John Carpenter – Il regista da un altro mondo

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Prefazione Il cinema di John Carpenter: l'ipotesi possibile di Davide Di Giorgio

Osservando la carriera di John Carpenter si nota un'aderenza alla causa cinematografica pressoché totale: a parte qualche incursione, comunque significativa, nel campo televisivo (si pensi a Elvis, il re del rock), la filmografia onora un forte amore per il grande schermo e per le possibilità linguistiche del cinema, figlie di un'epoca che credeva di poter trattare da pari a pari con la realtà attraverso le possibilità insite nel racconto per la sala. È forse il dato che più lo avvicina a quello che in fondo era il suo vero sogno. Può infatti apparire per molti versi sorprendente, considerata la sua natura di maverick, ma il dato di fatto – e il regista lo ha confermato anche nella recente Masterclass a Cannes, durante il conferimento della Carrosse d'Or – è che il giovane Carpenter sognava di essere un regista buono per gli Studios, con cui realizzare film di vari generi. Quindi un professionista pienamente all'americana, prima ancora che un autore all'europea, più vicino al suo idolo Howard Hawks che a quell'Hitchcock cui è stato diversamente accostato. Magari buono per una riscoperta a posteriori in fase critica, che gli avrebbe in ogni caso riconosciuto la capacità di costruire storie in modo personale, difendendo il suo punto di vista.

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