l’intervento di ...
Copyright digitale fra nuovi diritti e obblighi urgenti Digital copyright: rights and obligations
CATERINA SGANGA
Docente di Diritto Privato Comparato, Scuola Superiore Sant’Anna un momento topico e “caldo” per chi si occupa, per ricerca o professione, di cultura, creatività ed editoria digitale, di Big Data e Intelligenza Artificiale e di loro regolamentazione per mezzo del diritto d’autore. È infatti di fine novembre la pubblicazione del decreto legislativo che finalmente traspone in Italia la tanto contestata Direttiva Copyright del 2019. Tante sono le novità, alcune delle quali di origine italiana, ma tutte destinate a comportare piccole o grandi rivoluzioni nelle regole del gioco, negli equilibri tra gli attori di mercato e nel rapporto tra diritto e tecnologia. Per rafforzare la loro posizione negoziale, in particolar modo nella contrattazione con le piattaforme di news
È
aggregation, la Direttiva ha previsto l’introduzione di un nuovo diritto connesso della durata di due anni solo per gli editori di pubblicazioni di carattere giornalistico in formato digitale, che si aggiunge così al copyright sui singoli articoli, e che consente di prevenire il riutilizzo non autorizzato di snippets dei loro contenuti da parte degli intermediari. Il nostro decreto fa un passo aggiuntivo, attribuendo agli editori un diritto all’equo compenso, determinato da un regolamento AGCM sulla base di criteri predeterminati (anni di attività, numero di click, numero di giornalisti, costi in investimenti tecnologici ecc.) ma soggetto poi a libera negoziazione tra le parti, salvo fallimento delle trattative – caso in cui sarà l’AGCM a indicare d’ufficio l’ammontare. Una quota del compenso (tra il 2 e il 5%) deve obbligatoriamente essere versato agli autori, e a piattaforme ed editori sono imposti una serie di obblighi di trasparenza e correttezza per garantirne il fair play. Interviene nuovamente sul potere di mercato dei grandi internet providers
l’attribuzione diretta di responsabilità per violazione del diritto d’autore alle piattaforme di condivisione per i contenuti uploadati dai propri utenti, con un mutamento completo di prospettiva: se prima spettava ai titolari dei diritti lamentare la violazione del proprio copyright e l’intermediario era responsabile solo ove non si fosse attivato prontamente per la rimozione dei contenuti segnalati, oggi è l’intermediario a dover provare di aver compiuto i massimi sforzi per ottenere un’autorizzazione preventiva dai titolari dei diritti, secondo elevanti standard di diligenza professionale del settore, nonché per assicurarsi che non sia possibile uploadare materiale in violazione. Si richiede dunque, nei fatti, un filtraggio preventivo e a tappeto dei contenuti, normalmente delegato ad agenti di AI, chiaramente incapaci di distinguere però tra utilizzi illeciti di materiale protetto e utilizzi leciti perché coperti da eccezione al diritto d’autore: si pensi al caso di uso parodico o di critica o a scopo informativo, normalmente qualificati come usi consentiti dalla