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Il mito UN DOLORE VERDE INTENSO (cosmogonia Maori)
Se una mattina alzandovi presto, appena passata la notte, uscite di casa e andate a incontrare il mondo, solo per guardarlo, senza giudicare in base al vostro umore, e vi accontentate di osservarlo, allora dopo poco vi accorgerete che quel mondo trova la sua origine nel dolore e che nel dolore trova anche la sua forza. Vedrete, alzando gli occhi, Rangi, che è il Cielo e, abbassandoli, Papa, che è la Terra. Il Cielo e la Terra non sono stati sempre separati come oggi. Prima di quel mattino in cui voi vi siete alzati presto, molto prima, niente separava il Cielo dalla Terra. Papa, dea della Terra, e Rangi, dio del Cielo, si amavano e si tenevano stretti in un abbraccio ininterrotto. Perché avrebbero dovuto separarsi se la loro felicità era restare così, uniti uno all’altra? Tra la Terra e Il Cielo non c’era né aria né luce, tanto Rangi stringeva Papa, e tanto Papa stringeva Rangi. Papa e Rangi misero al mondo tre figli: Tangaroa, dio del mare, Tane, dio delle foreste e Tawhiri, dio dei venti. Tutti e tre erano prigionieri della stretta dei loro genitori. Cento volte tentarono di fuggire, cento volte fallirono. A Tane, dio delle foreste, che era il più forte dei tre figli di Papa e Rangi, venne l’idea: puntò i piedi contro Papa, la Terra, e la testa contro Rangi, il Cielo, e si mise a spingere. Spinse e spinse in quel modo, i piedi contro Papa e la testa contro Rangi, per anni e anni; spinse a tal punto che riuscì a staccare dal loro abbraccio Papa e Rangi. Fu così che divennero il Cielo che noi conosciamo, sopra le nostre teste, e la Terra, sotto i nostri piedi. La luce filtrava tra i due sposi separati e la Terra si coprì di piante e di alberi. I tre figli liberati iniziarono la creazione del mondo. Tane creò la Luna e il Sole, decorò il cielo, diede vita alla prima donna, Hine, e la sposò. I loro figli furono i primi uomini. Benché tutto ciò fosse bello, Papa e Rangi soffrivano per la loro separazione. Rangi pianse a lungo e le sue lacrime formarono fiumi e oceani. La rugiada e la nebbia erano invece le lacrime versate da Papa. L’erba e le piante crescevano fitte, strette l’una accanto all’altro: per ironia il loro dolore dava forza alla vita nascente. Il mondo ha sicuramente avuto origine grazie a tutto questo e ha continuato a crescere in questo modo: ecco cosa penserete quella mattina, alzando il bavero del vostro cappotto, mentre una nebbia densa si alza e una pioggia fine comincia a cadere. B. Reiss - A. Tjoyas, Il mondo prima del mondo - Miti delle origini, Edizioni EL
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