La scoperta della vitamina E Giusi Sanci*
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a vitamina E una vitamina liposolubile presente naturalmente negli oli vegetali e in altri alimenti grassi. Questa vitamina non e un’unica molecola ben de inita, ma comprende una classe di sostanze con attivit simile, che esplicano la stessa funzione nel nostro corpo con maggiore o minore potenza. Comprende infatti una classe di sostanze con attivit simile. Ci sono circa 8 differenti tipi di vitamina E suddivisi in due classi principali che sono i tocoferoli (α, β, γ, δ) e tocotrienoli (α, β, γ, δ). La forma pi attiva e diffusa l’ α-tocoferolo. Dopo l’acido ascorbico, certamente la vitamina piu importante per la nostra salute. Dobbiamo assumerla col cibo, in quanto le nostre cellule non possono sintetizzarla. La vitamina E contenuta soprattutto negli alimenti di origine vegetale. Tutte le piante superiori contengono tocoferolo, che localizzato prevalentemente nelle foglie e nelle parti verdi delle piante. Le fonti principali sono rappresentate dall’olio di germe di grano, di arachidi, di mais, di oliva, e dai frutti oleosi. La vitamina E risulta sensibile alla luce e al calore, tende quindi a degradarsi alle alte temperature. Data la sua sensibilit al calore, l’olio extra vergine d’oliva crudo, rappresenta uno dei migliori prodotti per l’assunzione di vitamina E. L'assorbimento dei tocoferoli avviene nell'intestino tenue per un processo di diffusione passiva che richiede l'azione degli acidi biliari. Dalla mucosa intestinale i tocoferoli passano nella circolazione linfatica e quindi in quella sistemica dove sono presi in carico dalle liproproteine. La funzione dominante della vitamina E quella antiossidante per il mantenimento dell’integrit della membrana cellulare. In particolare agisce all'interno del doppio strato fosfolipidico delle membrane cellulari, e a tale livello previene la perossidazione lipidica, proteggendo le cellule dai danni che i radicali liberi causano alla membrana esterna. La sua azione si esplica: 1) nell’apparato cardiovascolare, impedendo indesiderate coagulazioni del sangue e regolando il metabolismo dei grassi (prevenzione di ictus, infarti, arteriosclerosi, ecc...); 2) favorendo l’ossigenazione di sangue e tessuti (maggiore resistenza alla fatica e migliori prestazioni isiche e sportive, anche in alta montagna), se presa nella dose di almeno 800 U.I. al giorno; 3) ripulendo il sangue dalle tossine e, in particolare, dai radicali
liberi, rallentando pertanto l’invecchiamento; 4) promuovendo il buon funzionamento dell’apparato riproduttivo; favorisce quindi una normale attivit sessuale e p ro t e g g e q u e s t i organi da sterilit e malattie. utile anche nel diabete e nelle disfunzioni tiroidee. Si pu affermare quindi che favorendo la salute in generale, dif icile trovare una funzione o una malattia che non possa trovare giovamento da generose dosi di questa vitamina. Recenti risultati sembrano dimostrare che la vitamina E possa aiutare a prevenire o ritardare malattie coronariche, limitando l’ossidazione delle LDL responsabili della formazione della placca ateromasica a livello dei vasi coronarici. provato che un’aumentata assunzione di vitamina E con la dieta diminuisce l’incidenza di patologie coronariche. In uso esterno, rallenta la formazione delle rughe. La vitamina E fu scoperta nel 1922 dall'embriologo Herbert Evans e dalla sua assistente Katharine Bishop che con il loro esperimento sui ratti dimostrarono che esisteva un nuovo fattore nutrizionale liposolubile, inizialmente chiamato “fattore X”, in grado di prevenire la morte fetale (Evans e Bishop, 1922; Evans e Bishop, 1912). L’esperimento consisteva nella utilizzazione di due gruppi di ratti, il primo alimentato con una dieta a base di caseina pura, lardo, amido di grano, olio di fegato di merluzzo, lievito di birra e cloruro di sodio; il secondo gruppo alimentato con la stessa dieta del primo con aggiunta di alcuni vegetali, tra cui principalmente frumento germogliato e insalata fresca. Gli sperimentatori notarono subito che gli animali del primo gruppo rimanevano sterili: la fecondazione e l’attechimento ovulare avevano luogo regolarmente, ma il pi delle volte il feto moriva durante la gestazione e veniva poi riassorbito insieme alla placenta. Quelli del secondo gruppo invece avevano un numero sempre maggiore di gravide, che
*Farmacista
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[online]: ISSN 2724-0509
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Apotheca & Storia
Anno V n. 39 – Maggio – Giugno 2022