Sartiglia Magazine 2022

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MOSTRA CARNASCIALESCA DELL’ANTIQUARIUM ARBORENSE

LE DONNE, I CAVALLIER, L’ARME, GLI AMORI, DALL’ODISSEA ALL’ORLANDO FURIOSO (E ANCHE OLTRE…) Il poeta cagliaritano Marcello Sessanta del secolo scorso, rivista il Convegno, dedicata un articolo domandandosi se giostra oristanese non avesse un’origine nuragica. In effetti lo stesso Marcello Ser-ra doveva scrivere nel 1965 il celebre volume su Il popolo dei nuraghi, in cui discettava sulle valenze protostoriche della corsa equestre oristanese e dei suoi rituali.

Serra, negli anni scrisse per la alla Sartiglia, la

Ecco che nel 1966 il grande archeologo Giovanni Lilliu additava l’importanza di uno sgraziato bronzetto nuragico, proveniente dal Sulcis, che rappresenta un cavalluccio al galoppo, sulla groppa del quale si erge in piedi un cavallerizzo con la testa rivolta al lato sinistro del cavallo, facendo scoccare una freccia dal suo arco diretta ad un bersaglio che non conosciamo. Lilliu immaginava l’acrobatica esibizione dello spericolato cavaliere nuragico, in un santuario, dove la gara di abilità si svolgeva sotto l’egida d’un dio nuragico, come l’Ardia di Sedilo si svolgeva in onore di San Costantino (ma anche di Pozzomaggiore, di Oristano, etc.,) Ma a proposito del cavaliere acrobata sul cavallo l’archeologo rimandava alla tradizione di correre nel carnevale a sa pudda (alla gallina) o ad altri animali, sospesi ad una corda tesa tra due pali lungo la pista. Come non pensare allora alla strabiliante prova di Odisseo che, nelle vesti di un mendico, sfida i pretendenti (Proci) della mano della sua sposa Penelope ad una gara che l’eroe di Itaca aveva inventato. Chinarsi e far scoccare una freccia che passava nell’occhio di immanicatura di dodici asce bipenni disposte in verticali, lungo lo stesso asse:

Collezione Cominacini-Boy : Tharros, Necropoli fenicia di Santu Marcu; Askos configurato a cavaliere su cavalluccio. Metà del VII secolo a.C.

Odissea, XXI, 419-423: [Odisseo] posta la freccia sul manico, tese la corda e la cocca, lì dallo scanno, sedendo, e scoccò la saetta mirando diritto: non fallì il primo foro di tutte le scuri e, attraversatele, il dardo gravato di bronzo uscì fuori.

Dopo la vittoria nella gara all’anello delle asce Odisseo dà il principio al massacro dei Proci che avevano divorato i suoi beni e insidiato la sposa fedele.


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