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Giambattista Bodoni Il tipografo dei re
Era saluzzese il creatore del carattere usato in tutto il mondo
di Simone Gregorio
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Torino è una città ricca di perle misconosciute, angoli pittoreschi e affascinanti che attendono di essere trovati a pochi passi dalle affollate arterie dello shopping e dalle piazze gremite, e per farlo basta cambiare strada, svoltare a destra o a sinistra rispetto al solito percorso, perdersi volontariamente spinti dal pungolo interiore della curiosità. È capitato anche a chi scrive di trovarsi molte volte, magari all’ora di pranzo, quando la città tutta pare trattenere il suo respiro talmente è vuota, di trovarsi appunto a vagare senza meta per Torino. Tra i luoghi che si possono così scoprire vi è piazza Bodoni, posta a poca distanza da via Lagrange, una sorta di piazza San Carlo in miniatura, con tanto di statua equestre, più sobria, quasi nascosta verrebbe da dire, ma non per questo meno bella.
L’uomo che dà il nome alla piazza potrebbe risultare altrettanto sconosciuto come molti altri nomi che distinguono vie, piazze, corsi e viali, e di cui tuttavia non sappiamo nulla. Eppure non è così, perché Bodoni è anche il nome di una serie di caratteri che anche il meno smaliziato utilizzatore di Microsoft Word conosce. E Bodoni era il nome di un celebratissimo creatore di caratteri, di cui Alfieri nella sua Vita dice: “Ma certo in nessuna più angusta officina io potei mai capitare per la prima volta, né mai ritrovare un più benigno, più esperto e più ingegnoso espositore di quell’arte meravigliosa che il Bodoni, da cui tanto lustro e accrescimento ha ricevuto e riceve”, parole a cui si potrebbero aggiungere quelle di Foscolo, che in una lettera indirizzata a Bodoni scrisse: “Se il mio nome morrà con me, que’ pochi versi vivranno almeno per l’immortalità del vostro.”
Pagina tratta dal "Manuale tipografico" di Giambattista Bodoni del 1788. Nonostante il titolo, “Manuale”, si tratta in realtà di un campionario di caratteri diviso in due parti: la prima reca 100 caratteri latini tondi e 50 corsivi, la seconda presenta 28 caratteri greci minuscoli. I caratteri non sono presentati con la tradizionale serie alfabetica ma tramite testi che descrivono varie città italiane (© Complesso Monumentale della Pilotta).