6 minute read

LOGISTICA/ PROGETTICA

Next Article
INTERVISTA

INTERVISTA

L’EFFICIENZA? QUESTIONE DI STANDARD

IL LONG-COVID PER I DISTRIBUTORI HORECA È L’INCREMENTO DI COSTI CAUSATO DALLA FRAMMENTAZIONE DEGLI ORDINI E DAL LORO MINOR VALORE. GS1 E PROGETTICA SOSTENGONO DI AVERE LA SOLUZIONE: L’ADOZIONE DI SISTEMI DI CODIFICA PER SEMPLIFICARE LA GESTIONE DI TUTTI GLI ASPETTI LOGISTICI

Advertisement

DI ELENA CONSONNI

Vatti a fidare dei numeri: a volte anche quelli positivi nascondono delle insidie. Prendiamo il caso del primo trimestre del 2022, in cui il fuori casa ha mostrato valori sovrapponibili al 2019 e se il food ha perso meno nella fase iniziale dell’anno, il beverage è ripartito meglio in febbraio e marzo. Dati che farebbero ipotizzare un ritorno alla normalità per i distributori di bevande. “Ma le cose non stanno esattamente così – dichiara Alberto Scola, Partner e Ceo di Progettica, società di consulenza per l’Horeca – perché rispetto al pre-Covid sono cambiate le modalità di lavoro.

Nel periodo di normalità del 2021, tra giugno e novembre,

sono cresciuti gli assortimenti in tutte le categorie, a

eccezione della birra in fusti. Al momento si registra una elevatissima numerica di ordini e di documenti di ricezione merce con una grande complessità operativa”. Il risultato? Un incremento dei co-

sti per i grossisti, sia in magazzino – a causa dell’aumento del tempo di pick dovuto alla frammentazione degli ordini – che in fase

distributiva. In pratica, si riduce il numero medio di colli per ordine e per riga e sale la frequenza delle consegne, con una diminuzione di valore dei prodotti richiesti (vedi figura 2).

L’ESEMPIO DELLA GDO

Ma la soluzione c’è: adottare stan-

dard di codifica che permettano di gestire l’acquisto e il riordino, la logistica del magazzi-

no e la pianificazione dell’uscita della merce. A sostenerlo è GS1 (vedi a pag. 26), che con il supporto di Progettica ha sviluppato un progetto per portare alla cooperazione tutti i player della filiera Horeca: produttori, distributori, ristoratori e gestori di punti di consumo, associazioni di categoria, operatori logistici. “Con l’adozione degli standard GS1 – afferma Scola – anche l’Horeca italiano, come già il retail, avrà benefici in termini di digitalizzazione e ottimizzazione dei processi e opportunità di collaborazione e crescita per tutti gli operatori del settore”. Lo studio ha coinvolto una quarantina di aziende della distribuzione clienti di Progettica, per un fatturato totale intorno ai 500 milioni di euro. Un campione molto ampio, dunque, che ha consentito di quantificare i benefici economici: il passaggio

agli standard GS1 dovrebbe portare risparmi nell’area dei

costi di magazzino (-3,1% beverage e -3,8% food) e amministrativi (-4,3% beverage e -4,5%

food), con un impatto significativo sul margine operativo lordo di quanti lo adotteranno (+10,8% beverage e +12,3% food). In particolare, si stimano oltre 131 milioni di euro di risparmi totali all’anno, di cui il 73% collegati alla meccanizzazione con applicazioni per la gestione del magazzino (WMS, Warehouse Management System), ripartiti come illustrato nella figura 3. A questi numeri si potrebbero aggiungere diversi benefici immateriali: armonizzazione dei linguaggi, migliore qualità e descrizione dei Fig. 1 Crescono gli assortimenti prodotti per una vendita più efficace; maggiore precisione nell’operatività, riduzione degli errori qualitativi, percezione di una superiore professionalità della filiera; maggiore velocità nella formazione e nell’inserimento dei venditori. “Alla luce degli incentivi legati al piano nazionale Transizione 4.0 – riprende Scola – la barriera di ingresso alle tecno-

logie di meccanizzazione si è notevolmente abbassata, rendendo l’investimento abbordabile anche per aziende

di dimensioni davvero contenute, cioè con un fatturato nell’ordine di alcuni milioni di euro. Ma ciò che vale davvero per tutte le imprese è la necessità di avviare un percorso di digitalizzazione dei processi interni e delle risorse”.

VERSO LA NUOVA NORMALITÀ

I tempi sono cambiati, anche nella filiera che opera al servizio del fuori casa. “Se in passato – osserva Scola – in area acquisti e Fig. 2 Le criticità del mercato riordino era necessario

un controllo visivo del magazzino e l’uso solo di strumenti statistici, ora serve un algoritmo per prevedere le vendite. Se in magazzino bastavano sistemi visivi e cartacei o, a limite, un lettore di bar code per gestire le merci, ora è necessario

uno strumento per identificare il lotto e la relativa sca-

denza. Se in fase di delivery era sufficiente una pianificazione soggettiva o un’aggregazione statistica delle consegne, ora serve uno strumento dedicato per gestire la maggiore complessità. In definitiva, nella ‘nuova normalità’ le decisioni verranno supportate da uno strumento software in grado di fornire risultati oggettivi e tracciabili”. C’è però una domanda che resta in sospeso: la distribuzione Horeca e l’intera filiera sono pronte e interessate ad adottare gli standard GS1? “A mio avviso – risponde Scola – è una

L’OMBRA DI AMAZON

Si fa sempre più insistente la voce dell’interessa-

mento di Amazon al mondo della distribuzio-

ne di bevande. È indubbio che il punto di forza di questo colosso sia l’efficienza e la capacità di ottimizzare i costi, offrendo un servizio puntuale e, soprattutto, veloce. Quello che gli manca, però, è la profonda conoscenza del mercato, la

capacità di essere un consulente, oltre che un venditore. Questi sono i plus dei distributori,

ma non è detto che siano ancora sufficienti. Se le aziende della distribuzione Horeca sapranno implementare i sistemi di efficientamento, migliorando le performance sul piano digitale e inserendo software all’avanguardia, potranno essere all’altezza del confronto con il colosso del commercio mondiale.

questione culturale. Gran parte dell’industria beverage è

sostanzialmente pronta, perché già utilizza i sistemi di co-

difica con la Gdo e dunque dovrebbe al massimo estendere lo stesso modello ai formati specifici per il canale Horeca. I piccoli produttori potrebbero avere qualche difficoltà in più, ma in ogni modo parliamo di referenze di nicchia, la cui gestione impatta poco in termini di volumi. Diverso è il discorso per il food, dove si riscontra una forte polverizzazione dei fornitori, ma il vero salto deve avvenire sul fronte dei di-

stributori e credo che Italgrob, come ente istituzionale, ed i Consorzi come soggetto operativo possano recita-

re un ruolo di primo piano. Alcuni lo stanno già facendo, nella consapevolezza che accanto alla fondamentale attività commerciale, è possibile apportare benefici agli associati supportandoli nel migliorare le loro competenze in ambiti come la logistica e i flussi gestionali, che impattano più del 50% sul conto economico”.

CHI È GS1

GS1 è un’organizzazione non profit che ha creato standard di identificazioni della merce, tra cui il più noto è il codice a barre, usato da oltre un milione di imprese nel mondo. Attiva a livello internazionale, opera in Italia tramite GS1 Italy, una comunità di cui fanno parte 35mila imprese della filiera del largo consumo. GS1 Italy ha il ruolo di creare collaborazione e dialogo per rendere la filiera sempre più efficiente ed efficace. In GS1 Italy i manager e le imprese dell’industria e della distribuzione lavorano insieme e si confrontano con i rappresentanti delle istituzioni e degli altri settori per individuare soluzioni di sistema condivise, che portino valore alla filiera e beneficio al consumatore finale e al sistema. Chiaramente, in questi gruppi di lavoro non si affrontano tematiche commerciali. L’idea di base è che fare business è più facile quando si parla la stessa lingua di clienti, fornitori e partner. Gli standard GS1 sono appunto un linguaggio comune per identificare, catturare e condividere le informazioni lungo la supply chain, assicurando che quelle importanti siano accessibili, corrette e facilmente comprensibili.

This article is from: