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L’opinione

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Matteo Foschi è un professionista del verde che usa i social come parte integrante della sua attività. Lo abbiamo intervistato per sapere come e perché ha usato Instagram per farsi conoscere

di Marta Meggiolaro

La pagina Instagram del suo studio milanese di progettazione e realizzazione di giardini e spazi verdi, Odd Garden, conta 10.000 follower, il suo profilo personale 6.000 ed entrambi godono di una buona dose di interazione reale. Stiamo parlando di Matteo Foschi, lo presentiamo come esempio di chi considera l’impegno sui social come una parte fondamentale della propria attività.

Partiamo dal nome, cosa significa Odd Garden?

Odd Garden è uno studio di progettazione che si occupa di verde a 360°, da terrazze e giardini a installazioni artistiche. Odd vuol dire dispari, nel senso di non-pari, qualcosa di strano, qualcosa che non è conforme alla norma, fuori dagli schemi. È un aggettivo che mi è sempre piaciuto. Inoltre, dal punto di vista grafico mi piace l’interazione delle due iniziali, O e G.

Come sei arrivato a fare il progettista del verde?

Ho frequentato la Scuola Agraria del Parco di Monza. Prima ero un giocatore professionista di rugby e già all’epoca la dimensione del verde mi era familiare; molti giocatori erano anche giardinieri o appartenevano al mondo del verde, oltre al fatto che ci sono degli elementi di continuità fra

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le due professioni, rugbista e il garden designer: il contatto con gli elementi, terra, acqua, erba e il contesto curato dal punto di vista paesaggistico. A 35 anni mi sono rotto un braccio e ho capito che la mia carriera sportiva era giunta al termine. Ho iniziato a riflettere sul futuro e la scelta di sviluppare un mio progetto green è arrivata in modo del tutto naturale. Un’importante ispirazione è stata la famiglia: mia madre, architetto urbanista, mio padre ingegnere meccanico, sono entrambi professori universitari: la progettazione ce l’abbiamo nel sangue. Da bambino disegnavo sul tecnigrafo e passavo le vacanze a gironzolare con mia madre per diverse città in giro per il mondo a osservare palazzi, strutture, parchi, musei e… rotatorie. All’inizio per me è stato fondamentale approfondire diversi aspetti di questo lavoro, mi sono rimboccato le maniche e ho conseguito un diploma che mi desse le basi necessarie per proseguire con il mio progetto. Ho avuto la fortuna di incontrare persone che mi hanno dato fiducia da subito, questa è stata la cosa più importante, prima ancora che io dimostrassi a me stesso di potercela fare, di essere capace. Spero di non aver deluso le aspettative.

I social sono sempre stati parte del progetto Odd Garden? Hai iniziato subito a raccontare di voi?

In qualche modo sì. Ancora prima che il sogno diventasse realtà,

Nelle foto di queste pagine alcuni progetti realizzati da Odd Garden.

fotografavo piante e mettevo l’hashtag #oddgarden. Il mio profilo IG è stato essenziale, anche se non ho spinto su questo versante fin da subito. Non volevo essere un talent da social network, volevo essere conosciuto e riconosciuto per quello che faccio ma soprattutto volevo essere autentico. Mi sono detto: fino a quando non otterrò i risultati che mi aspetto e non raggiungo gli obbiettivi che mi sono prefissato, non voglio auto-pubblicizzarmi. Non sono un grande fan dell’apparire per apparire.

C’è una strategia alla base? C’è stata da subito, o si è strutturata nel tempo?

Si sono avvicendate diverse strategie, utili per arrivare dove siamo, ma è ancora un work in progress. Ho avuto una collaboratrice, Erica, appassionata di fotografia, che sul sito ha creato una sezione dedicata a fotografi landscape. Questo ha dato i suoi frutti attirando l’attenzione mediatica, ma poi ci siamo detti: vogliamo essere un blog ispirazionale o essere noi a ispirare con i nostri lavori? Tutto ciò che abbiamo fatto è servito, apportando le opportune correzioni di volta in volta. Ad esempio, durante il lockdown abbiamo aperto lo shop online di piante, ma Odd Garden è uno studio creativo e, una volta ristabilita la normalità, abbiamo preferito concentrare le nostre energie sulla progettazione. Lo shop online però ci ha permesso, oltre a farci conoscere a Milano, a creare dei format digital che hanno aumentato notevolmente i nostri follower, anche grazie all’intervento di alcune influencer che hanno sposato la nostra filosofia e ci hanno supportato.

Chi si occupa della gestione dei social per Odd Garden?

Se ne occupa una mia collaboratrice, Senia, che in questo momento sta lavorando a pieno regime, insieme a me e ad altri professionisti, alla ristrutturazione di tutta la parte digitale dell’attività: l’obiettivo è far diventare Odd Garden un brand. Sicuramente riattiveremo lo shop online con prodotti legati al green, una sorta di concept store online, e proporremo nuovi contenuti video su diversi argomenti.

Quali sono i temi che fanno parte del piano editoriale dei vostri social?

Abbiamo cercato di rispondere alle domande che i clienti ci facevano in direct con tutorial e video che trattassero argomenti come i travasi, l’accoglienza di una pianta in casa, la pulizia delle foglie dalla Cocciniglia. Ancora oggi quando riceviamo richieste di questo genere inviamo loro il link della nostra IGTV. Quello che mi interesserebbe sviluppare nei prossimi video e nei prossimi contenuti è legato di più alla progettazione. L’importanza di una buona progettazione in Italia è ancora sottovalutata, tanti insuccessi dipendono dalla mancanza di pianificazione, non da lacune in materia di pollice verde. Vorrei sviluppare dei concept sulla pianificazione del verde ornamentale e sui viaggi: mi piacerebbe raccontare l’Italia e l’estero con i miei occhi e far provare a chi ci segue le stesse sensazioni che provo io quando sto a contatto con le piante. Devo solo lavorare sulla mia timidezza di fronte alla camera... ma ci siamo quasi. Dietro alle mie stories ci sono io, per me Instagram è uno strumento per promuovere i miei lavori e per scambiare idee con professionisti del verde. Per quanto riguarda Odd Garden, ci focalizziamo sugli aspetti del nostro lavoro: facciamo vedere dettagli

Per saperne di più vai al sito web oddgarden.com

dei nostri work in progress, installazioni realizzate, momenti di quotidianità e delle manutenzioni, e la gente segue con interesse, fa domande, è curiosa. È importante farsi vedere attivi, crea una percezione di operatività e di risultato. Il lavoro sta incrementando e ci stiamo strutturando in maniera tale che tutto sia sempre pianificato e organizzato. I profili di Matteo Foschi e Odd Garden sono due realtà parallele che si supportano a vicenda.

Una parte interessante è il tuo “metterci la faccia” ed essere un divulgatore del verde…

Per ispirare fiducia deve esserci un frontman, meglio ancora se il frontman è quello che effettivamente realizza il prodotto. Il cliente vuole vedere chi è la persona a cui si rivolge, a chi commissionerà il suo angolo di paradiso verde. C’è anche l’obiettivo di essere un divulgatore credibile. Saper divulgare vuol dire padroneggiare quell’argomento, dimostrare di sapere di cosa stai parlando. Abbiamo iniziato due-tre anni fa. Abbiamo fatto diverse prove e le mie performance stanno migliorando, anche se come detto c’è sempre un po’ di timidezza. Il 2020 è stato un buon trampolino perché abbiamo potuto dedicare a questa attività tanto tempo. Il 2021 ci ha portato molto lavoro e quindi abbiamo dedicato meno tempo alla realizzazione di contenuti, però ricominceremo presto.

Ci sono effetti negativi dello stare online?

Per il momento non ho incontrato lati negativi, a parte la mia timidezza. Il nostro non è un ambito in cui capita di incontrare haters o trolls, non mi è capitato di essere attaccato online. Sicuramente va sottolineato che essere presenti sui social richiede molto tempo. Ma per me è un investimento. Va fatto nel momento giusto, quando hai capito che può essere una risorsa e che i contenuti che realizzi interessano veramente chi ti segue. Quando ristruttureremo la comunicazione verranno fatti ulteriori investimenti. I social media sono troppo importanti per la promozione di una realtà come la nostra. Ti aiutano a superare i confini: io non voglio fermarmi a Milano, vorrei portare Odd Garden ovunque, ma senza un buon piano di comunicazione non avrei molte speranze.

Quali altri investimenti hai in mente nell’ambito della comunicazione?

Il progetto è più ampio, in realtà, ed è strutturarmi. Quest’anno ho capito che avevo bisogno di un consulente per la gestione del personale e ho ottenuto ottimi risultati nel breve tempo. Sistemato questo step, il secondo è stato investire sull’immagine coordinata, la base su cui fondare la nuova promozione di Odd Garden. Quando la nuova veste grafica sarà pronta, ci affideremo a un professionista che seguirà tutto l’aspetto della promozione, anche sui social. Odd Garden sta lavorando bene e ora possiamo fare investimenti che fino a qualche tempo fa era impossibile immaginare. Abbiamo grandi progetti!

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