è grave, il Capo Ufficio Operazioni dell’esercito inglese). B.-P., in tutti questi casi, diviene nei suoi scritti autobiografici posteriori al 1910 quasi ostaggio del personaggio che egli ormai rappresentava: il mago dello scouting, l’eroe di milioni di giovani. Ciò nondimeno le avventure della vita di B.-P. mantengono per il Movimento scout un forte interesse non solo sul piano storico, ma anche su quello educativo. Anzitutto perché si tratta, abbellimenti o meno, di un’esistenza piena, profondamente ed intensamente vissuta, con piena adesione alla propria vocazione, tanto nella vita n.1 (militare) che in quella n. 2 (scout). In secondo luogo, per il suo carattere autenticamente disinteressato e schivo (si pensi che, per tutti i suoi viaggi di Capo Scout del Mondo, egli non ricevette mai altro che il rimborso delle spese). Infine per quel suo modo particolare di guardare alla vita. Come ebbe a dire ne La Strada verso il Successo, la vita va considerata come un gioco e il mondo come un campo da gioco: parole che, per lui, non precludono, anzi presuppongono, un impegno serio, ma al tempo stesso lasciano planare un senso di lieve distacco, uno sguardo un po’ ironico (ed autoironico) nei confronti di chi la vita la prende troppo sul serio, in specie nel senso del guadagno o della carriera. Anche perché la vita, dono di Dio, per lui ha un senso se, verso la fine di essa, quando le ombre si allungano e “si fa sera”, ci si può voltare indietro e constatare che si è fatto del proprio meglio e che essa è stata almeno in parte spesa nel far felici gli altri. Questo è il messaggio più vero e attuale che, al di là del trascorrere degli anni, la vita del fondatore dello scautismo continua a rivolgere a tutti gli appartenenti al Movimento scout. Mario Sica
Il Cairo, 1° settembre 2002
P RESENTAZIONE - 15