10 febbraio “Giorno del Ricordo di Roberto De Bernardis
La mia TESTIMONIANZA di VITA “Conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale” recita la legge istitutiva del Giorno del Ricordo n. 92 del 30 marzo 2004.
Le ragioni che determinarono il dramma del confine orientale nel secondo dopoguerra si possono individuare nella volontà espansionistica del nazionalismo titino che per raggiungere lo scopo aveva deliberatamente attuato una politica di aggressione della componente italiana della Venezia Giulia componente storica e maggioritaria su buona parte della penisola istriana, soprattutto nella parte costiera, saldandosi con la propaganda ideologica della nuova 30
società comunista che Tito voleva edificare indicando la popolazione italiana come nemico da debellare. Kardelj, braccio destro di Tito, viene inviato in Istria per risolvere la “questione italiana”: uccisioni e migliaia di corpi gettati nelle foibe caratterizzano questa fase.. La ventata di violenza che si protrae anche negli anni successivi alla fine della guerra e avrà il suo culmine nella strage di Vergarolla a Pola il 18 agosto 1946 con più di 70 vittime. Con la firma del trattato di pace del 10 febbraio 1947 e la cessione dell’Istria, Fiume e Dalmazia alla Jugoslavia la popolazione italiana inizia un esodo massiccio, lungo, doloroso e straziante. Ci sono le storie diverse di migliaia di persone che vanno nei campi profughi sparsi in tutta Italia o che scelgono le vie dell’Australia o
delle Americhe. Persone con vissuti tragici: hanno visto uccidere il loro marito, il loro padre, il figlio, il fratello, la sorella. Hanno subito la frantumazione sociale e familiare. Per 50 anni hanno tenuto per sé questo enorme dolore, non hanno avuto la possibilità di ottenere giustizia. L’Italia ha pagato con i beni abbandonati dei profughi i danni di guerra alla Jugoslavia e non ha mai completato la promessa di risarcire con equità questa perdita di beni costruiti con secoli, a volte, o con decenni di faticoso lavoro. Per mezzo secolo ragioni politiche nazionali e internazionali hanno messo un