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Mirko Orlando

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I travestiti

I travestiti

/ SGUARDI SU / MIRKO ORLANDO

SULLA FOTOGRAFIA DEL MARGINE

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di Pino Bertelli

Nel gazebo dell’insignificanza della fotografia italiana -entro la quale, specialmente, non si vogliono intrusi-, il fotografo del margine, ma non marginale, Mirko Orlando è -appunto- una testimonianza di resistenza al presente. È nato a Napoli, nel 1981.

Completati gli studi, si dedica alla fotografia, all’illustrazione e alla scrittura, pubblicando articoli e reportage su periodici nazionali, tra i quali Gente di fotografia, Barricate, L’aperitivo illustrato, A, Illuminazioni, Fotoinfo, Domus, Storia e futuro e Tracce. È autore dei saggi di antropologia visiva Fotografia post mortem (Castelvecchi, 2013), Per una teoria generale della fotografia post mortem (in Intersezioni - Rivista di storia delle idee; Il Mulino, agosto 2014) e Il volto (e la voce) della strada. Uno sguardo sulle nuove povertà (Lindau, 2012).

Attualmente, vive e insegna a Torino. Nel 2019, pubblica la graphic novel Paradiso Italia (Edicola Ediciones), attraverso la quale affronta le tematiche delle migrazioni applicando la contaminazione di linguaggi come il fumetto e la fotografia. L’iconografia del limite di Mirko Orlando è un atto di accusa contro l’ipocrisia della politica e l’indifferenza di quanti pensano che l’“integrazione” sia uno stato di “emergenza”.

L’attento e concentrato fotografo/fumettista è andato tra i baraccati di Torino, Ventimiglia, Val di Susa, Borgo Mezzanone (nel comune di Manfredonia)... ha ascoltato le storie di queste genti (non disperati, come dicono i telegiornali e i talkshow), e costruito una sorta di poetica ereticale che non fa sconti a nessuno.

Mirko Orlando mescola, intreccia, affabula un viaggio estetico che si articola nelle proteste, fughe, sopportazioni, pezzi di vita reale. Le fotografie s’innestano

Mirko Orlando lo dice dritto e diretto! Finché gli Ultimi, gli Sfruttati, gli Oppressi non avranno imparato a riconoscere l’assassino, il ladro, il boia di un sistema predatorio che produce consenso e complicità attraverso merci, informazioni, bombe “intelligenti”... i massacri contro l’Umanità non si fermeranno. [...] Soltanto quando gli Uomini e le Donne scenderanno nelle strade e rovesceranno la macchina dell’inganno e della corruzione, allora e solo allora, potranno mettere fine alla barbarie della civiltà dello spettacolo .

nell’ossatura grafica e vanno a comporre una sorta di cartografia (non solo) di sopravvivenza, ma anche un’idea di Bellezza, Dignità e Verità che manifestano il Giusto, il Buono e il Bene comune.

La fumettografia fotografica di Mirko Orlando è una denuncia del parassitismo criminale, culturale, istituzionale che alberga (e si arricchisce) sulle disuguaglianze. I nuovi schiavi portano addosso le stigmate della disumanità predominante che si annida nei governi e ai tavoli dei trattati internazionali di pace (dove le nazioni più “sviluppate” sono anche le maggiori produttrici di armi).

Lui lo dice dritto e diretto! Finché gli Ultimi, gli Sfruttati, gli Oppressi non avranno imparato a riconoscere l’assassino, il ladro, il boia di un sistema predatorio che produce consenso e complicità attraverso merci, informazioni, bombe “intelligenti”... i massacri contro l’Umanità non si fermeranno. I canili dell’ordine politico, economico e sociale sono prodotti del cinismo delle mafie multinazionali e dei loro accoliti (sostenuti dal rimbecillimento mediatico); il favore elettorale consolida la ciarlataneria dei predatori, e soltanto quando gli Uomini e le Donne scenderanno nelle strade e rovesceranno la macchina dell’inganno e della corruzione generalizzata, allora e solo allora, potranno mettere fine alla barbarie della civiltà dello spettacolo.

L’unico vero dovere che gli spossessati hanno nei confronti della Storia è quella di riscriverla: ed è giusto dire che se bastoni un cane, questo -prima o poi- ti morde! ■ ■

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