€ 8 for ”catch & release” anglers > € 14 for the rest
H2O Magazine-trimestrale di pesca, turismo e tempo libero. Tariffa R.O.C.: Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 1, CN/BO In caso di mancato recapito inviare al CPO di Bologna per la restituzione al mittente previo pagamento resi. Contiene I.P..
EXPERIENCES • HIGHLANDS ISLANDESI • INDIAN COLORS • IGLOO LAKE LODGE • BHUTAN FLYFISHING • PATAGONIA ON THE ROAD • COSMOLEDO
CHATBOX • INTERVIEW: MIKE KIRKPATRICK
COLLECTOR’S PAGES • FISHING AND ART: CASEY UNDERWOOD ART • HISTORY: FISHING IN THE MIDDLE AGES
SUPER NATURAL ADVENTURES Il Deep Creek Lodge é situato a Terrace in British Columbia nel cuore della regione dello Skeena, vicino ai migliori fiumi per la pesca alla Steelhead e ai cinque salmoni del Pacifico. Nel lodge a conduzione famigliare, troverete un ambiente confortevole e accogliente in cui potrete gustare la nostra famosa autentica cucina Italiana. Un posto perfetto per le vostra vacanza di pesca in famiglia, con amici oppure da soli.
The Deep Creek lodge is located in Terrace British Columbia in the heart of the Skeena region, close to the best rivers for Steelhead and Pacifi c Salmon fi shing. At the Lodge in a family atmosphere you will fi nd a clean and comfortable accommodation and taste our famous home made Italian and International cuisine. The perfect place for your fishing holiday with family or friends.
DEEP CREEK LODGE 5255 Deep Creek Drive - Terrace B.C. V8G0C2 - CAN Phone: 1-250-635 4449 info@deepcreeklodge.com > www.deepcreeklodge.com
SOMMARIO
www.h2oflyfishing.com
EXPERIENCES 8 Highlands islandesi 18 Indian Colors 50 Igloo Lake Lodge 62 Bhutan flyfishing 72 Patagonia on the road 90 Cosmoledo CHATBOX 30 Interview: Mike Kirkpatrick
F I S H I N G
T R A V E L L I N G
COLLECTOR’S PAGES 40 Fishing and art: Casey Underwood art 82 History: fishing in the Middle Ages
CONTENTS EXPERIENCES • HIGHLANDS ISLANDESI • INDIAN COLORS • IGLOO LAKE LODGE • BHUTAN FLYFISHING • PATAGONIA ON THE ROAD • COSMOLEDO
®
CHATBOX • INTERVIEW: MIKE KIRKPATRICK
€ 8 for ”catch & release” anglers > € 14 for the rest
Anno XV - Numero 1 Primavera 2022
H2O Magazine-trimestrale di pesca, turismo e tempo libero. Tariffa R.O.C.: Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 1, CN/BO In caso di mancato recapito inviare al CPO di Bologna per la restituzione al mittente previo pagamento resi. Contiene I.P..
COLLECTOR’S PAGES • FISHING AND ART: CASEY UNDERWOOD ART • HISTORY: FISHING IN THE MIDDLE AGES
www.francovivarelli.com
Cover: foto di Rasmus Ovesen
H2O anno XV Marzo 2022 Direttore Responsabile Sara Ballotta Direttore Editoriale Giorgio Cavatorti Redazione Giorgio Cavatorti Via Verdi,30 42027 Montecchio Emilia (RE) e-mail: info@cavatortigiorgio.it Hanno collaborato a questo numero: Riccardo De Stabile, Jan Janningthal, Water McPerson, Sandro Mediani, Frank Osen, Rasmus Ovesen Art Director Giuditta Soavi giuditta.soavi@gmail.com Collaborazione Grafica Omar Gade Stampa: “Tipografia Bertani” Cavriago (RE) Fotografi di Redazione: Alessandro Seletti Traduzioni: Rossella Catellani, Elisabetta Longhi Autorizzazione Tribunale di Bologna n°8157 del 01/02/2011 Poste Italiane spa- Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - aut. Roc N°20825 del 10/03/2011 - DCB Bologna Una copia € 8,00 Arretrato € 10,00
Giorgio Cavatorti
Fishing Travelling This is the first issue of year 2022, and we are already working on new projects. This is in fact the first issue published in French/ English thanks to the collaboration with Adrien De Villeneuve, a friend and great traveller. The French edition will have some advertising pages and articles different from the Italian one. For any information concerning distribution on the French and Belgian market, please contact us. The number will also be distributed in the numerous spring fairs, where we are waiting for you to greet you, to get information about a destination or a fishing lodge or just to have a chat. Enjoy the reading Questo è il primo numero dell’anno 2022, e come sempre stiamo già lavorando a nuovi progetti. Quello che state leggendo infatti è il primo numero pubblicato anche in lingua francese/inglese grazie alla collaborazione con Adrien De Villeneuve, amico e grande viaggiatore. L’edizione francese avrà alcune pagine pubblicitarie e successivamente anche articoli diversi dall’edizione italiana. Per qualsiasi informazione inerente la distribuzione sul mercato francese e belga vi invitiamo a contattarci. Il numero sarà anche distribuito nelle numerose fiere primaverili, dove vi aspettiamo per un saluto, per avere informazioni inerenti una destinazione o un lodge di pesca o solamente per fare quattro chiacchiere. Buona Lettura Giorgio and Adrien info@cavatortigiorgio.it
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Copyright © 2008 Tutti i diritti sono riservati, è vietata la riproduzione anche parziale senza l’autorizzazione della Redazione. Fotografie e manoscritti non richiesti non vengono restituiti. Per qualsiasi informazione inerente i viaggi trattati nel magazine, vi invitiamo a contattare la Redazione.
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s d n a l h Hig
islandesi Giorgio Cavator ti
Dopo una partenza difficoltosa a causa di una logistica di voli abbastanza sfortunata siamo finalmente arrivati nella capitale islandese, dove auto e guide sono lì ad aspettarci. Questo sarà un viaggio verso le Highlands islandesi a circa 3 ore dalla capitale alla ricerca di trote e salmerini. L’Islanda la conosciamo per il salmone e la trota di mare, ma non tutti apprezzano la grande qualità della pesca delle grosse trote fario e dei salmerini islandesi. Una gestione oculata e una pressione di
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pesca abbastanza bassa hanno protetto questi fiumi e, insieme ad un prezzo a volte poco competitivo, hanno fatto sì che la pesca sia da qualche tempo estremamente interessante. Un paesaggio lunare e la quasi assenza di popolazione rendono queste zone particolarmente affascinanti. Il nostro viaggio è iniziato nella zona di Selfoss, che con i suoi 7000 abitanti è la località principale del comune di Árborg nella regione di Suðurland. Situata sulla riva orografica sinistra dell'Ölfusá (che è la continuazione del
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fiume Hvitá), dista una sessantina di chilometri dalla capitale Reykjavík, passando per la vicina Hveragerði. In questo villaggio abbiamo pescato splendide trote di mare nel fiume Varma che lo attraversa, la zona è piena di hot pond, sorgenti di acqua calda, che in alcune zone aumentano di molto la temperatura dell’acqua. Le trote che risalgono in questo fiume sono di buona taglia, spesso superano gli 80 cm e le si possono vedere mentre cercano di scavalcare le numerose piccole cascate del torrente. Si pescano bene a secca o con mosche semisommerse e sono
consentiti 4/6 pescatori alla volta in un tratto che supera i 5 km di fiume; la guida è consigliata. In questa zona scorre anche il Sog, ottimo fiume da salmoni atlantici che diviso in varie beat ha un grande fascino. Sempre alla portata del nostro lodge abbiamo poi pescato le famose trote del lago Þingvallavatn , il lago più grande dell’Islanda. Un paio di altri torrenti e laghi molto interessanti per le grosse fario hanno reso il viaggio veramente interessante. Spesso questi lodge sono a gestione self-catering, quindi una spedizione per corriere di prodotti
alimentari italiani e il gnocco fritto del grande Vinicio, cuoco ufficiale della spedizione, ci hanno garantito la sopravvivenza in questi 20 giorni di permanenza. Successivamente ci siamo poi spostati verso le highlands, ad un paio d’ore verso nord est. Qui la pesca si concentra sulle trote e soprattutto sui salmerini, abbondantissimi in questi piccoli ruscelli. Ninfe minuscole e ottima presentazione sono la chiave del successo. Per tutto il viaggio siamo stati assistiti dall’eccellente organizzazione di Kristjan della ditta Fishpartner, che ci ha aiutato anche quando
abbiamo avuto problemi a raggiungere alcune pool. È infatti in questi momenti che si è grati per avere comprato pacchetti pesca da professionisti del settore e non da broker improvvisati. Credo che ritorneremo in Islanda a breve per svariate ragioni: la qualità e la bellezza delle acque, le dimensioni dei pesci naturali e non ultima la comodità di un volo breve e spesso diretto dall’Italia che permette, in giornata, di essere a pesca di grosse trote o salmoni.
We finally reached the capital of Iceland after a difficult departure due to an unfavorable flight schedule. Cars and guides were there waiting to take us on the trip to the Highlands of Iceland, about 3 hours from the capital, in search of trout and char. Iceland is known for its salmon and sea trout, but not everybody appreciates the high quality of fishing for Icelandic big brown trout and char. Cautious management and a rather low fishing pressure have protected these rivers and, together with sometimes not very competitive prices, they have
made fishing there extremely interesting in recent times. The moon landscape and the almost total absence of population make these areas particularly fascinating. Our travel started in Selfoss, an area with 7,000 inhabitants. It is the main town in the municipality of Árborg, in the region of Suðurland. Situated on the left bank of the Ölfusá River (which is the continuation of the Hvitá River), it is about 60 kilometers away from Reykjavík, the capital, and flows through nearby Hveragerði. In this small town we caught wonderful sea trout in the Varma River which
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flows through it, in an area full of hot ponds, and warm water springs that can increase the water temperature a lot in some spots. The trout rising in this river were good-sized, often over 80 cm, and could be seen while they were trying to leap over the many small waterfalls of the stream. They could be fished well with a dry fly or with half submerged flies and 4/6 anglers at a time were allowed on a stretch of river which was longer than 5 km; a guide is always recommended.
The Sog River flows in this area too: an excellent river for Atlantic salmon, it is divided into various beats, and is very fascinating. Starting from our lodge as well, we then fished the famous trout of Lake Þingvallavatn, the largest lake in Iceland. A couple of other very interesting streams and lakes with big brown trout made our travel really interesting. These lodges are often managed by self-catering, and therefore with carrier shipments of Italian food products, including fried dumpling
by the great Vinicio. He was the official cook of the expedition and guaranteed our survival in the 20 days of our stay. Later we moved to the highlands, a couple of hours towards the north-west. Over there, fishing focused on trout, particularly on char, which abounded in those small streams. Tiny nymphs and an excellent presentation were the key to success. For the whole travel we were supported by the excellent management of Kristjan from the Fishpartner company, who helped us
even when we had trouble in reaching some pools. It is just in these moments that you are grateful for having bought fishing packages from professionals of the sector and not from improvised brokers. I think we will return to Iceland soon for various reasons: the quality and beauty of the waters, the sizes of natural fish and, not the least, the comfort of a short flight which allows you to fish big trout or salmon on the day of your departure.
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YOKANGA LODGE – NEW LEVEL OF SALMON FISHING
A HISTORICAL PLACE After the borders were opened in the early nineties, fishermen from all over the world began to come to the Kola Peninsula. A group of British fishermen acquired the rights to the Yokanga and built a classic fishing lodge. It was ordered from Canada and assembled using huge cedar logs, then dismantled, loaded into 12 steel shipping containers and transported to the UK and then to Russia. A full customs checkpoint was opened for clearance of the containers, each of them weighing 20 tons! Their transportation was made using MI-26 Russian military helicopters. From the time of its foundation in 1998 and up to 2019 numerous groups of poachers “worked” on Yokanga, and fish were caught in tons. One can still see old overgrown roads and hear names of some areas back from those times like “Poachers Pool”. NEW ERA The situation began to significantly change in September 2019, when passionate Russian fly fisherman, Alexey Strulistov, acquired the Murmanskturist company, which owns the rights to this fishing site and the lodge itself. He set up the security process. Significant funds and efforts have been spent on a relay radio communication system and cellular and satellite communication infrastructure. Remote parts of the river are now monitored with a drone, and it makes the camp’s security team work very efficiently. The river has been cleared of nets and the fishing process in the public license area has improved. The lodge was completely overhauled and surrounding infrastructure was built from zero to provide the highest level of comfort. All these efforts resulted in excellent salmon catches throughout the season. FISH OF DREAMS The owner of the lodge Alexey Strulistov says: “After significant security efforts were made since I took over the river, we have seen an increase in the catch numbers. The average size of Yokanga salmon is 22-24 pounds but every week our guests land 3-4 fish over 30. Also, in what was a very short 2020 season our guests managed to land two significant fish over 40 pounds”. You can also trY to catch the fish of Your dream! GIFT YOURSELF AN UNFORGETTABLE ADVENTURE! More information available at: https://www.yokanga.com/tours_eng
IndiaN Colors g n i h s fi or f y l n o t o n s i a i d n to I
A trip
Walter McPerson
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For me and my adventure mates the opportunity to fish in the Saryu River in northeastern India was a dream come true. Our target was the Golden Masheer and the travel was organized by Misty Dhillon, the owner of Himalaya Outback. Although Misty is in her early 30s, she is already a legendary figure in the promotion and preservation of this extraordinarily unique fishing. I would like to start by saying that traveling to the Saryu River from anywhere in the United States is an epic travel even before you get to the river. It began with an hour’s flight from Kansas City to Chicago O’Hare on a Sunday afternoon, followed by a 14-hour night flight from O’Hare to Delhi, and arrival in Delhi on Monday around 8:30 pm. After clearing my luggage through customs and retrieving it, I was joined by Misty’s manager, David, who took me to a lovely Indian guest house. After an overnight stay there and a visit to Delhi on Tuesday morning, he took me to the railway station of New Delhi, where we boarded a train for Kathgodam.We reached Kathgodam around midnight that same day. The last leg of our outward journey began at 4:00 the following day, with a 10-hour drive on a 4WD jeep to get to the confluence of the Saryu and Mahakali rivers. We immediately began fishing, while the rest of our equipment was taken along the
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Per me e i miei compagni d’avventura l'opportunità di pescare sul fiume Saryu nell'India nord-orientale è stato un sogno diventato realtà. L’obiettivo era il Golden Masheer e l’organizzatore del viaggio Misty Dhillon, proprietario dell'Himalaya Outback. Sebbene Misty abbia poco più di 30 anni, è già una figura leggendaria nel promuovere e proteggere questa pesca meravigliosamente unica. Vorrei iniziare dicendo che viaggiare verso il fiume Saryu da qualsiasi parte degli Stati Uniti è un viaggio epico ancora prima di arrivare al fiume. Per me è iniziato con un volo di un’ora la domenica pomeriggio da Kansas City a Chicago O’Hare, seguito da un volo notturno di 14 ore da O’Hare a Delhi, con arrivo a Delhi verso le 20:30 del lunedì. Dopo aver sdoganato e recuperato i miei bagagli, sono stato raggiunto dal manager di Misty, David, il quale mi ha portato in una graziosa guest house indiana e, dopo aver pernottato e trascorso martedì mattina a visitare Delhi, mi ha accompagnato alla stazione ferroviaria di Nuova Delhi, dove siamo saliti su un treno per Kathgodam. Siamo arrivati a Kathgodam verso mezzanotte dello stesso giorno. L'ultima tappa del nostro viaggio di andata è iniziata alle 4:00 del giorno successivo con 10 ore di auto e jeep 4WD per arrivare alla confluenza dei fiumi Saryu e Mahakali. Abbiamo subito iniziato a pescare,
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river to the camp. The Saryu River flows through a deep valley at the foot of the Himalaya. Just to give you an idea of where the camp is situated, consider that the opposite bank of the Mahakali River is Nepal’s boundary. Before my arrival monsoon rains had caused floods of biblical proportions in the valley of the river. Most part of the road we took from Kathgodam to the camp had been seriously damaged and it would take several months of hard work to make it perfectly serviceable again. In fact, even from the banks of the Saryu rivers you can clearly see the tracks of enormous landslides that got as far as the banks of the river. My host, Misty, who was always kind, patiently showed me the basic techniques of spey casting. Even one-hand
rods worked well on this river. Saryu’s camp in the Himalayan backcountry reminds you of a true expedition of the British colonial era. Situated on a white, soft sand beach, almost like talc, the camp consisted of spacious tents; there was a tent for lunch, one for the shower and one for the bathroom. The tent for cooking and the staff were accommodated back in the jungle. Every guest had his own spacious tent with a comfortable, small British-army bed, a small mesh dresser and a stool. One of the things that most struck me was the freshness and cleanliness of the bed linens. I remember that they were put in the jungle during the day to keep them fresh. Every morning, while we were fishing, the camp staff disassembled the tent and rearranged it.
mentre il resto della nostra attrezzatura è stato portato attraverso il fiume all’accampamento. Il fiume Saryu scorre attraverso una profonda valle ai piedi dell'Himalaya. Per dare un'idea di dove si trovi il campo, considerate che la sponda opposta del fiume Mahakali è il confine del Nepal. Prima del mio arrivo, le piogge monsoniche avevano portato alluvioni di proporzioni bibliche nella valle del fiume. Gran parte della strada che abbiamo preso da Kathgodam al campo era stata gravemente danneggiata e ci vorranno molti mesi di duro lavoro per renderla completamente funzionante. In effetti, anche quando si è sulle rive del Saryu, si possono vedere chiaramente le cicatrici di enormi frane che portano fino alle rive del fiume. Misty, sempre gentile padrone di casa, mi ha mostrato pazientemente tecniche rudimentali di lancio spey. Anche le canne a una mano funzionano bene su questo fiume. Il campo Saryu nell'entroterra himalayano ricorda una vera e propria spedizione dell'era coloniale britannica. Situato su una spiaggia di sabbia bianca soffice e quasi simile al talco, l'accampamento consiste in tende spaziose, una tenda per il pranzo , una per la doccia e una per il bagno. La tenda per cucinare e il personale erano sistemati più indietro nella giungla. Ogni ospite ha la propria spaziosa tenda con un comodo lettino dell'esercito britannico, un
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Dinners were all mainly western with an Indian touch. Breakfast usually consisted of toast, eggs, pancakes, canned meat and Indian potatoes. All in all, life at the camp was extremely comfortable and the day usually ended in front of a roaring fire. The fishing day started around 6:00 in the morning with a cup of tea and then a 45-minute walk in the river. I would recommend that you pack a bag to be kept dry in order to protect your electronic devices. The valley of the river is very humid and condensation is easily formed at night on equipment and clothes. You need light clothing that dries fast, as well as long trousers and shirts with long sleeves to protect yourself from insects; it is also recommended that you avail of a medical evacuation insurance from Global Rescue (www.globalrescue.com) for such trips. What is certainly striking in this travel is the atmosphere of the places. The camp is at a short distance from a 1,000-year old temple, a place which is certainly worth the hike. During the journey back to Kathgodam, we saw a leopard eat the carcass of a cow on the road side. We turned the jeep and went back to shoot some photos, but the noise probably scared the leopard which rushed back to the forest. Shy black monkeys are spotted every day as well as several bird species and a number of bright-colored butterflies. Misty
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piccolo comò in rete e uno sgabello. Una delle cose che più mi ha colpito è stata quanto fossero fresche e pulite le lenzuola del letto. Ricordo che le tende venivano riposte nella giungla durante il giorno per mantenerle fresche. Ogni mattina, mentre pescavi, il personale del campo smontava la tenda e la riassettava. I pasti erano tutti prevalentemente occidentali con un tocco indiano. La colazione di solito consisteva in toast, uova, frittelle, carne in scatola e patate indiane. Tutto sommato, la vita del campo è estremamente confortevole, e la giornata di solito finisce davanti ad un fuoco scoppiettante. La giornata di pesca inizia intorno alle 6:00 del mattino con una tazza di tè e poi 45 minuti di camminata in fiume. Una raccomandazione che mi sento di dare è quella di mettere in valigia una borsa da tenere sempre asciutta per proteggere i dispositivi elettronici. La valle del fiume è molto umida ed è facile che si formi condensa durante la notte su attrezzatura e vestiti. È necessario un abbigliamento leggero ad asciugatura rapida, così come pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe per proteggersi dagli insetti; anche un'assicurazione per l'evacuazione medica da Global Rescue (www. globalrescue.com) andrebbe sempre consigliata per questi viaggi. Ciò che sicuramente colpisce in questo viaggio è l’atmosfera di questi luoghi. Il campo si trova a breve distanza da un tempio
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told me that their fixed camp on the Ramganga River offers more opportunities to observe the wildlife, including the Bengal tigers and Indian elephants. Ramganga’s camp also has a few kayaks that can be used by the guests for trips on the river. If you have never been to Delhi, it is really worth a visit: the colors, sounds and scents of this huge city are unequalled. Delhi offers visitors several interesting places rich in history, and therefore it is hard to decide where to begin the exploration of the city. In Old Delhi, mosques, forts and other monuments remind you of the Islamic history of India. Important places of Old Delhi include the majestic Red Fort, and the historic Chandni Chowk next to Raj Ghat and Shanti Vana, the latter built after India’s independence in 1947. Was the travel a success? I would say it was. I caught a lot of mahseer, one of which was really big, and I also lost several ones which were probably even bigger. I would recommend an adventure like this to everyone; India is very fascinating and the powerful mahseer deserves to be included in the list of the "must do" in fishing. Saryu’s camp in the Himalayan Outback is definitely the right place.
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di oltre 1000 anni, e sicuramente una visita a questo luogo merita la scarpinata. Nel viaggio di ritorno a Kathgodam, abbiamo visto un leopardo nutrirsi di una carcassa di mucca sul lato della strada. Abbiamo girato la jeep e siamo tornati indietro per fare alcune foto, ma probabilmente il rumore ha spaventato il leopardo che si è precipitato nella foresta. Scimmie timide e nere vengono avvistate ogni giorno, così come numerose specie di uccelli e una moltitudine di farfalle dai colori vivaci. Misty mi ha detto che il loro campo fisso sul fiume Ramganga offre maggiori opportunità di osservare la fauna selvatica, tra cui le tigri del Bengala e gli elefanti indiani. Il campo di Ramganga ha anche dei kayak che gli ospiti possono usare per le gite sul fiume. Se non si è mai stati a Delhi, vale veramente la pena visitarla: i colori, i suoni e i profumi di questa enorme città sono
ineguagliabili. Delhi offre al visitatore molti luoghi interessanti carichi di storia, per cui diventa difficile decidere da dove cominciare l'esplorazione della città. Nella Vecchia Delhi le moschee, i forti e altri monumenti ricordano la storia islamica dell'India. Importanti posti della Vecchia Delhi includono il maestoso Forte Rosso, lo storico Chandni Chowk, accanto a Raj Ghat e Shanti Vana, queste ultime edificate dopo l'indipendenza dell'India nel 1947. Il viaggio è stato un successo? Direi proprio di sì. Ho catturato molti mahseer e uno veramente grande, e ne ho anche persi diversi che probabilmente erano ancora più grandi. Mi sento di consigliare a tutti un’ avventura come questa; l’India ha un grande fascino e il potente mahseer merita di essere inserito nella lista dei "must do" di pesca. Il campo Saryu dell'Outback himalayano è assolutamente il posto giusto.
Fishing Passion L’unico festival green della pesca a mosca in Italia
Tione di Trento sui fiumi Sarca e Chiese 28-29 maggio 2022 Scopri di più su flyfishingfestival.it organizzato da
@flyfishingfestival sponsor
Comune Tione di Trento
media partner
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interview
MIKE KIRKPATRICK
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> Mike, fly fishing is a great part of your life, can you tell us something about the very start and the very first contact with the whole fly fishing world? I got into fly fishing quite young. I’d always hunted rabbits and possums with a .22 caliber rifle, fished for saltwater fish off the local jetties, and fished for trout with a spin fishing rod. It was a natural progression for me when by chance a family friend offered me his old fly fishing gear. I seized on the opportunity and taught myself through trial and error the art of fishing for brown and rainbow trout with a fly. I remember with fondness the exhilaration of catching my first four brown trout under a willow tree during an evening rise and have been hooked ever since. > How long have you been in the fly fishing business and how has it evolved since you first started? I morphed from being a fanatical fly fisherman to guide, after being asked repeatedly by mates and even strangers, if I could show them some of my secrets. It dawned on me then that it would not only be a good way of supplementing my income as a sign writer but a heap of fun spending days on the water with like-minded people in the world’s best office- the New Zealand backcountry rivers. My business (Latitude Guiding) grew so quickly, I quit my sign-writing business after a few years to focus solely on the guiding. I’ve been a guide now for twenty two years and counting… > And how do you think it will evolve in the next future? More than a decade ago I began writing and supplying photos for various fishing magazines, made a few Fly Fishing DVD’s and started a YouTube channel (Mikefisher) which has been so successful at inspiring anglers to hire us, that we needed more guides, such was the sheer volume of enquiries.
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> Mike, la pesca a mosca è gran parte della tua vita. Raccontaci gli esordi e il tuo primissimo contatto col mondo della pesca a mosca. Sono entrato piuttosto giovane nel mondo della pesca a mosca. Da sempre cacciavo conigli e opossum con una carabina calibro 22, pescavo pesci dai moli del luogo e trote con una canna da spinning. Fu per me una progressione naturale quando, per caso, un amico di famiglia mi offrì la sua vecchia attrezzatura da pesca a mosca. Colsi l’opportunità e appresi da autodidatta, tramite tentativi ed errori, l’arte di pescare con una mosca le trote fario e arcobaleno. Ricordo con tenerezza la mia euforia quando presi le prime quattro trote fario sotto a un salice durante una risalita serale, e da allora rimasi allamato per sempre. > Da quanto tempo operi nel settore della pesca a mosca e come si è evoluto da quando hai cominciato?
Sono passato dall’essere un pescatore a mosca fanatico a guida, dopo che alcuni miei compagni e anche altre persone mi hanno chiesto ripetutamente se potevo mostrare loro alcuni dei miei segreti. Allora ho pensato che sarebbe stato non solo un buon modo per incrementare le mie entrate di grafico pubblicitario, ma sarebbe stato anche un sacco divertente trascorrere delle giornate sull’acqua con persone con i miei interessi nell’ufficio migliore del mondo – i fiumi delle zone remote della Nuova Zelanda. La mia ditta (Latitude Guiding) crebbe così velocemente che lasciai l’attività di grafico pubblicitario dopo pochi anni per concentrarmi solo su quella di guida. Ormai faccio la guida da ventidue anni. > E come pensi evolverà questa attività in futuro? Più di dieci anni fa cominciai a scrivere e a fornire foto a varie riviste di pesca, feci alcuni DVD di pesca a mosca e avviai un
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My wife has since started a second company (Southern Latitude Guides) to handle the overflow of work, and we now have a team of quality guides to call on. Once the world returns to a semblance of normality we predict anglers will once again grace our shores, as New Zealand is surely one of the great adventure angling destinations.We have some of the best Guides in the world waiting with anticipation!
footage. I’ve invested in new camera gear over the last few years and now have the ability to produce 4K films with a better image than ever. I love documentary style films and strive to explore a more in depth narrative which adds to the ‘why where and how’ rather than just images of ‘fish porn’ to music.
> Besides fly fishing, I know that filming is also your passion, right?
I’d spend on average about 140 days per season on the water. Most of this is made up of client days, but I always allow myself 30-40 days for some filming projects and trips away with good mates. Guiding has never dulled my passion and enthusiasm for the sport.
I love filming my fly fishing adventures and plan on producing increasingly good content going forward and, as I spend a lot of time on the water, there are plenty of opportunities to get great
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> How much time do you spend in the water?
> Tell us something about fishing in your area, your favourite
canale YouTube (Mikefisher), che ha avuto così successo che abbiamo avuto bisogno di più guide per far fronte al gran volume di richieste. Mia moglie da allora ha avviato una seconda ditta (Southern Latitude Guides) per gestire la mole di lavoro, e ora disponiamo di un team di guide di qualità su cui fare affidamento al bisogno. Quando il mondo tornerà alla normalità, prevediamo che i pescatori torneranno a prediligere le nostre coste, visto che la Nuova Zelanda è sicuramente una delle destinazioni migliori per le avventure di pesca. Abbiamo alcune delle guide più brave al mondo che vi aspettano! > Oltre alla pesca a mosca, so che un’altra tua passione è fare riprese, vero? Amo filmare le mie avventure di pesca a mosca e conto di produrre sempre più contenuti di qualità, dato che, trascorrendo così tanto tempo sull’acqua, ho tantissime opportunità per fare belle riprese. Negli ultimi anni ho investito in una nuova attrezzatura fotografica e ora sono in grado di produrre film in 4K con le migliori immagini di sempre. Amo i film in stile documentario e cerco di esplorare una narrativa più approfondita, che aggiunga alla musica il ‘perché dove e come’ invece che solo immagini di ‘pornografia ittica’. > Quanto tempo trascorri sull’acqua? Trascorro sull’acqua in media circa 140 giorni a stagione. Per la maggior parte sono giorni dedicati ai miei clienti, ma mi concedo sempre 30-40 giorni per le riprese e per escursioni con gli amici. Il lavoro di guida non ha mai affievolito la mia passione e il mio entusiasmo per questo sport. > Dicci qualcosa della pesca nelle tue zone, dei tuoi spot preferiti e di come variano nel corso dell’anno. Parlando dei miei spot preferiti, è arduo individuare un solo posto, visto che la mia città, Nelson, ha fiumi incredibilmente belli con trote fario che pesano in media 5-6 libbre! La cosiddetta
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spots and how these vary during the year . When it comes down to my favourite spots it’s hard to pinpoint a single place, as my hometown of Nelson has jaw-droppingly beautiful rivers with some holding brown trout averaging about 5-6lbs in weight! That said the entire South Island is a mecca for sight fishing anglers... If pressed, I’d say the wild and rugged west coast of the South Island and the vast Kahaurangi National Park are right up there as must see for travelling anglers. > New Zealand area is well varied in terms of different place and periods for fishing, tell us more about the best period to visit the area. We have good early season fishing (October onwards) for hungry trout after winter, good fishing leading up to Christmas with increasing mayfly and Caddis hatches being added to by Brown and Green beetles, before post-holiday low water sight fishing to die for... The truth is there is great fishing for the entire 7 month season (October 1st – April 30th in Nelson). One thing to whet the appetite for dry fly aficionados is the Cicada fall starting just after Christmas. Huge terrestrial dries and often explosive eats! > Any project in the next future? I’m planning on producing another movie, as my last two movies on Vimeo as ‘pay per view’ have done very well: ‘Insight: The Trophy Quest’ and ‘Insight: Chasing the Magic’. This film will be about the drive to succeed in anglers I know that have achieved great things in the sport, as a sort of in-depth study as to what makes them tick. I have some very impressive anglers lined up so watch this space! > Thank you for all.
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Isola del Sud è una mecca per la pesca a vista... Se proprio devo scegliere, direi che la costa occidentale, selvaggia e frastagliata, dell’isola del Sud e il vasto Parco Nazionale Kahaurangi sono dei must per i viaggi di pesca. > La Nuova Zelanda offre molta varietà in termini di luoghi e periodi di pesca; qual è il periodo migliore per visitare questo territorio? Abbiamo una buona pesca a inizio stagione (da ottobre in avanti), quando le trote sono affamate dopo l’inverno, una buona pesca che culmina a Natale con le schiuse di efemere e Caddis che si aggiungono ai coleotteri marroni e verdi, infine pesca a vista strabiliante in acque basse dopo le vacanze natalizie… La verità è che la pesca è grandiosa per l’intera stagione, che dura 7 mesi (dal 1° ottobre al 30 aprile a Nelson). Qualcosa che risveglia
l’appetito dei fan della pesca a mosca è l’autunno della cicala, che comincia giusto dopo Natale. Grosse mosche secche terrestri e spesso abboccate esplosive! > Hai progetti per il prossimo futuro? Sto progettando di produrre un altro film, visto che i miei ultimi due film su Vimeo, con la formula ‘visione a pagamento’, sono andati bene: ‘Insight: The Trophy Quest’ (visione: la ricerca del trofeo) e ‘Insight: Chasing the Magic’ (visione: a caccia di magia). Questo film parlerà del successo di pescatori che conosco che hanno raggiunto grandi traguardi nello sport, una sorta di studio approfondito di ciò che li muove. Ho coinvolto pescatori davvero straordinari per questo progetto, quindi preparatevi alla visione! > Grazie di tutto
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RISE FLYFISHING FILM FESTIVAL TRIORA (IM) 7 MAGGIO 2022
CAPESTRANO (AQ) 11 GIUGNO 2022
CASTEL DI SANGRO (AQ) 23 GIUGNO 2022
TIONE DI TRENTO 28 MAGGIO 2022
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FISHING AND ART
When Fly Fishing and Art Meet Casey Underwood
Throughout the history, fly fishing has been great inspiration to many artists. Be it the musicians, poets, painters or writers, fly fishing seems to be an endless and inexhaustible source of inspiration. It sure has been for Casey Underwood, an avid fly angler and a true artist based in Bozeman, Montana. His art is very unique and it will leave you nothing but breathless – all those vivid colors, rich shades and mesmerizing lines are in perfect balance and that is exactly what makes his art stand out. Looking at his work, Casey will easily become your favorite fly fishing artist. For H2O Magazine, he is more than happy to answer a few questions and show some of his artwork. 1. Do you remember your very first contact with fly fishing? What was the first time you ever grabbed a fly rod and caught your first fish? Both my mother's side and father's side of the family fly fish,
so I was certainly around it from a young age. As a child, I was simply obsessed with fishing and fish in general. It didn't matter to me if it was a spin rod or a fly rod, but probably around the age of 11 is when I really began to understand and fall in love with fly fishing specifically. 2. And what about art? Do you remember the first time you actually thought you wanted to be an artist and how did that story begin? To be honest, I have never wanted to be anything but an artist. As a child I was very creative. My mom has told me that as a toddler, when I was crying and unsettled, the only thing that would calm me down was giving me paper and pen and letting me draw. I can remember having art shows in my grandmother’s driveway in kindergarten and selling drawings of sharks to my classmates in 1st grade. Throughout my schooling, I was
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Nella storia la pesca a mosca è stata di grande ispirazione per molti artisti. Che si tratti di musicisti, poeti, pittori o scrittori, la pesca a mosca sembra essere un’infinita e inesauribile fonte di ispirazione. Di certo lo è stata per Casey Underwood, un appassionato pescatore a mosca e un vero artista residente a Bozeman, nel Montana. La sua arte è davvero unica e vi lascerà semplicemente senza fiato – tutti quei colori vivaci, le ricche sfumature e le linee affascinanti sono in perfetto equilibrio e questo è esattamente ciò che spicca nella sua arte. Se ammirate le sue opere, è facile che Casey diventi il vostro artista preferito. Volentieri risponde ad alcune domande per H2O Magazine ed è felice di mostrarci alcuni suoi lavori. 1. Ricordi il tuo primissimo contatto con la pesca a mosca? Qual è stata la prima volta che hai preso in mano una canna e catturato il tuo primo pesce? In famiglia sono venuto presto a contatto con la pesca a mosca, sia da parte di madre che da parte di padre. Da bambino ero semplicemente ossessionato dalla pesca e dai pesci in generale, non importava che si trattasse di una canna da spinning o da
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mosca. Fu però all’età di circa 11 anni che cominciai a capire davvero la pesca a mosca e ad innamorarmene. 2. E l’arte? Ti ricordi la prima volta che hai davvero pensato di voler diventare un artista e come ha avuto inizio la tua carriera artistica? Onestamente non ho mai voluto essere altro che un artista. Da bambino ero molto creativo. Mia madre mi ha sempre detto che, quand’ero ancora un bimbo piccolo e piangevo disperato, l’unico modo per calmarmi era darmi carta e penna per disegnare. Ricordo che all’asilo facevo esposizioni d’arte nel vialetto d’accesso della casa di mia nonna e in prima elementare vendevo disegni ai miei compagni. Durante il mio percorso scolastico, ho avuto la fortuna di incontrare insegnanti che mi hanno incoraggiato, aiutato a sviluppare la mia abilità e mi hanno dato fiducia nel fare dell’arte la mia professione. Non so cosa sarei se non fossi un artista. È tutto ciò su cui ho puntato e sono molto grato del fatto che il sogno sia ora diventato realtà. 3. La pesca a mosca è spesso considerata una delle tante
blessed with invested and encouraging instructors who helped develop my ability and gave me the confidence to make art my profession. I do not know what I would be if I was not an artist. It is all I've ever had my eyes set upon and I am very grateful that it is a reality. 3. Fly fishing, among many, is often considered to be a form of art. What are your thoughts about that? Overall, I think that it is a very "romantic" thing to say... For most of us, I think it's simply something we enjoy. However, I believe at a very high level, fly fishing can certainly become a form of art; but only with years of experience and knowledge. Once someone is fully in tune with the environment they are fishing in, the entomology, the behavior of the fish they are targeting, once that person has mastered their cast and every move they make is intentional, then I believe you can argue that what that person is doing is artistry. 4. What is fly fishing to you and what are your favorite species to catch?
Fly fishing to me is an activity with endless process and depth. One of my favorite things about it is how intentional and sentimental you can be about how you approach it. From tying your own flies, to building your own rods, to learning about aquatic insects... I love process- oriented activities and so I approach fly fishing in a very process-oriented way. My favorite species to catch is probably brown trout or cutthroat Trout. However, when you put me in any body of water with a rod in my hand I am going to be excited to target any species. I recently fished for pike and smallmouth bass for the first time and absolutely loved it. My parents live on the coast, so when I visit them I enjoy targeting Calico bass in the kelp beds. The older I get the more I am enjoying figuring out how to target new species with a fly rod. I simply love fish. 5. So many details, vivid colors, then those flawless compositions… Is there a certain process or rules you follow while creating? Balance. I have a deep, subconscious eye for compositional balance. This is a hard thing to articulate, but all of my artworks need to be balanced, both in color and placement of subject
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forme di arte. Cosa ne pensi? In generale penso che sia una cosa molto "romantica" da dire... Per la maggior parte di noi penso che sia semplicemente qualcosa che ci piace fare. Sicuramente la pesca a mosca, se praticata a un livello molto alto, può certamente diventare una forma d’arte, ma solo con anni di esperienza e di conoscenze. Una volta sintonizzati con l’ambiente in cui si pesca, con un’ ottima conoscenza dell’entomologia e del comportamento del pesce, una volta affinato il lancio in modo che ogni movimento diventi intenzionale, credo si possa ben dire che ciò che quella persona fa è arte.
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Amo le attività attente ai processi, dunque mi avvicino alla pesca a mosca prestando attenzione ai processi. La mia specie preferita è probabilmente la trota fario o trota iridea golarossa. Ad ogni modo, se mi mettete in uno specchio d’acqua con una canna in mano, sono felice di puntare a qualsiasi specie. Recentemente ho pescato per la prima volta lucci e pesci persici e mi sono piaciuti molto. I miei genitori vivono sulla costa, quindi, quando li vado a trovare, mi diverto a pescare la spigola tra le alghe. Più invecchio, più mi diverto a pensare come andare a pesca di nuove specie. Semplicemente amo i pesci.
4. Cos’è la pesca a mosca per te e quali sono le tue specie preferite da catturare?
5. Così tanti dettagli, colori vivaci, poi quelle composizioni impeccabili… C’è un processo specifico o delle regole che segui mentre crei?
La pesca a mosca è per me un’attività costantemente in divenire. Una delle cose che preferisco è quanto l’approccio diventa intenzionale e sentimentale, dalla costruzione delle mosche a quella delle canne, fino alla conoscenza degli insetti acquatici...
Equilibrio. Ho un occhio attento, subconscio, per l’equilibrio compositivo. È difficile da spiegare, ma tutte le mie opere hanno bisogno di equilibrio, sia nel colore che nella collocazione dei soggetti.
6. Come si pone l’arte digitale rispetto ai mezzi tradizionali?
7. C’è un pezzo di cui vai particolarmente fiero?
È un argomento di cui ho parlato sempre più negli ultimi anni. Quando ero studente d’arte al college, focalizzavo la mia formazione sulla pittura ad olio e la stampa a intaglio. È stato solo dopo gli studi che mi sono cimentato per la prima volta con l’illustrazione digitale. Per me non c’è alcuna differenza tra le due tecniche. Posso passare dal digitale al tradizionale senza alcun problema. Penso che sia perché la mia arte è molto orientata alla linea e, indipendentemente dal fatto che si usi una penna su un pezzo di carta o uno stilo su uno schermo, una linea è una linea. Dunque tutto si reduce alla domanda: quale mezzo ti diverte di più e quale mezzo produce un’opera più significativa? Per me la risposta a questa domanda ultimamente è stata l’illustrazione digitale. Non sto dicendo che tutti gli artisti possano o debbano passare al mezzo digitale, ma sto dicendo che funziona molto bene per quanto mi riguarda. L’illustrazione digitale mi ha permesso di migliorare la mia abilità e di affinare il mio stile artistico orientato alla linea.
Non necessariamente... dico alla gente che ogni pezzo che creo è il mio preferito finché non ne comincio uno nuovo. 8. Fai affidamento sulle foto mentre dipingi o usi la tua immaginazione? Quando lavoro con specie che non mi sono familiari, faccio affidamento su foto semplicemente per capire l’anatomia e le proporzioni di quella specie. Però non copio mai del tutto una foto... Non mi diverte e non c’è nulla di speciale per me in questo. Le foto semplicemente mi educano all’accuratezza della forma fisica e questo è tutto. Comunque, ci sono alcune specie (come la maggior parte delle specie di trote) che ho disegnato così tante volte da avere una comprensione totale della loro forma. Per queste specie non ho bisogno di foto per raggiungere l’accuratezza. Ad ogni modo, tutte le mie opere vengono concepite nella mia mente e richiedono immaginazione.
matter.
new favorite piece, until I begin a new one.
6. How does digital art compare to traditional mediums?
8. Do you rely on photographs while painting or do you use your imagination?
This is something I have talked more and more about in recent years.When I was an art major in college, I focused my education on oil painting and intaglio printmaking. It wasn't until after I graduated that I first tried digital illustration. For me, there is no difference whatsoever between the two. I can go back and forth between digital and traditional with no trouble whatsoever. I think this is because my artwork is very line oriented, and regardless whether you are putting pen on paper or a stylus on a screen, a line is a line. So then what it comes down to is: which medium do you enjoy more and which medium produces stronger work? For me, the answer to this question in recent years has been digital illustration. I am not saying all artists can or should transition to digital medium but I am saying for me it is a very good fit. Digital illustration has allowed me to grow in my ability and fine tune my line-oriented artistic style. 7. Is there a piece that you are especially proud of? Not necessarily... I tell people that every piece I create is my
When I am working with species that I am unfamiliar with I rely on photographs to simply understand the anatomy and proportions of that species. Never am I actually just copying a photograph though... That’s not fun or special in my mind. Photographs simply educate me on accurate physical form and that is all. However, there are some species (like most trout species) that I have drawn so many times, I have a complete and full understanding of their form. For these species, I do not need any photographs to inform accuracy. Regardless, all my artworks begin as a concept in my mind and require imagination. 9. In your opinion, what is the importance of catch and release approach in fly fishing? The importance of catch and release to me is allowing yourself and others to have an opportunity to enjoy that fish again. I do not have a problem with people keeping fish for food if they
9. Secondo te, quanto è importante l’approccio “catch and release” nella pesca a mosca?
tanto i libri che descrivono com’era all’inizio la vita qui negli Stati Uniti occidentali. Quelli sono probabilmente i miei preferiti.
L’importanza del “catch and release” è che permette di avere l’opportunità di pescare ancora quel pesce. Non mi danno problemi quelli che pescano per procacciarsi il cibo, se lo fanno legalmente, ma personalmente preferisco praticare il “catch and release”.
11. Se ogni arte arriva con un messaggio, quale sarebbe il messaggio dell’arte che tu crei?
10.Hai una citazione o un libro preferito sulla pesca a mosca? I libri di pesca a mosca sono imprevedibili per me. A volte sento che un libro può catturare l’essenza del tuo approccio o rapporto con la pesca a mosca, altre volte no. "Penso che In mezzo scorre il fiume" sia un buon libro, penso che "Il fiume della verità" sia anch’esso un buon libro. Una citazione che mi fa sempre ridere, tratta da "In mezzo scorre il fiume", è quando parlando dei discepoli di Gesù, tutti pescatori, dicono che Giovanni, il prediletto, era un pescatore a mosca secca. A parte la letteratura di pesca a mosca, mi piacciono davvero
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Semplicemente mi sforzo di creare opere che diano alla gente una prospettiva unica su un soggetto familiare. La gente vede di continuo dipinti di pesci e uccelli, ma la mia speranza è quella di presentare le mie opere in modo da coinvolgere lo spettatore per permettergli di carpire i sottili dettagli che rendono queste specie così belle. 12. I lettori di H2O Magazine possono acquistare le tue opere? La tua arte è disponibile in tutto il mondo? Sì, certo! Le mie opere sono disponibili all’indirizzo caseyunderwood.com e spedisco in tutto il mondo. Vivo a Bozeman, nel Montana, quindi può darsi che ci voglia un po’ di tempo per il viaggio, ma io sono felice di consegnare ovunque. Potete restare aggiornati sulla mia produzione anche su Instagram @cpunderwood.
are doing it legally but personally I prefer to practice catch and release. 10. Do you have a favorite fly fishing quote or a book? Fly fishing books are pretty hit or miss with me. I feel like sometimes a book will capture the essence of how you approach or relate to fly fishing, and some don't. I think "A River Runs Through It" is a good book, I think "The River Why" is a pretty good book too. One quote that always makes me laugh from "A River Runs Through It", is when they talk about Jesus' disciples all being fly fisherman, but John, the favorite, being a dry fly fisherman. Aside from fly fishing literature, I really enjoy books that capture what early life was like here in the Western United States. Those are probably my favorite. 11. If every art comes with a message, what would be the
message of the art you create? I simply strive to create artwork that gives people a unique perspective on familiar subject matter. People see paintings of fish and birds all the time, but my hope is that I can present my artworks in a way that catches people’s eye, brings them in, and allows them to see and understand the subtle details and colors that make these species so beautiful. 12. Can readers of H2O Magazine buy your art? Is your art available worldwide? Yes absolutely! My artwork is available at caseyunderwood.com and I ship worldwide. I live in Bozeman, Montana so it might take a while for the artwork to travel internationally, but I am certainly happy to help get it there. You can also follow along with my artwork on Instagram @cpunderwood.
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fly away
igloo LAke Lodge: t u o r T k o o r B y h p o r T s ’ dor a r b a L f o In Search BY RASMUS OVESEN PHOTOS: RASMUS OVESEN And MARTiN EJLER OLSEN
Very few places on this planet are home to brook trout big enough to lure fly fishermen into traveling great distances in pursuit of them. Rasmus Ovesen traversed the Atlantic Ocean to fly fish for brook trout in the Canadian province, Newfoundland and Labrador, and the fish that awaited him weren’t exactly small…
Pochissimi luoghi su questo pianeta ospitano dei salmerini di fonte abbastanza grossi da indurre i pescatori a mosca a percorrere grandi distanze per andarli a cercare. Rasmus Ovesen ha attraversato l’Oceano Atlantico per pescare a mosca il salmerino di fonte nella provincia canadese di Terranova e Labrador, e i pesci che lo aspettavano non erano certo piccoli…
FOR THE PAST FEW DAYS we’ve sought refuge from the weather and fished the local area near the lodge, where a short river stretch drains out of the lake before plummeting blindly into the first of a series of smaller lakes on its route to the Eagle River: The mightiest of all the rivers in Newfoundland and Labrador’s trickling and lush green glacial realm. The river isn’t unlike other rivers that I’ve fished in, for instance, Swedish Lappland. It meanders through dense forests with anorectically thin pine- and birch trees that tower above an uneven and nutrient-rich forest floor where partially exposed roots are superseded by almost fluorescent green moss fringes, blueberry thickets, and mushrooms in myriads of shapes and colours. Except from the marshy path that leads to all the individual pools in the river, we’re talking about an area practically untouched by man – a wilderness that has been shaped by the seasonal
forces of Nature throughout Millenia and the interplay with the local wildlife, which – apart from moose, reindeer, caribou, otters, beavers, and other rodents – include bears, wolves, lynx, wolverines, and a vast number of bird species, including ospreys, bald eagles, and loons. IT’S EARLY SEPTEMBER. The river’s steep banks sporadically light up in narcis-yellow and fiery red colours. A heavy and quivering morning mist hoovers above its fleeting and slightly peat-coloured water masses. Here and there, a small brook trout rises and vehemently tears an unsuspecting insect off the surface film. The biggest brook trout lurk along the bottom; in the deepest channels, behind big boulders, and below smaller cascades and waterfalls. They’re clad in golden and violet colours, they’re well-fed and broad-shouldered – and especially the males are aggressive and territorial. They are here because
NEGLI ULTIMI GIORNI, per cercare rifugio dal maltempo, abbiamo pescato nella zona vicina al lodge, dove un breve tratto del fiume sgorga dal lago e si riversa nel primo di una serie di piccoli laghi nel tragitto verso il fiume Eagle, il più possente di tutti i fiumi del rigoglioso regno glaciale di Terranova e del Labrador. Il fiume non è diverso da altri fiumi in cui ho pescato, per esempio nella Lapponia svedese. Scorre attraverso fitte foreste di pini e betulle che svettano su un sottobosco accidentato e ricco di nutrienti dove ciuffi di muschio verde quasi fluorescente, boschetti di mirtilli e funghi di innumerevoli forme e colori si alternano a radici esposte. Ad eccezione del sentiero paludoso che porta a tutte le singole pool del fiume, l’area non è praticamente mai stata toccata dall’uomo – una landa selvaggia forgiata dalle forze della Natura, stagione dopo stagione, nel corso dei millenni, e
dall’interazione con la fauna del luogo, che – oltre agli alci, le renne, i caribù, le lontre, i castori e altri roditori – comprende orsi, lupi, linci, e un gran numero di specie di uccelli, ivi compresi i falchi pescatori, le aquile e le strolaghe. È INIZIO SETTEMBRE. Le rive scoscese del fiume sporadicamente si illuminano di rosso sgargiante e di giallo narciso. Una nebbiolina mattutina plumbea e tremolante si libra sulle fugaci masse d’acqua lievemente torbide. Qui e là, una piccola trota di fonte risale e si precipita con veemenza su un ignaro insetto in superficie. Le più grosse trote si appostano lungo il fondale, nei canali più profondi, dietro a grossi massi e sotto cascate e cascatelle. Sono rivestite di colori dorati e violacei, ben nutrite e belle robuste – e specialmente gli esemplari maschi sono aggressivi e difendono il territorio. Sono qui perché hanno subito un’improvvisa – e al tempo stesso incomprensibile e irresistibile – forza
they’ve experienced a sudden- and at the same time both incomprehensible and irresistible gravitation towards the river; its riveting, oxygen-rich water and its many pools and gravel bars. The spawning is – if not imminent, then at least under way. And it won’t take many weeks before the river floor is alive with brightly coloured fish, all of them tending to the same agenda: To pass along their genes and ensure the survival of their species. At that point in time, Igloo Lake Lodge will be closed down for the season, and the surrounding landscape will seem crouched; crouched under a heavy blanket of snow, at one and the same time out of sight and remarkably eye-catching. The river, too, will slowly succumb to the relentless weight and harshness of winter - only exposed here and there by waterfalls,
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cascades, and whirling seams, but - by and large - covered in ice and snow, and under the cover of a darkness that won’t lift for months. When the darkness finally dissipates, new life will emanate from underneath the gravel bars, and small brook trout alevin will find their niche inside the river, - in life, and in the greater context that comprises the complex life world of the Labrador wilderness. The miracle of life seems that much greater here where such a harsh and inhospitable climate has to be continually overcome. WE’RE AT ARCHIE’S POOL; a place where the river dumps headlong into a bigger pond – or perhaps, more correctly, a small lake. Here, a long lie extends into a quiet bay where fish have recently started to pile up. Already on the first cast, I feel the tug from a fish that aggressively collides with the big,
gravitazionale verso il fiume, le sue acque affascinanti e ricche d’ossigeno, le sue molteplici pool e pietraie. La deposizione delle uova è, se non imminente, quantomeno vicina. Fra non molte settimane il fiume sarà popolato da pesci dai colori vivaci, tutti animati dallo stesso scopo: trasmettere i loro geni, assicurando così la sopravvivenza della specie. A quel punto, l’Igloo Lake Lodge farà la sua chiusura stagionale e il paesaggio circostante sembrerà rannicchiato sotto una pesante coltre di neve, al tempo stesso fuori dalla visuale e incredibilmente affascinante. Anche il fiume soccomberà
lentamente sotto l’implacabile peso e asperità dell’inverno, coperto di ghiaccio e neve e avvolto nell’oscurità per mesi. Quando l’oscurità finalmente si dissiperà, nuova vita emanerà da sotto le pietraie e piccoli avannotti di trote di fonte troveranno il loro habitat nel fiume. SIAMO ALLA POOL DI ARCHIE, un luogo dove il fiume si riversa a capofitto in uno stagno di maggiori dimensioni – o forse, più correttamente, in un piccolo lago. Qui una lunga distesa d’acqua si estende in una tranquilla baia dove i pesci hanno recentemente cominciato a radunarsi. Già al primo lancio sento
black zonker at the end of my leader. A series of heavy pulls propagate through the fly rod, and after a few ensuing minutes of relentless pressure, I see the first orange-red flashes below the surface where the fish is thrashing around. Travis Pinsent, our young and charismatic guide, materializes by my side, and it isn’t long until he nets the fish and tows it towards shore. Inside the knotless mesh netting lies a male, about 56 centimeters in length, and with a body that conjures up mental images of a Mexican wrestler – a wrestler in a tightfitting and flamboyantly decorated tricot. With its pronounced kyped jaw and a sinister look in its eyes, this fish surely looks like a primitive brawler, but there is also a subtle elegance to it – something stylish and iconic about the blushing strokes of fiery red in its flanks and the many saturated indigo- and bright olive spots that have been strewn so generously along them. The fish is a little bit shy of 7 lbs, and after a few quick pictures it
cuts through the surface film and glides gracefully back into the fleeting water masses and settles somewhere along the bottom of the lie.We land an additional four fish within a relatively short timeframe. After that, the activity decreases – dramatically. We experience the same thing at most of the river’s pools, and the tendency only seems to be getting more and more pronounced as the week progresses: a clear symptom that we’re a total of eight fly fishermen at the lodge taking turns and working our way through a limited number of pools with limited numbers of fish. The river is both technically challenging and exciting to fish: It’s a real pocket water fishery where presentation is of the utmost importance, where you need to read the water thoroughly, and where your approach should be both careful and stealthy – a fishery, where every single landed fish feels both deserved and meriting.
uno strattone da parte del pesce che entra aggressivamente in collisione con il grosso zonker nero alla fine del mio terminale. Una serie di forti strattoni si propaga lungo la canna e, dopo alcuni minuti di implacabile pressione, vedo i primi guizzi, lampi di color rosso-arancione sotto la superficie, dove il pesce si sta dibattendo. Travis Pinsent, la nostra giovane e carismatica guida, si materializza al mio fianco e non passa molto prima che riesca a catturare il pesce con una rete e a trascinarlo verso riva. Nella rete a maglie priva di nodi c’è un esemplare maschio di circa 56 centimetri di lunghezza, con un corpo che evoca immagini di un lottatore messicano – un lottatore che indossa un tricot aderente e decorato in maniera appariscente. Con la sua mascella pronunciata e lo sguardo sinistro, questo pesce sicuramente appare come un primitivo attaccabrighe, ma in lui c’è anche una sottile eleganza – qualcosa di fine e iconico nelle
pennellate rosso vivo sui fianchi e nei tanti puntini color indaco e oliva chiaro di cui è generosamente cosparso. Il pesce è di poco inferiore alle 7 libbre e dopo alcune foto attraversa la superficie e ridiscende graziosamente nelle fugaci masse d’acqua, posandosi da qualche parte lungo il fondale. Catturiamo altri quattro pesci in un lasso di tempo relativamente breve, dopodiché l’attività diminuisce, e di molto. Ci capita la stessa cosa nella maggior parte delle pool del fiume, e la tendenza sembra diventare sempre più pronunciata nel corso della settimana. Il fiume è sia tecnicamente impegnativo che emozionante per la pesca in cui la presentazione della mosca è della massima importanza, dove bisogna studiare l’acqua attentamente e dove l’approccio deve essere attento e furtivo – una zona in cui ogni singolo pesce catturato è guadagnato.
The next morning all of our hopes are finally honored. The winds have lost their breath, Igloo Lake is more or less like a big mirror, and the following two days we experience some of the fishing that we dreamed about before arriving here. It’s still cold - cold to the point that the mayfly hatches on the lake are minimal, and we only see a sporadic few fish rise in the turbid water. It doesn’t matter though. We have absolutely no scruples casting big streamers. Now is the time to hunt for that fabled 8lb fish.
Two days after the dramatic weather change, we’re fishing Burton’s Pond – an atmospheric lake northwest of Igloo Lake’s northern shoreline. Here, we hook up with several fish in sublime condition and, by the end of the day, we’ve boated and released an awe-inspiring 20 brook trout with an average weight of 5lbs – and with several hard-fighting individuals up to 7 lbs. Best of all, I’ve thoroughly enjoyed the day, immensely relieved in knowing that my objective of catching a fish over 8lbs is already under the belt.
La mattina seguente tutte le nostre speranze vengono finalmente soddisfatte. I venti hanno perso intensità, il lago Igloo Lake è più o meno un grosso specchio e nei due giorni seguenti viviamo la pesca che sognavamo prima di arrivare qui. Fa ancora freddo – freddo al punto che le schiuse di efemere sul lago sono ridotte ai minimi termini, e noi vediamo solo pesci sporadici in risalita nell’acqua torbida. Non importa però. Non ci facciamo assolutamente scrupoli a lanciare i nostri streamer. Ora è tempo di andare a caccia di quel mitico pesce da 8 libbre. Due giorni dopo il sensibile cambiamento di tempo atmosferico
siamo a pescare nel Burton’s Pond – un suggestivo lago a nordovest della linea costiera settentrionale del lago Igloo. Qui entriamo in contatto con parecchi pesci di ottime condizioni e, alla fine della giornata, abbiamo tirato in barca e rilasciato la bellezza di 20 trote con un peso medio sulle 5 libbre – e diversi esemplari combattivi fino a 7 libbre. La cosa migliore di tutte è che mi sono proprio goduto la giornata, immensamente rincuorato dal fatto che il mio obiettivo di prendere un pesce al di sopra delle 8 libbre è già stato raggiunto.
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Frank Osen
BhutAn flyfishing
The State of Bhutan is located between Tibet and India, along the foothills of the Himalayas. Bhutan’s ancient history is steeped in Buddhist and mythological traditions. Fire and earthquakes destroyed the original documents of Bhutanese prehistory. Some sources state that nomadic shepherds lived in Bhutan as early as 2000 BC. Bhutan’s recorded history began in 746 AC, after Guru Rinpoche’s visit to this country. Guru Rinpoche is considered the second Buddha and patron saint of Bhutan. He introduced the Buddhist religion to the country, and this gave Bhutan a sense of unity during the Middle Ages. Bhutan was an assemblage of fragmentary
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lands constantly at odds with one another in the early 17th century; during this period, Zhabdrung Ngawang Namgyel visited the country from Tibet. With his religious powers and strong sense of politics, he unified the country as a nation, established a central administration and legal system, and built fortresses called Dzong, which served as protection and which are used as religious and administrative centers. All fish belong to the king and it is forbidden to catch them. This is not 14th-century literature but Bhutan today, or rather the Kingdom of Bhutan. Bhutan means "the land of Thunder." The name derives from the sound of the storms coming from the
Lo stato del Bhutan si trova tra il Tibet e l'India lungo le pendici dell'Himalaya. La storia antica del Bhutan è intrisa della tradizione buddista e mitologica. Il fuoco e i terremoti hanno distrutto i documenti originali della preistoria bhutanese. Alcune fonti affermano che i pastori nomadi abitassero nel Bhutan già dal 2000 a.C. La storia ufficiale del Bhutan inizia dal 746 d.C., dopo la visita di Guru Rinpoche in questo paese. Guru Rinpoche è considerato il secondo Buddha e il santo patrono del Bhutan. Introdusse la religione buddista nel paese, che fornisce
il senso di unità durante il Medioevo. Il Bhutan era un insieme di territori frammentati costantemente in contrasto tra loro all'inizio del XVII secolo. Fu durante questo periodo che Zhabdrung Ngawang Namgyel visitò il paese dal Tibet. Con i suoi poteri religiosi e il forte senso della politica unificò il paese come una nazione, istituì un'amministrazione centrale, un sistema legale e costruì fortezze chiamate Dzong, che servivano come difesa e ora fungono da centri religiosi e amministrativi del paese. Tutti i pesci appartengono al re ed è vietato pescarli. Questa non
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Himalayas and the whole place instills a sense of magic, myth and adventure. Bhutan has a population of only 800,000 inhabitants and it is one of the few countries in the world which has never been colonized.The kingdom was deliberately isolated from the rest of the world for centuries to guarantee that its culture and heritage would stay intact. This combination of autonomy and geographic isolation has helped Bhutan preserve its cultural heritage and Buddhist traditions. The Bhutanese still wear – actually they are required to – traditional clothes. Men wear a gho, a knee-length dress with
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high socks. Women wear an ankle-length wrap dress called kira. Buddhist rites and traditions are strictly adhered to. Every city has a dzong – a combination of a fortress and a monastery – which has helped to preserve the independence and cultural traditions in the course of the centuries. Buildings are painted according to Buddhist traditions, among which "the eight symbols of good omen" stand out. To help the preservation of Bhutan’s culture, tourism is strictly controlled and limited. Catch and release is allowed in some waters, even if only in a few areas. May is one of the best months for fly
è la letteratura del 14 ° secolo ma il Bhutan dei nostri giorni, o piuttosto il Regno del Bhutan. Bhutan vuol dire "la terra del Tuono". Il nome deriva dal suono delle tempeste che vengono dall'Himalaya e tutto in questo luogo infonde un senso di magia, mito e avventura. Il Bhutan ha una popolazione di soli 800.000 abitanti ed è uno dei pochi paesi al mondo che non è mai stato colonizzato. Per secoli il regno è stato consapevolmente isolato dal mondo per garantire che la sua cultura e il suo patrimonio rimanessero intatti. Questa combinazione di autonomia e isolamento geografico ha contribuito a preservare il patrimonio culturale del Bhutan e la sua tradizione buddista. I bhutanesi indossano ancora - in realtà sono tenuti a indossare - abiti tradizionali. Gli uomini indossano un gho, un abito lungo fino al ginocchio con calze alte. Le donne indossano un vestito avvolgente lungo fino alla caviglia chiamato kira. I riti e le
tradizioni buddiste sono rigorosamente rispettate. Ogni città principale ha uno dzong - un incrocio tra fortezza e monastero - che ha contribuito a preservare l'indipendenza e le tradizioni culturali nel corso dei secoli. Gli edifici sono dipinti secondo le tradizioni buddiste tra cui spiccano"gli otto simboli di buon auspicio".Per aiutare a preservare la cultura del Bhutan, il turismo è strettamente controllato e limitato. Pescare e rilasciare il pesce è consentito in alcune acque, anche se solo in alcune aree. Maggio è uno dei mesi migliori per la pesca a mosca in Bhutan. Il Puna Tsang Chhu, il Mangde Chhu e il Drangme Chhu sono alcuni dei fiumi da Golden Mahseer più noti del Bhutan. Rispetto all'India e al Nepal la popolazione del Bhutan è molto meno numerosa, di conseguenza esiste meno pressione nei suoi ricchi bacini idrografici. L'uso di qualsiasi tipo di esca viva è severamente vietato, mentre la pesca con la mosca e a
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fishing in Bhutan. Puna Tsang Chhu, Mangde Chhu and Drangme Chhu are some of the best known rivers for Golden Mahseer. Compared to India and Nepal Bhutan’s population is much smaller, so that there is less pressure in its rich river basins. The use of any type of live bait is strictly forbidden, while fly fishing and spinning is always permitted, and of course catch and release. Fishing is strictly forbidden everywhere without a valid fishing license or permit. Moreover, fishing is forbidden within a kilometer from a monastery, temple, fortress or religious school. Fishing is forbidden on the 8th, 10th, 15th and 30th of every Bhutanese month and on other religious
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holidays. If you move to the southern part of Bhutan (subtropical zone), you will come across the powerful Himalayan Golden Mahseer, Chocolate Mahseer, Goonch and Katla (Carp of southern Asia). Today, Bhutan’s rivers are considered one of the last aquatic habitats of the Himalayan Golden Mahseer. The best fishing season for the powerful Himalayan Golden Mahseer, Katla and Chocolate Mahseer goes from mid-April to the first week of October. We recommend that you bring your own fishing equipment, because you cannot rent it in Bhutan. The fishing permit is US$16-US$17 a day per person, equal to Nu. 1,000 (Bhutan’s local currency).
spinning è sempre consentita, ovviamente catch and release. La pesca è severamente vietata ovunque senza una licenza o un permesso di pesca validi, inoltre è vietata la pesca nel raggio di un chilometro da un monastero, un tempio, una fortezza o una scuola religiosa. La pesca è vietata durante l'8, il 10, il 15 e il 30 di ogni mese bhutanese e in occasione di altre festività religiose. Se ci spostiamo verso la parte meridionale del Bhutan (zona subtropicale) ci imbatteremo nei potenti Mahseer d'oro dell'Himalaya, Chocolate Mahseer, Goonch e Katla (Carpa
dell'Asia meridionale). Oggi i fiumi del Bhutan sono considerati uno degli ultimi habitat acquatici rimasti dell'Himalaya Golden Mahseer. La migliore stagione di pesca per i potenti Golden Mahseer himalayani, Katla e Chocolate Mahsser, va da metà aprile fino alla prima settimana di ottobre. Consigliamo di portare la propria attrezzatura da pesca poiché non è possibile noleggiarla in Bhutan. Il permesso di pesca è di US $ 16-US $ 17 al giorno per persona, equivalente a Nu. 1.000 (valuta locale del Bhutan).
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Patagonia on the road Jan Janningthal
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One fly rod and more than 7000km through Patagonia Let’s try to put this weird headline into a context: In September 2019, just finished university, I had 4 months without any plans ahead of me. The best-case scenario was a long fishing trip but there was no money for lodges, helicopters or even a simple rental car. I had already experiences with low budget traveling before. In the last couple of years I was hitch hiking quite a lot in Europe, but never alone and always in summer. Winter in the northern hemisphere was coming up, so I knew I had to go south. I heard from a friend that hitch hiking in the southern part of south America is quite easy and common. And luckily Patagonia is located exactly in this part of South America! My plan was quite simple: hitch hiking through Patagonia equipped with camping- and fishing equipment. A couple of weeks later So there I was, standing at the bus line at the Airport of Santiago
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de Chile. I was going alone to a country I had never been before, speaking maximum 5 words of Spanish and being far away of having a plan what to do beside the will to catch some trout, hopefully. If I have to be honest, in that moment I was not so convinced to do all this. But I didn’t really have another choice. I started my 15 week trip through Patagonia on 9th October 2019 without a real plan. And I can say that that stupid idea turned out to be one of the best in my life! The only point of my plan was to go south. Randomly I picked a city named Temuco and went directly to a fly shop to get some information and to buy a license. I stumbled with my backpacks into the shop and after some really badly pronounced Spanish words the guy behind the desk said: “How can I help you mate?” This guy, Gabriel Mödinger, is now a really good friend of mine. He is a very good professional guide for many Patagonian waters. After a long talk in the shop we planned a fishing trip to one of his secret rivers. The plan was to go to a river in the Araucania Andina region and fish there for 2 days. He guides on these
Una canna da mosca e più di 7000 km attraverso la Patagonia. Proviamo a inserire in un contesto questo titolo bizzarro: Nel settembre 2019, appena terminata l’università, avevo davanti a me 4 mesi senza alcun progetto. Lo scenario migliore era un lungo viaggio di pesca, ma non avevo soldi per lodge, elicotteri o anche un semplice noleggio d’auto. Avevo già precedenti esperienze di viaggi con budget ridotto. Negli ultimi anni avevo viaggiato molto in autostop in Europa, ma mai solo e sempre in estate. Nell’emisfero settentrionale stava arrivando l’inverno, dunque sapevo che dovevo andare verso sud. Sentii dire da un amico che fare l’autostop nella parte meridionale del Sud America è piuttosto semplice e normale. E fortunatamente la Patagonia è situata esattamente in questa parte del Sud America! Il mio piano era abbastanza semplice: attraversare la Patagonia in autostop con equipaggiamento da campeggio e da pesca. Un paio di settimane dopo…
Eccomi qui, alla fermata dell’autobus all’aeroporto di Santiago del Cile. Stavo andando da solo in un Paese dove non ero mai stato prima, sapevo al massimo 5 parole di spagnolo ed ero ben lontano dall’avere un piano su cosa fare, a parte il desiderio di prendere trote. A essere sincero, in quel momento non ero così convinto di riuscirci. Cominciai il mio viaggio di 15 settimane attraverso la Patagonia il 9 ottobre 2019 senza un vero piano. E posso dire che quella stupida idea si è rivelata una delle migliori della mia vita! L’unico punto fermo del mio piano era andare verso sud. Scelsi a caso una città di nome Temuco e andai direttamente in un negozio di mosche per raccogliere informazioni e comprare una licenza. Entrando nel negozio inciampai col mio zaino e, dopo alcune mie parole in spagnolo pronunciate veramente male, il ragazzo dietro al bancone disse: “Come posso aiutarti, amico?” Gabriel Mödinger, è ora un mio buon amico e un’ottima guida per molti corsi d’acqua in Patagonia. Dopo una lunga conversazione nel negozio pianificammo un’escursione di pesca su uno dei suoi fiumi segreti. Il piano
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waters, so I just followed him. We were joined by Augusto, a good friend of Gabriel’s and a hell of a guy. Packed with a pickup full of equipment and food we left. Two hours later we arrived in a beautiful area, far away from civilization. After a short hike and a tricky river crossing we came to one of the most beautiful rivers you can imagine. To make a long story short: Even if it was the start of the season, with high but clear water, we had an amazing fishing in both the main river and a tributary. Dry Eating Browns, jumping Rainbows,Vulcans all around and silent nights under a crystal clear
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sky: That’s how I had imagined my trip to Patagonia. After coming back to civilization, I felt ready to start exploring Patagonia, both in Chile and Argentina, by hitch hiking in search of hidden trout water jewels. Patagonia is a very wild place, with few people, tough weather and many trout. My goal was to find that unique beautiful river where I could fish for big fish in gin clear pools. It turned out that it was not easy to reach my goal- bad weather, the inflexibility of traveling by hitch hiking and the enormous size of this area were making things difficult. I found some nice rivers, improved
era andare su un fiume nella regione dell’Araucanía Andina e pescare lì per 2 giorni. Lui fa la guida su questi corsi d’acqua, quindi io lo seguii semplicemente. Ci raggiunse Augusto, un amico di Gabriel, un gran buon ragazzo. Partimmo su un furgoncino pieno di attrezzature e di cibo. Due ore dopo arrivammo in una bellissima zona lontana dalla civiltà. Dopo una breve camminata e il difficile attraversamento di un fiume, arrivammo in uno dei più bei fiumi che si possa immaginare. Per farla breve: anche se eravamo a inizio stagione, con l’acqua alta ma cristallina, la pesca fu straordinaria sia nel fiume principale che nel suo affluente. Attorno a noi solo trote fario che mangiavano mosche secche, trote arcobaleno che saltavano, vulcani e notti silenziose: è così che immaginavo il mio viaggio in Patagonia. Dopo essere tornato alla civiltà, mi sentivo pronto a cominciare l’esplorazione della Patagonia in autostop, sia in Cile che in Argentina, in cerca di trote, i gioielli nascosti di quelle acque. La Patagonia è un luogo molto selvaggio con poca gente, un clima
rigido e molte trote. Il mio scopo era trovare quell’unico fiume bellissimo dove poter pescare grossi pesci in pool limpide come il gin. Scoprii che non era semplice raggiungere il mio obiettivo, perché il cattivo tempo, la mancanza di flessibilità del viaggio in autostop e l’enorme estensione del territorio rendevano le cose difficili. Trovai alcuni bei fiumi, migliorai il mio spagnolo e incontrai molta gente amichevole e accogliente che mi invitava a casa sua, trascorsi intere serate con estranei attorno al fuoco dell’accampamento e un contadino delle foreste andine mi diede persino della birra malgrado avessi chiesto dell’acqua. Devo ammettere che non andava male. Tuttavia, ancora non riuscivo a trovare quel fiume perfetto che stavo cercando. Dovetti aspettare fino al 30 dicembre. Vidi sulle mappe di Google un fiume promettente che scorreva per 20 km attraverso la fitta foresta pluviale prima di congiungersi con un fiume di maggiori dimensioni. Per raggiungerlo dovetti trovare un passaggio per più di 30 km su una stradina ghiaiosa. Dopo aver fatto l’autostop e camminato per metà del tragitto, finalmente arrivai. Presto mi resi conto che i miei sforzi non erano stati vani! C’era acqua
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my Spanish and met many friendly and welcoming people, I was invited to people’s homes, spend evenings with strangers at the campfire and even got beer while asking for water from a farmer in the woods of the Andes. It wasn’t going too bad, I have to admit. But I still couldn’t find that one perfect river I was searching for. I had to wait until the 30th of December. I saw a promising river on Google maps which was running 20km through dense rain forest before joining a bigger river. To reach this river I had to find a lift for more than 30 km on a small gravel road. After hitch hiking and walking half of the distance, I finally arrived. Soon I realized that my efforts paid off! There was crystal clear water flowing down rapids and through beautiful pools. And I even saw trout under the bridge, big trout! It was late, so I set up my camp under the bridge. My plan was to fish this river on New Year’s Eve and New Year’s Day, so the following day I woke up and headed up the river. At last my expectations were fulfilled: I finally reached the goal of my trip! I had the perfect fishing day in pure nature, with crystal clear water and rising trout. Following the river upstream through gorges and fast rapids and catching trout was all but easy. It was a real nice challenge. In the last pool I saw a big dark fish on the
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edge between the main current and a backwater, approximately 1,5 meter deep down. I tied on a big black beetle and cast it into the main current, close to the edge. The fish came up more or less vertically, took the fly slowly, showed his big mouth and went down. After setting the hook properly, the fish just went down into the deep of the pool like a submarine. I held down the rod so that the tippet wouldn’t scratch on the overhanging rocks. But it was too late, the 4x tippet was just cut like a hair of my grandmother. The fish was gone and I just lost maybe the biggest brown trout of my life. Due to the slow take I saw the fish pretty well, I estimated it around 70cm. I headed back downstream to my camp under the bridge, overwhelmed with the beauty of the river but also disappointed for the loss of this insane fish. After 2 days of fishing on this river I headed back north and arrived at my friend Gabriel’s place 3 weeks later. I had a good time with him and his friends, fishing and drinking beers. At the end of January it was time to go back home. I had travelled more than 7000 km hitch hiking with 134 different people, fished more than 30 different waters, caught trout and then I had fantastic experiences to remember. And as I said before: this stupid idea turned out to be one of the best of my life!
cristallina che scendeva dalle rapide e attraversava bellissime pool. E vidi anche delle trote sotto al ponte, grosse trote! Era tardi, quindi mi accampai sotto al ponte. Il mio piano era pescare per Capodanno e il primo dell’anno, dunque il giorno seguente, dopo essermi svegliato, cominciai a risalire il fiume. Alla fine le mie aspettative vennero soddisfatte: finalmente raggiunsi lo scopo del mio viaggio! Trascorsi una perfetta giornata di pesca in mezzo alla natura incontaminata, con acqua trasparente e trote.
pesce semplicemente scese nella profondità della pool come un sottomarino. Tenni giù la canna affinché il tippet non grattasse contro le rocce sovrastanti. Era troppo tardi, però, perché il tippet da 4x venne reciso come un capello. Il pesce era andato e io avevo perso forse la più grossa trota della mia vita. La lenta presa mi consentì di vedere il pesce piuttosto bene e stimai che fosse attorno ai 70cm. Tornai a valle, al mio accampamento sotto al ponte, sopraffatto dalla bellezza del fiume, ma anche rattristato per la perdita di quel folle pesce.
Risalire il corso del fiume attraversando gole e rapide impervie, catturando trote, era tutto fuorché facile. Era una vera sfida. Nell’ultima pool vidi un grosso pesce scuro tra la corrente principale e un ristagno d’acqua (backwater) a circa 1,5 metri di profondità. Misi un grosso scarabeo nero e lanciai nella corrente principale, verso il ciglio. Il pesce arrivò più o meno in verticale, prese la mosca lentamente, mostrò la sua grossa bocca e ridiscese. Dopo aver fissato correttamente l’amo, il
Dopo 2 giorni di pesca su quel fiume, tornai verso nord e arrivai dal mio amico Gabriel 3 settimane dopo. Passai momenti piacevoli con lui e i suoi amici, pescando e bevendo birra. Alla fine di gennaio era tempo di tornare a casa. Avevo viaggiato per più di 7000 km chiedendo un passaggio a più di 134 persone, avevo pescato in più di 30 corsi d’acqua, catturato trote e fatto esperienze fantastiche. E come ho già detto: quella stupida idea si rivelò essere una delle migliori della mia vita!
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Kamchatka wilderness fishing
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HISTORY
FISHING IN THE MIDDLE AGES di Riccardo di Stabile Alcune illustrazioni sono state prese dal libro “ Anelli Sull’acqua” di Renzo Dionigi Some illustrations were taken from the book, “Rings on the water” by Renzo Dionigi.
Nel Medioevo il pesce era un alimento basilare che chiunque poteva procurarsi munendosi solo di una semplice attrezzatura: una canna, una lenza e qualche esca, o semplicemente una rete o una fiocina. Qualsiasi corso d’acqua, ruscello, lago, stagno o canale scavato dall’uomo era popolato di pesci. Inoltre, con il diffondersi del Cristianesimo, il pesce divenne non solo un simbolo religioso, ma anche un alimento indispensabile a causa delle prescrizioni sul digiuno che imponevano la totale astinenza dalla carne per lunghi periodi, in totale circa 120, 130
giorni l’anno, dal momento che vi erano compresi l’avvento, la Quaresima, le vigilie delle principali feste liturgiche e, infine, il venerdì e il sabato di ogni settimana. A differenza di quanto accade ai nostri giorni, si consumava soprattutto pesce di acqua dolce, giacchè il pesce di mare, a causa delle difficoltà di trasporto e della sua deperibilità, arrivava nell’interno solo salato, seccato o affumicato. Pertanto quello che viveva nelle acque interne divenne oggetto di uno sfruttamento intenso; non solo lo si pescava nei fiumi, nei canali, nei laghi, ma si
In the Middle Ages fish was basic food that everybody could get just by using some simple equipment: a rod, a line and a few baits, or simply a net or a harpoon.Any watercourse, stream, lake, pond or channel dug by man was populated by fish. Moreover, with the spread of Christianity, fish became not just a religious symbol, but also indispensable food due to prescriptions on fasting, which imposed total abstinence from meat for long periods, or about 120 to 130 days a year, including Advent, Lent, the eves of the main liturgical feasts and finally, every Friday and
Saturday of the week. Differently from what happens today, they ate freshwater fish most of all, since sea fish that arrived in the inland areas was only salted, dried or smoked, due to transport difficulties and its perishability. Therefore, the fish in the inland waters were subjected to intense exploitation; not only were they fished in rivers, channels, and lakes, but their reproduction was fostered in basins and restocking systems were developed. It can be said that there was no river or pond, even modest ones, that remained unexploited; they even fished in the ditches of
pensò di favorirne la riproduzione in bacini e si misero a punto dei sistemi di ripopolamento. Si può dire che non esistessero fiumi o specchi d’acqua, anche modesti, inutilizzati; si pescava persino nei fossati dei castelli di tutta Europa, come è spesso testimoniato nei dipinti e nei libri antichi. Questo era dovuto al fatto che, già in modo naturale, i fiumi e i laghi avevano una grande abbondanza di pesci anche di specie pregiate, e sia la quantità di acque che la qualità erano notevoli rispetto al giorno d’oggi, non avendo captazioni selvagge e non essendo ancora arrivata l’industrializzazione dell’800 che distrusse
molti di questi corsi d’acqua. La pesca nei laghi e nei fiumi, nel Medioevo, era soggetta ad alcune limitazioni; divenne un diritto di natura pubblica detenuto dal sovrano, che lo poteva donare a chi voleva; nei territori Bizantini, invece, il regime di libertà rimase in vigore fino all’arrivo dei Normanni, nel XI secolo. A beneficiare della generosità dei sovrani furono in primo luogo gli enti ecclesiastici, i quali sin dai primi secoli del Medioevo ottennero il diritto di pesca lungo tratti di riva delimitati, tanto che ben presto i principali laghi e fiumi d’Italia risultarono accuratamente spartiti. Si è detto che non
the castles in all Europe, as paintings and old books also prove. This was due to the fact that already in a natural way, rivers and lakes abounded in fish, even of valuable species. The quantity and quality of the water were both remarkable compared to today, as there were no wild captures and the 19th-century industrialization that destroyed many of these watercourses, had not arrived yet. Fishing in lakes and rivers in the Middle Ages was subjected to some limitations; it became a right of a public nature owned by a sovereign, who could give it to whomever he wanted. In the Byzantine territories, instead, the regime of freedom remained in force until the arrival of
the Normans in the 11th century. In the first place ecclesiastic institutions benefited from the sovereigns’ generosity, as they obtained the right to fish on limited stretches of banks as early as in the first centuries of the Middle Ages, so that the main lakes and rivers of Italy were soon accurately distributed. As aforesaid, there was no pond or watercourse where fishing was not practiced. However, in some areas, this activity developed and gained economic importance more than in other places. The determining factors were the population growth between the 10th and 14th centuries, and the development of European towns. Out of 80 western towns that had more than 10,000
esisteva corso o specchio d’acqua nel quale non si praticasse la pesca, in alcune zone, tuttavia, quest’attività conobbe uno sviluppo ed un corrispondente rilievo economico maggiore che in altri luoghi. I fattori determinanti furono l’aumento della popolazione verificatosi tra il X e il XIV secolo e lo sviluppo delle città europee. Su 80 città dell’occidente che agli inizi del trecento avevano una popolazione superiore ai 10.000 abitanti ben 23 si trovavano in Italia. La documentazione Medievale non consente, se non in rari casi, di elaborare stime quantitative sulla produttività delle diverse zone, sappiamo però che per
le autorità comunali di molte città il rifornimento di pesce rappresentò una grave problema, soprattutto nel periodo quaresimale, quando la richiesta del prodotto era più elevata e costante. Il Lago Trasimeno, insieme con il Fucino (che prima del suo prosciugamento nel XIX secolo era uno dei laghi più grandi d’Italia), rappresentava un importante polo produttivo e commerciale che riforniva un’ampia parte dell’Italia centrale. Per le numerose città dell’Italia settentrionale il principale serbatoio di rifornimento ittico era il fiume Po e i suoi numerosi canali costruiti per favorirne la navigazione. I
sistemi di pesca di quel periodo non erano molto differenti da quelli attuali, la pesca sui fiumi, come già accennato, avveniva principalmente attraverso sbarramenti costruiti con pali e graticci di canne o con pietre; si sfruttavano le migrazioni stagionali dei pesci per spingerli lungo il percorso obbligato alla fine del quale si trovavano rinchiusi in reti. La conoscenza delle migrazioni stagionali era il presupposto della pesca anche nei laghi, dove in alcune stagioni i pesci migravano negli affluenti per riprodursi. Già nell’Alto Medioevo, in un periodo non ancora pressato dalle esigenze alimentari, questi
sbarramenti dovevano essere numerosi se Cassiodoro, agli inizi del VI secolo, racconta che Teodorico Re degli Ostrogoti, muovendosi lungo la Penisola Italiana, rimase colpito dallo spettacolo dei maggiori fiumi dell’Italia settentrionale e centrale, ostruiti da peschiere che impedivano la navigazione. Nei secoli successivi, con l’incremento della popolazione e, conseguentemente, della richiesta di pesce, l’installazione di queste strutture conobbe un notevole aumento e introdusse nell’ambiente modificazioni che di frequente produssero effetti disastrosi.
inhabitants in the early 14th century, as many as 23 were situated in Italy. The medieval documentation does not allow the elaboration of quantitative estimates on the productivity of various areas, except for rare cases. But we know that for the municipal authorities of many towns, the procurement of fish represented a big problem especially in the Lenten period, when the demand for the product was higher and constant. Lake Trasimeno, together with the Fucino (which was one of the biggest lakes in Italy before it dried up in the 19th century), represented an important production center which supplied a large part of central Italy. For the many towns of northern Italy, the main fish feeding reservoir was the Po River and its several channels were built to facilitate navigation. At that time, the fishing methods were not very different from current ones; as already mentioned, fishing in rivers was mostly practiced through barriers built with poles and trellises or with stones. The seasonal migrations of the fish were exploited to push them along an obligatory path that led them to be enclosed in nets. Knowledge of the seasonal migrations was the prerequisite for fishing in lakes too, where in some seasons the fish migrated to the tributaries to reproduce. There must have been a lot of such barriers already in the early Middle Ages, when there was no pressure yet as to need for food. As Cassiodorus reported in the early 6th century, while Theodoric, King of Ostrogoths was moving along the Italian peninsula, he was struck by the sight of the main rivers of northern and central Italy, that were obstructed by fish ponds that impeded navigation. In the following centuries, due to the increase in population and the ensuing demand for fish, the installation of these structures increased significantly and introduced changes into the environment that often produced disastrous effects.
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COSMOLEDO Text Sandro Mediani
In March 2021, after being conditioned by the pandemic for over a year, a unique and unexpected opportunity arose in Seychelles,Atoll of COSMOLEDO, the Giant Trevally fly fishing capital of the world. We prepared everything as best we could and took care of the details concerning the equipment as well as the many documents.We arrived in Mahe and stayed there for a couple of hours, before moving to Alphonse Island.Then we proceeded to the Astove Atoll and finally reached Cosmoledo. Our week focused mainly on GT fishing, though that spot offered a lot of opportunities to catch Milkfish, Triggerfish, Bonefish, Indo-Pacific Permit, Grouper, Snapper, Sharks, Napoleon Wrasse and others. Cosmoledo’s ecosystem is amazing. Nature is still the queen of this atoll, with millions of sea turtles and sea birds everywhere, breath-taking landscapes, wonderful fishing spots, and a lot of sea life. The accommodation was an EcoCamp that fitted very well into the surrounding environment. The main building had a big table for meals and a relaxation area. It was a huge “tent” supported by big poles, and was situated directly on the beach. The cuisine was excellent, and the service was top level, thanks to the well-trained and extremely professional staff. The rooms were new independent Eco-Ponds, equipped with air-conditioning, bathrooms and outdoor showers. You fished by wading when the tide allowed it (there are about two meters for excursions between the high and low tides), or from the boat, but always with an expert guide. Based on the spot and the tide, you can fish different species here. In one week we caught exactly 100 GTs, some of which were impressive in size: 115, 118, 130 cm… With such fish, the tightness of the equipment and you as well, are put to the test. Looking at big GTs attacking a fly is an explosion of power, as they jump mouth-opened almost entirely out of the water, due to the heat of the attack. Fishing for Milkfish and Triggerfish is very productive too. Everything is done at sight. It makes a difference to use top quality equipment suitable for these predators: reliable reels that are precise even under strong pressure, powerful rods, tails with reinforced core, nylon strands and fluorocarbon for leaders, crafted knots and finally flies. It is fundamental to have a good selection of flies built with specific details on hooks suitable for tackling these fish.
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Marzo 2021, dopo oltre un anno condizionato dalla pandemia, arriva un’occasione unica e insperata: Seychelles, Atollo di COSMOLEDO, la capitale mondiale della pesca a mosca ai Giant Trevally. Prepariamo tutto, al meglio, curando i dettagli dell’attrezzatura e tantissimi documenti. Arriviamo a Mahe, sosta di un paio d’ore e subito ci trasferiamo ad Alphonse Island, poi sull’atollo di Astove e, infine, arriviamo a Cosmoledo. La nostra settimana sarà focalizzata principalmente sulla pesca dei GT, ma questo spot offre molteplici possibilità di pesca; Milkfish, Triggerfish, Bonefish, Permit Indo-pacifico, Cernie, Snapper, Squali, Napoleon Wrasse e altro. L’ecosistema di Cosmoledo è pazzesco, la natura è ancora la sovrana di questo atollo, milioni di tartarughe di mare e di uccelli marini sparsi ovunque, paesaggi da togliere il fiato, spot di pesca favolosi e un mare ricchissimo di vita. L’alloggio è un Eco-Camp che si inserisce molto bene nell’ambiente circostante, la struttura principale ha un grande tavolo dove consumare i pasti e un’area relax. Si tratta di una grande “tenda” sorretta da grossi pali di legno situata direttamente sulla spiaggia. La cucina è ottima, il servizio di grande livello, grazie ad
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uno staff molto preparato ed estremamente professionale. Gli alloggi sono nuovi EcoPond indipendenti, forniti di aria condizionata, bagno e doccia all’aperto. La pesca si effettua in wading quando la marea lo consente (ci sono circa 2 metri di escursione tra la bassa e l’alta marea), oppure dalla barca, sempre con una guida esperta. In base allo spot e alla marea si pescano le diverse specie qui presenti. Nella settimana sono stati catturati molti GT, un centinaio per l’esattezza, alcuni dei quali di taglia impressionante 115, 118, 130 cm… Con pesci del genere si mette a dura prova la tenuta dell’attrezzatura e anche di se stessi. Vedere i grossi GT attaccare la mosca è un esplosione di potenza, dove, a bocca spalancata, capita che saltino quasi interamente fuori dall’acqua per la foga dell’attacco. Anche la pesca di Milkfish eTriggerfish è molto produttiva. Il tutto sempre a vista. Un’attrezzatura di ottima qualità, adatta a questi predatori fa la differenza: mulinelli affidabili e precisi anche sotto forte pressione, canne potenti, code con anima rinforzata, fili di nylon e fluorocarbon per i terminali, nodi fatti ad arte ed infine le mosche. Avere una buona selezione di mosche costruite con dettagli specifici su ami adatti ad affrontare questi pesci è fondamentale.
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www.francovivarelli.com