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Europa, giovani e società: Visioni d’Europa

Europa, società e giovani

di Emanuele Paccher

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VISIONI D’EUROPA:

IL PROGETTO DELLA FONDAZIONE TRENTINA ALCIDE DE GASPERI

Cosa significa essere europei? Domanda banale, risposta complicatissima. Perché di Europa si parla spesso, ma ognuno ha un’opinione differente. Ed è in questo contesto multiforme che si inserisce il progetto “Visioni d’Europa”, promosso dalla fondazione trentina Alcide De Gasperi, che vede coinvolti 17 ragazze e ragazzi valsuganotti e non solo. Si parla di “visioni”, non di visione, proprio perché non vi è un’unica prospettiva. L’Europa non è un modello statico, bensì un modello dinamico, sempre pronto a cambiare. Ci sono però elementi comuni, strutturali. Primo tra tutti la pace. L’Unione Europea non conosce la guerra dal lontano 1948. Nel mezzo ci sono stati degli inconvenienti, le ferite della Jugoslavia sono ancora aperte, un po’ di sangue sporca ancora i nostri vestiti. Ma non si può nemmeno dire che il sogno pacifista abbia perso: Francia, Germania, Italia (e per lungo tempo anche Inghilterra) hanno discusso e discutono di politiche comuni, di frontiere aperte, di libero mercato, di condivisione, di fratellanza. È un passo avanti straordinario. È con queste idee in testa che i 17 “visionari” hanno visitato la Casa – Museo di De Gasperi a Pieve Tesino, primo centro insignito del marchio del patrimonio europeo, riconoscimento volto a valorizzare il patrimonio culturale comune e a migliorare la conoscenza reciproca fra i cittadini europei. In Tesino i giovani hanno visitato la casa natale dello statista, e hanno potuto analizzare da vicino la sua vita, il suo costante impegno politico, volto sempre verso un ideale di pace. È riuscito a malapena a vederla nascere l’Europa il caro Alcide, ma aveva la mente di un brillante: lui, Adenauer e Schuman hanno dato il via a qualcosa di straordinario. Potremmo dire che loro sono stati tra i primi visionari d’Europa. Terminata questa prima visita, si è passati alla seconda tappa: Ostia antica. Questo antico centro, periferia di lusso dell’impero romano, ha ottenuto il marchio del patrimonio europeo grazie ad un modello di inclusione sociale che ispirò tanto i romani quanto l’odierna Unione Europea. Il futuro ha bisogno di tolleranza, di scambio culturale e sociale. I romani in alcuni contesti lo capirono, e oggi sta a noi non disperdere la saggezza degli antichi. Terminata la visita all’antico borgo, si è preso un traghetto per giungere a Ventotene. L’isola, centro di detenzione e di confino durante il periodo fascista, ha visto calpestare il

Visioni d'Europa - Ostia

Visioni d'Europa - Tesino

Europa, società e giovani

suo suolo da uomini come Spinelli, Hirschmann, Colorni, Rossi. Sono proprio questi gli uomini e le donne che diedero vita al manifesto “Per un’Europa libera e unita”, passato alla storia come “Manifesto di Ventotene”. Il regime fascista utilizzava il confino per soffocare le idee, non tollerava il dissenso. Ma come canta Vecchioni: “Le idee sono come le farfalle, non puoi togliergli le ali”. Spinelli, Hirschmann, Colorni e Rossi dialogarono, discussero, sognarono anche sull’isola, e posero veramente le basi per un’Europa unita. Purtroppo non tutti riuscirono a vederne la riuscita: Colorni con la mente era capace di scappare lontanissimo, ma questo non fu sufficiente per fuggire dai nazisti. L’ultima tappa per i ragazzi e per le ragazze è stata forte Cadine. Il forte, perfettamente conservato, anche grazie ai restauri, è simbolo di popolazioni diverse che devono convivere, di un dialogo nella diversità culturale. Simili luoghi in passato erano usati per difendersi dall’altro, visto come nemico. Oggi è tempo di cambiare prospettiva. Riprendendo un passo del manifesto di Ventotene: “Oggi è il momento in cui bisogna saper gettare via vecchi fardelli divenuti ingombranti, tenersi pronti al nuovo che sopraggiunge, così diverso da tutto quello che si era immaginato”. Terminate le visite nei luoghi simbolo

Visioni d'Europa - Lavoro di gruppo

dell’integrazione europea, ai ragazzi tocca ora la restituzione. Questa avverrà con l’organizzazione di una serie di incontri aperti agli studenti e alla cittadinanza, in modo tale che, come desiderava De Gasperi, l’Europa rimanga sempre all’ordine del giorno.

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Clima e stagioni

di Waimer Perinelli

SOR’ ACQUA E FRA SOLE GODIAMOLI CON GIUDIZIO

Così parlava san Francesco nel Cantico delle Creature scritto, si crede nel 1224. In questi tempi di grande siccità, che le presenti e future nevicate non potranno cancellare rapidamente, stiamo perdendo una fondamentale “sorella”. Ma è colpa nostra? Luca Mercalli il famoso e televisivo climatologo dice che “E’ colpa dell’uomo perché le emissioni di gas serra continuano a salire”. Ecco che l’uomo è come Dio, ci volle il creatore per scatenare il diluvio universale. L ‘uomo è più lento e può perfino ripensarci, ma temo non accadrà. Moriremo di sete? Non solo, l’acqua non è solo sorella è la vita stessa. L’acqua è presente nel nostro corpo per il 94 per cento nei neonati e fino al 50 per cento negli anziani, con funzioni specifiche di idratazione e nutrimento. L’acqua è humile non si segnala in modo particolare ma noi sappiamo quanto è indispensabile e cerchiamo di non farla mai mancare, perché come scrive san Francesco è anche preziosa. Sul casta qualche dubbio ci viene. E’ vero che alla sorgente è cristallina, bianca come la purezza, ma poi nella discesa verso il mare perde via via la brillantezza e si contamina di schifezze. E’ di ottobre la pesante sentenza dei giudici, tre anni di reclusione e multa salata, contro un allevatore che ha inquinato con i liquami delle stalle il rio di San Romedio. Per non parlare del mare dove tonnellate di plastica e scarichi industriali sterminano le “creature”, le altre sorelle. Altro che casta e pura. La purezza si perde anche nei mo-

Laudato si’, mi’ Signore, per sor’Acqua, la quale è multo utile et humile e preziosa e casta.

Mulino Museo degli Usi e Costumi - San Michele Mulino Museo degli Usi e Costumi - San Michele

derni acquedotti. A Levico Terme in novembre l’acqua sgorgava da molti rubinetti di colore marroncino, forse dovuto al ferro, forse ad altri inquinanti. Chi l’ha bevuta ha detto che non aveva proprio un buon gusto. L’acqua di cui parla san Francesco è perciò una sorella ideale, quella che nel suo medioevo aiutava l’uomo nelle attività più pesanti. Ad esempio faceva girare la ruota del mulino e con essa la macina per la produzione di

farina. L’acqua, con lo stesso principio, azionava le seghe delle segherie dette veneziane molto presenti sia in trentino che nel bellunese. Esempi di segheria Ruota del mulino Museo degli Usi e Costumi (San Michele) veneziana e ruota a pale del mulino, a grandezza naturale si possono ammirare al Museo degli Usi e Costumi della gente trentina che sul rapporto fra l’acqua e l’uomo ha organizzato visite e un convegno. Come abbiamo Navigazione sul fiume visto si tratta di un rapporto complicato dove accade spesso che alla generosità inconsapevole dell’acqua l’uomo risponda con lo sfruttamento predatorio. Anche le cose pensate bene a volte diventano dannose, mortali. Una diga e una turbina imprigionano la forza del fiume e trasformano l’energia potenziale in elettricità. Ma qualche volta l’incuria, l’avidità, l’imperizia hanno trasformato un bacino imbrifero in una bomba. Nel 1963

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Clima e stagioni

l’acqua a causa di una frana imprevista tracimò dalla diga del Vajont e travolse i paesi sottostanti causando la morte di oltre duemila persone. Nel 1966 le piogge di novembre trasformarono i fiumi Po, Piave, Arno, Adige, Tevere a cento altri in distruttori di vite e opere d’arte. L’acqua è indispensabile al raffreddamento delle centrali nucleari che qualcuno vuole alternativa a quella idroelettrica o da idrocarburi. Ma l’acqua non basta serve la sicurezza come insegnano i disastri di di Chernobyl in Ucraina e Fukushima in Giappone. Se trattata bene l’acqua con il suo lento correre è un’eccellente autostrada. In Germania il fiume Reno è un’arteria vitale per il trasporto interno e verso i porti del mare del Nord ; in Italia il Po è poverello, il fratello minore, impiegato come autostrada solo in alcuni tratti, e poi abbandonato a se stesso. Il fiume Adige in Trentino Alto Adige e nel Veneto, dove primeggia anche il Piave, fino all’estuario, è stato la via d’acqua per il trasporto dei tronchi da trasformare in palafitte per le case di Venezia o alberi per le sue navi. L’acqua è perciò umile ma non docile. Per questo, aspettando le piogge di primavera, ringraziamo per Fratello Sole che ci ha regalato un delicato autunno e fatto risparmiare sulle bollette della luce e del gas.

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