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Al presente (e passato

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Per sorridere

Per sorridere

In avvincente combinazione temporale, la Fondazione Mast, di Bologna (Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia), presenta due proposte fotografiche in certo modo complementari. L’attualità dei finalisti (e vincitrice) all’autorevole Mast Photography Grant on Industry and Work 2020 si accompagna all’intrigante Inventions, selezione di fotografie storiche provenienti da autorevoli archivi internazionali. Considerazioni mirate e valutazioni attente sul presente, in propria coincidenza con certo passato

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(doppia pagina precedente) Alinka Echeverría, Apparent Femininity, vincitrice al Mast Photography Grant on Industry and Work 2020: Unnamed XII, Ada, 2020; Madeleine (da Hélène), 2020; allestimento.

(pagina accanto, al centro, in alto) Maxime Guyon, Aircraft: Catena di montaggio Airbus, 2019.

(pagina accanto, al centro, in basso) Pablo López Luz, Baja Moda XCIII, Ecuador, 2019.

(pagina accanto, a destra) Aapo Huhta, Sorrow?, Very Unlikely, 2019.

Chloe Dewe Mathews, For a Few Euros More: Cimitero dei film western di Sergio Leone, 2019.

di Lello Piazza

Mercoledì sette ottobre, ore Undici, speriamo il primo anno e l’ultimo dell’Era Covid-19. Sta per iniziare uno Zoom Meeting online per la presentazione di due importanti eventi fotografici dell’autunno 2020 (speriamo che...). Il primo riguarda la proclamazione del vincitore del Mast Photography Grant on Industry and Work 2020 e la presentazione della mostra dedicata ai lavori dei cinque finalisti.

Il secondo riguarda una mostra singolare e intrigante, Inventions, allestita nella Gallery/Foyer dello stesso Mast (Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia), di Bologna. Tema della mostra: ampia selezione di fotografie provenienti dall’Archive of Modern Conflict, di Londra, e dagli Archives Nationales di Francia, dipendenti dal Ministère de la Culture [beati loro!], che conservano, custodiscono e archiviano invenzioni realizzate e fotografate in Francia tra le due guerre mondiali, presso l’Office national des recherches scientifiques et industrielles et des inventions (solitamente semplificato in Office des inventions), su iniziativa di Jules-Louis Breton (1872-1940), nel primo Novecento a capo del Sous-secrétariat d’État aux Inventions.

Il primo evento è di gran lunga il più rilevante. Prima di cedere la parola a Isabella Seràgnoli, presidente della Fondazione Mast, vorrei ricordare la sua figura di imprenditrice, filantropa, creatrice della omonima Fondazione e, soprattutto, della Fondazione Mast (Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia): rivolta ai giovani, soprattutto del bolognese. Sua missione primaria è quella di stimolare il loro interesse per il mondo industriale, la tecnologia, principalmente meccanica, e l’attività imprenditoriale. Missione da realizzare attraverso l’arte e la fotografia. «Già prima della creazione della Fondazione Mast -racconta Isabella Seràgnoli- era nelle mie intenzioni creare un luogo di raccolta per la fotografia dedicata all’industria e al mondo del lavoro. Ormai, da più di dieci anni, all’interno di questo progetto, è stata pensata e realizzata un’iniziativa biennale che individua giovani fotografi internazionali in

grado di proporre progetti originali in linea con i temi che poi hanno caratterizzato le iniziative espositive della Fondazione stessa». Presento brevemente i cinque finalisti, cominciando dalla vincitrice Alinka Echeverría. Trentanove anni, nata a Mexico City, ma basata in Gran Bretagna (www.alinkaechever ria.com), attraverso una serie di collage e animazioni digitali, propone una riflessione sul ruolo della donna tra presente e passato nel campo dell’industria cinematografica e dell’informatica. Si tratta di rielaborazioni di originali provenienti dagli archivi di collezioni private, dalla Collezione dello stesso Mast e dalla collezione della Academy of Motion Picture Arts and Sciences, di Los Angeles, California. Fotografia in stile documentaristico tradizionale, invece, quella di Chloe Dewe Mathews, trentotto anni, britannica (www.chloedewemathews.com), sui danni ambientali causati dall’agricoltura intensiva praticata nel cosiddetto Mar de Plástico, il “mare di plastica”, circa duecento chilometri quadrati nella Spagna meridionale, entro i quali, oggi, si produce la metà di frutta e verdura consumata in Europa. Il titolo del suo lavoro, For a Few Euros More (Per qualche euro in più), si ispira al film Per qualche dollaro in più, di Sergio Leone, del 1965, che per gli esterni dei propri western ha utilizzato giusto questi luoghi.

In puro e rigoroso still life commerciale, le fotografie di Maxime Guyon, trent’anni, francese (https://maxime guyon.com), giocano su dettagli catturati da oggetti della tecnologia e del design industriale. Le immagini qui presentate rappresentano una piccola parte di quanto pubblicato nella monografia Aircraft: The New Anatomy (Lars Muller Publishers, maggio 2020, 120 pagine 22,6x28,7cm; 30,00 euro). A nostro modesto avviso, il lavoro più debole è quello della serie Baja Moda (Bassa moda), del messicano Pablo López Luz, di quarantuno anni, (www.pablolopezluz.com): una serie di immagini minimaliste che ritraggono vetrine di negozi di abbigliamento dell’America Latina. Come recita il ben allestito catalo-

Mast Photography Grant on Industry and Work 2020; cinque finalisti, una dei quali vincitrice; a cura di Urs Stahel. Mast PhotoGallery (Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia), via Speranza 42, 30133 Bologna; www.mast.org; www. mastphotogrant.com. Fino al 3 gennaio 2021; martedì-domenica, 10,00-19,00. ▶ Catalogo Mast Photography Grant on Industry and Work 2020: 206 pagine 16,5x20,7cm; 30,00 euro.

© Pablo López Luz © Aapo Huhta 37

Inventions, a cura di Luce Lebart, selezione da archivi storici: Torretta per l’osservazione degli uccelli e dei velivoli, di Jules-Louis Breton e Paul Breton; 10 ottobre 1930 (Archives nationales, Francia).

(al centro, in alto) Maschera antigas per cavalli; 1917-1918 (Archives nationales, Francia).

(al centro, in basso) Cingolato del signor Caufer; 1917-1918 (Archives nationales, Francia).

(pagina accanto) Lo studio come teatro di posa; 1917-1918 (Archives nationales, Francia). go di presentazione del concorso Photography Grant on Industry and Work 2020, a cura di Urs Stahel, le immagini «affrontano metamorfosi e deformazioni nel settore del commercio che portano alla scomparsa dei cicli locali di produzione e vendita a vantaggio di processi e attori globali». Insomma, uno sguardo su una cultura popolare che svanisce, sulla omologazione indotta dall’industria globale della moda... certamente, su tanto altro ancora. Infine, il progetto fotografico più misterioso, quello che sono riuscito a apprezzare di meno. L’autore è Aapo Huhta, trentacinque anni, finlandese (https://aapohuhta.com). Le sue installazioni visive e sonore sono raccolte sotto il titolo Sorrow? Very Unlikely (Dolore? Molto improbabile). Nella comprensione delle sue opere non mi ha aiutato neppure la presentazione in catalogo. Ne riporto un breve brano: «Le fotografie che ritraggono il paesaggio rurale finlandese, con i suoi villaggi cresciuti in armonia con la natura, le tradizioni trasmesse da una generazione all’altra, le azioni semplici, banali, lontane anni luce dalle correnti e dalle tendenze globalizzate, vengono analizzate cinque volte da sistemi di riconoscimento delle immagini basati su algoritmi e, in correlazione con la probabilità che vi si verifichino determinati eventi, accompagnate dal commento apatico e distaccato di un sintetizzatore vocale. La molteplicità, l’ambivalenza, la contraddittorietà di ciò che è organico viene misurata da algoritmi di precisione binaria 0-1, con il risultato che due mondi si sfiorano senza tuttavia percepire niente di fondamentale l’uno dell’altro».

Questi, dunque, i giovani fotografi finalisti, selezionati tra quarantasette candidati provenienti da tutto il mondo. Le loro opere, attualmente presentate nella mostra allestita nella PhotoGallery, entrano poi a far parte della Collezione storica di fotografia industriale della Fondazione Mast, curata da Urs Stahel. Dell’altra mostra, Inventions, richiamata in apertura -selezione di fotografie provenienti dall’Archive of Modern Conflict, di Londra, e dagli Archives Nationales di Francia

curata da Luce Lebart con la collaborazione di Urs Stahel-, posso dire solo meraviglie. Come spiega la curatrice «Si tratta di un archivio visivo che colpisce per la sua fantasia, gli accenti umoristici e la libertà nello svelare i codici dell’oggettività fotografica. L’elemento comico è tanto più inatteso in quanto si inserisce in un contesto industriale e scientifico. Come al cinema, queste scene fotografiche ci raccontano delle storie». Concordo. La mia cultura fotografica è cresciuta sugli stilemi tradizionali, il che mi rende impreparato a capire lavori contemporanei come quelli di Aapo Huhta e Pablo López Luz, appena menzionati. Le fotografie che mi rassicurano e, alla fine, mi piacciono sono quelle che mi parlano da sole e che, per essere capite e forse apprezzate, non richiedono la lettura delle parole che accompagnano il progetto che le ha generate. A questo criterio soddisfano appieno le immagini del convincente progetto Inventions.

In modo grossolano (ma non è detto) voglio dire che sposo le illuminanti righe dell’autorevole storica dell’arte, storica della filosofia, accademica e curatrice Angela Vettese, tratte da Capire l’arte contemporanea (Umberto Allemandi & C, 1996 / riedizione aggiornata Capire l’arte contemporanea. La guida più imitata all’arte del nostro tempo; Umberto Allemandi & C, 2016): «Più in generale, il progressivo distaccarsi delle opere dal loro aspetto meramente visivo per concentrarsi sugli elementi mentali, ha fatto sì che i testi scritti si rendessero sempre più necessari come veicolo di introduzione e spiegazione. Citando ancora Rosenberg, possiamo dire che un quadro o una scultura contemporanei [senza alcuna ombra di dubbio, aggiungerei la fotografia], sono una specie di centauro, fatto per metà di materiali artistici e per metà di parole». Tanto è. ■ ■

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SOLO ON LINE Inventions, a cura di Luce Lebart; selezione di fotografie provenienti dall’Archive of Modern Conflict, di Londra, e dagli Archives Nationales di Francia. Mast Gallery/Foyer (Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia), via Speranza 42, 30133 Bologna; www.mast.org. Fino al 3 gennaio 2021; martedì-domenica, 10,00-19,00. ▶ Catalogo Inventions: 56 pagine 14,7x22cm.

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