i libri di Baden-Powell
O
TITOLO CAPITOLO - 1
Collana i libri di Baden-Powell Diretta da Mario Sica Titolo originale dell’opera: Lessons from the ’Varsity of life London, Pearson, 1933 Edizione autorizzata ed approvata dalla Federazione Italiana dello Scautismo Traduzione, presentazione e integrazione con altri brani dello stesso autore a cura di Mario Sica Prima edizione Ancora, 1985 Seconda edizione Nuova Fiordaliso, 2003 Edizione rilegata 2003
© Nuova Fiordaliso Piazza Pasquale Paoli, 18 00186 Roma http://www.fiordaliso.it
Robert Baden-Powell
La mia vita come un’avventura Con 250 disegni dell’Autore
edizioni scout
nuova fiordaliso
TITOLO CAPITOLO - 3
indice
PRESENTAZIONE
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NOTA SUL TESTO
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ABBREVIAZIONI PER LE FONTI
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INTRODUZIONE L’Autore presenta le sue scuse Come diventare ricchi La mia doppia vita
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Capitolo I La mia educazione Mia madre - Ambizioni infantili - A Charterhouse La mia prima lezione di tattica - Educazione extrascolastica Espressione teatrale - I boschi - Viaggi e sports - Lo scouting Scouting in tempo di guerra
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Capitolo II Espressione teatrale e artistica 41 Espressione teatrale a Charterhouse - Alcune esperienze di recitazione - Immedesimarsi nella parte - Giochi di prestigio - Numeri di acrobazia - Pittore di scene - Doti di improvvisatore - Il «sellurafono» - Lo scherzo di Simla - Spionaggio - Rendere felici gli altri - Gli attori, che tipi - Disegno - Scultura - Il capitano John Smith - Il coro di Charterhouse - La danza - Musica strumentale a scuola - Il dilettantismo nell’arte ha la sua utilità
Capitolo III Avventure nautiche 63 Vacanze coi fratelli - Il mio primo tentativo come cuciniere - Due cacciatori di frodo - Crociera fluviale - Il nostro cutter - I salvatori dilettanti - Tempesta sulla Manica - «Attento a quel rampino» - Pirati a Malta - In canoa in Canada - Una tempesta in canoa nel Canada Capitolo IV Pesca e caccia 81 Tra le foreste del Canada - L’attrattiva della pesca - Una giornata di pesca nel Galles - Il cannibale dei mari - Caccia alla beccaccia in Albania - A Malta - In Tunisia. Hadj Amor - In Inghilterra - Il cinghiale - La caccia al cinghiale in India - La mia prima giornata di caccia al cinghiale - La tattica del cinghiale - Una caccia in due tempi - La Coppa del Kadir - La mia vittoria - Messo alla prova nella caccia al cinghiale - Elefanti - Ippopotami - L’assalto dei leoni - All’inseguimento del leone - Nella tana del leone - Caccia al capriolo in India Caccia allo sciacallo in India - Richiamo dell’alce nel Canada - Appostamento - A caccia con la macchina fotografica Capitolo V I miei amici animali 127 La brava elefantessa Dandelion - Elefanti al lavoro - Algernon, il cinghialetto selvaggio - Squirks, una pantera birbante - Il brutto cavallo Hercules - La cavalla Hagarene - Dick, il mio cavallo da battaglia Capitolo VI Esplorazione e spionaggio 149 Il ritrovamento di A.44 - La prova del guanto - Ancora ricerche di cavalli - La mia prima spedizione di spionaggio: i monti Drakensberg - Spionaggio all’estero - La cattura di una spia - Come ingannai una sentinella tedesca a Spandau - Le manovre militari russe a Krasnoje Selo. Un incontro con la polizia - Pieno successo col pallone e coi razzi illuminanti - Alla fine mi prendono - La fuga - Una spia deve sospettare di tutti - Nel cantiere navale di Biserta - In cerca delle postazioni d’artiglieria - A caccia di farfalle in Dalmazia - Mi faccio passare per artista - Pescatore: un travestimento con qualche inconveniente - Manovre militari austriache a Schwarzenau - I soldati dai piedi doloranti - Manovre degli Alpini in Val d’Aosta - Un tè col comandante turco - I forti dei Dardanelli - Lavoro in coppia - Un progetto di illuminazione elettrica - Vengo fucilato come spia - Spionaggio e lingue straniere - Travestimenti rapidi - Esplorazione militare - L’Ispettore ispeziona i pivieri – Un gioco formativo: nascondino - Nascondersi all’aperto - In cerca di acqua - Seguire una traccia
- La ricerca di una traccia perduta - L’esercizio quotidiano dell’esploratore - Mi rubano la bici - Cercatori di tracce in Sudan e in Egitto - Lavoro di notte - Sconfitto da una ragazzina Capitolo VII Primi passi nella vita militare 216 Oxford fa a meno di me - Entro nell’esercito come una bomba - Tempesta nel golfo di Guascogna - Nel Mar Rosso - L’arrivo a Bombay Come dire «buon giorno» in India - La panciera contro il colera - Il primo incontro con Lord Roberts - Il domestico ladro - Esami per la promozione - Scherzacci tra ufficiali - Serpenti - La guerra afgana - Ricognizione del campo di battaglia di Maiwand - I pericoli di Kandahar - Pattuglie e picnic - L’evacuazione di Kandahar - Ladri di prim’ordine - Imparo l’arte del macchinista - Allo stato maggiore La vita di un aiutante di campo - Un momento imbarazzante Capitolo VIII Nello Zululand 241 John Dunn - Un impi zulù - Usanze degli zulù - Una colonna volante - La coraggiosa ragazza zulù - La liberazione di Pretorius - La pacificazione del territorio - Una traccia rivelatrice - Lo scalone della sala da ballo - La resa di Dinizulu - Effetti della campagna - Le manovre in Irlanda Capitolo IX La spedizione dell’Ashanti 254 Le cause della spedizione - Lo sbarco a Cape Coast Castle - Pulizia dei denti - La leva indigena - L’avanzata nella giungla - Il lavoro e l’organizzazione della colonna - Una passerella di fortuna - La diserzione della mia guardia del corpo - Precauzioni igieniche - Come fu annunciata la morte del maggiore Gordon - La sottomissione del re di Bekwai - Issiamo la bandiera britannica - L’avanzata su Kumasi Le nostre truppe entrano a Kumasi - Un consiglio di Prempeh ai giovani chiacchieroni - La cattura degli esploratori di Prempeh - La deposizione di Prempeh - La coppa del sangue - Ritorno alla costa e in Inghilterra Capitolo X La campagna dei matabele 291 La prima campagna contro i matabele - La seconda campagna nel Matabeleland - Il combattimento del fiume Umgusa - Ricognizioni nei Matopo - Il mio aiutante Jan Grootboom - Le portatrici di birra - Il tranello dei matabele - Il vantaggio delle danze scozzesi - Ricognizione del fortilizio di Babyan - Uno spettacolo affascinante - Una marcia notturna - Rinforzi a monte Inugu - In pattuglia nella valle del-
lo Shangani - Un “condimento” speciale: i leoni - Non tralasciare alcun indizio - Un fiammifero rivelatore - Incontriamo un leone e ce ne separiamo più - Una siringa da campo - Una sentinella che fuma! - La fine della campagna - Nel Mashonaland - Il ritorno al 13° Ussari Capitolo XI Di nuovo in India, col 5° Dragoni 331 L’addio al 13° Ussari - Il 5° Dragoni della Guardia - L’arte di guidare gli uomini - Misure igieniche - Formazione attraverso l’esempio Esploratori di reggimento - Manovre realistiche - Mobilitazione rapida - La cavalleria indiana - Alla frontiera nord-ovest - La presa del colle di Sanghao - L’uomo più coraggioso che abbia mai visto - L’appello del Kashmir - Scarpe di erba intrecciata - I ponti del Kashmir Una prova di vista - Tra stregone e medico della mutua - In licenza in Inghilterra Capitolo XII Mafeking e guerra boera 357 In missione nel Sud Africa - Preparativi e collaboratori - Il piano della campagna - La difesa di Mafeking - L’inizio dell’assedio - La torre di vedetta e il comando della piazza - Donne e bambini - Due forti - Fort Ayr - L’artiglieria boera e la nostra - Un cannone fatto in casa - «Gentle Annie» - L’ospedale - Il signor Cook - Il corpo dei cadetti di Mafeking - Finanze - Francobolli - Messaggi a Mafeking Notti agitate - Franchi tiratori - Trincee e bombe a mano - Astuzie dei boeri - Sbarramenti senza fili - Campi minati - Un tranello dei boeri - Il treno blindato - Un attacco dei boeri - Un tranello mio ai boeri - Il problema dei viveri - Gli effetti del razionamento - Le locuste - Domenica a Mafeking - Bambini indigeni a Mafeking - L’attacco di Eloff - L’eroico attendente - I prigionieri - La liberazione La campagna nel Transvaal del Nord - Un esploratore indisciplinato - L’allarme del babbuino - L’attacco a Zuurfontein - Caccia ai boeri di De Wet - Storia di un binocolo Capitolo XIII La Polizia sudafricana 406 Accoglienza a Città del Capo - La polizia in tempo di guerra: difficoltà di organizzazione - Addestramento rapido - Addestramento pratico per la guerra - Uniforme - I cavalli - Tattica di combattimento - Le trincee «S. C.» - Lo spirito trionfa sull’impossibile - Malato, rientro in Inghilterra - A Balmoral - Di ritorno in Sud Africa - Le nostre nuove responsabilità - «Sii preparato» - Selezione e avanzamento - Missioni solitarie per gli uomini meno dotati - Un apprezzamento dell’operato della Polizia sudafricana - Lascio la Polizia sudafricana
Capitolo XIV Ispettore generale della cavalleria 433 Scuole di cavalleria - Il Kaiser - Un programma di riforme - L’arte di guidare i cavalli - L’arte di guidare gli uomini - Ispezioni - Un furbo esploratore - Caserme inabitabili - Lascio il posto di Ispettore generale Capitolo XV Comandante delle truppe territoriali 444 Amenità ministeriali - Un preavviso della Grande Guerra - Il re Edoardo VII e le mie dimissioni - Una cerimonia improvvisa - La fine della mia vita numero uno Capitolo XVI La mia vita numero due: il Movimento scout 452 Imbrigliato a dovere - Origine degli Scouts e delle Guide - La governante di un generale - I ragazzi mi indicano la strada - Un bisogno nazionale: la formazione del carattere - Il valore educativo dell’esplorazione militare - Applicazione dell’istruzione dell’esploratore militare all’educazione del buon cittadino - Il campo sperimentale di Brownsea - Esploratori nautici - Il Re Edoardo VII e gli Scouts - Le Guide - Lo Zar e gli Scouts - La Grande Guerra - Il Roverismo Gilwell - Il Jamboree mondiale di Olympia - Un’altra onorificenza In India – Kandersteg - Il Jamboree di Arrowe Park Capitolo XVII Guardando indietro Qualche consiglio - Vesperascit
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Appendice I Altri episodi della vita n. 2 489 Come partii per il Sud America - Solo nelle Ande - I ricchi poveri Tosti e tartufi - Natale a Città del Capo - Musica in un istituto di bellezza - Un convegno Capi ad Edimburgo - Uscendo da una grave malattia - Fragole a Natale - Il terzo volume - Gilwell Park e gli ippopotami Appendice II La traccia del chief Cronologia della vita di B.-P. Appendice III Canto del ricordochia
511
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Dedicato a colei che mi ha portato il successo (cioè la felicità): MIA MOGLIE
PRESENTAZIONE
A varie riprese fu proposto a Baden-Powell di scrivere la sua autobiografia: ma alle varie proposte rispondeva di non sentirsi ispirato. «Non credo - scrisse nel 1923 in risposta a un ennesimo invito in tal senso - che i miei ricordi avrebbero un interesse generale, eccetto per la parte che si riferisce ai Movimenti degli Scouts e delle Guide, parte del resto già nota». Nel 1930 due editori, Northcliffe e Pearson tornarono alla carica. B.-P. era in quel momento uno degli uomini più famosi in tutto il mondo. La dignità di Pari del Regno (col titolo di Lord Baden-Powell of Gilwell da lui scelto per sottolineare che l’onore era reso al Movimento scout), concessagli nel 1929, aveva segnato il culmine degli onori resigli dal mondo britannico. Gli Stati stranieri lo decoravano delle loro più alte onorificenze, le Università inglesi ed estere facevano a gara nell’insignirlo di diplomi honoris causa. Fu allora che i due suddetti editori gli proposero un contratto per un’autobiografia che avrebbe dovuto apparire, dapprima a puntate, poi come libro a sé stante. Vinse Pearson e B.-P., fatto uno schema del libro e radunate varie scatole di materiale e di documenti, si mise al lavoro. Il libro - come molti altri di B.-P. - venne in gran parte elaborato durante un viaggio in nave: in questo caso si trattò di un viaggio in Australia, attraverso l’Atlantico, il canale di Panama e il Pa-
12 - LA MIA VITA COME UN’AVVENTURA
Le università facevano a gara nell’insignirlo di diplomi honoris causa.
cifico. Durante le lunghe giornate di navigazione, B.-P. ripercorreva con Olave - che gli serviva ad un tempo da consigliera, da segretaria e da dattilografa - le avventure della sua vita. Al loro ritorno in Inghilterra, nella primavera del 1931, un abbozzo dell’intero libro e la prima stesura di vari capitoli erano già pronti. Per la messa a punto del manoscritto definitivo, però, furono necessari ancora vari mesi, soprattutto a causa del ritmo assai intenso degli impegni di B.-P. Finalmente il libro uscì nei primi mesi del 1933, dapprima a puntate Pearson’s Magazine, poi in forma di libro. Lessons from the ’Varsity of Life (letteralmente «Lezioni dall’università della vita», reso nella prima versione italiana con Alla Scuola della Vita) presenta una struttura sconcertante. I primi capitoli sono divisi per materia, e quindi, sotto «spionaggio ed esplorazione», si ritrovano episodi avvenuti nel 1880 in India o venti anni dopo in Africa, la cui unica connessione è una certa similarità di situazioni. Solo negli ultimi capitoli - Matabeleland, guerra sudafricana, Polizia sudafricana, Ispettore Generale della Cavalleria - la narrazione si fa cronologica, senza peraltro escludere inversioni e ritorni indietro. Lo stile del racconto è quello, semplice e disinvolto, tipico di B.-P. Anche se giunto al vertice della fama e degli onori, B.-P. rifiuta di farsi imbalsamare. Il risultato è un tono narrativo piuttosto sbarazzino e scanzonato, cui si contrappone qualche passo moralistico e didattico (giacché B.-P. non dimentica di essere Capo Scout del Mondo), con venature di umorismo e un’atmosfera di idealismo e di serio impegno nel vivere a fondo la propria vita. Un lettore che non conosca il Chief potrebbe credere che la sua vita sia stata una serie di colpi di fortuna: meno evidenti emergono dal testo l’impegno e il lavoro svolti in ogni fase di essa, o le eccezionali doti che B.-P. certamente possedeva.
P RESENTAZIONE - 13
(1)
SVS, 16.
(2) Tim Jeal, BadenPowell, pp. 148-154. (3) Frutto di invenzione – mirante a rendere l’episodio politically correct nei confronti dei paesi in via di sviluppo – è il dettaglio secondo cui Dinizulu avrebbe fatto dono a B.-P. della propria collana: ma di questa invenzione B.-P. non è responsabile, risalendo essa agli anni ’50. (4) Vedi nota n. 3 a pag. 446.
Ma Alla Scuola della Vita è incompleta come autobiografia. Chi ripercorre l’opera di B.-P. si accorge che numerosi episodi di rilievo sono da lui narrati altrove. Molto importanti sono i resoconti delle due principali campagne, The Downfall of Prempeh (1896) e The Matabele Campaign (1897). Le storie di spionaggio degli anni 1886-1893 sono raccontate in My Adventures as a Spy (1915); e dello stesso anno è Indian Memoirs, che rievoca i due periodi di servizio in India. L’assedio di Mafeking, molto più che in Alla Scuola della Vita, è rivissuto in Sketches in Mafeking and East Africa (1907). Infine una serie di episodi, quasi tutti noti da altre fonti, è narrata con maggiori dettagli in Adventures and Accidents (1934). E innumerevoli altri episodi sono contenuti in quasi tutti gli altri libri. Raccontare la propria vita diviene, per B.-P., un bisogno continuo, soprattutto da quando egli è l’eroe di milioni di ragazzi, di ragazze e di giovani, in Inghilterra e nel mondo intero: «Mi è sempre sembrato molto strano che un uomo morendo porti con sé tutta l’esperienza che ha fatto durante la sua vita(1)». Non ci si attenda di trovare, negli scritti autobiografici di B.-P., una narrazione storica precisa e rigorosa. Se molti episodi sono confermati anche da altre fonti, è d’altra parte evidente che altri sono stati abbelliti ed amplificati. Questo è in particolare vero, come ha osservato Tim Jeal(2), per le avventure di spionaggio, nelle quali è molto difficile separare la realtà dall’immaginazione. Così pure è probabile che la famosa collana di Dinizulu che sarebbe stata all’origine dei “tizzoni” di Gilwell fosse, in realtà, la semplice collana di una coraggiosa ragazza zulù morta dopo un combattimento in una notte di pioggia (vedi p. 248)(3). Il noto soprannome di Impeesa, datogli dai Matabele, significa in realtà “iena”, anziché “lupo”, come sosteneva B.-P. (che può esser stato tradito da scarsa conoscenza della lingua sindebele, o può non essere andato tanto per il sottile). Ed infine sembra accertato – per quanto riguarda il “piano di invasione tedesco” del 1908(4) – che B.-P. fu vittima di una vera e propria truffa con cui un gruppo di fantasiosi falsari tedescoamericani riuscì a ingannare un certo numero di personalità (oltre al fondatore dello scautismo, anche un noto romanziere e, ciò che più
14 - LA MIA VITA COME UN’AVVENTURA
è grave, il Capo Ufficio Operazioni dell’esercito inglese). B.-P., in tutti questi casi, diviene nei suoi scritti autobiografici posteriori al 1910 quasi ostaggio del personaggio che egli ormai rappresentava: il mago dello scouting, l’eroe di milioni di giovani. Ciò nondimeno le avventure della vita di B.-P. mantengono per il Movimento scout un forte interesse non solo sul piano storico, ma anche su quello educativo. Anzitutto perché si tratta, abbellimenti o meno, di un’esistenza piena, profondamente ed intensamente vissuta, con piena adesione alla propria vocazione, tanto nella vita n.1 (militare) che in quella n. 2 (scout). In secondo luogo, per il suo carattere autenticamente disinteressato e schivo (si pensi che, per tutti i suoi viaggi di Capo Scout del Mondo, egli non ricevette mai altro che il rimborso delle spese). Infine per quel suo modo particolare di guardare alla vita. Come ebbe a dire ne La Strada verso il Successo, la vita va considerata come un gioco e il mondo come un campo da gioco: parole che, per lui, non precludono, anzi presuppongono, un impegno serio, ma al tempo stesso lasciano planare un senso di lieve distacco, uno sguardo un po’ ironico (ed autoironico) nei confronti di chi la vita la prende troppo sul serio, in specie nel senso del guadagno o della carriera. Anche perché la vita, dono di Dio, per lui ha un senso se, verso la fine di essa, quando le ombre si allungano e “si fa sera”, ci si può voltare indietro e constatare che si è fatto del proprio meglio e che essa è stata almeno in parte spesa nel far felici gli altri. Questo è il messaggio più vero e attuale che, al di là del trascorrere degli anni, la vita del fondatore dello scautismo continua a rivolgere a tutti gli appartenenti al Movimento scout. Mario Sica
Il Cairo, 1° settembre 2002
P RESENTAZIONE - 15
NOTA SUL TESTO
In questo volume - che è tutto scritto da B.-P., anche se egli non l’ha mai concepito in questa forma - si è conservata la struttura generale di Alla Scuola della Vita, di cui sono rimasti praticamente intatti l’introduzione e l’epilogo. Per il resto si è mantenuta la disposizione per materia dei primi capitoli, peraltro attenuata con la concentrazione nel capitolo «Primi passi della vita militare» di tutti gli episodi del primo periodo di servizio in India e con l’attribuzione di singoli episodi ai capitoli cui appartengono cronologicamente. Il numero dei capitoli è stato aumentato così da rendere ciascun capitolo più omogeneo (nella sua autobiografia B.-P. passava disinvoltamente, nello stesso capitolo, dall’Africa all’Asia e viceversa). Date le numerose integrazioni, e dall’altra parte la soppressione di qualche pezzo non attuale, il testo qui presentato è solo per un terzo tratto da Alla Scuola della Vita e per due terzi da altre fonti. Anche il numero dei paragrafi è stato sensibilmente aumentato, preferendosi narrare un solo episodio per paragrafo. Quasi sempre i titoli dei capitoli e dei paragrafi sono di B.-P., o sono stati tratti, per quanto possibile, dai sommari dei capitoli o dal testo nel caso di nuovi capitoli o paragrafi. Nei rari casi in cui ciò non è stato possibile, si è cercato di immaginare il titolo che B.-P. avrebbe dato al paragrafo.
16 - LA MIA VITA COME UN’AVVENTURA
Per ogni paragrafo sono citate in nota le fonti. La fontebase è indicata per prima, seguita dalle altre (utilizzate per il controllo e per l’arricchimento della fonte-base, anche mediante inserimento di singole frasi o parole significative). I paragrafi per i quali non è citata alcuna fonte provengono integralmente da Alla Scuola della vita. Di ciascun episodio è stata riprodotta, assumendola per versione-base, quella più dettagliata. Essa non è necessariamente la migliore sul piano letterario, e questo modo di procedere genera l’inconveniente di una certa alternanza nel carattere, più o meno particolareggiato, delle narrazioni. Si è ritenuto che questi inconvenienti fossero tutto sommato secondari. Il libro dev’essere soprattutto lo strumento nelle mani dei ragazzi, per conoscere la personalità multiforme e fascinosa del fondatore del Movimento cui appartengono: e dei Capi, per raccontare B.-P. ai ragazzi e alle ragazze, così come egli si è raccontato a noi. Per questo si è preferito lasciare al lettore e al narratore la ricchezza di dettagli indispensabili per ben gustare la lettura o preparare il racconto. Il testo è tutto di B.-P. Un lavoro di collage ha infatti permesso di limitare le aggiunte al testo ad ovvie parole di transizione come «infatti», «d’altra parte», ecc. Tutto il resto è rintracciabile nei testi citati nelle fonti. Secondo la grafia afrikaans, scriviamo stad, veld, Snijman (contro stadt, veldt, Snjman); e per la lingua, parliamo di afrikaans (lingua dei boeri, derivata dall’antico olandese), dove B.-P. parla, impropriamente, di Dutch (olandese). Per la compilazione del libro, mi sono riferito a tutti i volumi di B.-P. pubblicati, a qualche articolo su riviste e a qualche manoscritto inedito. Essenziale è stato, per il riordino del materiale, il supporto fornitomi dalle biografie di B.-P. Anzitutto la più recente e documentata: T. Jeal, BadenPowell, Hutchinson, London, 1989. Quindi quella “quasi ufficiale” di W. Hillcourt, Baden-Powell, The Two Lives of a Hero, Heinemann, London, 1964, ed inoltre: E. E. Reynolds, Baden-
NOTA SUL TESTO - 17
Powell, Oxford University Press, London, 1942, 2° ed. 1957; E. K. Wade, The Chief, The Life Story of Robert Baden-Powell, Wolfe, London, 1975 (riedizione di The Piper of Pax, Pearson, London, 1924); R. Bastin, Lord Baden-Powell of Gilwell cittadino del mondo, Ed. Centro Librario Italiano, Roma 1955 (trad. F. Catani); Marguerite de Beaumont, The Wolf That Never Sleeps, The Girl Guides Association, London 1944; M. Drewery, BadenPowell, The Man Who Lived Twice, Hodder and Stoughton, London, 1975. Gli oltre 250 disegni di B.-P. sono stati anch’essi raccolti da vari volumi e arricchiti da didascalie che, quando non sono quelle originarie di B.-P. sono tratte dal testo medesimo. Alcuni dei disegni del cap. IX («La spedizione dell’Ashanti») sono tratti dal diario inedito della spedizione redatto da B.-P., il cui originale si trova nel museo di Accra, nel Ghana. Quando non è altrimenti indicato, la paternità delle note in calce è mia. Talora si è provveduto a modificare la punteggiatura e l’impiego delle maiuscole secondo l’uso moderno. Allo scopo di facilitare la lettura al lettore italiano, le tradizionali misure inglesi di lunghezza e di peso, come miglia, iarde ecc. sono tradotte nei valori corrispondenti del sistema metrico decimale.
Mario Sica
18 - LA MIA VITA COME UN’AVVENTURA
ABBREVIAZIONI PER LE FONTI
Traduzioni italiane a) pubblicate dall’editrice Nuova Fiordaliso MdL = Manuale dei Lupetti (tit. orig. The Wolf Cub’s Handbook, 1916), Ed. Nuova Fiordaliso, 1999. LC = Il libro dei Capi (tit. orig. Aids to Scoutmastership, 1919), Ed. Nuova Fiordaliso, 1999. SPR = Scautismo per ragazzi (tit. orig. Scouting for Boys, 1908), Ed. Nuova Fiordaliso, 1999. SVS = La strada verso il successo (tit. orig. Rovering to Success, 1922), Ed. Nuova Fiordaliso, 2000. TACC = Taccuino, scritti sullo scautismo, 1909-1940, antologia di scritti in gran parte da Headquarters Gazette, The Scouter, Jamboree, Ed. Nuova Fiordaliso, terza edizione, 1995; ristampa aggiornata, 2001. b) pubblicate da altri editori ASV = Alla Scuola della Vita (tit. orig. Lessons from the ’Varsity of Life 1933), Ed. Fiordaliso, s.i.d. (ma circa 1949). Opere originali inglesi a) Libri AA = African Adventures (1937). AD-AC = Adventures and Accidents (1934). ATM = Adventuring to Manhood (1936).
ABBREVIAZIONI PER LE FONTI - 19
ATS = Aids to Scouting for N.C.O.s and Men (1899). BBA = Birds and Beasts of Africa. BSBS = Boy Scouts Beyond the Seas (1913). DP = The Downfall of Prempeh (1896). GG = Girl Guiding (edizione del 1938). IM = Indian Memories (1915). LS = Life’s Snags and How to Meet Them (1927). MAAS = My Adventures as a Spy (1915). MC = The Matabele Campaign (1897). MFB = Marksmanship for Boys (1915). MSK = More Sketches of Kenya (1940). OWF= An Old Wolf ’s Favourites (1921). PSHH = Pig-Sticking or Hog-Hunting (1889). PYOC = Paddle Your Own Canoe (1939). QTW = Quick Training for War (1914). SIW = Sport in War (1900). SMEA= Sketches in Mafeking and East Africa (1907). SRW = Scouting Round The World (1936). WSCD = What Scouts Can Do (1921). YFBS = Yarns for Boy Scouts (1909). YKE = Young Knights of the Empire (1916). b) Periodici TSt = The Scout, rivista per i ragazzi (1909-1940). TSr = The Scouter, rivista per i capi (1923-1940). HQG = Headquarters Gazette, rivista per i capi (1909-1922).
N.B. - I paragrafi per i quali non è fornita alcuna fonte sono tratti da ASV.
20 - LA MIA VITA COME UN’AVVENTURA
INTRODUZIONE
«Com’è bella la vita dell’uomo, il solo fatto di vivere!». Robert Browning(1) «Questo mondo in cui viviamo è assai duro da conquistare: non c’è rosa senza spina, è naturale, ma quanto son belle le rose!»
(1)
Poeta inglese (1812-1889) - La citazione è da Saul, ix.
(2)
Poeta inglese dialettale (18571927).
Frank L. Stanton(2)
«Nessuno può passare attraverso la vita, come nessuno può attraversare un tratto di campagna, senza lasciare qualche traccia dietro di sé; e spesso queste tracce possono aiutare coloro che vengono dietro di lui cercando la loro strada». «Sempre mi tornano a mente le parole di addio pronunciate dal mio vecchio padre: “Ragazzo mio, giammai...”; ma non le porterò per intero. Come uno sciocco, non ne ho tenuto conto, ed ho pagato, eh, se ho pagato! Se avessi un figlio, gliele trasmetterei e le farei ben penetrare in testa! Che sciocchi che siamo da giovani! Crediamo di essere saggi, e dimentichiamo che i vecchi sono stati promossi alla scuola più importante di tutte, la scuola della vita, e che ogni giorno noi dovremmo imparare da loro». Janes nella Fishing Gazette
I NTRODUZIONE - 21
L’Autore presenta le sue scuse
Non volevo scrivere questo racconto della mia vita: un’autobiografia non può che essere una presuntuosa ripetizione di «io». Ma diverse persone mi hanno chiesto di mettere per iscritto qualcuna delle mie esperienze, in quanto esse potrebbero tornare utili ai giovani per orientare la loro vita. Quindi è soprattutto per i giovani (e in tale parola comprendo tanto le ragazze che i ragazzi) che io scrivo, rendendomi conto di essere io pure passato per questa “scuola della vita”. Non ho l’intenzione di fare una biografia vera e propria, che cominci dalla mia infanzia e proceda via via lungo tutti gli anni della mia vita. Sarà invece una specie di guazzabuglio, un dolce con le uvette, in cui le uvette, temo, saranno poche, e dovrete tirarle fuori da voi dalla pasta.
Come diventare ricchi
Ho goduto del mio soggiorno sulla terra più di qualsiasi altra persona, e dunque posso parlare con conoscenza di causa. In un articolo sul Manchester Guardian, il cui autore mi è sconosciuto, sono stato recentemente descritto come «l’uomo più ricco del mondo». Può sembrare una definizione un po’ arrischiata, ma, riflettendoci su, penso che in fondo quell’uomo non si è sbagliato di molto. Un uomo ricco non è necessariamente un uomo che ha un sacco di quattrini, ma un uomo che è veramente felice. Ed io lo sono. Ho conosciuto parecchi miliardari che non erano uomini felici; non avevano ottenuto tutto ciò che volevano, e perciò non erano riusciti ad avere successo nella vita. Un proverbio di Ceylon dice: «Colui che è felice è ricco, ma non per questo colui che è ricco è felice». L’uomo veramente ricco è colui che ha meno bisogni. Quasi tutte le biografie contengono utili consigli per fare della propria vita un successo, ma nessuna può offrirne di migliori o più sicuri di quella di Cristo.
22 - LA MIA VITA COME UN’AVVENTURA
*
(3)
Poeta inglese (18621938).
(4)
B.-P. cita a memoria dall’Experto credite («Credete a chi ha esperienza») di Virgilio (Eneide, XI, 283).
La mia doppia vita
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Se avete letto La strada verso il successo vi sarete accorti che la mia idea del successo nella vita consiste nella felicità. E la felicità, come dice Sir Henry Newbolt(3), consiste in gran parte nel render felici gli altri. Una cosa di cui molti giovani non sembrano a tutta prima accorgersi è che il successo dipende da loro stessi e non dalla buona sorte, o dall’interessamento di amici potenti. Più e più volte ho spiegato che il fine del Movimento degli Scouts e delle Guide è quello di educare uomini e donne a diventare cittadini in possesso di salute, felicità e disponibilità ad aiutare gli altri. L’uomo o la donna che riesce ad acquistare queste tre qualità ha compiuto il passo principale per riuscire in questa vita. L’altro giorno mi hanno chiesto se potevo definire in poche parole, diciamo cinquanta, la mia idea su ciò che si poteva far di meglio nella vita. Risposi che mi bastavano quattro parole: «fate un matrimonio felice». E volevo dire con ciò che colui che riesce a guadagnarsi l’affetto duraturo di una moglie veramente buona ha superato il passo più importante della sua vita. Parlando di matrimonio felice non intendo riferirmi ad un’allegra luna di miele di qualche settimana o di qualche mese, seguita da una sopportazione reciproca, ma ad una luna di miele che resista alla prova degli anni. Experto crede! (4) Eppure per completare il successo è necessaria un’altra cosa, e cioè il dedicarsi al servizio del prossimo nella comunità. Senza di questo la mera soddisfazione di desideri egoisti non ci permette di raggiungere il culmine della felicità. Un’altra scusante per azzardarmi a scrivere è quella di aver avuto l’esperienza forse unica di aver vissuto nel corso dei miei giorni una doppia vita. Naturalmente intendo dire una cosa del tutto diversa da ciò che queste parole potrebbero lasciar pensare!
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Vita Numero Uno - Intendo dire che ho esordito nella vita, appena lasciata la scuola, come giovane ufficiale nell’esercito, e, grazie ad una fortuna straordinaria unita ad un inspiegabile amore per il mio lavoro, ottenni un rapido avanzamento attraverso tutti i vari gradi della carriera militare. C’era in questa vita il fascino dei viaggi in terre sconosciute a spese del mio paese, nelle mie successive destinazioni di servizio in India, Afghanistan, Africa del Sud, Africa occidentale ed Egitto. C’erano le campagne militari, lo sport, l’amicizia dei colleghi. C’erano anche le difficoltà, le malattie, le separazioni: le ombre che facevano tanto più apprezzare il bel sole. Mi toccarono in sorte compiti grandi e piccoli; come aiutante, come comandante di squadrone, infine come colonnello comandante di un reggimento, ho avuto via via quelle che a mio parere sono state le più belle responsabilità che possano toccare ad un uomo, nelle quali ero a stretto contatto coi miei uomini. Poi vennero a me compiti più importanti, di cui parlerò in un prossimo capitolo, quali ad esempio quello di reclutare un contingente di indigeni per la spedizione dell’Ashanti, di fungere da Capo di Stato Maggiore nella campagna del Matabeleland, di comandare quel magnifico pugno d’uomini e di donne che tennero Mafeking nella guerra boera, e, più importante di tutti, l’organizzazione della Polizia sudafricana, per il ristabilimento di condizioni normali nel paese dopo la guerra. Infine raggiunsi il culmine della gerarchia nella mia arma, come Ispettore Generale della cavalleria, ed ebbi così l’ambita occasione di preparare i nostri cavalieri per quella che poi sarebbe stata la Grande Guerra. Così, all’età relativamente giovane di quarantadue anni mi
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La mia vita n. 1 e la mia vita n. 2 collegate dallo scouting.
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trovai ad essere Maggior Generale, ed a cinquantatré anni, dopo un periodo straordinariamente fortunato, avevo terminato la mia carriera di soldato ed andavo in pensione. *
(5) Isoletta nella Baia di Poole (contea del Dorset), sulla costa della Manica, dov’ebbe luogo il primo campo sperimentale (v. p. 459). (6) Nel 1932. Oggi (2002) il Movimento conta 38 milioni di membri (di cui 28 nell’OMMS e 10 nell’A MGE).
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Vita Numero Due - Iniziai quindi la vita Numero Due, una vita completamente nuova, su di un piano interamente diverso, la quale tuttavia, come la Numero Uno, comprende lo scouting. Ho sposato colei che doveva essere il mio braccio destro nell’educazione, non solo dei nostri figli, ma della grande famiglia, allora nascente, degli Scouts e delle Guide. Abbiamo goduto l’esperienza straordinaria di vedere questo Movimento crescere dalla piccola ghianda dei venticinque ragazzi accampati sull’isola di Brownsea(5) ad una fratellanza che abbraccia quasi tutti i paesi civili del mondo, con una forza che, quest’anno, è di due milioni e novecentomila membri(6). *
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Ebbene, ecco così brevemente delineata la mia vita. Ho voluto darne un sommario, in modo che il lettore possa tener presente la linea generale che questo libro prenderà anche quando si soffermerà su alcuni punti particolari.
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Capitolo I
La mia educazione
(1)
B.-P. include nel conto anche i figli di primo letto del rev. Powell, nonché fratelli morti (come John Penrose, morto a tre anni nel 1855).
(2)
Edward Bouverie Pusey (1800-1882), principale esponente del Movimento di Oxford, che da lui prese il nome di Movimento Puseyista.
Quale fu la mia preparazione a questa vita? Quale la mia educazione? La mia educazione provenne da diverse fonti: la casa, la scuola, i viaggi, gli sports, ecc. A questo punto, alcuni di voi penseranno: «Sì, tutto questo sta bene, ma tu (cioè io) probabilmente hai avuto il vantaggio iniziale di avere un mucchio di quattrini ed una fortuna fantastica». Certo che ho avuto una fortuna fantastica! Ma la fortuna è un po’ come il coraggio: può darsi che in parte venga da sé, ma in gran parte si può farsela da soli. Ma un fatto è certo: quattrini non ne avevo. Quando vostro padre è un Pastore con quattordici(1) figli, dei quali siete il terzultimo, non nuotate certo nell’oro! Da mio padre non ho preso molto, dal punto di vista della mia formazione, poiché egli morì quando avevo solo tre anni. Fu una grave perdita per me, perché era un uomo ricco di talenti. Per mia fortuna, la figura di mio padre fu attaccata circa nove anni dopo la sua morte dal dr. Pusey(2), il quale scrisse contro la sua coscienza cristiana accuse tali da provocare un coro di indignazione e di confutazioni da parte di coloro che lo avevano conosciuto ed avevano ammirato la sua grande apertura di spirito. Le sue idee, allora in anticipo sui tempi (egli
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infatti era uomo di scienza oltre che predicatore), sono oggi liberamente discusse e generalmente accettate. Ma senza questa difesa che fu fatta di lui, avrei potuto non venire mai a conoscenza delle sue qualità. Mia madre(3)
(3)
Da un manoscritto inedito nell’archivio dell’associazione inglese, integrato con HQG, novembre 1914, e con ASV, 14.
Un ragazzo era preso in giro da un compagno di collegio perché la madre, quando gli aveva fatto visita, l’aveva baciato. Allora il ragazzo chiese: «Tu non la baci mai, tua mamma?». L’altro rispose con aria di superiorità: «No, naturalmente non le do baci». «Ah (concluse il ragazzo), dev’essere perché non se lo merita». Ho incontrato nella mia vita molti uomini che hanno avuto successo; la maggior parte di essi erano fieri della propria madre e ammettevano di dover in gran parte a lei la personalità che possedevano. Il rapporto tra mia madre e me ha avuto la natura di una comunità di affetto che è durata più di cinquant’anni. Mio padre era un pastore della Church of England e alla sua morte lasciò mia madre vedova con dieci bambini da tirar su e pochissimi quattrini per farlo. Dei sette figli e tre figlie il più piccolo aveva appena un mese. Tuttavia essa era una donna molto in gamba e dotata di grande coraggio. Con un reddito minimo e pochissimi aiuti esterni, riuscì a tirar su e a educare questa numerosa famiglia tra difficoltà e preoccupazioni che sarebbero difficili da capire da qualcuno che non le abbia vissute. E grazie alle sue cure e al suo interessamento per ciascuno di noi, non solo nessuno di noi è diventato un fallito, ma tutti ci siamo aperti una via con successo in una o un’altra carriera. Per esempio: Henry è divenuto un giudice dell’Alta Corte dell’India; Warington, un avvocato nei tribunali della Marina; George, un membro del parlamento investito della dignità di baronetto per i servizi resi al Ministero delle Colonie; Frank, un pittore che ha esposto all’Accademia Reale; Baden, un ufficiale delle Guardie Scozzesi.
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«Un tiro scomodo da guidare nel mondo»: W[arington] che tiene un passo regolare, G[eorge] che dev’esser frenato, F[rank] che invece va incitato, e S[tephe, cioè B.-P.] e B[aden] non ancora avvezzi ai finimenti. A cassetta, le redini bene in mano, è mamma Henrietta.
Altri morirono in giovane età. Io ho passato la maggior parte della mia vita facendo servizio militare nell’Africa meridionale e in India. Per quanto mi riguarda, so che mia madre ebbe una grandissima influenza sulla mia vita, grazie alla continua simpatia e ai saggi consigli che mi prodigava quasi su qualunque materia. Tutto il segreto della mia riuscita sta in lei. Quando ero in servizio all’estero essa si attendeva da me una lettera ogni settimana, lettera che doveva essere accompagnata da disegni. E lei li esaminava e criticava in modo così concreto e incoraggiante (era essa stessa una bravissima artista) che io mi diedi al disegno con grande passione e, per quanto non abbia mai preso lezioni, riuscii a guadagnare un po’ di quattrini inviando i miei disegni a giornali e riviste. Quando iniziai il Movimento scout a titolo sperimentale, essa naturalmente prese il più profondo interesse nel suo sviluppo, e dato il suo spirito di iniziativa e la sua esperienza mi incitò a continuare, avendo individuato fin dall’inizio le potenzialità educative in esso insite, che io stesso non avevo intravisto. Perciò fu in buona parte grazie a lei che il Movimento scout mosse i primi passi; e con la sua vita come esempio non potevo non esser convinto che, quali che fossero le difficoltà incontrate al momento del lancio di tale programma, non avevo che da tener duro e da guardare in avanti, verso le grandi prospettive che si aprivano per l’avvenire, per conseguire alla fine il successo.
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