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La storia dell’Officina elettrica del Tesino
Conosciamo il territorio
di Massimo Dalledonne
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LA STORIA DELL’OFFICINA ELETTRICA DEL TESINO
Una storia poco conosciuta. Ma che ora, grazie ad un certosino lavoro di ricerca, è diventato un libro. Un volume tutto dedicato alla storia di una società che, per diversi anni, è stata la seconda realtà idroelettrica per potenza installata nel Trentino. Una storia iniziata oltre un secolo fa. Ben 120 anni quando sia il Tesino e la Valsugana facevano parte dell’impero austro-ungarico. È la storia della Officina Elettrica del Tesino ricostruita da Manfredo Marchetto. Un lavoro a quattro mani che ha coinvolto anche Maria Avanzo, per raccontare con dovizia di particolari le vicende di una società cooperativa che, a quel tempo, riuscì ad illuminare il Tesino e diversi paesi della Valsugana. Arrivando fino a Levico Terme. Anni e anni di ricerche che hanno preso lo spunto dal diario di Emilio Buffa Giacantoni, nonno dell’autore, presidente dell’Oet dal 1929 al 1957. In tutto 130 pagine, un libro da leggere tutto d’un fiato quello presentato recentemente presso l’aula magna del Centro Studi Alpino della Tuscia a Pieve Tesino. Era il 1895 quando, per la prima volta, in Tesino si iniziò a pensare di utilizzare l’acqua del torrente Grigno a scopi idroelettrici: quattro anni dopo nasce un comitato promotore. Ne fanno parte Giacomo Nervo, Gaspare Sordo, Alberto Broccato, Demetrio Avanzo, Domenico Stoffella e Pietro Sordo. Nel 1901 viene eletto il primo consiglio di amministrazione. Lo presiede Giacomo Nervo e ne fanno parte sei rappresentanti di Pieve (oltre allo stesso Nervo anche l’allora capo comune Luigi Rizzà, Demetrio Avanzo presidente della Cooperativa del paese, Edoardo Buffa, Augusto Gecele e Battista Granello) ed altrettanti di Castello (il vice presidente Pietro Sordo, Anselmo Balduzzo, il capo comune Martino Braus, don Luigi Pegoretti presidente della cooperativa del paese, Gasparo Sordo ed il parroco don Domenico Stoffella). Con loro anche tre rappresentanti di Cinte Tesino: il capo comune Giovanni Maria Ceccato, Ferdinando Buffa e Celestino Busana. Il progetto della nuova centrale e degli impianti viene affidato a Giovanni e Tullio Tommasini di Fonzaso con i lavori che iniziano il 1 agosto. La centrale sul Grigno viene costruita sulla sponda sinistra orografica del torrente ed in poco tempo gli impianti vengono ultimati. Domenica 14 settembre del 1902 la centrale viene inaugurata con una giornata di festa per l’intera conca. “Il rapporto di collaudo - si legge nel libro distribuito dall’Ecomuseo del Tesino terra di viaggiatori – dice che con un salto di 42 metri con i primi due gruppi installati, dei tre previsti, la potenza disponibile è di 400 CV pari a 294 Kw. La Oet costruisce una linea per la corrente alternata trifase ad alta tensione fino a Borgo con cavi in rame e le reti di bassa tensione per Castello, Pieve, Cinte. Bieno, Strigno, Borgo e Levico. Nell’ottobre del 1902 la luce elettrica arriva a Strigno, nel febbraio del 1903 a Borgo. Quasi un anno dopo è la volta di Levico Terme (3 gennaio 1904) e nel 1906 anche a
La copertina del libro di Manfredo Marchetto
Pieve Tesino - I primi disegni della centralina Oet
Pieve Tesino - La presentazione del libro di Manfredo Marchetto
Pieve Tesino - La prima centralina costruita sul Grigno
Pieve Tesino - Il giorno della inaugurazione della centralina
Roncegno Terme. Per alimentare le reti che finivano nel fondovalle della Valsugana, l’energia “esportata” era oltre il 60% di quella prodotta. Con il passare degli anni la OET decise di ampliare la propria attività per fornire elettricità non solo alla Bassa Valsugana e Levico, anche alla valle del Brenta, Bassano del Grappa compreso. “Purtroppo – si legge nel libro – l’attività nel campo idroelettrico, cominciata con tanto entusiasmo, capacità e successo, ha subito un durissimo colpo della Prima Guerra Mondiale che ha provocato grani danni agli impianti, disperso per anni i membri del consiglio di amministrazione, quasi tutti profughi in Italia, e svalutata drasticamente la Corona austriaca”. Con la Grande Guerra arriva anche lo sfollamento dei tre paesi della conca e la gestione degli impianti passa al Comando Supremo Italiano. Impianti che, successivamente, vengono acquisiti dalla Società Anonima Veneta Impianti Elettrici. A quel tempo direttore era l’ingegnere cavaliere Menotti Barbieri di Torino nominato nel 1915 commissario civile per il distretto politico di Borgo dall’Esercito Italiano. Operazione quest’ultima non ratificata dall’assemblea dei soci, convocata a Pieve Tesino il 25 maggio del 1919. “Ne nasce una contesa con richiesta di restituzione delle centrali – si legge ancora – e, in seguito a piccoli guasti sulla rete, nel Tesino la fornitura è saltuaria e irregolare tanto da provocare malcontento tra la popolazione. Il Comando Compagnia Carabinieri Reali di Borgo con una lettera informano il Commissario Civile di Borgo di questo rischio: si legge che è stato messo un picchetto di guardia a protezione degli impianti e raccomanda di porre fine alla contesa”. Nel 1921 gli impianti vengono definitivamente venduti alla SIET (Società Industrie Elettriche Trentine) che rimette in piena efficienza le due centrali per una potenza media di 540 e massima di 680 Kw. Come ricorda l’autore “la Oet continua la sua attività, limitata però alla vendita di energia nei tre paesi del Tesino e forse anche Bieno, alla manutenzione degli impianti di distribuzione a bassa tensione, alla vendita di piccole apparecchiature elettriche e poco altro”. Nel 1957 le centrali sul Grigno e gli impianti dell’Officina Elettrica del Tesino passano di mano per 50 milioni di lire e diventano proprietà dell’Edison. L’attuale proprietaria è la Dolomiti Energia. “Già oltre un secolo fa – conclude Manfredo Marchetto – diversi tesini erano in grado di elaborare progetti tecnici impegnativi e complessi, credere nel progresso tecnologico e nella possibilità di inserirsi con successo in un mercato completamente nuovo. Erano in grado di valutare le iniziative di avanguardia presenti nel mondo: dalle tecniche di incisione e stampa, all’ottica, alla fotografia fino alla produzione e distribuzione di energia elettrica”. Dopo 58 anni si chiude l’avventura di una società che per diversi anni è stata la seconda realtà idroelettrica per potenza installata del Trentino.