![](https://assets.isu.pub/document-structure/200715163424-aa505bfbbdcef82fe12abaf5c86e695b/v1/c0f2b6327e1c38080c095150b9c2e348.jpg?crop=491%2C368%2Cx25%2Cy0&originalHeight=368&originalWidth=540&zoom=1&width=720&quality=85%2C50)
5 minute read
pomodori ripieni col riso
di Elena Castiglione
Advertisement
![](https://assets.isu.pub/document-structure/200715163424-aa505bfbbdcef82fe12abaf5c86e695b/v1/c0f2b6327e1c38080c095150b9c2e348.jpg?width=720&quality=85%2C50)
Ingredienti per 4 persone
• 8 Pomodori grandi tondi
• 8 cucchiai di riso (carnaroli, superfino arborio…)
• basilico, prezzemolo, origano, aglio q.b.
• sale e pepe
• olio extravergine di oliva
• Eventuali patate da contorno
Dopo aver lavato bene i pomodori, asciugarli e tagliarli in due orizzontalmente avendo l’accortezza che la parte superiore sia più piccola e funga da coperchio.
• Svuotarli con un cucchiaio e raccogliere la polpa tritata (o schiacciata con una forchetta) in una insalatiera. Salarli e metterli capovolti in un piatto a far perdere la loro acqua.
• Aggiungere alla polpa nell’insalatiera il basilico, il prezzemolo, l’origano, il sale e il pepe, lo spicchio di aglio tritato fine, gli 8 cucchiai di riso e mescolare bene.
• Riempire ogni pomodoro con questo composto e lasciare insaporire.
• Nel frattempo accendiamo il forno a circa 180° centigradi e siccome nei nostri pomodori con il riso non mancano mai le patate…
• Sbucciare le patate e lasciarle un po’ in ammollo in acqua fredda, poi scolarle, asciugarle, condirle con sale, pepe e un po’ di olio extravergine di oliva.
• Trasferire i pomodori in una pirofila da forno e riempire gli spazi vuoti con le patate. Se è avanzato un po’ di liquido della polpa dei pomodori, aggiungerlo sopra a tutto.
• Tempo di cottura circa 40 minuti.
• Sono buoni caldi, ma si apprezzano molto di più tiepidi e freddi.
![](https://assets.isu.pub/document-structure/200715163424-aa505bfbbdcef82fe12abaf5c86e695b/v1/04d67119ffa841747f16d3ab302fe9e7.jpg?width=720&quality=85%2C50)
Alternativa: a un buon piatto di pomodori col riso non si rinuncia mai! E io in una caldissima giornata – accenedere il forno potrebbe essere arduo.– ho usato il fornetto Versilia e li ho cotti sul gas… così. Vengono.buoni lo stesso!
La versione di Ada Boni
Si scelgono dei pomodori piuttosto grossi e si tagliano orizzontalmente in due parti, di cui la superiore, il coperchio, dovrà essere molto minore della inferiore. Servendosi di un cucchiaino, si liberano i fondi dai semi e dal sugo che si raccoglierà in una scodella, e si pongono questi fondi in una teglia, no vicino all’altro. Si condiscono queste specie di scatole con sale, pepe, un pizzico di zucchero e un nonnulla di cannella in polvere e ci si mette poi il riso in modo da riempire i vuoti. Sul riso si sgocciola un po’ di olio, aggiungendo un pizzico di prezzemolo trito e qualche pezzettino di aglio tritato. Si rimette ad ogni pomodoro il suo coperchio, si spolverizza un altro po’ di sale, si innaffia con altro olio, e sopra a tutto si versa il sugo dei pomodori raccolto nella scodella, facendolo passare attraverso un setaccino o un colabrodo. Si cuociono in forno di moderato calore. Possono mangiarsi tanto caldi che freddi.
![](https://assets.isu.pub/document-structure/200715163424-aa505bfbbdcef82fe12abaf5c86e695b/v1/e5a2c237dde85ab5c68087bdd25ce38f.jpg?width=720&quality=85%2C50)
I fagottari
Il boom economico degli anni sessanta portò la voglia di divertirsi di nuovo: il litorale di Ostia, dopo gli anni bui del dopoguerra e della ricostruzione, fu di nuovo meta di turisti e bagnanti, soprattutto famiglie della piccola e media borghesia. Chi poteva prendeva in affitto la casa per un mese estivo, ma i più si accontentavano di un turismo domenicale (il sabato era ancora un giorno lavorativo! niente week end ancora!). Così, carichi di fagotti (sporte piene di viveri, borse piene di asciugamani e costumi, e tutto l’occorrente per trascorrere la giornata al lido di Ostia), nacquero i cosiddetti... FAGOTTARI! i pasti venivano consumati o sotto l’ombrellone, ma per lo più nelle cabine o nei “casotti”! Ebbene sì, perché anche noi andavamo in giro colonizzando porzioni di pineta con tavoli, sedie, (me ne ricordo uno in formica verde che si chiudeva a valigetta e raccoglieva all’interno 4 sgabelli! Anche negli anni Sessanta eravamo ben organizzati!), ceste di vimini con piatti bicchieri e poi sporte con ogni ben di Dio, ognuno ben racchiusa in un canovaccio annodato che teneva insieme ben salde teglie e coperchi!
![](https://assets.isu.pub/document-structure/200715163424-aa505bfbbdcef82fe12abaf5c86e695b/v1/dc20fadc96995557f24bbaa605d28d98.jpg?width=720&quality=85%2C50)