonio stanno perdendo importanza nelle applicazioni in HSS. Alla base dell’approccio c’è un concetto semplice: bisogna appiattire, e lo stress allevia il materiale senza modificare le sue proprietà fisiche e dimensionali.
Fig. 1 Composizione dei vari tipi di acciaio nella scocca di una Volkswagen Up La tecnica di produzione La necessità di contenere l’effetto molla generato da una bobina in HSS liberata dalle sue cravatte realizzate con un alto numero di fascette e talvolta con l’aggiunta di piastre saldate è un punto critico. Una robusta struttura in acciaio dotata di rulli di contenimento in connessione all’utilizzo di un carrello portabobina con rulli motorizzati per la rotazione delle bobine in posizione di sbobinatura è la risposta corretta, questa operazione può essere eseguita di linea o con la bobina posizionata sul mandrino di sbobinatura, nel secondo caso il sistema antirotolamento della bobina e un dispositivo di apertura del dente contribuiscono al taglio / rimozione della reggia e all’inserimento della testa nell’alimentare rulli a pressione. Entrambe le soluzioni
evitano il pericolo che la bobina si sviluppi con conseguenze negative sulla sicurezza del personale e sulle operazioni di svolgitura. Il taglio delle reggette può essere eseguito in automatico dal dente di apertura o nel caso più complesso da un robot antropomorfo, oppure manualmente dall’operatore ma in condizioni di totale sicurezza. La raccolta delle reggette tagliate può essere sia un’operazione automatica, grazie ad un sistema dotato di un dispositivo di sfrido per evacuare e stoccare facilmente il filo, sia ancora un’operazione manuale, lasciando cadere le reggette in un’apposita fossa ed evacuandole alla fine del turno. La moderna tecnica di produzione di HSS a laminazione a caldo ha un effetto collaterale che consiste nella rilevante, sottile formazione di scaglie sulla superficie della bobina, dovuta ai processi termici a cui l’HSS è soggetto durante e dopo la laminazione. Su una linea CTL (Cut-To-Length) questa formazione di calcare è una preoccupazione da parte dello svolgitore, infatti il sistema anti-coil break installato sull’alloggiamento del mandrino, che viene utilizzato per eliminare il set di bobine, incrina il calcare dalla superficie dell’acciaio, appena prima dell’ingresso del prelevatore, che il prelevatore stesso amplifica l’effetto con svantaggi per il trimmer dei bordi (se presente) e per i livellatori a valle. La rottura della riga senza la sua immediata e corretta rimozione è fondamentale per la qualità della superficie del materiale e per la durata dei rulli di lavoro del pre e delle livellatrici. Inoltre, genera molta polvere che è pericolosa per gli operatori e per le attrezzature installate. La soluzione è il posizionamento strategico di efficaci macchine spazzolatrici collegate ad un sistema pneumatico di raccolta della polvere, in grado di rimuovere la riga sia sulla superficie superiore che su quella posteriore. I filtri a secco a cestello sono utilizzati per pulire l’aria e raccogliere la polvere in appositi contenitori per lo smaltimento. A AUTOMATION TECHNOLOGY
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seconda del mix di produzione della linea, è possibile installare fino a quattro di queste unità di spazzolatura: una appena prima della prelivellatrice, la seconda a valle di essa, la terza dopo la prima livellatrice e l’ultima dopo la seconda, se applicabile. Questa configurazione assicura, nel peggiore dei casi, la rimozione totale della scala con effetti sulla qualità, la durata e la pulizia della linea. Il controllo della coppia variabile e della velocità Per appiattimento efficace e alleggerimento delle sollecitazioni HSS si intendono principalmente le dimensioni geometriche delle livellatrici e l’elevata trasmissione della coppia attraverso la catena cinematica. La forza da esercitare tra il pacco superiore e inferiore dei rulli, a seconda della resistenza allo snervamento in relazione allo spessore, può facilmente superare le 2.200 tonnellate, ma sorprendentemente non è questo il vero problema. Infatti, con l’utilizzo di appositi strumenti di calcolo, come i modelli ad elementi finiti e i modelli di dimensionamento basati sull’esperienza, è possibile realizzare telai appiattitori e pacchi di rotoli con modulo elastico contenuto ed effetto di flessione controllato. Pertanto, il problema principale risiede nel necessario trasferimento di coppia dal motore ad ogni rotolo. La rimozione dello stress interno del materiale è data dalla percentuale calcolata di plastificazione generata dal foglio che scorre attraverso una serie di rulli dimensionati in numero, diametro, distanza tra gli assi e penetrazione. Tutte queste variabili determinano
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la curvatura applicata al foglio per ottenere la corretta variabile di processo, di conseguenza il diametro dei rulli deve essere contenuto. Tuttavia, con l’HSS che supera un certo rapporto tra resistenza allo snervamento e spessore, assumendo una larghezza fissa, il valore di coppia necessario da trasmettere ad ogni rotolo supera i limiti dimensionali e fisici dell’albero. Inoltre, la richiesta di coppia non è distribuita uniformemente su ogni rotolo, ma il picco è su quelli all’ingresso dell’appiattimento e diminuisce sui successivi con una formula che dipende dall’angolo di inclinazione tra il gruppo dei rotoli inferiore e superiore. La questione sembra già abbastanza complicata, ma c’è un’altra variabile che influenza il processo: anche la velocità dei rulli non è costante, e per evitare lo scivolamento e/o l’accumulo di materiale all’interno dell’appiattitore, i rulli del lato di uscita devono ruotare più velocemente di quelli del lato di entrata.
Fig.2 Rulli per laminatoi HSS Soluzioni elettromeccaniche Dopo diversi esperimenti effettuati nei primi anni novanta, le aziende hanno raggiunto la soluzione per risolvere in una sola volta il problema della coppia variabile e della velocità. Non
sorprende che la convergenza alla soluzione possa essere raggiunta a partire dalla prospettiva meccanica o elettrica: La soluzione meccanica, che permetteva di utilizzare un unico azionamento motore con un distributore era quella di sviluppare a valle del distributore una coppia scorrevole basata sul principio di un pacco di diversi dischi a frizione sinterizzati, pre-caricati con un carico regolato, in grado di scorrere in modo controllato, il sistema è con funzione di memoria per mantenere lo stesso parametro di carico nel tempo. Ogni albero del rullo è dotato di questa coppia, quindi quando si raggiunge il carico massimo di coppia sul primo rullo, la coppia inizia a scorrere trasmettendo la coppia in eccesso al rullo a monte. Se sul rullo a monte il valore massimo di coppia calcolato viene superato di nuovo, il processo si ripete sul rullo successivo. Questo flusso della coppia a monte e, nello stesso tempo, riducendo la velocità nella direzione opposta, si autoadatta automaticamente ai valori corretti lungo tutto il montaggio dei rulli. Questo dovrebbe garantire le condizioni di coppia/velocità di lavoro perfette e continue secondo le variabili di processo preimpostate.
Nuove linee in grado di livellare bobine in HSS con resistenza allo snervamento di 1200 N/ mm2 a 8 mm con una qualità di taglio laser completa sono state progettate e messe in funzione sia da produttori europei che americani. Questo tipo di prestazioni eccezionali si ottengono anche grazie all’applicazione di una filosofia di livellamento che consiste nel contributo progressivo di ogni macchina livellatrice. A seconda della gamma di produzione, le linee sono dotate di un minimo di due macchine, prelevatrice e livellatrice, fino ad un massimo di tre macchine, prelevatrice con due livellatrici in cascata. L’applicazione di una tensione calcolata tra le macchine dà un contributo costante alla plastificazione del materiale. Il ruolo degli algoritmi Algoritmi altamente avanzati stanno preimpostando tutte le macchine della linea semplicemente inserendo le dimensioni del materiale e la resistenza allo snervamento. Il software di livello 1 è generalmente fornito con HMI di facile comprensione basato sul programma di appiattimento richiamato memorizzato nel sistema, inoltre le caratteristiche di autoapprendimento stanno stimolando i produttori e la filosofia di processo dell’utente.
Fig.3 Linee CTL Il secondo si basa su un sistema di controllo elettronico completo di azionamento che equipaggia ogni rullo con un motore separato con controllo di coppia e velocità. La regolazione della coppia e della velocità viene effettuata dal software con doppio anello di retroazione e funzioni PID.
Fg.4 Quadro di controllo Conclusioni La soluzione corretta per tagliare una scanalatura media e pesante HSS è la cesoia volante, anche in questo caso l’uso di moderni strumenti AUTOMATION INSTRUMENTATION MAGAZINE
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per il dimensionamento del telaio e la simulazione delle sollecitazioni sono i fattori chiave di costruzione della rigidità e della durata e qualità del taglio. Le caratteristiche standard sono la regolazione automatica del gap e il blocco idraulico in posizione delle lame, che permette un rapido cambio delle stesse per la sostituzione, o semplicemente per la rotazione mentre ogni gruppo ha quattro lame ottenute da ogni angolo della sezione quadrata. Riassumendo, l’attenta analisi e il follow-up della domanda di mercato, insieme ad una collaborazione di successo con partner e produttori, permettono ai moderni Centri di Assistenza di sviluppare lo stato dell’arte del processo per livellare l’HSS più forte e spesso con un sorprendente rapporto tra investimento e prestazioni in termini di qualità, ripetibilità, disponibilità, affidabilità e durata.
*Filippo Tagliabue, Consulente/Advisor
Keywords: HSS, taglio laser, PID, coppia variabile, cesoia volante, CTL
Approfondimento L’acciaio super rapido, conosciuto con la sigla HSS (high speed steel) è un materiale molto usato nella fabbricazione di utensili per la lavorazione dei metalli (frese e utensili per il tornio, punte da trapano, dischi per il taglio di pezzi in metalli ecc.). Le proprietà di taglio degli utensili in HSS sono nettamente superiori a quelli in acciaio al carbonio, inoltre può lavorare a temperature più alte senza perdere le proprietà di taglio. Si differenzia dai cosiddetti “acciai rapidi” per la presenza di cobalto nella lega, assente in questi ultimi. Proprio per la presenza di tale alligante, gli acciai super rapidi non possono venire impiegati per utensili sottoposti a urti ripetuti, in quanto troppo fragili. Sostituisce gli acciai temprati, usati in pre-
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cedenza, ma meno resistenti all’usura. Deve la sua elevata durezza, insieme agli acciai rapidi, non solo alla tempra martensitica, ma anche al cosiddetto fenomeno della durezza secondaria conseguente ad una tempra di soluzione.
FLATTENING OF HIGH STRENGTH STEEL Steel is one of the most important materials in heavy industry. In the automotive industry, high-strength steels, whose use ensures new designs, maximum impact safety and reduced vehicle weight, account for about 60% of the weight of a modern car. The optimization of cutting and finishing techniques greatly improves the relationship between investment and performance. As for any technological process, finishing lines and in particular Cut to length lines are not escaping a continuous demanding performances growing trend in terms of quality, productivity and reliability. In fact, high strength steel rolled in coils became significant in production to serve the automotive market as the steel producers answer to the presentation, in 1994, of the first car completely made of aluminium, i.e. Audi A8. Nowadays, the HSS market demand is boosting and applications are widening in almost all sectors, such as energy, naval construction, infrastructures, agriculture and heavy automotive vehicles. From the very beginning the problems of uncoiling, flattening, stress relieving and cutting material with a yield strength of minimum 700 N/mm2 ( nowadays the lower edge of the HSS range) evidenced to the designers new peculiar problems and physical limits on the mechanics, which should be solved with a completely new process approach and new technologies compared to the ones applied to normal carbon steel. In addition, the steel semi-finished pieces used for downstream manufactory processes are mainly produced using laser cutting and press forming lines, which demand strict requirements in sheets flatness and internal stresses relieving, as a consequence the EN norms used for normal carbon steel are loosing significance in HSS applications. At the base of the approach there is a simple concept. You have to flatten, and stress relieve the material without modifying his physical and dimensional properties.
The production technique Let’s go to describe the process from upstream; The necessity to contain the spring effect generated by a HSS coil freed by his ties made with high number of straps and sometimes with the addition of welded plates is a real concern. A robust steel structure equipped with containing rolls in connection of the use of a coil car with motorized rolls to rotate the coils into unstrapping position is the correct answer, this operation can be performed of line or with the coil positioned on the uncoiling mandrel, in the second case the anti-coil break system and an opening tooth device are contributing to strap cutting/ removal and insertion of the head in the feeding pinch roll. Either solution avoid the danger of coil unfolding with negative consequences on the personnel’s safety and on the uncoiling operations. Straps cutting can be performed in automatic by the opening tooth or in the most complex case by an anthropomorphic robot, or manually by the operator but with conditions of total safety. Collection of the cut straps can be either an automatic operation, thanks to a system equipped with scrap baller to evacuate and easily stock the wire, or again a manual operation, by leaving the straps fall down into a proper pit and evacuating them at the end of the shift. Modern hot rolling HSS production technique have a side effect consisting in relevant, thin size, scale formation on the coil surface, which is due to the thermal processes HSS is subject to during and after rolling. On a CTL line this scale is a concern from the uncoiler, in fact the anti-coil break system installed on the mandrel housing, which is used to eliminate the coil set, cracks the scale from the steel surface, just before the pre-leveller entrance, than the pre-leveller itself amplifies the effect with disadvantages for the edges trimmer (if any) and the downstream levellers. Cracking the scale without immediate and proper removal of it is critical for the material surface quality and for the lifetime of pre and levellers working rolls. Moreover, it generates a lot of dust that is dangerous for the operators and the installed equipment. The solution is the strategic placement of effective brushing
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machines connected to a pneumatic dust collection system, which is capable to remove the scale on both the upper and reverse side strip surfaces. Basket dry filters are used to clean the air and collect dust into proper containers for disposal. In accordance to the line production mix, it is possible to install up to four of these brushing units: one just before the pre leveller, the second one downstream of it, the third one after the first leveller and the last one after the second leveller, if applicable. This configuration is assuring, in the worst case, the total scale removal with effects on quality, lifetime and cleanness of the line. Variable torque and speed control Effectively flatten and stress relieve HSS primarily means the geometry dimensions of the levellers and the high torque transmission trough the cinematic chain. The force to be exercised between the upper and lower pack of rolls, depending on the yield strength related to the thickness, can easily exceed 2200 tons, but surprisingly this is not the real issue. In fact, with the use of proper calculation tools, such as finite elements models and dimensioning models based on experience, it is possible to manufacture flattener frames and roll packs with contained elastic modulus and controlled bending effect. Therefore, the main problem lies in the necessary torque transfer from the motor to each roll. The removal of the material internal stress is given by the calculated percentage of plasticization generated by the sheet flowing through a series of rolls dimensioned in number, diameter, inter axes distance and penetration. All these variables determine the curvature applied to the sheet to obtain the correct pp, as consequence the diameter of the rolls has to be contained. However, with HSS exceeding a certain ratio between yield strength and thickness, assuming a fixed width, the necessary pp’s torque value to be transmitted to each roll is exceeding the shaft dimensional and physical limits. Moreover, the torque demand is not uniformly distributed on each roll, but the peak is on the ones at the flattener entrance and decreases on the followings with a formula depending on the
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inclination angle between the lower and upper rolls assembly. The matter appears to be already quite complicated, but there is another variable affecting the process: the rolls speed is not constant either, and to avoid material slipping and/or accumulation inside the flattener, the exit side rolls have to rotate faster than the ones at the entry side. Electromechanical solutions After several experiments carried out in the early nineties, companies reached the solution to solve at one time the variable torque and speed problematic. Non surprisingly the convergence to the solution can be reached starting from the mechanical or electrical prospective: The Mechanical solution, allowing to use a single motor drive with a distributor (that I like less) was to develop downstream the distributor a sliding couple based on the principle of a pack of several sintered friction disks, pre charged with a regulated load, capable to slide in a controlled way, the system is with memory feature in order to maintain the same load parameter over the time. Each roll shaft is equipped with this couple thus when the maximum torque load is reached on the first roll, the couple starts to slide transmitting the exceeding torque to the upstream roll. If on the upstream roll the torque calculated maximum value is exceeded again, the process repeats on the next roll. This flowing of the torque upstream and in the same time reducing the speed in the opposite direction, automatically self-adapt the correct values all along the rolls assembly. This should grant the perfect and continuous working torque/speed conditions in accordance to the preset pp. The second is based of full electronic drive control system equipping each roll with a separate motor with torque and speed control. The regulation of torque and speed is done by the software with double feedback ring and PID functions. New lines capable to level HSS coils with yield
strength of 1200 N/mm2 at 8 mm with a full laser cutting quality has been designed and put in operation by both European and US manufactures. These kinds of outstanding performances are also achieved by the application of a levelling philosophy consisting on progressive contribution of each levelling machine. Depending on the production range, lines are equipped with a minimum of two machines, pre-leveller and leveller, up to a maximum of three machines, pre-leveller with two levellers in cascade. The application of a calculated tension between the machines give a consistent contribution to the material plasticisation. The role of algorithms Highly advanced algorithms are pre-setting all the machines of the line just inputting the material dimensions and yield strength. The Level 1 software is generally supplied with easy to understand HMI based on recalled flattening schedule stored in the system, moreover self-learning features are pacing manufacturer know how with and user process philosophy.
More information Super fast steel, known by the acronym HSS (high speed steel) is a material widely used in the manufacture of metalworking tools (cutters and lathe tools, drill bits, discs for cutting metal parts, etc.). The cutting properties of HSS tools are significantly higher than those of carbon steel, and it can also work at higher temperatures without losing its cutting properties. It differs from so-called “high speed steels� due to the presence of cobalt in the alloy, which is absent in the latter. Precisely because of the presence of this alligator, super high speed steels cannot be used for tools subjected to repeated impacts, as they are too brittle. It replaces previously used hardened steels, but less resistant to wear. It owes its high hardness, together with high speed steels, not only to martensitic hardening, but also to the so-called secondary hardness phenomenon resulting from solution hardening. Keywords: HSS, laser cutting, PID, variable torque, flying shear, CTL
Conclusions The proper solution to cut medium and heavy gouge HSS is the flying shear, again the use of modern tools for frame dimensioning and stress simulation are the key building factors of stiffness and duration and quality of cut. Standard features are automatic gap regulation and hydraulic lock in position of the blades, allowing a quick change of them for substitution, or simply for rotation while each assembly has four blades obtained from each angle of the squared section. To sum up, the careful analysis and follow-up of the market demand together with a successful cooperation with you valued partners-manufacturers, allow the modern Service Centres to develop the state of the art process to level the strongest and thickest HSS with an astonishing ratio between investment and performances in term of quality, repeatability, availability, reliability and duration.
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PROGETTAZIONE/PROJECT MANAGEMENT
AGILE E SCRUM. LE PROSPETTIVE DELLA PROGETTAZIONE MODERNA
Negli ultimi anni le imprese hanno dovute fare i conti con richieste di produzione snella, mercati turbolenti e aggressivi, rapide innovazioni tecnologiche, nuovi modelli di governance. Tutto ciò ha determinato profondi cambiamenti nel dominio della progettazione, per la quale approcci e metodi tradizionali sono spesso inadeguati. Per aiutare le aziende e i progettisti a gestire progetti sempre più complessi sono state introdotte tecniche evolute di Project Management: Agile e Scrum. Cerchiamo di capirne di più in questo articolo. Alessandro Cappellozza* 38
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Immagino vi siate trovati, o abbiate sentito parlare, di progetti che non finiscono mai o che disattendono le aspettative del cliente. In un mondo così dinamico e contemporaneamente anche così distratto, è facile caricare di aspettative un requisito o addirittura tutto il progetto, specialmente in campo informatico: il movimento agile cerca di rovesciare questo trend. Dall’ultima rivoluzione industriale ci si è cullati nell’illusione che pianificando a step il lavoro nel suo insieme e avendo un set di specifiche preciso, si possa stilare un bel diagramma di Gantt e rispettarlo: sapete bene che nell’informatica, ormai padrona di ogni aspetto, in un mondo in evoluzione vorticosa, il classico metodo a cascata semplicemente non funziona; tempi troppo lunghi, ora che si finisce il prodotto o una fase, è già vecchio o il cliente ha cambiato le specifiche. Ancora peggio l’informatica è piuttosto impalpabile e molto soggettiva, le aspettative di ognuno variano molto e spesso anche una buona specifica non basta.
Cosa si intende per “Agile” Agile non è un metodo, è un insieme di principi. Agli inizi degli anni 2000 un gruppo di esperti ha delineato un insieme di quattro principi cardine e dodici enunciati da seguire, non solo per dare maggiore valore al proprio lavoro, ma per (finalmente) riuscire a abbattere il rischio e fare contento sia te che il cliente. Come si può immaginare non si tratta di una formula magica ma di un radicale cambio di prospettiva per tutti. Comincerei con lo spiegare perché non si parla di metodo: dobbiamo pensare all’Agile come un’impalcatura intellettuale all’interno della quale si svolge il lavoro, non vi dice come farlo ma che ritmo e che spirito dargli; all’interno di questa impalcatura (framework) potete usare il metodo che più vi aggrada. È come immaginare il lavoro come un fiume, il framework sono gli argini e l’acqua il tuo lavoro. La gestione dei progetti con Scrum Il contesto in cui si inseriscono poi è molto netto; nascono in campo informatico, perché più che in altri contesti qui è presente l’incertezza; Scrum (la versione di gran lunga più diffusa del framework Agile) funziona in sistemi empirici cioè dove si sa quanto ci si mette a fare le cose solo dopo che le hai fatte. Generalmente si tende a suddividere i processi in tre famiglie, quelli deterministici in cui si sa quanto ci si metta a fare un certo lavoro. Quelli statistici in cui ci si misura con un certo grado di incertezza ma è possibile calcolarlo. Infine abbiamo quelli empirici che sono propri dei processi creativi in cui è complesso determinare un tempo per svolgere un compito mai fatto prima, ed è qui che ha il suo massimo di utilità. Per spiegare come funziona, si usa spesso un esempio di un team al quale è chiesto da un committente, un mezzo per recarsi al lavoro. Un sistema classico penserebbe subito ad un mezzo che è già stato usato in passato, in questo caso potrebbe essere una macchina. Si comincerà quindi a progettare motore, telaio, carrozzeria e interni. Il cliente sarà coinvolto solamente nei mockup e in fasi intermedie, si pianificherà con un bel diagramma di Gantt e ci si ritroverà alla
Dobbiamo pensare all’Agile come un’impalcatura intellettuale all’interno della quale si svolge il lavoro, non vi dice come farlo ma che ritmo e che spirito dargli; all’interno di questa impalcatura (framework) potete usare il metodo che più vi aggrada. fine con un veicolo. Alla fine di questo processo ho la stessa possibilità sia che vada bene sia che non vada bene al cliente, l’incertezza è enorme e questo perché il cliente non ha mai visto il prodotto completo prima. A chi non è mai successo di sentire la frase del cliente “ma io pensavo”? Ci troviamo in un campo in cui il rischio è elevato, la macchina può far contento il cliente ma magari ben oltre le sue esigenze rendendo il progetto inutilmente costoso. Il metodo iterativo invece si basa su un principio diverso, si fa leva su un principio conosciuto in ambiente Lean Manufacturing detto MVP, ovvero Prodotto Minimo Funzionante; è il minimo che si può fare per poter soddisfare l’esigenza del cliente. In questo specifico caso potremmo pensare che il team come prima cosa proponga uno skateboard, fa il suo dovere certo ma è scomodo, fa sudare e bisogna avere equilibrio. Si pensa allora ad un incremento, un monopattino: meglio ma ancora non ci siamo. Allora si fa un altro passo avanti e si propone una bicicletta, andrà magari meglio di prima ma costringe comunque ad uno sforzo fisico. Mettendo al monopattino un motore otteniamo un motorino, mezzo immune al traffico costa molto meno della macchina e consuma meno.
Manifesto for Agile Software Development agilemanifesto.org Scrum Alliance Certification www.scrumalliance.org
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I princìpi Uno dei principi cardine dello Scrum è proprio l’interattività e l’incrementalità; si stabilisce un periodo temporale fissato da una a quattro settimane e ad ogni fine periodo bisogna fornire un valore al cliente. In questa maniera il cliente è coinvolto, vi da un feedback immediato, vede crescere l’idea passo dopo passo e la possibilità di dargli in mano qualcosa, che non voleva diventa molto più bassa; l’intento di Scrum è quello di minimizzare il rischio. Esistono diverse declinazioni “Agili” che prediligono un aspetto piuttosto che un’altro, esiste Scrum, Kanban, Extreme Programming però il primo è quello che allo stato attuale rappresenta quasi l’80% del mercato che poi alla fine è quello che ho scelto. Come detto in precedenza Scrum è una maniera di applicare i principi del manifesto Agile, per andare nello specifico questi sono i principi e come io li interpreto. Gli individui e le interazioni più che i processi e gli strumenti: mettere davanti alla rigidità degli strumenti e dei processi la comunicazione tra le persone dentro e fuori l’azienda. Serve trasparenza, bisogna cercare di far emergere i problemi e non metterli sotto il tappeto, tutti gli ostacoli devono essere evidenti a tutti per poterli superare. Il software funzionante più che la documentazione esaustiva: legarli rigidamente alle procedure e documentare qualcosa che non è completo e che addirittura non va, è deleterio per il progetto. La collaborazione col cliente più che la negoziazione dei contratti: se non c’è fiducia tra chi fa il lavoro e chi lo commissiona non si arriverà mai a un prodotto soddisfacente per nessuna delle parti; bisogna condividere con il cliente, la visione del prodotto. Determinare cosa c’è da mettere sul contratto e “difendersi” dal cliente non deve essere il perno del contratto; ci sono contratti che prevedono questo tipo di interazione ma se la nostra preoccupazione principale è quella legale, c’è qualcosa che non va.
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Rispondere al cambiamento più che seguire un piano: fare un bel digramma di Gantt e cercare di seguirlo non è una soluzione, ma una fonte di problemi; bisogne essere flessibili alle richieste di chi commissiona il lavoro. Si deve abbracciare il cambiamento in qualsiasi momento e a qualsiasi livello, seguire le esigenze del committente; in una parola si deve avere il coraggio di iniziare a creare e cercare una soluzione senza aver tutti gli elementi in mano, anche senza tante specifiche.
Fig.1 Principi Scrum (Credit Scrum Alliance Professional) Ovviamente scritti così dicono e non dicono, per questo esistono i framework agili, cioè delle maniere di applicarle che consentono di trovare un ritmo e non andare ad occhio. Parliamo quindi di Scrum e iniziamo con i ruoli in gioco: non esiste il project manager (per chi si arriva dal lato prettamente tecnico è un hip hip hurrah!) A parte le facili battute questo aspetto ha fatto sì che Scrum mi colpisse da subito per il cambio di visuale. La parola d’ordine è co-creation, tutti devono dare il proprio contributo le idee possono arrivare da tutti, i ruoli sono meno rigidi. Un’ottica interessante a tal proposito è il push-pull; quando noi diamo da fare qualcosa a qualcuno e gli diciamo come farlo stiamo lavorando push cioè spingiamo verso il nostro in-
La parola d’ordine è co-creation, tutti devono dare il proprio contributo le idee possono arrivare da tutti, i ruoli sono meno rigidi.
terlocutore. Questo comporta che ci si focalizzi spesso sui piccoli problemi invece che pensare all’obiettivo del business, aumenta la competizione tra le persone e spesso gli individui cercano di fare il loro lavoro, per soddisfare la domanda che gli abbiamo posto quindi usando criteri minimi, facendo sì che la qualità ne perda aumentando così lo stress. Il principio pull è l’esatto opposto, si propone una problematica e si fa sì che la gente proponga una soluzione, le persone sono più motivate, si sentono parte di qualcosa e, soprattutto, si focalizzano sull’obiettivo così mettono il meglio di loro, non il minimo.
ra del project manager che è stata divisa in due figure ben distinte. La prima di cui voglio parlare è lo Scrum Master; la sua definizione spiccia è quella di “leader servente”. È una specie di garante che presenzia a tutti i rituali (che vedremo) di Scrum, fa da ponte tra il team e le altre entità, monitorare gli andamenti e si accerta che il team non venga mai disturbato e sia messo in condizioni di dare il meglio; è a disposizione del team e un coach, come un allenatore. Altra funzione fondamentale è quella di rimuovere gli impedimenti, cioè facilitare (appunto) il lavoro del tema rimuovendo gli ostacoli, incomprensioni comprese. Sempre come costola del Project Manager, è il Product Owner. Si interfaccia con il cliente (stakeholder in generale) e ne raccoglie le esigenze, è un po’ se vogliamo “l’avvocato del cliente” o il portavoce nel team delle esigenze del committente. Il suo compito è quello di massimizzare il valore di quanto prodotto per il cliente.
Scrum, il lavoro in “mischia” Vediamo quindi come si organizza il lavoro, Scrum divide le figure in tre: innanzitutto il team di sviluppo cioè colui che esegue il lavoro; deve avere tutte le competenze necessarie per poter svolgere le proprie funzioni. Deve essere una squadra affiatata ed efficiente, il numero di persone consigliato è di 7 +/- 2. Anche team più piccoli possono andare bene, a patto che le competenze siano coperte, l’importante è che assolutamente non possono essere più grossi di così: questo per il semplice fatto che la comunicazione è fondamentale e cardine, tutti devono essere al corrente delle cose e più si è, più i canali di comunicazione si moltiplicano e il nostro cervello ha dei limiti fisici, e già con 9 sono (N * (N - 1)) / 2 quindi 36: già se abbiamo 15 persone abbiamo già 105 canali che sono impossibili di mantenere. Se si è in troppi si finisce per ignorare alcune informazioni a favore di altre, di perdere pezzi in giro magari nel momento in cui ne avevamo bisogno. A fianco del team abbiamo altre due figure che derivano (detto in maniera semplice) dalla figu-
Fig.2 I ruoli nello Scrum (credit Scrum Alliance) Vediamo adesso come è ritmato il lavoro, Scrum infatti è un framework ben cadenzato che prescrive una serie di eventi, che spesso prendono il nome di cerimonie. Si inizia suddividendo il tempo in slot temporali chiamati sprint, possono essere lunghi da una a quattro settimane a seconda delle esigenze; in AUTOMATION TECHNOLOGY
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ogni uno di questi sprint avvengono dei riti chiamati eventi che si ripetono ad ogni ciclo. Viene creata una lista di cose da fare detto backlog, è una coda di elementi che il PO discute con il cliente e che viene ordinata secondo le priorità. Durante ogni sprint vengono selezionati da questa lista una serie di elementi che si decide verranno fatti nello sprint successivo. Questi elementi sono sempre più dettagliati man mano che si va dal basso verso l’alto di questa lista, ad ogni iterazione bisogna tenerli aggiornati ed occorre aggiungere dei dettagli. Come abbiamo detto un cardine è la comunicazione, per questo ogni giorno lo scrum master fa una riunione di pochi minuti, con presente tutto il team. Ogni membro dice a che punto è, cosa farà e se ha trovato difficoltà o ci sono cose da chiarire. Lo scopo non è di discutere di come sistemarlo, ma di sincronizzare gli altri ed eventualmente chiedere aiuto; è qui che lo scrum master si prende in carico eventuali impedimenti. Questo incontro deve durare pochi minuti e di solito si tiene davanti ad una board dove sono presenti i task da fare; questa board è divisa in tre colonne, da fare, in lavorazione e fatto, serve per avere a colpo d’occhio lo stato di avanzamento. Durante lo sprint avvengono anche altri “riti” come la rifinitura del backlog dove product owner, scrum master ma anche il team elaborano i task per il futuro migliorandone il dettaglio. Importantissimo è che verso la fine devono avvenire due cose: la prima è che venga prodotto un incremento di valore per l’utente, una feature un modulo, qualcosa che il cliente possa usare da subito. Per avere feedback immediato a fine sprint avviene un evento chiamato review in cui tutti, stakeholder compresi, si trovano per visionare quello che è stato fatto; è qui che avviene il feedback e dove si vede se si sta andando nella direzione giusta. Ma non basta aver dato al cliente qualcosa di valore, ad ogni sprint bisogna migliorare il prodotto sì ma anche se stessi e i propri processi. Per questo un altro evento fondamentale è la retrospettiva: ci si trova tutti, team, scrum master e product owner per discutere cosa si può fare meglio, cosa migliorare così da avere un doppio feedback sia dal cliente che dal processo in sé. Differentemente da un processo classico si
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intuisce che dando un incremento costante al cliente, si finisce per convergere verso la soluzione ottimale però essendo incrementale, la domanda è come pianificare. Assumendo che ogni task abbia una stima e sapendo mediamente quanti task (e quanto grossi sono) il team può fare in uno sprint, si può fare una proiezione e calcolare una forbice di caso migliore / peggiore. Chiaramente per poter fare stime c’è la necessità di avere dello storico alle spalle, per questo si dice spesso che per adottare scrum, serve un percorso a volte di anni, non si può concretizzare in poco tempo. Un’altra astuzia sta nel dimensionare il peso delle cose da fare, non in ore; bisogna ricordarsi che è un processo creativo, non si può conteggiare il tempo come se fossimo in fabbrica. Si dà spesso un numero senza unità di misura così da poter distinguere task grossi da task piccoli, ma mai dandogli un tempo preciso, se no ricadiamo nell’errore originario cioè cercare di far diventare deterministico un processo empirico. Da dove iniziare È quindi Agile - e Scrum in particolare - una rivoluzione? No, è una presa di coscienza! Una frase che mi ha colpito molto nello studio del materiale di uno dei creatori di Scrum (Sutherland) è la frase “Non bisogna pianificare la fantasia”. Per anni ho visto i diagrammi di Gantt, redatti a inizio progetto pensando che quella fosse la pianificazione corretta; non tutti sanno che è uno strumento pensato per l’approvvigionamento delle truppe durante la prima guerra mondiale. La domanda successiva è quindi, da dove inizio? Il consiglio è quello prima di tutto cercare di capire da dove si sta partendo, Scrum è collaborativo, se non si è tutti d’accordo è difficile da applicare; quindi la prima cosa è quella di trovare un team che voglia il cambiamento. Bisogna poi tranquillizzare le persone, perché in un assetto classico avremo vari manager che vedranno cambiato il loro potere e questo è un aspetto spesso complicato; vi ricordo che il project manager che si siede a fianco delle persone per interrogarle, e fare micro management non esiste più. I team leader diventano scrum master e gestiscono tutti i riti e i ritmi di scrum. I
project manager diventano product owner e a loro volta i team devono diventare interfunzionali e autogestiti e responsabili del proprio outcome. Il consiglio è quello di iniziare con del materiale, iscriversi ad un corso qualificato e se si vuole, farlo da soli per prendere confidenza. Poi ci sono tanti enti che fanno coaching e che possono accompagnarvi, ma questo è un secondo step. Ricordatevi sempre che Scrum è facile da capire ma difficile da applicare quindi non perdetevi d’animo; il cambiamento deve essere voluto prima di tutto!
Keyword: Project Management, Agile, Scrum, Product Owner, Scrum Master, Lean, Kanban, Extreme Programming, Gantt, Mockup, MVP
*Alessandro Cappellozza, IoT Engineer
AGILE AND SCRUM, THE PERSPECTIVES OF MODERN DESIGN In recent years, companies have had to deal with demands for lean production, turbulent and aggressive markets, rapid technological innovations and new models of governance. All this has led to profound changes in the design domain, for which traditional approaches and methods are often inadequate. To help companies and designers to manage increasingly complex projects, advanced Project Management techniques have been introduced: Agile and Scrum. We try to understand more in this article. by Alessandro Cappellozza* I guess you’ve found yourselves, or heard about, projects that never end or fail to meet the client’s expectations. In a world so dynamic and at the same time so distracted, it is easy to load a requirement or even the whole project with expectations, especially in the IT field: the agile movement tries to reverse this trend. Since the last industrial revolution we have been lulled into the illusion that by planning the work as a whole in step and having a precise set of specifications, we can draw a nice Gantt diagram and respect it: you know very well that in computer science, now master of every aspect, in a world in whirling evolution, the classic cascade method simply does not work; too long times, now that you finish the product or a phase, it is already old or the customer has changed the specifications. Even worse, computer science is rather impalpable and very subjective, everyone’s expectations vary a lot and often even a good specification is not enough. What is meant by “Agile Agile is not a method, it’s a set of principles. In the early 2000s a group of experts outlined a set of four key principles and twelve statements to follow, not only to give more value to their work, but to (finally) succeed in lowering the risk and make both you and the client happy. As you can imagine, this is not a magic formula but a radical change of perspective for everyone.
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I would start by explaining why we don’t talk about method: we have to think of the Agile as an intellectual scaffolding within which the work is done, it doesn’t tell you how to do it but what rhythm and spirit to give it; within this scaffolding (framework) you can use the method that suits you best. It is like imagining the work as a river, the framework are the embankments and the water your work. Project management with Scrum The context in which they are inserted is very clear; they are born in the IT field, because more than in other contexts here there is uncertainty; Scrum (by far the most widespread version of the Agile framework) works in empirical systems where you know how long it takes to do things only after you have done them. Generally we tend to divide the processes into three families, the deterministic ones where you know how long it takes to do a certain job. The statistical ones where you measure yourself with a certain degree of uncertainty but you can calculate it. Finally we have the empirical ones that are typical of creative processes in which it is complex to determine a time to perform a task never done before, and it is here that it has its maximum usefulness. To explain how it works, we often use an example of a team that is asked by a client, a means to get to work. A classic system would immediately think of a means that has already been used in the past, in this case it could be a machine. Then start designing the engine, chassis, bodywork and interior. The customer will only be involved in mockups and intermediate stages, will plan with a nice Gantt diagram and will end up with a vehicle. At the end of this process I have the same chance whether it goes well or not for the customer, the uncertainty is huge and this is because the customer has never seen the complete product before. Who hasn’t heard the customer’s “but I thought” phrase before? We are in a field where the risk is high, the machine can make the customer happy but perhaps far beyond his needs making the project unnecessarily expensive. The iterative method, on the other hand, is based on a different principle, it is based on a principle known in the Lean Manufacturing environment called MVP, i.e. Minimum Operating Product;
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it is the minimum that can be done to meet the customer’s needs. In this specific case we could think that the team first of all proposes a skateboard, it does its duty but it is uncomfortable, it makes you sweat and you have to have balance. We then think of an increase, a scooter: better but we are not there yet. Then you take another step forward and propose a bike, maybe it will go better than before but still forces a physical effort. Putting an engine to the scooter we get a scooter, half immune to traffic costs much less than the car and consumes less. The principles One of the key principles of the Scrum is precisely interactivity and incrementality; a fixed time period of one to four weeks is established and at each end of the period a value must be provided to the customer. In this way the customer is involved, gives you immediate feedback, sees the idea grow step by step and the possibility of giving him something he did not want becomes much lower; Scrum’s intention is to minimize the risk. There are different declinations “Agile” that prefer one aspect rather than another, there is Scrum, Kanban, Extreme Programming but the first is the one that currently represents almost 80% of the market and then in the end is the one I chose. As said before Scrum is a way to apply the principles of the Agile Manifesto, to be specific these are the principles and how I interpret them. Individuals and interactions more than processes and tools: putting in front of the rigidity of tools and processes the communication between people inside and outside the company. We need transparency, we must try to bring out the problems and not sweep them under the carpet, all the obstacles must be evident to everyone in order to overcome them. The software works more than the exhaustive documentation: strictly linking them to the procedures and documenting something that is not complete or even wrong is detrimental to the project. Collaboration with the client more than contract negotiation: if there is no trust between the person doing the work and the person commissioning it, there will never be a satisfactory product for either party; you have to share with the client, the vision of the product. Determining what to
put on the contract and “defend” yourself against the client should not be the pivot of the contract; there are contracts that provide for this type of interaction but if our main concern is the legal one, there is something wrong. Responding to change rather than following a plan: making a good Gantt digression and trying to follow it is not a solution, but a source of problems; you have to be flexible to the demands of the person commissioning the work. You have to embrace change at any time and at any level, follow the needs of the client; in a word, you have to have the courage to start creating and looking for a solution without having all the elements in hand, even without many specifications. Obviously, that’s what they say and don’t say, that’s why there are agile frameworks, that is, ways to apply them that allow you to find a rhythm and not go by eye. So let’s talk about Scrum and start with the roles at stake: there’s no project manager (for those who come from the purely technical side it’s a hip hip hurrah!) Apart from the easy jokes this aspect made Scrum hit me right away for the change of view. The watchword is co-creation, everyone has to contribute ideas can come from everyone, the roles are less rigid. An interesting point of view in this regard is the push-pull; when we give someone something to do and tell them how to do it we are working push, that is, we push towards our interlocutor. This means that we often focus on small problems instead of thinking about the objective of the business, it increases the competition between people and often individuals try to do their job, to meet the demand we have set them then using minimum criteria, so that the quality loses and the stress increases. The pull principle is the exact opposite, you propose a problem and make people propose a solution, people are more motivated, they feel part of something and, above all, they focus on the goal so they put the best of them, not the least. Scrum, the “melee” job... So let’s see how the work is organized, Scrum divides the figures into three: first of all the development team, that is, the one who carries out the work; it must have all the necessary skills
to be able to perform its functions. It must be a close-knit and efficient team, the recommended number of people is 7 +/- 2. Even smaller teams can be fine, as long as the skills are covered, the important thing is that they absolutely can not be bigger than that: this is for the simple fact that communication is fundamental and pivotal, everyone must be aware of things and the more you are, the more channels of communication multiply and our brain has physical limits, and already with 9 are (N * (N - 1)) / 2 then 36: already if we have 15 people we already have 105 channels that are impossible to maintain. If you are in too many you end up ignoring some information in favor of others, losing pieces around maybe when we needed them. Next to the team we have two other figures that derive (in a simple way) from the figure of the project manager who has been divided into two very distinct figures. The first one I want to talk about is the Scrum Master; his definition stands out as “serving leader”. It is a kind of guarantor who attends all the rituals (that we will see) of Scrum, acts as a bridge between the team and the other entities, monitors trends and ensures that the team is never disturbed and is put in a position to give the best; it is available to the team and a coach, like a coach. Another fundamental function is to remove obstacles, i.e. to facilitate (precisely) the work of the theme by removing obstacles, including misunderstandings. Always as the rib of the Project Manager, is the Product Owner. He interfaces with the client (stakeholders in general) and collects their needs, it’s a bit if we want “the client’s lawyer” or the spokesman in the team of the client’s needs. His task is to maximize the value of what is produced for the client. Let’s see now how the work is rhythmic, Scrum is in fact a well cadenced framework that prescribes a series of events, often called ceremonies. It starts by dividing the time into time slots called sprints, they can be from one to four weeks long depending on the needs; in each one of these sprints there are rituals called events that are repeated at each cycle. A list of things to do called backlog is created, it is a queue of items that the PO discusses with the customer and is sorted according to priorities. During each sprint a series
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of items are selected from this list that you decide will be done in the next sprint. These items are more and more detailed as you go from the bottom to the top of this list, with each iteration you have to keep them updated and add details. As we’ve said, communication is the cornerstone, that’s why every day the scrum master makes a meeting of a few minutes, with the whole team present. Each member says where he is, what he will do and if he has found difficulties or there are things to clarify. The purpose is not to discuss how to fix it, but to synchronize the others and eventually ask for help; this is where the scrum master takes care of any impediments. This meeting must last a few minutes and usually takes place in front of a board where there are tasks to be done; this board is divided into three columns, to be done, in progress and done, serves to have an overview of the progress. During the sprint there are also other “rituals” such as the finishing of the backlog where product owner, scrum master but also the team work out the tasks for the future improving the detail. Very important is that towards the end two things have to happen: the first is that an increase in value for the user is produced, a feature a module, something that the customer can use immediately. To get immediate feedback at the end of the sprint there is an event called review where everyone, including stakeholders, is there to see what has been done; this is where the feedback takes place and where you can see if you are going in the right direction. But it’s not enough to have given the client something of value, with each sprint you have to improve the product but also yourself and your processes. That’s why another key event is the retrospective: everyone is there, team, scrum master and product owner to discuss what you can do better, what you can improve so you get double feedback from both the customer and the process itself. Differently from a classic process you can understand that by giving a constant increase to the customer, you end up converging towards the optimal solution but being incremental, the question is how to plan. Assuming that each task has an estimate and knowing on average how many tasks (and how big they are) the team can do in a sprint, you can make a projection and cal-
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culate a better / worse case spread. Clearly in order to make estimates there is a need to have a historian behind you, that’s why it is often said that to adopt scrum, you need a path sometimes of years, you can not materialize in a short time. Another cunning lies in sizing the weight of things to do, not in hours; one must remember that it is a creative process, one cannot count time as if we were in a factory. We often give a number without units of measurement so that we can distinguish big tasks from small tasks, but never giving it a precise time, otherwise we fall back into the original error, that is, trying to make an empirical process become deterministic. Where to start So is Agile - and Scrum in particular - a revolution? No, it’s an awareness! One phrase that struck me very much in the study of the material of one of the creators of Scrum (Sutherland) is the phrase “You don’t have to plan your fantasy”. For years I’ve seen Gantt’s diagrams, drawn up at the beginning of the project thinking that that was the correct planning; not everyone knows that it was a tool designed to supply troops during World War I. So the next question is, where do I start? The advice is to first try to understand where you’re starting from, Scrum is collaborative, if you don’t all agree it’s difficult to apply; so the first thing is to find a team that wants change. Then you have to reassure people, because in a classic setup we will have several managers who will see their power changed and this is often complicated, I remind you that the project manager who sits next to people to question them, and do micro management no longer exists. Team leaders become scrum masters and manage all the rituals and rhythms of scrum. Project managers become product owners and in turn teams must become cross-functional and self-managed and responsible for their own outcome. The advice is to start with some material, sign up for a qualified course and if you want, do it yourself to get familiar with it. Then there are many coaching organisations that can accompany you, but this is a second step. Always remember that Scrum is easy to understand but difficult to apply so don’t lose heart; change must be wanted first!
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SICUREZZA/SAFETY
LA PROGETTAZIONE DEI SISTEMI DI SICUREZZA STRUMENTATI
I principi fondamentali per la progettazione dei sistemi strumentali di sicurezza (SIS) secondo la normativa IEC 61511 rappresentano la base teorica per manager e ingegneri che vogliono comprendere gli aspetti fondamentali della sicurezza funzionale e del ciclo di vita di sicurezza e i metodi di valutazione SIL nell’ambito della progettazione. Davide Enrico Arnoldi* SIL – Safety Intergrity Level: un acronimo oramai riconosciuto a livello internazionale, che riporta immediatamente all’ambito della Sicurezza funzionale. Ambiente conosciuto a livello mondiale e adottato dai più grandi EPC con-
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tractor ed End Users, comporta definizioni, studi, analisi e verifiche sia in fase di Ingegneria che in fase di commissioning e plant operation, in vari aspetti quali in Automotive, Freni di emergenza dei treni, Macchine e ovviamente anche nei Processi Industriali. La Sicurezza Funzionale, in generale, è definita dalla “madre” di tutti gli standard che ne sono derivati ovvero la IEC 61508, e dove alla parte 4 definizione 3.1.9: “Parte della sicurezza globale relativa ai dispositivi sotto controllo e al sistema di controllo di questi, che dipende dal corretto funzionamento dei sistemi di sicurezza Elettrici, Elettronici ed Elettronici Programmabili, altri sistemi di sicurezza di diversa tecnologia e a servizi esterni di riduzione del rischio”. Quindi, in ambito di Sicurezza Funzionale, nella parte di controllo di qualsiasi Processo rezza adatti. L’IEC 61511 è, infatti, lo standard che risulta essere l’implementazione dell’IEC 61508 per l’Industria di Processo, ed è oramai adottato in tutto il mondo dai più importanti EPC’s ed End Users.
Figura 5 – Fasi del ciclo di vita in sicurezza di un SIS e stadi di valutazione della sicurezza funzionale secondo la Norma CEI EN 61511
L’organizzazione europea di normalizzazione CENELEC, ha normalizzato tale standard e quindi è anche conosciuto come EN 61511, facendo in modo che per tutte le nazioni europee, sia applicabile come standard internazionale. È importante sapere che in esso si specificano i requisiti per raggiungere la sicurezza funzionale, ma non specifica chi è il responsabile dell’attuazione dei requisiti stessi (ad es. progettisti, fornitori, proprietario/società operativa, appaltatore). Questa responsabilità sarà assegnata a diversi parti secondo la pianificazione della sicurezza, la pianificazione e la gestione del progetto e regolamenti nazionali. Esplorando l’aspetto tecnico dello standard, è necessaria una definizione per il Sistema di Sicurezza Strumentato, oggetto della nostra progettazione con lo scopo di garantire la sicurezza agli impianti.
[Fig.1] Fasi del ciclo di vita in sicurezza di un SIS e stadi di valutazione della sicurezza funzionale secondo la Norma CEI EN 61511 La IEC 61511 è titolata “Sicurezza Funzionale: Sistemi di Sicurezza Strumentati (SIS) per l’Industria di processo”, si rivolge ai sistemi composti da strumentazione ed è indirizzata ai progettisti SIS, agli integratori dei sistemi ed End Users. Gli stessi SIS saranno progettati utilizzando strumenti conformi allo standard IEC61508 dedicato ai progettisti e produttori dei dispositivi di sicurezza elettrici, elettronici ed elettronici programmabili (E/E/PE). IEC61511 affronta tutte le fasi del ciclo di vita della sicurezza SIS, dal concetto iniziale, progettazione, implementazione, funzionamento e manutenzione fino alla sua disattivazione.
Un SIS è composto da qualsiasi combinazione di sensori, risolutore logico ed elementi finali. Comprende anche elementi per la comunicazione e le apparecchiature ausiliarie (ad esempio cavi, tubi, alimentazione, linee di impulso, tracciamento del calore).
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[Fig.2 Struttura SIS] Ovviamente considerando dispositivi elettronici programmabili, nella progettazione del SIS deve essere compresa anche la programmazione software (definita come Application Program secondo IEC61511 rev 2016). Se trasliamo il concetto di Sicurezza Funzionale ad un sistema SIS, possiamo dedurre che un Sistema di Sicurezza Strumentato è funzionalmente sicuro al 100%, se tutti i guasti non provocano malfunzionamenti del sistema di sicurezza e non danno origine conseguenze quali lesioni o morte di esseri umani, sversamento di sostanze nell’ambiente o perdita di attrezzature o di produzione. Il SIS è quindi il contenitore di tutti i “loop di sicurezza” come definiti sopra, da sensore ad elemento finale, che prende il nome di Funzione di Sicurezza Strumentata (SIF) e dove il SIS è utilizzato per implementare uno o più SIF. La particolarità della SIF è che va a riferirsi ad una singola funzione da controllare, come ad esempio un trip ad alta o a bassa pressione (situazioni pericolose), evitando eventi pericolosi e guidando il processo verso uno stato di sicurezza. Lo standard IEC 61511 nasce proprio con l’intento di definire i rischi e progettare le SIF con affidabilità richiesta per ridurre ogni probabilità di evento pericoloso. Seguendo il ciclo di vita dello standard si parte con la valutazione dei rischi e pericoli (H&RA) (clausola 8) con l’obiettivo generale di stabilire la necessità di funzioni di sicurezza e le relative misure di fallimento per garantire un processo sicuro. Lo
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standard consiglia di intraprendere un H&RA finale una volta che i piping and instrumentation diagram (P&ID) siano stati finalizzati. Questa analisi finale generalmente utilizza un approccio formale e completo, procedura documentata come studio di pericolosità e operabilità (HAZOP vedere IEC 61882:2003). Allo step successivo (clausola 9) del ciclo di vita della IEC61511, risulta di fondamentale importanza considerare i livelli di protezione già esistenti e quanta riduzione di rischio possono fornire. Se è necessario uno strato di protezione SIS, sarà necessaria una determinazione del livello di SIL di ciascun SIF assegnato al SIS. Il livello di SIL corrisponde alla riduzione del rischio richiesta, che viene determinata confrontando il rischio di processo senza il SIS con il rischio tollerabile (attività nota anche come “studio SIL”, SIL analisi” ecc). Questo può essere determinato su a base quantitativa o qualitativa utilizzando le tecniche della IEC 61511-3: (ad esempio Risk Graph- LOPA ecc). Lo sviluppo della SRS (clausola 10) per un SIS è una delle attività più importanti dell’intero ciclo di vita della sicurezza. Attraverso questa specifica che l’utente è in grado di definire come vuole ogni SIF da progettare e integrare in un SIS ed è di vitale importanza poiché la convalida finale del SIS viene effettuata utilizzando questa specifica. L’obiettivo delle clausole 11 e 12, è di fornire indicazioni per la progettazione del SIS. Arrivati a questa attività, ogni SIF avrà assegnato il proprio SIL. È importante notare che in questa fase di verifica (detta comunemente “Verifica SIL”) viene calcolata l’affidabilità delle SIF e verificati altri vincoli di architettura e capacità sistematica. Tutta questa attività può dirsi come la trasposizione della riduzione rischi dall’ingegneria all’impianto reale. Queste rappresentano le prime fasi per l’applicazione della IEC 61511 dedicate alla fase di ingegneria. Keywords: SIL, SIF, SIS, EPC, Safety, IEC 61511, P&ID, H&RA, SRS, Risk Graph- LOPA, Hazop Verifica SIL, Valutazione Rischi
THE DESIGN OF INSTRUMENTED SAFETY SYSTEMS The basic principles for the design of safety instrumentation systems (SIS) according to IEC 61511 provide the theoretical basis for managers and engineers who want to understand the fundamental aspects of functional safety and the safety lifecycle and SIL assessment methods in the context of design. Davide Enrico Arnoldi* SIL - Safety Intergrity Level: an internationally recognized acronym that immediately brings you back to the field of functional safety. Environment known worldwide and adopted by the largest EPC contractors and End Users, involves definitions, studies, analysis and testing both in Engineering and in commissioning and plant operation, in various aspects such as Automotive, Train Emergency Brakes, Machinery and of course also in Industrial Processes. Functional Safety, in general, is defined by the “mother” of all the resulting standards, i.e. IEC 61508, and where in part 4 definition 3.1.9: “Part of the global safety related to the devices under control and their control system, which depends on the proper functioning of Electronic, Electronic and Programmable Electronic safety systems, other safety systems of different technology and external risk reduction services”. Therefore, in the area of Functional Safety, in the control part of any suitable Processes. IEC 61511 is, in fact, the standard that is the implementation of IEC 61508 for the Process Industry, and is now adopted worldwide by the most important EPC’s and End Users. IEC 61511 is titled “Functional Safety: Instrumented Safety Systems (SIS) for the Process Industry”, is addressed to instrumentation systems and is addressed to SIS designers, system integrators and End Users. The same SIS will be designed using instruments conforming to the IEC61508 standard dedicated to designers
and manufacturers of electrical, electronic and programmable electronic safety devices (E/E/ PE). IEC61511 addresses all phases of the SIS safety lifecycle, from the initial concept, design, implementation, operation and maintenance to its deactivation. The European standardisation organisation CENELEC, has standardised this standard and is therefore also known as EN 61511, making it applicable as an international standard for all European countries. It is important to know that it specifies the requirements to achieve functional safety, but does not specify who is responsible for implementing the requirements (e.g. designers, suppliers, owner/operating company, contractor). This responsibility will be assigned to different parties according to safety planning, project planning and management and national regulations. Exploring the technical aspect of the standard, a definition for the Instrumented Safety System, which is the subject of our design with the aim of ensuring safety, is required. to the implants. A SIS consists of any combination of sensors, logic solver and final elements. It also includes elements for communication and auxiliary equipment (e.g. cables, pipes, power supply, pulse lines, heat tracking). Obviously considering programmable electronic devices, the SIS design must also include software programming (defined as Application Program according to IEC61511 rev 2016). If we transfer the concept of Functional Safety to a SIS system, we can deduce that an Instrumented Safety System is 100% functionally safe, if all failures do not cause malfunctions of the safety system and do not give rise to consequences such as injury or death of human beings, spillage of substances into the environment or loss of equipment or production. The SIS is therefore the container of all “safety loops” as defined above, from sensor to final element, which is called Instrumented Safety Function (SIF) and where the SIS is used to implement one or more SIFs.
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The peculiarity of SIF is that it refers to a single function to be controlled, such as a high or low pressure trip (dangerous situations), avoiding dangerous events and guiding the process towards a safe state. The IEC 61511 standard was born with the intent to define the risks and design the BIPs with the reliability required to reduce any probability of a dangerous event. Following the life cycle of the standard starts with the risk and hazard assessment (H&RA) (clause 8) with the overall objective of establishing the need for safety functions and related failure measures to ensure a safe process. The standard recommends undertaking a final H&RA once the piping and instrumentation diagram (P&ID) has been finalised. This final analysis generally uses a formal and comprehensive approach, documented procedure as a hazard and operability study (HAZOP - see IEC 61882:2003). In the next step (clause 9) of the IEC61511 life cycle, it is of paramount importance to consider the already existing protection levels and how much risk reduction they can provide. If a SIS protection layer is required, a determination of the SIL level of each SIF assigned to the SIS will be required. The SIL level corresponds to the required risk reduction, which is determined by comparing the process risk without the SIS with the tolerable risk (activity also known as “SIL study”, SIL analysis” etc.). This can be determined on a quantitative or qualitative basis using the techniques of IEC 61511-3: (e.g. Risk Graph- LOPA etc.). The development of SRS (clause 10) for a SIS is one of the most important activities of the entire safety lifecycle. Through this specification the user is able to define how he wants each SIF to be designed and integrated into a SIS and it is vital because the final validation of the SIS is carried out using this specification. The purpose of clauses 11 and 12 is to provide guidance for the design of the SIS. Once this has been done, each PIL will have assigned its own SIL. It is important to note that in this verification phase (commonly referred to as ‘SIL Verification’) the reliability of the PILs is calculated and other constraints of architecture and
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systematic capability are verified. All this activity can be described as the transposition of risk reduction from engineering to the actual plant. These represent the first steps for the application of IEC 61511 dedicated to the engineering phase. Keywords: SIL, SIF, SIS, EPC, Safety, IEC 61511, P&ID, H&RA, SRS, Risk Graph- LOPA, Hazop SIL Verification, Risk Assessment
*Davide Enrico Arnoldi, Mynd Services
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SICUREZZA/SAFETY
SICUREZZA INDUSTRIALE, UN MERCATO DA OLTRE 3 MILIARDI DI DOLLARI
Gli stringenti requisiti per i settori Energia e Oil & Gas, gli obblighi normativi, l’accelerazione tecnologica sono i principali fattori che alimentano il mercato globale della sicurezza industriale, previsto in crescita nei prossimi 5 anni. A cura di G.M. International Secondo un recente rapporto firmato Zion Market Research, il mercato globale della sicurezza industriale pari a 3,04 miliardi di dollari nel 2018, dovrebbe raggiungere i 5,41 miliardi di dollari entro il 2025, con un tasso annuo di crescita composto (CAGR) dell’8,6% nel periodo 2019-2025. L’attuazione alle misure di sicurezza da parte 54
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di numerosi governi è un fattore chiave a sostegno di questo mercato, solo in parte frenato dalla necessità di ingenti investimenti iniziali necessari. Al contrario, la crescente accettazione delle norme di sicurezza sul lavoro, in particolare nei Paesi in via di sviluppo, sta aprendo nuove opportunità di crescita per i principali attori del mercato quali ABB, Balluff, Emerson, Euchner, Fortress Interlocks, GE, Harting, Hima, Honeywell, Johnson Controls, Omron, Pepperl+Fuchs, Proserv Rockwell Automation, Schneider Electric, Siemens, Turck Yokogawa. Il rapporto ha preso in considerazione 5 categorie di sistemi: sistemi di gestione dei bruciatori (BMS, Burner Management System), sistemi di monitoraggio e controllo degli incendi e dei gas (Fire&Gas), sistemi di protezione della pressione ad alta integrità (HIPPS, High Integrity Pressure Protection System), controllo di turbomacchine (TMC, Turbo Machinery Control) e sistemi di arresto di emergenza (ESD, Emergency Shutdown System).
Sul versante dei prodotti e dei componenti sono stati analizzate 7 tipologie: sensori di sicurezza, dispositivi di emergenza, relè/moduli/controllori di sicurezza, sistemi programmabili di sicurezza, valvole di sicurezza, interruttori di sicurezza, altri dispositivi accessori. I sistemi di arresto di emergenza e i sistemi di sicurezza programmabili (PLC certificati IEC 61508 con diagnostica e ridondanza rafforzate) sono i segmenti stimati in più rapida crescita con una quota molto significativa anche nel 2018. Industria di sbocco, energia in primo piano Per quanto riguarda l’industria di sbocco sono stati esaminati i settori trainanti quali Oil&Gas, Food&Beverage, acqua e acque reflue, prodotti farmaceutici, produzione di energia, prodotti chimici, attività minerarie e altri. Il comparto della produzione di energia elettrica ha dominato nel 2018 il mercato globale della sicurezza industriale. Del resto gli impianti di produzione di energia elettrica sono strategici per le economie nazionali e comportano elevati rischi per le vite umane e per l’ambiente. Sistemi e prodotti per la gestione dei bruciatori, il monitoraggio di incendi e gas e i sistemi di arresto di emergenza sono ampiamente utilizzati nelle centrali elettriche per monitorare situazioni critiche e garantire sequenze operative sicure durante la gestione, gli avviamenti e gli arresti di impianto.
Aree geografiche Nel 2018 l’Europa è stata l’area con maggiore diffusione di sistemi di sicurezza industriale. Questo primato può essere attribuito ai rigorosi standard normativi e alle direttive di attuate dai governi di tutta l’area. Anche il Nord America si è confermato un mercato maturo, in quanto i sistemi e i prodotti di sicurezza industriale sono ampiamente utilizzati e l’installazione di sistemi di sicurezza avanzati è resa obbligatoria dai regolamenti governativi. La regione Asia-Pacifico dovrebbe registrare il più rapido tasso di crescita nei prossimi anni, anche sulla spinta della crescente urbanizzazione e industrializzazione, in particolare nelle economie emergenti di India e Cina che già sono produttori e consumatori primari di tecnologie di sicurezza. Per l’America Latina e il Medio Oriente e l’Africa il rapporto prevede una crescita più moderata. I governi di Brasile, Argentina, Sudafrica e Emirati Arabi Uniti stanno comunque promuovendo l’uso pervasivo delle tecnologie safety in diversi settori industriali. Keywords: Mercato, BMS, HIPPS, TMC, ESD, Zion Market Research, IEC 61508, Sicurezza Industriale
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INDUSTRIAL SAFETY: A MARKET WORTH OVER 3 BILLION DOLLARS By G.M. International The stringent requirements for the Energy and Oil & Gas sectors, regulatory obligations and technological acceleration are the main factors affecting the global industrial safety market, which is expected to grow over the next 5 years. According to a recent report by Zion Market Research, the global industrial safety market is expected to rise from $ 3.04 billion in 2018 to reach $ 5.41 billion by 2025, with a compound annual growth rate (CAGR) of 8.6% in the period 2019-2025. The implementation of safety measures by many governments is a key factor in boosting this market, and is only partially hampered by the need for substantial upfront investments. In contrast, the growing acceptance of workplace safety regulations, particularly in developing countries, is opening up new growth opportunities for the main market players such as ABB, Balluff, Emerson, Euchner, Fortress Interlocks, GE, Harting, Hima, Honeywell, Johnson Controls, Omron, Pepperl+Fuchs, Proserv Rockwell Automation, Schneider Electric, Siemens, and Turck Yokogawa. The report took into consideration 5 types of system: Burner Management Systems (BMS), Fire & Gas Monitoring and Control systems, High Integrity Pressure Protection Systems (HIPPS), Turbo Machinery Control (TMC) and Emergency Shutdown (ESD) systems. In terms of products and components, 7 types were analyzed: safety sensors, emergency devices, safety relays/modules/controllers, programmable safety systems, safety valves, safety switches, and other accessory devices. Emergency shutdown systems and programmable safety systems (IEC 61508-certified PLCs with enhanced diagnostics and redundancy) are estimated to be the fastest-growing segments, with a highly significant share in 2018.
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Outlet industry, energy at the forefront As regards outlet industry, the report examined leading sectors such as Oil&Gas, Food&Beverage, water and wastewater, pharmaceutical products, energy production, chemicals, mining activities and others. The electricity-generation sector dominated the global industrial safety market in 2018. After all, electricity production plants are strategic for national economies and involve high risk to human life and to the environment. Systems and products for burner management, fire&gas monitoring and emergency shutdown systems are widely used in power plants to monitor critical situations and ensure safe operating sequences during plant activity, start-ups and shutdowns. Geographical areas In 2018, Europe was the area with the most widespread industrial safety systems. This market leadership can be attributed to the rigorous regulatory standards and to the directives implemented by governments throughout the area. North America has also become a mature market, as industrial safety systems and products are widely used and the installation of advanced safety systems is made mandatory by government regulations. The Asia-Pacific region looks set to record the fastest growth rate over the coming years, also due to the growth of urbanization and industrialization, particularly in the emerging economies of India and China, which are already producers and primary consumers of safety technologies. For Latin America, the Middle East and Africa, the report expects more moderate growth. The governments of Brazil, Argentina, South Africa and the United Arab Emirates are nonetheless promoting the widespread use of safety technologies in various industrial sectors.
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LA NORMATIVA TECNICA SUI TRASMETTITORI DI PROCESSO La progettazione, la realizzazione e l’esercizio della strumentazione di misura e controllo dei processi industriali richiede profonde conoscenze di tipo sistemistico. Un ruolo fondamentale lo riviste la normativa tecnica di supporto. Questa riflette infatti il carattere intersettoriale della strumentazione ed è conseguentemente molto vasta e articolata. Alessandro Brunelli
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La misurazione di variabili fisiche come pressione, temperatura, livello, portata, densità, ecc. sta diventando sempre più importante nella automazione industriale e di processo. Il passaggio alla cosiddetta “Industria 4.0, o ambiente di produzione intelligente (smart manufacturing), che deriva dalla crescente digitalizzazione dei sistemi e dall’ introduzione dell’Internet delle Cose (IoT) negli ambienti industriali, rende questo particolarmente importante. Ciò significa che è più che mai necessario definire con precisione cosa debba fare un trasmettitore di misura di processo (PMT: Process Measurement Transmitter) come un trasmettitore di pressione, portata, livello e temperatura, quali siano le condizioni in cui deve funzionare e quali siano le procedure standardizzate migliori e univoche per provarlo.
CEI SC 65B Il Sotto Comitato Italiano CEI SC 65B, che è lo specchio dell’analogo Sotto Comitato Internazionale IEC (International Electrotechnical Commission), si occupa della standardizzazione nel campo degli aspetti specifici dei dispositivi di misura e controllo (hardware e software) utilizzati per la conduzione dei processi industriali, quali dispositivi di misurazione, apparecchiature di analisi, valvole di regolazione, attuatori e posizionatori e controllori logici programmabili (PLC: Programmable Logic Controller), e questa standardizzazione copre aspetti quali definizione delle funzionalità, intercambiabilità e valutazione delle prestazioni. In particolare nell’ambito del CEI SC 65B, il Gruppo di Lavoro WG6 che si occupa di “Testing and evaluation performance” ovvero di elaborare metodi di valutazione delle prestazioni degli elementi del sistema e delle funzioni utilizzate nella misurazione e nel controllo dei processi industriali, ha promosso a livello internazionale nell’analogo Working Group WG6 dell’IEC SC 65B una nuova serie di norme riguardante la standardizzazione dei trasmetti misuratori di processo (PMT: Process Measurement Transmitters) dal titolo: “Reference conditions and procedures for testing
industrial and process measurement transmitters.” Si tratta di una norma relativa alle condizioni di riferimento ed alle procedure per la verifica delle caratteristiche dei trasmettitori industriali di processo. La struttura della norma è articolata su 5 Parti, ed è composta da una Parte 1 che è di carattere generale, ovvero comune per tutti i tipi di trasmettitori, la seconda parte è relativa ai trasmettitori di pressione, la terza ai trasmettitori di temperatura, la quarta ai trasmettitori di livello e infine la quinta riguarda i trasmettitori di portata. Grazie al grande lavoro del Team italiano di esperti del gruppo WG6 coadiuvato da esperti internazionali provenienti da vari Paesi tra cui Cina, Francia Germania, Giappone, Stati Uniti e Svizzera, sono già state emesse le prime tre Parti (Generale, Trasmettitori di Pressione e di Temperatura) come norme IEC con la numerazione rispettivamente IEC 62828-1 e IEC 62828-2 e IEC 62828-3 (pubblicata tra il 2017 e il 2018). Le ultime due Parti riguardanti i Trasmettitori di Livello e di Portata, sono invece in avanzato stadio di stesura e molto probabilmente saranno pubblicate già questo anno con la numerazione IEC 62828-4 e IEC 62828-5 e inoltre su suggerimento del Giappone è in fase di studio un New Item Proposal relativo ai Trasmettitori di Densità come ulteriore norma IEC 62828-6.
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Lo scopo delle norme Scopo del corpo normativo è quello di standardizzare il “linguaggio comune” sia dal punto di vista del produttore che dell’utilizzatore, che è il modo migliore per evitare incomprensioni ed errori, al fine ottenere quel corretto dialogo tra le parti e raggiungere i migliori obiettivi e risultati: La nuova serie IEC 62828 è all’avanguardia e mira ad essere utile e vantaggiosa per tutti gli attori in un mercato sempre più globale ed esigente. Per aiutare i produttori e gli utilizzatori, si è quindi deciso di rivedere, completare e riorganizzare le norme IEC pertinenti e di creare una serie più adatta, efficace e completa che fornisse sistematicamente tutte le specifiche e i test necessari per i diversi trasmettitori di misura industriali e di processo. La nuova serie sui trasmettitori di misura industriali e di processo risolve questi problemi e aggiunge valore per gli stakeholder, coprendo questi aspetti: • norme di riferimento applicabili • termini e definizioni specifici • configurazioni e architetture tipiche per i vari tipi di trasmettitori di misura • definizione degli aspetti hardware e software • interfacce (al processo, all’operatore e agli altri dispositivi di misurazione e controllo) • prescrizioni fisiche, meccaniche ed elettriche e relative prove; definizione chiara delle categorie di prova: prove di tipo, prove di accettazione e prove di routine • prestazioni (specifiche, prove e verifiche) • protezione ambientale, applicazione in aree pericolose, sicurezza funzionale, ecc. • struttura della documentazione tecnica che deveesserefornitaacorredodeltrasmettitore La norma IEC 62828-1 nel dettaglio Come predetto, la IEC 62828-1 è la norma generica che è articolata nei seguenti Articoli: 1. Scopo 2. Riferimenti normativi 3. Termini, definizioni e abbreviazioni 4. Descrizione generale del trasmettitore 5. Condizioni di riferimento di prova 6. Procedure generali per prove di tipo e routine 7. Rapporto di prova e documentazione tecnica
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Il tutto completato da Appendici informative da A a J riguardanti in generale i seguenti argomenti: A. Descrizione generale a blocchi funzionali del trasmettitore B. Elencazione dei test alle condizioni di riferimento C. Elencazione dei test alle variazioni delle condizioni di temperatura, umidità, ecc. D. Prove generiche sui blocchi funzionali dei trasmettitori E. Valutazione dell’incertezza di misura del trasmettitore F. Valutazione della fidatezza e affidabilità G. Prove specifiche per trasmettitori digitali H. Prove FAT, SAT e SIT (in Fabbrica, di Accettazione e di Integrazione in Sito) I. Prescrizioni relative alla redazione e presentazione della documentazione tecnica J. Determinazione dell’Errore Probabile Totale (TPE) L’Artico 3 della norma IEC 62828-1, relativo a termini, definizioni e abbreviazioni, è utilizzato per definire le proprietà del PMT, con raccomandazioni su cosa deve contenere una scheda tecnica. Ciò ha lo scopo di aiutare a parlare un “linguaggio comune” e di facilitare la comprensione delle specifiche dei prodotti da parte degli utilizzatori. Inoltre, sempre all’articolo 3 vengono riportati i termini relativi alle classiche definizioni concernenti la precisione di misura (accuracy) e ai nuovi concetti riguardanti l’incertezza di misura (measurement uncertainty), sempre più richiesti nei Sistemi di Gestione Qualità ISO 9001 (SGQ) e nei sistemi di Gestione Ambientali ISO 14001 (SGA) per garantire la riferibilità continua delle misure mediante il Sistema di Gestione della Misurazione ISO 10012 (SGM) che disciplina una periodica e corretta conferma metrologica della strumentazione di misura in esercizio. A tal proposito l’Appendice E fornisce una semplice metodologia operativa per passare dai concetti di precisione ed errore di misura, ai concetti di incertezza di misura in accordo alla Guida Internazionale ISO_GUM (Guide to expression the Uncertainty Measurement). Un’altra caratteristica interessante è definita nell’Articolo 7, che introduce il concetto di errore probabile totale TPE (Total Probable Error),
fornendo un orientamento su come valutare l’accuratezza complessiva di un PMT, cosicché in questo modo sarà più facile, soprattutto per gli utenti finali, confrontare i PMT di produttori diversi in modo che possano fare la scelta giusta in base alle loro esigenze misuristiche. Le norme specifiche successive IEC 62828-2 e IEC 62828-3 per i Trasmettitori di Pressione e Temperatura, pur ripercorrendo i 7 Articoli della norma generica IEC 62828-1, sono più snelle in quanto si riferiscono sempre agli omologhi Articoli della Parte 1, e presentando talvolta delle variazioni e/o semplificazioni di prova per esempio al punto 6.2.2 relativo alle prove di routine, la Parte 2 sui Trasmettitori di Pressione prevede un ciclo completo di misura in salita e discesa, mentre la Parte 3 sui trasmettitori di Temperatura prevede un semi-ciclo di misura in salita o in discesa data la mancanza di fenomeni di isteresi in questi ultimi. Classificazione delle proprietà dei trasmettitori Infine, c’è da sottolineare che nella Parte 4 e 5 allo studio (rispettivamente per Livelli e Portate), è stata introdotta la cosiddetta Classificazione delle proprietà dei trasmettitori (List Of Property: LOP) in accordo alla nuova serie di norme IEC 61987 emesse recentemente dall’IEC SC 65E, inerente: Elementi e struttura dei dati nella documentazione tecnica delle apparecchiature di processo con uscita analogica e digitale.
Tale serie IEC 61987 sta codificando le proprietà dei trasmettitori (per esempio: costruttore, modello, input, output, precisione, ecc.) mediante un codice alfanumerico costituto da 3 lettere maiuscole seguite da tre numeri) in accordo all’IEC_CDD (Component Data Dictionary) secondo le IEC 63160 e le ISO 13584, che sarà utile in special modo agli integratori e utilizzatori, dapprima nella scelta e selezione durante la progettazione, e successivamente nella gestione dei dati e delle informazioni durante l’esercizio delle apparecchiature di misura e controllo degli impianti industriali. Ovviamente nella futura revisione delle Parti 2 e 3 relative ai Trasmettitori di Pressione e Temperatura verranno riportate le specifiche Classificazioni delle Proprietà LOP e della relativa Codificazione CDD come in essere nelle Parti 4 e 5 relative ai trasmettitori di Livello e di Portata. Con la pubblicazione della Parte 4 e 5 verranno ritirate e abrogate le attuali norme generiche IEC 60770-1/2/3 relative ai trasmettitori di misura industriali analogici e digitalii. Come si è notato lo sviluppo della nuova serie di norme IEC 62828, è la base per la standardizzazione generale e specifica dei vari trasmettitori maggiormente impiegati negli impianti industriali, che devono sempre più dialogare nei Fieldbus, e negli ambiti IoT (Internet of Think), e capaci di trasferire agli ambienti Cloud dati e informazioni omogenei e comparabili per essere esaminati e processati dai cosiddetti Big Data allo scopo di migliorare la gestione e rendimento degli impianti industriali. Fig.2 Membri IEC presenti all’ultima riunione internazionale del WG6 del IEC SC 65B
Alessandro Brunelli Esperto in Automazione, Strumentazione, Taratura e Sicurezza degli Impianti Industriali. Segretario CEI SC 65 B: Misura e Controllo dei Processi Industriali alebrunelli767@gmail.com AUTOMATION TECHNOLOGY
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THE TECHNICAL REGULATIONS FOR PROCESS METER TRANSMITTERS (PMTS) The design, manufacture and operation of industrial process measurement and control instrumentation requires in-depth system knowledge. A fundamental role is played by the supporting technical regulations. This reflects the cross-sector character of the instrumentation and is consequently very wide and articulated. Alessandro Brunelli The measurement of physical variables such as pressure, temperature, level, flow, density, etc. is becoming increasingly important in industrial and process automation. The transition to so-called “Industry 4.0”, or smart manufacturing environment, resulting from the increasing digitization of systems and the introduction of the Internet of Things (IoT) in industrial environments, makes this particularly important. This means that it is more necessary than ever to define precisely what a Process Measurement Transmitter (PMT) such as a pressure, flow, level and temperature transmitter should do, what conditions it should operate under and what the best and unambiguous standardised procedures to test it under are. CEI SC 65B The Italian CEI SC 65B Sub-Committee, which is the mirror of the analogous IEC (International Electrotechnical Commission) Sub-Committee, deals with standardization in the field of specific aspects of measurement and control devices (hardware and software) used to conduct industrial processes, such as measuring devices, analysis equipment, control valves, actuators and positioners and programmable logic controllers (PLC: Programmable Logic Controller), and this standardization covers aspects such as definition of functionality, interchangeability and performance evaluation. In particular, within CEI SC 65B, the Working
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Group WG6, which deals with “Testing and evaluation performance”, i.e. the development of methods for evaluating the performance of system elements and functions used in the measurement and control of industrial processes, has promoted at international level in the analogous Working Group WG6 of IEC SC 65B a new set of standards concerning the standardization of process measurement transmitters (PMT: Process Measurement Transmitters) entitled: “Reference conditions and procedures for testing industrial and process measurement transmitters.” This is a standard concerning the reference conditions and procedures for the verification of the characteristics of industrial process transmitters. The structure of the standard is divided into 5 parts, and is composed of a Part 1 which is general, that is common for all types of transmitters, the second part is related to pressure transmitters, the third to temperature transmitters, the fourth to level transmitters and finally the fifth concerns flow transmitters. Thanks to the great work of the Italian Team of WG6 experts assisted by international experts from various countries including China, France, Germany, Japan, the United States and Switzerland, the first three parts (General, Pressure and Temperature Transmitters) have already been issued as IEC standards with the numbering IEC 62828-1 and IEC 62828-2 and IEC 62828-3 respectively (published between 2017 and 2018). The last two Parts concerning Level and Flow Rate Transmitters are at an advanced stage of development and will most likely be published this year with IEC 62828-4 and IEC 62828-5 numbering, and a New Item Proposal for Density Transmitters as a further IEC 62828-6 standard is being studied at the suggestion of Japan. The purpose of the standards The aim of the body of legislation is to standardize the “common language” both from the manufacturer’s and user’s point of view, which is the best way to avoid misunderstandings and
mistakes, in order to obtain the correct dialogue between the parties and achieve the best objectives and results: The new IEC 62828 series is at the forefront and aims to be useful and advantageous for all players in an increasingly global and demanding market. To help manufacturers and users, it was therefore decided to revise, complete and reorganise the relevant IEC standards and to create a more suitable, effective and complete series that would systematically provide all the necessary specifications and tests for the various industrial and process measurement transmitters. The new series on industrial and process measurement transmitters solves these problems and adds value for stakeholders by covering these aspects: • applicable reference standards • specific terms and definitions • typical configurations and architectures for the various types of measuring transmitters • definition of hardware and software aspects • interfaces (to process, operator and other measuring and control devices) • physical, mechanical and electrical requirements and associated tests; clear definition of test categories: type tests, acceptance tests and routine tests • performance (specifications, testing and verification) • environmental protection, application in hazardous areas, functional safety, etc. • structure of the technical documentation to be supplied with the transmitter IEC 62828-1 in detail As mentioned above, IEC 62828-1 is the generic standard that is articulated in the following Articles: 1. Purpose 2. Regulatory references 3. Terms, definitions and abbreviations 4. Transmitter Overview 5. Reference test conditions 6. General procedures for type and routine testing 7. Test report and technical documentation
All this is completed by Information Appendices A to J on the following topics in general: A.General function block description of the transmitter B. Listing of tests under reference conditions C. Listing of tests to changes in temperature, humidity, etc. conditions. D. Generic tests on transmitter function blocks E. Evaluation of the measurement uncertainty of the transmitter F. Assessment of trustworthiness and reliability G. Specific tests for digital transmitters H. FAT, SAT and SIT Tests (Factory, Acceptance and Site Integration) I. Requirements concerning the drafting and presentation of technical documentation J. Determination of Total Probable Error (TPE) Arctic 3 of IEC 62828-1, concerning terms, definitions and abbreviations, is used to define the properties of PMT, with recommendations on what a data sheet should contain. This is intended to help to speak a “common language” and to facilitate users’ understanding of product specifications. In addition, article 3 also contains the terms relating to the classic definitions of measurement accuracy and new concepts of measurement uncertainty, increasingly required in ISO 9001 Quality Management Systems (QMS) and ISO 14001 Environmental Management Systems (EMS) to ensure continuous traceability of measurements through the ISO 10012 Measurement Management System (MMS) which regulates a periodic and correct metrological confirmation of the measurement equipment in operation. In this regard, Appendix E provides a simple operational methodology to move from the concepts of accuracy and measurement error to the concepts of measurement uncertainty according to the International Guide ISO_GUM (Guide to expression the Uncertainty Measurement). Another interesting feature is defined in Article 7, which introduces the concept of Total Probable Error (TPE), providing guidance on how to assess the overall accuracy of a PMT, so that it will be easier, especially for end users, to compare PMTs from different manufacturers so that they can make the right choice according
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to their measurement needs. The subsequent specific standards IEC 628282 and IEC 62828-3 for Pressure and Temperature Transmitters, while following the 7 Articles of the generic standard IEC 62828-1, are more streamlined as they always refer to the corresponding Articles in Part 1, and sometimes presenting variations and/or test simplifications for example in point 6. 2.2 concerning routine tests, Part 2 on Pressure Transmitters foresees a complete up and down measurement cycle, while Part 3 on Temperature Transmitters foresees a semi-cycle of up or down measurement due to the lack of hysteresis phenomena in the latter. Classification of Transmitter Properties Finally, it should be noted that in Part 4 and 5 under study (respectively for Levels and Flow rates), the so-called Classification of Transmitter Properties (List Of Property: LOP) has been introduced according to the new series of IEC 61987 standards recently issued by IEC SC 65E: Elements and data structure in the technical documentation of process equipment with analogue and digital output. This IEC 61987 series is encoding the properties of transmitters (e.g.: manufacturer, model, input, output, accuracy, etc.) by means of an alphanumeric code consisting of 3 capital letters followed by three numbers) according to IEC_ CDD (Component Data Dictionary) according to IEC 63160 and ISO 13584, which will be especially useful for integrators and users, first in the selection and selection during the design, and then in the management of data and information during the operation of measurement and control equipment of industrial plants.
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Obviously in the future revision of Parts 2 and 3 related to Pressure and Temperature Transmitters the specific LOP Properties Classifications and the related CDD Coding will be reported as in Parts 4 and 5 related to Level and Flow Transmitters. With the publication of Part 4 and 5 the current generic IEC 60770-1/2/3 standards for analogue and digital industrial measuring transmitters will be withdrawn and repealed. As noted by the development of the new IEC 62828 series of standards, it is the basis for the general and specific standardization of the various transmitters most used in industrial plants, which must increasingly dialogue in Fieldbus, and in IoT (Internet of Think) environments, and capable of transferring homogeneous and comparable data and information to Cloud environments to be examined and processed by the so-called Big Data in order to improve the management and performance of industrial plants.
Fig.2 IEC members present at the last international meeting of WG6 of IEC SC 65B The Author Alessandro Brunelli Expert in Automation, Instrumentation, Calibration and Safety of Industrial Plants. Secretary CEI SC 65 B: Measurement and Control of Industrial Processes alebrunelli767@gmail.com Keywords: Safety, PMT, CEI SC 65B, IEC 62828, IEC 61987, IEC 63160, ISO 13584, IEC 60770
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LA PAROLA AI PROTAGONISTI
IL NUOVO PETROLIO DI ABU DHABI? LA TRASFORMAZIONE DIGITALE Dalla nostra corrispondente da Abu Dhabi, Neli Fazel Abu Dhabi National Oil Company (ADNOC) è la società petrolifera di Abu Dhabi, principale motore di sviluppo dell’Emirato, ha per obiettivo quello di ricavare il massimo valore dalle sue risorse. Nel suo percorso di trasformazione digitale può contare su un incredibile meraviglia tecnologica, il Panorama Digital Command Centre, centro di controllo che utilizza l’intelligenza artificiale e i Big Data per prendere decisioni migliori, più rapide, orientate al mercato e alla sostenibilità. Secondo l’Oil & Gas Journal, gli Emirati Arabi Uniti detengono la settima più grande riserva petrolifera al mondo con 97,8 miliardi di barili. La Abu Dhabi National Oil Company (ADNOC), compagnia petrolifera statale degli Emirati Arabi Uniti (EAU), è la dodicesima al mondo con una produzione di 3,1 milioni di barili al giorno I produttori di petrolio e gas, esposti come altri alla volatilità dei mercati, sfruttano le tecnologie di Industrial IoT, Big Data, visualizzazione avanzata e intelligenza artificiale per integrare e massimizzare il ritorno economico sulla catena di valore degli asset e delle attività operative. Il Panorama Digital Command Centre di ADNOC è un centro di controllo pienamente integrato che concentra queste tecnologie, con
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Neli Fazel
visualizzazione dei dati in tempo reale, che consente all’azienda di analizzare in profondità i processi, individuando nuovi percorsi per ottimizzare le prestazioni. Ne abbiamo parlato con chi lo dirige, Abdul Nasser Al Mughairbi Digital Senior Vice President, Executive Office ADNOC. Abdul Nasser ha iniziato la sua carriera nel 1990 come ingegnere operativo. Ha ricoperto varie posizioni negli impianti di lavorazione e nella divisione gasdotti fino a diventare Senior Vice President nel 2013. Nel 2016 è passato alla sede centrale del Gruppo ADNOC come Digital Unit Manager nella direzione dell’ufficio esecutivo. È uno dei massimi esperti sul ruolo dell’automazione e della digitalizzazione nella produzione e nel trattamento del petrolio e del gas ed è anche presidente della International Society of Automation UAE.
Abdul Nasser Al Mughairbi, Senior Vice President Digital ADNOC
ADNOC Panorama Digital Command Centre
Mr. Al Mughairbi può spiegarci in breve in cosa consiste il Panorama Digital Command Centre? Si tratta della più concreta implementazione dell’Oil and Gas 4.0 in grado di portare la Quarta Rivoluzione Industriale nel settore petrolifero. Rappresenta un precursore nell’adattamento di nuove tecnologie e nell’integrazione di tecnologie provenienti da altri settori, per aggiungere valore alla nostra produzione a beneficio dell’economia e del mondo in generale. Il Panorama Digital Command Centre è un centro di comando che occupa un intero piano nella sede centrale dell’ADNOC. Il suo culmine è uno schermo impressionante di 50 metri di lunghezza, che si curva per adattarsi perfettamente alla parete e copre la sua altezza dal pavimento al soffitto. Il Panorama Digital Command Center rappresenta un’unica fonte di dati precisi e tempestivi provenienti da tutta la nostra catena del valore. La razionalizzazione e la visualizzazione di tutte le nostre operazioni e delle informazioni aziendali critiche su un unico video wall di 50 metri in un’unica struttura sicura mette i Big Data a disposizione delle nostre menti più acute e ci consente di scoprire e consigliare nuovi percorsi per ottimizzare i nostri asset e le nostre infrastrutture, oltre a facilitare un processo decisionale più rapido e consapevole. Quali risultati e quali potenzialità è in grado di offrire il Panorama Command Centre? Il Panorama Command Centre ci ha dato una visibilità unica su queste operazioni e sulle nostre attività. Ci permette di essere più agili e reattivi, per esempio, alla capacità di produzione, alle esigenze dei clienti, alle dinamiche del mercato.
Un modo in cui ADNOC sta utilizzando i propri dati è lo sviluppo di nuovi strumenti che integrano tutte le nostre apparecchiature critiche nella catena del valore digitale e sfruttano l’analisi dei dati storici per sviluppare capacità di manutenzione predittiva per identificare in anticipo i requisiti di manutenzione. Siamo quindi in grado di comprendere l’impatto su altre apparecchiature o aree della catena del valore e pianificare e rispondere meglio a tali requisiti. Questo non solo avrà il potenziale per migliorare significativamente l’efficienza, ma rivoluzionerà anche il modo in cui la nostra produzione operativa e la nostra catena di fornitura funzionano. Qual’è l’approccio Adnoc alla trasformazione digitale? Anzitutto la disponibilità di informazioni sul momento giusto per le persone giuste. In secondo luogo la disponibilità dei dati, la condivisione dei dati, la democratizzazione della condivisione per essere a disposizione di tutti, Tutti gli ingegneri delle unità digitali potrebbero operare come data scientist. Alla base della nostra trasformazione digitale ci sono i nostri Big Data: sfruttare e razionalizzare le masse di dati che generiamo, in tempo reale, da tutte le nostre operazioni e dal sottosuolo di Abu Dhabi. Dobbiamo inoltre trovare il modo di utilizzare quei dati per comprendere meglio le nostre operazioni e ottimizzare le nostre prestazioni. Keywords: Trasformazione Digitale, Adnoc, Abu Dhabi, Panorama Command Centre, Oil&Gas, AI, Big Data, IoT
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TRENDS. ABU DHABI’S NEW OIL? THE DIGITAL TRANSFORMATION Abu Dhabi National Oil Company (ADNOC) is the oil company of Abu Dhabi, the main development engine of the Emirate, with the aim of obtaining the maximum value from its resources. In its path of digital transformation it can count on an incredible technological marvel, the Panorama Digital Command Centre, a control centre that uses artificial intelligence and Big Data to make better, faster, market and sustainability oriented decisions. From our Abu Dhabi correspondent, Neli Fazel According to the Oil & Gas Journal, the United Arab Emirates hold the seventh largest oil reserve in the world with 97.8 billion barrels. Abu Dhabi National Oil Company (ADNOC), the state-owned oil company of the United Arab Emirates (UAE), is the twelfth largest in the world with a production of 3.1 million barrels per day. Oil and gas producers, exposed like others to market volatility, leverage Industrial IoT, Big Data, advanced visualization and artificial intelligence technologies to integrate and maximize the economic return on the value chain of assets and operations. ADNOC’s Panorama Digital Command Centre is a fully integrated control centre that concentrates these technologies, with real-time data visualization, allowing the company to analyse processes in depth, identifying new paths to optimize performance. We have discussed this with its director, Abdul Nasser Al Mughairbi Digital Senior Vice President, Executive Office ADNOC. Abdul Nasser began his career in 1990 as an operations engineer. He held various positions in the processing plants and pipeline division until becoming Senior Vice President in 2013. In 2016 he moved to ADNOC Group headquarters as Digital Unit Manager in the Executive Office. He is one of the leading experts on the role of automation and digitization in oil and gas production and processing and is also president of the International Society of Automation UAE. Mr Al Mughairbi can you briefly explain what the Panorama Digital Command Centre is all about? It is the most concrete implementation of the Oil and Gas 4.0 that brought the Fourth Industrial Revolution to the oil industry. It represents a forerunner in adapting new technologies and integrating technologies from other sectors to add value to our production for the benefit of the economy 68
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and the world at large. The Panorama Digital Command Centre is a command centre occupying an entire floor at ADNOC headquarters. Its culmination is an impressive 50-metre long screen, which curves to perfectly fit the wall and covers its height from floor to ceiling. The Panorama Digital Command Center represents a single source of accurate and timely data from our entire value chain. Streamlining and visualizing all of our operations and critical business information on a single 50-meter video wall in a single secure facility makes Big Data available to our most acute minds and allows us to discover and recommend new ways to optimize our assets and infrastructure, as well as facilitate faster and more informed decision making. What results and potential does the Panorama Command Centre offer? The Panorama Command Centre has given us unique visibility into these operations and our activities. It allows us to be more agile and responsive, for example, to production capacity, customer needs and market dynamics. One way ADNOC is using its data is to develop new tools that integrate all of our critical equipment into the digital value chain and use historical data analysis to develop predictive maintenance capabilities to identify maintenance requirements in advance. We are therefore able to understand the impact on other equipment or areas of the value chain and better plan and respond to these requirements. This will not only have the potential to significantly improve efficiency, it will also revolutionize the way our operational production and supply chain operates. What is Adnoc’s approach to digital transformation? First of all the availability of information at the right time for the right people. Second, the availability of data, the sharing of data, the democratization of sharing to be available to all, All digital unit engineers could operate as data scientists. At the heart of our digital transformation is our big data: exploiting and rationalizing the masses of data we generate, in real time, from all our operations and the Abu Dhabi underground. We must also find ways to use that data to better understand our operations and optimize our performance.
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JOB CONSULT [NOTIZIE DAL MONDO DEL LAVORO]
EMERGENZA COVID-19, IL NODO DEGLI INDENNIZZI Jane Elisabeth Cassoli* Nella stesura del decreto “Cura Italia”, molte tensioni nel Governo si sono sviluppate intorno tutele degli autonomi e delle partive iva, alle prese con il calo dei ricavi e delle commesse dovuto all’epidemia da coronavirus. Il Decreto Legge n. 18, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale ed efficace dal 17 marzo 2020, ha stabilito le urgenti misure di potenziamento del servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori ed imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19. Tra gli interventi elencati, le necessità dei maggiori ordini professionali sembravano tuttavia essere state trascurate. In prima battuta infatti, il Governo, promotore del “Nessuno sarà lasciato solo”, si era dimenticato dei circa 2,3 milioni di professionisti ordinistici italiani, presenti su tutto il territorio nazionale, impegnati su diversi fronti per sostenere l’economia del Paese dall’emergenza Corona70
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virus, limitandosi ad introdurre indennità di sostegno solo per alcune categorie di lavoratori autonomi, professionisti e collaboratori, le cui attività, ancora oggi, stanno risentendo della particolare situazione di emergenza del nostro Paese. L’esclusione era stata oggetto di numerose critiche, inducendo 21 rappresentanti degli Ordini professionali, guidati dal Comitato Unitario delle Professioni (CUP) e dalla Rete delle Professioni Tecniche (RPT), a collaborare insieme allo scopo di produrre un pacchetto di proposte unitario che tenesse conto delle esigenze generali e specifiche delle singole professioni coinvolte come Agronomi, Architetti, Commercialisti, Consulenti del Lavoro, Giornalisti, Ostetriche, Psicologi, Periti Industriali, Tecnici di laboratorio, Veterinari e molti altri. È così che la doverosa retromarcia dell’esecutivo non è tardata ad arrivare, e con una Nota uf-
ficiale è stata sanata la discrepanza con la platea precedentemente esclusa, ampliando la portata dell’intervento anche per i professionisti iscritti alle casse previdenziali private. Nello specifico, la domanda per ricevere la prestazione del bonus 600 euro, relativamente al mese di marzo, potrà essere inoltrata telematicamente a partire dal 1° aprile, attraverso i conSoggetti Interessati
Iscrizione gestione
sueti canali (Pin, Spid, Carta di identità elettronica e Carta dei servizi oltre al Contact Centre), e sarà possibile inoltre accedere ad una richiesta di Pin semplificata data la particolare situazione di emergenza. L’indennità sarà poi prorogata per il mese di aprile e potrebbe essere aumentata a 800 euro con l’introduzione di alcuni criteri di selezione. Riassumendo: Indennità dovuta
Domanda
Liberi professionisti titolari Iscritti alla gestione di P.IVA dal 23.02.2020 separata Inps – No titolari di pensione
600 euro esentasse
Solo per il mese di Marzo – Sito Inps
Collaboratori coordinati e continuativi con rapporto attivo dal 23.02.2020
Iscritti alla gestione separata Inps
600 euro esentasse
Solo per il mese di Marzo – Sito Inps
Artigiani, commercianti, coltivatori diretti, coloni mezzadri
Iscritti alle rispettive 600 euro esentasse gestioni
Solo per il mese di Marzo – Sito Inps
Liberi professionisti iscritti Iscritti alle rispettive 600 euro esentasse per gestioni • redditi fino a 35 mila euro, a ordini e casse di previdenza private (consulenti la cui attività sia stata del lavoro, ingegneri, limitata dai provvedimenti restrittivi emanati i conarchitetti, geometri, avvocati, medici, notai e periti seguenza dell’emergenza sanitaria; industriali) • redditi compresi tra 35 e 50 mila euro a condizione di aver subito un calo di attività con riduzione di almeno il 33% di fatturato nei primi tre mesi del 2020
L’aspettativa dei professionisti e degli autonomi è ora riposta sui miglioramenti e sugli emendamenti che potranno nascere in fase di discussio-
Solo per il mese di Marzo – Sito casse previdenziali degli ordini
ne in Parlamento. Ma soprattutto è alta l’attesa per il “decreto aprile” che dovrebbe avere in dote anche i miliardi in arrivo da Bruxelles. *Jane Elisabeth Cassoli Giuslavorista e Consulente del Lavoro Chiunque desiderasse proporre o approfondire argomenti relativi a questa rubrica può scrivere a: consulenza@studiocassoli.com
Chiunque desiderasse proporre o approfondire argomenti relativi a questa rubrica può scrivere a consulenza@studiocassoli.com
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INNOVATION ON THE ROAD [EXPLORE, CHANGE, STAND OUT TO THE WORLD]
#CORONAVIRUS TUTTO CAMBIERÀ? Luca Signorin* Niente sarà come prima. Forse non abbiamo ancora raggiunto la consapevolezza, ma questa crisi ci costringerà a cambiare ed a rivedere tutto in una ottica diversa. Da sempre sento parlare del “fallimento del Sistema Italia”, un sistema economico perennemente sull’orlo del collasso e sempre costretto ad affrontare situazioni di emergenza. Dal settore dei trasporti con Alitalia ed AirItaly, fino alle crisi bancarie (Banca Popolare di Bari l’ultima in ordine cronologico), passando per le crisi di ILVA e Whirlpool, senza contare le “scontate” emergenze generate dalla fragilità del nostro territorio (ponti crollati, frane, smottamenti e terremoti). Già queste sarebbero sufficienti per non annoiarsi ma, per non farci mancare nulla, abbiamo anche una emergenza sanitaria da dovere affrontare ed in questo ultimo contesto emerge tutta l’instabilità del Sistema Italia nel suo aspetto più intimo, evidenziando uno scarso (forse inesistente) senso etico ed un basso livello culturale. Che siamo un paese fermo, lo sento dire troppo spesso. Ora che veramente SIAMO TUTTI FERMI, abbiamo il tempo necessario e sufficiente per pensare a come e da dove ripartire. Questo virus si sta dimostrando molto più forte di qualsiasi superpotenza e sta mettendo in discussione il modello di organizzazione economica in cui viviamo. Il Welfare State in cui siamo avrebbe dovuto essere il giusto compromesso tra i modelli capitalisti e socialisti del XIX secolo ed invece ci troviamo ad uno scenario alla deriva. Viviamo una crisi delle economie private dove l’eccessiva regolamentazione governativa non facilita lo sviluppo economico, congiunta ad una crisi della economia pubblica gravata da una incapacità 72
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di gestire direttamente le attività produttive dello Stato. Dopo anni di tagli in nome della Spending Review, subiamo le restrizioni al minimo di quelle che dovrebbero le estensioni universalistiche dell’assistenza sociale (sussidi di disoccupazione, pensioni e assistenza sanitaria). Questo virus è un attacco democratico sia al potere che alla libertà personale, non fa distinzioni di genere e non considera classi e privilegi. Ci ritroviamo improvvisamente con il capitalismo ammanettato e con la propria libertà di azione a controllo che viene a mancare. Nonostante la presenza e la disponibilità dei mezzi di produzione non trova il modo di gestire il motore il primario costituito dalla forza lavoro. La forza del mondo industriale, globalizzato e delocalizzato in nome del contenimento dei costi, si trova inerme e obbligato ad affrontare difficoltà ed imprevisti che non trovano soluzione semplice ed immediata. A questa debolezza del capitalismo però manca la contrapposizione del socialismo come veicolo per la ricostruzione del senso di comunità. In questa crisi ci siamo accorti che il perseverare nel nostro individualismo collettivo ci ha fatto dimenticare il significato di quei valori che sono stati protagoni-
sti della storia. Ci siamo trovati isolati ed incapaci ad essere dinamici, complici dello statico modello capitalista. Indipendente dalla parte in cui stiamo, ci manca la consapevolezza del momento che stiamo vivendo. La crisi del capitalismo, rimasto vincolato alla propria visione, incontra la crisi sociale ed il modello del Welfare State potrebbe non essere più valido da qui in poi. Andranno rivisti i modelli di business delle imprese ed in particolare di quelle piccole e medie imprese che costituiscono parte del tessuto produttivo italiano. La soluzione dell’individualismo, dell’uomo solo al comando, dello sfruttamento di un solo canale (sia di fornitura che di distribuzione), dell’impresa familiare che detiene il controllo assoluto hanno dimostrato tutti i suoi limiti. I distretti industriali e le cooperative d’impresa, in particolare nei contesti in cui si incontra una larga frammentazione produttiva, dovranno ripensare le relazioni commerciali troppo vincolate ed intrappolate nel network. Abbiamo capito che il contesto è improvvisamente cambiato ed è necessario un rapido riadattamento. Serviranno nuove strategie che definiscano nuove direzioni, strutture organizzative che dovranno riadattarsi, nuovi processi con maggiore digitalizzazione (la vera sfida che dovrà essere vinta nel più breve tempo possibile) e soprattutto determinante il fattore umano che dovrà ritrovare motivazione e sviluppare nuovi skills. Il cambiamento dovrà essere radicale e dovrà coinvolgere tutti i livelli di una organizzazione, dalla produzione al management. Negli ambiti produttivi l’adozione di modelli agili (Lean Production e Six Sigma) ha introdotto benefici in termini di produttività ma si è dimostrata insufficiente a causa di una filiera che si è dimostrata troppo lunga e poco sotto controllo con una evidente debolezza nelle scelte di delocalizzazione in nome della globalizzazione. Per questo motivo ci potrebbe essere una inversione di tendenza che porterà al reshoring di alcune attività chiave che non solo garantirà una maggiore prontezza all’adattamento, ma permetterà di incentivare l’economia locale. Nel nuovo contesto si dovrà considerare un paradigma, troppo spesso trascurato, di Business Continuity, ovvero la preparazione a continuare ad operare anche in condizioni di situazioni avverse. Gli asset dovranno essere analizzati secondo il loro livello di rischio e verrà rivalutato l’impatto che possono avere sul business, al fine di individuare preventivamente azioni che possa-
no garantire la minima operatività in condizioni avverse. L’esperienza maturata in questo periodo diventerà una lezione preziosa per riequilibrare il carico di lavoro, limitare il più possibile i ruoli “pivot” ed adottare in modo maggiormente pervasivo lo smart working. Senza contare che un ruolo chiave lo avrà la digitalizzazione. Il ritardo con cui molte aziende hanno digitalizzato i loro processi ha evidenziato una carenza di lungimiranza del tessuto produttivo costituito per la maggior parte da micro e piccole imprese che rimangono eccessivamente vincolate alle loro convinzioni. Sarà indispensabile approcciare con consapevolezza un percorso di digital transformation che rappresenti l’opportunità di ridisegnare i processi di business intercettando le nuove esigenze che emergeranno. Non sarà più un utopia parlare di progetti di Change Management che dovranno accompagnare la digitalizzazione mitigando i rischi dovuti alla resistenza al cambiamento e sviluppando nuovi mindset che esalteranno le soft skills come la flessibilità cognitiva, l’intelligenza emotiva, la resilienza e l’attitudine al problem solving. Il ruolo delle persone e la loro capacità di fare team, secondo la riscoperta di valori come il rispetto ed il senso di appartenenza, sarà uno dei fattori critici di successo. Ma non solo le imprese dovranno fare il loro dovere. Credo sia necessario un intervento dello Stato che supporti le attività strategiche e contribuisca alla crescita. La politica economica dovrà ripensare alla direzione da seguire e decidere come supportare e come intervenire nell’assetto produttivo del sistema economico. Anche il modello di stato dovrà essere rivisto rimettendo in discussione le azioni e le strategie attuate negli ultimi anni, rimettendo al centro un nuovo modo di essere cittadini. Toccherà anche noi cambiare perché quando tutto cambia, tutti dovremmo fare la nostra parte in una unione di intenti. Cambiamo insieme, cambiamo tutti. “Se le formiche si mettono d’accordo, possono spostare un elefante” *Luca Signorin Account Manager and Consultant
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INFORMANDO [SCENARI DI INFORMATION & DIGITAL TECHNOLOGIES]
SMART WORKING. LO CONOSCIAMO VERAMENTE? Massimo Nannini* Smart working, di questi tempi ne abbiamo tutti sentito parlare ed i più fortunati ne hanno potuto usufruire spinti se non obbligati dalla stringente necessità di rimanere a casa per limitare la diffusione del virus. Ma abbiamo capito veramente cosa significa effettivamente questa definizione? Prima di tutto smart working non è sinonimo di lavoro flessibile né tanto meno di telelavoro, spesso poi associato alla figura del libero professionista/freelance che per definizione presta la sua attività lavorativa con orari flessibili ed applicativi software che gli permettono di lavorare ovunque si trovi. Allo stesso modo lo smart working non è da confondere con la possibilità di lavorare qualche giorno della settimana al di fuori della sede abituale, oppure ancora lavorare in modo “flessibile”, applicando questa flessibilità a concetti temporali, spaziali oppure ancora contrattuali. Ma quindi che cosa è lo smart working? Personalmente ritengo sia corretto associare il concetto di smart working al concetto di Agile working visto come insieme di pratiche che permettono alle organizzazioni di stabilire la forza lavoro ottimale ed usufruire dei benefici generati da una sempre maggiore integrazione tra risorse e domanda di servizi, produttività incrementale e capacità di attrarre e talenti. Nelle moderne organizzazioni, l’Agile working riflette poi l’approccio dell’Agile Project Management, ossia la metodologia agile per la gestione dei progetti, molto utilizzata oggigiorno in ambito software development, ma che viste 74
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le sue peculiarità, può risultare efficacie ed efficiente nella gestione di progetti non strettamente legati al software. Un nuovo approccio Smart working dunque come definizione di un nuovo modo di lavorare e di collaborare all’interno di una organizzazione in cui alla base troviamo tre elementi fondamentali: • la revisione delle leadership e del rapporto tra manager e collaboratore passando dal concetto di controllo al concetto di fiducia. (BEHAVIORS) • il ricorso a tecnologie collaborative quali software, piattaforme e dispositivi che permettano la facile condivisione della conoscenza e non delle informazioni come erroneamente pensiamo. (BYTES) • la riorganizzazione del layout degli spazi di lavoro con l’ottica di pensare all’ufficio come spazio ove potersi incontrare avendo così la libertà di scegliere il luogo da cui lavorare. (BRICKS) Questo nuovo approccio pone al centro dell’organizzazione la persona, facendo convergere le necessità e gli obbiettivi personali con quelle dell’organizzazione spostando di fatto il baricentro del rapporto verso la responsabilizzazione del lavoratore. Così facendo il lavoratore diventa proprietario del proprio lavoro e consapevole dei risultati da raggiungere. Tutto ciò implica un significativo cambio di paradigma nel modo pensare le strutture organizzative aziendali, il lavoro e la gestione dei processi
pensati per avere come obbiettivo l’affermazione del lavoro agile. Ed ecco spiegata la corretta definizione di smart working che non è appunto sinonimo di lavoro da casa ma un concetto molto più strutturato e complesso.
network che utilizziamo quotidianamente nella nostra vita privata (Facebook, LinkedIn, Twitter, ecc) applicandoli però al contesto aziendale quali per esempio la messaggistica istantanea, la bacheca virtuale e le chiamate audio e video nonché la condivisione dei profili membri della rete.
Le piattaforme collaborative Da quanto sino a qui esposto, risulta evidente la necessità di un supporto informatico modulare e scalabile che sia di facile utilizzo da parte dell’utente e che soprattutto permetta la collaborare a vario titolo tra tutte le entità componenti l’organizzazione, stiamo parlando di piattaforme collaborative. Più specificatamente possiamo definire una piattaforma collaborativa un ambiente ibrido che riunisce strumenti di comunicazione e collaborazione utilizzati all’interno di uno spazio di lavoro virtuale, il tutto accessibile on-line. All’interno di questo spazio di lavoro virtuale gli utenti possono trovare tutti gli strumenti necessari a svolgere la propria attività quali per esempio:
Lo spazio collaborativo per progetti ed attività Prevede tutte le funzionalità relative alla gestione dei progetti quali per esempio la pianificazione delle attività, la gestione e la condivisione dei documenti e la possibilità di integrare funzionalità di collaborazione tra i componenti del team di progetto. Queste funzionalità basilari vengono oggi potenziate attraverso l’implementazione di specifiche piattaforme per l’innovazione partecipativa e la co-creazione, elementi essenziali di un progetto di successo.
• Posta elettronica • Messaggistica istantanea (CHAT) • Videoconferenza • Gestione elettronica dei documenti (EDM) • Gestione calendari e pianificazioni condivise • Gestione dei progetti e dei gruppi di lavoro • Rete sociale aziendale • Piattaforma di co-creazione, innovazione partecipativa • Ordine del giorno condiviso • ecc Per potere usufruire dei suddetti strumenti, ogni utente dovrà dunque accedere al proprio spazio di lavoro personale all’interno del cloud aziendale per visualizzare o pubblicare informazioni, facilitando così la condivisione e l’accrescimento della conoscenza all’interno dell’organizzazione stessa. Più in generale possiamo distinguere le funzionalità di una piattaforma collaborativa in tre insiemi distintivi: • Il social network aziendale • Lo spazio collaborativo per progetti ed attività • Lo spazio personale specifico per ogni utente
Lo spazio personale specifico per ogni utente È di fatto la spazio di lavoro virtuale a disposizione di ogni utente dal quale è possibile accedere a tutti gli strumenti collaborativi ed al social network aziendale in poche parole “l’ufficio” in cui andare ogni giorno senza bisogno di spostarsi. Fin qui gli elementi funzionali fondamentali che descrivono una piattaforma collaborativa ma collaborazione significa in primo luogo condivisione della conoscenza che deve essere disponibile a tutti, fatto salvo le essenziali garanzie di sicurezza, in qualunque momento e da qualunque posto. Dunque è ovvio che tutto questo è possibile solo attraverso l’utilizzo del cloud computing e più specificatamente di una tipologia di cloud computing detta SaaS Software as a Service) a cui le più comuni piattaforme collaborative appartengono. Qui si apre un nuovo e corposo capitolo che attraversa tutta la gestione del cloud in termini di gestione del dato (Big Data) e servizi disponibili che sicuramente affronteremo in futuro in questa rubrica. *Massimo Nannini, Ingegnere elettronico e libero professionista esperto di software per l’industria, Massimo Nannini si occupa di consulenza informatica, project management e formazione di impresa.
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Il social network aziendale Prevede le funzionalità fondamentali dei social AUTOMATION TECHNOLOGY
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GIURISTA D’IMPRESA [AGGIORNAMENTI SU CONTRATTUALISTICA E AFFARI LEGALI]
CONTRATTI E CLAUSOLA COVID-19: SCENARI, INADEMPIMENTI, SOLUZIONI Simone Facchinetti*
Un gran numero di imprese attraversa una fase di assoluta e inedita emergenza determinata dal coronovirus. Proviamo a schematizzare lo scenario che le aziende hanno di fronte per poi delineare le possibili strategie di breve e medio termine che possono essere messe in campo: 1. Attività commerciali che chiudono, blocchi o rallentamenti nella catena dei fornitori per i relativi approvvigionamenti, partecipazioni a fiere rinviate a data da destinarsi. La situazione di emergenza che stiamo vivendo con tutti i divieti e limiti riguardanti l’operatività aziendale portano all’impossibilità (o, comunque, alla difficoltà) di tante imprese di adempiere ai propri obblighi contrattuali, tanto in Italia quanto a livello internazionale 2. Il fermo della gran parte delle attività sta provocando un fenomeno pericoloso: il blocco nel pagamento dei canoni di locazione/affitti. Quali azioni, quindi, possono essere adottate dai conduttori nel caso in cui non riescono a fare regolarmente fronte al pagamento dei canoni e quali conseguenze ricadono sui locatori? 3. L’inserimento della c.d clausola “CoronaVirus” prevista del Decreto Cura Italia nei
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contratti, quale effetto potrà avere? Le attestazioni di emergenza Covid-19 rilasciate dalle Camere di Commercio locali sono utili? Forza maggiore e forniture I principi della c.d “forza maggiore”, “impossibilità sopravvenuta della prestazione” e “eccessiva onerosità sopravvenuta” e della esecuzione del contratto secondo “buona fede contrattuale” sono presenti nel nostro ordinamento giuridico e potranno essere utilizzati in questo periodo di emergenza mondiale per giustificare gli inadempimenti parziali o totali nella prestazione contrattuale. Il d.L. Cura Italia n. 18/2020 introduce una particolare attenuazione delle responsabilità del debitore dovuta a causa di forza maggiore in quanto connessa a un comportamento dell’imprenditore stesso: il rispetto delle misure di contenimento. Infatti l’art. 91 prevede che il rispetto delle misure di contenimento da Covid-19 sia sempre valutato ai fini dell’esclusione della responsabilità del debitore per inadempimento o adempimento tardivo della prestazione dovuta. La medesima norma prevede inoltre che il rispetto delle misure di contenimento può escludere anche l’applicazione di eventuali de-
cadenze o penali che siano contrattualmente previste sempre in caso di ritardato o omesso adempimento. Sarà necessario verificare in concreto se ritardi o inadempimenti contrattuali (causa potenziale di risoluzione contrattuale) siano fondati sull’obbligo di rispettare le odierne misure con comportamenti quali non produrre, non circolare, non impegnare mano d’opera se non per servizi essenziali. Oltremodo nei contratti di fornitura bisognerà distinguere tra i rapporti in essere e quelli futuri. Per i primi potrà invocarsi la forza maggiore ove la relativa clausola sia prevista nel contratto, ovvero troveranno applicazione le norme del nostro ordinamento (ivi incluso l’art. 91 del D.L. Cura Italia) applicabili ai rapporti tra le imprese nell’ambito dell’attuale emergenza sanitaria. In particolare, a seconda dei casi, gli operatori potranno invocare l’impossibilità totale o parziale della prestazione, ovvero ancora, essendo il contratto di fornitura un contratto di durata, potranno tentare la rinegoziazione dei termini contrattuali ove sia configurabile l’eccessiva onerosità sopravvenuta”. Nei contratti futuri si penserà invece a inserire una clausola “Covid-19” che terrà conto della situazione “epidemia” e conseguentemente già ne regolerà le conseguenze ai fini della prestazione e responsabilità per il suo adempimento o meno. Affitti e locazioni Quanto alla gestione degli spazi in affitto, laddove si conduca in locazione un immobile a uso commerciale e l’attività esercitata rientri nelle attività sospese dai Decreti di emergenza, i conduttori potrebbero avere il diritto a sospendere il pagamento del canone di locazione (e relativi oneri accessori) per il periodo di sospensione dettato dalla relativa misura di contenimento. Trattasi di un possibile caso di impossibilità sopravvenuta temporanea della prestazione a causa di un evento sopravvenuto, imprevedibile e straordinario indipendente dalla volontà delle parti. Per i restanti contratti di locazione/affitto vige la regola di incontrarsi per ricercare un nuovo equilibrio contrattuale. Il Covid-19 rappresenta un evento imprevedibile e senza precedenti nella storia moderna del nostro Paese. Basti considerare, a supporto di quanto appena sostenuto, come fosse imprevisto il rischio di una pandemia nel mondo e come siano rari i contratti stipulati prima del diffon-
dersi del virus che prevedano espressamente, tra gli eventi di forza maggiore, il diffondersi di epidemie/pandemie. Conseguentemente quasi tutti i contratti esistenti sono e saranno impattati dall’emergenza in atto e dai possibili inadempimenti. Sarà necessario, come già suesposto che le parti si incontrino e rinegozino - discutendo in buona fede – nuovi termini per rimodulare il contratto, al fine di evitare fenomeni risolutori del rapporto. Con riferimento, invece, ai contratti attualmente in fase di stipula, si assisterà alla negoziazione di specifiche clausole ‘Covid-19’, con le quali, in linea di principio, le parti riconoscono l’esistenza attuale della emergenza e decidono comunque di chiudere l’accordo, obbligandosi a rinegoziare il contratto laddove l’emergenza sanitaria dovesse permanere nel medio-lungo periodo. Imprese che operano all’estero Le imprese italiane che operano all’estero devono, ora più che mai, prestare attenzione alle conseguenze giuridiche di possibili inadempimenti derivanti dalla pandemia di Covid-19. Nei contratti di vendita (e non solo) internazionali, la valutazione in merito alla possibilità di invocare l’emergenza Covid-19 quale causa di forza maggiore – esimente o attenuatrice della responsabilità del debitore per mancata/parziale/ritardata esecuzione delle prestazioni, andrà ricercata nei principi internazionale in uso nel commercio e previsti nel contratto. Il Ministero dello Sviluppo Economico ha stabilito con Circolare del 25 marzo 2020 che, su richiesta dell’impresa, le Camere di Commercio, nell’ambito dei poteri loro riconosciuti dalla legge possono rilasciare, quale documento a supporto del commercio internazionale le Dichiarazioni sullo stato di emergenza in Italia - (in lingua inglese) “Declaration assessing circumstances related to the outbreak of Covid19 pandemic” - conseguente all’emergenza epidemiologica da COVID-19 e sulle restrizioni imposte dalla legge per il contenimento dell’epidemia. Questa circolare stabilisce che “Con le predette dichiarazioni le Camere di commercio potranno attestare di aver ricevuto, dall’impresa richiedente il medesimo documento, una dichiarazione in cui, facendo riferimento alle restrizioni disposte dalle Autorità di governo e allo stato di emergenza in atto, l’impresa medesima afferma di non aver potuto assolvere nei tempi agli obblighi contrattuali precedentemente assunti per motivi imprevedibili e indipendenti dalla volontà e capacità aziendale”. AUTOMATION TECHNOLOGY
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ESEMPIO LETTERA COMUNICAZIONE IMPOSSIBILITÀ TEMPORANEA CAUSA FORZA MAGGIORE Spett.le --La presente per comunicarLe che purtroppo, a causa dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, in questo momento, non siamo in grado di ----(a titolo esemplificativo: provvedere alla consegna delle merci ordinate / provvedere all’adempimento delle seguenti obbligazioni --). A fronte di tale situazione emergenziale - già dichiarata in data 31 gennaio 2020 dal Consiglio dei Ministri del ns Stato e definita “pandemia” in data 11 marzo 2020 dall’Organismo Mondiale della Sanità, sono stati emanati numerosi Decreti Legge e DCPM recanti Misure Urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 e di Cura Italia, nonché ordinanze contingibili ed urgenti da parte dei Presidenti di ogni Regione italiana e del Ministero della Salute – sottolineiamo l’applicazione dell’art. 91 del Decreto c.d. “Cura Italia” n. 18/2020 relativo al rispetto delle misure di contenimento e valutazione riguardo la responsabilità del debitore. Nella speranza che questo ritardo, a noi non imputabile ma dovuto a causa di forza maggiore (emergenza epidemiologica da COVID-19), non Vi arrechi alcun danno, siamo a disposizione per confrontarci e rinegoziare il contratto in essere nel comune interesse. Si allega attestazione relativo alla causa di forza maggiore rilasciato dalla Camera di Commercio territorialmente competente. Vi preghiamo di accettare le Nostre scuse e Vi porgiamo i nostri più Cordiali Saluti. * Simone Facchinetti Avvocato d’impresa e rappresentante Ufficiale Camera di Commercio Italiana negli Emirati Arabi Uniti www.simonefacchinetti.it
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NEWS
INDUSTRY & INNOVATION NEWS
IMPRESE & SCENARI
Maire Tecnimont sbarca in Turchia con un contratto da 200 milioni di Euro
Maire Tecnimont S.p.A. annuncia che la propria controllata Tecnimont S.p.A. ha firmato con GEMLİK GÜBRE SANAYİİ ANONİM ŞİRKETİ un contratto EPC per il valore di circa 200 millioni di euro relativo alla realizzazione di un nuovo impianto di urea e di UAN (soluzione di urea e nitrato di ammonio) a Gemlik, 125 km a sud di Istanbul, in Turchia. La capacità dell’impianto è di 1.640 tonnellate/giorno di urea granulata e di 500 tonnellate/giorno di UAN ed impiega la tecnologia leader mondiale dell’urea della controllata del Gruppo Stamicarbon. Lo scopo del lavoro riguarda l’esecuzione dell’ingegneria, la fornitura di tutte le apparecchiature e materiali ed i lavori di costruzione. Il completamento del progetto è previsto entro tre anni dall’entrata in vigore. Ali Rıza Yıldırım, Chairman di Gemlik Gübre ha dichiarato: “La firma di questo accordo è il primo passo di una grande collaborazione. Confidiamo in Tecnimont e crediamo che insieme raggiungeremo un grande successo in tutto il mondo”. Pierroberto Folgiero, Maire Tecnimont Group CEO, ha commentato: “Siamo molto orgogliosi di questo nuovo risultato che conferma la leadership del Gruppo nel settore dei fertilizzanti e ci consente di espandere la nostra presenza geografica in un mercato strategico come la Turchia”. www.mairetecnimont.com
IMPRESE & SCENARI
Nasce “Evolve” il primo podcast per la cultura di impresa Maire Tecnimont lancia il primo progetto di podcast aziendale basato sui contenuti del proprio corporate magazine Evolve, uno strumento innovativo pensato per dialogare con tutti gli stakeholder. La rivista, nata a fine 2017 in occasione del decennale della quotazione in Borsa del Gruppo e sviluppata con il supporto di Cultur-e, ha l’obiettivo di accompagnare il cambiamento culturale in azienda leggendo le discontinuità in atto nello scenario globale e offrendo spunti di riflessione sulle attitudini imprenditoriali e manageriali necessarie per interpretare i cambiamenti come opportunità. Con il progetto “Evolve – Il Podcast” Maire Tecnimont, compie una ulteriore evoluzione non solo di messaggio, ma di media, trasformando gli spunti della rivista in un podcast, seguendo il trend di fruizione che in Italia negli ultimi tre anni è triplicata passando dagli 850.000 ascoltatori abituali del 2015 ai 2,7 milioni del 2018 (fonte Nielsen). “Evolve - Il Podcast”, sviluppato con il supporto di Doing – Part of Capgemini, si presenta come il primo branded podcast italiano tratto da un magazine aziendale, e prevede la produzione e diffusione di episodi, della durata di 20 minuti ciascuno, che raccontano gli articoli principali del numero. Gli episodi distribuiti su Spotify, Itunes, Spreaker, oltre che sui canali web e social del Gruppo, permettono una fruizione più diffusa e semplice nello spazio e nel tempo dei contenuti della rivista. www.mairetecnimont.com
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INDUSTRY & IMPRESE & SCENARI
Emerson ha completato l’acquisizione della divisione Intelligent Platforms di General Electric Emerson (NYSE: EMR) ha annunciato di aver completato l’acquisizione di Intelligent Platforms, una divisione di General Electric (NYSE: GE). L’integrazione delle tecnologie dei controllori a logica programmabile (PLC) di Intelligent Platforms consentirà a Emerson, leader mondiale nell’automazione industriale e di processo, di ampliare le proprie competenze nelle applicazioni discrete e di controllo macchina, offrendo ai propri clienti un controllo e una gestione più ampi delle loro attività. Intelligent Platforms, con la sua gamma di controllori e dispositivi collegati in cloud per impianti intelligenti, sarà una presenza forte e consolidata a complemento di Plantweb™, l’ecosistema digitale di Emerson, leader del settore. Grazie a questa espansione, crescono le opportunità di Emerson nei settori dell’industria discreta e di processo, nonché sui mercati ibridi quali metalli e miniere, scienze della vita, alimentazione e bevande, imballaggio. Interfacciando la tecnologia PLC di Intelligent Platforms con i principali sistemi di controllo distribuito di Emerson, i clienti potranno collegare le “isole di automazione” all’interno dell’impianto per migliorare ulteriormente le prestazioni operative, la sicurezza e l’affidabilità. “Integrando la divisione Intelligent Platforms di GE, Emerson rafforza ulteriormente la sua presenza nel settore dell’automazione e amplia la capacità di soddisfare le esigenze dei mercati di processo, ibridi e distinti”, ha dichiarato David N. Farr, Presidente e Amministratore Delegato di Emerson. www.emerson.com
IMPRESE & SCENARI
Partnership Solintec – Tecnalogic per l’efficientamento energetico Oggi c’è un’importante opportunità che qualsiasi azienda, la cui bolletta energetica sia molto incidente sui propri costi, può cogliere. Il rapporto tra fornitore ed utente di energia elettrica è storicamente (ed è così ancora oggi) unidirezionale e passivo. L’utente può solo scegliere il fornitore che offre le condizioni migliori. Una volta stipulato il contratto il fornitore dovrà impegnarsi ad avere l’energia disponibile sempre in qualsiasi momento anche nei momenti in cui non fosse realmente richiesta. La situazione della rete elettrica italiana oggi è molto critica. Il problema principale è il bilanciamento tra la domanda e l’offerta. Proprio per questo oggi Terna propone ai grossi consumatori di energia importanti agevolazioni perché ha bisogno di avere flessibilità energetica per l’equilibrio della rete. In questo scenario Solintec (fornitore avanzato di tecnologie di automazione) ha sviluppato una collaborazione di altro livello di Tecnalogic (società di Ricerca e Sviluppo che opera nell’ambito dell’ottimizzazione energetica. Quest’ultima ha sviluppato e brevettato un metodologia operativa che si applica al campo attraverso un modello matematico che partendo dall’analisi del profilo energetico di un’azienda è in grado di estrarre aree di “flessibilità” all’interno del processo produttivo e permette all’azienda di gestire le stesse come vuole, anche in tempo reale se necessario, per esempio mettendole in disponibilità al proprio fornitore di energia che per questo pagherà. www.solintec.it 80
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INNOVATION NEWS IMPRESE & SCENARI
Rockwell Automation acquisisce ASEM Rockwell Automation, Inc. (NYSE: ROK) ha annunciato la stipula di un accordo per l’acquisizione di ASEM, S.p.A., importante fornitore di tecnologie digitali di automazione con sede in Italia. ASEM distribuisce una gamma completa di PC industriali (Industrial PC, IPC), hardware e software per interfacce uomo-macchina (Human-Machine Interface, HMI), tecnologie di accesso remoto e soluzioni gateway industriali per l’IoT. Le soluzioni di automazione ad alte prestazioni di ASEM consentono di connettere le aziende con tecnologie all’avanguardia, aumentare la produttività e rendere più sicuro l’ambiente di lavoro integrando dispositivi intelligenti, piattaforme di controllo e software di progettazione e design in un’unica rete. “La leadership nel mercato IPC e la competenza in ambito HMI di ASEM ci consentiranno di ampliare ulteriormente il nostro portafoglio di tecnologie hardware e software nonché di incrementare la possibilità di fornire soluzione di automazione integrate ad alte prestazioni. I prodotti di ASEM metteranno a disposizione dei nostri clienti un alto grado di configurabilità per quanto concerne le proprie esigenze di informatizzazione industriale attraverso hardware e software innovativi che consentiranno loro di abbreviare i tempi di commercializzazione, ridurre i costi di gestione, migliorare l’utilizzo delle risorse e gestire meglio il rischio d’impresa”, ha dichiarato Fran Wlodarczyk, senior vicepresident per la divisione Architecture e Software di Rockwell Automation. www.asem.it
IMPRESE & SCENARI
Danilo Calabrò è il nuovo amministratore delegato e direttore generale di Schindler Italia Schindler Italia, tra le aziende leader nel settore degli ascensori e scale mobili, ha annunciato un importante cambio al vertice. Dal 1° gennaio 2020 Danilo Calabrò è il nuovo amministratore delegato e direttore generale della consociata italiana del gruppo multinazionale svizzero. Schindler Italia, con sede a Concorezzo MB, conta attualmente circa 1.500 dipendenti ed è presente con una rete capillare in tutta Italia attraverso 32 tra filiali e uffici territoriali. “Accolgo con grande energia e forte motivazione la sfida di proseguire il percorso di crescita che Schindler ha intrapreso ormai da anni sul mercato italiano. È stato fatto un lavoro enorme ed eredito una squadra di professionisti competenti e affiatati”, ha dichiarato Danilo Calabrò. “Il mercato ascensoristico italiano richiede sempre più qualità, tecnologia e trasparenza, oltre ad un’attenzione particolare al tema della sostenibilità. Schindler, azienda da sempre orientata alla solidità nel medio-lungo termine, ha molto a cuore queste tematiche e sta concentrando i propri sforzi nel proporre ai Clienti soluzioni e servizi innovativi, che la differenzino sia sul mercato delle nuove installazioni che su quello della manutenzione e degli ammodernamenti degli ascensori esistenti. L’impegno di Schindler nel mondo è garantire una mobilità sicura, efficiente e “smart” alle persone e alle città in continuo sviluppo e rinnovamento. Durante il mio mandato, intendo dare un personale contributo affinché tale impegno si traduca sempre più in realtà al servizio della nostra società”. www.schindler.com/it AUTOMATION TECHNOLOGY
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Robotic Process Automation in crescita Nell’indicare i trend tecnologici innovativi che indirizzeranno la trasformazione aziendale nei prossimi anni, gli analisti non mancano di sottolineare, tra questi, le soluzioni di Robotic Process Automation (Rpa), ovvero l’insieme delle tecnologie che abilitano l’automazione dei processi lavorativi e che sono in grado di sfruttare software intelligenti per eseguire in automatico una serie di attività ripetitive, anche interagendo con altre applicazioni. Si tratta di un mercato in costante crescita, secondo Gartner, la spesa Rpa è aumentata del 57% nel corso dello scorso anno, superando i 680 milioni di dollari. Secondo Market Research Future, da qui al 2023 raggiungerà il valore di oltre 2,7 miliardi di dollari, con un tasso annuo di crescita composto di poco inferiore al 30%. Nord America ed Europa, insieme, sono le aree geografiche che al momento si dimostrano già pronte, e tra i Paesi più ricettivi c’è anche l’Italia, insieme a Germania e UK. Le piccole e medie imprese riescono grazie all’Rpa a superare i limiti dimensionali aziendali, anche semplicemente per quanto riguarda l’allocazione delle risorse e muovere un significativo passo avanti per quanto riguarda lo “snellimento” delle operation. Le grandi aziende innestano una marcia superiore che permetterà di inserire intelligenza in ogni fase incrementando la qualità dei prodotti e dei servizi finali che potrà offrire, in minor tempo e ad un prezzo più basso.
IMPRESE & SCENARI
Effetti del Covid-19 sull’Oil&Gas La crisi del settore Oil&Gas e quella potenziale di alcuni Paesi produttori si aggancia alla riduzione dei consumi nel medio-lungo termine, che singoli eventi come l’epidemia prodotta dal nuovo coronavirus e la rottura dell’equilibrio Opec+ contribuiscono ad anticipare. È questa la sintesi del report con cui Sace (gruppo Cdp) fornisce un outlook generale sulla situazione di uno dei settori più nevralgici e allo stesso tempo più delicati al momento. Oltre il 60% dell’offerta globale di greggio attualmente proviene da Paesi in cui l’export di prodotti petroliferi rappresenta più della metà dell’export complessivo. Verso questi stessi Paesi nel 2019 sono stati diretti 30 miliardi di euro di export italiano. Il dato è chiaro, spiega Sace: cala la domanda perché l’epidemia del nuovo virus ha bloccato le economie, e certi Paesi vanno in difficoltà. Stando ai numeri di Sace “la previsione dà una media 2020 intorno ai valori del 2016 (43-45 dollari al barile), ante-accordo Opec+ e con una domanda in rallentamento, rimane quindi lo scenario di riferimento. Le variazioni rispetto a questo scenario rimangono nell’ordine di ±10 dollari al barile con il caso peggiore (30-35 dollari) in cui la guerra di prezzo si prolunga nel 2021 e quello migliore (50-55 dollari, in linea con i valori del primo bimestre 2020) in cui le divergenze tra Russia e Arabia Saudita si ricompongono intorno alla metà dell’anno”.
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Investimenti nell’industria 4.0: perché è adesso il momento giusto Investire in prodotti tecnologicamente avanzati significa contribuire a diffondere la cultura dell’innovazione e questo è il momento più propizio per farlo: grazie al piano di incentivi per l’Industria 4.0 le imprese hanno oggi la possibilità di dotarsi di beni che siano funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi, avvalendosi nel contempo della possibilità di ammortizzare il costo degli investimenti fino al 270%. Per rientrare nel piano di agevolazioni fiscali, i beni acquistati devono rispettare degli specifici parametri e alcune precise caratteristiche tecniche, tra cui la possibilità che i nuovi macchinari siano interconnessi ai sistemi informatici di fabbrica. Checkpoint Systems, che da 50 anni offre ai propri clienti soluzioni sempre più innovative e intelligenti, in questo frangente si è posta nuovamente come azienda all’avanguardia, sottoponendo i propri prodotti a test e analisi da parte di enti esterni che attestassero il raggiungimento dei parametri richiesti dalle normative vigenti per l’Iperammortamento. Infatti le soluzioni EAS, i sistemi anti-taccheggio, come le antenne, i disattivatori e i verificatori, e i contapersone di Checkpoint Systems sono tutti dotati di attestazioni valide per la predisposizione dei requisiti richiesti per rientrare nel piano di Industria 4.0. Ciò rappresenta per i retailer un notevole vantaggio, perché questo tipo di documentazione agevola il processo di richiesta degli incentivi, facilitandolo enormemente. www.CheckpointSystems.com
IMPRESE & SCENARI
Simulare l’ambiente della fabbrica può correggere errori e migliorare la produzione Originariamente sviluppate come tecnologie per il gioco e l’intrattenimento, la realtà virtuale (VR) e la realtà aumentata (AR) stanno rapidamente guadagnando terreno nel settore della produzione industriale. Il fornitore di componenti per l’automazione EU Automation ne spiega l’utilizzo di fabbrica per migliorare la sicurezza e aumentare la produttività. La realtà virtuale è attualmente utilizzata negli approcci di analisi predittiva. Mentre la ricerca di difetti nella progettazione di un prodotto può richiedere settimane di analisi dei dati, interagire digitalmente con il prodotto consente di individuare un difetto di progettazione in pochi minuti. Lo stesso procedimento può essere applicato ad un’intera linea di produzione. Simulando il processo di produzione in un ambiente virtuale, i produttori sono in grado di rilevare strozzature e aree che richiedono miglioramenti oltre a rilevare in antic le manovre pericolose. Il gigante del settore automobilistico Ford, ad esempio, ha già ridotto gli infortuni dei dipendenti di circa il 70% grazie alla realtà virtuale. La realtà aumentata può agevolare la manutenzione. Ad esempio, le informazioni di cui i tecnici hanno bisogno durante il controllo o la riparazione di una macchina possono essere proiettate direttamente sul componente su cui stanno intervenendo. Allo stesso modo, la realtà aumentata può essere usata per fornire il supporto di esperti senza far spostare gli specialisti da un capo all’altro del mondo. www.euautomation.com AUTOMATION TECHNOLOGY
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INDUSTRY & SOFTWARE
Produzioni complesse e infrastrutture critiche sotto controllo con CIMPLICITY 11 GE Digital e ServiTecno annunciano il rilascio di CIMPLICITY 11, la piattaforma HMI/Scada dedicata alle grandi aziende manifatturiere e alle Utilities, e della sua estensione MES Tracker 11. Le nuove release dei due software offrono alle aziende manifatturiere la possibilità di velocizzare il time-to-market e di migliorare le performance delle operations. Anche le Utilities possono beneficiare delle nuove caratteristiche offerte dalla versione 11 dei due software: migliore visualizzazione, messa in servizio più veloce grazie all’autoconfigurazione, disponibilità di standard aperti e interoperabili e miglioramento dell’esperienza d’uso da dispositivi mobili. CIMPLICITY 11, parte della suite Proficy HMI/SCADA di GE Digital, è la soluzione scelta da alcune delle più grandi aziende manifatturiere e dalle Utility che operano nel settore dei servizi idrici, del trattamento delle acque reflue e dell’energia elettrica. La nuova release permette di ridurre i tempi di risposta degli operatori e di minimizzarne gli errori, aumentando la disponibilità dei sistemi di controllo delle infrastrutture critiche. Tracker 11 è uno strumento che consente di tracciare in tempo reale le lavorazioni in produzione e di gestire l’ordine delle lavorazioni in tutta la struttura produttiva. Parte dell’offerta Proficy Manufacturing Execution Systems (MES) di GE Digital, Tracker 11 è un’estensione di CIMPLICITY pensata per le aziende che si trovano a gestire produzioni complesse e ad alto volume. www.servitecno.it
SOFTWARE
Dall’HMI del futuro all’Edge Computing: la proposta ServiTecno al Forum Software Industriale Dalla nuova release 6.1 di iFIX, l’affermata soluzione HMI SCADA di GE Digital, a Historian 8.0, la soluzione per la raccolta e la storicizzazione dei dati, fino alle nuove architetture basate sull’Edge Computing presentate a Milano, in occasione del Forum Software Industriale da ServiTecno. Il nuovo iFIX 6.1 di GE Digital consente agli operatori di lavorare in modo sempre più smart e alla direzione aziendale di avere visibilità in tempo reale di quello che accade in produzione. L’ultima versione del software, Proficy Historian 8.0, offre notevoli miglioramenti che consentono di aumentare la sicurezza, la semplicità d’uso e le prestazioni del sistema, ma soprattutto rende più veloce e semplice la connessione ai dispositivi IIoT, fondamentale nell’era dell’Industria 4.0, grazie alla disponibilità di un collettore MQTT in grado di inviare i dati al server Proficy Historian o a Predix Time Series. Altra novità è relativa all’esplosione dei big data industriali che sta spingendo sempre di più le aziende a cercare nuove soluzioni che permettano loro di elaborare dati in tempo reale all’interno del perimetro aziendale. Gli edge computer, quindi, diventano sempre di più il cuore pulsante della fabbrica 4.0. ztC Edge è una piattaforma per l’elaborazione dei dati sul campo sicura, facile e veloce da configurare e gestire: una soluzione sulla quale possano girare tutte le applicazioni business critical. www.servitecno.it 84
EDITORIALE DELFINO
INNOVATION NEWS AZIONAMENTI
Simark Controls riceve un altro ordine di follow-up per sistemi VFD completamente integrati Simark Controls riceve un altro ordine di follow-up per sistemi VFD completamente integrati Simark Controls Ltd., consociata di SFC Energy, fornitore leader di soluzioni ibride di celle a combustibile per i mercati della generazione di energia fissa e mobile, ha ricevuto un importante ordine di follow-up per i suoi sistemi di azionamento a frequenza variabile (VFD) completamente integrati da un produttore di petrolio di Alberta. Questi sistemi VFD azionano le pompe utilizzate per sollevare artificialmente il petrolio pesante dai pozzi. Essi riducono significativamente i costi di installazione e di funzionamento. Ulteriori vantaggi sono il miglioramento dei tempi di funzionamento delle pompe, l’ottimizzazione del funzionamento delle pompe e l’aumento della produzione di petrolio. “Siamo entusiasti di ricevere un altro, ancora più grande ordine successivo per le nostre soluzioni di azionamento a frequenza variabile da questo cliente dell’oil&gas”, afferma Martin Curtis, Presidente di Simark Controls. “Con la nostra esperienza in materia di sistemi e di integrazione e le nostre soluzioni di prodotto pulite e innovative, siamo in grado di soddisfare perfettamente la crescente domanda dei produttori di petrolio e gas per una maggiore eccellenza operativa e rispetto dell’ambiente”. www.sfc.com
AZIONAMENTI
Nidec ASI presenta la prima serie di Drive a Frequenza Variabile a bassissimo impatto ambientale monitorati tramite app Nidec ASI - capo azienda della piattaforma Nidec Industrial Solutions del gruppo Nidec ha presentato alla fiera ADIPEC di Abu Dhabi, tra i principali eventi al mondo per l’industria oil&gas, il suo nuovo drive di media tensione a frequenza variabile. Grazie alla costante innovazione sull’elettronica di potenza, l’azienda continua a perseguire una strategia volta a minimizzare l’impatto ambientale delle sue soluzioni garantendo allo stesso tempo altissima efficienza, bassi consumi di energia elettrica, una maggiore compattezza e una perfetta integrazione all’interno dell’installato rispetto alle altre soluzioni presenti sul mercato.. I nuovi drive media tensione VFD AFE transformerless della serie SVFH sono caratterizzati da un’altissima efficienza e permettono un collegamento semplice e diretto alla rete elettrica. Grazie all’eliminazione del trasformatore, Nidec è stata in grado di rendere i drive il 30% più compatti e circa il 60% più leggeri rispetto alle soluzioni con trasformatore, riducendo non solo il fabbisogno di energia, ma anche l’utilizzo di metalli come rame e ferro, difficili da smaltire. Altra importante innovazione dei VFD AFE è la connettività. Questi drive sono infatti dotati di un’app dedicata e dall’interfaccia semplice e intuitiva, che può essere installata su tutti gli smartphone, e che permette di monitorare il funzionamento del sistema, di programmare la manutenzione e di garantire interventi immediati anche da remoto. www.nidec-industrial.com/it/ AUTOMATION TECHNOLOGY
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INDUSTRY & CONNETTIVITÁ
Soluzioni di sviluppo per dispositivi master/slave compatibili con CC-Link IE TSN Mitsubishi Electric ritiene che il protocollo TSN (Time-Sensitive Networking) rappresenti il futuro; per questo sta concentrando le sue attività sulla nuova rete di comunicazione CC-Link IE TSN. Accanto a un portafoglio di prodotti pienamente compatibili, Mitsubishi Electric ha presentato le differenti opzioni di sviluppo disponibili per i produttori di dispositivi. La rete aperta CC-Link Fieldbus è stata sviluppata da Mitsubishi Electric nel 1997 e il protocollo di comunicazione reso disponibile nel 2000, per consentire ai produttori indipendenti di integrare la compatibilità con CC-Link nei propri prodotti. Da allora, è CLPA (CC-Link Partner Association) a occuparsi della gestione e dell’ulteriore sviluppo di questa tecnologia di rete. Secondo Piotr Siwek, Team Leader Marketing di prodotto - Factory Automation EMEA di Mitsubishi Electric “CC-Link IE TSN è una delle reti di comunicazioni più avanzate per il settore industriale. Avere a disposizione una rete così efficiente è fondamentale per noi come full-service provider, poiché consente a tutti i diversi componenti di comunicare efficacemente l’uno con l’altro e supporta il livello ‘edge computing’ altrettanto efficiente”. Mitsubishi Electric svilupperà in collaborazione con gli altri partner CLPA prodotti compatibili con CCLink IE TSN. www.eu.cc-link.org/it
CONNETTIVITÁ
Implementazione di OPC UA su TSN B&R ha aggiunto uno switch Ethernet real-time al proprio portfolio. Il nuovo switch può essere utilizzato per configurare reti utilizzando la soluzione di comunicazione standard OPC UA su TSN, indipendente dal fornitore dei dispositivi collegati. Il suo design e la sua forma si adattano perfettamente al portfolio B&R per un montaggio salvaspazio nel quadro elettrico di ogni macchina. Questo switch TSN consente tempi di ciclo inferiori a 50 µs, offre quattro porte TSN in real-time e una porta Ethernet standard per collegare, ad esempio, un display. Lo switch permette inoltre l’uso di topologie a stella, ad albero o ad anello in aggiunta al daisy-chaining. È possibile collegare in cascata più switch per raggiungere gli armadi remoti o implementare reti real-time grandi e complesse. Anche nodi non TSN possono essere inclusi nella rete tramite lo switch. Oggi l’implementazione di un concetto di macchina modulare è ancora più veloce e facile. Lo switch è completamente integrato nell’ambiente di programmazione Automation Studio di B&R. La configurazione avviene automaticamente. Il dispositivo supporta pienamente un approccio centralizzato alla gestione hardware e software. Lo sviluppo di applicazioni e le configurazioni specifiche della macchina possono essere eseguite offline o online. Lo switch TSN può essere utilizzato anche come switch convenzionale non gestito per reti non in real-time. Non è necessaria alcuna configurazione speciale. www.br-automation.com
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EDITORIALE DELFINO
INNOVATION NEWS CONNETTIVITÁ
Tutti i dati e parametri IO-Link disponibili in un’unica dashboard FieldEcho® è un software tool di Sick per sistemi operativi Windows che migliora l’accessibilità e la trasparenza dei dati (siano essi di processo o di servizio) che arrivano da qualsiasi dispositivo IO-Link installato. Uno dei grandi vantaggi offerti da FieldEcho® è la possibilità di parametrizzare e monitorare tutti i sensori IO-Link collegati nell’impianto, qualunque sia la loro tipologia e marca. Una volta installato, il software si collega via rete Ethernet ai PLC tramite protocollo OPC UA o TCP/IP e mappa automaticamente i dispositivi IO-Link installati sulla macchina, scaricando i rispettivi file IODD (IO-Link Device Description) dal database ufficiale del consorzio. La mappatura permette una facile impostazione dei parametri dei dispositivi. Oltre al risparmio di tempo in fase di commissioning, FieldEcho® ottimizza anche l’accesso ai dati durante il funzionamento della macchina, dal momento che le informazioni di interesse possono essere visualizzate in un’unica dashboard. A questo punto, i dati raccolti dai sensori, siano essi di processo (le informazioni lette e trasmesse dal sensore al master come, ad esempio, la distanza rilevata da sensori laser di misura), servizio (informazioni sul sensore stesso quali il modello, il numero di serie, la descrizione del dispositivo, …) o diagnostica (messaggi di errore o avvisi di manutenzione come quello di ottica sporca), possono essere resi disponibili a un software di livello superiore. www.sick.com/FieldEcho
SENSORI
Imi Precision Engineering presenta la nuova gamma di sensori di pressione con connettività IO-Link IMI Precision Engineering ha ampliato la sua gamma di soluzioni tecnologiche per il monitoraggio della pressione con il lancio di due nuovi sensori di pressione con connettività IO-Link. I nuovi sensori di pressione elettronici 54D e 34D IMI Norgren possono essere utilizzati per monitorare automaticamente i livelli di pressione in un sistema pneumatico o possono essere impiegati per svolgere funzioni di controllo più complesse in applicazioni idrauliche, con acqua o qualsiasi altro fluido. Queste nuove soluzioni sostituiranno la gamma esistente composta di tre sensori con numerosi vantaggi operativi, come semplicità di installazione, tempi di configurazione ridotti tramite pratici pulsanti o in remoto con la connettività IO-Link, funzionalità di acquisizione dei dati prestazionali delle applicazioni e facilità di utilizzo. Il sensore di pressione elettronico 54D IMI Norgren si caratterizza per la semplicità di configurazione e utilizzo. Il suo design leggero e compatto lo rende adatto per il monitoraggio di applicazioni in presenza di vuoto e con aria compressa fino a 16 bar. Grazie alla capacità di gestire intervalli di pressione dal vuoto fino a 600 bar, il sensore di pressione elettronico 34D IMI Norgren è alloggiato in una resistente struttura in acciaio inossidabile. Inoltre, il modello 34D è disponibile in 18 varianti, tutte con connettività IO-Link di serie. www.imi-precision.com AUTOMATION TECHNOLOGY
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INDUSTRY & SEMICONDUTTORI
Power Integrations aumenta a 400 W la potenza gestibile con i circuiti integrati Brid- geSwitch Power Integrations (Nasdaq: POWI), il leader nel settore dei circuiti integrati ad alta tensione per la conversione di potenza a risparmio energetico, oggi ha annunciato che la sua famiglia di circuiti integrati per azionamenti di motori a semionda (IHB) BridgeSwitchTM è stata ampliata e ora è utilizzabile con applicazioni che richiedono potenze sino a 400 W. I circuiti integrati BridgeSwitch presentano FREDFET (Fast Recovery Diode Field Effect Transistor) avanzati high-side e low-side con sistema integrato di rilevazione della corrente senza perdite (loss-less), assicurando un’efficienza dell’inverter sino al 99,2% in applicazioni di coman- do di motori brushless CC (BLDC). Una tale efficienza, ineguagliata nel settore, unitamente alla strut- tura termica distribuita dell’azionamento IHB, elimina la necessità di un dissipatore, riducendo sia che peso che il costo del sistema. I nuovi circuiti integrati BridgeSwitch BRD1167 e BRD1267 da 400 W erogano sino a 1,33 Aeff e una corrente di picco all’uscita CC pari a 11,5 A. Come gli altri componenti della famiglia BridgeSwitch, sono autoalimentati e disponibili nello stesso compatto package a montaggio superficiale InSOP-24C. Questi dispositivi possono comandare motori sincroni o asincroni, ad alta tensione monofase o mul- tifase, e supportano tutti i più diffusi algoritmi di controllo di motori e di microcontroller (MCU). Tutti i BridgeSwitch sono dotati di circuiti di protezione da sovratemperature, sovra/sottotensione e so- vracorrente basate su hardware ciclo per ciclo, il che elimina la necessità di componenti software per molte delle funzioni di protezione, semplificando quindi le procedure di certificazione IEC 60335 e 60730, con conseguente riduzione di tempi e costi. www.power.com
SEMICONDUTTORI
Il nuovo stack di soluzioni mVision di Lattice Lattice Semiconductor Corporation (NASDAQ: LSCC), il leader nello sviluppo di dispositivi programmabili a bassa potenza, oggi ha rafforzato la sua posizione di leader mondiale nello sviluppo di soluzioni per sistemi di visione artificiale embedded basate su FPGA introducendo mVisionTM, uno stack di soluzioni completo consistente di schede modulari di sviluppo hardware, software di progettazione, un portafoglio di IP-core, demo e progetti di riferimento necessari per applicazioni sia di bridging e aggregazione di sensori che di elaborazione delle immagini. Lo stack di soluzioni mVision di Lattice accelera e semplifica la realizzazione di sistemi di visione artificiale embedded quali sistemi avanzati di ausilio alla guida (ADAS, Advanced Driver Assistance Systems), drone e sistemi di realtà aumentata/ virtuale per una varietà di settori – industriale, automotive, consumer, domotica e medico. “Lattice fa ogni sforzo possibile per offrire stack di soluzioni completi, come il pluripremiato sensAI, che accelera l’adozione delle tecnologie dirompenti che danno impulso a una miriade di settori finali”, commenta Deepak Boppana, Sr. Director of Segment and Solutions Marketing presso Lattice Semiconductor. “Con mVision, Lattice porta nel settore dei sistemi di visione artificiale embedded i vantaggi della facilità d’uso dei nostri stack di soluzioni oltre alle prestazioni, all’affidabilità e ai consumi ridotti di potenza resi possibili da Nexus, la nostra nuova piattaforma di sviluppo degli FPGA.” www.latticesemi.com/mvision 88
EDITORIALE DELFINO
INNOVATION NEWS TEST&MEASUREMENT
Nuovo analizzatore di spettro ottico Yokogawa per il rilevamento ambientale e le applicazioni mediche AQ6377 è il primo OSA (Optical Spectrum Analyzer) al mondo che consente l’analisi in modalità laterale dei laser MWIR (Midwave Infrared). Per le applicazioni di rilevamento ambientale i laser vengono sempre più utilizzati per rilevare gas come CO2, N2O e NO. Raggiungono questo obiettivo identificando le linee di assorbimento della lunghezza d’onda dei diversi gas. Tuttavia, le modalità laterali del laser, che sono normalmente difficili da rilevare, riducono la capacità del laser di distinguere tra i vari gas. Nell’intervallo da 3,5 a 5 µm (medio infrarosso), l’AQ6377 è l’unico OSA in grado di analizzare lo spettro di lunghezze d’onda dei laser, comprese le loro modalità laterali, con elevata precisione. Le caratteristiche principali di AQ6377, che insieme offrono la possibilità di visualizzare le modalità laterali dei laser MWIR, includono una risoluzione della lunghezza d’onda di 0,2 nm, un’accuratezza della lunghezza d’onda di ± 0,5 nm, un’elevata gamma dinamica di 50 dB e una sensibilità di livello verso il basso a -60 dBm. “Con l’attenzione globale alla qualità dell’aria e agli effetti dei gas a effetto serra, siamo orgogliosi della nostra capacità di contribuire a migliorare l’accuratezza delle loro misurazioni”, afferma Terry Marrinan, VP Sales & Marketing Yokogawa Europe and South-East Asia: “Creando l’OSA ad alte prestazioni AQ6377 stiamo rispondendo alle esigenze dei clienti che sviluppano soluzioni per il rilevamento ottico del gas e apparecchiature chirurgiche”. www.yokogawa.com
TEST&MEASUREMENT
Aumenta l’efficienza con la potenza quadcore di Rohde&Schwarz La nuova serie di alimentatori R&S NGP800 comprende modelli a due e quattro canali e amplia ulteriormente le funzioni e le prestazioni disponibili per l’alimentazione CC fornita da Rohde & Schwarz. Le serie di alimentatori R&S NGP800 aumentano l’efficienza in qualsiasi laboratorio o linea di produzione che eseguono test e misure che richiedono fino a quattro alimentatori CC indipendenti. Gli utenti beneficiano dell’ampio touchscreen da 5” ad alta risoluzione, che mostra anche statistiche dettagliate. I nuovi modelli R&S NGP800 soddisfano le esigenze degli utenti che cercano dimensioni ridotte per un alimentatore a due o quattro canali indipendenti, con la massima flessibilità per tensioni fino a 250 V, correnti fino a 80 A e potenza fino a 800 W. Ogni canale fornisce fino a 200 W con un massimo di 20 A o 64 V, coprendo anche i 48 V utilizzati in applicazioni automobilistiche e industriali. Per soddisfare in particolare i requisiti sia degli sviluppatori che dei team di controllo della qualità, è possibile impostare nel tempo variazioni della tensione e del livello di corrente utilizzando la funzione QuickArb. L’R&S NGP800 offre sia funzionalità remote avanzate sia tempi rapidi di elaborazione dei comandi che soddisfano pienamente i requisiti dei sistemi ATE o delle linee di produzione. Le interfacce di I/O digitali e di ingresso analogici opzionali ampliano ulteriormente l’ambito delle applicazioni. www.rohde-schwarz.com AUTOMATION TECHNOLOGY
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TORINO MAGICA ED ESOTERICA
TRATTATO DI RADIONICA
Questo testo descrive le proprietà esoteriche e geobiologiche della città di Torino e di tutti i suoi castelli costruiti dalla casa reale dei Savoia, della Basilica di Superga e della Sacra di St. Michele, rilevati mediante tecniche extra sensoriali, radioestesiche e rabdomantiche.
Questo testo rappresenta l'essenza della radionica applicata ai circuiti grafici.
€ 25,00
TVCC
VADEMECUM DI STRATEGIA ESSENZIALE
Il volume affronta lo studio delle principali tecnologie e della normativa alla base della progettazione e realizzazione dei moderni sistemi di videosorveglianza.
Questo vademecum è uno strumento di vera sintesi, semplice e schematico, che intende presentare l’indispensabile per le esigenze di ogni agente sociale operante tra le dinamiche della collettività, ponendo all’orizzonte scopi finalizzati a ruoli di mutanti sociali secondo un proprio credo
€ 27,00
EDITORIALE DELFINO
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VADEMECUM SISTEMI DI SICUREZZA
VADEMECUM SULLE INSEGNE
Questo testo è dedicato a progettisti e installatori e vuole essere un ausilio alla comprensione tecnica dei moderni sistemi di sicurezza antintrusione, antifurto, di controllo accessi, di videosorveglianza e antincendio
Il volume coinvolge il lettore in un viaggio immaginario che, partendo dalla scoperta dei gas nobili e passando attraverso la costruzione delle insegne al neon, giunge fino ai giorni nostri con l’impiego dei moduli LED
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€ 28,00
€ 27,00
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VALUTAZIONE DELLA QUALITÀ CLIMATICA DEGLI AMBIENTI CONFINATI Lo scopo della guida è quella di fornire informazioni pratiche sulla valutazione della qualità del clima interno in edifici nuovi o esistenti. La guida intende fornire un ausilio alla applicazione di procedure e alla definizione di piani di monitoraggio negli edifici
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VOCABOLARIO ELETTROTECNICO Senza l’elettrotecnica il mondo sarebbe diverso da come lo conosciamo. Questa prima edizione del Vocabolario Elettrotecnico Italiano Inglese, pubblicato da Editoriale Delfino tiene conto delle finalità pratiche per una maggiore comodità e rapidità di consultazione da parte degli studenti e degli operatori scolastici.
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VENTILAZIONE E CONDIZIONAMENTO DELL'ARIA La guida propone una formulazione complessiva dei requisiti costruttrici, tecnici ed organizzativi legati all'igiene, che devono essere rispettati nella progettazione, produzione, esecuzione, conduzione e manutenzione degli impianti di ventilazione e condizionamento dell'aria con lo scopo principe di tutelare la salute degli utenti.
€ 24,00
YOGA E DANZA
Il volume affronta lo studio delle principali tecnologie e della normativa alla base della progettazione e realizzazione dei moderni sistemi di videosorveglianza.
€ 24,00
A SYMPHONY FOR ENERGY: CO2 IN GOODS
ACCUMULATORI ELETTRICI
“The answer doesn’t lie in the ideological debate characterizing these topics, between realists and environmentalists; maybe the answer is much more simple, like the parable of the talents: we have the instruments, renewables, energy efficiency, the interest and the economic power.
In questo testo vengono indicati gli elementi costituivi degli accumulatori al piombo, al nichel cadmio, al nichel idruri metallici e al litio.
€ 19,00
€ 22,00
WWW.LONDABOOKS.COM
AUTOMATION TECHNOLOGY
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AIS ISA NEWS
EMEA D12
AIS (Associazione Italiana Strumentisti) è un’associazione senza fini di lucro che si propone l’accrescimento e la diffusione di nozioni relative a strumenti e sistemi di misura e controllo attraverso convegni, seminari e pubblicazioni. I.S.A. Italy Section è la Sezione Italiana dell’ISA–The International Society of Automation che conta circa 40.000 soci, professionisti che operano nel settore della strumentazione e del controllo di processo. Scopo dell’Associazione è offrire agli iscritti un continuo aggiornamento professionale, organizzando corsi, convegni e giornate di studio ed assicurando l’accesso agli Standard ISA, riferimento mondiale del settore.
CALENDARIO EVENTI 2020
Consulta il sito www.aisisa.it/descrizione-eventi
Contatti Viale Campania, 31 20133 Milano, Italy Tel +39 02 54123816 - Fax +39 02 54114628 AIS: ais@aisisa.it - ISA: isaitaly@aisisa.it 92
EDITORIALE DELFINO
Seguici su
CHI SIAMO CHI SIAMO AIS -- associazione Associazione italiana Italiana strumentisti Strumentisti è è un’associazione un’associazionesenza senzafini finididilucro lucroe esi sipropone propone diffusione il perfezionamento di informazioni AIS la la diffusione e il eperfezionamento di nozioni relative relative alla teoria, progetto, costruzione impiego degli strumenti misura ine uso di controllo in uso nella tecnica scienzaineItalia. nella tecnica in Italia. alla teoria, progetto, costruzione ed impiego ed degli strumenti di misura e didi controllo nella scienza e nella SERVIZI SERVIZI e Tavole Rotonde su argomenti tecnicitecnici specifici, con minimostre. ■ Giornate GiornatedidiStudio Studio e Tavole Rotonde su argomenti specifici, con minimostre. Corsi per giovani Strumentisti ■ Corsi per giovani Strumentisti Seminari di Aggiornamento. ■ Promozione Seminari didiAggiornamento. Comitati di Studio. ■ Divulgazione Promozione didimemorie Comitatie di Studio. scientifiche. pubblicazioni ■ Attività Divulgazione memorie e pubblicazioni scientifiche. culturalidi e gite con visita ad impianti industriali ■ Indice Attivitàmerceologico culturali e gite visita ad impianti industriali con con SupplHi legale Studio Facchinetti ■ Assistenza Indice merceologico con SupplHi
■ Assistenza legale Studio Facchinetti
VANTAGGI Essere sempre aggiornati sugli argomenti più importanti e innovativi. VANTAGGI Avere un collegamento diretto con professioniti che operano nel settore ■ Essere sempre aggiornati sugli argomenti più importanti e innovativi. Essere parte di una rete composita che include società di produzione, fornitori e società di progettazione ■ Avere unlacollegamento professionisti che operano nel settore Ricevere pubblicazione diretto tecnica con “Automazione e Strumentazione”
■ Essere parte di una rete composita che include società di produzione, fornitori e società di progettazione
■ Ricevere le Epubblicazioni tecniche “Automation Technology” “Automazione e Strumentazione” ISCRIZIONI QUOTE Ci si iscrive come Socio Individuale (Persona) o come Socio Collettivo (Società) L’iscrizione si E effettua versando la quota associativa e compilando ed inviando il Modulo ISCRIZIONI QUOTE Ci si iscrive come Socio Individuale (Persona) o come Socio Collettivo (Società) L’iscrizione si effettua versando la quota associativa e compilando ed inviando il Modulo QUOTE ANNUALI Socio Individuale € 55,00 Socio Studente € 10,00 QUOTE ANNUALI Socio (capitale fino a € 51.000) € 200,00 iscrive 3 persone SocioCollettivo Individuale € 55,00 Socio (capitale oltre € 51.000) € 400,00 iscrive 5 persone SocioCollettivo Studente € 10,00 Socio Collettivo (capitale fino a € 51.000) € 200,00 iscrive 3 persone
Le quote Associative potranno essere versate : Socio Collettivo (capitale oltre € 51.000) € 400,00 iscrive 5 persone direttamente presso la sede dell’ Associazione, con assegno bancario intestato ad A.I.S. Associazione Italiana Strumentisti con bonifico bancario su BANCA PROSSIMA - Milano | IBAN IT02 S033 5901 6001 0000 0119 766 Le quote potranno versate: oppure associative presso la segreteria delleessere Delegazioni Zonali.
■ direttamente presso la sede dell’Associazione, con assegno bancario intestato ad A.I.S. Associazione Italiana Strumentisti
Si l’opportunità persu i soci collettivi di far partecipare alle iniziative dell’ Associazione qualsiasi dipendente con la sola aggiunta di 100,00 Euro/anno ■ aggiunge con bonifico bancario BANCA PROSSIMA - Milano | IBAN IT02 S033 5901 6001 0000 0119 766 (senza il pagamento quota associativa individualeZonali. per il dipendente non compreso nei tre/cinque nomi indicati all’inizio dell’anno in caso di partecipa■ oppure presso ladella segreteria delle Delegazioni zione alle nostre iniziative). L’associazione si rinnova annualmente e ha validità per l’anno solare in corso (V.Statuto) Si aggiunge l’opportunità per i soci collettivi di far partecipare alle iniziative dell’Associazione qualsiasi dipendente con la sola aggiunta Con l’associazione il socio ottiene inoltre l’invio della rivista “Automazione e Strumentazione” (mensile) e l’Annuario GISI (annuale), oltre al Notiziario GISI di 100,00 Euro/anno (senza il pagamento della quota associativa individuale per il dipendente non compreso nei tre/cinque nomi indicati (mensile) da scaricare dal sito del GISI www.gisi.it dell’anno in caso di partecipazione nostre iniziative). Ilall’inizio Socio viene anche informato delle iniziative svoltealle dalle associazioni aderenti ad A.I.S.
L’associazione si rinnova annualmente e ha validità per l’anno solare in corso (V.Statuto) Con l’associazione il socio ottiene inoltre l’invio delle riviste “Automation Technology” e “Automazione e Strumentazione”. Il Socio viene anche informato delle iniziative svolte dalle associazioni aderenti ad AIS.
CONTATTI
Contatti: Viale Campania, 31-20133 Milano Viale Campania, 3120133 Milano Tel. +39 02 54123816 | Fax +39 02 54114628 Tel. +39.02.54123816 | Fax +39.02.54114628 www.aisisa.it | ais@aisisa.it
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AUTOMATION TECHNOLOGY
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CHI SIAMO ISA è un’associazione non-profit di professionisti che operano nel campo della strumentazione, del controllo di processo e dell’automazione. La Sezione CHI SIAMOItaliana ISA offre un continuo aggiornamento professionale tramite Convegni, giornate di studio e accesso agli Standards ISA, riferimento mondialenon-profit del settore. ISA è un’associazione di professionisti che operano nel campo della strumentazione, del controllo di processo e dell’automazione. La Sezione Italiana offre un continuo aggiornamento professionale tramite Convegni, giornate di studio e accesso agli Standards ISA, riferimento monSERVIZI diale del settore.
■ Invio gratuito del mensile “INTECH”, anche online, accesso a ISA-ON LINE, network informatico che permette un facile accesso all’informazione ISA, e a In Tech Weekly e-newsletter. SERVIZI ■ Sconti su pubblicazioni tecniche, supporti didattici e standard ISA, corsi e trainings condotti da provati esperti (in inglese) Invio gratuito del mensile “INTECH”, anche online, accesso a ISA-ON LINE, network informatico che permette un facile accesso all’informazione ISA, ■ Organizzazione a livello nazionale ed internazionale di simposi e conferenze. e a In Tech Weekly e-newsletter. ■ Accesso on line a “Directory of Instrumentation”, la più completa fonte di riferimento per la strumentazione industriale e alla consulta Sconti su pubblicazioni tecniche, supporti didattici e standard ISA, corsi e trainings condotti da provati esperti (in inglese) zione di tutti gli Standard ISA online.
Organizzazione a livello nazionale ed internazionale di simposi e conferenze. ISCRIZIONI Accesso on line a “Directory of Instrumentation”, la più completa fonte di riferimento per la strumentazione industriale e alla consultazione di tutti gli Standard ISA ondine. Sono previste diverse categorie di soci quali: studente, senior, qualificato, a vita, onorario. I soci possono:
■ partecipare alle Assemblee della Sezione con diritto di voto;
ISCRIZIONI ■ essere eletti alle cariche della Sezione; Sono previste diverse categorie di soci quali: studente, senior, qualificato, a vita, onorario. I soci possono: ■ ricevere gratuitamente la rivista della Società; ■ godere partecipare Assemblee Sezione con diritto voto; e su quelle pubblicazioni di altre Associazioni o Società sulle quali la Società deglialle sconti su tuttedella le pubblicazioni della di Società privilegio di sconto; abbia essere eletti alle cariche della Sezione; sullelaattività Società e della Sezione; ■ essere ricevereaggiornati gratuitamente rivista della della Società; agevolazioni o sconti per la partecipazione alle attività culturali della Sezione. ■ ottenere godere degli sconti su tutte le pubblicazioni della Società e su quelle pubblicazioni di altre Associazioni o Società sulle quali la Società abbia privilegio di sconto; QUOTE essereANNUALI aggiornati sulle attività della Società e della Sezione; ISA Italy Section:o sconti per la partecipazione alle attività culturali della Sezione. Socio ottenere agevolazioni
■ U.S. $ 120,00 per rinnovo annuale diretto con ISA Stati Uniti (solo con carta di credito tramite il sito www.isa.org) ■ Euro 120,00 per rinnovo annuale attraverso la nostra segreteria
QUOTE ANNUALI ■ U.S. $ 225,00 / Euro 225,00 rinnovo biennale Socio ISA Italy Section: ■ U.S.$ 315,00 / Euro 315,00 rinnovo triennale U.S. $ 120,00 per rinnovo annuale diretto con ISA Stati Uniti (solo con carta di credito tramite il sito www.isa.org) Euro 120,00 per rinnovo annuale attraverso la nostra segreteria Socio ISA Sezione Studenti: ■ U.S.$ U.S. $10,00 225,00– /[€ Euro 225,00 10,00] perrinnovo rinnovobiennale annuale attraverso la nostra segreteria (la rivista InTech solo online) È stata U.S.$introdotta 315,00 / Euro 315,00 rinnovo triennale una nuova categoria di “Socio Studente Virtuale” al costo di € 15,00.
■ Divisioni: U.S. $ 10,00 / [€ 10,00].
Socio ISA Sezione Studenti: Per bonifici: BANCA POPOLARE DI MILANO – AG.20 –Via Montegani, Milano IBAN IT71 L 05584 01620 000000012687. U.S.$ 10,00 – [Euro 10,00] per rinnovo annuale attraverso la nostra segreteria (la rivista InTech solo online) E’ stata introdotta una nuova categoria di “Socio Studente Virtuale” al costo di Euro 15,00. Divisioni : U.S. $ 10,00 / [Euro 10,00]. Per bonifici : BANCA POPOLARE DI MILANO – AG.20 –Via Montegani, Milano IBAN IT71 L 05584 01620 000000012687.
Contatti: Viale Campania, 31-20133 Milano Tel. +39 02 54123816 | Fax +39 02 54114628 CONTATTI www.aisisa.it | isaitaly@aisisa.it 94
Viale Campania, 31- 20133 Milano Tel. +39.02.54123816 | Fax +39.02.54114628 EDITORIALE DELFINO www.aisisa.it | isaitaly@aisisa.it
ABOUT ISA Founded in 1945, the International Society of Automation is a leading, global, nonprofit organization that is setting the standard for automation by helping over 30,000 worldwide members and other professionals solve difficult technical problems, while enhancing their leadership and personal career capabilities. Based in research Triangle Park, North Carolina, USA, ISA develops: Saudi Aramco takes a pride in playing an effective role in the birth of this ISA SAS Chapter standars; certifies industry professionals; provides education and training; ISA Section Leaders published books and technical articles; Position Name hosts conferences and exhibitions for automation professionals. President Soloman M. Almadi ISA started as the instrument Society of America but the name was changed to The International Society for measurement and Control at the end of 1994 to reflect the global nature of the organization. The name was again changed in 2008 to International Society of Automation. ISA is the founding sponsor of the Automation Federation . www.automationfederation.org). www.isa.org ISA SAUDI ARABIA The Saudi Arabia Section of ISA was officially formed on October 24, 1980 by few forward-looking instrument engineers in Saudi Aramco. The goal of the Saudi Arabia Section is to provide a forum for achieving the fundamental objective of ISA, which is to advance and reinforce the art, science and technology related to instrumentation, systems and automation for the benefit of mankind. The Saudi Section strives to achieve this goal by encouraring social and technical interaction and the exchange of ideas and infomation among automation professional throughout Saudi Arabia. www.isasaudi.org
Vice President
Ghulam Rasul
Secretary
Chan Miller
Treasurer
Luay H. Al-Awami
Delegate
Luay H. Al-Awami
Program Chair
Abddullah Al-Nufaii
Education Chair
Abdullah Alkhalifah
Membership Chair
Sinan Hannouneh
ISA News Letter
Khalid Al-Usail
ISA News Letter
Abddullah Al-Nufaii
Women Engineers Chair
Maha A. Abduh
Western Region Academia Chair
Dr. Fahd Ahmed Banakhr
Western Region Industry Chair
Rizwan Ahmed Mirza
Corporate Relation Chair
Fouad Al-Khabbaz
Corporate Relation Chiar
Mohammed A. Al- Saeed
WebMaster
Saiful Chowdhury
Exhibit Chair
Abdullah H. Al-Khalifah
Marketing Chair
Muhammad Al-Khalifah
Student Section Liaison
Abdullah Alkhalifah
Past President
Abdullah Alkhalifah
Publisher
Muhammad Aljaali AUTOMATION TECHNOLOGY
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SAVE THE DATE 2020 EVENTS&EXHIBITIONS 9 - 11 June – Calgary (Canada) GLOBAL ENERGY SHOW www.globalenergyshow.com
29-31 October - Parma (Italy) MECSPE www.mecspe.com
13 - 15 August – Nairobi (Kenya) OIL & GAS EXPO www.expogr.com/kenyaoil
3 - 6 November – Rimini (Italy) KEY ENERGY www.keyenergy.it
31 August – 3 September – Stavanger (Norway) ONS www.ons.no
9 - 12 November – Abu Dhabi (UAE) ADIPEC www.adipec.com/
7 - 11 September – Munchen (Germany) IFAT www.ifat.de/en/
20 - 21 November – Bari (Italy) SMART BUILDING LEVANTE www.smartbuildingitalia.it
15 – 19 September – Shangai (China) INDUSTRIAL AUTOMATION SHOW www.industrial-automation-show.com/EN/
24 - 26 November – Nuernberg (Germany) SPS www.sps.mesago.com/nuernberg/en.html
Upcoming date 16 - 17 September - Milan (Italy) AUTOMATION INSTRUMENTATION SUMMIT www. automationinstrumentationsummit.com
25 - 26 November – Beijing (China) GAS ASIA SUMMIT www.gasasiasummit.com
28 - 20 September - Parma (Italy) SPS ITALIA www.spsitalia.it
26 November – S. Donato Milanese (Italy) MCT PETROLCHIMICO www.mctpetrolchimico.com
20 - 21 October – Verona (Italy) SAVE www.exposave.com
1 - 4 December - Lyon (France) POLLUTEC www.pollutec.com
21 - 24 October – Bologna (Italy) SAIE www.saiebologna.it
6-10 December - Houston (USA) WORLD PETROLEUM CONGRESS www.wpc2020.com
27 - 29 October - Milan (Italy) EUROPEAN UTILITY WEEK www.enlit-europe.com/euw
Due to the spread of the Coronavirus some of the scheduled events may be cancelled or subject to date changes. Please, periodically visit the event sites to be informed of any changes.
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EDITORIALE DELFINO
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Editoriale Delfino ET N R E
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EDITORIALE DELFINO SRL Via Aurelio Saffi, 9 - 20123 Milano Tel. 02 95784238
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Year 2019 | September October | Issue 4
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IL CARTOLIBRAIO
_TECNOLOGIA&NORMATIVE Intervista a Auma Italiana _I 5 driver che rimodelleranno I cinque driver che rimodelleranno il settore dell’Oil & Gas | Misure di il settore dell’Oil&Gas pressione | Finto testo | Da sostituire con quello | _PROGETTAZIONE Corretto con notizie Efficienza e innovazione con il BIM _I 5 driver che rimodelleranno il settore dell’Oil&Gas _JOB CONSULT I benefici dello Smart Working _I 5 driver che rimodelleranno il settore dell’Oil&Gas
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Organo ufficiale della Federazione Cartolai
_OIL&GAS Arriva la rivoluzione digitale
_I 5 driver che rimodelleranno il settore dell’Oil&Gas Anno IV - n. 11 - ottobre/novembre 2019
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Editoriale Delfino
Industrial Technologies | Asset Management | Digital Transformation
Industrial Technologies | Plant & Asset Management | Digital Transformation
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ANNO 54 Settembre-Ottobre 2019
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LNG Storage and Regasification Safety and quality are paramount for storage and handling of liquified gases. SAMSON product range includes: • AXYAL FLOW Valves •
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Low temperature Valves Pressure regulators and level meters
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