10 minute read
Il Coro Lagorai, quarant’anni di storia
Fatti e avvenimenti di casa nostra
di Massimo Dalledonne
Advertisement
CORO LAGORAI
1982-2022: quarant’anni di storia
Quarant’anni fa nasceva il coro di Torcegno. Oltre 100 coristi hanno cantato nel corso dei decenni e ognuno ha contributo, a suo modo, a creare la storia di questa splendida realtà. Vista l’importanza dell’avvenimento, molti sono stati gli impegni presi durante quest’anno. A partire dai concerti nelle montagne del Lagorai: al Rifugio Caldenave, in Val Campelle, all’albergo Ruscoletta in località Musiera, al Bivacco Lasteati, presso Forcella Magna a Scurelle e in occasione di “Do pasi a Traozen” a Torcegno. La tappa più importante e impegnativa è stata quella dei festeggiamenti del 40° di fondazione con una mostra fotografica allestita nella palestra del Centro Polifunzionale di Torcegno e il concerto al castello di Ivano Fracena assieme al coro sardo Sos Astores. Nella palestra di Torcegno il momento ufficiale: dopo il canto dell’“Inno al Trentino” e una breve storia del coro, ancora canti invitando sul palco tutti gli ex-coristi presenti in sala. Durane la serata sono state conferite ai fondatori del coro, da quarant’anni ancora in attività, delle targhette per ringraziarli e rendergli onore per l’impegno e la passione. La serata si è conclusa con una buona cena, preparata dalla Pro Loco, a cui hanno partecipato tutti i coristi, anche quelli della Sardegna, gli ex coristi e i famigliari. Sono ancora oggi forti, le emozioni che traspirano dai canti del robusto patrimonio popolare della Valsugana e del Lagorai. Testi semplici, parole dalle origini incerte, testimonianze orali della vita passata, melodie intonate nelle osterie, nelle cantine, nelle stalle, in malga, canti che ora continuano ad essere vivi fra la gente, grazie all’opera della grande famiglia dei cori di montagna di cui noi facciamo parte. Ed è proprio fra persone semplici ed amanti del canto popolare alpino che nel 1982, nel piccolo paese di Torcegno, prende corpo la volontà di costruire un coro. Torniamo indietro al 1953. In quell’anno Giulio Candotti venne nominato
maestro delle scuole elementari di Torcegno. Era un grande appassionato di musica tanto che il parroco del paese lo nominò maestro del coro parrocchiale. Non insegnò solo canti sacri ma anche canti di montagna. Nel 1982 Remigio Furlan gli propose di riprendere in mano un coro. Candotti accettò e la sera del 17 settembre salì a Torcegno, dove si riunirono una trentina di potenziali cantori di tutte le età tra cui dei suoi ex alunni. Nacque così il Coro. La prima uscita ufficiale avvenne la sera di Natale, durante la celebrazione della messa di mezzanotte nella chiesa di Torcegno. Alla direzione Giulio Candotti, come presidente Egidio Campestrin. Il Coro inizialmente nacque con il nome di ‘’ CORO DI TORCEGNO’’ per poi mutare in “CORO SASSO ROTTO”; una delle cime più importanti della catena del Lagorai che ricade proprio all’interno del territorio comunale. Nei suoi primi 10 anni di vita ha tenuto oltre 150 concerti. Nel 1987 assunse la presidenza Guido Dalcastagné. Nel 1993, dopo 10 di guida, il maestro Candotti lasciò il coro e per un breve periodo fu diretto da Antonio Gonzo. Durante la primavera del 2002 iniziarono le registrazioni del primo CD “Na sera in baita” che fu presentato in occasione dei festeggiamenti per il ventesimo anniversario di fondazione. Nel 2003 la presidenza passò nelle mani di Giorgio Bressanini. Nell’estate dello stesso anno i coristi, dopo aver portato a spalle i materiali, ristrutturarono un ex bivacco risalente al primo conflitto mondiale nei pressi di Forcella Magna, a 2300 metri di quota nel Gruppo di Cima d’Asta. Nel 2004, i componenti provenienti non solo da Torcegno ma da diversi paesi della Valsugana, decisero di cambiare nuovamente nome chiamandolo ‘’CORO LAGORAI’’ e, grazie all’intervento dei vari enti pubblici, fu realizzato un filmato, un vero e proprio ‘’ video promozionale” e documentario sulla catena del Lagorai e sulla storia del posto. Il Coro, con le sue canzoni, assunse il ruolo di ‘‘guida tematica’’. Dal novembre del 1993 ad oggi, il coro è diretto dal maestro Fulvio Ropelato. Il Coro Lagorai, continua oggi a cantare con lo stesso spirito di quarant’anni fa, nel segno della più semplice e conosciuta tradizione popolare trentina, rifacendosi al repertorio dei canti legati alla vita contadina, alla storia della gente di montagna, con la modesta aspirazione di contribuire, assieme a tutta la famiglia dei cori trentini, a trasmettere questo immenso patrimonio, alle future generazioni.”.
Fatti e avvenimenti di casa nostra
Borgo Valsugana
AUGURI DI BUONE E LIETE FESTE
Vendita pane con specialità uniche del nostro forno, come il senza lievito, pasta madre, senza sale, focacce Inoltre Strudel Trentino, Treccia Mochena Pizza al taglio e tante sfi ziose Novità!
Cesti natalizi, zelten, panettoni e altre gustose specialità per il tuo Natale
PANETTERIA LA FORNARINA BORGO VALSUGANA
Via Gozzer, 9/A - Tel: 0461 097456
PANIFICIO SAMARETZ CLAUDIO LEVICO TERME
Via Sottoroveri, 5 - Tel: 0461 701848
Per non dimenticare
di Francesco Zadra
Il COMANDANTE PIETRO MORICONI
A 10 ANNI DALLA SCOMPARSA
Una commossa serata commemorativa si è tenuta a Levico, a dieci anni dalla morte del Mar. Ten. Cav. Pietro Moriconi, per anni stimato comandante dei carabinieri di stanza nella cittadina termale. Un militare, poeta per amore, si potrebbe dire, o anche per riconoscenza, nell’impegno generoso e amichevole, quasi fraterno, di ricambiare la bella e grande accoglienza che gli aveva mostrato la cittadinanza. Tante le poesie dell’autore scomparso, declamate nel corso della serata guidata da Umberto Uez, in collaborazione con la biblioteca comunale, in una sala consigliare gremita di pubblico, sensibile e attento. Sono stati letti anche alcuni brani dal diario di guerra di Moriconi, quando era ufficiale combattente in Ucraina, di stanza a Stalino, già colonia mineraria e industriale di Juzovka, fondata intorno al 1869, riconosciuta città nel 1917, cambiò il nome in “Stalin” nel 1924 e poi “Stalino” nel 1929, divenne presto un importante centro amministrativo fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. L’invasione tedesca dell’Unione Sovietica distrusse completamente la città e dopo la ricostruzione, avvenuta nel dopoguerra, nel 1961 abbandonò il nome di Stalino assumendo l’attuale nome di Donec’k, in onore del fiume Donec. Uno dei testi pronunciati nel corso della serata, in particolare, riporta la memoria di Moriconi per un amico, Mario Prandel, vittima di un incidente aereo, che la sorte gli avrebbe potu-
Pietro Moriconi
to far ritrovare poi come suo concittadino in quel di Levico. Memorie, nomi, e luoghi, ora ritornati sul palcoscenico del presente, impattando nel nostro animo, con la stessa drammatica assurdità di una guerra che si vorrebbe terminata, che Moriconi riporta a supporto di una piccola luce per la coscienza di ciascuno che lo voglia ascoltare. «Di fronte a tanta determinazione – scrive Pietro Moriconi – e visto che si trattava di fare un favore a un amico, andai dal brigadiere e lo pregai di accontentarlo. Bastava togliere dal memoriale dei servizi il nome del precedente incaricato sostituendolo con quello di Mario Prandel e, nell’interesse del servizio, nulla sarebbe cambiato, e così fece. Mario non stava nei panni dalla gioia, per cui mi ringraziò ripetutamente e andò via saltellando felice come non mai. Il mattino dopo Mario salì su quell’aeroplano che poco dopo aver lasciato
Per non dimenticare
lo spazio aereo di Stalino precipitò al suolo, prese fuoco e lo stesso perì nell’incendio assieme ai quattro membri dell’equipaggio. La notizia dell’accaduto fu per me un vero dramma; infatti mi sentivo personalmente responsabile per averlo aiutato, anche se nella realtà dei fatti nulla era cambiato perché l’uno o l’altro doveva effettuare quel servizio, ma per me c’era il dolore di aver perso un amico, un vero amico. La salma di Mario Prandel, come quella degli aviatori membri dell’equipaggio venne inumata con gli onori militari, nel cimitero militare di Iussovo, al centro del quale c’era la tomba del leggendario colonnello Carretto, comandante dei bersaglieri. Subito dopo la guerra detto cimitero è stato demolito e il terreno coltivato. Nessuno, pur volendo, avrebbe potuto riportare i suoi resti a Levico. La croce che troneggiava all’ingresso del cimitero, costruita come il cimitero stesso dai nostri militari, fu rintracciata qualche decina di anni fa da un gruppo di reduci vicentini che si erano recati in visita ai luoghi della guerra e attualmente è conservata nel Tempio/ossario dei Caduti in Russia a Cargniacco vicino a Udine». Le autorità civiche e intellettuali intervenute all’evento, hanno unanimemente espresso nei loro discorsi, come gli scritti e le poesie di Moriconi rappresentano già un tesoro di memorie, un prezioso riferimento per orientare pensieri e considerazioni, anche a volte con una genuina ironia d’altri tempi, ma sempre con grande rispetto e attenzione per l’altro, in grado di aiutarci a leggere e capire meglio il nostro presente, come cittadini levicensi, ma ancora di più come uomini responsabili di una convivenza solidale e positiva. La penna del poeta è come un segnale a non disperdersi e proseguire il cammino con più fiducia.
La solidarietà in cronaca
Facciamo rinascere MARIUPOL’
di Franco Zadra
Tra le nefaste notizie che giungono ogni giorno dal fronte ucraino, ci si imbatte a volte in realtà sorprendenti per la carica di umanità che testimoniano, ed è quasi impossibile fare a meno di divulgarle. È il caso di AASIB (Aiutateci A Salvare I Bambini ODV), un’associazione di Rovereto (TN) fondata nel 2001 con lo scopo di sostenere e rendere possibili le cure di bambini particolarmente bisognosi della Federazione Russa e dei Paesi dove vivono popolazioni russofone e allo stesso tempo interessare l’opinione pubblica italiana sui problemi dell’infanzia russa, spesso poco conosciuti. Una associazione che si presenta con il sito aasib.org, tra le poche, se non la sola, che può considerarsi, grazie alla sua storia fin dall’evento che l’ha originata, un viaggio in Russia e l’incontro con la grande testimonianza evangelica di Padre Aleksandr Men’ che promosse di fatto il volontariato nella società russa, un sacerdote ortodosso che visitava spesso l’Italia poiché una sua figlia viveva a Bergamo, assassinato a Mosca il 9 settembre 1990, e la passione per il volontariato incarnata dal suo presidente, Ennio Bordato, un concreto segnale di speranza dentro la tragedia che ha colpito due popoli in guerra, a cominciare dai più piccoli e indifesi, bisognosi di cure pediatriche. Tutte le iniziative dell’associazione sono rese possibili grazie alle raccolte di fondi da privati cittadini, associazioni, istituzioni e imprese, e attuate in collaborazione con il Gruppo di volontariato moscovita Padre Aleksandr Men’, operante presso la Clinica pediatrica di Mosca RDKB, Ministeri regionali della Sanità e altre associazioni e istituzioni locali. Tra i progetti più recenti avviati dall’associazione scegliamo di riportare in particolare quello denominato “Facciamo rinascere Mariupol’”. La città di Mariupol’ è divenuta tristemente famosa a causa della devastazione seguita agli eventi bellici della primavera del 2022 in cui oltre il 33% degli edifici della città sono stati distrutti o seriamente danneggiati. Tra questi anche l’Ospedale N.V. Saplina ha riportato seri danni, ma nelle ultime settimane è stato ristrutturato e riportato alla normale agibilità. Un ospedale con un bacino d’utenza relativo a 530 mila abitanti che vedeva una natalità di 4600 neonati l’anno. Le attrezzature del reparto Neonatologia sono però, irrimediabilmente, andate distrutte e la dirigenza ospedaliera chiede aiuto per riaprire il reparto alle migliaia di donne che annualmente partoriranno nella struttura. L’Associazione AASIB, sin dai primi giorni dopo la cessazione delle ostilità in città, è riuscita a raggiungere Mariupol’ donando aiuti umanitari a oltre 100 famiglie e speciali kit dedicati alle loro necessità alle donne ricoverate nei reparti di Neonatologia di fortuna, e ora vuole continuare con il progetto di donare le nuove attrezzature necessarie al reparto di Neonatologia della città, accogliendo la richiesta del Primario dell’Ospedale N.V. Saplina, che scrive: «In relazione alla prossima riapertura del Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia l’Amministrazione dell’Ospedale per le cure Intensive di Mariupol’, chiede il vostro aiuto volto a disporre di attrezzature mediche necessarie al buon funzionamento del reparto ‘Neonatologia’, ciò allo scopo di poter nuovamente fornire cure mediche ospedaliere qualificate alle donne durante la gravidanza, il parto, e il periodo postpartum della città di Mariupol’ e del suo circondario».