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AMATRICE E IL LAGO DI SCANDARELLO
di Sabrina Tocchio
24 agosto 2016, ore 3:36: la terra trema
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È IL TERREMOTO DI AMATRICE
Una terribile scossa di terremoto di magnitudo 6.0 viene registrata nel Comune di Accumoli (RI), a circa 8 chilometri di profondità. Il sisma distrusse non solo i centri abitati in prossimità dell’epicentro, ma coinvolse in maniera devastante, anche Amatrice (sempre in provincia di Rieti, nel Lazio), Arquata del Tronto e Pescara del Tronto, nelle Marche. Danni più o meno consistenti coinvolsero molti Comuni delle province di Rieti, L’Aquila, Perugia e Ascoli Piceno.
L’impatto del sisma su Amatrice fu terribile! É qui che si registrano 239 delle 299 vittime dirette del terremoto. Perchè è qui che in pieno agosto le persone si erano riversate nelle seconde case estive e per l’imminente e famosa sagra degli Spaghetti all’amatriciana che si sarebbe svolta appena tre giorni dopo!
Lazio Gourmand, appena 4 mesi prima, aveva pubblicato un minitour su Amatrice e il lago di Scandarello. Vogliamo riproporvelo nella sua interezza e bellezza: un augurio affinché un territorio così bello e ricco di arte, cultura, paesaggi mozzafiato, tradizioni possa ritrovare al più presto tutto il suo splendore!
Amatrice
Bellissima d’inverno, dove vista l’altitudine, la troviamo innevata e magica, stupenda, tutta da vivere anche d’estate. Organizzatevi un fine settimana e non lontano dalle città potrete immergervi in un weekend all’insegna della cultura: un patrimonio storico artistico, con le Cento Chiese sparse nelle sue 78 frazioni, la natura e il buon cibo.
Dal 1991 il territorio amatriciano è incluso nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga cui la cittadina dedica un piccolo parco turistico-fotografico.
Amatrice si colloca nel bacino superiore del Tronto, a 955 metri sul livello del mare e per questo la chiamarono “Lazio Adriatico”, una definizione che ha precise motivazioni, sia geografiche che storiche: non può essere dimenticato che Amatrice è, sì, Lazio, ma un Lazio ex abruzzese, nato nel 1927, quando venne creata la provincia di Rieti. Si spiegano i tantissimi punti di contatto di quest’area con l’Abruzzo aquilano e teramano (per abitudini, costumi, parlata, architettura e artigianato), con l’ascolano (il capoluogo delle Marche non dista più di 45 chilometri) e con la vicina Umbria della Val Nerina e dello Spoletino. Però, se quelle relazioni sono oggi di buon vicinato e di cordialità, un tempo erano caratterizzate da ruvidezza… per non dire ostilità.
Amatrice è raggiungibile tramite la “SS4 Salaria” da Roma, proseguendo per Rieti ed Antrodoco.
Continuando la strada e passando il bivio per Borbona e Posta l’indicazione da seguire è sempre Ascoli. Si prosegue su un lungo rettilineo fino all’indicazione per Amatrice e qui si apre uno scenario mozzafiato: sulla destra si inizia ad intravedere il bacino artificiale del Lago di Scandarello.
Seguendo la dolcezza delle curve si arriva alla diga di sbarramento del Lago di Scandarello.
Questo “piccolo” lago nasce dal Rio Scandarello, affluente del Tronto, ed ha una superficie di quasi 1 km quadrato per una profondità a centro lago di 40 metri mentre il punto più alto è sicuramente vicino la diga (55 metri).
La costruzione della diga avvenne nel 1924. Le sue acque vengono convogliate nella sottostante centrale idroelettrica, la prima del fiume Tronto.
LA FAUNA ITTICA
Il lago è ricco di carpe regine, carpe a specchio, tinche, persici reali, persici trota, persici sole, anguille, lucci italici, siluri ed altre specie quali scardole e alborelle.
Quando il lago si svuota e il livello dell’acqua cala ritornano alla luce i resti del ponte di epoca romana.
Proseguendo ancora, lasciando il lago e la sua diga, dopo poco si arriva ad Amatrice. Un po’ complicato parcheggiare ma con pazienza, rispettando le segnalazioni del Centro Storico si arriva al parcheggio a pagamento. Vale la pena farsi un giro per il centro e visitare tutto ciò che è segnalato, benissimo devo dire, dai cartelli marroni comunali.
Ma mentre passeggiate e godete della bellezza storica della cittadina, sbirciate nei negozi tipici di prodotti locali! Come potete vedere avete l’imbarazzo della scelta, ma non dimenticate il kit per farvi una Amatriciana coi fiocchi a casa!
Quando fu importato il pomodoro dalle Americhe nel XVII secolo, nella ricetta fondamentale venne introdotta questa variante “colorata”, ma anche notevoli modifiche. Oggi nel tegame è preferibile “mettere prima il guanciale a pezzetti e quando incomincia ad arrotolarsi si aggiunge il pomodoro, con un po’ di peperoncino forte…. Il sugo dev’essere tirato fino ad un colore un po’ scuretto, ma appena appena. Per il formaggio bisogna scegliere sempre il pecorino”.