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Il mestiere della pazienza

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L’opinione

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Enrico Della Giovampaola nella zona di campagna dove ha trascorso la sua infanzia.

© Andrea Della Giovampaola.

Enrico Della Giovampaola, giardiniere in una villa privata a Firenze, definisce così il suo lavoro. Dalle sue parole emergono grazia e passione, e un’insaziabile voglia di conoscenza. Ecco cosa ci ha raccontato

di Daniela Stasi, foto Enrico Della Giovampaola

TEMPO DI LETTURA: 8 minuti

Le vie del giardinaggio sono infinite. Questa è la frase che trovo più azzeccata per introdurre il protagonista di questa intervista. Sì, perché ho conosciuto Enrico Della Giovampaola in modo

“atipico”: non in un giardino, ma ascoltando il suo podcast Life in the Garden. Proprio così, Enrico, giardiniere responsabile dell’orto biologico e di due serre nel giardino di una villa privata a Firenze, è anche un podcaster di successo: riesce a diffondere, con la sua voce, la passione per il giardinaggio e l’emozione che suscita vivere e lavorare in giardino.

Gli ho chiesto del perché fa questo splendido mestiere e cosa significhi per lui essere giardiniere oggi. Ecco qui le sue parole, da leggere con la grazia che gli appartiene e, perché no, con un bel sottofondo musicale, come quelli che inserisce nei suoi episodi.

Come e perché hai deciso di diventare giardiniere?

Ho iniziato a fare il giardiniere quasi per caso, ma devo fare un passo indietro per spiegare un po’ la mia storia. Da piccolo ho avuto una sorta di imprinting alla vita a contatto con la natura, trascorrendo tutti i fine settimana in campagna nella casa di mia nonna, contadina, con un piccolo podere vicino a Montepulciano, in Toscana. Ho capito molto più tardi che questo periodo mi avrebbe in qualche modo “segnato” e influenzato anche nelle scelte successive. Dopo le scuole superiori, quando si è trattato di scegliere l’università, ho optato per Scienze Forestali e Ambientali a Firenze e così ho avuto modo di approfondire e portare avanti il mio amore per le piante. Mi sono laureato con una tesi sulla flora delle Cinque Terre e un progetto di orto botanico a Riomaggiore, con un’aiuola dedicata alle piante citate nelle canzoni di Fabrizio De André. Progetto che purtroppo non è mai stato realizzato. Dopo la laurea ho continuato gli studi in botanica con un dottorato di ricerca sulle piante invasive. Una volta

Il mestiere della

Uno scorcio del giardino segreto della villa in cui lavora Enrico, realizzato con siepi di acero campestre e alloro: nelle sue aiuole crescono diverse specie, dai tulipani agli Allium, dall’anemone agli Aster.

concluso, per mancanza di fondi, non ho avuto modo di proseguire la carriera universitaria, ed è a quel punto che mi si è presentata l’occasione di provare a fare il giardiniere.

Interessante, dove hai iniziato?

A Villa La Pietra, sede della New York University a Firenze, cercavano un giardiniere stagionale e così ho iniziato la mia carriera in un giardino storico splendido, con un panorama mozzafiato su Firenze! Nei sei mesi in cui ho lavorato a Villa La Pietra ho imparato molto e sicuramente il luogo del giardino che prediligevo per lavorare era il pomario, un vero e proprio hortus conclusus, un antico orto racchiuso da mura con numerose conche di terracotta con piante di limoni. Dopo La Pietra ho avuto la possibilità di entrare a lavorare in un giardino di una villa privata sempre a Firenze, che era stata in passato la dimora di Fosco Maraini, antropologo, scrittore e fotografo, e ancora prima di suo padre, lo scultore Antonio Maraini. In questo giardino sono diventato e sono tuttora responsabile dell’orto biologico e di due piccole serre, dove realizzo la propagazione per talea e semina delle piante che vengono poi messe a dimora nel giardino e nell’orto stesso. Le verdure biologiche prodotte vengono utilizzate dallo chef che lavora per la famiglia che vive nella villa.

Come definiresti il mestiere di giardiniere? Qual è la tua visione?

Credo che facendo il mestiere di giardiniere si capisca che non si finisce mai di imparare per davvero. Nuove piante da conoscere, nomi da imparare, malattie e insetti con cui “convivere”, nuovi metodi per coltivare l’orto e così via. I giardinieri devono confrontarsi tra loro, non pensare mai di sapere tutto e di essere “arrivati”. È un lavoro di testa e di braccia, di sudore e passione. Il mestiere del giardiniere è il mestiere della pazienza, del saper attendere. In un mondo in cui tutti vogliono tutto e subito, lavorando in giardino occorre sapere aspettare e rispettare i tempi della Natura.

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Cosa rappresenta per te idealmente essere un giardiniere e come consideri oggi il giardinaggio professionale? Tra l’ideale e la realtà dei fatti trovi dissonanze?

Da una parte in Italia, purtroppo, la figura del giardiniere non è abbastanza valorizzata, come invece lo è in altri Paesi, ad esempio in Inghilterra, dove i giardini e gli spazi verdi hanno molta più importanza e in generale sono più curati. Dall’altra parte, a volte, si trovano giardinieri improvvisati che possono fare anche danni; purtroppo come diceva Darwin: “Genera più spesso confidenza l’ignoranza di quanto non faccia la conoscenza”. Idealmente il giardiniere dovrebbe essere ben formato, avendo nozioni di botanica, pedologia,

È un lavoro di testa e di braccia, di sudore e passione.

In un mondo in cui tutti vogliono tutto e subito, lavorando in giardino

occorre sapere aspettare e rispettare i tempi della Natura

Il mestiere della pazienza

Il giardino della villa dove lavora Enrico è interamente biologico, ed è possibile suddividerlo in diverse “stanze”. Una pergola con numerose piante di rosa e vite e bordure di specie perenni e annuali porta dall’ingresso fino alla zona dell’orto biologico e delle due piccole serre (nella foto) dove viene realizzata la propagazione delle piante necessarie per il giardino.

Sei un giardiniere e vuoi raccontarci la tua storia? Scrivi a

d.stasi@laboratorioverde.net

entomologia, patologia e usando in maniera intelligente gli attrezzi che ha a disposizione. Nella realtà questo spesso non avviene.

In queste pagine, oltre agli angoli del giardino in cui lavora Enrico, si scorgono foto naturalistiche, in cui il suo sguardo attento ha immortalato dettagli a lui cari. Cosa pensi sia proritario nel fare giardinaggio professionale? Il rispetto della natura, l’estetica, le scelte dei clienti? O un mix equilibrato di tutti questi fattori?

Fare il giardiniere vuol dire confrontarsi ogni giorno con la Natura; vuol dire accorgersi dei cambiamenti climatici, con eventi meteorologici sempre più estremi che in poche ore possono distruggere il lavoro di mesi realizzato nell’orto o in giardino. Per me il giardinaggio deve essere rispettoso della Natura, sostenibile, biologico, deve proteggere e incoraggiare le api e gli insetti impollinatori e cercare poi di equilibrare tutti questi fattori con i gusti estetici dei clienti.

Secondo te come si evolverà in futuro il mestiere del giardiniere?

Penso che il giardiniere in futuro dovrà sempre di più adeguarsi e fare i conti proprio con i

LIFE IN THE GARDEN

Da anni, mentre lavora, Enrico ascolta spesso podcast di ogni tipo, in inglese e in italiano, dal giardinaggio alla letteratura, dalla poesia alla politica. Così un giorno ha deciso di crearne uno suo, in italiano, intitolato

Life in the Garden, dedicato proprio al giardinaggio, ai giardini, ai libri e alla poesia (lo si trova sulle principali piattaforme di podcasting: Spotify,

Google e Apple Podcasts, etc.). Negli episodi – impreziositi da poesie, aforismi, frasi di libri, consigli di lettura e di visite a giardini – affronta svariati temi con molti ospiti e tanti interventi (giardinieri, progettisti ed esperti di piante, che lavorano in Italia o all’estero). cambiamenti climatici, scegliendo piante più resistenti a temperature estreme e alla siccità, cercando di risparmiare il più possibile l’utilizzo di acqua per l’irrigazione. E poi ancora di più dovrà continuare a studiare, ad aggiornarsi, a confrontarsi con gli altri, a viaggiare all’estero per conoscere nuove piante e nuovi modi di fare giardinaggio.

Durante l’anno qual è la stagione che prediligi e qual è la tipologia di lavoro che preferisci effettuare?

Lavorando in giardino tutto l’anno si ha la possibilità di apprezzare gli aspetti positivi di tutte le stagioni, anche le giornate fredde col sole basso d’inverno. Adoro l’autunno, i cambi di colore delle foglie, la luce nei giardini e in campagna la mattina presto e la sera al tramonto. E ovviamente amo la rinascita, il Prunus mume fiorito a febbraio, i primi bucaneve verso fine inverno, poi i narcisi e i tulipani, la fioritura del mandorlo, lo scoppio della primavera: peccato sia un periodo così impegnativo in giardino e nell’orto, che spesso si ha poco tempo per goderne. Mi piace molto ogni anno tornare a seminare tutti gli ortaggi per l’orto, sperimentare nuove varietà di pomodori e di peperoncini e poi fare talee e riprodurre così tante varietà di salvia, dalla Salvia ‘Lavender Dilly Dilly’ alla ‘Phyllis Fancy’, dalla ‘Indigo Spires’ alla ‘Amistad’.

Infine, quale o quali sono i tuoi punti di forza sul lavoro?

Cerco di fare il mio lavoro sempre con passione e umiltà e vorrei non smettere mai di imparare e conoscere. È anche per questo che ho creato un podcast dedicato alla natura, ai giardini, ai libri e alla poesia. Credo che nell’epoca dell’immagine, sia fondamentale anche ascoltare. L’ascolto fa viaggiare la mente e la tiene viva.

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