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Che tempo che fa
di Giampaolo Rizzonelli
LE AURORE POLARI, LE LUCI DEL NORD
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In questo inizio di autunno si vedono spesso su siti web e pagine di “social network” immagini di aurore boreali. Ma dove e perché si verificano le aurore? Innanzitutto, perché si usa il termine boreale? L’aurora boreale è quella visibile nell’emisfero nord, mentre quelle visibili nell’emisfero sud sono definite aurore australi, sempre di aurore polari stiamo parlando. Ma perché si parla di “polari”? Il termine polare è collegato ai posti in cui sono più facilmente visibili le aurore, solitamente (vedremo poi le eccezioni) sono facilmente visibili nelle regioni a nord o più vicine al Circolo Polare Articolo o a sud o più vicine al Circolo Polare Antartico. Quindi in Canada, Islanda, Norvegia, Svezia, Finlandia e Russia a nord, Patagonia o Antartide a sud. In cosa consiste l’aurora? E’ un fenomeno ottico che si verifica nell’atmosfera, visibile a occhio nudo, caratterizzato da bande/fasce luminose di diverse forme e colori che vanno dal verde, al rosso all’azzurro, bande che cambiano velocemente forma Le dimensioni di queste bande luminose sono spesso ragguardevoli, si innalzano a partire da 100 km sopra la superficie terrestre (nella ionosfera, ovvero tra i 100 e i 500 km dalla superficie) e si estendono per centinaia di chilometri di lunghezza lungo l’arco magnetico, lo spessore invece può essere anche di solamente qualche centinaia di metri. L’aurora polare “nasce” dal Sole ancorché lo stesso si trovi a circa 150 milioni di km dalla terra, il Sole infatti emette delle particelle cariche, il cosiddetto “vento solare” generato dall’espansione nello spazio interplanetario della corona solare, questo flusso è principalmente composto da elettroni e protoni. Queste particelle sfuggono alla gravità del Sole per le alte energie cinetiche e l’elevata temperatura della corona solare e viaggiano nello spazio a velocità comprese tra i 400 e gli 800 km al secondo, il che vuol dire che raggiungono la terra nel giro di 50 100 ore. Una volta raggiunta la terra il vento solare interagisce con la magnetosfera creando un evento luminoso simile ad una cometa. Il campo magnetico terrestre funge da scudo e scherma l’arrivo di tutte le particelle cariche
Fig. 1 - Aurora boreale Islanda foto di Andrea Tenaglia, penisola di Reykjanes, Islanda (2021)
Fig. 2 - Aurora boreale foto di Matteo Zulian Rovaniemi Finlandia novembre 2022
che compongono il vento solare, tuttavia una parte di esse penetra e interagisce con la ionosfera terrestre, dove scarica i protoni e gli elettroni generando il fenomeno dell’aurora polare. Il fenomeno si verifica maggiormente ad elevate latitudini in quanto qui lo schermo magnetico è inferiore. La colorazione è data dalle collisioni tra i protoni e gli elettroni e gli atomi neutri dell’atmosfera terrestre, gli elettroni di questi ultimi dopo essere stati “eccitati” tornano al loro stato inziale emettendo fotoni che non sono altro che particelle di luce. I colori dipendono dalla tipologia di gas presenti nell’atmosfera, l’ossigeno atomico genera il verde, l’ossigeno molecolare il rosso, l’azoto il blu. Le aurore solitamente sono più intense quando ci sono forti tempeste magnetiche conseguenti a “brillamenti” sul Sole che emettono grandi quantità di raggi X, che oltre alle aurore polari spesso creano problemi alle telecomunicazioni sulla terra entrando nella ionosfera. Come dicevo in apertura di articolo le aurore sono maggiormente visibili nelle zone più a nord e più a sud della Terra, tuttavia in passato ci sono state diverse eccezioni che hanno portato le aurore ad essere visibili fino al 40° parallelo, tra i vari casi una vista vicino a Udine nel 2003 e quella del 1848 visibile fino a Napoli.
Miti e leggende legati alle aurore:
I vichinghi celebravano le luci, credendo che fossero manifestazioni terrene dei loro dei. Altre persone norvegesi le temevano, raccontando storie sui pericoli che rappresentavano e hanno sviluppato superstizioni per proteggersi. In alcune leggende, si sostiene che l’aurora fosse il respiro di coraggiosi soldati morti in combattimento. In Finlandia il nome dell’aurora boreale è “revontulet”, ovvero volpe di fuoco. Il nome deriva dal mito secondo cui le volpi artiche correvano nel cielo così velocemente che quando le loro grandi code pelose sfioravano le montagne, creavano scintille che illuminavano il cielo. Una versione simile di questa storia racconta che mentre le volpi di fuoco correvano, le loro code sollevavano fiocchi di neve nel cielo, che catturavano la luce della luna e creavano l’aurora boreale. Questa versione avrebbe anche aiutato a spiegare alla gente perché le luci erano visibili solo in inverno, dato che nei mesi estivi non nevicava. Il folklore legato alle aurore è ben presente anche in Islanda e Groenlandia e in genere nella mitologia norrena.