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Legislazione Pratiche sleali, si apre una nuova era Sebastiano Corona
Entrano Aia, Amadori, Fileni e Carrefour Italia
Filiera Italia: si amplia il parterre della fondazione
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Il CdA di Filiera Italia ha recentemente approvato l’ingresso di nuovi soci, ampliando la rappresentanza del settore avicolo e della distribuzione: entrano infatti per la fi liera avicola AIA, AMADORI e FILENI e per la Grande Distribuzione CARREFOUR ITALIA, prima insegna internazionale ad aderire. «Un ulteriore determinante passaggio — ha dichiarato LUIGI SCORDAMAGLIA, consigliere delegato di Filiera Italia — che sottolinea la centralità di un modello di fi liera sempre più protagonista nelle politiche economiche nazionali e comunitarie. Siamo davvero lieti dell’ingresso dei nuovi soci che rappresentano, da un lato, un settore importante della nostra economia e, dall’altro, una sempre più estesa condivisione dei valori distintivi di Filiera Italia a cominciare dalla equa ripartizione
del valore aggiunto lungo la fi liera
e dalla valorizzazione della produzione agricola e zootecnica italiana. Insieme intendiamo essere sempre più protagonisti dell’opportunità unica offerta dal Recovery plan e delle scelte politiche determinanti per il nostro futuro. Con l’obiettivo che chi entra in Filiera Italia assuma impegni precisi e misurabili di valorizzare sempre più la produzione agroalimentare 100% italiana».
“Le aziende del comparto — dichiarano congiuntamente Aia, Amadori e Fileni — ritengono che l’approccio di fi liera integrata alla base del proprio modello produttivo sia un valore aggiunto irrinunciabile per favorire la crescita e la valorizzazione di tutti gli anelli che la compongono, l’effi cienza e la sostenibilità dei processi produttivi, la competitività del made in Italy, chiamato a confrontarsi con mercati globali agguerriti e complessi, anche nell’ottica di consolidare e favorire la crescita dell’export. Con questo spirito è stata accolta con favore la proposta di aderire alla Fondazione Filiera Italia, coerente con la propria visione ed obiettivi strategici”.
“Abbiamo scelto di entrare a far parte di Filiera Italia — spiega Carrefour Italia — al fi ne di perseguire l’impegno per la promozione di fi liere sostenibili, la tutela dei localismi e delle specifi cità territoriali, per assicurare un’equa ripartizione del valore lungo tutta la catena di produzione, ostacolando le pratiche sleali e per favorire la valorizzazione del made in Italy, anche all’estero, assicurando opportunità di internazionalizzazione. La Grande Distribuzione, come elemento di congiunzione tra il mondo della produzione agroalimentare e il consumatore fi nale, ha un ruolo cruciale nello sviluppo di fi liere sempre più sostenibili dal punto di vista ambientale, sociale ed economico; consapevole di questa responsabilità, Carrefour Italia si pone l’obiettivo di costruire un percorso virtuoso comune grazie alla nuova sinergia con la Fondazione Filiera Italia”.
«La sostenibilità — aggiunge CHRISTOPHE RABATEL, CEO di Carrefour Italia — la valorizzazione dei regionalismi e la creazione di relazioni di lungo periodo e di mutua soddisfazione coi nostri fornitori, soprattutto quelli di fi liera che vestono il nostro marchio, sono fondamenti del nostro modello di business e valori che siamo orgogliosi di condividere con una realtà come Filiera Italia. Da tempo siamo impegnati a promuovere le eccellenze dei territori italiani, come testimoniano le più recenti collaborazioni rispettivamente con Regione Piemonte, e Regione Lombardia e FDAI, con cui vogliamo continuare a costruire ulteriori importanti progetti di valorizzazione regionale. Intendiamo lavorare in maniera ancora più sinergica con tutti gli attori del panorama della produzione italiana con l’obiettivo di raggiungere traguardi sempre più ambiziosi. E in questo siamo certi di trovare in Filiera Italia un’associazione strategica di valevoli alleati”.
Il gruppo francese ricorda di essere stata la prima realtà della GDO a lanciare, nel 1992, una linea di prodotti a fi liera controllata, focalizzata sulla promozione di fi liere sostenibili e prodotti del territorio. In quest’ambito, Carrefour Italia lavora quotidianamente a fi anco di oltre 8.000 produttori italiani che collaborano con Filiera Qualità Carrefour, molti dei quali sono piccole aziende che operano nel rispetto dell’ambiente con processi di coltivazione e allevamento responsabili e controllati dall’origine (fonte: EFA News - European Food Agency).
>> Link: www.fi lieraitalia.it
Etichettatura nutrizionale: gli Italiani sono consumatori informati. Lo rivela l’indagine di Agronetwork-Confagricoltura
Per l’81% degli Italiani la “qualità” è un elemento di primaria importanza per l’acquisto dei prodotti agroalimentari; il 62% è inoltre molto attento alle informazioni nutrizionali, mentre pesano meno, nella scelta, marca e prezzo (vi danno particolare importanza rispettivamente il 48% e il 56,3 % dei consumatori). È quanto emerge dalla ricerca demoscopica che Agronetwork, l’associazione di promozione dell’agrindustria costituita da
CONFAGRICOLTURA, NOMISMA e LUISS, ha commissionato a Format Research sui sistemi di etichettatura agroalimentari e il loro utilizzo da parte dei consumatori. Il 63% degli italiani — rileva l’indagine — acquisisce i dati nutrizionali attraverso le etichette, mentre il 30,6% si informa tramite i social media e il web. Tra chi si affi da alle etichette, il 34% preferisce il Nutrinform Battery e soltanto il 17% predilige il Nutriscore. Si tratta, secondo Confagricoltura, di un dato importante che rivela come anche i consumatori preferiscano il sistema a batteria proposto dall’Italia rispetto al meno esaustivo e fuorviante sistema a semaforo. Gli Italiani risultano essere inoltre molto attenti alla salute: il 76% ritiene che per stare bene occorra seguire una dieta quanto più varia e completa che includa tutti gli alimenti, mentre il 24% sostiene che un regime alimentare salutare debba eliminare del tutto cibi ad alto contenuto di grassi, sale e zucchero.
Dalla ricerca emerge una fotografi a dettagliata delle motivazioni di acquisto dei consumatori e in particolare dei metodi e canali attraverso cui si informano per seguire uno stile di vita salutare. «È pertanto necessario — conclude il segretario generale di Agronetwork Daniele Rossi — che il sistema di etichettatura sia chiaro, non fuorviante e tenga conto delle porzioni. Non a caso gli Italiani vorrebbero che il Nutrinform Battery fosse il riferimento per l’Europa» (fonte: Confagricoltura; photo © Nestor – stock.adobe.com).
Pratiche sleali, si apre una nuova era
Associazioni di categoria e operatori plaudono alla Direttiva UE destinata a cambiare i rapporti di forza dentro il comparto
di Sebastiano Corona
Col via libera defi nitivo del Senato e la pubblicazione in Gazzetta uffi ciale, la Legge n. 53/2021 prosegue un percorso iniziato nel 2016 dalla Commissione europea per rendere più equilibrati i rapporti tra i vari attori della fi liera agroalimentare. La norma contiene infatti la delega ad adeguare l’ordinamento nazionale alle misure previste dalla Direttiva UE 2019/633 sulle pratiche commerciali sleali e, sebbene non sia sotto alcuni aspetti una novità completa, perché il nostro legislatore era già intervenuto sul tema, apre una nuova fase delle relazioni commerciali nel comparto. L’articolo 62 della l. 27/2012, pur vanifi cato nella sua applicazione pratica, era stato a suo tempo licenziato con lo stesso spirito della direttiva oggi in discussione. Ora come allora l’obiettivo non è tanto o solo quella di limitare lo strapotere della Grande Distribuzione Organizzata o dei Big del Food nei confronti dei fornitori, ma, più in generale, di evitare squilibri nei rapporti tra i vari soggetti, soprattutto a danno del primario, ritenuto l’anello più debole della catena.
I prodotti agricoli e alimentari interessati sono elencati nell’Allegato I del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea. Tra questi fi gurano, tra gli altri, animali vivi, budella, vesciche e stomaci di animali, interi o in pezzi, ma anche alimenti trasformati a partire da tali prodotti per uso alimentare, non indicati specifi camente.
Associazioni di categoria e, soprattutto, confederazioni agricole plaudono ad una serie di divieti che