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La natività nell’Arte: la magia del presepe

Natale con noi

di Eleonora Mezzanotte

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La Natività nell’arte: la magia del presepe

Nella storia dell’arte, ricchissimi sono gli esempi di pitture e sculture raffiguranti la scena della natività, ovvero l’immagine sacra della nascita di Gesù nella capanna, tra Maria e Giuseppe, il bue e l’asinello e i tre Re magi recanti doni al Messia. L’iconografia si ispira ai versetti riportati dai vangeli di Matteo e Luca, cosiddetti “dell’infanzia”, nei quali viene descritta la nascita di Gesù a Betlemme in Giudea, al tempo di Erode. Primi esempi di immagini sacre riportanti il tema della natività le troviamo nelle catacombe di epoca romana, quando i primi cristiani erano costretti a professare la loro fede religiosa in clandestinità. Sulle pareti delle catacombe si sono conservate semplici immagini devozionali di Maria che tiene in grembo il neonato Gesù. Dopo l’editto di Costantino del 311 d.C. che poneva fine alle persecuzioni dei cristiani per mano dei pagani e che legittimava il Cristianesimo, i cristiani poterono venerare liberamente il proprio Dio anche attraverso la rappresentazione iconografica dei personaggi sacri: le chiese cominciarono ad essere decorate con scene della vita di Cristo e dei San La Natività, assieme ad episodi salienti della vita di Cristo e alla Passione, è sicuramente uno dei temi maggiormente indagati dagli artisti nel corso dei secoli: dagli infiniti esempi medioevali, tratti dalla decorazione di chiese e luoghi sacri, agli esempi più recenti e più mirabili di Natività in arte. Per citarne alcuni: Giotto con la sua meravigliosa Natività nella cappella degli Scrovegni a Padova del 1304, Domenico Ghirlandaio con la sua Adorazione del bambino del 1492, Botticelli con la sua Natività mistica del 1501, ricca di spunti iconografici e motivi allegorici, Giorgione con Natività Allendale del 1505, fino a Caravaggio con la sua Natività del 1600, carica di pathos cromatico e vibrante realismo. Si potrebbe andare avanti con infinite citazioni. La trasposizione del tema dalla pittura alla scultura viene anche soprattutto attraverso la pratica del presepe, con le prime rappresentazioni scultoree nel corso del XII secolo. Come tutti sappiamo, il primo che diede vita la rappresentazione vivente del presepe fu San Francesco, il quale nel 1223 volle portare in scena la Natività, dopo aver visitato in pellegrinaggio i luoghi della vita di Gesù in Palestina, rimanendone estremamente colpito. Tornato dalla Palestina, chiese a Papa Onofrio III il permesso di poter realizzare tale rappresentazione; questi acconsentì alla richiesta con l’unico vincolo di non portare in scena la Natività all’interno della chiesa, poiché la regola di quel tempo non lo permetteva. Francesco allora riprodusse la sua idea all’aperto, per le strade di Greccio, un paesino nei pressi di Rieti. Curioso è il fatto che in questo che viene considerato il primo presepe vivente della storia,

Giotto, la natività nella Cappella degli Scrovegni

Natale con noi

non vi trovarono posto né Maria né Giuseppe. Solo una mangiatoia con un bambino in fasce che la leggenda vuole essere apparso mentre il santo celebrava la messa. L’intera scena era illuminata da torce tenute in mano dai frati. Tra le prime rappresentazioni scultoree della Natività c’è il presepe di Arnolfo di Cambio, che nel 1283 scolpì le statue dei personaggi sacri, creando di fatto i presupposti per la tradizione del presepe come oggi lo conosciamo. Il presepe di Arnolfo di Cambio è tuttora visibile e conservato nella basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. La pratica del presepe, in seguito alla celebrazione vivente voluta da San Francesco e ai primi prodotti scultori che ne veicolarono il significato e i valori, prese sempre più piede nella penisola italiana, prima in Toscana e in Emilia, per arrivare nel corso del XV secolo nel Regno di Napoli, fino ad uscire dai confini nazionali e trovare terreno fertile per nuove ed ulteriori interpretazioni transalpine. La sacra rappresentazione della Natività, soprattutto sotto forma di statuette di piccole dimensioni, diventò sempre più comune, prassi rispettata anche nelle case dei signori all’epoca del concilio di Trento (1545-1563), benevolmente accettata da Papa Paolo III. Oggi il presepe è presente nelle case di tutti noi e ci accompagna fino a Natale. Il momento in cui si compone il presepe è un momento magico per grandi e piccini, di condivisione, di riconciliazione con la famiglia, di rievocazione di felici ricordi. D’altronde il Natale porta con sé la bellezza delle feste e delle luci, ma soprattutto ci fa capire l’importanza dello stare con i propri cari, i valori della famiglia e dell’amicizia, il ricordo di quei Natali trascorsi con i nonni o i genitori a scartare regali, a giocare a tombola. Tutti attorno ad un focolare, tutti felici.

La natività mistica di Botticelli

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