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Pangiallo

di Elena

GLI INGREDIENTI

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Dosi al netto degli scarti

IL PANE DEL BUON AUSPICIO! Il Pangiallo affonda le sue radici nella Roma imperiale, quando in occasione del solstizio d'inverno era usanza preparare un dolce per la festa istituita ad hoc dall'imperatore Aureliano: una pagnotta dorata ricca di mandorle e noci che con forma e colore che ricordavano il sole, da donare con l'auspicio che il sole potesse tornare presto a splendere dopo i mesi invernali. Del Pangiallo se ne trova testimonianza anche in un capitolo dedicato ai dolci nel “De re coquinaria” di Apicio, "...mescola nel miele pepato del vino puro, uva passita e della ruta. Unisci a questi ingredienti pinoli, noci e farina d’orzo. Aggiungi le noci raccolte nella città di Avella, tostate e sminuzzate, poi servi in tavola". Per ottenere il caratteristico colore giallo sulla superficie si ricopre il Pangiallo con uno strato di pastella d'uovo o a base di zafferano prima della cottura. Per secoli è stato il re dei dolci tradizionali delle festività natalizie romane, anche se poi è caduto in disuso a vantaggio dei più noti panettoni e pandori, e anche dello stesso panpetato. Con l'avvento del cioccolato quasi sempre si e preferito sostituire la glassa gialla con una a base di questo ingrediente decisamente più goloso!

150 g Uva passa - 200 g Mandorle - 200 g Noci - 200 g Nocciole - 100 g Pinoli - 100 g Farina - 200 g Miele - 50 g Cioccolato grattugiato - 150 g Cacao

TRITATE tutti gli ingredienti.

RISCALDATE IL MIELE in un pentolino, a fuoco molto basso, oppure a bagnomaria.

METTETE in una ciotola capiente tutti gli ingredienti e mescolate con un cucchiaio di legno finché non si forma un impasto piuttosto denso.

PRENDETE L'IMPASTO con le mani poco alla volta e formate dei panetti, premendo con forza. Sistemateli in una teglia rivestita di carta da forno.

INFORNATE a 180°C per mezz'ora circa.

FATE RAFFREDDARE bene prima di consumarlo.

VARIANTI: in alcune la frutta secca viene tostata prima di essere tritata, in altre vengono aggiunte scorze grattugiate di limone o di arance, o entrambe. A Montecelio (Roma), viene preparata un Pangiallo (U’Panejallu) nel quale si inseriscono anche fichi secchi, vino bianco e diversi tipi di liquore. In Sabina lo si prepara utilizzando il metodo più antico. Infatti al posto della farina si usa la pasta già pronta per fare il pane e cui si uniscono frutta secca, uova e zucchero.

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