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Mercati Le private label conquistano sempre più spazio nel mercato dei latticini freschi
Le private label conquistano sempre più spazio nel mercato dei
Latticini freschi
Si assiste da tempo a un’evoluzione della marca del distributore che, diversamente dal passato, non presidia più soltanto i segmenti base e i primi prezzi, ma è sempre più presente nelle fasce premium, nelle produzioni certificate, nelle specialità territoriali e nelle referenze maggiormente innovative in termini di servizio e di packaging.
Il lockdown e le altre misure per arginare l’emergenza sanitaria hanno dato grande impulso ai consumi domestici dei formaggi, soprattutto dei latticini, sia a marca industriale sia private label. Da gennaio a giugno del 2020, infatti, secondo i dati elaborati da Iri e Gfk diffusi da Assolatte, le vendite dei formaggi nella distribuzione moderna sono aumentate dell’11,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e, tra i prodotti più consumati, al primo posto c’è la mozzarella da cucina (+67,7%), seguita da mascarpone (+50,6%),
Coop
u Durante il lockdown nazionale le vendite di formaggi freschi a marchio hanno registrato incrementi oltre il +50%; u Da gennaio a settembre 2020 le vendite di formaggi freschi in Coop hanno registrato +14%, mentre i prodotti a marchio hanno fatto segnare +26%; u Da gennaio a settembre 2020 i latticini private label Coop sono cresciuti più del prodotto di marca, sia a valore sia a volume.
formaggi fusi in fette (+20,7%), mozzarella vaccina (+18,2%) e formaggi a pasta filata (+17,5%), tutti nettamente al di sopra della media del comparto. Anche nel mercato dei latticini e dei formaggi, così come in molti altri del largo consumo confezionato, si assiste da tempo a un’evoluzione della marca del distributore che, diversamente dal passato, non presidia più soltanto i segmenti base e i primi prezzi, ma è sempre più presente nelle fasce premium, nelle produzioni certificate, nelle specialità territoriali e nelle referenze maggiormente innovative in termini di servizio e di packaging. Oggi la quota raggiunta dalle private label in Gdo all’interno del mercato dei formaggi e dei derivati del latte è in continua crescita e si attesta sul 20% circa, sia a valore sia a volume, un’incidenza che risulta molto accentuata in diversi latticini come il burro, la mozzarella, la panna fresca, la ricotta e lo yogurt magro.
IL LOCKDOWN HA SPINTO ANCHE I CONSUMI DEI FORMAGGI MDD «In generale la categoria è in forte crescita – afferma Filippo Capellupo, category manager del settore freschi mdd di Selex – e le private label hanno un tasso superiore al mercato con conseguente aumento della loro quota. La tendenza all’acquisto delle referenze a nostro marchio si è accentuata nei primi mesi del 2020 e si è consolidata in quelli successivi. In particolare risalto sono le performance di mozzarelle, yogurt, ricotte e crescenze, un dato che leggiamo come conferma della consapevolezza da parte dei consumatori del rapporto qualità/prezzo ottimale dei nostri prodotti». Anche in casa Coop, in cui le performance di vendita di formaggi e latticini vengono gestite in due aree differenti, i prodotti a marca del distributore corrono più della media delle categorie di riferimento. «Da gennaio a settembre 2020, il dato delle vendite dei formaggi freschi è molto positivo – afferma Danilo Pini, responsabile
Carrefour Italia amplia l’offerta del benessere
La proposta a marchio Carrefour Italia nel mercato dei latticini e dei formaggi freschi sta mostrando in questi mesi performance molto positive e si sta allargando con novità soprattutto nei segmenti del benessere. «Tutti i nostri prodotti private label, grazie al contenuto di servizio e all’ottimo rapporto qualità/prezzo, registrano tassi di crescita importanti – spiega Marco Selmo – sulla categoria stiamo cercando di lavorare per ampliare l’offerta assortimentale garantendo la massima copertura delle unità di bisogno, in particolare su estensioni di linee come sul “senza lattosio” o sul “light”. Altro tema per noi estremamente importante e oggetto di sviluppo è l’origine italiana delle materie prime e, quindi, l’italianità dell’offerta all’interno del nostro assortimento di prodotto a marchio».
del reparto formaggi di Coop Italia – e registra un +14% sia a valore sia a volumi rispetto allo stesso periodo del 2019, con il prodotto a marchio che cresce del 26%, contribuendo significativamente al risultato complessivo. Occorre naturalmente precisare che su questi dati ha inciso in misura determinante il lockdown nazionale con incrementi oltre il +30% e del +50% sui prodotto a marchio».
NEI LATTICINI LA PRIVATE LABEL CRESCE PIÙ DEL PRODOTTO DI MARCA Analogo il discorso per i latticini industriali, sempre in Coop, anche se le dinamiche sono diverse all’interno delle singole categorie. «Si tratta di un settore che nel complesso sta performando molto bene – spiega Doriana De Pascalis, responsabile del reparto latticini di Coop Italia – con trend a volume che vanno dal +12,6% dei grassi al +7,2% delle bevande vegetali e al +3,2% del latte, per finire con il +2,5% dello yogurt. Il risultato di quest’ultima categoria è da considerarsi alquanto positivo se si tiene conto della quasi totale assenza di innovazione recepita nel 2020 e dell’importanza della stessa quale elemento trainante le vendite. I numeri sono ancora più positivi se si analizza l’andamento della nostra private label che cresce più del prodotto di marca, sia a valore sia a volume. Unico neo negativo le vendite del latte fresco che, a causa delle restrizioni dovute al Covid, sono crollate drasticamente pur se ampiamente compensate dal latte a lunga conservazione che è cresciuto di circa il 10% sia a volume sia a valore».
TOP 5 DEI PRODOTTI MDD IN CRESCITA
+67,7% mozzarella da cucina +50,6% mascarpone +20,7% formaggi fusi in fette +18,2% mozzarella vaccina +17,5% formaggi a pasta filata
Una private label sempre più “green” per Coop Già da tempo Coop realizza i suoi prodotti a marchio utilizzando materia prima italiana, con fornitori certificati e controlli molto rigorosi lungo tutta la filiera, inoltre è ed è sempre stata un’azienda molto attenta all’ambiente, basti pensare all’attuale campagna di comunicazione “Una buona spesa può cambiare il mondo”. «Il nostro prodotto a marchio richiama in sé tutti i nostri valori – spiega Doriana De Pascalis – quindi anche nei prossimi sviluppi si darà massima attenzione all’aspetto ambientale. Siamo infatti al lavoro per allargare l’offerta del benessere, ma anche quella del premium e dei prodotti ecologici e/o legati alla territorialità. Le innovazioni passano inevitabilmente anche dal pack che diventa sempre più sostenibile: dai brik del latte compostabili alla plastica R-Pet, per finire col vasetto dello yogurt in carta al posto del classico in plastica, una soluzione a cui stiamo lavorando». PRIVATE LABEL A CONFRONTO
LATTICINI MDD APPREZZATI ANCHE COME INGREDIENTI Le mutate abitudini d’acquisto dei consumatori costretti dall’emergenza sanitaria a trascorrere più tempo nelle proprie mura domestiche rispetto al passato ha sicuramente contenuto le dinamiche di vendita di molti prodotti dalla shelf-life limitata, anche se diverse referenze hanno beneficiato dell’aumento delle preparazioni gastronomiche casalinghe. «La categoria dei latticini freschi quest’anno registra buoni tassi di crescita a valore e a volume, sia all’interno della nostra insegna sia nel mercato complessivo – afferma Marco Selmo, direttore freschi libero servizio e surgelati di Carrefour Italia – in particolare su alcuni segmenti dei prodotti di base utilizzati come ingredientistica. Nei nostri punti vendita registriamo una private label che cresce in modo leggermente maggiore rispetto al totale categoria, stiamo quindi guadagnando quota con il nostro marchio privato all’interno dei vari segmenti».
Selex: top latticini
Nel 2020 tra i latticini private label di Selex crescono soprattutto le performance di mozzarelle, yogurt, ricotte e crescenze.
LA PANDEMIA INFLUENZA ANCHE LA SPESA PRIVATE LABEL Secondo Samanta Brasiello, buyer marca privata libero servizio di Iper La grande i (Gruppo Finiper), va comunque evidenziato che, di per sé, questo periodo non può che essere considerato come extra-ordinario, sottoposto a dinamiche di spesa molto particolari data la gestione della nostra quotidianità e delle nostre routine familiari in maniera totalmente diversa dal solito: «È indubbio, quindi, che anche la categoria dei latticini stia risentendo di questi inusuali comportamenti di acquisto e in modo tutto sommato positivo. Parliamo infatti di prodotti che, tendenzialmente, si caratterizzano per la presenza costante nel paniere delle famiglie. Leggiamo valori positivi in tutto il comparto, con alcune referenze che guidano questi incrementi: in particolare, si registra una forte crescita delle vendite di latte Uht, preferito a quello fresco proprio per le caratteristiche di maggiore conservabilità, della mozzarella vaccina, probabilmente per un aumento dell’impiego in preparazioni casalinghe, e dei formaggi duri con i grattugiati. La nostra private label è perfettamente allineata a queste crescite».
L’ITALIANITÀ DELLE MATERIE PRIME È SEMPRE TRAINANTE Tra i principali requisiti che oggi il consumatore ricerca nei latticini freschi che acquista quotidianamente, compresi quelli a marca del distributore, c’è sicuramente l’italianità dei prodotti. «Per le nostre private label abbiamo da tempo scelto di utilizzare latte italiano – afferma Filippo Capellupo di Selex – riteniamo importante garantire e comunicare l’origine della materia prima, crediamo che l’italianità sia più che mai un valore riconosciuto. Dove possibile, inoltre, cerchiamo di offrire prodotti con packaging a minore impatto ambientale e con grammature ridotte affinché ci sia un utilizzo integrale del prodotto acquistato: l’attenzione a non sprecare il cibo è un atteggiamento ormai sempre più consolidato nei consumatori».
NEL SEGNO DELLA TRADIZIONE CULINARIA ITALIANA Anche il rispetto delle nostre tradizioni gastronomiche è un tema “caldo” nel mercato dei latticini e dei formaggi freschi. «Con la nostra private label rispondiamo pienamente in quei comparti alimentari che confermano il loro radicamento nella tipica cucina italiana e di carattere più familiare – spiega Samanta Brasiello di Iper La grande i – compresa la categoria dei prodotti lattiero-caseari che è assolutamente “matura”: latte, burro, yogurt, panna e formaggi risultano essere alimenti immancabili e indispensabili nel frigo e nella dispensa di casa, a maggior ragione in questo periodo in cui le liste della spesa si allungano con i prodotti più consolidati per ridurre le frequentazioni del supermercato».
20%
La quota della private label nel mercato dei formaggi e dei derivati del latte (in costante crescita)
+11,6%
Vendite di formaggi in Gdo nel primo semestre 2020
NON SOLO CONVENIENZA PER I LATTICINI A MARCHIO IPER
In questo periodo complicato in termini economici e sociali, con la sua offerta private label Iper punta a soddisfare le esigenze e le necessità di tutti i propri clienti. «L’intero nostro assortimento è orientato proprio a questo – spiega Samanta Brasiello – a partire dal nostro marchio Valis che offre un ottimo rapporto qualità/prezzo e completa l’offerta dei prodotti a marchio con un’ampia gamma di articoli che si posizionano al livello più conveniente di tutto il mercato. Il marchio insegna (Iper) è dedicato alla valorizzazione dei prodotti italiani, sui quali c’è una grande attenzione da parte del consumatore. Abbiamo lavorato anche in riferimento a un focus sulle referenze senza lattosio che, seppur dedicate a una specifica clientela, stanno trovando grande e diffuso riscontro. Senza dimenticare la nostra attenzione tutta particolare a grammature coerenti con le dinamiche di consumo sia di tipo familiare che monoporzione».
Iper: top lattiero-caseario
La private label lattiero-casearia di Iper La grande i cresce soprattutto nel latte Uht, nella mozzarella vaccina e nei formaggi duri grattugiati
CRESCONO IL “LOCAL” E LA SFERA SALUTISTICA Secondo Doriana De Pascalis di Coop, il consumatore è sempre più esigente e ha imparato a leggere bene le etichette, perciò cresce la richiesta di prodotti 100% italiani, ma ancor più di alimenti “local” e, laddove possibile, realizzati con materie prime premium come latte di montagna o della Valtellina, yogurt da latte fieno ecc.: «In grande crescita anche la richiesta di prodotti legati al benessere e alle intolleranze: i “senza lattosio” in primis, in forte slancio anche il segmento del kefir, nonché le referenze ad alto contenuto proteico, ma magre al tempo stesso. In leggera flessione, invece, il biologico un po’ in tutte le categorie, forse a causa del prezzo più sostenuto rispetto all’equivalente prodotto convenzionale, soprattutto in un contesto di forte incertezza economica come quello che stiamo vivendo».
L’ALTO CONTENUTO DI SERVIZIO GUIDA ANCHE LE PRIVATE LABEL Escludendo per un attimo l’effetto Covid, secondo Marco Selmo di Carrefour Italia le principali novità nel mercato dei latticini sono legate ai prodotti ad alto contenuto di servizio e ai trend che hanno registrato crescite negli ultimi anni, come per esempio tutto il mondo del “fuori casa” (snacking) o del “pronto in casa” (ready-to-cook): «Altro tipo di innovazione, se così si può dire, è l’estensione di linee di prodotti che vanno nell’ottica del “senza lattosio” oppure di referenze fresche legate alla sfera del “light” a base di latti alternativi a quello vaccino, come quello di capra. Spunti interessanti arrivano anche dalla richiesta di riduzione delle quantità di prodotto e degli imballi per sostenere la lotta allo spreco alimentare. Con le nostre private label svilupperemo progetti che consentano di seguire proprio queste evoluzioni di mercato».l
Fabio Massi, giornalista specializzato nei temi del mondo del retail e del mass market.