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L’altro è

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Passaggi sporchi

Passaggi sporchi

di Angelo Galantini L’ALTRO È!

Su questo stesso numero della rivista (di che altro, casomai), in veste di redattore, il nostro direttore Maurizio Rebuzzini presenta l’imponente mostra antologica di Ferdinando Scianna, allestita nelle prestigiose sale del Palazzo Reale, di Milano, precisando subito, in avvio di Pensiero, l’incontro con una di due personalità fotografiche italiane capaci di riflettere in profondità sulla materia... con pertinente cognizione di causa.

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Testuale: «Ferdinando Scianna è uno dei due autorevoli fotografi italiani che mi mettono in difficoltà. [...] Di questo si tratta: entrambi questi fotografi -e tutti e due agiscono nell’ambito di quello che si usa identificare, ma non certo circoscrivere, fotogiornalismo- sono tanto potenti e accreditati interpreti della Vita nel proprio svolgersi, quanto eccellenti scrittori di e per la Fotografia. Non la loro fotografia, quanto giusto la Fotografia, nelle proprie innumerevoli sinuosità di linguaggio e utilizzo e finalità e, perché no, compromessi e condizionamenti. E non è ancora tutto! Entrambi questi fotografi-scrittori sono anche avvincenti, convincenti e affascinanti oratori. Già ognuna per se stessa, le tre personalità sono prestigiose... figuriamoci quando le incontriamo in due sole persone. Ferdinando Scianna è una delle due».

L’altra, in parità, è Uliano Lucas.

Anche qui, come nel caso di Ferdinando Scianna -con solo riferimento alla mostra in allestimento e programma-, per nostro costume (asciutto), non ci allunghiamo a raccontare chi sia Uliano Lucas: chi lo sa, non ha bisogno di ulteriori parole, che -per circostanza- dovrebbero essere retoriche, ovvero vuote e stoppose; chi non lo sa, sono fatti suoi, e non nostri, e non intendiamo colmare alcun vuoto conoscitivo, tantomeno qui, quantomeno da queste pagine.

Però, e allo stesso momento, in intenzione di s-punto privilegiato di osservazione, la Fotografia, qualsiasi Fotografia (!), sia fonte e opportunità di riflessioni individuali, di curiosità. Insieme con Uliano Lucas, la sorgente è addirittura doppia, almeno doppia, comprensiva come è di una sostanziosa sezione bibliografica (nostra predilezione individuale, ma non c’entra nulla!; addirittura, meno di nulla!). Dal fantastico e avvincente cilindro della bibliografia di testi di Uliano Lucas, complementare a quella delle sue monografie d’autore-fotografo, estraiamo una autentica perla, tra le tante che sono a disposizione. Che ripresentiamo qui e ora, dopo averla commentata in propria cronaca. Premessa d’obbligo. Almeno tre sono le condizioni in base alle quali è legittimo esprimersi, ovunque e a ogni titolo si intenda farlo e a qualsivoglia pubblico ci si voglia indirizzare. Uno: avere competenza della materia proposta e, per diretta conseguenza, trattata. Due: avere la capacità di farlo, nel senso di possedere e padroneggiare i termini di dialogo e comunicazione adatti a raggiungere il proprio destinatario, qualsiasi questo sia e in ogni condizione nella quale vi si indirizza. Tre: avere, soprattutto, la voglia di farlo. E qui, a guardare bene, sta l’autentica discriminante di tutto, non soltanto di molto: il desiderio (l’aspirazione?) di non teLa realtà e lo sguardo - Storia del fotogiornalismo in Italia, di Uliano Lucas e Ta- nere per sé soltanto le tiana Agliani; Giulio Einaudi Editore, 2015; 600 pagine 14,5x22,5cm; cartonato con proprie riflessioni, consisovraccoperta; 42,00 euro. Se vogliamo vederla così: testo più che fondamentale. derazioni e competenze, ma l’aspirazione (il

desiderio?) di condivisione ed esternazione a tutto campo, senza alcuna avarizia, senza nessuna remora.

Se così è, come siamo convinti che sia (ma non è il caso di andare oltre, in approfondimento: quantomeno, non qui e non ora), Uliano Lucas e Tatiana Agliani, che insieme hanno già firmato nobili pagine di racconti e relazioni sul fotogiornalismo in Italia, oltre che sull’impianto più generale della comunicazione visiva [in Nota], possiedono e rivelano le tre condizioni conseguenti: hanno competenza della materia proposta e, per diretta conseguenza, trattata; possiedono e padroneggiano i termini di dialogo e comunicazione adatti a raggiungere il proprio destinatario; e, soprattutto, hanno voglia di farlo.

Da cui, la loro Storia del fotogiornalismo in Italia, sottotitolo esplicativo dell’ottimo saggio La realtà e lo sguardo, pubblicato da Einaudi a fine Duemilaquindici, si offre e propone come opera fondante per definire e identificare una sequenza di fatti (e misfatti) che hanno scandito i termini della fotografia applicata e subordinata all’informazione giornalistica nel nostro paese.

Rispetto altre considerazioni sulla Fotografia, per le quali abbiamo oggi a disposizione una infinita quantità di testi (magari, lo stesso non possiamo conteggiare in qualità), l’analisi di Uliano Lucas e Tatiana Agliani ha il merito e valore della concretezza. Nonostante il titolo del loro saggio sia in qualche misura “evocativo”, La realtà e lo sguardo, la trattazione è rigorosamente consistente e “materiale”: per l’appunto, Storia del fotogiornalismo in Italia. Ovverosia, non ci si perde in considerazioni estetiche e teoriche, ma si percorre un tragitto solido e certificato, scandito da momenti sociali influenti sullo svolgimento delle esistenze: qualsiasi cosa questo possa significare per ciascuno di noi.

La risposta che arriva dalle pagine dell’avvincente e convincente testo-saggio assolve una delle condizioni che consideriamo discriminanti per l’intero cammino della Fotografia che non rimane nei cassetti, che non allestisce soltanto mostre, che non vola sopra le teste, senza sfiorare nulla e nessuno. La risposta è pertinente e indiscutibile: come e quanto, e per quanto, la Fotografia abbia influito (e influisca) sulla Vita.

Infatti, e in definitiva, bisogna essere consapevoli che il sistema del giornalismo, al quale la fotografia offre il proprio linguaggio fotogiornalistico, è quello che -insieme ad altri, sia chiaro- declina idee e opinioni che formano le coscienze. E di questo, del valore sociale della fotografia di giornalismo, sono perfettamente consapevoli i due autori, Uliano Lucas e Tatiana Agliani, che hanno scandito passi consequenziali di una vicenda dai connotati noti e dal dietro-le-quinte da decifrare e codificare.

D’accordo o meno con le opinioni che vengono espresse -a ciascuno, le proprie considerazioni al proposito-, non si può soprassedere sull’autorevole valore assoluto e inviolabile dell’apparato allestito. Passo a passo, Uliano Lucas e Tatiana Agliani percorrono la vicenda del fotogiornalismo in Italia, con contestualizzazioni sociali che hanno identificato e definito lo scorrere degli anni e dei decenni. In un tragitto anche cronologico, finalizzato alla comprensione storica dei singoli tempi e momenti, si incontrano i protagonisti di questa fantastica Storia... del fotogiornalismo in Italia.

In questo senso, e neppure tanto a margine, c’è un altro riconoscimento che va attribuito ai due attenti autori: quello di ricordare e segnalare fotografi, agenzie e testate che altrove sono stati già dimenticati, oltre che sacrificati all’altare di quella mondanità -in forma di Società dello spettacolo (da e con Guy Debord- che, volente o nolente, condiziona e ha condizionato molte retrospettive fotografiche dei nostri giorni, e di quelli immediatamente precedenti.

Al contrario, l’impegno e concentrazione di Uliano Lucas e Tatiana Agliani sono stati rivolti alla certificazione e considerazione di tutti coloro i quali hanno agito nell’informazione fotogiornalistica italiana. Su queste pagine, come già nella rassegna Fotogiornalismo in Italia 1945-2005, esposta e itinerata in numerose sedi nazionali e ospitata anche fuori dai nostri confini nazionali, si ritrovano personalità sulle quali troppe storiografie hanno calato un velo di silenzio. Quindi, se un’altra misura va presa in considerazione, ecco qui un ulteriore valore assoluto e prezioso che eleva questo racconto sopra tanti. Forse, sopra tutti.

A questo punto, prima di altri nostri riguardi, in presentazione e poi in conclusione, dal punto di vista formale va annotato che l’apparato fotografico di La realtà e lo sguardo è opportuno, sia per quantità (moderata, ma efficace), sia per scelta (mai casuale). Di fatto, in accompagnamento alle parole, una selezionata galleria di fotografie visualizza ciò che il testo racconta, confermando i punti di vista e sottolineando i passaggi. Dunque e ancora, nulla di incorporeo, ma tutto finalizzato al racconto.

In ulteriore ripetizione d’obbligo, da altra parte della rivista e da precedenti occasioni. A conti fatti, rispondendo a una natura formata in parti uguali di cultura (?) e istinto, per ognuno di noi, il vero luogo natio è quello dove per la prima volta si è posato lo sguardo consapevole su se stessi: la nostra prima patria sono stati i libri. Ancora, la parola scritta ci ha insegnato ad ascoltare le voci. La vita ci ha chiarito i libri: osservare, piuttosto che giudicare e pensare, invece di credere.

Osservare e pensare!

In conclusione: La realtà e lo sguardo - Storia del fotogiornalismo in Italia, di Uliano Lucas e Tatiana Agliani, è un libro del quale non si dovrebbe fare a meno (non si potrebbe fare a meno!). Magari, rispetto altri tempi di avarizia di titoli, oggi è più difficile orientarsi all’interno di un’offerta che è proliferata esponenzialmente. Magari, rispetto tempi di scelte uniche e obbligate (visto che si pubblicavano pochi approfondimenti sulla Fotografia), oggi la quantità a disposizione può risultare disorientante e frastornante (paradosso del Falco Pellegrino). Se così è, abbiate fiducia del nostro giudizio, espresso a fronte di una frequentazione fotografica intensa e vigorosa: questo saggio merita che gli vengano dedicate serene serate di lettura. Il nostro sapere individuale ne esce rafforzato.

Ammesso che... ■ ■

Nota

Tatiana Agliani, figlia d’arte, studiosa di comunicazione visiva, si è formata all’università Ca’ Foscari, di Venezia, dove ha conseguito un dottorato di ricerca in Civiltà dell’India e dell’Asia orientale. Ha scritto saggi e curato libri sulla fotografia e il fotogiornalismo italiani, tra i quali La famiglia italiana nei rotocalchi, in L’Italia del Novecento. Le fotografie e la storia III (2006) e L’arte della vita è di scena al Jamaica, in Jamaica Arte e vita nel cuore di Brera (2012).

Uliano Lucas, tra i maggiori fotogiornalisti italiani, è autore di consistenti progetti di studio e ricerca sul sistema dell’informazione e sulla storia del fotogiornalismo. Menzioniamo la collana Il fatto, la foto, di Idea Editions, e i volumi L’informazione negata (1981), Storia fotografica del lavoro in Italia (1982), Film: la storia, le immagini (1994), Fotoreporter italiani nell’ex Jugoslavia (1996), Carla Cerati: Milano 1960-1970 (1997).

Insieme, Uliano Lucas e Tatiana Agliani hanno lavorato a diverse pubblicazioni, tra le quali corre l’obbligo ricordare Storia d’Italia. L’immagine fotografica 1945-2000 (2004), Il fotogiornalismo in Italia. Linee di tendenza e percorsi 19452005 (2005), Pablo Volta. La Sardegna come l’Odissea (2007), Federico Garolla. In scena e fuori scena (2008), ’68. Un anno di confine (2008) e È un meridionale però ha voglia di lavorare (con Giorgio Bigatti; 2011).

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