Theriaké Maggio/Giugno 2022

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Cultura

Domenico De Gregorio Prete intellettuale dell’agrigentino Vincenzo Lombino*

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parere di Jacques Le Goff, l’intellettuale, almeno il medievale, tale se legato alla citt e se fa parte di un gruppo «organico», ovvero di servitori della Chiesa (cfr. Gli intellettuali nel medioevo, Milano 2008, 4-6). Applicato con le dovute distinzioni al nostro tempo, questo pensiero torna utile per dare un’identit a Domenico De Gregorio (1923-2006). Fu legato alle sue citt e fu un servitore della Chiesa, in tutta sincerit . Fu storico e teologo della societ agrigentina e della Chiesa di Agrigento, e fu anche bibliotecario a vita della prestigiosa Biblioteca Lucchesiana di Agrigento, docente negli istituti superiori dell’agrigentino, giornalista, poeta. Insomma fu un «intellettuale» a tutto tondo del suo tempo e come tale mi ripropongo qui di ricordarlo brevemente o di farlo conoscere. A parte le sue puntuali e lunghe permanenze di studio in Germania, De Gregorio visse la sua vita tra Cammarata, suo paese natale, e Agrigento. A questi due centri, ha dedicato tutto il proprio impegno di intellettuale, privilegiandoli come luoghi dell’accadimento storico, in cui incontrare e comprendere l’uomo. Ma quale uomo o meglio chi l’uomo? De Gregorio vede l’uomo come colui che, cosciente o no, Cristo ha legato a s . La societ umana, quella societ che egli ha studiato a fondo nella ristretta realt provinciale agrigentina, ai suoi occhi, non altro che incarnazione continua del Cristo, incarnazione nell’uomo delle sue terre. Dostoevskij, a suo tempo, parl di immagine di Cristo stampata nel cuore del popolo russo, indipendentemente della sua radicale ignoranza dottrinaria. Non diversamente si pu dire dell’idea del Cristo incarnato secondo De Gregorio. Quando scrive di storia della Chiesa agrigentina, che ⏤ come noto ⏤ per molti secoli in tale porzione di mondo corre sovrapponibile alla storia sociale, scrive in realt del Cristo incarnato. Lo si vedr pi chiaramente tra breve. In ogni caso De Gregorio non tradisce la realt tutta umana di tale incarnazione. Egli coglie fragilit e virt della sua gente. La Chiesa agrigentina del suo e nostro tempo rimane pur sempre in continuit con la prima Chiesa dei martiri di questa terra, di San Libertino, di San Pellegrino, di altri a noi sconosciuti. Il popolo cristiano agrigentino , dice, una famiglia, una

Figura 1. Domenico De Gregorio, Cammarata (AG) 1923-2006.

fraternit , legata a luoghi e fatti precisi e ai suoi santi: S. Calogero, S. Gregorio, S. Gerlando, S. Rosalia, il Beato Matteo, S. Alfonso e soprattutto la Beata Maria Vergine, venerata nel territorio ovunque e con svariati titoli, che l’hanno resa vicina a tutti (‘A Beddamatri). De Gregorio vede Ges in Rosario Livatino, martire per la giustizia, dove per giustizia ⏤ spiega ⏤ dobbiamo intendere la Giustizia di Dio, che differente da quella degli uomini. «La Giustizia di Dio volont di liberazione, di salvezza per l’uomo. Dio infatti in Ges Cristo salva l’uomo perch lo libera dal peccato, lo giusti ica, lo rende suo iglio e lo affratella a tutti gli uomini […]. Rosario Livatino fu vitti-

*Sacerdote; dottore in Farmacia; docente di Patristica presso la Ponti icia Facoltà Teologica di Sicilia San Giovanni Evangelista e presso lo Studio Teologico San Gregorio Agrigentino di Agrigento. Anno V n. 39 – Maggio – Giugno 2022

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[online]: ISSN 2724-0509

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