Gioco News Magazine May 2020 - Rivista Gioco News Maggio 2020

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NUOVE TENDENZE È psichiatra e direttore del Centro Studi di Terapia della Gestalt. Dal 2007 è direttore scientifico di Orthos, associazione per lo studio e il trattamento dei giocatori d’azzardo.

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di Riccardo Zerbetto psichiatra, direttore scientifico di Orthos

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a prevenire nel contempo forme di uso eccessivo o distorto”. Tale impostazione, che si ispira alla politica di gioco responsabile, viene tuttavia sottoposta a un confronto che si fonda su dati emersi da varie ricerche a livello internazionale e che, per limiti di spazio, verranno riportate in sintesi nel prossimo numero della rivista e che evidenziano come la semplice esposizione, per non parlare della promozione attiva degli articoli di gioco, induce di per sé un incremento del gioco stesso. Nelle premesse dell’incontro veniva quindi segnalato come “il modello di distribuzione dell’azzardo in Italia ha visto aziende private e Stato affiancati e cointeressati a incrementare la raccolta e a ripartire tra loro gli utili. Le proteste sollevate da parte di settori dell’opinione pubblica e di molte amministrazioni regionali e locali hanno peraltro suscitato trasversalmente, nelle forze politiche centrali, alcuni aspetti di conflitto”. Ci si chiede, in definitiva, se una politica maggiormente restrittiva possa contenere, se non proibire indiscriminatamente, aspetti disfunzionali prodotti da una politica eccessivamente liberistica in materia.

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lità della diffusione dei tanti prodotti di gioco d’azzardo e nel contempo la tutela delle fasce deboli della società, sia rappresentate dai “malati di gioco” che da pensionati, minorenni, disoccupati etc. che sono più esposti a amplificare le già presenti ristrettezze economiche sotto la seduzione di accedere a del “denaro facile”. Nel suo impianto statutario, Alea ha previsto ttra i suoi principi generali che “il gioco rappresenta una forma di attività che contraddistingue universalmente i viventi in misura proporzionale al loro grado di sviluppo intellettivo ed in particolare l’uomo. Accanto alle componenti più propriamente ludiche di puro intrattenimento, simulazione, addestramento, anticipazione di situazioni collegate alla realtà, sono noti aspetti problematici collegati al gioco sotto forma di comportamenti compulsivi, dipendenza, assunzione di quote inadeguate di rischio, disregolazione degli impulsi, compensazione di aspetti disarmonici della personalità del giocatore. Tali aspetti disfunzionali hanno portato, nel corso della storia, a forme di limitazione legislativa più o meno radicale del gioco, in particolare quello d’azzardo, con l’inevitabile conseguenza di forme illegali ed incontrollabili di tali attività e maggiore difficoltà di aiutare i soggetti incorsi in situazioni patologiche e autodistruttive. L’adeguamento agli standards europei suggerisce tuttavia la necessità di avviare iniziative tese a favorire una positiva cultura del gioco che valga a promuovere adeguate forme di attività ludica e

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GIOCONEWS #05 MAGGIO 2019

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derisco con piacere alla richiesta della redazione di Gioco News di riportare una breve sintesi dell’Expert Meeting 2019 di Alea (Associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio, fondata nel 2001 e che raccoglie gran parte degli studiosi sul tema) che si è tenuta il 12 aprile a Milano. Si è trattato di un incontro di grande interesse per l’elevata competenza delle relazioni su un tema centrale del dibattito in corso e dalle cui risultanze potrebbero derivare anche proposte di modifica dello statuto associativo. Il tema oggetto dell’incontro è stato infatti: Le politiche di gioco responsabile nell’Italia dell’azzardo: le ragioni, i rischi e le opportunità. È ormai noto come con i termini responsible gambling non ci si riferisce (ingenuamente) all’invito che fa fatto ai giocatori di giocare “responsabilmente”, non perché sia sbagliato farlo, ma semplicemente perché risulta poco incisivo nei fatti dire a un giocatore, specie se compulsivo, di giocare meno, come a un alcolista di moderarsi nel bere. I termini, in realtà, alludono a un “politica di gioco responsabile” nella quale si “siedono attorno ad un tavolo” (metaforicamente ma non solo, almeno nelle intenzioni) i rappresentanti dei tre soggetti che hanno competenza nella materia: 1) i giocatori rappresentati dagli esperti in ambito clinico, 2) i concessionari e, come mediatore tra i due, 3) il Governo, cui spetta elaborare delle leggi che definiscano la sostenibi-

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